E’ convocata la riunione del Coordinamento Regionale F.P. C.G.I.L. VVF
LUNEDI’ 8 OTTOBRE ORE 10-14,30
c/o Camera del Lavoro di Bologna (V. Marconi 67/2)
SALA 2 – 3° PIANO
O.D.G.
· Discussione sui documenti coordinamento nazionale
· Problematiche affrontate e da affrontare con il Direttore Regionale
· Proposta di iniziativa sul problema dell’amianto
· Situazione politico-sindacale
· Varie
Comunicato stampa Fp Cgil Medici
Roma, 8 ottobre 2012
La tracciabilità sulla libera professione negli studi privati, dopo le modifiche all’articolo 2 del DL Sanità approvate in Commissione Affari Sociali alla Camera, si potrà attuare con una infrastruttura di rete per il collegamento in dati ma anche “in voce”.
Prenotazioni, impegni orari, pazienti visitati, prescrizioni ed estremi dei pagamenti potranno essere comunicati anche solo verbalmente.
“Siamo stati sempre contrari agli studi privati dei medici pubblici anche in condizioni di supposta tracciabilità” ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici “che il tutto si risolva con la “tracciabilità” di una telefonata ci sembra paradossale“.
“Un buon risultato è stato invece raggiunto con gli emendamenti sulla responsabilità professionale ” ha continuato Cozza “con l’obbligo della copertura assicurativa per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private, e non più solo per i medici, e con la possibilità di disdetta della polizza da parte delle assicurazioni solo dopo sentenza definitiva”.
“Adesso ci aspettiamo” ha concluso Cozza “che nelle nomine siano introdotte norme che tutelino il merito professionale rispetto alle scelte arbitrarie della cattiva politica partitica e che per il territorio consentano di realizzare davvero un’assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7.”
Prot. n. CS 111 /2012
Roma, 8 ottobre
Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. Giovanni Tamburino
Al Vice Capo Vicario del Dipartimento A.P.
Dr.ssa Simonetta Matone
Al Direttore generale del Personale
Dr. Riccardo Turrini Vita
Al Direttore della Direzione generale
delle risorse materiali, dei beni e dei servizi
Dr. Alfonso Sabella
Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali
Dr.ssa Pierina Conte
R o m a
Oggetto: – P.C.D. del 2.10.2012 – istituzione commissione giudicatrice delle offerte relative alla gara per l’approvvigionamento di capi di abbigliamento “uniformi operative maschili e femminili” del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Egregio Presidente,
stando a quanto risulta a questa O.S., con P.C.D. del 2 ottobre u.s. Lei avrebbe disposto l’istituzione della Commissione giudicatrice delle offerte relative alla gara per l’approvvigionamento di capi di abbigliamento – uniformi operative maschili e femminili – del Corpo di Polizia Penitenziaria.
Con nostro grande rammarico, abbiamo però nuovamente constatato che tra i componenti della predetta commissione risulta un solo appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria, ossia un solo rappresentante dei bisogni e delle eventuali esigenze operative di tutti i colleghi che operano sull’intero territorio nazionale, peraltro scelto – non sappiamo con quali criteri – tra molti altri che quella divisa la indossano tutti i giorni nell’espletamento del proprio turno di lavoro, all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari e, anche, in territori profondamente diversi dal punto di vista climatico, che a ben vedere se coinvolti potrebbero certamente offrire un parere effettivamente qualificato, fondato sulla propria esperienza lavorativa quotidiana.
Per questa ragione, la FP CGIL Le chiede di integrare la suddetta commissione del personale di Polizia Penitenziaria necessario, affiancando agli attuali componenti designati almeno una unità del ruolo agenti/assistenti in servizio nelle regioni del nord-centro e sud del Paese, al fine di avere una quadro più completo ed esaustivo a supporto delle scelte da compiere sulla materia.
Si resta in attesa di cortese riscontro.
Con viva cordialità
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Polizia Penitenziaria
Francesco Quinti
Come abbiamo più volte sostenuto, la soppressione dell’Inpdap e dell’Enpals e il loro assorbimento nell’Inps non hanno raggiunto – malgrado le ripetute affermazioni del governo – l’obiettivo di realizzare risparmi per le casse dello Stato, né quello di tagliare”sprechi”, né tanto meno quello di chiudere un “carrozzone obsoleto e inefficiente”.
Si è trattato, piuttosto, di una decisione poco ponderata che non ha considerato – sin dalla sua adozione – il contesto, la storia e l’evoluzione degli Enti, e nemmeno il quadro normativo preesistente e i vincoli che ne derivavano.
A proposito del grande disavanzo di bilancio dell’Inpdap, infatti, dobbiamo ricordare come questo sia stato in gran parte determinato da una normativa che qualificava i versamenti tra Ministeri e Enti come partite di giro all’interno dell’unico bilancio dello Stato.
Questa ha reso di fatto superfluo qualsiasi controllo sulla regolarità dei versamenti contributivi delle singole Amministrazioni e la istituzione di un corpo ispettivo specifico per i controlli sulla regolarità contributiva delle p.a.
Aggiungiamo poi che, nel tempo, la legislazione
1) ha allargato la forbice occupati pubblici/contribuenti e pensionati (a favore dei secondi),
2) ha erogato fino al 1995 le cosiddette pensioni baby sulla base di requisiti contributivi particolarmente ridotti,
3) ha bloccato i rinnovi contrattuali a partire dal 2010 con conseguente mancato adeguamento
anche dei relativi versamenti previdenziali,
4) ha spostato la contribuzione di vari Enti – in seguito ad esternalizzazioni e privatizzazioni di servizi – dall’Inpdap all’Inps lasciando però all’Inpdap l’onere del pagamento delle pensioni in essere
5) ha omesso di rendere direttamente esigibile il credito contributivo, come è per l’inps,
6) determinerà, con l’attuazione della spending review, un ulteriore aggravamento dello sbilancio fra “contribuenti” e “percettori” delle pensioni.
Diventano chiari i motivi per cui il deficit è diventato strutturale ed è destinato ad aumentare nel tempo se non si realizza una politica di sviluppo del pubblico impiego.
Queste sono motivazioni che rendono scorretto attribuire all’Inpdap, come intenderebbe fare una certa campagna d’opinione, il default decretato con la soppressione e soprattutto inconcepibile compensare i deficit di bilancio delle casse statali con quelle gestite dall’inps per i privati.
Sebbene, infatti, le competenze dei due istituti siano ormai sotto un’unica egida, la gestione delle casse rimane al momento separata e autonoma dalle altre, sia dell’ Inps che interne allo stesso Inpdap ( in particolare la cassa credito che è e deve rimanere a presidio del finanziamento agevolato ai dipendenti su tutto il territorio nazionale e in concorrenza con le Banche e le finanziarie).
La vera soluzione al disavanzo non è né la soppressione, ne la compensazione tra casse, ma come abbiamo più volte detto, va ricercata nella iorganizzazione e nel rilancio della gestione della Previdenza pubblica obbligatoria in Italia, da realizzare attraverso una riforma organica frutto di un confronto reale tra Governo e parti sociali.
Solo cosi sarà possibile ottenere risultati adeguati ai bisogni dei cittadini e duraturi nel tempo.
Roma, 2 ottobre 2012
“Il Ministro Patroni Griffi, invece di pensare esclusivamente ai confini territoriali delle Province da tagliare, dovrebbe concentrarsi sulle loro funzioni e sulla sorte dei servizi offerti ai cittadini, spiegare come avverrà il riordino e come si salvaguarderà il personale. L’impressione è che il Governo sia stato molto efficiente nell’effettuare i tagli, ma che adesso il sistema delle autonomie sia stato lasciato nel caos, come dimostra il dibattito sviluppatosi a livello regionale”, con queste parole Federico Bozzanca, Segretario Nazionale dell’Fp-Cgil, esorta il Ministro Patroni Griffi in vista della sua audizione di oggi pomeriggio in commissione Affari Costituzionali alla Camera.
“Ad oggi non si hanno indicazioni sul trasferimento delle funzioni e su come i servizi andranno finanziati, né garanzie sul fronte occupazionale. Da una parte gli enti locali, che pagano quasi il 70% del conto della spending review, non saranno in condizioni di mantenere i servizi, dall’altra rischiamo un aumento della disoccupazione a causa degli esuberi e dei possibili licenziamenti. Le Province hanno subito tagli per 1,5 miliardi di euro sugli 8,4 a loro disposizione, in un quadro di riduzione già in atto – aggiunge Bozzanca – con 500 milioni di spesa corrente in meno tra il 2008 e il 2011”.
“I tagli lineari hanno colpito direttamente i servizi, dal trasporto pubblico locale alla sicurezza scolastica fino formazione professionale. Una volta fatti a pezzi e sottofinanziati gli enti di area vasta avremo territori doppiamente impoveriti. Bisogna ripartire dalla qualificazione della spesa, dalla modernizzazione della pubblica amministrazione, dall’informatizzazione e dalla riqualificazione del personale. È necessario – conclude il sindacalista – aprire il confronto con Regioni ed Enti locali per tradurre la semplificazione istituzionale in un miglioramento e rafforzamento del sistema dei servizi ai cittadini”.
Roma, 3 ottobre 2012
In data odierna si è svolto il previsto incontro tra l’Agenzia Industria Difesa e le OO.SS., in merito alla possibilità di unificare due Stabilimenti (Baiano e Noceto) in un unico Polo, con un’unica governance.
Il Direttore Generale dell’A.I.D. ha assicurato verbalmente che il personale civile attualmente in servizio nei due Stabilimenti, non subirà trasferimenti, ma ci sarà solo una razionalizzazione del lavoro tra i due Enti; per quanto riguarda la governance, essa sarà formata da un unico Direttore, coadiuvato da due vice Direttori.
Il progetto è stato già autorizzato dal Ministro della Difesa.
Tutte le OO.SS., in considerazione delle attività dei due Enti, hanno manifestato delle forti perplessità in merito alla utilità del costituendo Polo, non ravvedendo, tra l’altro, significative modificazioni di bilancio nel breve termine ed hanno concordato nel voler ricevere informazioni più dettagliate con l’attivazione di un tavolo tecnico di confronto su quanto ipotizzato dal Direttore dell’Agenzia.
In merito al decreto legge sulla Spending Review cioè la riduzione del 10% degli organici di tutti i dipendenti Civile della Difesa, il Direttore Generale ci ha informato che l’A.I.D. non sarà coinvolta poiché l’organico nel corso degli anni si è ridotto più del 10% previsto dal suddetto decreto.
FPCGIL DIFESA UILPA DIFESA
Noemi Manca Sandro Colombi
Il 30 gennaio 2012 il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali firma il decreto ministeriale con cui vengono stabiliti i criteri del sistema di valutazione 2011. Il sistema, che come è noto è frutto del decreto legislativo 150/09 – generato dalla volontà punitiva dell’ex Ministro Brunetta – nella nostra Amministrazione è stato avviato, di fatto, in maniera retroattiva e con “soli” 14 mesi di ritardo. Il ridicolo.
Il 27 settembre 2012 con la nota della Direzione Generale per le politiche del personale, l’Innovazione, il Bilancio e la Logistica (PIBLO) vengono sollecitati tutti gli Uffici “……..a voler sinteticamente relazionare sullo stato dell’adempimento……..entro il 12 ottobre p.v.” sul sistema di valutazione 2011. Anche questa richiesta ci sembra “leggermente” in ritardo, infatti sono passati solo 7 mesi dall’avvio della procedura retroattiva relativa al sistema del 2011. La farsa.
Roma, 8 ottobre 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Come nel 1993, seppur in un contesto molto diverso, ci troviamo a discutere di nuove funzioni della Corte attraverso un decreto-legge, allora l’ “urgenza” era data da “tangentopoli”, oggi dallo scandalo dei costi della politica (non a caso a richiedere il d-l concordato è stata la Conferenza delle Regioni).
Venti anni fa si disse che il controllo preventivo era inadeguato perché “lasciava passare gli avvoltoi e bloccava i moscerini”, rallentava l’ azione amministrativa, deresponsabilizzava i dirigenti.
Oggi, la “colpa” è l’ eccessiva autonomia di Regioni ed EE.LL., la riforma del titolo V della Costituzione, ecc.;
in realtà, oggi come allora, c’ è molto fumo: la riforma dei controlli è adoperata strumentalmente, “a riflettori accesi”.
Infatti, da un lato, si cerca di nascondere o supplire l’ incapacità di buona parte della politica di autoriformarsi, dall’ altro, si dà in pasto al popolo qualche Fiorito di turno e si sfrutta la situazione per preparare altri tagli alla Sanità (meno 1,5 miliardi) e al pubblico impiego (ora si vuole cancellare anche l’ indennità di vacanza contrattuale).
Allora, nell’ attuale situazione, la Corte si trova sovresposta, sovraresponsabilizzata, perché dietro il rafforzamento dei controlli c’è anche la volontà politica di eliminare quei livelli di resistenza politico-istituzionale alla politica economica liberista rappresentati dal sistema delle Autonomie;
ciò significa che il rischio di farsi stritolare da strategie diverse e contraddittorie è elevato, e, le stesse, almeno in parte, passano sulla testa dell’ Istituto pur sfruttandone alcuni indirizzi (è da tempo, ad es., che sono presenti all’ interno della Corte posizioni miranti al rilancio del controllo preventivo).
Pertanto, prima di valutare, anche unitariamente, quali rivendicazioni portare avanti (eventuale potenziamento delle dotazioni organiche, maggiori forme di incentivazione economica, rilancio “mirato” della formazione) occorre fare un’ “operazione verità”, sviluppare un lavoro di demistificazione anche rispetto a quelle posizioni del mondo politico che ora sembrano “lavarsi la coscienza” con il rafforzamento dei controlli, fare un’ analisi attenta dell’ attività di controllo già svolta nelle Regioni ad autonomia speciale che, in alcuni casi, non ha potuto supplire a problemi riguardanti l’ attuale sistema di potere e la sua forte capacità corruttiva in grado di oscurare anche i più volenterosi controllori.
PER QUANTO CI RIGUARDA, NOI PENSIAMO CHE LA RIFORMA IN CORSO NON SOLTANTO NON DEBBA PASSARE SULLA TESTA DELL’ ISTITUTO, MA, IN PARTICOLARE, NON DEBBA ESSERE SUBITA DAL PERSONALE AMMINISTRATIVO E, QUINDI, E’ GIA’ NEGATIVO CHE CI SIANO ORGANI DI STAMPA CHE HANNO PIU’ NOTIZIE DELLE OO.SS.:
QUESTA RIFORMA HA QUALCHE SPERANZA DI SUCCESSO SOLTANTO SE SI COINVOLGONO SIN DALL’ INIZIO LAVORATRICI E LAVORATORI DELLA CORTE CHE, CON TUTTO IL RISPETTO PER GUARDIA DI FINANZA E SERVIZIO ISPETTIVO DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO, DEBBONO ESSERE, COMUNQUE, DETERMINANTI.
Roma, 8 ottobre 2012
Il Coordinatore della Delegazione Nazionale
Trattante CGIL della Corte dei Conti
Michele Pietrafesa
Lo scorso venerdì, alla Commissione Finanze della Camera, è stato approvato all’unanimità un emendamento, alla legge delega fiscale, che sospende l’accorpamento delle Agenzie Fiscali: il Territorio con le Entrate e i Monopoli con le Dogane.
Questo emendamento ha recepito tutti i dubbi e le perplessità espresse da questa organizzazione sindacale. Dubbi riguardanti sia i risparmi economici di questa operazione e sia le ricadute negative sulla lotta all’evasione ed elusione fiscale riguardante gli immobili. Ma soprattutto abbiamo evidenziato che non è possibile continuare con il taglio lineare del personale ma, invece, bisogna investire sul personale soprattutto in un settore strategico come quello delle Agenzie Fiscali.
Vogliamo sottolineare che questo emendamento è la logica conclusione di un percorso di lotta, che non si ferma qui, iniziato con proteste spontanee dei lavoratori ed RSU, che con documenti e forme di proteste hanno espresso tutta la loro contrarietà all’accorpamento, fino ad arrivare allo sciopero dello scorso 28 settembre.
Ovviamente la lotta non si ferma perché noi continueremo a contrastare queste politiche dei tagli che hanno solo scopo di indebolire la Pubblica Amministrazione rendendola sempre meno efficiente.
A nostro avviso bisogna investire nella pubblica amministrazione soprattutto in settori specifici come il nostro per un obiettivo finale condiviso da tutti una vera lotta all’evasione fiscale.
Roma, 8 ottobre 2012
FP CGIL Nazionale – Comparto Agenzie Fiscali Il Coordinatore Nazionale – Ag. Territorio
Luciano Boldorini Carmine Di Leo
FP CGIL
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FP CISL
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UIL PA
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CISAL FIALP
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USB PI
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Roma, 5 ottobre 2012
(passano gli anni e nulla cambia!!)
Molti sono stati negli ultimi anni gli interventi governativi in materia di pubblico impiego e l’ACI non ha mai colto l’occasione per procedere autonomamente a riforme strutturali, che, se avviate per tempo, come sollecitato più volte dalle scriventi OO.SS., avrebbero consentito al nostro Ente di affrontare le ricadute della “Spending Review” senza, l’inutile, consueto arroccamento.
L’incontro del 3 ottobre u.s. con i vertici dell’ACI ha dimostrato, ancora una volta, la mancanza, non solo di strategie e progetti concreti per il futuro, ma anche di risposte efficaci alle puntuali domande delle OO.SS. sull’applicazione della Spending Review:
1. Crisi del mercato dell’auto – bilancio dell’Ente e delle società collegate
2. Taglio pianta organica
3. Modifica assetti territoriali (accorpamento province)
4. Abbattimento costi procedure stipendiali
5. Reinternalizzazione e mancanza di controllo sui costi e sulle tariffe applicate all’ACI dalle società collegate
6. Politica dell’Ente rispetto alla perdita di servizi (Onda Verde)
Il Presidente ha tenuto a ribadire l’azione svolta negli ultimi mesi dall’ACI nel “far sentire” la propria voce nella difesa del cittadino tramite campagne per l’abbattimento dei costi della benzina e della RCA.
Il Segretario Generale ha confermato gli ovvi riflessi negativi che una crisi importante come quell’attuale del mercato auto ha sul bilancio del nostro Ente e ha demandato un’analisi più puntuale dei dati ad un’apposita riunione con le OO.SS. prevista in occasione della presentazione del bilancio preventivo 2013. Per quanto riguarda quelli delle società collegate il Segretario Generale ha semplicemente ricordato che hanno diverse scadenze temporali.
Rispetto alla pianta organica, i Vertici ACI hanno confermato che l’applicazione del taglio del 10% previsto dalla normativa di “Spending Review ” sui costi del personale delle aree non dovrebbe comportare situazioni di esuberi.
L’Amministrazione ha riconosciuto la lungimiranza delle OO.SS. nel voler difendere la capillare presenza sul territorio degli UU.PP., considerandola un patrimonio da capitalizzare proprio in questo momento in cui altre amministrazioni sono costrette ad arretrare riducendo i servizi di prossimità a causa dell’imminente ridisegno dell’assetto politico amministrativo del Paese.
Sarebbe stato un segnale positivo se i Vertici ACI avessero condiviso la proposta delle OO.SS. di reinternalizzare alcune attività, come ad esempio le procedure stipendiali, per pervenire ad un reale abbattimento dei costi, ad una maggiore valorizzazione delle professionalità interne nonché ad una ottimizzazione delle attività.
L’Amministrazione ha invece deciso di applicare pedissequamente il dettato normativo della Spending Review e di procedere alla rinegoziazione dei contratti in essere con un contenimento dei costi solo del 15%.
Le scriventi hanno ribadito, come già fatto in ogni occasione possibile, l’opportunità di procedere alla reinternalizzazione di tutte quelle attività che, nel corso degli anni, sono state esternalizzate. L’atteggiamento dell’Amministrazione è stato di totale chiusura, anzi ha affermato che non era quello il tavolo deputato a tale discussione.
A questo punto ci chiediamo a quale tavolo dovremmo sederci?
Come mai, nonostante l’istituzione di un apposito servizio governance, l’Ente non riesce o non vuole(?) esercitare le funzioni di controllo e di indirizzo che le sono proprie, subendo passivamente, in casa propria, tariffe da monopolio o viceversa un dumping tariffario autolesionista?
Rispetto alla nota questione in merito alla ormai scaduta convenzione con il Ministero delle Infrastrutture(MIT) riguardante i servizi di Onda Verde è stata confermata la disponibilità di ACI a collaborare con la RAI, ed è stata inviata una lettera a firma del Presidente, attualmente al vaglio degli uffici legali RAI. Troppo poco per le scriventi per evitare di perdere un settore del mercato nel quale l’ACI, da sempre è leader.
Nessuna strategia, nessun progetto, nessuna certezza, un bilancio sempre in rosso; questo è quanto si prospetta per il futuro del nostro ENTE.
Tanti argomenti tante domande….. tanto fumo come risposta.
Non si può più tollerare che le sorti dell’Ente, quindi il nostro futuro, siano decise da chi privilegia gli interessi delle società partecipate a quelli dell’Ente Pubblico volendo evitare il confronto con le parti sociali sull’argomento.
Le nostre proposte rispetto agli interventi da fare le abbiamo sottoposte e portate al tavolo, nelle prossime settimane elaboreremo un documento con il quale, abbiamo la presunzione, di dimostrare che è possibile contenere le spese senza far cassa sui dipendenti dell’Ente, toccherà ad altri recepirle, sarà la presentazione del bilancio di previsione 2013 l’opportunità, forse l’ultima, per dimostrare la volontà di cambiamento.
Non siamo più disposti ad accettare lo stillicidio dell’Ente e se non si avranno segnali chiari proprio nella riunione sul bilancio di previsione 2013, le scriventi OO.SS. intraprenderanno tutte le iniziative necessarie utili interne ed esterne, sindacali e di denuncia, anche presso tutti gli organismi vigilanti, per dire ….. ora basta!!
FP CGIL ACI FP CISL ACI UILPA ACI ACP CISAL FIALP ACI USB PI ACI
D.Figliuolo M.Semprini S.Pagani L. De Santi R.Sirano
Si è svolta a Praga, il 4 e 5 ottobre 2012, la conferenza conclusiva del progetto di dialogo sociale sul quale avevamo iniziato a lavorare più di un anno fa.
Obiettivo della conferenza e del progetto era quello di trovare una posizione condivisa tra governi e sindacati su ciò che sarebbe opportuno fare per migliorare l’immagine dellea mministrazioni centrali in Europa ai tempi della crisi.
La conferenza, che ha visto un’ampia partecipazione sia della delegazione Tuned che di quella Eupae, ha analizzato i risultati della ricerca condotta dal prof Robert Sobiech, professore dell’università di Varsavia. Dai risultati del progetto è emerso che nei paesi del sud, tra i quali l’Italia, l’attrattivita’ e l’immagine della funzione pubblica sono tra le più basse.
Da parte nostra abbiamo rappresentato le difficoltà, che soprattutto in questi ultimi anni, abbiamo dovuto affrontare per le relazioni sindacali nell’ambito del dialogo sociale. Siamo convinti chel a mancanza di dialogo sociale e l’aumento del conflitto non aiutino una buona percezione della pubblica amministrazione e non ne aumentino la sua attrattività.
Il periodo che abbiamo attraversato,”Brunetta-fannulloni”, ha consegnato ai cittadini italiani un’immagine distorta dei lavoratori pubblici aprendo la strada a tutte le politiche di austerità che stiamo subendo in Italia.
Inoltre, nell’ambito dellostudio sull’attratività della P.A. per i giovani, abbiamo sottolineato come ciò nel momento attuale costituisca un paradosso in quanto, con la “spending review” e i provvedimenti del governo Monti, la pubblica amministrazione, anche qualora divenisse più attrattiva per i giovani, nel nostro paese, sarebbe comunque un mercato chiuso fino al 2017 per il blocco del turn over e per le politiche, che in tutti i paesi del sud Europa, tendono a ridurre i numeri dei lavoratori pubblici e più in generale degli spazi pubblici.
Inoltre, sempre nell’ambito dello studio sull’attrattività, è stato più volte sottolineato quanto il servizio pubblico abbia una funzione fondamentale come garanzia dei diritti costituzionali dei cittadini e della tenuta democratica dei paesi.
Nella seconda parte del programma della prima giornata, ci sono stati più interventi di esperti che hanno portato il loro contributo alla conferenza mettendo in evidenza l’importanza del dialogo sociale e di una buona comunicazione, anche mediatica, delle tante cose buone e dei tanti valori del lavoro pubblico e dei servizi pubblici, per aumentare l’attrattività della pubblica amministrazione: l’efficienza, la buona comunicazione e il dialogo devono viaggiare insieme.
Durante i lavori della secondagiornata è proseguito il lavoro di stesura di un documento comune che speriamo sarà presto sottoscritto tra Eupan e Tuned. Il documento si pone l’obiettivo di individuare le raccomandazioni utili strategiche per una buona pubblica amministrazione alle quali tutti i paesi si dovranno attenere. Rieteniamo chequesto documento rappresenterà un importante passo in avanti per il nostro dialogosociale, sia in Europa che nei singoli paesi.
I lavori si sono conclusi con una tavola rotonda, alla quale ha partecipato la Segretaria Generale della Fsesp, Carola Fischbach-Pyttel, sull’importanza del dialogo sociale per una positiva immagine delle amministrazioni centrali. Purtroppo il contrario di ciò che oggi avviene in Italia per le funzioni centrali.
Francesca De Rugeriis
Nicoletta Grieco