Comunicato stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil- Fpl e UIl-Pa
Roma, 19 dicembre 2013
“Da mesi il Ministro D’Alia, in sintonia con il resto dell’esecutivo, continua a dichiarare ai giornali ciò che il Governo intende fare sul lavoro pubblico. Anche oggi è intervenuto per ‘rassicurare gli statali’ dicendo che ‘i sacrifici economici sono finiti’. Noi diciamo al Ministro che ascoltiamo le rassicurazioni, ma che per tranquillizzare i lavoratori le parole non bastano. Per quanto ci riguarda nel 2014 si apre la stagione contrattuale e presenteremo al Governo la nostra piattaforma per il rinnovo, tanto per la parte normativa quanto per quella economica”. Con una nota congiunta Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Govanni Torluccio e Benedetto Attili, Segretari Generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, commentano le dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Funzione Pubblica Gianpiero D’Alia in merito al contratto nazionale dei lavoratori pubblici, che secondo il responsabile di Palazzo Vidoni verrà rinnovato in prima battuta l’anno prossimo per la sola parte normativa.
“La perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni – aggiungono i quattro sindacalisti – ormai supera mediamente i 250 euro mensili per dipendente. Non ci basta sentir affermare che i sacrifici sono finiti, servono proposte concrete per riorganizzare gli enti, migliorare i servizi e sostenere le retribuzioni dei lavoratori. E’ su questo che sfidiamo il Governo. Ed è su questo che vogliamo impegni precisi da parte del Ministro”.
“Informiamo quindi il Governo che abbiamo già predisposto le piattaforme unitarie per il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti, piattaforme su cui verranno effettuate le consultazioni tra i lavoratori a partire dal prossimo gennaio. In assenza di risposte adeguate – concludono Dettori, Faverin, Torluccio e Attili – alla consultazione faremo seguire la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil- Fpl
Roma, 12 dicembre 2013
I lavoratori precari della sanità e della ricerca biomedica possono guardare con più serenità al futuro e con loro i cittadini che beneficiano delle loro competenze. L’impegno che il sottosegretario alla Salute Paolo Fadda aveva preso alcuni giorni fa di fronte ai sindacati di categoria Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Fpl, siglando il protocollo d’intesa sul precariato in sanità, si è tradotto in una direttiva alle Regioni per la proroga di tutti i contratti di lavoro in essere fino al 31 dicembre 2016.
“È un risultato importante ottenuto grazie al nostro impegno e alla serietà con cui lo hanno fatto proprio gli interlocutori istituzionali, riconoscendo così il ruolo irrinunciabile dei professionisti sanitari, tecnici e di assistenza per la tenuta e il livello qualitativo dell’intero sistema. Un risultato, inoltre, che dimostra quanto sia utile e fruttuoso un approccio partecipativo per affrontare i problemi di un settore tanto delicato” sottolineano le federazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
“Si tratta ora di portare il percorso fino in fondo con altrettanta serietà e concretezza” proseguono i sindacati, “vigileremo sulle prossime tappe con la stessa attenzione e la stessa apertura al confronto con cui siamo riusciti a mandare in porto il provvedimento più urgente”. Per Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl “si dovranno definire e finalizzare tutti i punti contenuti nel testo di DPCM condiviso contestualmente alla stipula del protocollo d’intesa, in modo che le Regioni – incluse quelle sottoposte a piani di rientro – possiedano le coordinate e gli strumenti normativi adeguati per poter inserire in organico tutte le professionalità di cui c’è bisogno, evitando di ricadere in usi impropri del lavoro “atipico”. E che siano stimolate in futuro ad avviare con le Aziende sanitarie una programmazione realistica dei fabbisogni di personale”.
Al Ministro della Giustizia
Pref. Annamaria Cancellieri
Al Presidente della Commissione
Giustizia del Senato della Repubblica
Sen. Nitto Palma
Al Presidente della Commissione
Giustizia della Camera dei Deputati
On. Donatella Ferranti
Le scriventi OO.SS. pongono nuovamente all’attenzione delle SS.VV. una delicata questione più volte sollevata in precedenza.
A breve verrà approvato il decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria, che costituisce certamente a nostro avviso un importante passo contro il sovraffollamento carcerario.
Tuttavia tale DL, operando una deflazione della misura intramuraria, inciderà però sul sistema dell’esecuzione penale esterna: ciò richiederà un forte impegno delle figure professionali dell’area trattamentale che come voi ben sapete sono del tutto insufficienti sia nell’Amministrazione penitenziaria che nella Giustizia Minorile.
Pende su queste figure, nonostante le nostre ripetute grida di allarme, la scure della Spending Review che ha esentato il personale del DOG ma non quello del Dap, della DGM e degli Archivi Notarili.
Se non si vogliono vanificare gli esiti del DL n. 146 è necessario ed urgente trovare un rimedio immediato ai suddetti tagli e anche pianificare una seria politica di rafforzamento del personale dell’area trattamentale.
Se non si tiene conto di questo qualunque provvedimento avrà esiti limitati e non porterà il paese fuori dal rischio di ulteriori condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Roma, 10 gennaio 2014
Chiaramonte Bonomo Turco
FPCGIL CISL FP UILPA
Nella giornata del 23 dicembre scorso il Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca, prof. Esposito, nel corso di una riunione appositamente convocata, ha informato che l’Amministrazione ha applicato i tagli previsti dall’art. 2, comma 11, lettera a) del Decreto Legge 95/2012 alla dotazione organica dei dirigenti nella misura del 20% ed a quella del personale delle aree nella misura del 10%.
La riorganizzazione comporterà quindi una riduzione del numero degli uffici dirigenziali che saranno complessivamente pari a 55 unità, di cui 33 afferenti al ruolo agricoltura (3 dell’ex Assi) e 22 al ruolo ICQRF. I dirigenti attualmente in ruolo sono invece 57, con un esubero teorico di due unità mentre, per quel che riguarda il personale delle aree, il taglio ha sostanzialmente azzerato le vacanze in organico, riducendole a complessive 12 unità.
Questa manovra pertanto non ha comportato alcun risparmio significativo per il bilancio dello Stato, ma ha solo compresso le prospettive occupazionali, riducendo al minimo il fabbisogno relativo. Una manovra sbagliata che, senza portare benefici economici, comporta una diminuzione dei servizi, a cominciare da quelli direttamente erogati ai cittadini.
Il Capo Dipartimento ha comunicato inoltre che, su indicazione del Ministro, è stata avviata la procedura di pensionamento obbligatorio (sulla base delle esigenze organizzative del ministero) di due dirigenti di prima fascia (*), per i quali la fuoriuscita avverrà a sei mesi dalla notifica della procedura (cioè a metà aprile) e che il Ministro intende esercitare a breve la medesima facoltà anche per 11 dirigenti di seconda fascia (*).
Ed inoltre siamo stati informati del fatto che i quattro dirigenti incaricati dall’ex ministro Francesco Saverio Romano ai sensi del D.lgs. 165/01, art. 19, comma 6, hanno vinto il ricorso avverso al licenziamento ma, a differenza che in passato, ove ricorsi identici erano già stati vinti dai soggetti licenziati senza diritto al reintegro, questi ultimi dovranno essere anche reintegrati nella funzione e, quindi, ad essi andranno affidati nuovamente degli uffici.
Su questa scabrosa questione, è possibile che nessuno ponga la domanda: chi paga? Noi vogliamo ribadire, per l’ennesima volta, che la FP CGIL è da sempre stata contraria alla legge 145/01 (legge Frattini), una legge che ha prodotto solo stratificazioni di personale dirigenziale che aggrava notevolmente i costi del personale senza che ne esista una reale necessità e la cui designazione è spiegabile solo nell’ambito di logiche spartitorie di bassa politica.
Il Prof. Esposito ha infine comunicato che l’Amministrazione procederà all’assunzione di alcuni dirigenti dell’ultimo concorso espletato mentre nulla è dato di sapere se e quando il ministro intenda procedere alle nomine dei dirigenti di prima fascia.
Noi riteniamo che una vera riorganizzazione funzionale che mira ad un vero risparmio e che quindi che si prefigga l’obiettivo dell’efficienza si realizzerà solo quando si avrà il coraggio di puntare ad una struttura di vertice più leggera applicando i tagli a partire dalle posizioni di vertice e cioè attraverso una riduzione delle direzioni generali e dei dipartimenti che, francamente, non trovano nessuna giustificazione se non nella moltiplicazione di poltrone.
Stupisce infatti che a nessuno salti all’occhio che dopo tre riduzioni delle dotazioni organiche, l’una successiva all’altra, non sia mai seguita una riduzione dei posti da Capo Dipartimento o da Direttore Generale. Strano? Evidentemente per qualcuno no!
Noi riteniamo che i numeri parlino da soli e, per questo, ricordiamo che il D.L. 95/12 si prefiggeva l’obiettivo di ridurre il rapporto tra dirigenti e dipendenti almeno ad 1/40, ma nel nostro ministero tale rapporto è stato portato solo a circa 1:27 (peraltro senza ricomprendere nel computo i dirigenti generali!) mentre, tanto per fare un esempio, al Ministero dei Beni Culturali questo rapporto è pari a 1/107!
Come dire? Tra il dire e il fare c’è (sempre) di mezzo il mare!
Roma 10 gennaio 2014
p. la FP CGIL Mipaaf
Savino Cicoria
Roma, 10 gennaio 2014
Al Presidente
Al Direttore Generale
della Croce Rossa Italiana
L’inizio del nuovo anno doveva rappresentare per la CRI e per i lavoratori una prima importante scadenza dell’agenda del passaggio da ente pubblico ad associazione di promozione sociale.
Registriamo da diverse zone d’Italia da parte dei comitati locali comportamenti che contraddicono le dichiarazioni del Presidente e rischiano di mettere in discussione il punto di equilibrio raggiunto nelle riunioni che si sono svolte nei mesi di novembre e dicembre.
Sono giunte comunicazioni di termine del rapporto di lavoro a dipendenti a tempo determinato che avevano vinto la causa per la stabilizzazione; sono stati rinnovati contratti per un numero inferiore di ore rispetto a quelle svolte fino al 31 dicembre 2013 pur in presenza di convenzione; si parla con disinvoltura di contratti di lavoro che possono proseguire come interinali.
E’ noto che la posizione delle nostre organizzazioni in merito ai contratti di lavoro a tempo determinato stipulati per convenzioni è che essi siano rinnovati, per effetto della legge, e a questo continuiamo a richiamare la vostra attenzione anche allo scopo di non appesantire ulteriormente il contenzioso e di accrescere la confusione esistente.
Se la riforma della CRI dovesse – in seguito ai comportamenti segnalati – determinare un peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, sarà la riforma stessa a essere messa in discussione.
Riteniamo pertanto necessario un incontro urgente.
Distinti saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA FIALP CISAL
Arnone Bonomo Romano Maracchioni
Alleghiamo il decreto di nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei Revisori dei Conti della Cassa di Previdenza e Assistenza del Ministero Infrastrutture e Trasporti.
La prima riunione di insediamento è prevista presumibilmente entro la fine del mese di gennaio 2014.
Al Capo Dipartimento
dell’Organizzazione
Giudiziaria
Pres. Luigi Birritteri
Al Direttore Generale della DGSIA
Dr.ssa Daniela Intravaia
Abbiamo nel corso dello scorso anno più volte sollecitato, senza esito alcuno, un incontro con la Direzione Generale della DGSIA in quanto ci era giunta notizia di una distribuzione dei 100.000 € destinati alla produttività della DGSIA poco trasparente.
I criteri con i quali sono stati distribuiti i suddetti fondi non solo non corrispondono con quelli stabiliti nell’accordo nazionale ma, nonostante le nostre ripetute richieste, non sono stati contrattati con le OO.SS. nazionali né territoriali.
Risulterebbe infatti che i fondi siano stati distribuiti in base a criteri stabiliti unilateralmente dalla Direzione e che abbiano scontentato così moltissimi lavoratori che sono stati esclusi senza conoscere le cause della propria esclusione.
E’ pertanto chiaro che è stata adottata una procedura inusuale per la distribuzione dei fondi e dunque, per cercare di far fronte alle numerose lamentale ed evitare che ciò si ripeta in futuro, chiediamo che la DGSIA renda pubblici i criteri adottati per valutare se questi rispondano a meno alle norme ed ai criteri concordati.
Restiamo in attesa di un sollecito riscontro.
Roma, 10 gennaio 2014
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Nicoletta Grieco
10.01.2014 – Pagamento arretrati contrattuali – Nota al Capo Dipartimento
La Funzione Pubblica, due anni fa, ha condiviso con lo SPI la necessità di avviare un percorso di ricerca in merito alle residenze per la terza età.
La prima parte della ricerca, centrata più su aspetti quantitativi, ha evidenziato la presenza di diversi CCNL applicati (18) e di condizioni diversificate rispetto alle condizioni di lavoro e di garanzia dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
La seconda parte della ricerca, quella qualitativa, ha affrontato temi, quali rispetto dei diritti degli ospiti, percorsi di accoglienza, processi assistenziali, che evidenziano la complessità di queste strutture.
La ricerca ha riguardato 4 strutture pubbliche (non gestite da amministrazioni locali): 2 in Friuli (Trieste e Muggia), una in Toscana (Prato) e l’altra in Puglia (Bari).
Il lavoro sul campo ha combinato: analisi documentale, osservazione etnografica, interviste qualitative, focus group e colloqui liberi, realizzati grazie al supporto logistico ed organizzativo delle strutture locali del sindacato.
La prima parte della ricerca qualitativa ha riguardato i diversi contesti regionali e territoriali dal punto di vista normativo, dei fabbisogni, e dei servizi esistenti sia pubblici che privati.
Sono stati presi in esame alcuni aspetti delle singole strutture: dimensioni, numero di ospiti, posizione rispetto al centro cittadino, strutturazione del servizio (gestione e personale coinvolto).
I risultati confermano la necessità di regole di accreditamento condivise e focalizzate sulla qualità del servizio alla persona, che mettano davvero al centro la persona, sia utente sia operatore, e la necessità di una forte regia e controllo pubblico, per rispondere al meglio alle reali necessità degli anziani, delle loro famiglie e di chi lavora in queste strutture, che non possono e non devono essere l’unica risposta, ma essere parte di un’offerta diversificata, mirata al mantenimento dell’autonomia della persona nel proprio contesto di vita.
La seconda parte della ricerca ha mirato a valutare la qualità dei processi di cura.
Un primo elemento di indagine ha riguardato le modalità di accesso alle strutture, e le modalità di valutazione dello stato di salute/bisogno dell’anziano.
Sono state rilevate modalità di accesso diversificate, che mettono in luce la necessità di ragionare sui punti unici di accesso sia per la valutazione complessiva sullo stato di salute e di bisogno dell’anziano, che per cercare, quando possibile, un’alternativa alla istituzionalizzazione
Il secondo elemento analizzato ha riguardato i luoghi di vita degli anziani e gli spazi di lavoro degli operatori.
Gli spazi riproducono sempre la strutturazione dei reparti geriatrici degli ospedali, così come l’organizzazione dei tempi di vita degli anziani, in particolare nella rigidità degli orari, nelle prestazioni organizzate e valutate solo in termini di minutaggi, in modo che l’organizzazione del lavoro risulta centrata sulle procedure e sul risparmio, piuttosto che sui bisogni dei pazienti.
Il terzo elemento analizzato ha riguardato le condizioni di salute degli ospiti e come, sulla base di queste, sono collocati all’interno delle strutture.
L’ultimo elemento analizzato ha riguardato direttamente i lavoratori, le loro condizioni di lavoro, le problematiche quotidianamente affrontate, la formazione e le vertenze.
Il dato che emerge, drammaticamente, è che la spersonalizzazione degli ospiti corrisponde ad una spersonalizzazione degli operatori, che non riescono ad instaurare una vera relazione con l’anziano, costretti a rincorrere i tempi dettati dai minutaggi, dalla rigidità dei tempi dettata dall’organizzazione e del lavoro.
Un tema molto presente è stato quello della salute e sicurezza sul lavoro, in molti casi infatti, oltre al rischio di burn out, le condizioni ed i tempi di lavoro (per esempio, l’assenza di dispositivi per la sicurezza o l’impossibilità ad usarli) spesso peggiorano le condizioni di salute dei lavoratori.
Le risposte dei lavoratori, che spesso raccontano prima delle difficoltà degli ospiti, e solo successivamente dei propri problemi, evidenziano il nesso inscindibile fra qualità dei servizi e qualità del lavoro, ed il bisogno di una rinnovata alleanza fra cittadini utenti ed operatori, a garanzia di trasparenza, qualità delle prestazioni, partecipazione democratica ai processi.
09.01.2014 – Lampedusa – Proroga trasferimenti temporanei C.S.
Di seguito, in allegato, la nota che abbiamo inoltrato ieri, relativa all’applicazione della legge 68/99 che riguarda le assunzioni di categorie protette, riteniamo utile precisare pubblicamente ed in risposta ad alcune critiche che ci sono pervenute e riferite al fatto che nel comunicato del 2 gennaio non abbiamo affrontato la questione del personale idoneo ai passaggi tra le aree, precisando che questo è dovuto semplicemente a motivi di tempo e di spazio comunicativo, e non certo perchè vogliamo trascurare questo problema, la cui risoluzione, ancorchè assai complicata, è per noi un nodo centrale se veramente si vuole affrontare sistematicamente e strategicamente una politica sugli organici del Mibact.
Allo stesso tempo non possiamo nascondere ai lavoratori le difficoltà oggettive derivanti da un blocco normativo che è stato ribadito purtroppo dall’ultima legge sulla Pubblica Amministrazione, la 125/2013, su cui è intervenuta con una interpretazione se possibile ancora più restrittiva la Funzione Pubblica con la Circolare n.5 del 3 dicembre scorso.
Blocco normativo e blocco salariale che rendono ogni giorno più evidenti le conseguenze nefaste sui lavoratori pubblici e che, a seguito della vicenda della richiesta, poi rientrata, di restituzione degli scatti ai lavoratori del comparto scuola, stanno finalmente emergendo nelle sue giuste dimensioni a livello di opinione pubblica.
Per quanto riguarda il merito del problema noi lo porremo unitariamente ai tavoli politici sugli organici e sulle relazioni sindacali, convocati il 22 gennaio prossimo venturo, chiedendo al Ministro un impegno politico anche su questa vicenda. E, nelle more di ulteriori approfondimenti, vogliamo semplicemente rassicurare i lavoratori interessati che il nostro impegno su questa delicata vertenza non viene meno, dobbiamo solo misurare i nostri passi in un contesto normativo assai ostile.
Manifestazione 500no al MIBACT
come preannunciato il giorno 11gennaio, dalle 10.00 alle 14.00, si terrà a Roma, in Piazza del Pantheon, la manifestazione indetta dall’Associazione Nazionale degli Archeologi, alla quale ha aderito la quasi totalità del mondo associativo dei beni e delle attività culturali, per protestare contro l’emanazione del famigerato bando dei 500 stagisti.
Noi abbiamo aderito alla manifestazione sia come categoria che come aderenti alla coalizione “Abbracciamo la cultura” e saremo in piazza per sostenere le giuste rivendicazioni dei professionisti e delle associazioni ed anche per rivendicare un approccio complessivo alla regolazione del mercato del lavoro che produca nuovi equilibri tra il lavoro interno e quello esternalizzato. Riteniamo da questo punto di vista assai significativa la convergenza dei vari soggetti rappresentati alla manifestazione, unificati nella richiesta del riconoscimento della dignità del lavoro nei beni culturali e dalla esigenza di affrontare in modo complessivo le questioni del mercato del lavoro rivendicando il diritto ad avere condizioni salariali e professionali dignitosi, problema questo che riguarda tutto il mondo del lavoro afferente, indipendentemente dalle forme con cui si articolano i rapporti lavorativi.
Per questo invitiamo i lavoratori a partecipare alla manifestazione, che può segnare l’inizio di un nuovo e fecondo percorso per tutti. Segnaliamo che la manifestazione non prevede la presenza di bandiere (sono ammessi i distintivi) delle singole associazioni e noi saremo dietro lo striscione della coalizione “Abbracciamo la cultura”. Di seguito il link a cui accedere per il logo ed i contenuti della manifestazione: http://500no.wordpress.com/
Riunione del 22 gennaio sugli organici.
Come sopra evidenziato il 22 si apre finalmente il confronto sugli organici e sulle relazioni sindacali con il Capo di gabinetto. Il quale, nella nota di convocazione, ci chiede un documento preliminare contenente i tempi del confronto. Ma, ancora, non si ritiene di informare preventivamente le organizzazioni sindacali sui progetti di riorganizzazione del Ministero e sulle linee strategiche di governo degli organici, ammesso che esistano. Noi certamente parteciperemo al confronto, ma ci risulta del tutto incomprensibile questo atteggiamento. Tutto l’apparato interno è ancora all’oscuro dei contenuti del DPCM di riorganizzazione, la cui bozza è stata trasmessa al Consiglio dei Ministri prima del 31 dicembre scorso, e rimane del tutto singolare che la direzione politica del Ministero si approcci ad un confronto così delicato senza che ci siano indicazioni preventive circa la modalità dello stesso.
Vedremo, certo non possiamo ancora dire che vi sia effettiva disponibilità al confronto.
Roma, 9 gennaio 2014
FP CGIL MIBACT
Claudio Meloni