In questi giorni la Direzione Regionale della Lombardia ha notificato via mail la revoca di tutti i contratti di lavoro a tempo parziale, in applicazione dell’art. 16 dell cosiddetto “collegato lavoro” (L. 183/10) e dell’interpretazione della “nota della Direzione Centrale del personale prot. 2011/62796”.
Nei giorni scorsi come FP–CGIL abbiamo chiesto ci fosse prodotta tutta la documentazione occorrente ad una valutazione complessiva su un’operazione dal gravissimo impatto sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici interessati: attendiamo ancora una risposta. Nel frattempo c’è stata una convocazione per una “informativa” per il giorno 4 maggio. Vedremo come andrà questo incontro, per una valutazione complessiva.
Il cosiddetto “collegato lavoro”, non condiviso dalla CGIL, ha mutato il quadro normativo, riducendo il part-time da diritto soggettivo a valutazione discrezionale dell’Amministrazione. Ora l’Amministrazione può rigettare l’istanza non solo in caso di conflitto di interessi, ma ogni volta che “dalla concessione del part-time derivi semplice pregiudizio alla funzionalità dell’azione amministrativa” (informativa nazionale del 19 u.s.).
Il 27 aprile la DR Lombardia ha informato le Organizzazioni Sindacali della propria interpretazione del nuovo modello contrattuale. Subito dopo ha iniziato a notificare le revoche di tutti i part-time, avendo come termine di legge, per il riesame dei part-time concessi ante legge Brunetta, il 23 maggio.
Consideriamo grave l’interpretazione arbitraria di una facoltà (art. 16: “…le amministrazioni pubbliche … nel rispetto dei principi di correttezza e buona fede, possono [possono… non debbono!] sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di concessione della trasformazione del rapporto di lavoro…”).
Ancora più grave è la motivazione addotta nella nota della Direzione Regionale, prot. 41412, dove si afferma che “data la nota carenza di personale presso gli uffici della Regione Funzione Pubblica Cgil Lombardia, la concessione di part-time è di per sé, in linea di principio, pregiudizievole alla loro funzionalità”: praticamente si afferma che i lavoratori della Lombardia, che nel silenzio generale hanno sempre dato il loro alto e qualificato contributo allo Stato (con disciplina ed onore), in quanto tali hanno meno diritti degli altri lavoratori.
Altrettanto gravi sono le ragioni contenute nei provvedimenti che ci stanno pervenendo da tanti colleghi e da tante colleghe: provvedimenti che sembrano ciclostilati.
Il part-time può essere revocato dopo un attento e specifico esame; specifico esame che nel caso della Lombardia è totalmente assente. Come si può affermare, per esempio, che l’assenza di una madre lavoratrice nel mese di luglio (ci sono provvedimenti di revoca per prestazioni lavorative al 90-95%) sia di nocumento al regolare funzionamento di un Ufficio?
Non solo, riteniamo che sia necessaria una motivazione ben più dettagliata: non riteniamo corretto l’uso di formule quanto mai generiche che non diano contezza della reale situazione dell’Ufficio interessato, e che non valutino affatto le esigenze dei lavoratori.
Rimaniamo in attesa di riscontri nella prossima riunione in Direzione Regionale, da cui ci aspettiamo tutti i numeri assoluti e percentuali che dimostrino come la brutale revoca generale sia l’unica via percorribile per non paralizzare gli Uffici.
Non capiamo come una simile necessità si coniughi con le nuove assunzioni, con le affermazioni di parte pubblica sulla non carenza di personale di molti Uffici, con istituti quali il tele-lavoro, o l’apertura, in Piemonte, di asili nido. Riteniamo la tempistica concessa alle lavoratrici ed ai lavoratori irrealistica e ne chiediamo, almeno, un’immediata sospensione.
Forse si ignora che il part-time non è chiesto per gioco, ma il più delle volte per esigenze familiari; specie quello “verticale estivo”, teso a coprire i mesi di chiusura scolastica. Le colleghe ed i colleghi che lo richiedono non lo fanno per crogiolarsi al sole, ma perché hanno figli piccoli da accudire e la Direzione Regionale avrebbe almeno dovuto tenere in considerazione la necessità delle famiglie con figli piccoli di programmare le ferie per tempo.
Altrettanto, se non peggio, pensiamo della scelta di considerare “situazione particolare meritevole di tutela” la presenza di figli solo se in età pre-scolare: non ci risulta che al compimento del sesto anno di vita i bimbi divengano autonomi e responsabili.
Non possiamo accettare che la Parte Pubblica affermi da un lato di difendere la famiglia e di aiutare l’inserimento lavorativo delle donne, e dall’altro in realtà faccia sentire le lavoratrici un peso per l’Agenzia delle Entrate.
Non si può riesaminare una pattuizione contrattuale e nel frattempo dichiararla unilateralmente decaduta. La modifica del proprio orario di lavoro deve essere condivisa dalle parti. Si rammenta che l’istituto del part time trova il suo fondamento per conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita, in particolar modo per le lavoratrici.
Siamo noi a ricordare alla Parte Pubblica l’art. 7, I comma, del D.Lgs. 165/01: “le pubbliche amministrazioni garantiscono parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all’età, …, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro. Le pubbliche amministrazioni garantiscono altresì un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo e si impegnano a rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza morale o psichica al proprio interno”.
Sulla base di queste considerazioni ci siederemo al tavolo regionale il 4 maggio, e chiederemo che vengano immediatamente sospese tutte le iniziative tese a costringere i lavoratori e lavoratrici interessate a modificare il proprio orario di lavoro. Chiederemo inoltre l’attivazione contestuale di altri istituti contrattualmente previsti e colpevolmente contrastati: banca delle ore e orario plurisettimanale, che potrebbero almeno in parte attutire il danno delle revoche.
Non si può tacere che l’istituto del part-time costituisce uno strumento, tra l’altro oneroso per le lavoratrici ed i lavoratori, con cui si sopperisce ad un deficit storico di servizi sociali nel nostro Paese.
Non si può tacere il grave danno, anche economico cui si costringono le lavoratrici ed i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate della Lombardia.
Non si può tacere che queste revoche selvagge colpiscono in massima parte le lavoratrici, ree della grave colpa di avere una famiglia e dei figli.
Coerentemente con quanto richiesto, e fino al momento in cui non si sarà concluso il confronto sindacale, la Funzione Pubblica CGIL fornirà a tutti gli interessati l’indicazione a non sottoscrivere alcuna modifica al proprio contratto di lavoro individuale, e saranno attivate le strutture regionali e territoriali affinché vigilino sugli abusi e diano garanzie legali ai lavoratori ed alle lavoratrici ingiustamente danneggiati.
Invitiamo i lavoratori e le lavoratrici che in queste ore si stanno lamentando dello scippo di diritti di cui sono vittime, ad agire coerentemente e aderire in massa allo sciopero generale del 6 maggio!
Se non ora, quando?
La Segretaria Regionale p il Coordinamento regionale
FP CGIL Lombardia Agenzie Fiscali FP CGIL Agenzie Entrate
Gloria Baraldi Luca Berrafato
F.P. CGIL UIL PA SALFI/CONFSAL DIRSTAT UGL FLP RdB
Roma, 3 marzo 2009
Ai lavoratori della Dogana di Gioia Tauro
Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane
Dr. Peleggi
Al Direttore dell’area del personale
Dr. Aronica
Al direttore regionale Campania-Calabria
Dr. Libeccio
E p c. al Prefetto di REGGIO CALABRIA
Le OO.SS. delle Agenzie Fiscali FP CGIL, UIL PA, SALFI/CONFSAL, RdB, DIRSTAT, FLP, UGL hanno partecipato, perché invitati, alla manifestazione di solidarietà indetta dalla Direzione Centrale del personale della Agenzia delle Dogane presso la Dogana di Gioia Tauro, dove alcuni lavoratori, nei giorni scorsi, sono stati oggetto di attentati mafiosi.
Nella riunione/assemblea che ha visto la partecipazione di oltre il 90% del personale di quella Dogana sono state illustrate dal Capo del Personale tutte le iniziative che l’Amministrazione, d’intesa con le OO.SS. nazionali metteranno in atto per contrastare gli episodi criminali verificatisi e per un riconoscimento concreto a favore dei lavoratori di Gioia Tauro e di analoghe realtà territoriali che svolgono attività altamente professionale tra molte difficoltà.
Per decisione collegiale di tutte le OO.SS. l’intervento dei rappresentanti nazionali sarebbe stato uno ed uno solo al fine di permettere ai lavoratori di Gioia Tauro di intervenire e di rappresentare liberamente il loro pensiero, cosa che hanno fatto con puntualità e dignità esternando i loro dubbi e riconoscendo che in questa fase l’amministrazione e le OO.SS. stanno assumendo le iniziative opportune per alleviare il disagio della dogana di Gioia Tauro tant’è che entro marzo prenderanno servizio presso quella dogana circa 15 nuovi dipendenti, appositamente assunti ed ulteriori lavoratori che perverranno in mobilità dalle altre agenzie.
Non comprendiamo, perciò, l’atteggiamento assunto dal FPS CISL che ha abbandonato la riunione appellandosi al fatto che non le era stato concesso di intervenire.
La realtà è che avevamo concordato prima di partire da Roma tra tutte le OO.SS. nazionali che sarebbe intervenuta una sola organizzazione a nome di tutte. Impegno assunto anche dalla FPS CISL.
Ma a Gioia Tauro la FPS CISL regionale pretendeva di prendere la parola a scapito delle altre OO.SS. in nome di una presunta maggiore rappresentatività in quell’ufficio, dimenticando che la riunione era nazionale e che pertanto se si fosse dovuto riconoscere la maggiore rappresentatività non sarebbe stata certamente la FPS CISL a dover intervenire.
L’organizzazione della riunione voleva e doveva limitare, al massimo, gli interventi sindacali per permettere ai lavoratori di esprimersi senza condizionamenti e fino in fondo; cosa che è avvenuta con estrema soddisfazione delle OO.SS. presenti all’incontro, dei lavoratori e, siamo convinti, della stessa amministrazione.
Pertanto reputiamo i comunicati emessi dalla FPS CISL a firma di Papalia, Fanfani, Pace preoccupanti e non rispondenti agli accadimenti e fuorvianti dalle problematiche reali che affliggono quel posto di lavoro e forieri di divisioni e lacerazioni che invece di dare sicurezza al personale potrebbero creare ulteriore disagio.
F.P. CGIL UIL PA SALFI/CONFSAL DIRSTAT UGL FLP RdB
Serio Sabia Fici Carbone Casaburo Sperandini Serino
AGENZIA DELLE ENTRATE
Copia del verbale di riunione del 4 maggio 2009 riguardante l’Iniziativa di solidarietà in favore dei dipendenti dell’Agenzia colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009.
29.06.2009 – Pubblichiamo di seguito, in allegato, un comunicato relativo ad alcune norme sul lavoro pubblico contenute nel decreto anticrisi varato venerdi 26 dal Consiglio dei ministri.
Comunicato Stampa
E’ tempo che la Giunta Regionale della Calabria, anche per come si era impegnato l’assessore all’ambiente Dr. Greco nel seminario di CapoSuvero nel Luglio scorso, convochi immediatamente un tavolo con tutte le parti interessate che affronti il tema della riorganizzazione dell’intero ciclo dei rifiuti in Calabria.
Troppi i ritardi e troppa l’indifferenza mostrata nei confronti di migliaia di lavoratori addetti.
Non è tollerabile che a subire gli effetti negativi di una assoluta irresponsabilità amministrativa e gestionale delle varie società miste, tutte in crisi, siano i lavoratori e le Comunità. Né è pensabile che possano essere i tribunali a decidere le sorti di una organizzazione del sistema che di norma dovrebbe avere efficienza e soprattutto sostenibilità economica.
In questo contesto la vicenda della società mista “ValleCrati”, la più grande della Regione con circa 400 lavoratori, ha assunto in questa Estate ed in queste ore aspetti drammaticamente emblematici. Che i lavoratori e solo essi, supportati dalle OO.SS., si stiano facendo carico di una lotta civile e democratica ma dai risvolti imprevedibili per la loro stessa sicurezza al solo scopo di ottenere una assunzione di responsabilità coerente di Istituzioni Locali e imprese coinvolte, è il segno del degrado in cui si trova la Calabria.
La questione purtroppo è annosa. Il permanere di una gestione commissariale del settore, nel corso degli anni, come stiamo ripetutamente denunciando ha alimentato irresponsabilità e sprechi. Sappiano i lavoratori della”Valle Crati” e tutti gli altri che la FP e la CGIL a tutti i suoi livelli sarà al loro fianco per difendere il loro lavoro ed i loro diritti.
La riforma del modello gestionale del ciclo dei rifiuti in Calabria, non è altra cosa dalla tutela ambientale e della qualificazione del territorio.
Le ultime inchieste della magistratura sulla presenza di rifiuti tossici e radioattivi nell’area di Serra d’Aiello, la presenza di siti altamente inquinati a Crotone, a Sibari, a Vibo, ed in decine di altri luoghi, dimostrano che il territorio Calabrese è da tempo preda di interessi criminali.
Serve un sussulto di responsabilità.
La Giunta Regionale chieda immediatamente l’apertura di un tavolo al Governo per il superamento della gestione commissariale e per l’avvio immediato dei lavori di bonifica dei siti inquinati. Al sistema Istituzionale locale a partire dalle Province chiediamo di non continuare a trincerarsi dietro la cultura dell’emergenza e della logica commissariale. Serve un modello unitario di gestione che punti sulla qualificazione operativa ed industriale. A questo scopo si utilizzino al meglio le risorse straordinarie della UE. Nei prossimi giorni chiederemo a CISL e UIL di valutare l’opportunità di indire una giornata di sciopero generale regionale dell’intero settore.
Massimo Covello Alfredo Iorno
Segreteria Regionale FP CGIL Calabria Segr. Gen. FP CGIL Calabria
NOTIZIE SU CASSA PREVIDENZA ED ASSISTENZA
Il giorno 10 novembre 2009 si è tenuta una riunione, informale, dei Consiglieri della Cassa di Previdenza ed Assistenza.
L’incontro è stato ritenuto opportuno ed utile per cercare di fare il punto della situazione stante le note difficoltà economiche della Cassa stessa.
Dai dati agli atti del segretario, Dott. Tempra, emerge che il flusso finanziario che annualmente afferisce, da parte del solo settore Trasporti, è ormai assolutamente insufficiente a garantire gli attuali standard di rimborso.
E’ documentabile che l’entrata nella Cassa del settore Infrastrutture, senza contribuzione alcuna, ha contribuito, oltre ai tagli attuati dal Ministero dell’Economia, al dissesto in atto.
Come ben sappiamo, il deficit di gestione ammonta oramai a oltre 60 milioni di euro. Tale deficit, a rimborsi vigenti, non potrà che aumentare tenuto conto delle disponibilità economiche attuali. Per il corrente anno ad esempio il Dipartimento Trasporti Terrestri potrà finanziare una somma pari a 12,5 milioni di euro, assolutamente inferiore al range di 20 milioni di euro che occorrerebbero, in via fissa e continuativa, per scongiurare il taglio del settore Assistenza.
Siccome il deficit non lo si può ulteriormente aumentare, come richiamato e ribadito in una apposita lettera da parte della Ragioneria Generale dello Stato, è evidente che il Consiglio di Amministrazione in carica dovrà prendere delle dolorose decisioni.
Siccome già vi sono difficoltà per poter rimborsare le richieste, per l’Assistenza, degli anni 2008 e 2009, a fronte di disponibilità che non coprono tutte le istanze nella misura ad oggi corrisposte, si è anche ipotizzato un eventuale blocco del settore Assistenza a decorrere dal 2010.
Detta ipotesi, comunque, verrà meglio valutata in sede di riunione formale del Consiglio.
Quanto sopra è per informare che allo stato attuale delle cose, se non intervengono scenari nuovi, il Consiglio dovrà per forza di cose valutare se proporre una modifica dello Statuto in quanto le disposizioni in esso contenute possono essere applicate solamente partendo dal presupposto che vi siano sufficienti risorse atte a garantire quanto in esso disciplinato, ovverosia la situazione all’epoca della sua emanazione.
Siccome però la situazione nel tempo è molto peggiorata sarà veramente difficile usufruire degli indubbi benefici che la Cassa ha fino ad oggi praticato.
Comunque come consiglieri della FP CGIL continueremo a cercare di attivare ogni soluzione possibile presso i vertici del Ministero Infrastrutture e Trasporti affinché si attivino le risorse necessarie da parte del settore Infrastrutture (ricordiamo a tutti che solo la FP CGIL ha presentato una proposta scritta per arrivare ad individuare un flusso certo da parte delle Infrastrutture). Ad oggi siamo rimasti inascoltati.
Vorremmo inoltre ricordare che nel 2007 siamo stati l’unica sigla a non firmare il nuovo regolamento dell’incentivo alla progettazione interna delle Infrastrutture poiché non si prevedeva alcun accantonamento per la Cassa di Previdenza ed Assistenza.
Crediamo che non sia assolutamente giusto far pagare a tutte le lavoratrici e lavoratori
del Ministero questo prezzo per colpe da ricercare nell’Amministrazione e non solo.
I Consiglieri
Michele Capuano
Deborah Pompili
Massimo Bassani
La Lega Nord ha ormai ufficialmente aperto un nuovo fronte: caccia ai bambini che non pagano il pranzo.
Ciò che succede in queste ore ad Adro, nel Bresciano, è, però, ancor più grave e segna una sostanziale escalation in questa guerra che gli amministratori della Lega hanno deciso di scatenare contro bambini di cinque, sei anni: ti allontano dalla scuola, ti sospendo il diritto alla formazione, cancello l’obbligo alla scuola.
L’idea, poi, di utilizzare i servizi sociali per “accompagnare” i bambini a casa durante l’orario della mensa è il segnale di un agghiacciante e barbarico approccio istituzionale perché interpreta le responsabilità e le attività sociali affidate ai Comuni non in termini inclusivi, di accoglienza e sostegno alla cittadinanza, ma come braccio armato delle decisioni del primo cittadino, anche quando tali decisioni hanno le caratteristiche dello stigma, dell’intervento di polizia.
Quanto, infine, alla motivazione economica che sosterrebbe la necessità di espellere i bambini dalla scuola durante la pausa mensa (ben 12.000 euro di debito accumulati negli anni) invitiamo tutti a visitare il sito istituzionale del Comune di Adro.
I 12.000 euro che rischiano di far “saltare” l’intero bilancio dell’Ente locale sono poco più di un quarto di ciò che quel comune spende in consulenze esterne ed incarichi di collaborazione a privati, fra i quali spiccano le consulenze in campo fiscale (?) per il servizio di assistenza ai cittadini (??) per la gestione previdenziale del personale (???).
La Fp Cgil si schiera senza ombra di dubbio a fianco del Preside della scuola che dichiara l’intenzione di resistere a questa ennesima violenza nei confronti di bambini per la difesa dei diritti a prescindere dal censo, a prescindere dal colore della pelle.
“Adro è un’accogliente e laboriosa località di Franciacorta ” questo c’è scritto sul sito istituzionale. Il sindaco ci ripensi e faccia in modo che la descrizione del territorio che lui amministra continui ad essere quella giusta: una comunità accogliente.
Roma, 9 Aprile 2010
A seguito di precedenti richieste ad oggi inascoltate, le sottoscritte Organizzazioni Sindacali stanche della latitanza ormai cronica di una Amministrazione che, mai come in questa circostanza, procede sfuggendo consapevolmente ad un confronto con le parti sociali, chiede all’Aministrazione di porre in essere, senza indugio alcuno, un incontro per definire tutte le innumerevoli questioni rimaste irrisolte e/o inevase che ricadono sul funzionamento dell’Ente Pubblico C.R.I. e di tutti i suoi lavoratori che a vario titolo vi operano.
MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
PROGRESSIONI ECONOMICHE: FIRMATI GLI ACCORDI
Nella serata di ieri abbiamo siglato definitivamente, dopo la certificazione dei Ministeri vigilanti, l’accordo integrativo per l’utilizzazione del fondo unico di amministrazione 2009/2010 e l’accordo integrativo sulle procedure per lo sviluppo economico all’interno delle aree.
Riteniamo estremamente importante aver sottoscritto definitivamente questi accordi che, dopo la definizione dei nuovi profili professionali e l’applicazione del nuovo sistema di classificazione, consentiranno, con decorrenze 1 gennaio 2009 e 1 gennaio 2010, l’effettuazione di un numero pari a 4299 progressioni economiche all’interno delle aree (circa il 50% del personale). Gli accordi che trovate allegati al comunicato sono sostanzialmente uguali alle ipotesi già siglate precedentemente. Le modifiche apportate riguardano sostanzialmente la destinazione delle risorse per le progressioni economiche, previste dagli articoli 8 e 9 del DPR 752/1976 del personale del Ministero Infrastrutture e Trasporti appartenente ai ruoli locali e nazionali istituiti nella provincia di Bolzano e alcune correzioni scaturite dai rilievi del Ministero Economia e Finanze.
Prima della pubblicazione dei bandi per le progressioni l’Amministrazione ci ha invitato a trovare una soluzione per lo scorrimento delle graduatorie nazionali del precedente contratto integrativo dell’ex Ministero Infrastrutture, per le quali abbiamo già accantonato risorse nel FUA 2008 ex infrastrutture.
A tal proposito è convocata una riunione per il prossimo martedì.
Conclusa anche questa procedura l’Amministrazione emanerà i bandi per le progressioni economiche.
“Doppio salto”
L’Amministrazione ci ha dato un’informativa relativa ai ricorsi pervenuti per il famoso “doppio salto” (passaggi da B1 a B3 e da C1 a C3). E’ emerso un quadro confuso e complicato in quanto i due precedenti contratti integrativi prevedevano situazioni diverse per i due rami del Ministero. Ricordiamo che oggi la situazione è radicalmente modificata, l’accorpamento dei due Ministeri e l’applicazione del nuovo sistema di classificazione rendono ancor più complessa la definizione di tali ricorsi. L’Amministrazione ha chiesto un parere all’Avvocatura e solo successivamente deciderà quale posizione assumere in merito ai ricorsi ricevuti valutando la possibilità di una conciliazione con i lavoratori. Abbiamo espresso la nostra preoccupazione in merito ad una vicenda che sta generando un enorme contenzioso e che rischia di creare difficoltà per l’avvio della nuova fase di progressioni economiche. Abbiamo chiesto formalmente all’Amministrazione di non temporeggiare e di emanare immediatamente i relativi nuovi bandi.
Inquadramento economico personale ex RID
Nell’incontro di ieri l’Amministrazione ci ha proposto di chiudere la “vertenza” iniziata quattro anni fa con la soppressione del RID e l’accorpamento del personale al Ministero. Come abbiamo sempre sostenuto la norma di soppressione, che prevedeva il mantenimento dello stato giuridico ed economico in godimento, garantiva ai lavoratori anche il mantenimento della parte economica non tabellare ma percepita in maniera fissa e ricorrente. Sembrerebbe che finalmente anche l’Amministrazione voglia dare questa interpretazione, riconoscendo in un assegno ad personam e con gli arretrati per gli anni 2008, 2009, 2010, la parte fissa dell’art 18 del Contratto Presidenza.
L’Amministrazione ha proposto un accordo quadro alle OO.SS. per avviare transazioni con i singoli lavoratori dell’ex RID che dovrebbero, accettando la transazione, rinunciare ai contenziosi avviati con l’Amministrazione. A tal proposito abbiamo rimandato qualunque decisione ad un’assemblea nazionale con le lavoratrici ed i lavoratori che dovrebbe tenersi giovedì prossimo.
Problematiche relative all’Area I
Abbiamo chiesto che venisse affrontato come primo punto all’ordine del giorno la mancata informativa alle OO.SS sull’avviso pubblico per l’avvio a selezione di 10 unità, ai sensi della legge 56/87.
L’Amministrazione ci ha informati che le assunzioni riguarderanno 50 autorizzazioni ad assumere, ottenute nel 2009, e che le prime 10 saranno effettuate (per quest’anno) tramite ufficio di collocamento così come prevede la stessa normativa per le qualifiche dove è necessaria la scuola dell’obbligo. Le stesse autorizzazioni, richieste ed ottenute per le progressioni tra le aree, non hanno avuto più corso per l’intervento delle recenti normative che hanno, di fatto, bloccato i passaggi tra le aree, equiparandoli ad assunzioni dall’esterno.
La così detta riforma Brunetta prevede oggi la possibilità di progressioni giuridiche solo attraverso concorsi pubblici e con il possesso di tutti i requisiti previsti per l’accesso dall’esterno.
Risulta a noi quanto mai chiara la volontà di questo Governo di non dare nessuna risposta ai lavoratori pubblici che da decenni non hanno nessuna prospettiva di carriera e quotidianamente svolgono mansioni superiori, consentendo all’Amministrazione di poter ancora offrire servizi ai cittadini.
Avevamo previsto nel nostro CCNL la possibilità di progressioni giuridiche che avrebbero premiato l’impegno e l’efficienza e indicato anche la strada per non gravare sulla spesa pubblica (art.36) : l’intervento per legge nelle materie contrattuali ha di fatto reso inapplicabili le progressioni.
Abbiamo ribadito la necessità di un coinvolgimento maggiore del Ministro Matteoli per trovare soluzione a questa vicenda.
Ricordiamo che con la sottoscrizione definitiva di ieri sera abbiamo previsto una progressione economica per tutto il personale di prima area.
In allegato al comunicato vi inviamo tutti gli accordi sottoscritti e vi informeremo tempestivamente non appena saranno emanati i bandi per le progressioni.
Roma, 10 novembre 2010
Per FP CGIL Funzioni Centrali
La Coordinatrice Nazionale
Francesca De Rugeriis
Roma, 31 gennaio 2011
Al Direttore della Direzione
Centrale del Personale
dell’Agenzia delle Dogane
dott. A. ARONICA
OGGETTO: Graduatorie relative ai passaggi dentro le Aree anno 2007 e 2008
Da più parti arrivano a questa O.S. richieste di chiarimenti circa la pubblicazione delle graduatorie in oggetto.
Tali richieste sono legittimamente motivate dal fatto che nel frattempo sono stati firmati ulteriori passaggi per gli anni 2009 e 2010 e che purtroppo, per responsabilità governative, si è entrati nel blocco contrattuale del triennio 2011-2013 con inevitabili e pesanti ripercussioni economiche dei dipendenti pubblici.
Ne consegue che tali graduatorie sono attese dai dipendenti proprio per far fronte alla situazione economica che diventa sempre più pesante.
Pertanto si chiede un suo intervento sulla questione.
Certi di una vostra sensibilità al riguardo, si resta in attesa di un vostro cortese riscontro.
Cordiali saluti.
CGIL/FP Nazionale Per il Coordinamento Nazionale
Comparto Agenzie Fiscali CGIL/FP
Luciano Boldorini Giovanni Pastorino
Il 5 Febbraio, all’indomani della firma dell’accordo separato, il Segretario Generale dell’Fp-Cisl Giovanni Faverin ha affermato:
“quindici giorni prima unitariamente le quattro categorie del pubblico Cgil Fp, Cisl Fp, Uilpa e Uil Fpl avevano scritto al ministro Brunetta una lettera con la richiesta di un incontro urgente per affrontare i problemi che il sindacato aveva evidenziato con l’applicazione delle pagelle della legge 150 di Brunetta che avrebbero potuto tagliare dai 300 ai 1.000 euro netti annui in busta paga ai dipendenti pubblici. Questa nostra preoccupazione unitaria e’ riportata e espressa in un documento unitario in 12 punti che le segreterie avevano licenziato quasi definitivamente il 26 gennaio presso la sede della Uil Fpl”
Non possiamo far altro che replicare a queste affermazioni producendo i documenti originali, che nei contenuti sono ben distanti da quanto sostenuto dagli amici della Cisl.
Roma, 7 febbraio 2011
A fronte della proclamazione dello Sciopero Generale della Cgil, fissato per il 6 Maggio, l’astensione dal lavoro già indetta per il 25 marzo dalla Fp-Cgil, unitamente alla Flc-Cgil, viene revocata.
Questa scelta viene assunta per senso di responsabilità verso le lavoratrici e i lavoratori, già duramente colpiti dalla crisi, nonché verso i cittadini che, pur vedendosi garantiti i servizi minimi, sopporterebbero situazioni di disagio a distanza ravvicinata.
Le lavoratrici e i lavoratori dei settori pubblici e privati che erogano servizi di pubblica utilità confluiranno quindi nella protesta generale contro le politiche del Governo che tentano di eliminare i diritti del lavoro e che vogliono ridurre i diritti di cittadinanza attraverso lo smantellamento del lavoro pubblico e dei settori che assicurano il welfare locale.
Le nostre specifiche ragioni vivranno nella protesta generale del 6 maggio, ma saranno comunque portate all’attenzione del Paese il 25 marzo, in una grande giornata di informazione e comunicazione ai cittadini sui danni causati dai provvedimenti di questo Governo.
Roma 3 Marzo 2011