150.000 lavoratori senza contratti da 28 mesi
– Manifestazioni pubbliche in tutte le Regioni d’Italia davanti le sedi regionali di AIOP e ARIS per chiedere la firma del contratto di lavoro prima delle ferie estive, senza ulteriori indugi.
– Incontri delle Segreterie regionali con gli Assessori alla salute
Chiudere gli Ospedali psichiatrici giudiziari: un vero e proprio oltraggio alla coscienza civile del nostro Paese per le condizioni aberranti in cui versano 1.300 nostri concittadini, 300 dei quali potrebbero uscirne fin da ora. Sarà questo il tema della conferenza stampa in programma per domani, martedì 19 aprile, a Roma presso la sede della Regione Toscana in Via Parigi 11 alle ore 11:00. A promuoverla è il comitato ‘Stop Opg’, costituito da diverse associazioni, tra queste anche la CGIL e la FP CGIL, che per l’occasione presenterà la campagna nazionale contro gli Ospedali psichiatrici giudiziari.
Queste le associazioni promotrici del comitato ‘Stop Opg’:
Forum Salute Mentale, Forum per il diritto alla Salute in Carcere, CGIL nazionale, FP CGIL nazionale, Antigone, Centro Basaglia (AR), Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F. Basaglia, Associazione “A buon diritto”, Fondazione Franco e Franca Basaglia, Forum Droghe, Psichiatria Democratica, UNASAM, Società della Ragione, SOS Sanità, Coordinamento Garanti territoriali dei detenuti, Cittadinanzattiva, Gruppo Abele, Grusol, CNCA.
Roma, 18 aprile 2011
Sanità Privata: 150.000 lavoratori da 28 mesi senza contratto
Giovedì 22 maggio 2008 ore 14,00
SIT-IN
di fronte alla sede Nazionale della Conferenza Stato Regioni
in Via Parigi n. 11 – Roma
TESTAMENTO BIOLOGICO
LUNEDI’ 7 MARZO ORE 11,30
SIT IN
A PIAZZA MONTECITORIO ROMA
In occasione della discussione alla Camera dei Deputati del Disegno di Legge concernente “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”.
È stato richiesto al Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, un incontro per consegnare le firme raccolte sull’Appello.
Saranno consegnati anche i video della campagna “io non costringo, curo”.
Intanto continua la raccolta di firme all’Appello sul sito www.fpcgil.it/iononcostringocuro
Il 2 agosto 2011, ricorre il trentunesimo anniversario della strage di Bologna.
Il 2 agosto del 1980 alle 10,25 una valigia imbottita di esplosivo e lasciata nella sala di attesa della Stazione di Bologna cancellava in un colpo la vita di 85 persone e ne feriva 200.
Si è trattato di uno degli atti terroristici più gravi avvenuti in Italia nel secondo dopoguerra.
La Funzione Pubblica Cgil, rinnovando la condanna al vile attentato, si unisce nel ricordo ai familiari delle vittime e a quanti non vogliono dimenticare.
Roma, 1 agosto 2011
Linee guida presentate unitariamente dai sindacati di categoria: dalla tutela del salario e dell’occupazione alla riforma del lavoro pubblico mai realmente intrapresa.
Le categorie della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil chiedono l’apertura di una stagione contrattuale senza aggettivi. Potrebbe essere la sintesi delle linee guida presentate unitariamente dai sindacati di categoria. Perché di fronte al pluriennale blocco imposto ai salari delle lavoratrici e dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni, il sindacato risponde con una piattaforma che non si ferma al solo contratto normativo, come previsto dal governo e dal ministro Gianpiero D’Alia. Non è possibile, sembrano dire i sindacati, una fuoriuscita da questa situazione di stallo che non comporti il recupero del maltolto e un rilancio delle retribuzioni. In questa fase, rischierebbe di essere vissuto come un palliativo. Ma non ci si può fermare solo al fattore economico e bisogna recuperare il filo della riforma del lavoro pubblico, mai realmente intrapreso.
QUANDO IL SILENZIO SAREBBE D’ORO…
Ancora una volta dobbiamo registrare che taluni cercano di approfittare del silenzio di altre sigle, facendo credere al personale che l’eventuale assenza di risposta equivalga alla mancanza di argomentazioni. Non si riesce a comprendere evidentemente che talvolta si giudica più intelligente chi tace, e che, soprattutto, i lavoratori hanno diritto a concretezza e trasparenza.
Giusto per questioni di trasparenza nei confronti dei lavoratori dobbiamo precisare che l’introito per l’elaborazione dei 730 è stato pari a euro 779.494,00 per il 2012 come risorse variabili del FUA. Purtroppo per effetto del tetto massimo stabilito dalle normative, ancora oggi vigenti, e precisamente la legge 133/2008 e la legge 122/2010, abbattute anche del 10% rispetto le cifre del 2010: di fatto a somma spettate è pari a 497.473,07. Ricordiamo che queste norme vengono applicate ad ogni singola voce e che la complessiva quota, derivante dell’elaborazione dei 730, viene utilizzata per incrementare percentualmente il fondo dei dirigenti, per retribuire i colleghi che hanno elaborato i modelli delle dichiarazioni e per incrementare il Fondo delle Ragionerie territoriali dello Stato. Ricordiamo anche che nel FUA le risorse provenienti dalla L. 388/2000 affluiscono al Fondo dei Dirigenti ed al FUA del Personale delle Aree professionali come somme variabili. Infine va precisato che l’Accordo nazionale, inerente, tra l’altro, il servizio di assistenza fiscale, è stato sottoscritto, per l’anno 2012, in data 11 giugno 2013, da tutte le OO.SS.
Questo è quello che i fatti e la documentazione rivelano e chiariscono, se poi qualcuno pensa o è sicuro che i dirigenti generali e di seconda fascia degli uffici abbiano applicato gli accordi attribuendo un’interpretazione unilaterale, o abbiano agevolato alcuni soggetti invece che altri è giusto che l’amministrazione paghi e che la magistratura faccia il suo corso, ma che questo venga utilizzato per dire che tutti sono in qualche modo “sospetti” o servi (di cosa o di chi?) non serve a far incrementare le somme che leggi “ghigliottina” hanno prelevato dalle retribuzioni dei pubblici dipendenti.
Taluni asseriscono che grazie alle loro pressioni sono state recuperate delle somme assegnate al Gabinetto del Ministro e che grazie a loro sono stati cambiati i criteri di assegnazione dei turni e reperibilità. Per onestà intellettuale rispondiamo, a queste affermazioni, che l’accordo di assegnazione di somme al gabinetto, siglato nel lontano 2001 per evitare un’emorragia di risorse a svantaggio di tutti i lavoratori, è stato disdettato, dalle stesse sigle sindacali, già firmatarie, (all’epoca la Cisl non sottoscrisse l’accordo) per motivi di trasparenza nella distribuzione delle risorse. Per quanto riguarda i turni e le reperibilità si è deciso di firmare un nuovo accordo perché sono nate nuove esigenze dettate dalla riorganizzazione stessa del Dicastero.
Taluni, spacciandosi per quello che non sono, distribuiscono giudizi sull’operato altrui, riservando a se stessi il ruolo di “migliori”.
E’ questo un terreno che non vogliamo praticare, quanto piuttosto, rifiutando le provocazioni e lavorando correttamente, cerchiamo di difendere quanto già raggiunto e possibilmente migliorare gli Accordi in progressione.
Roma, 12 marzo 2014
FP CGIL CISL FP UILPA
Daniele NOLA Paolo BONOMO Andrea G. BORDINI
Tutto il sistema dei beni culturali è colpito dall’ennesima vicenda dei crolli verificatesi a Pompei, che pone drammaticamente in luce la grave situazione di crisi organizzativa vissuta all’interno del sito e gli incommensurabili ritardi che si registrano rispetto alla spesa degli ormai celebri 105 milioni donati dall’Europa. Una situazione divenuta talmente paradossale al punto di scatenare ormai la facile ironia da sketch televisivo.
Pompei muore di emergenza, muore di allarmismi e muore di ignoranza. Non solo di burocrazia: questo riguarda scelte sbagliate che hanno posto la gestione del sito sotto una interminabile procedura di tutela che va dal protocollo di legalità alla direzione generale di progetto. Tutte operazioni di difficile gestione, ove il rischio delle sovrapposizioni burocratiche e la lentezza dei controlli sono fattori quasi ineludibili. La direzione di progetto solo in questi giorni sta completando il suo organigramma tramite la pubblicazione di due bandi di reclutamento di personale in comando dal MIBACT o da altre amministrazioni. Bando su cui potrebbero esserci difficoltà di reclutamento: nessun vantaggio infatti è previsto per i lavoratori che dovessero decidere di partecipare. Quindi la Direzione Generale di progetto ancora non ha trovato il suo assetto ideale, mentre sempre in questi giorni si è insediato il nuovo Soprintendente, prof. Osanna.
Noi abbiamo giudicato positivamente l’idea di ricreare una Soprintendenza autonoma specifica per i siti di Pompei, Ercolano e Stabia e quindi riteniamo che la vera scommessa organizzativa riguarda il rilancio di un progetto specifico che possa ridare al sito la sua antica funzionalità rispetto ai processi manutentivi e, più in generale, alle disastrate linee produttive che riguardano tutti gli altri settori di attività. I nostri delegati sul territorio non si stancano di ripetere che il problema, il vero nodo, è nella progressiva perdita di capacità produttiva del sito, dovuta all’impoverimento degli organici e ai tagli progressivi al bilancio. Quindi scarsità di risorse umane, in particolare delle professionalità che dovrebbero garantire una corretta applicazione dei processi di manutenzione, scarsità di risorse economiche per la manutenzione ordinaria ed un progressivo degrado organizzativo conseguente a questo ed al fatto che il sito di Pompei è stato per troppi anni un luogo di sperimentazione organizzativa fatta sulla sua carne viva e con i risultati che possiamo tutti vedere. Non vorremmo adesso trovarci di fronte a nuovi scenari organizzativi: lo diciamo con franchezza al Ministro Franceschini. Non serve, va bene così. Serve invece un investimento organizzativo che faccia tornare il lavoro protagonista nella gestione e valorizzazione del sito: servono operai manutentori e tecnici, custodi e amministrativi. Non c’è solo la scadenza del 2015 per spendere i 105 milioni, serve un progetto di ampio respiro che dia certezze per il futuro, che riporti nell’ordinario gli interventi che adesso sono straordinari, bisogna abbandonare la logica dell’emergenza che tanti guasti ha creato.
Non solo Pompei, che non è altro che lo specchio della situazione nella generalità dei siti Mibact. In allegato vi inviamo il comunicato stampa delle nostra Federazione di Venezia, che chiede, senza mezzi termini la rimozione del Soprintendente al Polo Museale. Abbiamo la situazione di Torino con il fantomatico Polo Reale inventato dal Direttore Regionale e sfacciatamente venduto come un progetto di grande innovazione organizzativa (forse perchè non previsto in nessun atto della disdicevole burocrazia), la situazione del Polo di Firenze, che riguarda rapporti malati con il concessionario. E potremmo continuare con Roma, Salerno, Taranto, Crotone, Pisa (dove il sindaco ha chiesto che siano i volontari a tutelare il patrimonio, con tanto di appoggio della locale Soprintendenza, come se la conservazione e la tutela fossero un compito che chiunque può svolgere!). Insomma la generalità dei siti, dei musei, per non parlare di archivi e biblioteche sta ormai arrivando al punto di non ritorno se non si inverte la rotta da una politica di compressione del servizio pubblico, inversione di cui non si vede luce.
Per questo chiediamo al nuovo Ministro un atto di coraggio, se veramente si vuole mettere la cultura al centro delle prospettive di sviluppo nel nostro paese si devono considerare politiche di investimenti che siano anticicliche, senza pezze a colori. Da questo punto di vista almeno noi vogliamo rassicurare i nostri interlocutori: noi non siamo contrari agli investimenti dei privati nel beni culturali, siamo semplicemente contrari a logiche di profitto gestionale che ben poco hanno a che vedere con il mecenatismo e, già che ci siamo, riteniamo non congrue iniziative come cene, discoteche, sfilate di moda nei luoghi della cultura. E non perchè abbiamo una visione elitaria: i nostri buoni e danarosi borghesi possono fare erogazioni ed avere riconoscimenti sociali perchè l’hanno fatto, non in premio una cena di gala a Galleria Borghese.
Adesso Della Valle è diventato quasi un martire della burocrazia per via del suo contestato contributo al restauro del Colosseo, noi vogliamo sommessamente ricordare che in tribunale è stato trascinato da una associazione dei consumatori, che fanno della lotta ai burocrati una loro bandiera. Ma tutto fa brodo, anche pagine su media importanti come la Repubblica che riversano sulle Soprintendenze responsabilità sul degrado generale. Noi, che le responsabilità di questa Amministrazione le denunciamo quotidianamente, riteniamo queste analisi come il classico osservare il dito e non quello che il dito indica e vi alleghiamo una risposta inviata e ignorata dal giornalista, a firma di una nostra delegata RSU, Funzionaria alla Soprintendenza Beni Artistici e Storici bolognese, che in modo chiaro e del tutto condivisibile descrive il milieu nel quale sono costretti ad operare i nostri lavoratori.
21.200 disoccupati laureati.
Il frutto del famoso bando dei 500 stagisti è tutto in questo numero: nemmeno una articolata ricerca sociologica avrebbe potuto fare di meglio. Noi abbiamo sicuramente 21.200 laureati in discipline afferenti ai beni culturali, rigorosamente under 35, che stanno a spasso e che, pur di non starci, fanno domanda per un bando senza prospettive. Ecco, signor ministro, i numeri da cui partire, le responsabilità che ci dobbiamo assumere se veramente vogliamo immaginare un futuro per i nostri giovani e per il nostro patrimonio.
La lista Guarany
In allegato vi inviamo la nostra nota unitaria di risposta alla Circolare 97 della DG OAGIP. A proposito di questo curioso modo di comunicare dell’amministrazione ci viene da pensare che ci vogliono rubare il mestiere, facendo comunicati al posto delle circolari. Non sia mai dovessimo confrontarci con una lista Guarany alle prossime elezioni RSU…..
Roma, 12 marzo 2014
FP CGIL MIBACT
Claudio Meloni
Nel pomeriggio di ieri si è svolto un ulteriore incontro presso il Comitato centrale della Croce Rossa Italiana per la definizione delle regole di raccordo tra i contratti Epne/Anpas.
In apertura di riunione il Presidente nazionale ha comunicato la propria disponibilità a posticipare di qualche mese il termine per il diritto d’opzione da parte dei lavoratori interessati, rispetto alla scadenza del 31 marzo 2014 indicata nella bozza di decreto del Ministro della Salute da emanare ai sensi dell’art. 1 bis del D.lgs. 178/2012 e s.m.i., nonché di rinnovare i contratti individuali con riferimento al comparto Epne in caso di scadenza degli stessi prima del termine delle convenzioni in essere e fino alla scadenza delle medesime.
Abbiamo preso atto di tali disponibilità, ciò nonostante Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa hanno ribadito con determinazione che occorre garantire, in tutti i passaggi applicativi della riforma, gli attuali livelli occupazionali e retributivi di tutti i lavoratori della CRI.
Al termine di un lungo e franco dibattito, che ha registrato posizioni diverse si è concordato di aggiornare la riunione al prossimo 17 marzo in sede tecnica e successivamente al 20 marzo in sede politica per risolvere i nodi irrisolti e nel caso cominciare ad elaborare, con documenti scritti, le norme di raccordo. Se dovessimo registrare chiusure sostanziali alle nostre richieste da parte delle controparti sarà inevitabile il ricorso alla mobilitazione.
Vi terremo informati degli sviluppi.
Roma, 11 marzo 2014
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Paolo Bonomo Gerardo Romano
Si è svolta ieri la riunione conclusiva sul FUA 2013: pur avendo fornito un grande contributo alla discussione, che ha permesso di migliorare il testo in molti punti, non abbiamo ritenuto possibile firmare un accordo che di fatto ripristina l’odioso “Fondino” alla Corte dei Conti.
La parte relativa alla produttività individuale, anche se vede formalmente espunta la dicitura 30% e le tabelle con il numero dei premi, mantenendo la quota fissa e non frazionabile da destinare ai singoli in 550€, di fatto esclude a priori la maggioranza del personale dalla produttività individuale. Una modifica solo formale e non sostanziale (come affermato anche dallo stesso Segretario Generale nella trattativa). Una questione che nel merito applica in modo, se possibile, peggiorativo la legge 150 che abbiamo combattuto e che vogliamo superare per riportare al centro la contrattazione. Inoltre la valutazione è fatta in maniera unilaterale dalla dirigenza, senza possibilità di contestazione da parte del singolo, in base a un sistema discrezionale che, pur riportando la dicitura “Sentite le OO.SS.“, di fatto, non ha visto la nostra collaborazione. Ad aggravare ciò la sospensione dei gruppi di lavoro paritetici che dovevano monitorare il sistema di valutazione che, ad oggi, si è dimostrato fallimentare.
Nonostante le nostre proposte di collaborazione, ovvero la possibilità di introdurre la somma dei 550€ come tetto massimo, in modo da includere potenzialmente tutti i lavoratori, l’Amministrazione si è dimostrata sorda e irragionevole su questo tema dimostrando di non conoscere evidentemente, come invece segnalano studi all’avanguardia, quale siano le vere forme di incentivazione per ottenere maggiore produttività e partecipazione da parte dei lavoratori.
Escluderli a priori, lasciando tutto in mano alla dirigenza che decide, per stessa ammissione della parte pubblica, non in base a criteri obiettivi ma anche semplicemente in base a logiche di ‘quieto vivere’, significa di fatto disincentivare i lavoratori.
La FPCGIL da tempo persegue l’applicazione della valutazione in base al CCNL e rifiuta qualsiasi logica prestabilita dalla Legge 150 che prevede sistemi unilaterali di valutazione che, in quanto tali, non possono essere obiettivi né possono garantire l’effettiva incentivazione dei dipendenti.
Continueremo coerentemente la nostra battaglia per cancellare le norme che sino ad oggi hanno impedito la contrattazione e faremo di tutto perché il ‘fondino’, che ci riporta tristemente indietro nel tempo, venga cancellato dai prossimi accordi della Corte dei Conti.
Non riteniamo possibile sottoscrivere “brutti accordi” che danneggiano i lavoratori usando come giustificazione la crisi economica: così si svendono diritti duramente conquistati per quattro soldi.
Roma, 11 marzo 2014
Per FP CGIL Funzioni Centrali
La coordinatrice nazionale
Francesca De Rugeriis
Comunicato stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp Cgil e Francesco Quinti Responsabile Nazionale Fp Cgil Comparto sicurezza
Roma, 20 febbraio 2014
“Siamo stanchi di assistere a queste barbarie nel colpevole e assordante silenzio delle istituzioni e di una opinione pubblica ormai assuefatte al dramma delle carceri italiane e degli uomini e delle donne in divisa”. Con queste parole Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp-Cgil, e Francesco Quinti, Responsabile Nazionale Fp-Cgil Comparto sicurezza, commentando l’ennesima tragedia consumatasi ieri pomeriggio nel carcere di Novara con il suicidio di un soprintendente della Polizia Penitenziaria.
“E’, come diciamo da tempo, una vera e propria crisi umanitaria, a cui le istituzioni assistono pressoché inermi. Circa 80 i suicidi tra poliziotti solo negli ultimi 10 anni, un dramma forse figlio di una politica miope e parziale, esclusivamente orientata a tentare di risolvere l’emergenza carcere con provvedimenti incapaci di fare sistema. Concepiti – continuano i due sindacalisti – senza tenere nella opportuna considerazione anche gli aspetti organizzativi, i diritti e le esigenze del mondo del lavoro in carcere e, soprattutto, del personale della Polizia Penitenziaria, che nel sistema vive e lavora h24, cercando di operare al meglio per garantire i compiti affidati.”
“Gli agenti del Corpo – prosegue la nota – oltre a dover sopperire alla carenza di organico di circa 8000 unità, paradossalmente, devono assecondare anche le presunte innovazioni apportate al sistema penitenziario, i cui effetti vengono di fatto totalmente scaricati sulla Polizia penitenziaria, causando demotivazione e un aumento esponenziale dei carichi di lavoro. Servono rimedi urgenti sul versante dell’implementazione del personale da impiegare negli istituti di pena, occorre avviare una riflessione complessiva e urgente sull’organizzazione del lavoro richiesta alla luce dei nuovi impegni a cui è chiamata a rispondere la Polizia Penitenziaria, ma occorrono soprattutto provvedimenti di concreto sostegno al personale che opera a contatto con i detenuti, interventi immediatamente praticabili ed esigibili dagli operatori coinvolti, come ad esempio i presidi psicologici territoriali”.
“Nell’esprimere tutta la nostra solidarietà ai familiari e ai colleghi del sovrintende scomparso – concludono i Fratini e Quinti – ci rivolgiamo a quella parte della politica che ha avuto l’incarico di formare il nuovo Governo del Paese, auspicando che sappia presto individuare per il gravoso compito di Ministro della giustizia una persona realmente competente e capace”.
Roma, 12 febbraio 2014
“E’ un bene che si sia usciti dallo stallo con la nomina del commissario Vittorio Conti, a cui vanno i nostri auguri di buon lavoro e la disponibilità ad aprire subito un confronto sulla riorganizzazione dell’ente. Ma è proprio questo il punto dolente: non basta il mandato a tempo, serve un progetto di governance chiaro. Di per sé un mandato a scadenza così breve non è una garanzia e rischia solo di dilatare i tempi della riforma del nouvo Inps”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale della Fp-Cgil Nazionale, commenta la nomina del nuovo presidente dell’Inps.
“L’era Mastrapasqua – continua la sindacalista – ha mostrato, al netto dei rilievi delle indagini in corso e dei conflitti di ruolo per le troppe cariche ricoperte, la necessità di una ristrutturazione dell’ente e di una nuova governance. Una necessità ancor più impellente all’indomani dell’accorpamento con Inpdap ed Enpals, avvenuto in assenza di una visione”.
“L’accorpamento poteva essere l’occasione per rilanciare l’ente. Oggi rischiamo che anche questo avvicendamento sia un’occasione mancata di riforma e – conclude Dettori – non crediamo che il Paese possa permettersi ulteriormente di tergiversare”.