Ipotesi di accordo relativo alla distribuzione del Fondo Unico di Amministrazione dell ‘A.D. ANNO 2015.
l’unica O.S. che non ha sottoscritto l’ipotesi
di accordo FUA 2015 è l’USB.
Comunicato stampa Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl
Serve nuovo ordinamento, Governo e Parlamento ci ascoltino o la mobilitazione proseguirà
Roma, 22 febbraio 2016
‘Ora basta, tutti in
piazza!’. Dietro queste parole domani (martedì 23 febbraio) gli
operatori di polizia locale di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl scenderanno in
piazza Montecitorio a Roma, a partire dalle ore 11, “per rivendicare il
riconoscimento di quanto, ogni giorno, svolgono a favore dei cittadini e
per la sicurezza del territorio, nei grandi e piccoli comuni del
paese”.
Al centro della manifestazione di domani la richiesta di
un intervento di modifica della legge, datata 1986, che regola il lavoro
degli oltre 60 mila operatori di Polizia Locale. Interventi, sostengono
i sindacati, “urgenti rispetto alle nuove necessità di sicurezza e di
tutela del territorio e alle molteplici attività che quotidianamente la
Polizia Locale svolge: da quella di polizia stradale, amministrativa e
urbana ai controlli in materia di edilizia e ambiente, dal lavoro di
polizia commerciale, antiabusivisimo e giudiziaria alle altre attività
strategiche per il buon funzionamento della città”.
In questi
anni Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno sempre sostenuto l’iter
parlamentare di numerose leggi di riordino della legge 65 del 1986,
“naufragate fra i mille veti imposti a livello istituzionale, a causa
dell’incapacità di governare l’integrazione fra le diverse forze di
polizia”. Nel frattempo gli operatori di Polizia Locale, aggiungono le
sigle sindacali, “si sono visti ridurre, con una palese disparità di
trattamento con gli altri corpi di polizia dello Stato, diritti quali la
malattia, la causa di servizio e l’equo indennizzo, senza alcuna
considerazione per la specialità dell’attività svolta neppure in materia
assicurativa e previdenziale. Il tutto oltre al blocco del rinnovo
contrattuale nazionale e al limite finanziario nella contrattazione
decentrata che ha impedito di ricercare quelle risposte di flessibilità
ed urgenza necessarie rispetto alle attività svolte dagli operatori di
polizia locale”.
Motivi per i quali la Polizia Locale scenderà in
piazza domani, annunciando che “la mobilitazione proseguirà fino a
quando Governo e Parlamento non adotteranno le misure legislative,
regolamentari e contrattuali necessarie”. Infine, sempre in relazione
alla giornata di domani, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno chiesto a
tutti i capi gruppi di Camera e Senato di essere ricevuti durante la
manifestazione, con una delegazione di operatori di polizia locale,
oltre ad aver sollecitato l’intervento di Anci, Upi e Conferenza delle
Regioni, che ha già risposto e avviato una fase di verifica.
Revisione degli ordinamenti e dei ruoli – Rinvio incontro al 7 marzo 2016 ore 17.00
29.02.2016 – Unitariamente le OO.SS. evidenziano la carenza di personale
qualificato nella regione Lombardia.
Chi ne paga le conseguenze è il personale Vigile Coordinatore
obbligato, in contrasto con le normative vigenti, a svolgere la
mansione superiore, molto spesso in maniera continuativa.
La Fp Cgil VVF ribadisce la sua completa contrarietà riguardo
all’impiego di personale di un ruolo inferiore per sopperire alle
esigenze dell’Amministrazione.
Riguardo ad una ipotetica proposta di cambiamento della
denominazione del Vigile Coordinatore in Vice Caposquadra, la CGIL
dichiara la sua completa contrarietà.
La qualifica di Capo Squadra prevede l’attribuzione della funzione
di Ufficiale di Polizia Giudiziaria ed il Vigile Coordinatore,
seppure denominato Vice Capo Squadra non può svolge tale funzione.
Inoltre, la competenza e la responsabilità, a nostro avviso, passano
attraverso specifici percorsi formativi e conseguenti
riconoscimenti economici, non certo per mezzo di improbabili cambi
di denominazione.
Il 17 dicembre 2010, a Genval, durante la presidenza belga è stato istituito il 40° Comitato settoriale di dialogo sociale europeo. Si tratta di quello delle amministrazioni e funzioni centrali e prevede il dialogo a livello europeo tra la rappresentanza sindacale (denominata TUNED, Trade Unions’ National and European Administration Delegation , che vede assieme sia la rappresentanza EPSU sia quella autonoma del CESI) e quella dei datori di lavoro (denominata EUPAE, EU Public Administration Employers). La nascita del nuovo comitato significa che un numero di amministrazioni centrali nazionali hanno deciso di creare e aderire ad una specifica organizzazione europea dei datori di lavoro, agendo come datori di lavoro dell’UE.
Il comitato favorirà lo scambio di informazioni, il dialogo sociale a livello nazionale e la possibilità di influenzare le iniziative UE riguardanti più di sette milioni di lavoratrice e lavoratori nel governo centrale.
Il Comitato di dialogo sociale coinvolge, come datori di lavoro, le amministrazioni centrali di 9 paesi: Belgio, Francia, Grecia, Italia, Lussemburgo, Regno Unito, Repubblica ceca, Romania e Spagna che prappresentano il 60% delle lavoratrici e dei lavoratori statali. Alla riuione hanno partecipato, come osservatori, i rappresentanti dei governi di Ungheria e Slovenia.
Presidente del Comitato è stata eletta Inge Vervotte, ministro della Funzione pubblica belga, copresidente è Charles Cochrane del sindacato PCS, Regno Unito.
La prima riunione, che prevede l’approvazione del programma pluriennale di lavoro, è prevista per il 14 Febbraio 2011.
” Esprimiamo soddisfazione per il riconoscimento formale del comitato settoriale di dialogo sociale delle Funzioni Centrali. – dice Francesca De Rugeriis, coordinatrice nazionale delle Funzioni centrali della FP CGIL e rappresentante per l’Italia nel Comitato permanente europeo per le amminisrazioni nazionali – l’atto di formalizzazione avviene dopo un lungo periodo di sperimentazione e di dialogo ‘informale’ che ha visto coinvolti sia i sindacati che i responsabili delle amministrazioni centrali di molti paesi dell’Unione Europea, insieme abbiamo lavorato per il raggiungimento di questo importante obiettivo. Dopo gli Enti locali e la Sanità era di fondamentale importanza, anche per le Funzioni Centrali, ottenere il pieno riconoscimento e la formalizzazione del Comitato. Adesso sarà possibile trasformare in atti legislativi e direttive i risultati che si otterranno attraverso il dialogo sociale anche in questo settore. “
29.02.2016 – L’Amministrazione evita il confronto con le OO.SS. La legge n° 252 e il successivo decreto n° 217 spinge la controparte ad agire in modo unilaterale, violando, a volte, le regole contrattuali. A nostro avviso, questo atteggiamento, arrogante e poco democratico, viene utilizzato troppo spesso in questo ultimo periodo.
La nota predisposta dalla Fp Cgil VV.F invita il Capo Dipartimento ad intervenire presso i suoi uffici affinché vengano ristabilite corrette relazioni sindacali soprattutto per quanto attiene l’informazione.
Nel merito dell’argomento, evidenziamo che l’utilizzo del personale Ispettore Antincendi deve rimanere all’interno di quanto riportato nelle declaratorie legate al ruolo degli Ispettori e dei Sostituti Direttori Antincendi (art. 20 D.Lgs: 217/2005).
Se, per necessità, l’Amministrazione è obbligata ad avvalersi degli Ispettori Antincendi e sopperire ad una carenza particolare, questo dovrebbe essere concordato e discusso con le OO.SS. con l’unico scopo di arginare l’urgenza. Ci rendiamo disponibili quindi a proporre le nostre riflessioni non appena l’Amministrazione ci convocherà.
Al Capo Dipartimento Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott.
Francesco Antonio MUSOLINO
Al Responsabile dell’Ufficio III: Relazioni
Sindacali
Dott.
Darco PELLOS
Oggetto: Ruolo degli
Ispettori e dei Sostituti Direttori Antincendi –
Mansione d’istruttore
professionale.
Egregio Capo Dipartimento,
siamo venuti a conoscenza
dal territorio, attraverso una nota della Direzione regionale dell’Umbria, di
una non ben definita “nota ministeriale” che detterebbe disposizioni circa
l’impiego dei neo Ispettori in qualità
di Istruttori Professionali e/o di tecniche specifiche.
Al di là
della condivisione o meno dell’eventuale contenuto della stessa, siamo
nuovamente in presenza di una palese violazione delle prerogative sindacali
relativamente al diritto all’informazione.
La scrivente
ha più volte sollecitato l’Amministrazione al rispetto di quanto stabilito al
riguardo dalle normative vigenti ma, probabilmente, alcuni Uffici del
Dipartimento continuano ad ignorare tali disposizioni.
Pertanto,
siamo a chiedere, ancora una volta, un suo autorevole intervento affinché
possiamo essere messi a conoscenza della nota di cui all’oggetto, e quindi
discuterne il contenuto, e, soprattutto, che tali inaccettabili comportamenti cessino
definitivamente.
In attesa di
un sollecito riscontro si porgono distinti saluti.
Coordinatore
Nazionale
FP
CGIL VVF
Danilo
ZULIANI
Roma, 29 febbraio 2016
Dopo attenta visione e verifica del codice di comportamento del MIBACT
allegato al D. M. 23 dicembre 2015, rappresentiamo quanto segue.
All’art. 3 comma 7 si legge che “In attuazione dell’art. 53, comma 1 bis del
decreto legislativo 27 ottobre 2009 n .150 e della circolare 6 agosto 2010 n.11
del Dipartimento della Funzione pubblica, il dipendente appartenente a
qualsiasi area funzionale che ricopre la qualifica di dirigente sindacale ai
sensi dell’articolo 10, comma 1 del CCN Quadro 7 agosto 1998 non può essere
assegnato, nell’ambito dell’Unità operativa di appartenenza, a sezioni, unità
organiche, servizi che si occupano della gestione del personale, nonché delle
relazioni sindacali e che sono tenuti ad assicurare la massima riservatezza,
non può essere nominato componente di Consigli di Amministrazione o Comitati di
gestione o organismi analoghi, non può essere assegnato presso i Servizi
informatici, considerata la tracciabilità dei dati, non può essere nominato in
commissioni di esami, quale componente o segretario. Tale incompatibilità
permane sino alla fine dell’anno successivo alla data di cessazione del mandato
sindacale”.
In realtà la portata del combinato
normo-contrattuale che disciplina la materia è diversa e la disposizione di cui
al comma 7 dell’art. 3 si presta ad interpretazioni estremamente estensiva
della restrizione.
Infatti, al disposto di cui all’art.
53 comma 1-bis del d. lgs. 165/2001 che ha introdotto il divieto – e non il d.
lgs. 150/2009 citato – stabilendo che “Non
possono essere conferiti incarichi di direzione di strutture deputate alla
gestione del personale a soggetti che rivestano o abbiano rivestito negli
ultimi due anni cariche in partiti politici o in organizzazioni sindacali o che
abbiano avuto negli ultimi due anni rapporti continuativi di collaborazione o
di consulenza con le predette organizzazioni”, ha fatto seguito la circolare
della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della funzione
pubblica – n. 11/2010, ad oggetto “requisiti
per il conferimento di incarichi di direzione del personale nelle pubbliche
amministrazioni”, che ha chiarito che il regime di vincolo stabilito
individua in modo chiaro la competenza
specifica in materia di gestione «del» personale. Tale restrizione è dunque
da ricondursi propriamente ed esclusivamente ai soli uffici cui
istituzionalmente, in base agli atti di organizzazione, è attribuita la
competenza sulla gestione del personale in ciascuna amministrazione; dunque,
non è compresa nella previsione, ad esempio, la preposizione ad uffici che, tra
le altre competenze, svolgono anche l’attività di gestione del personale (ad
esempio, i Capi Dipartimento e i Segretari generali preposti a strutture
organizzative complesse nel cui ambito sono collocati gli uffici dirigenziali
generali competenti in materia di affari generali e personale, mentre rientrano
nel regime restrittivo i Capi Dipartimento degli affari generali e personale).
Rappresenterebbe infatti una grave
illegittimità, attribuire al disposto normativo un’accezione più’ ampia di
quella prevista dalla legge, non circoscrivendola ai soli casi di competenza
specifica alla gestione del personale.
Per questi motivi chiediamo la
convocazione di un incontro urgente nell’ambito del quale confrontarsi con
l’Amministrazione per giungere ad una modifica del testo.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Claudio Meloni Daniela
Volpato Enzo Feliciani
Roma 26
febbraio 2016
In
relazione all’incontro con le SS.LL. del giorno 22 febbraio u.s., nel quale è
stato illustrato il provvedimento previsto all’art 3 comma 1 del decreto
ministeriale 8 aprile 2015, relativo all’istituzione dell’Ufficio X della D.G.
PREV., si osserva quanto segue .
La
FP CGIL intende innanzi tutto richiamarsi, in relazione a quanto definito con
il D.M. 8 aprile 2015, di individuazione degli Uffici dirigenziali non generali
del Ministero della Salute, a quanto già oggetto a suo tempo di puntuali
osservazioni critiche, attraverso le note del 27 marzo e del 13 maggio 2015, in
cui veniva espresso “il nostro giudizio fortemente critico sulla riforma
organizzativa” del Ministero, un provvedimento “costruito nuovamente sulle
“teste” e non sui contenuti”, “compiendo scelte che penalizzano gli Uffici
periferici portando il loro numero dagli attuali 34 ai previsti 18”, “un quasi
dimezzamento degli Uffici periferici che operano direttamente sul territorio e
che hanno rilevanti competenze di salvaguardia della salute pubblica non solo a
carattere nazionale ma per l’insieme dell’Unione Europea, con un continuo
accrescimento di compiti di controllo e responsabilità, e di diretta assistenza
sanitaria del personale navigante e aeronavigante, in Italia e all’estero.”
In
particolare, del tutto inascoltate sono rimaste le nostre proposte di un
ripensamento generale dell’organizzazione SASN, da valutare anche con la
collaborazione delle Organizzazioni Sindacali. Nel ricordare l’impegno al
confronto organizzativo preliminare all’adozione del nuovo modello
organizzativo, constatiamo come questo non sia avvenuto se non lo scorso lunedì
22 febbraio, a 8 giorni di distanza dall’avvio della riorganizzazione, previsto
per il prossimo 1° marzo. E comunque in questo incontro non è stato presentato
e illustrato alcun progetto di riorganizzazione, nessuna idea di “piano
industriale”, come si direbbe in altri ambiti.
Per
quello che riguarda la gestione delle relazioni sindacali la FP CGIL esprime
condivisione sulla identificazione di una unificata competenza presso i
Direttori degli Uffici USMAF SASN di tale competenza.
Anche
se tale previsione non risolve tutti i problemi derivanti dalla identificazione
bicefala del modello organizzativo, ad esempio quelli relativi alla gestione
concreta del rapporto di lavoro ( permessi, ferie, ecc.), della valutazione
della performance, alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Pertanto
la richiesta è quella di prevedere in ogni caso che la composizione della
delegazione di parte pubblica ricomprenda al suo interno anche il Dirigente
dell’Ufficio X, eliminando dal DD la frase “se del caso” riportata
nel testo del provvedimento nel periodo relativo al capoverso che assegna al
Direttore degli USMAF SASN la gestione delle relazioni sindacali;
Appare
necessario chiarire meglio gli intrecci organizzativi derivanti
dall’applicazione del cosiddetto istituto dell’avvalimento, in particolare
rispetto alla compresenza di due dirigenti dell’Amministrazione con
attribuzione diretta di responsabilità sul personale operante in un unico
Ufficio, singolare condizione organizzativa foriera in nuce di conflitti di
competenze che inevitabilmente potranno ricadere sia sulla qualità delle
relazioni lavorative interne che sui livelli di efficacia del servizio.
In
particolare, appare opportuno preliminarmente definire i carichi di lavoro
assegnati al personale in avvalimento, distinguendoli dalle competenze
assegnate ai lavoratori che invece restano a disposizione dell’Ufficio USMAF
SASN territoriale.
Questo
in ragione della estrema aleatorietà dell’istituto dell’avvalimento, che rende
indispensabile chiarire in modo netto “la esclusività” o “la prevalenza delle
attività” che il personale posto in avvalimento all’Ufficio X dovrà svolgere .
E’,
altresì, opportuno definire gli intrecci organizzativi relativi alle sedi
territoriali interessate, in particolare se è prevista una suddivisione dei
compiti in riferimento alle diverse fasi di lavorazione e se vengono
individuate figure professionali di raccordo nei procedimenti di competenza .
Nella
bozza del DD alcune competenze relative alle convenzioni e incarichi ai medici
fiduciari in Italia e la definizione dei fabbisogni per il personale
convenzionato e per i medici funzionari sono state attribuite all’Ufficio I e
all’Ufficio III. In particolare l’istruttoria relativa alle convenzione ed agli
incarichi risulta attualmente svolta dai SASN.
Poichè
non risulta che tale funzione verrà svolta in avvalimento riteniamo necessario
chiarire come si articolerà questa suddivisione di competenze, che a questa
O.S. appare artificiosa, anche in considerazione del fatto che l’Ufficio X
mantiene la gestione dell’amministrazione giuridica ed economica del personale
a rapporto convenzionale.
Inoltre
risulta, ad esempio, che i pagamenti per le competenze amministrative e
contabili di competenza dell’Ufficio X – compresa la delicata e prioritaria
questione degli stipendi del personale a rapporto convenzionale, medico e non,
operante nei SASN – continueranno ad effettuarsi attraverso le Ragionerie
territoriali dello Stato di Genova e Napoli, quando invece l’Ufficio X è con
ogni evidenza un Ufficio centrale del Ministero. E’ possibile che anche su
questo aspetto, che ha rilevanti ricadute sulla erogazione dei pagamenti fino
ad oggi di competenza dei due Uffici SASN e sulla complessiva organizzazione
del lavoro, a pochi giorni dall’inizio della riorganizzazione, vi sia una
totale oscurità?
Oppure,
per fare un altro esempio, nella bozza di D.D. presentata nell’incontro del 22
febbraio, per quanto riguarda “il controllo delle prestazioni sanitarie e
medico legali erogate dalle strutture convenzionate e dai medici fiduciari”,
per adesso “i dirigenti delle professionalità sanitarie già in servizio presso
gli
ex Uffici SASN … continueranno a collaborare con il Direttore dell’Ufficio X
nell’attività già espletata”, continuando quindi a svolgere tale attività ora a
supporto dell’Ufficio X; ma nelle sedi SASN in cui questo personale non è
presente (Genova, per citare solo la sede più importante) chi espleterà questo
controllo su strutture convenzionate e medici fiduciari, attività di controllo
che non può che essere esercitata da chi abbia un adeguato profilo
professionale, quali appunto i dirigenti delle professionalità sanitarie?
Nell’ambito
della ripartizione dei carichi di lavoro prevista dalla bozza del DD, va
individuata una dotazione sufficiente al fine di garantire la continuità
nell’espletamento di alcune competenze particolarmente importanti, delicate e
gravose, come ad esempio i rimborsi delle spese sanitarie per il personale
navigante sostenute in Italia e all’estero ad aziende sanitarie e farmacie per
le prestazioni di assistenza farmaceutica.
Appare
inoltre necessario conoscere la composizione della dotazione organica
direttamente inserita nella sede centrale dell’Ufficio X, punto sul quale non
abbiamo avuto adeguato riscontro in occasione della riunione del 22 febbraio
u.s..
In
relazione alla ripartizione del personale operata dalla bozza di DM la
scrivente O.S. si riserva di inoltre verificare, atteso che tale scelta è stata
operata unicamente dall’Amministrazione, la congruità delle scelta adottate in
sede decentrata locale in riferimento alla necessità di rispetto delle
professionalità e delle competenze specifiche maturate dai lavoratori e in
relazione ad una equa ripartizione dei carichi di lavoro tra i lavoratori e gli
Uffici interessati;
Infine
la FP CGIL ritiene necessario avviare dei confronti, nelle more della
previsione di verifica dell’andamento organizzativi entro sei mesi dalla data
di entrata in vigore del DD di cui all’oggetto, in sede decentrata locali volti
ad assicurare la maggiore integrazione funzionale possibile degli Uffici a
seguito della riunificazione USMAF SASN. Questo in considerazione dell’attuale
situazione che vede in qualche realtà territoriale l’isolamento organizzativo
degli Uffici SASN e la conseguente progressiva perdita di funzionalità nei
servizi erogati.
Dichiariamo
di conseguenza che i/le delegati/e FP CGIL nelle RSU territoriali interessate
sono impegnati/e a richiedere immediatamente, fin dal 1° marzo, incontri con le
controparti territoriali, così come individuate nel Protocollo di Accordo di
mappatura delle sedi RSU, in merito ai processi riorganizzativi di accorpamento
USMAF – SASN e di raccordo con gli Uffici centrali della DGPREV, in particolare
con l’Ufficio X.
La
scrivente O.S., in considerazione del progetto volto all’istituzione
dell’Ufficio unico sul territorio del Ministero della Salute, più volte
esplicitato come obiettivo qualificante da parte di codesta Amministrazione,
ritiene necessario verificare le modalità di intreccio funzionale dei nuovi
Uffici unificati, le potenzialità del servizio erogato anche in riferimento ad
eventuali prestazioni ai cittadini nell’ambito del Servizio Sanitario
Nazionale, il superamento della condizione antistorica e ambigua del rapporto
di lavoro a convenzione a tempo indeterminato che caratterizza il rapporto di
lavoro del personale sanitario non medico dei SASN ed il conseguente loro
inserimento a pieno tiolo nell’organico di codesto Ministero.
FP CGIL NAZIONALE C. N. FP CGIL del Ministero della Salute
Claudio Meloni Fabio LUPI
Con riferimento all’argomento indicato in oggetto, le scriventi OO.SS. chiedono che venga quanto prima attivato il tavolo di confronto rivolto al rinnovo del CCNL del personale non dirigente del Coni Servizi S.p.A. e delle Federazioni Sportive Nazionali relativo al triennio normativo ed economico 2015-2017.
FP CGIL CISL FP UILPA FIALP CISAL
Daniele Nola Alessandro Bruni Paolo Liberati Dino Carola
29.02.2016 – La
partecipazione alle assemblee consente al personale di evidenziare
le criticità e i vari aspetti che ricadono negativamente sul
quotidiano di ognuno.
A
Ravenna si è parlato appunto di disservizi e diritti, sanzioni
disciplinari in primis. La 252 e il successivo decreto legislativo
217 hanno peggiorato le condizioni di lavoro, ristretto le tutele
e mortificato la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori del
CNVVF.
L’Amministrazione è quindi stata obbligata a rimetterci mano
attraverso le modifiche in fase di discussione. Se questo è stao
possibile, il merito è della Fp Cgil VVF che, in questi anni, ha
evidenziato le tante contraddizioni e nefandezze legate
all’inapplicabilità del 217.
Condividiamo quindi l’idea di tornare sul territorio e parlare con
i lavoratori, sono loro
la nostra forza.
26.02.2016 – Mobilità volontaria a domanda – Personale appartenente ai ruoli tecnici, amministrativo-contabili e tecnico-informatici.
29.02.2016 – 20° Campionato Italiano VV.F di Mountain Bike Memorial Silvano Ferri