Parere Commissioni I e XI su schema di decreto di ulteriore blocco della Contrattazione Collettiva

24.06.2013 – CAMERA DEI DEPUTATI Mercoledì 19 giugno 2013 40.  XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e XI) ALLEGATO

ALLEGATO 1
Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. (Atto n. 9).
PARERE APPROVATO DALLE COMMISSIONI RIUNITE


Le Commissioni riunite I e XI, esaminato, ai sensi dell’articolo 143, comma 4, del regolamento, lo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti (Atto n. 9), rilevato che il termine per l’adozione di uno o più regolamenti da emanare ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previsto dal comma 1 dell’articolo 16 del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2012, è da tempo venuto in scadenza e che nel frattempo è cambiata anche la composizione del Governo in carica, rilevato che lo schema di regolamento in esame è corredato della relazione tecnica e illustrativa, mentre mancano la relazione sull’analisi tecnico-normativa (ATN) e la relazione sull’analisi di impatto della regolamentazione (AIR), disciplinate, rispettivamente, dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 10 settembre 2008 e dal regolamento approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 settembre 2008, n. 170, tenuto conto che l’articolo 16, comma 1, del decreto-legge n. 98 del 2011 contiene una serie di interventi volti ad assicurare il consolidamento delle misure di razionalizzazione e di contenimento della spesa in materia di pubblico impiego adottate nell’ambito della manovra di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 nonché ulteriori risparmi da raggiungere, in termini di indebitamento netto, non inferiori a 30 milioni di euro per il 2013, 740 milioni di euro per l’anno 2014, 340 milioni di euro per l’anno 2015 e 370 milioni di euro a decorrere dal 2016, ricordato altresì che la disciplina normativa – oggetto di proroga – che ha limitato la crescita dei trattamenti economici nel pubblico impiego è riconducibile all’articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, che ha previsto una serie di disposizioni complessivamente finalizzate a contenere le spese di parte corrente relative ai redditi da lavoro dipendente delle pubbliche amministrazioni, definendo parametri massimi di aumento, operando riduzioni del trattamento, prevedendo la non applicazione di talune corresponsioni ed incidendo sulle dinamiche retributive contrattuali, preso atto che, come evidenziato nella relazione tecnico illustrativa di accompagnamento, le economie relative agli interventi disposti con il provvedimento in esame, sono già state scontate nell’ambito degli effetti del citato decreto-legge n. 98 del 2011 e che quindi in questa fase appare difficile incidere sui contenuti dell’atto in esame, rilevato peraltro che le esigenze connesse agli obiettivi di bilancio devono in ogni caso essere perseguite con criteri di proporzionalità e ragionevolezza e nel rispetto del principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione e conformemente agli altri valori tutelati dalla Costituzione, a partire da quelli definiti dagli articoli 36 e 97 della Costituzione, ricordato, infatti, che l’articolo 36 della Costituzione attribuisce al lavoratore «il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro» e che è legittimo che i lavoratori abbiano adeguamenti contrattuali correlati all’andamento dell’inflazione, richiamato inoltre il contenuto dell’articolo 39 della Costituzione che, anche tenuto conto di quanto evidenziato dalla Corte Costituzionale con le sentenze n. 142 del 1980 e n. 34 del 1985, esprime i due principi della libertà sindacale e dell’autonomia collettiva, garantendo ai cittadini la libertà di organizzarsi in sindacati e ai sindacati la libertà di agire nell’interesse dei lavoratori, rilevato altresì come la conseguenza delle misure adottate, che porta alla corresponsione di retribuzioni diverse a dipendenti che svolgono la medesima attività – ma che hanno maturato una progressione di carriera in momenti temporali diversi – andrebbe valutata alla luce del principio di buon andamento della pubblica amministrazione, di cui all’articolo 97 della Costituzione oltre che del principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione, segnalata, pertanto, la necessità di tenere conto che l’allungamento temporale della misura del blocco dell’adeguamento retributivo, originariamente prevista dal decreto-legge n. 78 del 2010, rischia di trasformare l’intervento eccezionale in una vera e propria deroga al meccanismo medesimo, da valutare attentamente rispetto alle previsioni costituzionali, con particolare riguardo a quelle recate dagli articoli 3, 36, 39 e 97 della Costituzione; evidenziato che, come emerge dai dati forniti dall’ISTAT nel corso delle audizioni svolte, nel biennio 2011-2012 si è registrata una perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni contrattuali del settore pubblico di oltre cinque punti percentuali e che l’aspettativa per il 2013, in base alle proiezioni dell’indice delle retribuzioni contrattuali ed alle tendenze dell’inflazione, è di un’ulteriore riduzione delle retribuzioni contrattuali in termini reali; rilevato dunque come, in tale quadro, è stato da più parti sottolineato come l’estensione del blocco della contrattazione a tutto il 2014, come previsto dal provvedimento in esame, implicherebbe un’ulteriore perdita di potere di acquisto, per i dipendenti pubblici, pari a circa 4 punti percentuali; rilevato altresì che, dai dati forniti dall’ARAN riguardo alla massa complessiva del costo del lavoro, emerge che nel 2011 per le pubbliche amministrazioni si è registrato un decremento del 1,6 per cento rispetto al 2010 e il 2012 evidenzia una riduzione, ancora più marcata, del 2,3 per cento, a seguito della somma dell’effetto del calo delle retribuzioni pro-capite con l’ulteriore effetto del calo degli occupati; in tale quadro emerge – nel confronto con le retribuzioni del settore privato – un riallineamento della curva di crescita dei salari pubblici rispetto a quella del settore privato ed il riassorbimento della maggiore crescita registrata, a vantaggio dei primi, nella prima metà del 2000; evidenziato altresì come, accanto a questo, vadano considerati quelli che costituiscono, di fatto, oneri aggiuntivi a carico dei dipendenti pubblici, come nel caso dei servizi per la mobilità del personale cui le pubbliche amministrazioni, e in particolare gli enti locali, non sono in grado di fare fronte e che quindi ricadono sui dipendenti pubblici che vi debbono provvedere con mezzi e risorse propri, per evitare la paralisi del funzionamento dei servizi stessi, sottolineata, pertanto, l’esigenza che il Governo si impegni ad effettuare quanto prima una attenta riflessione rispetto agli strumenti, differenti rispetto a quelli in esame, con i quali intende intervenire in futuro per una razionalizzazione della spesa pubblica, tenendo conto che questa ha registrato, negli ultimi anni, aumenti rilevanti in relazione soprattutto ai costi dell’acquisto di beni e servizi, sui quali occorrerebbe pertanto ulteriormente intervenire, piuttosto che attraverso strumenti, quali il blocco della contrattazione, che rischiano di contrastare rispetto all’obiettivo di rendere più efficiente la pubblica amministrazione, premiando il merito e l’impegno; rilevato inoltre che le misure finora adottate sono intervenute essenzialmente attraverso vincoli lineari nei confronti di tutte le amministrazioni, con il rischio di indebolire – o addirittura di arrestare – i processi di innovazione della pubblica amministrazione, riguardo ai quali era stato intrapreso uno specifico percorso, così come la misura del blocco della contrattazione collettiva nazionale, protratta nel tempo, rischia di rinviare ulteriormente alcuni problemi di riassetto complessivo del sistema della contrattazione pubblica, di revisione e di aggiornamento di istituti contrattuali, che vanno a sostegno di processi di innovazione tecnologica, organizzativa e di sviluppo; richiamate le raccomandazioni dell’OCSE sulle pubbliche amministrazioni contenute nel documento «OCSE: Government of the future» del 2001, in cui si chiede di intraprendere un percorso di crescita della pubblica amministrazione che coinvolga maggiormente i lavoratori, aumenti il senso di appartenenza e sviluppi un modello di pubblica amministrazione che muti la prospettiva; preso atto dell’esigenza di un blocco della parte retributiva e segnalato tuttavia che appare, in ogni caso, particolarmente opportuno consentire una regolamentazione contrattuale di quegli aspetti del rapporto di lavoro che investono la tutela della personalità e della professionalità, nonché il benessere organizzativo del lavoratore, che sono fra l’altro in rapporto di congruenza con l’efficienza delle pubbliche amministrazioni; infatti, una restaurazione di una contrattazione collettiva a tali effetti può addirittura assicurare, come effetto indotto, recuperi di efficienza, con positivi effetti in termini economici, ferma restando l’opportunità che il Governo individui modalità che consentano, nell’ambito della definizione di comparti ed aree di contrattazione collettiva, la valorizzazione di particolari comparti o settori; rilevato parimenti che, tenuto peraltro conto della specificità e degli importanti compiti affidati agli operatori del comparto sicurezza e difesa, appare a maggior ragione congruo prevedere la possibilità per queste categorie di negoziare gli aspetti normativi del rapporto di lavoro; in tali settori, infatti (a differenza di quanto avviene in quelli sottoposti alla contrattazione privatistica per i quali è stato possibile, attraverso lo strumento dei contratti collettivi nazionali quadro, procedere comunque ad alcuni aggiustamenti di carattere normativo ad invarianza di spesa), la rigidità del sistema ad ordinamento pubblicistico, che prevede attualmente il carattere triennale della negoziazione, non consente alcuna possibilità di apportare modifiche sugli aspetti del rapporto di impiego, oggetto di negoziazione pubblicistica; preso atto che tale problematica si pone con riferimento a tutto il personale disciplinato con le tipiche procedure negoziali, ivi compreso il personale, anche dirigenziale, del settore dei vigili del fuoco e soccorso pubblico e che, con riguardo al personale dirigenziale, la problematica si pone anche per le carriere diplomatica e prefettizia, nonché per la carriera dirigenziale penitenziaria; acquisiti, in particolare, i rilievi formulati dalla IV Commissione (Difesa) sui profili di competenza e ricordato che agli operatori del comparto difesa, sicurezza e soccorso una condizione di specificità è riconosciuta dalle norme in vigore, per cui l’obiettivo di rafforzare tale specificità potrebbe essere perseguito anche valutando la possibile attivazione di una specifica concertazione in materia con le amministrazioni e gli organismi rappresentativi del personale, qualora vi fosse la possibilità di reperire – ove effettivamente disponibili – le necessarie risorse attraverso il «Fondo unico giustizia», attingendo ai risparmi derivanti dalle missioni internazionali e alle risorse eventualmente utilizzabili per le spese obbligatorie sui bilanci delle amministrazioni, di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge n. 27 del 2011, e dando indirizzi diversi a risorse già allocate per il personale; preso atto che il blocco dei meccanismi di adeguamento retributivo per il personale in regime di diritto pubblico riguarda, tra gli altri, i ricercatori, i professori universitari e tutto il personale del comparto scuola, per i quali appare importante avviare una nuova contrattuale, che permetta la valorizzazione delle professionalità, anche attraverso l’individuazione di percorsi di carriera, collegati alla formazione continua, come indicato dalle raccomandazioni europee, e ad un sistema complessivo di valutazione; atteso che il provvedimento potrebbe recare un ulteriore elemento di possibile equivoco circa l’interpretazione secondo cui il blocco della contrattazione si applicherebbe anche ai dipendenti delle autorità portuali, il cui rapporto di lavoro, viceversa, ex lege è disciplinato «dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa»; giudicato, pertanto, importante chiarire – coerentemente con le assicurazioni ripetutamente date, circa l’intendimento di dare risposta ad un problema che rischia di rendere ancor più aspri i conflitti sociali e attivare molteplici contenziosi – la questione della non applicazione del blocco al personale dipendente delle autorità portuali o, quanto meno, affrontare questo specifico tema e fornire una concreta risposta agli organismi competenti e al personale interessato; preso atto che il provvedimento proroga, altresì, i blocchi riguardanti i meccanismi di adeguamento retributivo, le classi e gli scatti di stipendio, nonché le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e in regime di diritto pubblico (di cui all’articolo 9, comma 21, del decreto-legge n. 78 del 2010), alimentando in tal modo il fenomeno delle cosiddette «promozioni bianche»; considerato che su tale questione pende anche un contenzioso di fronte alla Corte costituzionale, che potrebbe determinare l’esigenza di rivedere ex post la proroga del blocco di cui al comma 21 del citato articolo 9, atteso anche che, come è noto, la stessa Corte ha di recente dichiarato illegittime disposizioni di analoga natura; rilevato che detto fenomeno da luogo a situazioni di iniquità sostanziale, nel momento in cui determina (soprattutto per alcuni comparti, quali quello della sicurezza e della difesa, ovvero per le carriere diplomatiche e prefettizie) situazioni di fatto per le quali soggetti gerarchicamente sovra-ordinati finiscono per avere un trattamento economico inferiore rispetto a posizioni e inquadramenti meno elevati; ritenuto che, sotto questo profilo, il Governo possa valutare interventi atti ad autorizzare le amministrazioni competenti – nell’ambito dei risparmi di spesa ottenuti all’interno dei propri bilanci ordinari e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica – ad individuare eventuali misure che, superando il blocco di cui al citato articolo 9, comma 21, siano dirette a mitigare il demotivante e paradossale impatto di tale blocco sulle cosiddette «promozioni bianche»; valutate e condivise le osservazioni formulate nel parere espresso dalla Sezione per gli atti normativi del Consiglio di Stato nell’Adunanza di Sezione dell’11 aprile 2013 (1832/13); ritenuto opportuno che il Governo tenga conto dell’esigenza di svolgere le dovute riflessioni sugli aspetti sollevati in premessa; preso atto, infine, che la V Commissione ha valutato favorevolmente il provvedimento sotto il profilo delle conseguenze di carattere finanziario, esprimono

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:
1) si tenga preliminarmente conto che, alla luce dei richiamati principi costituzionali, le misure adottate devono avere un carattere del tutto eccezionale e provvisorio rendendo, per il futuro, non ipotizzabile un ulteriore allungamento temporale, che rischierebbe di trasformare un intervento che doveva essere una tantum e limitato nel tempo in una vera e propria deroga al meccanismo medesimo, da valutare attentamente rispetto alle previsioni costituzionali, con particolare riguardo a quelle recate dagli articoli 3, 36, 39 e 97 della Costituzione;
2) provveda, pertanto, il Governo a tenere in considerazione, ai fini della definitiva emanazione del provvedimento, il complesso delle indicazioni e proposte prospettate in premessa e, in questo contesto, ad adottare ogni opportuna iniziativa finalizzata a consentire, immediatamente dopo l’entrata in vigore del decreto in esame, la ripresa della contrattazione collettiva ai soli effetti normativi, modificando lo schema di decreto nella parte in cui lo stesso ha congelato fino al 31 dicembre 2014 la stessa contrattazione collettiva, fermo restando che la contrattazione per la parte economica potrà esplicare i suoi effetti a decorrere dall’anno 2015.

 

 

Fondo di Amministrazione 2011 – Convocazione 18 giugno 2013

10.06.2013 – In allegato convocazione per il 18 giugno 2013

Fondo di Amministrazione 2011 – Convocazione 20 giugno 2013.

19.06.2013 – Fondo di Amministrazione 2011 – Convocazione 20 giugno 2013.

 

 

23 Giugno 2013: Giornata del Servizio Pubblico delle Nazioni Unite

Tax Justice Now

Rosa Pavanelli (segretario generale PSI) “Un movimento per la giustizia fiscale globale che ponga fine alle ineguaglianze”

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite in una sua risoluzione del 2003 ha designato il 23 giugno come giornata mondiale del servizio pubblico.

In questa occasione, Rosa Pavanelli, segretario generale di PSI, ha dichiarato : “Siamo orgogliosi di lavorare in prima linea nel movimento globale -in rapida crescita-che chiede una giustizia fiscale e la responsabilità della spesa pubblica verso i beni comuni. La ridistribuzione della ricchezza, che le lavoratrici ed i lavoratori contribuiscono a creare, non è un’opzione, è un imperativo politico…Questo è il motivo per cui PSI è fortemente impegnata nella campagna per l’adozione della tassa sulle transazioni finanziarie e sta assumendo un ruolo attivo nella più ampia alleanza per la giustizia fiscale”.

In particolare, la campagna The Fair Share Commitment  è stata firmata da più di 230 organizzazioni, tra cui un numero impressionante di affiliate a PSI, tra cui la FP CGIL. La dichiarazione evidenzia la rabbia sentita in tutta la società civile in tutto il mondo per la pervicacia da parte delle imprese e dei più ricchi nel non voler pagare la loro giusta quota di tasse e l’urgenza di arrivare ad una vera giustizia fiscale.

Il recente G8 ha messo nero su bianco “Le autorità fiscali del mondo dovrebbero automaticamente condividere informazioni per combattere la piaga dell’evasione fiscale. Le nazioni dovrebbero cambiare le regole che permettono alle imprese di spostare i loro profitti oltre confine per evitare le tasse e le multinazionali dovrebbero riportare alle autorità fiscali quante tasse pagano e dove”.

Secondo l’Ocse, ogni anno l’Europa perde 1.000 miliardi di tasse a causa dei paradisi fiscali . E secondo l’ex capo economista di McKinsey, James Henry, nel 2012 il totale dei capitali offshore ammontava a 21 mila miliardi di dollari di soli depositi, più altri 10 mila miliardi in beni vari. Già questa cifra, equivalente al doppio del Pil Usa più quello del Giappone, sarebbe sufficiente a chiarire la mole degli interessi in gioco. I principali operatori del mondo parallelo dei paradisi risultano essere, infatti, le maggiori banche del mondo: si tratta di ben 10 mila istituti di credito, tra cui 320 italiani.Tra i migliori clienti dei paradisi ci sono anche, ovviamente, le grandi multinazionali. Apple, Starbucks, Google, e altre, sostengono di limitarsi a utilizzare le leggi vigenti nei diversi paesi per effettuare ”ottimizzazione fiscale”. Apple, in questo modo, è riuscita a crearsi una personalissima pressione fiscale pari allo 0,1 per cento: paragonato al 53 per cento in vigore oggi in Italia, un’ottimizzazione niente male.

Peccato nelle stesse ore in cui il G8 annunciava il suo impegno contro l’evasione fiscale, la Grecia, per rispondere alle politiche di austerità imposte dalla troika, ha chiuso il 17 giugno gli uffici nelle isole di Salamina, Cythera, Thassos, Paxi, Itaca and Leros, con l’obiettivo di chiudere 170 uffici tributari entro il 2013.

 

NEWS

Sanità: CGIL, assistenza H24 e le nuove convenzioni per la medicina del territorio. 26 giugno Roma

 

Il 26 giugno a Roma (dalle ore 11 presso la sede nazionale in via Corso d’Italia, 25) la CGIL presenta le linee per la Contrattazione Sociale su: “Sanità – assistenza H24: e le nuove convenzioni per la medicina del territorio“. E’ infatti imminente l’apertura della contrattazione – a livello nazionale (Governo e Conferenza Regioni) e poi nelle singole Regioni – per il rinnovo degli Accordi collettivi (cd “convenzioni”) per la medicina territoriale.

Gli effetti del rinnovo delle convenzioni per la medicina territoriale si ripercuotono, profondamente, su tutta la sanità e sull’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale SSN: cioè sul  diritto alla tutela della salute dei cittadini. La riforma del sistema di cure territoriali non è dunque prerogativa dei soli addetti ai lavori ma riguarda tutti. Ecco perché, oltre al previsto ruolo delle parti interessate (organizzazioni sindacali di categoria),è indispensabile esercitare, una “contrattazione sociale” confederale che metta al centro le esigenze dei cittadini. La CGIL intende così associare, all’iniziativa per fermare tagli e ticket, una contrattazione e una mobilitazione per la riqualificazione del nostro sistema sanitario.

La riforma del sistema delle cure primarie per l’Assistenza Distrettuale h24 è cruciale per questa riqualificazione del SSN – e necessaria anche per un governo appropriato della spesa. Una tale “riforma”è fattibile a costi certamente più contenuti che in altri ambiti del welfare e può avere un forte impatto occupazionale: sia per creare nuovi posti di lavoro, che per salvare livelli occupazionali in servizi dell’assistenza socio sanitaria in crisi, grazie alla loro riconversione. Gli obiettivi fondamentali sono quelli di creare una rete assistenziale nel territorio, in grado di farsi effettivamente carico dei bisogni dei cittadini e di gestirli garantendo ad essi la continuità dell’assistenza orizzontale, nel tempo per 24 h e per 7 giorni a settimana, e verticale nei vari bisogni assistenziali, dalla prevenzione alla riabilitazione.

 

 
 
informazione ai dipendenti civili della Difesa

 
Possibilità per i dipendenti civili di poter usufruire della convenzione A.M. /Telecom con le modalità procedurali descritte negli allegati.
Roma, 21 giugno 2013                                                                

     FPCGIL DIFESA
      Noemi Manca


 
 
 

 
 
Le misure anti corruzione e la rotazione degli incarichi dei funzionari
 

  
   Le misure anti corruzione e la rotazione degli incarichi dei funzionari
 

Care compagne e cari compagni,
 

Abbiamo letto con un certo interesse le nuove disposizioni ministeriali in materia di misure di prevenzione sui fenomeni di corruzione ed anche le conseguenti polemiche sui media.
Sia chiaro: a noi non interessa entrare nel merito di queste ultime, che appartengono alla legittima espressione della libertà di critica. Interessa piuttosto valutare l’impatto delle misure annunciate sulla regolamentazione del rapporto di lavoro del personale non dirigenziale che assume incarichi di responsabilità. E, da questo punto di vista, noi esprimiamo fermo dissenso sulla Circolare.
E il dissenso non è certo verso il principio di rotazione degli incarichi, che a nostro parere è un principio sano anche in relazione alla inguaribile tendenza che spesso si registra nel considerare l’incarico di direzione di un Museo o la responsabilità su un territorio come una condizione a prescindere, spesso anche indipendentemente dai risultati.
Quello che non ci convince di questa circolare sono tre aspetti:
il primo è in riferimento alla definizione del termine temporale dell’incarico. La posizione di responsabilità assunta da un funzionario non può essere assimilabile alle caratteristiche che uniformano il rapporto di lavoro dirigenziale. Questo sia per la natura delle responsabilità connesse all’incarico affidato, intrinsecamente soggetto al vincolo gerarchico rispetto alla responsabilità dirigenziale che per i livelli di retribuzione definiti contrattualmente, laddove la condizione retributiva della qualifica dirigenziale è direttamente rapportata alla natura manageriale del rapporto di lavoro e in base a questo determina significative differenze economiche. Il vincolo gerarchico presuppone la facoltà del dirigente di revoca o sostituzione in ogni momento del funzionario in relazione alla valutazione sull’efficacia dei risultati conseguenti all’incarico affidato mentre appare oggettivamente vessatorio proporre un meccanismo di definizione temporale di incarichi a funzionari che percepiscono per lo stesso 1700 euro al mese e nessuna retribuzione aggiuntiva riferita al grado di raggiungimento degli obiettivi.
Il secondo punto è che nessuna norma contrattuale assoggetta il rapporto di lavoro di dipendenti con qualifica non dirigenziale ad orizzonti temporali in riferimento agli incarichi assunti coerentemente con le previsioni dello specifico profilo professionale.
Da questo punto di vista noi avremmo sicuramente ritenuto più congrua una raccomandazione rivolta ai dirigenti con l’invito ad usare il criterio generale di rotazione degli incarichi. Fermo restando che, anche in questo contesto, assume valore prioritario la valutazione dell’operato del funzionario e che questa valutazione può comportare anche la permanenza pluriennale nello stesso compito di responsabilità laddove l’espletamento dello stesso si configura, sulla base dei risultati, come un sicuro argine rispetto ai fenomeni degenerativi che possono intaccare l’azione amministrativa.
L’ultimo aspetto che vogliamo sottolineare è in riferimento allo spirito della Circolare, che noi non dubitiamo essere improntato alle migliori intenzioni, ma che risulta limitativo e improprio nei soggetti destinatari ed in qualche misura mortificante delle professionalità coinvolte.
Questo perché al MIBAC è tuttora del tutto assente un sistema di controllo di gestione sull’efficacia della spesa e sul raggiungimento dei risultati da parte dei dirigenti. Che sono i veri titolari di centri di spesa.
Questo riguarda in generale la mancanza di una linea audit interna di controllo e più nello specifico i meccanismi di nomina dei dirigenti, contenuti nel DM 16 maggio 2003, che non assicurano trasparenza e garanzia di neutralità nell’assegnazione dei posti di funzione dirigenziale.
Abbiamo ricordato ieri al Segretario Generale l’incredibile situazione che registriamo tuttora nel Lazio, ove la Corte dei Conti, con ben due deliberazioni assai pesanti nei giudizi verso l’azione dell’Amministrazione, ha rigettato definitivamente le recenti nomine alla Paesaggistica Lazio e all’Etruria Meridionale. Ci si chiede: perché i due dirigenti, tra l’altro con una delega mortificante  data dal Direttore Regionale, continuano a rimanere di fatto in quei due posti di funzione? Lo diciamo anche a salvaguardia dei due dirigenti interessati, che hanno diritto ad avere una posizione dirigenziale riconosciuta e non un surrogato della stessa. Nel periodo delle nomine siamo usciti più volte con comunicati che denunciavano lo spoil system all’italiana contenuto in quei criteri di nomina che non hanno rispettato la graduatoria di merito e che registravano una difficoltà ad individuare i veri soggetti responsabili di queste nomine attraverso un giro che alla fine poneva in capo al Direttore regionale la quasi esclusiva discrezionalità di scelta. Criterio assai discutibile assai poco garantista proprio in relazione alle misure di prevenzione rispetto ai fenomeni degenerativi, come peraltro ha esplicitamente rilevato la stessa Corte dei Conti nelle sue deliberazioni.
Pertanto ci troviamo di fronte al classico peso e diverse misure. Su questo invitiamo i nostri interlocutori a riflettere, intanto rivedendo i contenuti di questa Circolare. In secondo luogo a noi appare prioritaria una revisione normative del DM 16 maggio 2003 e in terzo luogo sarebbe quanto mai opportuno che l’OIV, invece di trastullarsi su inutili sperimentazioni della pagellina ai dipendenti, strutturasse una linea di controllo valutativo sui risultati di gestione che introduca, appunto, la valutazione come elemento caratteristico della condizione dirigenziale. Un iter normativo e organizzativo del genere avrebbe impedito, ad esempio, che la Biblioteca dei Girolamini fosse affidata ad un ladro internazionale con una paginetta e mezza di curriculum scritto a mano ove venivano vantati titoli inesistenti.
 

Due notazioni  a margine  dell’incontro di ieri.
 

Intanto ringraziamo i lavoratori e i delegati della Soprintendenza Archeologica di Roma e la nostra struttura territoriale di Roma e del Lazio per l’impegno che ha consentito, insieme alle altre sigle, la riuscita della importante manifestazione di ieri al Colosseo.
Ma l’incontro con l’Amministrazione non è stato soddisfacente:
prendiamo atto degli impegni assunti e ne verificheremo nei prossimi giorni la rispondenza sui fatti. Anche se ci è parso un comportamento un po’ tardivo la decisione di incontrarci e la conseguente calendarizzazione dell’incontro con il Ministro. Al riguardo vogliamo specificare, in riferimento a quanto dichiarato dal sig. Capo di Gabinetto, che certo non esiste vincolo normativo che obbliga il Ministro ad incontrare i rappresentanti dei lavoratori  del Ministero, ma esiste un principio di responsabilità politica ed una sensibilità politica. Noi abbiamo chiesto un incontro per rappresentare al Ministro le problematiche su cui solo la politica può dare risposta e la chiusura del Colosseo di ieri rappresenta solo il segnale delle tensioni che si potrebbero riversare sui servizi in assenza di dialogo.

Quanto al merito sulle questioni vertenziali che abbiamo posto le risposte non ci soddisfano: i lavoratori devono avere al più presto il loro salario arretrato e non è possibile ogni volta rincorrere i tempi discrezionali che gli organi di controllo sovrapposti si prendono per registrare o meno i nostri accordi. Quanto alle progressioni economiche riteniamo inaccettabile la posticipazione della pubblicazione delle graduatorie a dicembre. I lavoratori aspettano da tre anni e non è possibile che ci sia un rinvio unicamente dovuto alla scarsa o nulla produttività di alcune commissioni regionali.
Per quanto riguarda i buoni pasto, ci è sembrato che, se fossero stati accolti i nostri suggerimenti datati, probabilmente non saremmo arrivati a settembre per averne la disponibilità.
Per questo, e non solo,  manteniamo lo stato di mobilitazione unitaria e le iniziative programmate.

E in allegato il volantino unitario sulle iniziative del 24 e del 28 giugno.
Infine ci sono state preannunciate delle misure favorevoli al MIBAC che dovrebbero essere contenute in un prossimo decreto legge governativo: le valuteremo una volta che ci saranno esplicitate. Ma, per essere chiari, non  basterà solo un minimo processo occupazionale, ancorché positivo, per risolvere le questioni che noi abbiamo rappresentato. Noi chiediamo semplicemente una norma che faccia rientrare il Mibac dai tagli esiziali della spending review: solo in tal modo è possibile ripensare strategicamente un progetto di riorganizzazione del Ministero, e non con le pezze a colori.
Roma, 21 giugno 2013
 
FP CGIL MIBAC

Claudio Meloni
 

 

 
 
 

 
 
INCONTRO A STATO MAGGIORE MARINA DEL 18 GIUGNO 2013

Comunicato unitario del 21 giugno 2013
 

Lo  Stato Maggiore Marina  ha attualizzato una serie di informazioni, già  partecipate alle OO.SS nella sessione informativa del 22 Gennaio u.s., comunicando l’ intenzione  di portarle a regime nel 2013.
Si riportano in sintesi gli elementi di informazione:
 

MARIDIST MESSINA. Anche a seguito delle pressanti richieste avanzate dalle scriventi OO.SS., di avviare ogni utile sforzo organizzativo al fine di evitare la soppressione dell’Ente, Stato Maggiore Marina ha comunicato che gli studi di fattibilità  hanno determinato che Maridist Messina sarà riconfigurato in Nucleo Supporto Logistico alle dipendenze di Augusta. In merito al  provvedimento abbiamo manifestato un cauto ottimismo in attesa di conoscere nel dettaglio il piano di studio di Stato Maggiore Marina relativo  alla configurazione ed  alle TT.OO. del nuovo ente.

MARICENTRO TARANTO. Le competenze si sposteranno sul Comando Scuole di Ancona entro il 31.12. 2013.
Nel merito è stato sollecitato il coinvolgimento con le OO.SS locali, al fine di definire la ricollocazione del personale interessato al provvedimento, circa 20 dipendenti.

MARIBASE BRINDISI. Transiterà alle dipendenze gerarchiche del Comando Forze da Sbarco entro il 30 Settembre.NAVISPELOG. Si  riconfigura in Comando Logistico della M.M. con sede a Nisida-Napoli. Il personale attualmente dipendente, circa 35 unità, sarà reimpiegato con le procedure previste dal C.C.N.I.La costituzione del Comando Logistico M.M. sulla struttura di Nisida-Napoli assorbirà parte del personale del Maridist Napoli nella misura ipotizzabile di circa 60 dipendenti. Tale Comando sarà insediato entro il 31 Ottobre. Il Maridist Napoli sarà riconfigurato come Quartier Generale Marina Militare di supporto al Comando Logistico e assorbirà circa 106 dipendenti. Nel merito dei provvedimenti interessanti l’Area napoletana abbiamo espresso perplessità riguardo alle ipotesi di TT.OO. esposte ed abbiamo chiesto di impiegare utilmente, ovvero in T.O.,  tutto il personale dipendente attualmente in servizio presso Maridist Napoli.
In vista dell’applicazione della spending review e l’applicazione della legge delega, abbiamo chiesto la sospensione dell’attuazione dei provvedimenti in essere per il 2013 in attesa del previsto tavolo di confronto, in sede politica.
E’ necessario così come rappresentato allo SME, che qualsiasi progetto, debba essere preceduto da un interscambio di informazioni tra i vari SS.MM. che intervengono su riorganizzazioni  sul territorio nazionale e che coinvolgono dipendenti civili.
Abbiamo inoltre chiesto, di quantificare le risorse che si prevede verranno recuperate, per l’ulteriore attribuzione al FUA.
 

    FP CGIL                   CISL FP                     UIL PA
Noemi Manca          Paolo Bonomo           Sandro Colombi


 
 
 

news

News dal coordinamento nazionale Polizia Penitenziaria sul blocco dei contratti.

Importanti novità relativamente al blocco dei contratti del Comparto Sicurezza. L’attività della Fp Cgil riesce se non altro a riaprire la discussione sulla specificità del Comparto Sicurezza nell’ambito del Pubblico Impiego e sulla necessità di prevedere il superamento del blocco dei Contratti. Continueremo ad esercitare pressioni su Governo e Parlamento per far sì che dalle parole si passi ai fatti e a tenervi informati sull’evolvere della questione.    

 
 
Comunicato sindacale
 

  
   

Si è appena conclusa una riunione straordinaria tra l’Amministrazione (Capo di Gabinetto, cons. Lipari; Segretario Generale, arch. Recchia; Direttore Generale OAGIP, dott. Guarany) e OO. SS. a seguito della possibilità che il Colosseo – chiuso in occasione della mobilitazione dei lavoratori scaturita dallo stato d’agitazione – potesse non riaprire.
 
Preliminarmente il consigliere Lipari ha riportato la disponibilità del ministro Bray a incontrare le rappresentanze sindacali a breve, occasione nella quale darà risposte concrete alla domande finora avanzate, e, nelle more dell’incontro, a un intervento con il MEF per lo sblocco dei fondi. 
 
La Ragioneria Generale dello Stato sta producendo, sullo sblocco dei fondi, un parere positivo ma l’avvio dei pagamenti necessita comunque dell’approvazione anche della Funzione Pubblica. 
 
Riguardo al superamento di 1/3 dei festivi annui, non sono emerse novità rispetto alla circolare DG OAGIP n. 214; pertanto l’apertura dei siti nei festivi è assolutamente a rischio.
 
Sui buoni pasto, mentre la procedura centralizzata è stata avviata e pubblicizzata sul sito web del Mibac (procedura negoziale d’urgenza che vedrà a settembre l’erogazione dei buoni pasto a decorrere dal 1 gennaio 2013), l’unica novità è che l’UCB ha dato l’assenso agli Istituti che intendono acquistare in proprio la fornitura, sempre fino alla soglia dei 40.000 euro (affidamento diretto). Un’eccezione è costituita dal Polo Museale Romano il quale, nelle more dell’elaborazione della gara d’appalto, usufruirà dell’affidamento diretto. 
 
A nostro avviso, nonostante questa occasione d’incontro, permangono i motivi che hanno portato alla mobilitazione, pertanto tutte le iniziative finora organizzate sono confermate.
 

 

FP CGIL      CISL FP      UIL PA      FLP      CONFSAL-UNSA
 

 
 
 

Ricorso gradutoria progressioni

Buongiorno, inoltro l’allegata istanza mirata ad accertare il rispetto del criterio di calcolo del punteggio di anzianità per periodi inferiori ad un anno. Anche secondo parere legale, l’immissione in servizio il primo luglio dell’anno, cioè nel secondo semestre, comporta di per sé che tale periodo sia inferiore all’anno, perciò non conteggiabile come periodo superiore al semestre.
Si ringrazia per l’attenzione che vorrete dedicare al fine di  evitare una possibile errata interpretazione dell’accordo che codeste sigle sindacali hanno sottoscritto, certo anche che la Trasparenza è la prima cosa necessaria nell’ambito di una progressione economica che include qualcuno ed esclude altri, come è normale che sia, e certamente i sindacati non vorranno accantonare.
In fiduciosa attesa porgo saluti cordiali.
 

Vincenzo D’Iorio
Responsabile Reparto Servizi Tecnici


 

News dal coordinamento nazionale Polizia Penitenziaria.

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