Sottoscritto a palazzo Vidoni l’accordo per il rinnovo del contratto Sicurezza e Difesa. “Dopo la nostra richiesta e la sospensione del tavolo tecnico della scorsa settimana, gli impegni assunti ieri sera dal governo, con un emendamento alla legge di Bilancio che ha stanziato ulteriori risorse per finanziare il sistema indennitario, e una serie di impegni futuri su tutela legale, responsabilità civile, copertura sanitaria e assicurativa, regolamentazione del lavoro straordinario (con un tavolo di confronto che può partire già da gennaio), istituzione del comitato unico di garanzia per le pari opportunità, previsione di un codice di comportamento nelle relazioni sindacali, sono stati decisivi per la sottoscrizione dell’accordo”. Questo il commento della Fp Cgil dopo la stipula del nuovo contratto di lavoro del personale del comparto Sicurezza e Difesa.

Un accordo che, osserva il sindacato, “oltre ad aumentare il salario del personale di Polizia Penitenziaria, con un aumento medio lordo di circa 144 euro tra incrementi dei tabellari, dell’indennità pensionabile e degli altri trattamenti accessori, istituisce nuove indennità, come quella fortemente voluta da noi per il personale che lavora nelle sezioni detentive. Previste inoltre ulteriori tutele per il personale in materia di assistenza ai figli minori con particolari problemi di salute, per la tutela della genitorialità, per le donne vittime di violenza di genere. Si va ad incidere anche sulla fruibilità di alcuni istituti contrattuali. Rafforzato il sistema di partecipazione con la previsione di nuove commissioni, come quella per il benessere del personale”.

“Avremmo voluto maggior coraggio dalla parte pubblica e anche dalle altre organizzazioni sindacali, soprattutto in materia di relazioni sindacali, di libertà sindacali, come la previsione delle Rsu, e sull’istituzione della previdenza complementare, ma possiamo dire che molte delle nostre proposte sono state recepite. Sicuramente questa intesa dà importanti risposte alle lavoratrici e lavoratori del comparto sicurezza che hanno pagato da lavoratori pubblici un prezzo molto alto nella pandemia per garantire la sicurezza personale e collettiva dei cittadini e siamo impegnati da subito a riprendere la nostra iniziativa sindacale per conseguire quei miglioramenti su salute e sicurezza, previdenza complementare e libera elezione dei propri rappresentanti”, conclude la Fp Cgil.

 

Giorgio Saccoia
Ufficio Stampa Fp Cgil Nazionale
335.63.88.949

FONDO RISORSE DECENTRATE ANNI 2020 E 2021:
SOTTOSCRITTE LE IPOTESI DI ACCORDO
UN SUCCESSO DEL SINDACATO CONFEDERALE

Nel tardo pomeriggio del 22 dicembre scorso, dopo una trattativa durata ore, abbiamo sottoscritto le ipotesi di accordo sui criteri di pagamento del Fondo Risorse Decentrate relativo agli anni 2020 e 2021.
Per comprendere la rilevanza del risultato, fortemente voluto ed ottenuto da CGIL CISL e UIL, è sufficiente confrontare la ipotesi di accordo proposta per l’anno 2021 dall’amministrazione con quella poi sottoscritta all’esito del negoziato (la ipotesi di accordo relativa all’anno 2020 invece riporta sostanzialmente quanto già concordato per l’anno 2019).
Per quanto riguarda le somme stanziate per finanziare la terza procedura di progressione economica CGIL CISL e UIL hanno richiesto con forza ed ottenuto un considerevole incremento degli importi. Così siamo passati: per il DOG da otto milioni di euro a diciotto milioni di euro (la somma concordata consentirà di effettuare almeno diecimila progressioni economiche ossia seimila in più rispetto alle quattromila progressioni realizzabili con la somma originariamente proposta dall’amministrazione); per il DAP da 424.300 euro a 848.600 euro; per il DGMC da 338.750 euro a 700.000 euro; per gli Archivi Notarili da 90.000 euro a 150.000 euro. Entro fine dicembre è già prevista l’apertura, in sede di tavolo tecnico, inizialmente presso il DOG, del confronto per la definizione dei criteri relativi alla terza tornata di progressioni economiche.
Per la prima volta nell’organizzazione giudiziaria, su richiesta di CGIL CISL e UIL, una quota parte del fondo di sede, per un importo pari a 375.000 euro, è stata accantonata per indennizzare i lavoratori che prestano servizio in cinque sedi disagiate, tra cui Venezia. Le altre sedi saranno individuate attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali. Sempre per l’organizzazione giudiziaria gli importi delle particolari posizioni sono stati incrementati del 10%.
Per il DAP e per il DGMC, CGIL CISL e UIL, nonostante la esiguità delle risorse, hanno chiesto ed ottenuto un incremento dei fondi di sede sia per l’anno 2020 sia per l’anno 2021 per dare maggiore impulso alla contrattazione di posto di lavoro.
È stata prevista, per tutti i dipartimenti e per gli Archivi Notarili, una indennità, finanziata con le somme risparmiate in occasione del lockdown (per il DAP ed il DGMC l’indennità è finanziata con una quota parte del fondo di sede non inferiore al 15%), in favore dei lavoratori che, in costanza di pandemia da Covid-19, hanno lavorato in sede ovvero da remoto. La stessa sarà erogata a prescindere dalla valutazione della performance.
Nel corso della riunione CGIL CISL e UIL hanno nuovamente richiesto la previsione delle posizioni organizzative anche per l’organizzazione giudiziaria. Sull’argomento CGIL CISL e UIL hanno
ottenuto l’impegno dell’amministrazione a convocare ad inizio anno uno specifico incontro per definire numero di posizioni e criteri di attribuzione.
La trattativa che ha condotto alla stipula dei menzionati accordi è stata molto complessa ed ha impegnato a fondo le delegazioni del sindacato confederale le quali hanno vinto, oltre alle resistenze della parte datoriale, anche quella di una sigla sindacale, sempre la stessa, che, pronta a firmare qualunque documento proposto dall’amministrazione, ha dimostrato ancora una volta la sua irrilevanza al tavolo negoziale.

Roma, 23 dicembre 2021

FP CGIL
Russo / Prestini

CISL FP
Marra

UIL PA
Amoroso

“Procedere alla stabilizzazione dei precari degli Irccs e degli Izs. Dal Governo al Ministero della Salute, dalle Regioni alle forze politiche, tutti devono farsi carico del futuro del futuro della ricerca del nostro Paese”. È quanto rivendica la Fp Cgil nel ricordare il suo impegno in merito agli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico Irccs (Ircss) e gli Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs) a sostegno delle istanze dei ricercatori sanitari e dei collaboratori di Ricerca: “Da sempre – afferma -, con passione e con decisione, ci siamo battuti, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori precari degli Irccs e degli Izs, perché fosse riconosciuta la dignità e l’importanza del loro lavoro e la strategicità degli investimenti in ricerca sanitaria pubblica, in un Paese com il nostro fra gli ultimi posti tra quelli paesi per quantità di fondi destinati alla Ricerca in rapporto al Pil. Istanze che abbiamo portato anche nelle manifestazioni regionali e nazionali che si sono tenute nel mese di dicembre”.

“Abbiamo seguito con attenzione l’iter degli emendamenti presentati al Senato per l’inserimento del personale della ricerca e di supporto alla ricerca nel percorso di stabilizzazione previsto all’articolo 92 della legge di Bilancio per il personale assunto per l’emergenza Covid. Anche noi siamo stati promotori di un emendamento sull’argomento che prevede la riduzione dei tempi della permanenza nel percorso della Piramide e l’utilizzo della normativa in vigore (legge Madia) per le stabilizzazioni arrivando rapidamente ad una posizione a tempo indeterminato”.

Per queste ragioni, osserva il sindacato, “abbiamo appreso con disappunto del mancato recepimento degli emendamenti, ma abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che la nostra richiesta potrà essere inserita nei prossimi provvedimenti parlamentari o governativi, dove auspichiamo possano essere inserite le definizioni di adeguate dotazioni organiche sia per il personale della ricerca che per i collaboratori anche a TI”. Come Fp Cgil, quindi, “ribadiamo il nostro impegno per arrivare alla stabilizzazione di questi lavoratori, impegno confermato anche nella recente nota unitaria trasmessa al Ministro della Salute, dove chiediamo che il percorso di stabilizzazione del personale della ricerca e di supporto alla ricerca sanitaria sia finalmente concluso, e il riconoscimento del ruolo dirigenziale per il personale della ricerca con la definizione di adeguate dotazioni organiche, siano inseriti all’interno della prossima legge delega prevista dal Pnrr per la riorganizzazione degli Irccs”, conclude.

Nuovo tavolo di confronto sul rinnovo del contratto della Sanità Pubblica, il nostro resoconto insieme al comunicato unitario

Nono incontro con Aran nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro per il comparto sanità.
Diversamente da quanto preannunciato, come potete leggere nella nota unitaria, Aran ha inviato nella giornata di ieri un testo di ulteriori modifiche a tutta la parte del contratto inerente il rapporto di lavoro, invece di un nuovo testo su revisione della classificazione, incarichi e progressioni economiche.
La giustificazione apportata dal presidente Naddeo ad inizio riunione ha fatto riferimento alla necessità di proseguire, all’interno della delegazione di parte pubblica (quindi nel rapporto fra Aran e Comitato di Settore) il confronto teso a perfezionare una proposta più “compatibile” col tavolo della precedente, nella consapevolezza della centralità della tematica, ai fini di una positiva conclusione della trattativa.
Su questo tema, inoltre, il presidente dell’Aran non ha nascosto la necessità di capire quale esito avranno i lavori parlamentari relativi alla legge di Bilancio, sia per la parte relativa agli ulteriori stanziamenti richiesti unitariamente, sia per verificare la concretezza di possibili emendamenti tesi a stralciare parte dei finanziamenti destinati dalla scorsa legge di bilancio a diverse figure professionali dalla disponibilità del tavolo contrattuale.
Il confronto è quindi proseguito analizzando le modifiche apportate da Aran ai capi relativi al rapporto di lavoro a seguito della discussione svolta lo scorso 9 dicembre.
Questi i temi trattati:
– Costituzione del rapporto di lavoro (contratto individuale, periodo di prova)
– Istituti dell’orario di lavoro (orario di lavoro, riposo settimanale, lavoro straordinario, non la pronta disponibilità)
– Ferie e festività
– Permessi, assenze e congedi (dalla malattia ai permessi orari a recupero, dalle assenze per terapie salvavita ai permessi per motivi familiari etc. etc.)
– Mobilità
Nel corso della discussione abbiamo potuto apprezzare diversi avanzamenti nelle posizioni espresse da Aran, non tali – ancora – da consentirci di considerare complessivamente soddisfacente questa parte di revisione dell’articolato.
Se, infatti, molti interventi (più o meno significativi) vanno nella direzione da noi rivendicata di produrre miglioramenti tangibili ed esigibili a favore delle lavoratrici e dei lavoratori, restano – fra le questioni trattate – almeno tre criticità rilevanti che a nostro avviso devono essere risolte nel proseguo del negoziato.
La prima riguarda l’articolo relativo all’orario di lavoro che, seppur migliorato in alcune parti (l’obbligo per le aziende di formalizzare la turnistica entro il giorno 20 del mese precedente, ad esempio) non risolve ancora le criticità derivanti dall’utilizzo maldestro che le aziende fanno dell’orario convenzionale, che si traduce spesso in uno strumento che produce improprie determinazioni di debito orario a danno di chi lavora. A ciò si aggiunga la necessità di rivedere la parte che riguarda le pause, come richiesto più o meno da tutte le OO.SS. presenti al tavolo.
La seconda questione riguarda la necessità di ripristinare l’utilizzo dei permessi collegati alla legge 104/92 ad ore.
La terza il reiterato tentativo delle controparti di manomettere il testo per la parte inerente il riposo compensativo per l’attività prestata in giorno festivo infrasettimanale.
A questo si aggiunga che Aran non ha presentato testi relativi al lavoro notturno e alla pronta disponibilità, argomentando il tutto con la necessità di inserire l’esame di quegli articoli nella parte di trattativa che si occuperà di distribuire le quantità economiche disponibili.
Si tratta, come si può facilmente intuire, di parti significative in grado, una volta definite, di spostare il segno della valutazione complessiva su queste parti dell’articolato.
In coda all’incontro il presidente dell’Aran ha sottolineato l’intenzione, vista anche la firma della pre-intesa relativa al comparto funzioni centrali, di procedere con l’intensificazione degli incontri nelle prossime settimane.
Vi terremo informati in merito al proseguimento della trattativa.
Nel frattempo, serene festività a tutte e a tutti.

Michele Vannini
segretario nazionale Fp Cgil

Serve creare opportunità occupazionali ai giovani: assumere idonei e nuovi concorsi

Anziché creare opportunità occupazionali ai giovani e consentire lo sviluppo di carriera al personale del Corpo dei Vigili del fuoco, si propone il richiamo in servizio dei pensionati. Una proposta inaccettabile che va assolutamente respinta”. A denunciarlo è la Fp Cgil Vigili del Fuoco in merito a un emendamento alla legge di Bilancio (Art. 189-ter ’Ulteriori misure in materia di vigili del fuoco e forze di polizia’ presentato da esponenti del Pd), secondo il quale, osserva il sindacato, “anziché dare corso all’impegno, da più parti espresso, di un potenziamento del Corpo dei Vigili del fuoco, si tenta di imboccare una scorciatoia per gonfiare surrettiziamente l’organico a scapito dei giovani: una strada inaccettabile nel merito e nel metodo”.

Il Corpo dei Vigili del fuoco, ricorda il coordinatore nazionale della Fp Cgil Vvf, Mauro Giulianella, “ha un’età media molto alta, tra i 45 e 47 anni, e ha bisogno di essere potenziato nell’organico per raggiungere le 40 mila unità operative, dove ne mancano 5 mila, e le 5 mila nel ruolo tecnico professionale, dove la carenza è di circa 2.500. Solo così sarà possibile rendere il Corpo più amato dagli italiani in grado di rispondere alle richieste di aiuto della cittadinanza e intervenire nelle emergenze con maggiore professionalità, tempestività ed efficienza, e la tragedia di Ravanusa è solo l’ultimo esempio, senza ripiegare sugli straordinari”. Da qui l’invito di Giulianella “al Parlamento affinché nelle more di un provvedimento importante come la Manovra non si faccia passare l’indebolimento progressivo dei Vigili del fuoco. Non accetteremo scorciatoie umilianti. Attendiamo invece il bando di un nuovo concorso una volta ultimate le graduatorie esistenti degli idonei per un effettivo e non più procrastinabile potenziamento”, conclude.

Nel febbraio del 2020, Sereni Orizzonti incontra le organizzazioni sindacali confederali FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UILTUCS e UIL FPL prospettando la volontà di avviare una nuova stagione sul tema contrattuale, riuscendo a giungere all’applicazione di un unico CCNL in tutte le strutture gestite dal gruppo ed avviando una nuova fase di relazioni sindacali.

Il confronto viene però interrotto dallo scoppio della pandemia, con tutte le note conseguenze che ciò ha dertemintato nel settore delle residenze socio sanitarie assistenziali, ovvero nell’ambito in cui opera Sereni Orizzonti. Non a caso, alla ripresa della trattativa, nel settembre del 2020, i vertici del Gruppo fanno più di un passo indietro rispetto all’ipotesi di un’unica applicazione contrattuale su tutto il territorio, denunciando difficoltà economiche che di fatto non consentirebbero di poter assumere alcun impegno formale.

Un notevole arretramento si registra anche rispetto alla qualità, da sempre abbastanza carente, delle relazioni sindacali: in molti territori, infatti, il livello di confronto con il Gruppo Sereni Orizzonti si continua a mostrare particolarmente complesso se non addirittura assente. Si sono rilevate decisioni adottate, unilateralmente, dai Direttori delle diverse strutture gestite dal Gruppo, con conseguenze che, in diversi casi, hanno leso i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori operanti nelle suddette realtà aziendali. Sui territori sono quindi state portate avanti importanti azioni di rivendicazione, anche attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni preposte ai controlli.

Tali rivendicazioni hanno finito col costringere i vertici del Gruppo a rivedere le proprie posizioni, cercando nuovamente un confronto, avvenuto nel mese di maggio, con le organizzazioni sindacali confederali in merito all’applicazione di un’unica tipologia contrattuale.

Anche questa volta, però, le dichiarazioni rese dai rappresentanti di Sereni Orizzonti non hanno trovato alcuna conferma nei fatti, visto e considerato che le valutazioni tese a poter considerare l’applicazione del CCNL Coop. Sociali o del CCNL Uneba, anche in modo progressivo e graduale a seconda dell’Indice di Occupabilità Media (IOM) delle strutture, sono rimaste lettera morta. Il successivo incontro, che si sarebbe dovuto tenere il 16 giugno, non ha infatti avuto luogo in quanto il Gruppo si è riservato di effettuare un approfondimento con altre realtà datoriali operanti nel settore socio-sanitario, per giungere ad una proposta contrattuale univoca.

Non essendo però ad oggi pervenuta alcuna proposta da parte di Sereni Orizzonti, considerata la condizione di enorme difficoltà in cui versano i lavoratori operanti all’interno delle strutture, le preoccupazioni collegate al mantenimento di standard di servizio rispettosi dell’utenza, valutata l’impossibilità di avviare un dialogo costruttutivo con il Gruppo, si proclama lo stato di agitazione a livello nazionale, nel rispetto delle Leggi 146/90 e 83/2000. Contestualmente si procede con la formale comunicazione agli organismi preposti di richiesta del tentativo obbligatorio di conciliazione, con la riserva di adottare, in caso di esito negativo, tutte le iniziative che saranno reputate necessarie allo sblocco della vertenza.

FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Franco Berardi
FISASCAT CISL
Aurora Blanca
UIL FPL
Bartolomeo Perna
UILTuCS
Paolo Proietti

In data 7 dicembre 2020 a Roma è proseguito il confronto tra AIAS e le OO.SS. FP CGIL, CISL FP e UIL FPL per il rinnovo del CCNL a seguito dello svolgimento dei tavoli tecnici per aggiornare la parte normativa del contratto. Il confronto ha approfondito le materie che vedono ancora distanza tra le parti, quali rimodulazione del trattamento di malattia, orario di lavoro, vigenza contrattuale e parte economica.

FP CGIL, CISL FP e UIL FPL hanno ribadito la necessità di accelerare il negoziato per giungere alla sottoscrizione del CCNL, che però dovrà essere necessariamente in linea con gli altri CCNL di settore, sia dal punto di vista normativo che economico. In particolare sull’aggiornamento della parte normativa diventa prioritaria la rivisitazione dell’articolato relativo alla malattia e in materia di orario di lavoro, mentre in relazione alla parte economica va ricosciuto un incremento tabellare che vada ad uniformare il CCNL con gli altri contratti di settore.

L’incontro è stato utile anche per avviare un confronto sinottico dei diversi articolati contrattuali dei CCNL di settore. AIAS, pur rimarcando le difficoltà in cui versano alcune strutture, si è resa disponibile a proseguire il confronto, manifestando la volontà di trovare punti di condivisione che portino le parti alla sottoscrizione del CCNL.

Pertanto le parti hanno calendarizzato ulteriori tre incontri per proseguire il negoziato. Gli incontri si terranno nelle date del 13 gennaio, 2 e 24 febbraio 2022.

FP CGIL
M.Vannini
CISL FP
F. Berardi
UIL FPL
B.Perna

Il nostro resoconto sulla due giorni di trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali, insieme al comunicato unitario

Nelle giornate dì lunedì 13 e martedì 14 dicembre è proseguito il confronto tra Aran e Organizzazioni Sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale del Comparto Funzioni Centrali 2019/2021.
Sulla base dì un nuovo testo presentato dall’Agenzia si sono analizzati gli articoli che ancora necessitano dì opportuni adeguamenti per poter dichiarare la trattativa in dirittura d’arrivo.
In particolare, come Funzione Pubblica CGIL, richiamando i motivi per cui abbiamo chiamato le lavoratrici e i lavoratori anche dì questo comparto allo sciopero di giovedì 16 dicembre, abbiamo ribadito la necessità di conoscere gli esiti della discussione alle camere sulla legge di bilancio per capire quali saranno le risorse effettivamente disponibili, sia a sostegno del nuovo ordinamento professionale sia per l’incremento dei fondi di contrattazione integrativa.
In queste settimane, infatti, siamo stati impegnati sul fronte della trattativa contrattuale e su quello delle modifiche da proporre alla legge di Bilancio, per rendere effettivamente esigibile l’obiettivo di permettere al personale delle attuali prime aree, dopo la trasposizione automatica alla nuova area degli operatori, di passare alla nuova area degli assistenti e al personale attualmente inquadrato nelle seconde aree, dopo la trasposizione alla nuova area degli assistenti, di passare all’area dei funzionari. Così come servono risorse adeguate dalla legge di Bilancio per incrementare i Fondi risorse decentrate di tutte le amministrazioni per permettere il concreto avvio delle procedure per le nuove progressioni economiche, oggi rese sempre più difficile per la scarsità di risorse stabili nella contrattazione integrativa.
Al netto di questi aspetti, che dovranno avere risposta nei prossimi giorni e, in ogni caso per noi, dopo lo sciopero generale del 16 dicembre, il confronto è comunque proseguito sul merito per aggiustare, correggere, modificare o perfezionare gli articoli ancora non soddisfacenti nelle formulazioni proposte.
Abbiamo già elencato i risultati ottenuti ieri e lunedì con il comunicato unitario di FP CGIL, CISL FP e UIL PA.
Vogliamo qui sottolineare in particolare l’utilità di una dichiarazione congiunta che dia indicazioni per fare uscire dall’empasse l’Osservatorio istituito dal decreto legislativo 165, e mai riunito, che ha il compito di monitorare e valutare gli atti unilaterali adottati dalle amministrazioni in caso di mancato accordo con le Rsu. Le tutele per i lavoratori che svolgono attività di rappresentanza sindacale.
Sulla parte normativa, il miglioramento degli articoli 32 e 36 del Ccnl 2016/2018 sui permessi personali e per visite specialistiche con l’eliminazione dell’impedimento all’utilizzo nella stessa giornata di più permessi purché non consecutivamente; l’eliminazione della rigidità sul preavviso per l’utilizzo dei congedi riservato alle donne vittime di violenza.
Sulla parte economica la possibilità lasciata alla contrattazione integrativa di elevare i valori di alcune indennità (posizioni organizzative e responsabilità) salvaguardando gli accordi già esistenti; la conferma della normativa per cui al lavoratore che ottiene una progressione tra le aree viene mantenuta la parte di retribuzione eccedente il valore del nuovo stipendio tabellare.
Così come riteniamo utile rinviare ad una sequenza contrattuale successiva ma comunque entro un tempo limitato la definizione degli aspetti di prima applicazione per il personale di ENAC, AGID, ANSFISA e ANSV.
Riteniamo che da qui al 21 dicembre, quando il presidente Aran ha convocato nuovamente le parti con la richiesta che in quella sede si arrivi alla verifica delle disponibilità delle singole organizzazioni a siglare la preintesa, ci siano le condizioni per migliorare ulteriormente il testo che Aran si è impegnata a perfezionare ulteriormente.
In tal senso abbiamo chiesto di rivedere le tabelle degli incrementi contrattuali a regime e i valori degli stipendi tabellari delle nuove aree.
Sappiamo che la legge di Bilancio potrebbe introdurre delle ulteriori modifiche e che proprio per questa ragione domani la nostra categoria è a maggior ragione coinvolta nello sciopero.

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Le Segreterie confederali nazionali di CGIL e UIL hanno proclamato lo sciopero generale di 8 ore per il 16 dicembre, con manifestazione nazionale a Roma e con il contemporaneo svolgimento di analoghe e interconnesse iniziative interregionali in altre 4 città, Bari, Cagliari, Milano e Palermo.

Alla manifestazione nazionale di Roma convocata a Piazza del Popolo alle ore 10 intervengono, tra gli altri, Maurizio Landini, segretario generale CGIL e PierPaolo Bombarieri, segretario generale UIL.
Qui confluiscono le delegazioni di Lazio, Campania, Toscana, Abruzzo, Molise, Umbria, Marche, Romagna.

A Bari la manifestazione si svolge in Piazza Libertà alle ore 10 con la partecipazione delle delegazioni di Puglia, Molise, Basilicata, Calabria. Previsti, tra gli altri, gli interventi di Gianna Fracassi, vice segretaria generale CGIL e Domenico Proietti, segretario confederale UIL.

A Milano il concentramento è in Piazza Castello alle ore 9, al corteo confluiscono le delegazioni di Lombardia, Piemonte, Liguria, Trento e Bolzano, Valle d’Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia. Al comizio di Piazza Sempione all’Arco della Pace intervengono, tra gli altri, Tania Scacchetti, segretaria confederale CGIL e Ivana Veronese, segretaria confederale UIL.

A Cagliari il concentramento è in Piazza dei Centomila dove interviene Roberto Ghiselli, segretario confederale CGIL.
Alla manifestazione di Palermo, convocata alle 9.30 in Piazza Verdi, l’intervento per la segreteria confederale della CGIL è affidato a Emilio Miceli.

Per tutte le manifestazioni interregionali è previsto alle 11.45 il collegamento video con Piazza del Popolo per le conclusioni di Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri.

INSIEME PER LA GIUSTIZIA

La legge di bilancio e i provvedimenti messi in campo non danno risposte sufficienti.
Vogliamo dei cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale.

Insieme per:

  • contrastare la precarietà e garantire occupazione stabile a partire da giovani e donne
  • intervento fiscale equo per i redditi bassi e medio bassi e per maggiore redistribuzione e progressività
  • una seria lotta all’evasione fiscale
  • una riforma delle pensioni che consenta flessibilità in uscita, facilitando chi fa lavori gravosi e i lavoratori precoci, prevedendo la pensione di garanzia per i giovani e la valorizzazione del lavoro di cura
  • la scuola e per un sistema di istruzione di qualità a partire dalla stabilità del lavoro
  • nuove politiche industriali per affrontare la transizione ecologica e digitale
  • dare soluzioni alle crisi industriali, contrastando le delocalizzazioni e con un ruolo forte e protagonista dello Stato
  • per aumentare le risorse per la sanità e per stabilizzare il personale
  • approvare la legge sulla non autosufficienza e aumentarne le risorse
  • ridurre le disuguaglianze a partire dal Mezzogiorno, perché coesione sociale significa non lasciare indietro nessuno

Dallo sciopero è esonerato il settore della sanità pubblica e privata, comprese le RSA, per salvaguardare il diritto prioritario alla salute dei cittadini in questa fase di emergenza pandemica.

Scarica in basso i volantini per i nostri comparti

 

Rappresentanza è DIRITTI, DEMOCRAZIA, PARTECIPAZIONE.
Rivivi l’Assemblea nazionale delle delegate e dei delegati della Fp Cgil del 2 dicembre, promossa in vista del rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego, del 2 dicembre a Roma.
Foto, video e altro di una giornata straordinaria: #Rsu22, #ScegliFpCgil


Volti, sorrisi, parole. In pochi minuti la straordinaria assemblea dei nostri delegati e delle nostre delegate:


La galleria fotografica:


Gli interventi delle lavoratrici e dei lavoratori:


L’intervento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini:


Landini: “Siamo la Cgil, il nostro impegno per cambiare e migliorare la vita delle persone“:


 Grazie a tutte e tutti, da oggi inizia il percorso verso le elezioni #Rsu22: #ScegliFpCgil!:

Il 2 dicembre 1971 con la legge 1044 venivano istituiti i nidi di infanzia comunali. Oggi è necessario lo stesso coraggio politico e molte più risorse per dare questo servizio almeno ad altri 176000 bambini.


Cinquant’anni di servizi dedicati alla tutela e allo sviluppo dei bambini fino a tre anni, di sostegno alla genitorialitá e di emancipazione femminile. Il 2 dicembre 1971 venne approvata la legge per la costituzione di 3.800 nidi di infanzia pubblici sul territorio nazionale. La medesima spinta deve essere utilizzata adesso per incentivare l’avvio di nuove strutture a gestione diretta e assunzioni di personale stabile, per garantire le stesse tutele e qualità volute dalla legge 1044.

Oggi il dibattito che circonda l’obiettivo dichiarato di raggiungere, grazie alle risorse del Pnrr, la copertura, in termini di posti negli asili nido, del 40% dei bambini da 0 a 3 anni, appare sempre più astratto. In primo luogo perché si tratta di un obiettivo ancora limitato, visto che paesi come Francia e Spagna già nel 2019 hanno raggiunto una copertura del 50%.

In secondo luogo perché le risorse destinate per il personale necessario, che pure sembrano tante, ancora sono insufficienti.

Infatti, da una parte le risorse del Pnrr sarebbero destinate a garantire la costruzione o l’ampliamento di strutture tali da garantire un aumento di 176.320 posti addizionali di asili nido. Dall’altra, la legge di Bilancio stanzia 1,1 miliardi a decorrere dal 2026 da destinare alle spese di gestione e del personale di queste strutture.

Si tratta di risorse importanti ma troppo diluite nel tempo e ancora insufficienti.

Per educare altri 176.320 bambini tra zero e tre anni, oltre a quelli che già oggi hanno garantito il servizio, serve molto personale. In Italia le diverse normative regionali impongono un rapporto medio educatore/bambino che, a seconda della fascia di età e della regione varia da 1 a 4 a 1 a 10.

Se si fa una media delle diverse previsioni se ne conclude che servirebbero su tutta Italia almeno 1 educatore ogni 7,4 bambini. Questo significa che nei prossimi anni occorre assumere come minimo 23.827 educatori pedagogici aggiuntivi, garantendo nel mentre l’integrale sostituzione del personale destinato al pensionamento.

Per pagare gli stipendi di questo personale sarebbero necessari almeno 953 milioni di euro. Senza contare il personale ausiliario.

Inoltre, visto che l’Istat nel suo report 2020 su nidi e servizi educativi per l’infanzia attesta che i costi di gestione di un asilo pubblico nel 2017 erano di 8.472 euro per bambino, ciò vuol dire che ai comuni saranno necessari almeno 1 mld e 494 mln di euro per far funzionare i 176.320 posti addizionali previsti.

Non è solo indispensabile quindi aumentare le risorse del fondo di solidarietà comunale portandole almeno a 1,5 milardi. È necessario nel contempo liberare dai vincoli di spesa sulle assunzioni quelle che i comuni faranno per sostituire e ampliare gli organici degli asili nido.

Questo per evitare che mentre si potenzia il servizio dove non c’è, lo stesso venga a regredire là dove già è presente.

Se non si procede in questa direzione non solo sarà impossibile raggiungere gli obiettivi dichiarati ma si assisterà alla strisciante privatizzazione dei servizi già oggi gestiti dai comuni.

Il governo deve essere all’altezza dei suoi obiettivi e deve evitare che venga vanificato quanto fu fatto con legge 1044 del 2 dicembre 1971. Non servono cattedrali nel deserto: servono risorse e personale qualificato dignitosamente retribuito.

‘Serve confronto con la parte politica per capire se trattativa può proseguire’

“Leggendo le proposte avanzate dalla parte pubblica possiamo tranquillamente affermare che non ci sono le condizioni per dire che il confronto per il rinnovo del contratto sia in dirittura di arrivo. Ci sono difficoltà oggettive nella condivisione sia della parte economica che di quella normativa nelle bozze che ci sono state presentate fino ad oggi. Per questi motivo abbiamo chiesto un confronto con la parte politica per capire se ci sono spazi per proseguire la trattativa”. Questo il commento della Fp Cgil dopo l’incontro di oggi per il rinnovo del contratto di lavoro del personale del comparto Sicurezza e Difesa.

“Abbiamo bisogno – prosegue il sindacato – di un confronto vero sul sistema delle relazioni sindacali e non possiamo accettare che resti lo stesso pensato nel 1995, con qualche lieve modifica sulle federazioni sindacali. Abbiamo chiesto più volte di rafforzare gli strumenti di partecipazione, ad esempio istituendo commissioni paritetiche su argomenti importanti come le politiche di genere e il fenomeno dei suicidi dei Poliziotti Penitenziari, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Nella parte economica apprezziamo lo sforzo fatto per istituire un’indennità che vada a remunerare i servizi svolti nelle sezioni detentive, ma questo non può essere fatto sottraendo le risorse da altre indennità che vanno a remunerare i turni notturni o la revoca dei riposi settimanali o da quelle destinate al fondo incentivante. Servono ulteriori risorse da destinare al salario accessorio e per reperirle serve un confronto con i Ministri competenti”, conclude la Fp Cgil.

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