Ministero Interno: verbale di concertazione 26 luglio 2006

VERBALE DI CONCERTAZIONE

Il giorno 26 luglio 2006, presso il Dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, si è svolto l’incontro conclusivo tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali rappresentative del personale appartenente all’Area 1, concernente la proposta di individuazione dei posti di funzione dirigenziale da attribuire ai dirigenti dell’Area 1 di seconda fascia nell’ambito delle strutture centrali e periferiche, per effetto dell’incremento di organico verificatosi a seguito della rideterminazione delle dotazioni organiche del personale dell’amministrazione civile dell’interno operata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 febbraio 2006.
La proposta riconsidera l’attribuzione dei posti di funzione per i dirigenti dell’Area 1 e muove nell’ottica della valorizzazione delle specifiche professionalità dei dirigenti del ministero dell’interno. In tal senso riconsidera le funzioni del Servizio amministrazione, servizi generali e attività contrattuali, prevedendone l’immediata istituzione in ulteriori 14 sedi. Nelle restanti 84 sedi i processi gestionali rientranti nelle suddette competenze sono svolti da funzionari dell’Area C, sotto la responsabilità del dirigente del servizio contabilità e gestione finanziaria, che per l’espletamento di esse si avvale delle risorse umane già addette a tali compiti, comunque da non distogliere dal suddetto servizio contabilità.

Al termine dell’incontro, le organizzazioni sindacali esprimono il loro consenso 

l’Amministrazione
le Organizzazioni sindacali

CGIL FP
CISL FPS
UIL PA
CONFSAL UNSA
DIRSTAT
CIDA/UNADIS MINISTERI

Accordi

Firmato l'accordo sulla mobilità

Pubblichiamo l’accordo firmato sulla mobilità con altre amministrazioni centrali per “scambio”; si tratta di un ulteriore passo verso l’ampliamento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Interno, che da oggi potranno andare in altre amministrazioni non solo se appartenenti a profili in esubero, ma anche in assenza di esubero. A condizione che ci sia la possibilità di scambiare il proprio posto in organico con colleghi di altre amministrazioni interessati alla sostituzione. La limitazione alle amministrazioni centrali, con esclusione di enti locali e sanità, è dovuta alle norme di bilancio in vigore, per le quali appare problematico il passaggio delle risorse economiche da un ente centrale ad un ente locale, e viceversa. A questo proposito, ci preme sottolineare che la legge 246 del 2005 – citata nell’accordo – prevede che il personale in mobilità non mantenga la propria retribuzione di origine, ma prenda la retribuzione del profilo nel quale confluisce, presso l’amministrazione di destinazione. E’ una norma che non condividiamo, ma che l’amministrazione è tenuta ad attuare, finché in vigore: comunque non escludiamo – nel quadro di un più ampio confronto sulla mobilità nel pubblico impiego, che sembra apparire all’ordine del giorno – la possibilità di un suo superamento. L’accordo è immediatamente esigibile.
 

 

Comunicato del 9.2.2007

 

A TUTTI I LAVORATORI

L’ARIA E’ CAMBIATA!!!!

Già si vedono i primi segnali positivi!
Siamo stati informati che nella giornata di oggi è stato registrato presso la Corte dei Conti il DPCM che autorizza i concorsi per l’area C.
I posti disponibili per il concorso interno sono 738 mentre per quello esterno sono 507.
Seguiranno ulteriori informazioni.
Roma, 9 febbraio 2007

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL INAIL

Roberto Morelli

Lettera aperta di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL: al Tavolo istituzionale per la definizione delle linee strategiche del piano casa

 
La riunione straordinaria della Conferenza Unificata che si è svolta il 25 marzo a Palazzo Chigi, con al centro la discussione sul piano di edilizia per il rilancio economico proposto dal governo, ha scongiurato la possibilità che il governo procedesse con un decreto in materia di politiche abitative ed ha istituito un tavolo tecnico-politico con gli enti locali. Le risultanze del tavolo tecnico avrà un riscontro in sede di Conferenza Unificata martedì 31 Marzo.

Congelato al momento il provvedimento straordinario sull’ edilizia e il bonus volumetrico, si apre un percorso istituzionale corretto e di garanzia democratica.

A questo tavolo che definirà i principali aspetti, sia tecnici che di competenza, la FP CGIL Nazionale sottopone i deliberati sintetici della Prima Conferenza Nazionale sulle politiche abitative.

La 1^ Conferenza Nazionale della Funzione Pubblica CGIL – La Casa come diritto, che si è svolta a Roma il 26 Febbraio ha recepito la richiesta da più parti avanzata circa la necessità di istituire un “tavolo di confronto” per la individuazione dei livelli essenziali per l’edilizia pubblica residenziale, e la definizione di un piano di edilizia pubblica.

Come evidenziato dai molteplici interventi nel nostro paese la questione casa risponde ad una vera e propria emergenza. Questa situazione se non adeguatamente governata può assumere contorni imprevedibili. La risposta a questa emergenza non può essere fumosa e tattica, come sembra essere quella proveniente dalle fila del Governo.

Prioritario per la FP CGIL e per il paese è invece un adeguato piano finanziario per la costruzione di case di edilizia pubblica ed economica per una gran mole di domanda assolutamente non compatibile con gli attuali prezzi di mercato (anche degli affitti).

La prima Conferenza ha tra l’altro recepito la richiesta avanzata dall’Anci, da SUNIA e SICET, per una proposta di modifica della Legge 431 che disciplina il mercato privato delle locazioni, fissando un tetto massimo di affitto a fronte di benefici fiscali”. Dalla Conferenza Nazionale è emerso chiaro e forte l’intento di voler contribuire con le Istituzioni preposte e con le forze parlamentari disponibili ad apportare concrete line di modifica al piano casa in discussione, al fine di dare risposta alla grave emergenza abitativa, inserendo nel piano il valore sociale e pubblico della casa.

Dal dibattito è emersa la preoccupazione per l’ipotesi interpretativa che si evince dalle linee di piano casa in discussione . Il cambiamento ordinamentale a cui si ispira sembra orientato ad una ristrutturazione del comparto e dell’intervento pubblico verso schemi e stili di welfare abitativo organici ad un modello di ” Stato sociale minimo.

L’evidente intento di riposizionare le politiche pubbliche per la casa sul comparto del Social housing, e su regimi di project financing e di partenariato privato, sostanzia l’idea di abbandono dell’intervento diretto sovvenzionato.

Per la CGIL è pregiudiziale l’impegno dello Stato , che deve garantire adeguati investimenti, finalizzati non solo alla costruzione di nuove abitazioni ma anche e soprattutto , alla manutenzione straordinaria per l’edilizia residenziale pubblica, insieme ad azioni di recupero di immobili pubblici e di riqualificazione dei quartieri periferici.

Per tutte le sopraesposte considerazioni e proposte si auspica che il tavolo istituzionale assuma la questione casa come vera emergenza del Paese e corrisponda alle pressanti richieste di milioni di famiglie con redditi bassi e molto bassi che non sono in grado di permettersi niente neanche un affitto calmierato.

Urge un piano per il recupero dei vecchi e dimessi edifici pubblici e la costruzione di nuove abitazioni per le giovani coppie e le famiglie in difficoltà, per gli studenti universitari fuori sede, per i lavoratori in mobilità, per gli anziani soli e per gli immigrati.
 
A proposito di studenti e giovani lavoratori in mobilità ,si fa ogni anno più dura la vita per i fuori sede, oggi più di ieri alle prese con gli affitti delle stanze ormai alle stelle e con i proprietari delle abitazioni che, nella maggioranza dei casi, non registrano i contratti venendo meno ai propri doveri.

Il problema si aggrava quando si considera che molte case affittate agli studenti sono in pessime condizioni, spesso senza riscaldamento e prive di ogni comfort.
Per molti giovani l’insostenibile onere per l’alloggio in affitto preclude il diritto allo studio e al lavoro.

Una recente indagine di fonte sindacale, evidenzia il pesante onere a carico delle famiglie degli studenti , spesso proibitivo per le camere in affitto .

L’indagine basata sui dati raccolti in alcune città metropolitane e in centri minori, sedi di Università, rivela prezzi da capogiro.

Secondo il SECIT, un contratto di locazione su due non è registrato. Si stima che il gettito sottratto all’Erario sia di 5 miliardi euro l’anno.
Al grave problema del sommerso si va ad aggiungere una scarsissima offerta d’alloggi, in deficit perenne, che non lascia altra scelta se non quella di sottostare alle ” non regole”, al nero e alle illegalità che vigono in questo settore.
Al tavolo istituzionale la FP CGIL affida anche un ulteriore riflessione e proposta sul sistema dell’edilizia residenziale pubblica ex IACP.

La modifica della Carta costituzionale attuata con la legge costituzionale 3 del 2001, attribuendo la potestà legislativa alle Regioni su tutte le materie non riservate alla competenza esclusiva dello Stato, ha superato anche per la normativa del settore il vincolo del rispetto dell’interesse nazionale.

Cosa ha prodotto l’applicazione di queste norme nelle singole Regioni è chiaro a tutti, si è istaurato un federalismo “a macchia di leopardo”, senza una trama unitaria, che rende difficilmente governabile il sistema.

L’attività dei legislatori regionali sull’assetto istituzionale degli enti, priva di riferimenti e linee guida nazionali, ha diversificano sempre di più ruoli, funzioni e articolazioni degli Enti.

Il trasferimento delle competenze dallo Stato alle Regioni, ha comportato la trasformazione degli ex IACP in entità con varie denominazioni e diverso assetto giuridico, a seconda delle diverse scelte normative regionali.

In alcune Regioni continuano a sussistere gli IACP ( Campania, Sicilia e Puglia).

Le aziende casa hanno mantenuto, in generale la competenza territoriale degli ex IACP e sul territorio nazionale se ne contano 108, tutte aderenti a Federcasa, l’associazione di categoria.

Tutte le Aziende Casa, con acronimi diversi, hanno mantenuto la proprietà degli alloggi di erp, tranne che in Emilia-Romagna e Toscana dove la proprietà è stata assegnata agli EE.LL., lasciando la gestione alle Aziende circa l’assetto giuridico, in Toscana e Trentino si è optato per la forma societaria, mentre gran parte delle Regioni hanno scelto l’Ente pubblico economico o il vecchio schema dell’Ente pubblico non economico.

Ora più che mai, a fronte dell’incombere del Federalismo fiscale non è in discussione il potere legislativo e di indirizzo delle regioni in materia di edilizia pubblica, però, nei confronti di un ” diritto universale” come quello della casa, è auspicabile e necessaria una sintesi nazionale, che le stesse regioni negli organismi istituzionali preposti (Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Conferenza Stato- Regioni e città) possano e debbano ricercare.

Inoltre, per la FP CGIL sono decisivi due punti ordinamentali che dovrebbero essere introdotti per tutti gli Enti su scala nazionale:

– Ambito territoriale degli Enti;
titolarità degli Enti in tutte le funzioni amministrative e gestionali in materia di edilizia sociale e contemporanea proprietà degli immobili.
– Ambito territoriale degli Enti;
A fronte della elevata proliferazione degli Enti in costanza dell’attuale regolamentazione, abbiamo verificato la ridotta capacità degli stessi nel governo delle politiche abitative e le scarse capacità finanziarie ed organizzative per far fronte alla marcata emergenza che in tutto il paese si manifesta, anche se in forme diverse.

Molti enti di fatto, sono autoreferenziali e approdo per politici nei copiosi consigli di amministrazione.

Si propone di individuare la Regione quale ambito territoriale ottimale dell’Ente con l’articolazioni amministrativa territoriali per il disbrigo di procedure e rapporti con l’utenza. Il Consiglio di Amministrazione dovrebbe essere composto da massimo 5 consiglieri a seconda della dimensione dell’ente. 

Titolarità degli Enti
Quando gli Enti (come nel caso dell’Emilia e della Toscana) non sono più proprietari del patrimonio che gestiscono, vedono di fatto compromesso il loro stesso ruolo a favore dell’edilizia sociale come concepito sino ad oggi.

I Comuni, in entrambi i casi titolari di tutte le funzioni amministrative e gestionali in materia di edilizia sociale e contemporaneamente proprietari degli immobili ad essa finalizzati, acquistano infatti la piena disponibilità delle scelte sulle modalità e sugli strumenti per l’esercizio della gestione di un patrimonio divenuto loro. Il ruolo degli enti, privati del patrimonio, è contestualmente ridotto a quello di semplici strumenti della gestione stessa, quindi subordinati all’Ente proprietario che può utilizzarli come mero braccio tecnico per lo svolgimento dei compiti loro affidati.

Detto in altri termini, ruolo, missione, finalità ed esistenza stessa degli enti non sono più scontati, devono se vogliono sopravvivere assolvere ad una duplice funzione:

gestire l’edilizia sociale del territorio loro affidato e contemporaneamente procurarsi risorse e nuovi strumenti per lo svolgimento di attività imprenditoriali che li affranchino dall’incertezza dell’incarico pubblico.

La proposta che avanziamo è la seguente, essa riassume in capo agli Enti adeguatamente riformati la Titolarità in tutte le funzioni amministrative e gestionali in materia di edilizia sociale e piena responsabilità di Ente proprietario degli immobili, con il conseguente primato nella definizione delle graduatorie e nelle assegnazioni degli immobili.

Questa proposta oltre che rilanciare la primaria funzione degli enti, si fa carico anche della riduzione dei costi della politica.

Status delle Aziende
Le opzioni legislative sull’assetto giuridico degli Enti al momento sono tre:

– Ente Pubblico Economico;
– Ente Pubblico non Economico;
– Società di Capitali.

Per la FP CGIL pregiudiziale è che gli enti mantengano l’ancoraggio allo status di Ente Pubblico Economico.

Perché la casa , come l’acqua, l’ambiente, la salute e la scuola deve rientrare nella categoria dei beni comuni e per tanto pubblici.

Per le suddette osservazioni , si propone l’adozione di una norma quadro nazionale per armonizzare il comportamento delle Aziende in tutte le regioni .

L’emergenza abitativa con la grave crisi economica in atto, abbisogna di misure strutturali e pubbliche non più rinviabili. Il Piano casa del Governo fermo al palo, più che la perdurante crisi abitativa che colpisce la domanda, sembra orientato a sostegno del mercato edilizio per lo sgonfiamento della bolla sugli immobili e la prospettiva di una “crisi di rendita” incombente.

L’impossibilità di accedere ad una abitazione a canone sociale o comunque sostenibile per milioni di famiglie, giovani, anziani, immigrati produce conseguenze negative sul piano sociale e sulla struttura familiare e demografica e, rappresenta un handicap per la stessa competitività del paese. In molti città la questione rappresenta anche un fattore di ordine pubblico.

Nel nostro paese per far fronte alle diverse e nuove domande di casa a costi sostenibili, è imprescindibile il ruolo e la centralità del pubblico.
E’ nostra ferma e determinata convinzione che solo il rilancio dell’ ERP, può rispondere a questa grave emergenza, e a maggior ragione vanno valorizzate e pienamente responsabilizzazione le Aziende Casa, nate appunto per la promozione e la gestione degli alloggi sociali.

Riteniamo pertanto che il processo in atto per la riforma del paese in senso federalista all’ordine del giorno del Parlamento,oltre che definire una norma quadro di sintesi dei comportamenti delle regioni in materia , deve sciogliere il nodo del finanziamento per le politiche abitative di interesse sociale. Il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica deve poter contare in prima istanza sulla certezza del contributo Pubblico ( fiscalità generale), con l’apporto di soggetti sociali istituzionali e fondi etici quali:

– Fondazioni Bancarie;
– Fondi Pensione;
– Enti Previdenziali.

Solo in questo senso, si può attivare un processo virtuoso, capace di rinverdire il sistema simil ex GESCAL, che ha prodotto negli anni il patrimonio abitativo popolare e sociale in Italia.

In ultimo, non è una provocazione ma un ulteriore proposta. Con la grave crisi in atto con il licenziamento dei precari, la perdita di milioni di posti di lavoro, il dilagare della cassa integrazione chiediamo al tavolo di concertazione di intervenire immediatamente a sostegno di chi oggi non può permettersi non già e non solo il pagamento del mutuo ma anche di chi non può far fronte al pagamento della pigione, con l’auspicio che il Governo risponda con fatti concreti senza colpi di teatro e propaganda. Chi vive di reddito da lavoro non può più aspettare, le risposte devono essere immediate, lo esige il Paese.

Roma, 27 marzo 2009
 

Comunicato stampa

 

Roma, 27/05/09

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Dr. Luigi Birritteri

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia

Al Direttore dell’Ufficio
Relazioni Sindacali
Dr. Angelo Papacchini

Vi scriviamo, per sottoporre alla Vostra attenzione insistenti voci che riguardano la dirigente del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, il cui comportamento abbiamo più volte denunciato all’Ufficio relazioni sindacali.

Sembrerebbe che due appartamenti presi in locazione, dal Tribunale summenzionato, ad uso archivi, siano di proprietà della stessa dirigente. Trattandosi di questione molto delicata, poiché si potrebbe configurare un conflitto di interessi e un danno all’erario, Vi chiediamo di approfondire la questione e darcene notizia al più presto.

Distinti saluti.

Il Segretario nazionale FPCGIL
Funzioni Centrali e Agenzie Fiscali
(A.Garzi)

 
 

 

Nota a Verbale

 

OSSERVAZIONI SULLE DOTAZIONI ORGANICHE

La scrivente Organizzazione Sindacale non può che esprimere un profondo dissenso in merito all’ennesima riduzione delle dotazioni organiche dell’Istituto in conformità a quanto previsto dalla legge n.25/2010.
Come già evidenziato in occasione dei precedenti interventi di riduzione del fabbisogno, la continua politica dei tagli (è bene ricordare che negli anni dal 2005 a oggi la dotazione organica dell’Inail si è ridotta di oltre 2.500 unità) operata principalmente da questo Governo non può che produrre una conseguente contrazione dei servizi erogati all’utenza.
E’ assolutamente contraddittorio, da un lato, espandere le funzioni e i servizi che il nostro Istituto è chiamato a garantire e, dall’altro, intervenire in maniera drastica sul personale che quegli stessi servizi devono rendere esigibili.
Inoltre, come sempre più spesso accade, le continue carenze che si creano nelle strutture dell’Inail favoriscono, inevitabilmente, il conseguente ricorso all’esternalizzazione di alcuni servizi, quasi sempre a costi decisamente superiori.
Tenuto conto di questa drammatica realtà diamo comunque atto all’Amministrazione di aver operato in maniera sostanzialmente equilibrata e propositiva cercando di garantire, nei limiti imposti dalle mutate condizioni normative, quanto previsto dal Contratto Integrativo di Ente 2006/2009 nel tentativo di non mortificare le legittime aspettative dei lavoratori dell’Inail.
Per quanto ci riguarda, come Funzione Pubblica CGIL Inail, riteniamo che ormai il limite della sopportabilità di questi ripetuti tagli sia abbondantemente superato con il risultato di mettere a rischio la tenuta stessa di un Ente che garantisce un delicato e sensibile pezzo del sistema di sicurezza sociale di questo Paese oltretutto in una fase in cui sarà impegnato ad implementare le proprie funzioni conseguentemente all’integrazione logistica e funzionale con ISPESL e IPSEMA.

Roma, 8 settembre 2010

IL COORDINATORE NAZIONALE
FP CGIL INAIL

Roberto Morelli

 
 
 

Comunicato

 

Siamo a conoscenza dle fatto che il C.I. ha creato il caos totale negli uffici e che molti dirigenti hanno emanato Ordini di Servizio esplicativi in cui si dichiara che nulla è mutato nelle mansioni di alcune figure professionali che invece sono state gravemente dequalificate.

A tal fine abbiamo preparato un modello di lettera di richiesta di attribuzione di mansioni superiori per gli ex cancellieri B3, il caso più comune, che però può servire come base anche per la altre figure professionali. Vi preghiamo di farla circolare negli uffici in modo che quanti più lavoratori possibili la possano utilizzare a propria tutela. Inoltre vi inviamo, ove possibile unitariamente con le altre OO.SS che non hanno firmato il C.I., a chiedere incontri con i Capi degli Uffici ed i Dirigenti per contestare e discutere sulle applicazioni fantasiose da parte dei dirigenti del nuovo C.I. e riportarli al rispetto delle regole.

Roma, 21 settembre 2010 
 
 
FP CGIL NAZIONALE
Nicoletta Grieco

 
 
 
 

Ministero Interno: volantino su mobilitazioni contro la proposta di chiusura di decine di uffici periferici


 
FP CGIL     CISL FPS     UIL PA     SINPREF
Sindacati provinciali degli impiegati, dei funzionari e dei dirigenti contrattualizzati e prefettizi del Ministero dell’Interno

LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DEGLI UFFICI DEL MINISTERO DELL’INTERNO SI ASTENGONO DAL LAVORO, PER RIUNIRSI IN ASSEMBLEA E DENUNCIARE L’INCREDIBILE PREVISIONE DEL GOVERNO DI PROCEDERE, CON LA LEGGE FINANZIARIA 2007, ALLA CHIUSURA DELLA PREFETTURA, DELLA QUESTURA, E DEGLI ALTRI UFFICI DEL MINISTERO PRESENTI NELLA PROVINCIA.

QUESTA PREVISIONE, SE ATTUATA, RAPPRESENTEREBBE UN INGIUSTIFICATO ARRETRAMENTO DELLA PRESENZA DELLO STATO IN QUESTA PROVINCIA, A DANNO DELLA SICUREZZA E DELL’ORDINATO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE, CON GRAVE PREGIUDIZIO DEI DIRITTI DEI CITTADINI E DEI LAVORATORI COINVOLTI.

LA NOSTRA PROVINCIA VERREBBE DI FATTO DECLASSATA – INSIEME A TANTE ALTRE – IN UNA “SERIE B” INACCETTABILE E IMMOTIVATA, DAL PUNTO DI VISTA POLITICO E ISTITUZIONALE.

INVITIAMO PERTANTO TUTTA LA CITTADINANZA, E LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, A CONDIVIDERE LA NOSTRA BATTAGLIA, TESTIMONIANDO IN OGNI MODO LA PROPRIA SOLIDARIETA’.

Comunicato Fp Cgil – Stabilizzazione per tutti e tutte

 
Si è svolta questa mattina una partecipata assemblea indetta dalla nostra Organizzazione presso la Sala Parlamentino del Ministero della Giustizia per protestare contro il bando di selezione che l’amministrazione della giustizia ha pubblicato il 15 gennaio 2008.
Abbiamo ribadito la critica alla procedura proposta dall’amministrazione giudiziaria perché il bando di selezione, per lavoratori e lavoratrici assunti in virtù della legge 242/2000 è contrario a quanto stabilito dal comma 519 della legge finanziaria per il 2007. La violazione della norma, nella lettera e nello spirito determina poi due altre conseguenze: sperpero di denaro pubblico, mancata certezza della stabilizzazione per persone che prestano ormai la loro opera da più di dieci anni.
Il Ministero della Giustizia sulla vicenda stabilizzazione del precariato si comporta in maniera anomala rispetto a quanto hanno fatto altre amministrazioni nelle stesse condizioni, questa anomalia non ha un fondamento reale o giuridico.
Per questi motivi la protesta deve essere determinata e ferma, non bisogna farsi prendere dalla paura.
Abbiamo proposto di inviare le domande di partecipazione al bando a partire dal 7 febbraio con una dicitura che stiamo concordando con gli avvocati e che nella sostanza ribadisca la volontà di essere stabilizzati, respingendo però la prova selettiva perché, in questo caso, contraria alla legge.
Al termine dell’assemblea ci siamo recati tutti insieme stati dal sottosegretario Avv. Li Gotti invadendone pacificamente gli uffici.
Il sottosegretario ci ha ricevuto con la consueta cortesia mostrando comprensione verso le nostre richieste, impegnandosi a verificare ulteriormente la possibilità di evitare una procedura che ha provocato la protesta convinta della FP CGIL e dei lavoratori a tempo determinato.
Roma, 21 gennaio 2008

Per la FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

 

Nota all'Amministrazione su bando di stabilizzaizone e comunicato ai lavoratori

 
“Cari compagni,
dopo aver consultato il nostro ufficio legale relativamente al bando sugli ex lsu abbiamo inviato una nota all’Amministrazione, che vi alleghiamo.
Vi alleghiamo inoltre un comunicato esplicativo per i lavoratori nel quale diamo la nostra disponibilità per aiutare i lavoratori a redigere la domanda. 
 


Roma, 1 febbraio 2008 

Al Sottosegretario di Stato
Luigi Li Gotti

Al Capo Dipartimento dell’O.G.
Claudio Castelli

Al Direttore Generale del Personale e della formazione
Carolina Fontecchia

Al Direttore dell’Ufficio Concorsi
Alessandro Cherubini

OGGETTO: Bando per stabilizzazione lavoratori assunti con legge 242/00.

La FPCGIL, dopo la consultazione del suo ufficio legale, chiede formalmente la modifica del bando pubblicato sulla G.U. il 15-01-2008 in quanto contro le disposizioni di cui al comma 519 della legge finanziaria 2007 che stabilisce che la stabilizzazione per i lavoratori assunti secondo procedure previste da norme di legge avvenga a domanda e a seguito di accertamento dei requisiti per l’accesso all’impiego.
Per questi motivi chiede che la procedura di cui al punto 7 del bando venga assimilata a quella di cui al punto 8 come previsto per i lavoratori inquadrati in A1 e B1.
Inoltre segnala che il bando contiene evidenti contraddizioni al punto 1), infatti, si dice che i lavoratori devono presentare la domanda per la figura professionale per la quale sono stati assunti, salvo il mancato possesso dei titoli culturali; in quel caso possono concorrere per la figura professionale per la quale possiedono i titoli.
Se ciò portasse al ‘declassamento’ di alcuni lavoratori sarebbe in chiaro contrasto con la norma, il comma 519, che per il buon andamento delle pubbliche amministrazioni prevede che il personale che è stato in servizio per molti anni presso una Amministrazione venga stabilizzato e continui a svolgere le mansioni per le quali la stessa Amministrazione gli ha annualmente rinnovato i contratti.
Questa procedura oltre mettere in pericolo il posto di lavoro per molti lavoratori crea una palese contraddizione nello stesso agire dell’Amministrazione che implicitamente ammetterebbe di aver assunto quegli stessi lavoratori ed avergli fatto svolgere mansioni non in linea con i titoli posseduti o di averli a suo tempo inquadrati in qualifiche professionali sbagliate.
Oltre a ciò l’Amministrazione, senza fornire una lista dei titoli validi e riconoscibili, ad esempio all’allegato a, non è specificato cosa si intende per ‘specializzazione informatica’ o ‘corso di formazione informatica riconosciuto’, lascia al lavoratore l’autovalutazione degli stessi, mettendolo in una condizione che lo potrebbe portare, per timore di essere escluso, a ‘autodeclassarsi’ e a concorrere per una posizione economica inferiore anche se in possesso dei titoli, non potendo presentare due domande e lasciare la valutazione all’Amministrazione.
Per questo e in subordine alla modifica del bando chiediamo formalmente di specificare, tramite integrazione del bando o atto ufficiale, la lista dei titoli riconosciuti o in via subordinata di rendere possibile la presentazione di due domande ai lavoratori, sempre tramite integrazione del bando o atto ufficiale, lasciando la valutazione dei titoli all’Amministrazione.
Inoltre la FPCGIL ai fini della tutela dei lavoratori in oggetto, chiede formalmente che vengano maggiormente esplicitate le modalità di presentazione della relazione: 1) ovvero chi deve redigerla, se il Capo dell’ufficio o il lavoratore, il bando risulta in merito fumoso e poco chiaro. 2) Quali argomenti deve trattare e quanto deve essere approfondita.
La FPCGIL contesta l’ultimo punto della domanda allegata al bando in cui il lavoratore deve ‘dichiarare di accettare qualunque sede gli sarà assegnata’, in quanto relativamente a questa questione i lavoratori necessitano di una tutela che assicuri loro di poter continuare a svolgere la propria attività nello stesso comune in cui l’hanno svolta negli ultimi anni, come d’altronde dichiarato dall’Amministrazione stessa nelle ultime riunioni.
Il nuovo inquadramento professionale derivante dal CCNL 2006/09 e la necessaria modifica delle dotazioni organiche, d’altra parte, rendono tutto ciò possibile senza alcun danno per i lavoratori interni relativamente alla mobilità e alle procedure di riqualificazione.
La FPCGIL chiede che vengano fornite pronte risposte a questi quesiti per poter assistere i lavoratori o, in subordine, chiede che vengano prolungati i termini di presentazione della domanda fino a che non verranno forniti tutti i chiarimenti necessari.
Allo scopo riteniamo opportuna l’immediata convocazione di un’apposita riunione che chiarisca tutti questi elementi.

Per FPCGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

 

 

Comunicato esplicativo

 
AI LAVORATORI E ALLE LAVORATRICI IN VIA DI STABILIZZAZIONE

La FPCGIL ha consultato il proprio ufficio legale in merito al bando di stabilizzazione del 15-1-08.
La procedura di presentazione della domanda con riserva di presentare la relazione e relativa contestazione del bando consigliata in esito all’Assemblea è stata ritenuta non del tutto sicura in considerazione del fatto che non vi sono riscontri scritti e che la situazione politica al momento si è aggravata.
Per questo abbiamo redatto una nota, che vi alleghiamo, nella quale in primo luogo chiediamo la modifica del bando e in subordine chiarimenti in merito a questioni che dal bando non risultano chiare.
Ci attendiamo una risposta ufficiale e una convocazione che possa assicurare che le domande vengano accettate.
Vi comunicheremo inoltre una o più giornate durante le quali i nostri delegati vi offriranno assistenza nella compilazione della domanda, sperando di aver ottenuto nel frattempo o la modifica del bando o le necessarie chiarificazioni.

Per FPCGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

Circolare ministeriale su assunzioni a tempo determinato

 
 

Volantino "Diciamo no al taglio del 10% delle dotazioni organiche"

 
ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI
DEGLI ARCHIVI NOTARILI

DICIAMO NO

AL TAGLIO DEL 10% DELLE DOTAZIONI ORGANICHE
PPOPOSTO PERCHE’

1) crea un’amministrazione di basso valore e blocca ogni prospettiva di carriera per il personale

2) crea condizioni di lavoro insostenibili con conseguente danno al servizio reso alla cittadinanza

PARTECIPIAMO COMPATTI ALLE ASSEMBLEE
E ALLE AZIONI DI LOTTA MESSE IN CAMPO
DALLA FP CGIL
CONTRO UN PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE INACCETTABILE

 
 

 
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