Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl
Roma, 10 novembre 2015
“No a deroghe ma sì a un
confronto, in sede di rinnovo del contratto nazionale, su orari di
lavoro e organizzazione”. È questa in sintesi la posizione di Fp Cgil,
Cisl Fp e Uil Fpl al termine dell’incontro di oggi all’Aran in vista
dell’entrata in vigore, il 25 novembre, della normativa europea su
riposo e orari di lavoro in sanità che prevede il rispetto delle 11 ore
di riposo consecutivo ogni 24 ore e di non superare le 48 ore lavorative
settimanali.
“Basta turni massacranti, basta organici risicati,
basta disorganizzazione: per garantire sicurezza dei pazienti e qualità
delle cure la sanità pubblica ha bisogno di operare con personale
sufficiente, in condizioni di lavoro adeguate” attaccano i sindacati.
“Dopo anni in cui il problema è stato colpevolmente ignorato e lasciato
marcire, non siamo disponibili ad affrontare una trattativa che abbia
come obiettivo quello di definire deroghe all’applicazione delle norme
europee e nazionali in materia di orario e riposi. Che vorrebbe dire
continuare a scaricare sul personale sanitario del SSN, che già opera in
condizioni di insostenibile disagio organizzativo, gli effetti di una
colpevole inerzia da parte di chi avrebbe dovuto provvedere agli
interventi di riorganizzazione e riqualificazione del sistema”.
Cgil,
Cisl e Uil si dicono invece “disponibilissimi ad un confronto per
l’applicazione delle norme in materia di riposo e orario e per
interventi sull’organizzazione e il personale, compresa la
stabilizzazione dei lavoratori precari. Riteniamo però che la sede in
cui questi temi possono essere affrontati insieme sia esclusivamente il
tavolo per il rinnovo del Contratto nazionale, che va adeguatamente
finanziato, implementando le risorse previste nel legge di Stabilità”.
“Respingiamo
al mittente ogni tentativo di addossare al sindacato la responsabilità
delle conseguenze di un mancato accordo” aggiungono le organizzazioni
sindacali. “Responsabilità che invece devono essere assunte da chi ha
ignorato il problema fino a 15 giorni prima della scadenza del 25
novembre, utilizzando l’anno trascorso dall’approvazione della legge 161
non per affrontare i necessari interventi organizzativi e sul
personale, ma addirittura per concordare ulteriori tagli al
finanziamento del Servizio sanitario. E infine invitiamo Regioni e
Ministeri competenti a vigilare sulla corretta applicazione della
normativa su permessi e riposi a partire dal prossimo 25 novembre”.
COMUNICATO
Oggi abbiamo avuto un primo incontro tecnico
sulla questione di un nuovo accordo sulle progressioni economiche. Un incontro
ancora introduttivo, legato certamente alla questione della effettiva
consistenza del FUA, alla luce della triste vicenda che nei prossimi giorni
vedrà l’emanazione del DPCM che restituisce le somme sottratte al FUA 2015 in
legge di assestamento di bilancio.
La discussione preliminare è stata incentrata sulla possibile quantificazione
della somma da accantonare per le nuove progressioni economiche.
Considerato
che la consistenza complessiva del FUA è pari a 8.963.000 euro, comprendenti la
somma restituita dal DPCM e che per le progressioni possono essere utilizzate
solo le somme fisse presenti sul FUA, l’importo sul quale si è addivenuto ad
una quantificazione è pari a 4 milioni di euro, corrispondenti ad una quota di
progressioni possibili pari circa al 60% del personale ora presente.
L’Amministrazione ci ha fornito anche la quantificazione dello stesso al 1
ottobre 2015, che verificate nella nota in allegato al comunicato.
L’accordo dovrebbe avere decorrenza primo
gennaio 2015, e l’Amministrazione nella
prossima riunione ci fornirà un ventaglio di ipotesi di distribuzione dei posti
per le progressioni economiche per ogni posizione utile all’interno delle aree.
La prossima riunione si farà il 25 novembre ed in quella sede si affronteranno
le tematiche inizialmente previste per oggi, rinviate dietro richiesta di una
O.S., quindi in particolare le problematiche inerenti la mobilità volontaria
del personale.
Vi terremo puntualmente informati.
Emendamento cassato
L’emendamento presentato in sede di disegno di
legge stabilità 2016 è stato cassato e pertanto l’ulteriore tentativo di
avviare una procedura occupazionale non ha trovato riscontro nel dibattito
parlamentare. Sul punto dobbiamo fare una errata corrige, legata ad una
frettolosa lettura dell’emendamento, il quale non prevedeva lo scorrimento
delle graduatorie vigenti degli idonei ma un nuovo concorso in deroga. Noi,
anche alla luce dell’esito di questa iniziativa, siamo fermamente convinti che
lo scorrimento di queste graduatorie sia l’unico vero strumento in mano
all’Amministrazione e riteniamo del tutto discutibile non averlo previsto
nell’emendamento presentato. Questo in considerazione di due fattori: il primo
è legato ai tempi di emanazione e realizzazione del bando di concorso, il
secondo alla ormai drammatica situazione dell’organico in riferimento ai trend
di uscita dei lavoratori, come evidente dalla situazione che ci hanno
presentato oggi. Pertanto, dal nostro punto di vista, oggi l’unica soluzione
possibile è la proroga di queste graduatorie in scadenza al 31 dicembre 2016 e
una richiesta di deroga al 25% di percentuale di turn over. Su questo chiediamo
un impegno politico che consentirebbe almeno di affrontare l’emergenza.
Roma, 18 novembre 2015
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale
Roma, 18 novembre 2015
Al Capo di Gabinetto
Prof. Giampaolo
D’Andrea
Al Segretario Generale
Arch. Antonia Pasqua
Recchia
Al DG Organizzazione
Dr. Gregorio Angelini
Al DG Musei
Dr. Ugo Soragni
Al DG BEAP
Arch. Francesco
Scoppola
Al DG Archeologia
Dr. Gino Famiglietti
LORO SEDI
Oggetto: Rischio
sicurezza nella tutela del patrimonio culturale – Circolare n. 36 del 16
novembre 2015 a firma del
Segretario Generale.
Egregi Signori
Nel prendere atto di quanto contenuto nella Circolare
di cui all’oggetto, corre l’obbligo per la scrivente O.S. segnalare la grave
situazione che si sta verificando in modo quasi uniforme sul territorio
nazionale ove sempre più spesso si riscontrano aperture di siti al pubblico
fatte in assenza delle minime condizioni di sicurezza previste per la tutela
del sito stesso.
Tale situazione deriva semplicemente dall’input imperante che
vede una sollecitazione al mantenimento di tutte le aperture, anche in assenza
dei minimi previsti dagli specifici protocolli di sicurezza previsti dai
Documenti di valutazione del rischio predisposti ai sensi della legge. Questo
comportamento, adottato diffusamente dai dirigenti sul territorio, in particolare nei circuiti
museali, è, anche alla luce dei tragici fatti avvenuti in Francia e in vista
dell’apertura del prossimo Giubileo, non accettabile perché mette gravemente a
rischio l’incolumità dei lavoratori e
dei cittadini.
Pertanto, nella valutazione dei rischi connessi alla gestione
della sicurezza e dell’ordine pubblico con riferimento alla tutela del
patrimonio culturale si dovrebbe partire dal necessario e puntuale rispetto tutte le procedure di sicurezza previste ai
sensi della legge, e, ove necessario, alla opportuna revisione ed integrazione
delle stesse anche in considerazione del livello di rischio assegnato ai siti
museali da regolamentazioni specifiche emanate dal Corpo dei Vigili del Fuoco.
Ciò stante la scrivente O.S. con riferimento alle
disposizioni date con la citata Circolare, ritiene che la stessa debba essere
integrata con una puntuale indicazione volta al rispetto dei contingenti minimi
previsti in condizioni di apertura dei siti con riferimento all’utilizzo del
personale di ruolo addetto ai servizi di vigilanza, senza le soluzioni
estemporanee che prevedono utilizzo di personale esternalizzato e/o volontario.
La scrivente valuterà con attenzione le iniziative
che codesta Amministrazione vorrà attivare in riscontro alla presente nota ai
fini di ogni utile e ulteriore iniziativa finalizzata al ripristino di normali
condizioni di sicurezza per lavoratori e citttadini e di tutela del patrimonio
culturale.
Nel rimanere in attesa di formale riscontro alla
presente nota, inviata ai sensi dell’art.6 CCNL, si porgono distinti saluti.
FP CGIL Nazionale MIBACT
Claudio Meloni
Ieri abbiamo avuto una riunione del tavolo
nazionale, convocato dopo una stasi di 20 giorni, che ha tentato di riprendere
i tempi ormai trattati da diversi mesi e sui quali non si riesce a chiudere.
Di seguito l’esito della discussione per punti:
Passaggi orizzontali
Sulla questione annosa dei passaggi orizzontali
abbiamo ieri affrontato l’ennesima discussione inutile. Il problema, sollevato
dall’Amministrazione, è la necessità, secondo loro, di garantire per ciascun
profilo una riserva del 50% ai posti dall’esterno. Una posizione sopravvenuta
che in realtà ci pare poco motivata: il percorso previsto dalla riforma è la
ridefinizione, nei limiti del possibile, del fabbisogno professionale del
Ministero. Non si comprende come mai questo percorso, che contiene al suo
interno la necessità di attivazione dei passaggi orizzontali, debba subire
limitazioni per effetto di una norma che in questo caso non si dovrebbe
applicare, perlomeno non prima di aver concluso la fase di assestamento degli
organici. Quindi noi abbiamo ribadito di considerare il percorso così come
inizialmente lo avevamo identificato. Ma abbiamo notato che questa posizione
dell’Amministrazione, peraltro condita da affermazioni rispetto
all’impossibilità di determinare altri criteri di precedenza che non siano la
mera anzianità di domanda dovuta all’impossibilità di determinare, sulla base
delle istanze prodotte il periodo di effettuazione di mansioni diverse
superiore ai tre anni, ha prodotto una divaricazione nelle posizioni sindacali
assunte sul tavolo. Tra chi in sostanza accettava l’avvio di un riconoscimento
parziale, nei limiti pertanto del 50% delle dotazioni per singolo profilo
previste, per poi definire un percorso di graduale immissione degli altri e chi
invocava un vero e proprio accordo sulla materia con l’individuazione di
criteri aggiuntivi nelle determinazione delle scelte del personale che deve
transitare. Noi abbiamo semplicemente ribadito che per noi la questione del 50%
è una questione di lana caprina facilmente superabile sulla base delle
motivazioni normative che stanno producendo il riassetto degli organici e sulla
base anche di un recente indirizzo normativo, contenuto nella legge Madia, che
svincola da criteri burocratici l’identificazione delle modalità di
distribuzione dello specifico fabbisogno professionale, facendo salvo il limite
invalicabile del rispetto della spesa complessiva prevista per la dotazione
organica. Quindi un percorso coerente con la riorganizzazione che dovrà solo
verificare le problematiche presenti in alcune regioni ove sono state rilevate
criticità e che dovrà portare, a compimento, una ridefinizione delle dotazioni
professionali che in ogni caso fa salve le facoltà assunzionali
dell’amministrazione e caso mai le indirizza nei settori professionali ove c’è
maggiore necessità. Superando una visione burocratica astratta che non serve a
nessuno e che invece sta producendo un rallentamento ingiustificato anche alla
luce della situazione caotica che stanno vivendo gli Uffici in questa
interminabile fase transitoria.
Organici.
È del tutto evidente che la non risoluzione della
problematica relativa ai passaggi orizzontali determina ancora un rinvio nella
previsione di emanazione di un bando di mobilità volontaria. Basterebbe questo
a evitare distrazioni e lungaggini nella nostra controparte. Invece no: anche
sulla mobilità volontaria l’Amministrazione produce una proposta che non tiene
in conto le conclusioni della Commissione tecnica istituita all’uopo e che
aveva prodotto, a nostro modesto avviso, una soluzione equilibrata, ragionata e
con le dovute garanzie per il personale coinvolto. La scheda punteggi che ci è
stata presentata e che è girata in questi giorni invece va per tutt’altra
strada e introduce dei criteri di valutazione, come ad esempio, la valutazione
dei titoli di studio, del tutto estranei alla problematica della mobilità.
Pertanto, considerata l’inapplicabilità evidente dei criteri proposti, ci siamo riservati di presentare, entro la prossima
riunione, una proposta specifica che recepisca i criteri concordati in sede tecnica.
Consiglio Superiore.
Anche su questo punto l’Amministrazione si è
presentata a mani praticamente vuote, nessun riscontro sulla proposta di
integrazione al regolamento elettorale presentata da noi unitariamente con CISL
e UIL. Risultato: la data delle elezioni è destinata ad un ulteriore
slittamento. Ormai siamo al ridicolo, chiediamo che venga subito chiuso il
ragionamento sulle regole e che si vada immediatamente a stabilire una data
certa per il rinnovo delle rappresentanze del personale in seno al Consiglio
Superiore. Anche su questo ci è stato assicurato riscontro per la prossima
riunione, vedremo, ma certo non permetteremo ulteriori dilazioni rispetto ad un
appuntamento importante per la democrazia dei lavoratori, argomento
evidentemente indigesto per i nostri.
Circolari e bozze di circolari.
Nella vasta produzione di circolari ci preme
segnalare l’emanazione di una circolare, la 218 che introduce singolari limiti
alla fruizione della cosiddetta pausa ridotta. Secondo questa interpretazione sarebbero
esclusi da questo beneficio i lavoratori, che pur trovandosi nelle condizioni
previste dalla norma, non possono fruirne in quanto non hanno un orario di
lavoro articolato sul rientro di un’ora e dodici minuti. Abbiamo chiesto il
motivo di questa singolare interpretazione e ancora non abbiamo avuto
riscontro. Intanto ai lavoratori viene tolto questo beneficio introducendo una
inaccettabile disparità di trattamento, tanto più ingiustificabile viste le
motivazioni alla base della concessione del beneficio. Il tutto con un
intervento unilaterale e fuori da ogni obbligo informativo e negoziale. Un vero
segnale di attenzione verso i lavoratori.
Altra Circolare che ancora è circolata solo in
bozza è quella che pretenderebbe di regolamentare il diritto di sciopero e,
peggio il diritto di assemblea, prima ancora che si sia modificato il
protocollo di intesa a livello di comparto secondo quanto la legge prevede. A
questo tentativo abbiamo risposto unitariamente e adeguatamente con le note che
abbiamo inviato nei giorni scorsi: la nostra risposta all’eventuale emanazione
della circolare sarà molto dura e immediata. Ci preme però segnalare il
comportamento di molti dirigenti, i quali, con evidente intento di
autoaccreditamento nei confronti della parte politica, si stanno affrettando a
porre limiti al diritto di assemblea e ci risulta che in qualche posto di
lavoro abbiano addirittura fatto girare tra i lavoratori questa bozza di
circolare con un atteggiamento oggettivamente intimidatorio. Per quello che
riguarda contrasteremo con ogni mezzo ogni tentativo di limitare il legittimo
diritto dei lavoratori a riunirsi in assemblea per discutere dei problemi e
avvisiamo i solerti dirigenti che, oltre che con il Ministro, si accrediteranno
anche con il giudice del lavoro ove dovranno rispondere di comportamento
antisindacale e, nel caso di condanna, potranno incrementare i loro già vasti
curricola professionali.
Baby sitter in arrivo?
Abbiamo appreso, con un certo sconcerto, della
decisione di affiancare, ai neo nominati direttori dei musei autonomi, una task force che dovrebbe aiutarli e
sostenerli nei passi iniziali del periglioso cammino. Una decisione che la dice
lunga su alcuni elementi della scommessa franceschiniana: nella maggior parte
dei casi ci arrivano segnalazioni di comportamenti che evidenziano quanto meno
una profonda ignoranza dei meccanismi che regolano la gestione del personale e
delle attività che sono chiamati a svolgere. Ci chiediamo ad esempio come mai
nella valutazione curricolare non siano entrati criteri riferiti alla
conoscenze del diritto amministrativo e degli ordinamenti pubblici. Una domanda
retorica certamente ma che svela da sola la profonda debolezza di una scelta
che non ha voluto tenere nel debito conto le capacità professionali dei lavoratori
interni, affidando la scommessa del rilancio dei nostri musei a persone in
genere del tutto prive di capacità di gestione di un pubblico servizio.
Allo stesso tempo abbiamo registrato un silenzio
arrogante da parte della DG Musei rispetto alla nostra richiesta di conoscere
nel dettaglio le procedure che hanno portato alla scelta dei funzionari
direttori dei musei. Questo perché non ci risulta che siano state seguite le
procedure a noi anticipate con nota informativa. Alla nostra unitaria richiesta
la DG Musei ha risposto riproponendo l’informativa che ci aveva già inviato,
quindi sostanzialmente si rifiuta di mettere in trasparenza i criteri e le
modalità di scelte dei nuovi direttori e le procedure effettivamente seguite.
Non va bene, ci troviamo in presenza di una bando che ha subito, nel corso dei
mesi significative variazioni nella scelta dei musei, tramite accorpamenti non
previsti. In alcuni casi ignorando persino le istanze avanzate o non assegnando
direzioni che vengono mantenute ad interim dai Direttori dei Poli Museali.
Insomma un pastrocchio, come al solito, fatto senza tener conto che la materia
deve avere un passaggio in contrattazione nazionale se si vogliono ridefinire
criteri e quantità di assegnazione delle posizioni organizzative, ricordando
che al momento i destinatari di tali posizioni possono essere solo i direttori
di musei con almeno 100 mila visitatori l’anno. E noi non contratteremo fin
quando non avremo le necessarie garanzie di trasparenza rispetto alle
assegnazioni definite.
318 scorrimenti.
È stata pubblicata la graduatoria con i 318
scorrimenti delle progressioni economiche avviate nel 2010. Al riguardo, poiché
ci arrivano preoccupanti segnalazioni circa alcune defaillances delle
Commissioni, ci riserviamo una iniziativa specifica nella quale segnalare al DG
Organizzazione alcune segnalazioni eclatanti che ci sono arrivate, in
particolare l’ammissione di alcuni candidati che non avevano, al 1 gennaio
2010, i requisiti di 2 anni di permanenza nella posizione economica inferire al
momento del bando e altri che non sono stati presi in considerazione malgrado
riammessi alla selezione dalle competenti Commissioni territoriali. Situazioni
che chiederemo vengano puntualmente verificate dall’Amministrazione.
Inizia adesso un nuovo percorso che dovrà
portare ad un nuovo accordo sulle progressioni economiche, percorso che
cercheremo di consolidare nel 2016 e che dovrà riuscire a dare risposta a tutti
coloro che sono rimasti esclusi dalla tornata del 2010.
Emendamenti.
Abbiamo unitariamente lavorato per la
presentazione di un emendamento volto a riaprire la questione degli scorrimenti
degli idonei interni alle graduatorie. Sull’esito del suo iter vi terremo
tempestivamente informati; ma riteniamo ancora più importante l’incontro di
chiarimento chiesto al Capo di Gabinetto sulla questione, richiesta per la
quale ci aspettiamo un sollecito riscontro.
Ci teniamo però a chiarire, a fronte di alcune
critiche di presunto comportamento corporativo, che le nostre richieste non
confliggono affatto con l’esigenza di avviare un massiccio reclutamento degli
esterni. Sono complementari: la situazione dell’organico è tale che c’è spazio
per tutti e per tale motivo noi avevamo chiesto una programmazione assunzionale
ordinaria, perché ci pare l’unico modo con il quale affrontare sul serio le
gravissime carenze che via via si determinano negli organici. Ai nostri amici
cultori dell’occupazione vogliamo solo far presente che il bando dei 500 è una
non risposta proprio alla questione occupazionale, in quanto una tantum, in
deroga e senza che allo stato vi sia alcuna possibilità di ampliamento di quei
numeri. E che la questione professionale non riguarda solo il gap occupazionale
ma il modo e la maniera con il quale
vengono impiegate le professionalità interne. Tutelare queste
aspettative non significa certe contrapporle ad altre, ma chiedere, una volta
tanto concrete valutazioni sulle condizioni professionali di un organico allo
sbando e preda di fenomeni mansionistici. Cosa vi sia di corporativo in questo
francamente non riusciamo proprio a comprenderlo.
La prossima riunione nazionale è prevista per la
prossima settimana vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi.
Roma, 13 novembre 2015
Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale
FP CGIL MIBACT
18.11.2015 – Facendo seguito alla nostra nota del 3 novembre ed alla risposta del 11 novembre uu.ss., pubblichiamo, di seguito, la nota della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie relativa al pagamento dei compensi per lavoro straordinario del secondo semestre 2015.
Immaginate che non vi sia possibile pagare il biglietto della metropolitana per portare il vostro bambino in ospedale. Il ragazzo ha bisogno di un trattamento periodico di uno psichiatra. Ma i tagli nel vostro salario hanno lasciato voi e la vostra famiglia con un reddito talmente basso che anche il biglietto della metro rischia di compromettere l’equilibrio economico della famiglia. La riduzione dei salari e dei contributi sociali hanno avuto questo effetto in Grecia. E’ oramai ben documentato che in Grecia il numero di suicidi sia aumentato drammaticamente . Ce lo dice uno psichiatra durante una visita al più grande ospedale pubblico di Atene. L’incontro fa parte della visita che una delegazione dell’EPSU e mediterranea ha avuto ad Atene con la confederazione dei lavoratori pubblici greci (ADEDY) ed altri sindacati . Nella delegazione erano presenti il presidente di PSI e segretario generale di Unison, Dave Prentis; il segretario generale di EPSU Jan Willem Goudriann e rappresentanti di Cipro, Francia, Italia e Spagna.
Primo incontro, il 13 ottobre, con il comitato esecutivo di ADEDY. Ci spiegano in dettaglio come le politiche di austerità hanno avuto un drammatico impatto sui lavoratori e sul popolo greco. C’è stata una riduzione del 25% della forza lavoro. L’economia è in recessione dal 2009. Sono stati sospesi i diritti alla contrattazione collettiva e quelli raggiunti nel passato non hanno più valore. L’accordo con l’Eurogruppo nonché il nuovo memorandum altro non fanno che continuare queste politiche. Il governo non ha quasi nessun potere. Tutte le decisioni devono avere l’approvazione delle “Istituzioni”. Ma sono le piccole storie che ci hanno colpito. Negli ospedali oramai non si fanno più analisi del sangue né ci sono più forniture di arti artificiali. Ogni ospedale lavora con un bilancio tagliato del 50%. Medici e infermieri così come altro personale non hanno più un sostituto al fine di un turno, che può durare all’infinito. Pulizia, ristorazione e personale di sicurezza sono tutti in outsourcing. Il risultato è un netto peggioramento dei salari e delle condizioni di lavoro di questi lavoratori. Le politiche di austerità stanno distruggendo scientemente il sistema sanitario pubblico. Si favorisce la creazione di cliniche private per i più ricchi. Le cliniche sono gestite da società legate alle élite politiche e finanziarie della Grecia.
Le cose non cambiano anche negli enti locali. Ce lo raccontano maestre e lavoratori di una scuola materna a Chalandri. Dei 9 asili nido che esistevano nel Comune ne sono stati chiusi ben 5. Prima ci si prendeva cura di 900 bambini, ora non si arriva a 300. L’orario di lavoro è aumentato da 6-ad 8 ore senza una retribuzione aggiuntiva e si sono persi 52 posti di lavoro, mentre la retta è aumentata ed è ora accessibile solo alle persone con un reddito più elevato. Ce lo hanno spiegato anche il sindaco ed il vicesindaco di Chalandri in un incontro con noi ed i delegati sindacali.
Un ultimo incontro con i lavoratori ed i volontari del centro di raccolta per rifugiati. Il centro si trova ora presso un impianto olimpico alla estrema periferia di Atene.
I rifugiati, quasi tutti dall’Afghanistan, sono ospitati in centri di accoglienza e transito in attesa della loro partenza per la destinazione prescelta. Abbiamo parlato con i medici, infermieri, volontari. La gente poteva venire e ricevere consigli medici e farmaci. Questo rifugio è aperto e le persone possono andare e venire liberamente. Quando partono ricevono un sacchetto con il cibo per tre giorni. Ci sono altri rifugi di emergenza che ospitano per lo più profughi dalla Siria. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che mezzo milione di persone sono già arrivate in Grecia quest’anno.
La delegazione comprendeva: Dave Prentis segretario generale di Unison e Presidente PSI, Jan Willem Goudriann, Segretario Generale EPSU; Francoise Geng, vicepresidente EPSU (CGT Santè, Francia) e il suo collega Matthieu Piotrkowsi; i segretari generali dei sindacati ciprioti OEKDY e OHO- SEK MIchalis Michail e Andreas Ilia. Enzo Bernardo e Nadia Pagano, FP CGIL; Fatima Aguado del sindacato spagnolo FSC CCOO e Liz Snape, presidente delle TUC.
Lettera unitaria e testo degli emendamenti, formulati unitariamente, al DdL 2111 ( disegno di legge di stabilità per il 2016) che sono stati presentati al Senato da vari gruppi parlamentari.
FPCGIL CISL FP UIL FPL UIL PA
R. Dettori G.
Faverin G. Torluccio N. Turco