Ieri abbiamo avuto un’altra puntata della telenovela
progetti locali: l’Amministrazione ci aveva proposto una ennesima riedizione
delle pagelline inserite nella rivisitazione dell’accordo, tutto il tavolo
sindacale ha rigettato e siamo ritornati alla formulazione originaria per la quale
l’accordo riprende il suo faticoso iter di registrazione. Vedremo cosa
risponderà la Funzione Pubblica, noi semplicemente ribadiamo due questioni:
la prima riguarda il fatto che questi accordi non possono
ogni volta subire assalti ingiustificati da parte di organi esterni che non
conoscono la realtà del ministero e prescrivono condizioni inaccettabili per la
natura stessa degli accordi, che si inseriscono nella linea generale di
ampliamento e miglioramento dei servizi e che certamente incidono in modo positivo
sulla produttività degli Uffici. Quindi ci aspettiamo un intervento deciso
della parte politica che rintuzzi e blocchi queste interferenze burocratiche;
la seconda è che noi non siamo disponibili a rimetterci
neanche un centesimo di FUA, quindi nel caso malaugurato di ulteriori quanto
ingiustificabili ostacoli burocratici la cifra impegnata tornerà al tavolo
nazionale per un progetto nazionale che sostituisca questo e naturalmente
riguardi tutto il personale del MIBACT.
Vi terremo informati.
A margine della riunione abbiamo come parte sindacale
sollevato varie questioni, noi ne citiamo due particolarmente rilevanti.
Sul problema dei passaggi di area: la Dirigente Passarelli
ci ha comunicato che ancora non c’è alcuna risposta della Funzione Pubblica sulla
questione, che loro stanno sollecitando e che gli sarebbe stato risposto che
“stanno provvedendo”. Su questo facciamo volentieri ammenda per
quanto scritto in uno degli ultimi comunicati, la precisazione è dovuta e
quindi aspettiamo risposte ufficiali. Ma, poiché noi non ci inventiamo nulla,
quanto riportato in precedenza non era altro che quello che abbiamo sentito sul
tavolo di contrattazione, non al bar, da
parte della medesima Dirigente. In ogni caso noi speriamo che la risposta
arrivi presto ma ribadiamo che per noi è importante fare una programmazione
occupazionale di medio periodo che tenga insieme sia l’opportunità degli
scorrimenti che l’occupazione dall’esterno. Un tema che noi abbiamo posto come
centrale anche nella piattaforma di Emergenza Cultura e che ha fatto parte
delle nostre comunicazioni nell’ambito delle gloriose iniziative di fine
settimana scorsa.
L’altra questione che abbiamo sollevato è quella dei ritardi
sui pagamenti delle poste per le turnazioni. Sul punto vogliamo chiarire che,
per quel che riguarda i mesi di novembre e dicembre u.s., occorre attendere le
assegnazioni delle quote in bilancio. Le somme sono state richieste e si
aspettano i relativi decreti che normalmente arrivano tra la fine di maggio e i
primi di giugno. Per quanto riguarda invece le quote relative al 2016 i ritardi
che ci vengono segnalati sono dovuti essenzialmente a problemi in sede locale.
La DG Bilancio ha già provveduto a fare il decreto di riparto relativo ai primi
tre mesi e quello relativo alle reperibilità e nei prossimi giorni uscirà il
decreto che assegnerà le somme per la copertura di quest’anno fino al mese di
ottobre. Pertanto vi invitiamo a sollecitare gli Uffici a procedere e a
segnalare, anche direttamente alla DG Bilancio, i ritardi non giustificabili a
cui stiamo purtroppo assistendo. Ottenere il pagamento nei tempi dovuti è stato
il frutto di una lunghissima battaglia sul tavolo nazionale, vedere ciò
vanificato da comportamenti discutibili dei dirigenti in sede locale.
In allegato trovate l’accordo sottoscritto ieri.
Coordinamento Nazionale FP CGIL MIBACT
Claudio Meloni
Roma 11 Maggio 2016
La
vertenza nazionale per il rinnovo dei
contratti pubblici e le gravi criticità
nei
processi di riforma e riorganizzazione della Pubblica amministrazione hanno
portato le Segreterie nazionali di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL e UIL PA a
indire
diverse giornate di mobilitazione e un percorso di azioni regionali e
territoriali
che riguardano e coinvolgono tutte le regioni italiane.
Sono,
quindi, diverse e ampie le ragioni per una
forte mobilitazione, che
investe
i problemi del rinnovo dei CCNL, la tenuta dei servizi nei territori, la
condizione
dei lavoratori giovani e precari e la mancata valorizzazione del
lavoro e
delle professioni, coinvolgendo anche la contrattazione collettiva,
nonché
le gravi problematiche che investono i comparti privati che operano in
regime
di appalto e di convenzione.
In
questa prospettiva sono stati proclamati gli
SCIOPERI GENERALI
REGIONALI dei servizi pubblici, per l’intero turno lavorativo.
I comparti interessati sono le Autonomie Locali, il
comparto Regione, il
comparto
della Sanità Pubblica, gli Enti pubblici non economici, le Agenzie
fiscali
e i Ministeri. Inoltre la Sanità privata ed il
Comparto Socio-sanitarioassistenziale-
educativo
privato.
In
alcune Regioni gli scioperi già si sono svolti con una grande
partecipazione di Lavoratrici e Lavoratori dei
servizi pubblici.
Queste le prossime date:
– 11
maggio Abruzzo
– 19
maggio Sardegna
– 20
maggio Marche
– 24
maggio Emilia Romagna
– 25
maggio Campania Lazio e Umbria
– 26
maggio Liguria e Veneto
– 30
maggio Basilicata
Invitiamo le Lavoratrici e i Lavoratori della Corte dei conti
alla più ampia ed attiva partecipazione.
RICORDIAMO A TUTTE E A TUTTI CHE LO SCIOPERO
E’ UN DIRITTO E VA ESERCITATO !!!
f.to Susanna
Di Folco f.to Alessandro Guarente f.to Fernanda Amidani
Roma 11 Maggio
Roma, 11 maggio 2016
E’ pervenuta a questa O.S. segnalazione urgente da parte dei lavoratori impiegati presso i SASN in regime di convenzione, personale medico e non, dalla quale emergerebbe che detto personale risulta scoperto per quel che riguarda l’assicurazione contro i danni da responsabilità professionale contro terzi e contro gli infortuni subiti a causa della propria attività lavorativa, assicurazione prevista esplicitamente dall’art.15 del vigente ACN, oltre a risultare un preciso obbligo previsto dalla normativa generale in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Nel richiedere urgentissimi chiarimenti al riguardo si fa presente che, se tale situazione fosse confermata, ci troveremmo in presenza di una violazione pesante in riferimento alle responsabilità che la legge pone in capo al datore di lavoro, con riferimento a quanto previsto dal D. Lgs. 81/08.
Si coglie l’occasione inoltre per segnalare che presso la sede SASN di Roma è stato segnalato un guasto all’autoclave con conseguente impedimento alla sterilizzazione degli strumenti necessari per il lavoro. Tale segnalazione è stata inviata il 22 aprile scorso da parte del personale infermieristico ed il mancato intervento di manutenzione inevitabilmente comporta la sospensione del servizio agli utenti per motivi evidenti. Si prega pertanto di intervenire con urgenza al fine di garantire la continuità del servizio.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni
NOI
SULLE PIANTE ORGANICHE NON MOLLIAMO!
Roma, 11 maggio 2016
Sono
passati 5 mesi dall’ultimo comunicato CGIL in cui chiedevamo che fosse resa
nota dall’Amministrazione la consistenza delle piante organiche della Corte dei
conti.
Le
ragioni di questa nostra reiterata richiesta sono a tutti ben note:
·Chiarezza sulle
immissioni in ruolo del personale già comandato;
·Trasparenza e
pari opportunità di accesso nelle attivazioni di nuovi comandi;
·Lo scorrimento
della graduatoria del concorso per funzionari.
Per l’ennesima volta, il Segretario Generale non
ha ritenuto di rispondere alle esigenze di trasparenza del personale che – non
riqualificato dal 2010 – si trova, rispetto ai dipendenti provenienti da altre
realtà, in una situazione di vero e proprio disagio.
Avevamo concretamente sperato che questa impasse
fosse ormai superata quando lo stesso Presidente Squitieri, nella Direttiva
generale per l’azione amministrativa 2015, aveva delineato il progetto di
definizione del “nuovo ordinamento professionale del personale amministrativo”
definendolo come “obiettivo di primaria importanza”.
Nella Direttiva generale per l’azione 2016, la
valorizzazione delle competenze della Corte – e del suo personale – sembrano
essere riproposte in chiave di obiettivo dell’Amministrazione etica: “Gli
obiettivi dell’Istituto, in tale particolare settore, sono ambiziosi. La
valorizzazione delle competenze e delle professionalità, su queste e su tutte
le altre materie di competenza della Corte, sono funzionali alla concreta
realizzazione delle misure previste dalle norme anticorruzione, per le ragioni
che ho in precedenza rammentato. Inoltre, l’impiego delle risorse della Corte,
sempre più qualificate e depositarie di specialistiche ed elevate competenze,
deve anche essere “eticamente” orientato”.
Eppure, queste azioni – ritenute fondamentali al
punto da riguardare tutto il personale, chiamato ad un ulteriore cambio di
marcia sempre a costo zero – continuano ad essere esclusivo
appannaggio dell’Amministrazione che evidentemente NON desidera coinvolgere le
Organizzazioni Sindacali.
Sempre nella Direttiva del Presidente si legge:
“È stato, pertanto, possibile, nell’ultimo biennio, accanto all’assunzione
di 38 unità, di cui 20 vincitori del concorso da funzionario di area III – F1,
procedere, al contempo, all’immissione in ruolo di circa 100 unità di personale
già in comando, nonché disporre nuovi e numerosi comandi in, per un volume
complessivo di circa 120 unità… Il tutto consente all’Istituto di poter disporre
di forza lavoro complessivamente pari a quasi il 97% della dotazione organica.
Sono, peraltro, in corso le operazioni finalizzate al possibile assorbimento di
circa 60 ulteriori unità provenienti dal CNEL, in relazione alle quali è
necessario avviare tutte le attività propedeutiche e funzionali per consentirne
un immediato inserimento allorché il referendum, che andrà a concludere il
pertinente processo di revisione costituzionale, renderà operativo il passaggio
in questione”.
In merito, chiediamo fin da adesso il
coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali in questo momento delicato per il
nostro Istituto, a tutela di tutti i lavoratori.
Ora, in ossequio a quanto scritto dallo stesso
vertice dell’Istituto riguardo alla valorizzazione della professionalità
del personale dipendente e all’attenzione riservata al benessere di tutti i
nostri colleghi, parimenti rispettando quanto scritto dal Segretario generale
relativamente alla specifica che l’organico della Corte sarebbe quasi al
completo, la CGIL chiede di:
· Conoscere
la situazione delle piante organiche di quest’Istituto;
· Dar luogo – prima
di ulteriori inserimenti – alla revisione dei profili professionali del
personale della Corte dei conti, onde evitare di svilire e schiacciare (ancora
una volta) le professionalità acquisite dalle donne e dagli uomini che compongono la forza lavoro di quest’Istituto;
· Dare luogo, prima
di mettere “a bando” nuovi posti in comando ad una verifica sulle richieste di
trasferimento fatte dai colleghi;
· Riconoscere il giusto
valore alla vigente graduatoria del concorso per la Terza area e valorizzare la
particolare posizione dei colleghi idonei – già dipendenti del nostro Istituto
– tutelando anche le loro aspettative;
· Dare ancora di
più impulso alla formazione del personale.
Coordinamento Nazionale
FP CGIL – Corte dei conti
Rinvio convocazione Commissione di Garanzia al 31.5.2016 ore 10.00.
Finalmente, in data odierna è stato formalmente sottoscritto l’accordo
relativo al premio di produttività dei Dirigenti A1 del DAP, alla presenza del
Sottosegretario Federica Chiavaroli e del Direttore Generale del Personale DAP,
Pietro Buffa.
A margine dell’incontro, su
sollecitazione di UIL, CISL e CGIL è stato chiesto al Sottosegretario quali
iniziative l’Amministrazione stesse intraprendendo in merito alla decurtazione
della malattia del personale civile penitenziario, che sta suscitando forte
malessere tra il personale Civile Penitenziario e determina una evidente e
ingiusta disparità di trattamento tra personale che opera nel medesimo ambiente
di lavoro.
Il Sottosegretario Chiavaroli
ha dunque dato la parola al Direttore Generale Buffa, il quale ha tenuto a
precisare, innanzitutto, che l’Assegno di Servizio Penitenziario non è
un’indennità assimilabile a quelle di amministrazione poiché essa nasce per la
tutela dal rischio incolumità nell’ambiente penitenziario; per cui, ritenendo
fondata tale considerazione, sarebbe stato opportuno che tale assegno venisse
salvaguardato, come eguali voci stipendiali del restante personale
penitenziario.
Comunque, a sostegno di quanto
rivendicato da UIL, CISL e CGIL, il Capo del Personale del DAP ha chiarito che
l’Amministrazione, dopo aver operato una ricognizione sulla consistenza del
numero delle assenze e delle relative somme non decurtate dal 2008 al 2015 (ammontano
a circa 6 milioni di euro tra Adulti e Minori, circa 800.000 Euro all’anno),
sta studiando la materia allo scopo di proporre una norma per ripristinare la
salvaguardia dell’assegno di servizio penitenziario, inteso come assegno di
rischio incolumità, così da evitare non solo il recupero delle mancate
decurtazioni ma anche quelle future.
FPCGIL CISLFP UILPA
Lamonica Marra Amoroso/Nesta
Roma, 10 maggio 2016
Le oo.ss del DPC colgono con
molta positività i prodromi di un inversione di tendenza nelle politiche di
gestione del personale del Dipartimento e l’avvio di un percorso per rendere
questa amministrazione davvero più partecipata e trasparente.
Si riscontra con soddisfazione
come il nuovo vertice dipartimentale abbia dato avvio ad una nuova stagione nei
rapporti interni e con le parti sociali in senso lato, foriera forse di un
auspicato aggiornamento della cultura organizzativa dell’Ente.
I segnali interni che cogliamo
sono sufficienti per validare quanto affermato: il riconoscimento della valenza
sociale delle oo.ss e rispetto del loro ruolo, gli incontri voluti dal Capo
Dipartimento con il personale di ogni singolo ufficio in corso, la
pubblicazione sulla pagina di servizio (intranet), di una sezione dedicata ai
verbali degli Staff dei Direttori, una nuova cura e attenzione nei riguardi di
tutto il personale per garantire il diritto alla progressione di carriera, per
una riformulazione organizzativa attraverso l’individuazione delle Posizioni
Organizzative, per la costruzione di più adeguati profili professionali. Va
inoltre apprezzato lo sforzo compiuto e da compiersi anche in sede di scrittura
dei decreti attuativi della legge di Riforma del SNPC in discussione al Senato
per rendere trasparente e accessibile il DPC non sempre percepito dalle altre
componenti e strutture operative come punto di raccordo e coordinamento del
SNPC.
Segnali positivi che sono
fisiologicamente contraddetti (ancora) da comportamenti organizzativi e anche
di direzione che segnalano una certa resistenza a cambiare passo e stile.
Invitiamo , pertanto, il Capo
Dipartimento a non desistere da questo gravoso compito di ricognizione delle
esigenze , delle aspettative del personale e della sua traduzione in atti di
governo e di indirizzo “illuminati” che, a nostro parere, possano ri-attivare
le energie intellettuali fortemente umiliate e vilipese nelle passate gestioni,
un dato storico, quest’ultimo, perciò oggettivo, incontrovertibile.
Siamo certi che nuovi climi
lavorativi, la ricerca e l’affermazione di una cultura organizzativa
condivisa sprigioneranno sicuramente nuove energie, nuove forme di dialogo,
nuovi ambiziosi obiettivi pubblici, e su questo desideriamo contribuire e non
mancherà il nostro appoggio.
FP CGIL
F. Geri
CISL FP
A. Salpietro
UILPA
G. Artesi
Convocazione per il giorno 25 maggio 2016 ore 9.00.
In riferimento all’articolo diffuso da questa OS (articolo sul quotidiano il Fatto
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/28/protezione-civile-ecco-la-riforma-di-palazzo-chigi-luffic…),
abbiamo ricevuto numerose reazioni da parte delle colleghe e colleghi del DPC.
Alcune delle quali segnalano che l’organigramma in fieri, comunque, segna linee
di netta discontinuità con il passato altre, invece, sostengono il
contrario.
Approfittiamo, dunque, per esprimere la nostra opinione in
merito, dentro e fuori il Dipartimento.
Sul nuovo organigramma DPC la FP CGIL ha già espresso con nota
del 18 gennaio u.s. la propria posizione
(/linkres.php?obj=/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13299),
segnaliamo il link per completezza di informazione, ma non possiamo non
rilevare che esso, comunque , ha conosciuto un processo di condivisione, forse
non come auspicavamo, forse calato in una cultura organizzativa che non sapeva
più dialogare e ormai scettica, che ha però interessato tutto il DPC. Una
ricchezza, quella della partecipazione, che non intendiamo discreditare ne
tantomeno rinnegare.
Ancora una volta ribadiamo, in questa sede, che avevamo
chiesto di non avvallare un organigramma pensato in altri contesti e di
rinviarne la sua attuazione: si è legittimamente scelto altro. Ciò detto,
cogliamo nelle intenzioni e nei conseguenti comportamenti della nuova gestione
del DPC – non certo la stessa che per lunghi anni ha disconosciuto gran parte
delle professionalità presenti al DPC perseguendo una politica privatistica di
gestione del personale e delle attività – una discontinuità con il passato,
anche recente, sui temi non solo organizzativi, ma anche concreti e quotidiani
come le posizioni assunte su temi che riguardano l’organizzazione del lavoro e
la progressione di carriera dell’intero personale DPC. Notiamo una nuova
sensibilità della controparte su tali temi, soprattutto sulle posizioni
organizzative e “funzionariato forte” e sulla mobilità interna/esterna; nemmeno
questo intendiamo dilapidare.
Quanto appena detto, per la CGIL, rappresenta il divario con
il passato, ed è un divario ampio e chiaro che noi intendiamo non solo
sostenere ma dare ad esso il nostro fattivo contributo e lo faremo insieme
a tutti quelli che condividono tale
percorso e in tutte le forme di discussione e di confronto democratico.
Vogliamo essere protagonisti di una nuova forma di organizzazione del lavoro
che tenga il passo con i tempi, a sostegno della qualità del servizio pubblico, in difesa dei diritti dei
lavoratori/rici tutti/e, in continuità con la Carta dei Diritti Universali del
Lavoro elaborata dalla CGIL, una proposta moderna che costituisce una vera
operazione di ricostruzione delle radici del diritto del lavoro.
E, come abbiamo già avvalorato, saranno le modalità con le quali
si vuole procedere, presso il DPC, rispetto alle tematiche sopra citate che ci
informerà della effettiva volontà e direzione politica
gestionale e organizzativa che si intende praticare. E, al
momento, tutto sembra andare nella direzione auspicata, non solo da noi.
A completezza della comunicazione va sottolineato che questi
forti segnali di discontinuità sono poi contraddetti, però, dalla disattenzione
alle note precedenti che la Fp CGIL ha inviato e che riguardano proprio
l’organizzazione del lavoro e le prospettive di carriera delle lavoratrici e
dei lavoratori del Dipartimento, aspettiamo ancora una risposta.
Infine, riteniamo, che tutto ciò che contribuisce alla
discussione generale sia positivo.
In quest’ottica la FP CGIL diffonde a tutti i colleghi e le colleghe,
senza filtri o censure, le informazioni di stampa (carta stampata e online) che
riguardano la protezione civile, anche quelle che non condividiamo.
Roma 29.01.2016
Il Responsabile Nazionale Protezione Civile
per la Fp CGIL
Giovanni Ciancio Filace
Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl
Oggi mobilitazione davanti alle prefetture
“vogliamo tutele, riconoscimento e contratto”
Roma,
9 maggio 2016
Tutele, riconoscimento e contratto. Sono queste le
rivendicazioni alla base della giornata di mobilitazione della polizia
locale promossa oggi da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in tutta Italia. Con
presidi davanti alle Prefetture, migliaia di agenti della polizia
municipale e provinciale hanno manifestato “contro l’indifferenza di
governo e politica rispetto allo stato di abbandono in cui sono lasciati
i corpi di polizia locale”.
Secondo Cgil, Cisl e Uil di
categoria, infatti, la polizia locale svolge “sempre più compiti con
meno salario, a fronte di un organico sempre più ridotto. Il tutto senza
alcun riconoscimento di ruolo e con il contratto bloccato. Non è così
che si assicura la legalità e la sicurezza delle nostre comunità”. Per
queste ragioni hanno manifestato davanti a tutte le prefetture d’Italia,
rivendicando alcune priorità: “uniformare su tutto il territorio
nazionale le condizioni operative; rinnovare il contratto nazionale di
riferimento e riconoscere le specificità e peculiarità dei corpi di
polizia locale; superare il blocco del turn over; riconoscere e
valorizzare il ruolo e le funzioni della polizia locale; tutelare e
garantire equità al trattamento economico e alle condizioni di lavoro”.
Richieste
che possono essere accolte, ritengono i sindacati, attraverso l’avvio
di “un confronto immediato sul ddl sicurezza in discussione, a partire
dalla risoluzione delle gravi discriminazioni esistenti su piano delle
tutele e dei diritti rispetto alle altre forze di polizia, cominciando
da equo indennizzo e cause di servizio”. Richieste che partono da
lontano: “Vogliamo l’adeguamento della legge 65/86 – affermano Fp Cgil,
Cisl Fp e Uil Fpl -, vecchia oramai di trent’anni, per tener conto delle
reali funzioni che ogni giorno la polizia locale svolge sul
territorio”. Ed è per queste ragioni che sono scesi in piazza oggi: “La
misura è colma, lo abbiamo ribadito oggi in piazza. Vogliamo più tutele,
più riconoscimento e rinnovo di contratto per essere sempre più vicini
alle comunità che trovano nella polizia locale, il primo e più prossimo
presidio di sicurezza e legalità”, concludono.
10.05.2016 – Art.28 – Riconoscimento ore guida – Le stravaganti posizioni del tavolo nazionale.
Lavoratrici e lavoratori,oggi presso il Dipartimento si è tenuto il previsto incontro per discutere le proposte formulate dall’Amministrazione riguardanti le modalità di applicazione dell’articolo 28 del contratto integrativo ed in particolare le ore di guida.
Presenti per l’Amministrazione il Direttore Centrale per l’Emergenza Ing. Romano e quello delle Risorse Finanziarie Dott. Italia.
Ebbene, se di dato emergente dobbiamo parlare questo, con enorme soddisfazione per quanto ci riguarda, è rappresentato dal pieno riconoscimento in termini di importanza al contratto di lavoro e alle sue derivazioni ed appendici.
Tutte le OO.SS. presenti al tavolo, quasi a voler rinnegare le posizioni di sempre, hanno parlato come la FP Cgil VVF parla ormai da 10 anni a questa parte.
Il contratto di lavoro rimane l’unico strumento democratico e pattizzio che può permetterci di rivendicare un diritto acquisito e, senza ombra di dubbio, immodificabile se non attraverso una vera e propria contrattazione con le parti sindacali.
In sintesi questa è stata la richiesta formulata; l’articolo 28 deve essere applicato così come è, semmai, tenendo conto della c.d. circolare Morcone che non ne modificava i contenuti e le motivazioni per cui fu concepito.
La FP Cgil VVF ha chiesto il ritiro di tutte le note successive a quella circolare senza entrare nel merito della bozza consegnata, evitando così possibili interpretazioni da parte dell’Amministrazione.
Abbiamo inoltre avvertito il Direttore Centrale per l’Emergenza di essere disposti a dichiarare immediatamente lo stato di agitazione del personale laddove le richieste pervenute non venissero accolte.
Quest’ultima ha quindi dichiarato di rivedere la bozza riservandosi di darci notizie sul proseguo della vicenda.
Come al solito vi terremo informati sugli sviluppi della vicenda.
Ieri mattina si è svolto presso il Ministero della Salute un incontro relativo alla presentazione di una proposta finalizzata ad affrontare le criticità del precariato dei ricercatori degli IRCCS pubblici.Pur mancando una formulazione scritta della proposta, si è discusso delle problematiche relative ad un possibile percorso di riconoscimento dei lavoratori che operano nell’ambito della ricerca sanitaria, assunti negli anni con contratti di lavoro atipico e flessibile, per i quali trova applicazione il CCNL della Sanità pubblica.Valutiamo positivamente l’apertura al dialogo e l’avvio di un confronto da parte del Ministero in merito al problema di un numero considerevole di lavoratori precari sollevato già da tempo e portato all’attenzione delle Istituzioni da parte delle scriventi.La proposta del Ministero, esposta dal Dott. Leonardi, è quella di procedere con la stesura di un articolato normativo che tenga conto delle peculiarità del comparto e del settore della ricerca, anche prevedendo deroghe e specificità per questo tipo di lavoratori rispetto alla normativa generale relativa all’accesso al pubblico impiego, all’utilizzo di tipologie contrattuali previste dal decreto legislativo n.165/2001 e dal decreto legislativo n. 81/2015 (sulla disciplina organica dei contratti di lavoro). Quanto alla tipologia contrattuale scelta dal Ministero, non è ancora chiara se la stessa ricadrà sul contratto a tempo determinato (10 – 15 anni) finalizzato a favorire percorsi di maggiore stabilità per tutti gli operatori e professionisti degli IRCCS pubblici che ad oggi svolgono le prestazioni lavorative con contratti di collaborazione coordinata e continuativa anche nella modalità a progetto, assegni e dottorati di ricerca, ecc.Abbiamo evidenziato molti dubbi e perplessità circa i tempi e la durata di un possibile contratto a termine che, se non controllato e gestito secondo le norme di legge ad oggi applicabili e in vigore, potrebbe aumentare i numeri della precarietà nel pubblico impiego in generale e nel comparto della Sanità pubblica in particolare. La proposta e la discussione hanno determinato un clima di confusione e poca chiarezza in merito alla proposta stessa, abbiamo quindi chiesto una proposta concreta e scritta nonché un nuovo incontro da tenersi a breve termine durante il quale discutere della stessa.Vi terremo aggiornati sugli sviluppi e sulle eventuali novità che dovessero concretizzarsi ed essere sviluppate nel corso dei prossimi incontri.
Roma 10 Maggio 2016
FP CGIL CISL FP UIL FPL
Cecilia Taranto Daniela Volpato Giovanni Torluccio