Al Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro
Dott. Leonardo Alestra
Al Direttore Centrale Risorse Umane, Finanziarie e Logistica
Dott. Giuseppe Diana
OGGETTO: PRESENZE EQUIPARATE FRD 2019
Con nota del 24 giugno scorso, trasmessa solo agli uffici e mai discussa con le organizzazioni sindacali né mai a queste ultime inviata, la Direzione Centrale Risorse Umane, Finanziarie e Logistica ha comunicato le giornate di assenza che – ai fini del calcolo della quota legata alla performance organizzativa – dovranno essere equiparate alle presenze.
Nell’allegato prospetto risultano non essere più computate, a differenza degli anni passati ed in contrasto con la normativa del caso, né le assenze per malattia dovute ad infortunio sul lavoro o a causa di servizio, né quelle rientranti nell’art. 33, commi 2 e 3, della Legge 104/92. In sintesi, L’Amministrazione ha unilateralmente introdotto degli elementi che modificano la distribuzione del salario accessorio, contra legem e con nota inoltrata ai soli Uffici, posteriormente alla firma del FRD 2019
Come FP CGIL intervenimmo già rispetto al FRD 2018 nei confronti dell’Amministrazione – con nota del 16 luglio 2019 che ad ogni buon conto si allega alla presente – per chiedere il reinserimento nell’accordo delle assenze di cui all’art. 33, commi 2 e 3.
Quest’anno, conosciuta la posizione di questa sigla rispetto a determinate forme di tutela, l’Amministrazione ha evidentemente deciso di non coinvolgere le organizzazioni sindacali, emanando istruzioni operative in cui si reitera l’eliminazione dell’art. 33, co. 2 e 3, aggiungendovi quella relativa alle assenze per infortunio, espressamente prevista dalla normativa vigente.
Oltre a contestare il merito della nota, che si pone nel solco di una interpretazione restrittiva a danno esclusivo del personale, che sembra ormai caratterizzare la Direzione Centrale Risorse Umane, questa sigla contesta fortemente anche il metodo utilizzato.
Infatti, in nessuna delle riunioni sindacali avvenute il tema della tipologia di assenze equiparate è stato oggetto di discussione al tavolo negoziale, segno che la discussione sull’argomento poteva ritenersi pacificamente conclusa, grazie all’intervento della scrivente sigla. La nota in oggetto, invece, indirizzata ed inviata alle sole strutture dell’INL, lascia prefigurare gli estremi di una condotta antisindacale, in quanto pare destinata a scavalcare qualsiasi discussione sindacale sul tema in questione, che ha evidente riflesso sul calcolo e sulla corresponsione delle somme del salario accessorio dei lavoratori.
Pertanto, alla luce delle considerazioni su esposte, questa sigla chiede l’immediata rettifica della nota in oggetto.
Roma, 13 luglio 2020
Il Coordinatore nazionale
FP CGIL INL
Matteo Ariano
Alle/Ai delegate/i ed iscritte/i
FP CGIL Polizia Penitenziaria
LORO SEDI
CORRETTIVI AL RIORDINO DELLE CARRIERE FORZE DI POLIZIA (D.Lgs. n°172 del 27/12/2019 e D.Lgs. n°173 del 27/12/2019, pubblicati in G.U. il 05/02/2020)
Come da rassicurazioni accusate per le vie brevi dagli Uffici competenti, vi comunichiamo che sarà corrisposto l’una tantum con i relativi importi (presumibilmente nel mese prossimo di agosto), in adempimento al correttivo normativo di cui sopra:
• Ispettori Superiori – Sostituto Commissario che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 1500);
• Ispettori Superiori – Sostituto Commissario che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il
30/09/2017 l’anzianità di almeno 4 anni nella qualifica (euro 1300);
• Sostituto Commissario Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, in anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 540);
• Sovrintendenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 10 anni nella qualifica (euro 1450);
• Sovrintendenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 1200);
• Sovrintendenti Capo Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, di anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 430);
• Assistenti Capo Coordinatori in servizio al 31/12/2019 che non hanno beneficiato di riduzione nella permanenza nella qualifica, di anticipazione alla denominazione di coordinatore (euro 315);
• Assistenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 12 anni nella qualifica (euro 1000);
• Assistenti Capo che hanno raggiunto tra il 02/01/2017 ed il 30/09/2017 l’anzianità di almeno 8 anni nella qualifica (euro 800);
Inoltre, sarà altresì corrisposto l’incremento per il 1° assegno di funzione (al raggiungimento dei 17 anni di servizio) di euro 22.50 con gli arretrati previsti e decorrenza 01/01/2020 per il ruolo Agenti/Assistenti).
Fraterni saluti.
Il Coordinatore Nazionale
Stefano BRANCHI
Roma, 13.07.2020
Al Ministro per il lavoro e delle politiche sociali
Sen. Nunzia Catalfo
Al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport
On. Vincenzo Spadafora
Al Ministro dell’Economia e Finanze
Prof. Roberto Gualtieri
Alla società Sport e Salute S.p.a.
Presidente e Amministratore Delegato Avv. Vito Cozzoli
Al Direttore Risorse Umane
Dott. Riccardo Meloni
Al Responsabile delle relazioni sindacali
Dott. Giuseppe Troiani
Egregi Ministri, Signor Presidente Sport e Salute S.p.A.,
con le allegate note le scriventi OO.SS. hanno chiesto rispettivamente al Ministero del Lavoro –
Direzione Generale Ammortizzatori Sociali e Formazione – e all’INPS – Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali – di verificare la eventuale corrispondenza con le norme vigenti delle procedure seguite dalla FIT (Federazione Italiana Tennis) e, in ogni caso, anche l’eventuale legittimità dei reiterati provvedimenti assunti da quest’ultima Federazione sportiva e dalla FIN (Federazione Italiana Nuoto) nell’ambito dell’attivazione del Fondo Integrazione Salariale (FIS) disposto nei confronti del personale dipendente anche per le ulteriori 5 settimane previste dall’art. 19, c. 2 del D.L. n. 18 del 17/03/2020, nonché di valutare ne l merito se l’utilizzo di quello strumento normativo sia compatibile o meno con l’accesso da parte di queste Federazioni allo stanziamento erogato annualmente dal MEF a garanzia del pagamento degli stipendi del personale, al quale si aggiungono quelli disposti dalle leggi e decreti promulgate/i nel periodo emergenziale e, da ultimo, l’art. 98 del D.L. n. 34 del 19 maggio u.s..
A tal proposito, considerate le ragioni suesposte, più dettagliatamente spiegate nei documenti
allegati, le scriventi organizzazioni sindacali chiedono alle SS.LL. un intervento volto a chiarire la
situazione generata, a nostro avviso in danno, delle lavoratrici e dei lavoratori convolti con le loro
rispettive famiglie – molte di queste monoreddito, che attualmente si trovano in grande imbarazzo e disagio economico a causa delle scelte compiute dai propri rispettivi datori di lavoro, reiterate pure in presenza di una costante ripresa delle attività sportive sia da parte della FIN che della FIT (da ultimo campionati italiani assoluti di tennis).
Restiamo in attesa di riscontro e porgiamo cordiali saluti.
FP CGIL CISL FP UILPA CISAL FIALP
Francesco Quinti Alessandro Bruni Paolo Liberati Dino Carola
FORMAZIONE 2020-2022 PER DIRIGENTI,PROFESSIONISTI E MEDICI
RIVISITAZIONE DELL’AREA MEDICO LEGALE
E’ stato portato all’attenzione dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione, organismo costituito sulla base di quanto previsto dal CCNL 2016-2018 –Area Funzioni Centrali, il Piano della Formazione 2020-2022.
Tra i punti maggiormente qualificanti del Piano, la già annunciata istituzione della “Scuola della protezione sociale”, che avrà, tra gli altri, compiti di alta formazione in materia di protezione sociale per dirigenti, professionisti e funzionari dell’Inps, dirigenti e funzionari di altre pubbliche amministrazioni e di altri soggetti istituzionali del sistema della previdenza e dell’assistenza pubblica, anche in sinergia con la SNA e con Università pubbliche e private. La nostra Organizzazione condivide l’obiettivo dichiarato di costituzione di un Polo di eccellenza della
formazione, a beneficio innanzitutto del personale dell’istituto.
Per la dirigenza, è prevista la realizzazione di uno specifico intervento formativo in materia di pari opportunità e la prosecuzione della formazione differenziata conseguente all’assessment del 2016. A tale ultimo riguardo, chiediamo all’ amministrazione di procedere preliminarmente ad un rinnovo dell’assessment, in considerazione dei 4 anni trascorsi dal precedente.
Sempre per la dirigenza, sono previsti altresì un ulteriore intervento sullo smart-working, particolarmente utile in vista delle innovazioni normative in corso di discussione parlamentare, ed uno specifico per i direttori territoriali sul diritto sindacale e sulla negoziazione, anch’esso
da noi pienamente condiviso.
Per quanto riguarda i professionisti, pur apprezzando il coinvolgimento degli stessi in iniziative formative interne riguardanti tematiche organizzative o altri argomenti d’interesse generale (ad esempio ciclo della performance e ruolo OIV, ovvero in materia di analisi statistica e socioeconomica), abbiamo tuttavia lamentato l’insufficienza del piano per quanto riguarda lo spazio riservato alle conoscenze specialistiche.
E’ necessario richiamare l’art. 26 del CCNL, che, per dirigenti e professionisti, prevede che:
“Nel quadro dei processi di riforma e modernizzazione della pubblica amministrazione, la formazione costituisce un fattore decisivo di successo e una leva fondamentale nelle strategie di cambiamento dirette a conseguire una maggiore qualità ed efficacia delle amministrazioni.
Con riferimento alla risorsa dirigenziale tale carattere diviene più pregnante per la criticità del ruolo della dirigenza nella realizzazione degli obiettivi anzidetti.
In relazione alle premesse enunciate al comma 1, la formazione e l’aggiornamento professionale sono assunti dalle amministrazioni come metodo permanente teso ad assicurare il costante aggiornamento delle competenze professionali tecniche e lo sviluppo delle competenze organizzative e manageriali necessarie allo svolgimento efficace dei rispettivi ruoli.
Le iniziative di formazione hanno carattere continuo e obbligatorio. A tali iniziative sono destinati adeguati investimenti finanziari nel rispetto dei limiti finanziari previsti dalle vigenti norme di legge in materia.
Gli interventi formativi, secondo le singole finalità, hanno sia contenuti di formazione al ruolo, sia contenuti specialistici in correlazione con specifici ambiti e funzioni su cui insiste l’attività del dirigente o del professionista.
Le iniziative formative sono realizzate, singolarmente o d’intesa con altre amministrazioni, anche in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione , le Università ed altri soggetti pubblici o privati, ivi compresi gli ordini professionali”.
Con particolare riguardo ai professionisti e medici, per i quali vigono, come noto, disposizioni di settore e contrattuali in tema di formazione permanente e conseguimento di crediti formativi obbligatori, l’amministrazione riferisce che l’individuazione delle specifiche attività formative è stata effettuata su proposta dei competenti Coordinamenti generali Medico legale, Legale, Statistico attuariale e Tecnico edilizio.
Al riguardo, per ciò che riguarda i medici, si chiede di ampliare le possibilità di aggiornamento professionale lasciando, perlomeno in parte, la possibilità per il singolo medico di partecipare a attività formative di sua scelta con le spese di iscrizione a carico dell’Istituto.
Per quanto riguarda in particolare gli avvocati, le iniziative formative di carattere specialistico si esauriscono pressoché, come ormai da molti anni, nel consueto convegno annuale degli Avvocati Inps, che opportunamente si avvale per la formazione anche di risorse interne.
Si è quindi rilevata la necessità di un’implementazione del Piano, con iniziative specialistiche di elevato livello che coinvolgano ScuolaNazionale Amministrazione, Università, Ordini professionali,
eventualmente articolate anche a live territoriale.
Non è stato esplicitato alcun concreto impegno in tal senso.
Sono stati richiesti chiarimenti inoltre sulla formazione destinata ai“professionisti dell’Istituto con responsabilità di gestione dei gruppi di lavoro” in vista del “rafforzamento delle competenze trasversali”.
Anche a tale riguardo non sono pervenute risposte chiare.
Sono stati chiesti chiarimenti infine sulla ragione per cui le iniziative formative in materia di pari opportunità risultino riservate ai soli dirigenti. Su questo ci è stato risposto che ciò è dovuto al fatto che la dirigenza ha una specifica competenza in materia di gestione del personale, ma ciò non toglie che analoghe iniziative in futuro verranno riservate ai professionisti.
Questi i rilievi e le proposte della CGIL, e della sola CGIL, nella citata riunione.
Stupisce leggere comunicati di altre sigle che riferiscono queste tesse proposte come proprie.
Auspichiamo per lo meno che queste posizioni vengano mantenute anche al tavolo politico quando l’amministrazione presenterà i documenti definitivi.
Il secondo punto all’ordine del giorno ha riguardato la rivisitazione dell’Area Medico Legale dell’Istituto. Tale riorganizzazione ci pare sicuramente migliorativa rispetto alla precedente e di questo diamo attoall’Amminis razione, ma ci sarebbe piaciuto che in questa seconda riunione oltre a piccoli aggiustamenti “provinciali” di UOC e UOS (accontentiamo uno e scontentiamo un altro), ci fosse prospettato quanto da noi precedentemente chiesto: ampliare il numero di UOC in pianta organica così da avere una UOC per ogni provincia e più UOC nelle grandi città.
Rimaniamo pertanto in attesa di un nuovo piano globale di assunzioni di personale medico di I° e II° livello essendo fermamente convinti che, solo l’immissione in ruolo di colleghi giovani possa dare un forte impulso al settore medico dell’Istituto.
Roma, 10 luglio 2020
FP CGIL
Maria Assumma Matteo Ariano
Giuseppe Cipriani Antonella Trevisani
Francesco Reali
Fabrizio Ottavi
Ticket “per emergenze”
La questione del riconoscimento del buono pasto al personale che opera in regime di lavoro
agile per emergenza assume ogni giorno aspetti nuovi che conducono, o potrebbero
condurre, a narrazioni strumentali.
Ci riferiamo, in particolare, alla decisione assunta dal Giudice del Lavoro di Venezia il quale,
con sentenza n. 1069/2020, afferma l’inesistenza in capo al datore di lavoro dell’obbligo di
riconoscere il buono pasto al proprio personale posto in regime di smart working, in seguito
allo svolgimento del previsto confronto con le Organizzazioni sindacali.
La ricostruzione effettuata dal tribunale di Venezia, ad avviso delle scriventi, erra
nel ricondurre la disciplina del lavoro agile di cui alla legge 81/2017 all’attuale
fase di lavoro emergenziale svolto “da remoto”: va, insomma, chiarito che mancano
i presupposti per l’applicabilità della legge 81/2017 in quanto il lavoro emergenziale, in
alcuni casi come ad esempio in Inail, continua a essere effettuato in base all’orario di lavoro
– che spesso va ben oltre le prescritte 7,12 ore – e non per “cicli, fasi ed obiettivi” (con il
risultato finale per cui è impossibile per il lavoratore Inail attuare quella conciliazione fra
tempi di vita e tempi di lavoro, richiamata dalla legge sullo smart working, che la sentenza
ritiene elemento rilevante per dichiarare come illegittima l’erogazione del buono pasto).
Evidentemente, per queste ragioni la Circolare n. 2 del 1° aprile 2020 del Ministero della
Funzione Pubblica sul tema del buono pasto stabilisce che “Le amministrazioni sono
chiamate, nel rispetto della disciplina normativa e contrattuale vigente, a definire gli aspetti
di tipo organizzativo e i profili attinenti al rapporto di lavoro, tra cui gli eventuali riflessi
sull’attribuzione del buono pasto, previo confronto sotto tale aspetto con le organizzazioni
sindacali. Con particolare riferimento alla tematica dei buoni pasto, si puntualizza, quindi,
che il personale in smart working non ha un automatico diritto al buono pasto e che
ciascuna PA assume le determinazioni di competenza in materia, previo confronto con le
organizzazioni sindacali.”
È, appunto, il confronto che deve condurre le parti a valutare se spettante o meno
un istituto che, come dichiara la Suprema Corte, ha natura assistenziale (Cassazione Civile
sentenze n. 20087 del 21.07.2008, n. 11212 del 17.07.2003 e n. 12168 del 01.12.1998)
e che va valutato anche in relazione ai contenuti della legge n. 81 del 2017 che, all’articolo
20, prevede che “Il lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile ha diritto
ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello complessivamente
applicato, in attuazione dei contratti collettivi di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15
giugno 2015, n. 81, nei confronti dei lavoratori che svolgono le medesime mansioni
esclusivamente all’interno dell’azienda.”
Tuttavia, oltre all’aspetto tecnico-giuridico, esiste un ulteriore aspetto di natura più
politica e meritocratica, che vale la pena di ribadire a chi, ancora oggi, pensa di
concedere una “regalia” al personale!!!
Se i dati di produzione confermano che i lavoratori hanno:
● raggiunto tutti i target assegnati;
● aggredito e spesso azzerato enormemente l’arretrato;
● garantito con modalità diverse dalla presenza, ed in alcuni casi con mezzi propri,
ottimali servizi all’utenza;
● fornito risposte anche in relazione ai nuovi compiti assegnati all’Istituto;
e che lo sforzo profuso ha spinto il Direttore Generale, Il Presidente dell’Istituto, Il
Presidente del CIV ed il Presidente del Consiglio a riconoscerne pubblicamente il merito, è
giusto gratificarli oltre che con le parole anche attraverso riconoscimenti tangibili?
Se poi aggiungiamo che per raggiungere detti obiettivi spesso hanno dovuto
operare in condizioni disagiate, con orari di lavoro ben al di fuori dei limiti
contrattualmente previsti e sobbarcandosi le spese effettive di funzionamento,
gestione e mantenimento della modalità lavorativa impostagli per legge,
probabilmente tale risposta andrebbe considerata come un vero e proprio atto
dovuto.
Chiediamo, in definitiva e con forza, l’avvio del previsto confronto, per discutere
sull’opportunità, ancor prima del dovere morale, di rispondere finalmente al Personale
dell’Istituto riconoscendogli quanto faticosamente meritato.
Di contro, il perdurante silenzio, accompagnato da rinvii sine die del previsto confronto in
materia, verrebbe facilmente registrato dai colleghi, e non solo, come una
mancanza di coraggio del management all’assunzione delle proprie
responsabilità, o peggio come un atto ostile nei confronti di quello stesso personale sulla
cui competenza e professionalità ci si è fregiati dinanzi all’opinione pubblica e che, in questa
ultima ipotesi, non esiteremo a difendere e tutelare con ogni forma costituzionalmente
prevista.
Roma, 10 luglio 2020
A. Mercanti M. Molinari F. Savarese
Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane
e dei Monopoli
Dott. Marcello Minenna
E p.c.
Al Direttore Centrale del Personale
Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Dott. Rocco Flore
Oggetto: Richiesta incontro urgente sul processo di riorganizzazione dell’Agenzia.
Egregio Direttore,
le scriventi OO.SS. prendono atto dei provvedimenti con i quali l’Agenzia in questi giorni sta procedendo ad effettuare un riassetto sia organizzativo che logistico degli Uffici, Centrali e periferici, con innegabili ricadute sulle dinamiche lavorative del personale.
E anche la continua produzione di Determine, Disposizioni, LIUA finisce per incidere – peraltro in un periodo già difficoltoso per l’emergenza Covid 19 – sulle procedure lavorative cari.
Ciò posto si deve rilevare che i provvedimenti riorganizzativi di queste ultime ore, adottati riguardo alla dislocazione delle Direzioni Centrali, paiono modificare il quadro dell’intesa con le OO.SS. territoriali del Lazio e sono stati adottati, peraltro, non consentendo i tempi per ogni
utile contributo dei rappresentanti dei lavoratori.
Si aggiunge che anche l’attivazione dei nuovi Uffici delle Direzioni Territoriali a partire dal 01 luglio 2020 è stata adottata senza il preventivo confronto a livello reginale sulla ricadute di tale riorganizzazione.
Le scriventi, nel rammentare che l’informazione ed il relativo confronto tra le parti sono elementi indispensabili per garantire un positivo e stabile sistema di relazioni sindacali come introdotto dal CCNL FunzioniCentrali, ritengono sia urgente richiederLe un incontro al fine di poter recuperare un terreno di relazioni condivise, che non possono non essere qualificate da una informazione completa, anche sui futuri provvedimenti e sulle intenzioni organizzative che l’Agenzia intende perseguire. L’incontro che si richiede è inoltre indispensabile per la necessità di aggiornare
termini e previsioni dell’intesa relativa alla Fase 2 dell’emergenza Covid 19 che, come noto, scadono il prossimo 31 luglio.
Nelle more della convocazione, per l’unica ed opportuna finalità di mantenere corrette e adeguate relazioni sindacali, le scriventi ritengono di chiederLe la sospensione delle determine emanate senza la preventiva informazione alle parti.
Restando in attesa di cortese e urgente riscontro si porgono distinti saluti.
Roma 10 luglio 2020
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino Fanfani Procopio
PRIMA VERIFICA: CORREZIONE DI ROTTA?
Finalmente ieri si è riunito il Tavolo nazionale per effettuare quel monitoraggio sull’applicazione dell’Accordo del 3 giugno in materia di misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro nella cosiddetta “Fase 2”, che si sarebbe dovuto effettuare già da tempo.
Importante novità, la presenza – per la prima volta – della Vicepresidente dell’Istituto, On. Gnecchi, che ha confermato – insieme al Presidente e alla Direttrice Generale – la volontà del Consiglio di Amministrazione, di incontrare al più presto i rappresentanti sindacali del personale, come da noi richiesto lo scorso 29 giugno.
Al di là della reportistica effettuata dalla delegazione di parte datoriale sulle iniziative intraprese in tema di dispositivi di sicurezza (acquisti di vari DPI, sanificazioni ambientali, ecc.) con ampie criticità ammesse dagli stessi rappresentanti dell’Amministrazione, e dei dati forniti in ordine al presidio della multicanalità INPS (dati che chiediamo di avere ufficialmente, perché smentirebbero la vulgata di una scarsa cura della relazione con l’utenza nella modalità remota), abbiamo contestato ai nostri interlocutori la palese violazione dell’Accordo del 3 giugno consumata dall’Istituto con la pubblicazione del messaggio Hermes n.2561 del 23 giugno u.s. che ha generalizzato l’apertura indiscriminata degli sportelli in modalità fisica, ipotesi del tutto remota e residuale di attivazione dello sportello nel caso esclusivo di impossibilità tecnica di erogare a distanza le prestazioni istituzionali.
Si tratta di un fatto grave, che segna un vulnus nella rete di reciproca fiducia che deve caratterizzare le buone relazioni sindacali: così purtroppo non è stato e lo abbiamo detto a chiare lettere ai vertici dell’INPS.
Forti delle segnalazioni arrivate durante i quattro giorni di assemblea, abbiamo evidenziato le criticità finora emerse: dalla mancanza di una adeguata ed incisiva campagna di comunicazione alla necessità di adeguare i centralini provinciali alle realtà locali e di ammodernare il sistema informatico rispetto ai problemi tecnici emersi nella prenotazione e nella gestione degli appuntamenti.
Quello che occorre fare, a nostro parere, è recuperare lo spirito che ci ha visti inizialmente concordi nella redazione dell’accordo del 3 giugno, ossia coniugare forme di relazione in remoto con l’utenza valorizzando applicazioni tecnologiche dimostratesi utilissime allo scopo.
In questa direzione si muove ad esempio la sperimentazione che sta per partire a Napoli e a Rovigo – di cui siamo stati informati ieri –, per la creazione di uno sportello di primo livello esclusivamente telematico. Abbiamo sottolineato come un ampliamento di tale
sperimentazione ad altre realtà sarebbe di certo utile ad evidenziare la seria volontà dell’Istituto di perseguire quello che in riunione noi abbiamo definito e immaginato come “L’INPS a casa tua”: non deve essere più necessario che il cittadino si rechi sempre presso le Sedi dell’INPS, ma può essere l’Istituto stesso che, attraverso le tecnologie, offra i suoi servizi al cittadino senza farlo muovere da casa. Il tutto si risolverebbe in un vantaggio per il cittadino evitando rischiose forme di mobilità in un contesto di attuale emergenza sanitaria.
Altro tema che abbiamo posto è stato quello della comunicazione esterna e del rapporto con gli organi di stampa che indirizzano l’opinione pubblica. Abbiamo esortato l’Amministrazione ad evitare pericolose sovraesposizioni mediatiche e al tempo stesso ad essere più incisiva nel rappresentare all’esterno i risultati dell’enorme sforzo fatto in questi mesi dall’INPS grazie al lavoro svolto dai colleghi, ricordando che l’Istituto non può essere il terreno di battaglia tra opposte fazioni politiche o culturali, come purtroppo sta accedendo nelle ultime settimane, ma è patrimonio del Paese al servizio dell’interesse generale.
L’accordo del 3 giugno, alla cui redazione abbiamo dato un contributo con l’apporto determinante delle sedi in termini di prescrizioni tecniche, per noi resta integralmente valido e non abbiamo alcuna intenzione di ritirare la firma, come strumentalmente chiede qualcuno che, pur non avendolo sottoscritto, dichiara la propria disponibilità oggi a firmarlo con emendamenti in corso d’opera!
Quell’accordo è la nostra polizza e rispetto ai suoi contenuti non intendiamo arretrare! La stessa Amministrazione, del resto, ha ammesso che nelle realtà in cui non si è ancora aperto ciò è avvenuto proprio in virtù dell’accordo da noi sottoscritto – nonostante altri continuino ostinatamente ad affermare il contrario, come dischi rotti.
L’incontro di ieri rappresenta, quindi, solo un primo step di un confronto permanente che nel tempo dovrà monitorare il rispetto e l’applicazione delle misure contemplate nel protocollo firmato, anche per poter correggere la rotta intrapresa.
Infine, alla luce dei tanti problemi emersi, abbiamo ribadito la necessità di avviare la contrattazione per la disciplina dello smart-working, non più emergenziale ma a regime, modificando il precedente accordo: su questo abbiamo registrato l’impegno dell’Amministrazione ad aprire il tavolo di negoziazione.
Roma, 10 luglio 2020
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
CONFINTESA/FP
Francesco Viola
CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti
Rilancio…!!!
Nel corso delle recenti e partecipatissime assemblee abbiamo assunto degli impegni con i lavoratori che intendiamo rispettare e con determinazione vogliamo onorare. Si muoveva in tale ottica l’iniziativa emendativa che si voleva inserire nel testo del DL 34/2020 (cd Rilancio), una proposta sottoposta e sostenuta da vari esponenti politici ma che purtroppo, a causa dell’enorme mole di emendamenti depositati non è entrata a far parte di quelli “segnalati”. Come da nostra storia, non ci siamo abbattuti e dopo aver definito un testo in coerente rispetto della ratio contenuta all’interno dell’emendamento, lo abbiamo riproposto sotto forma di ordine del giorno, affinché fosse discusso e approvato dall’Aula.
L’intento era di valorizzare l’importante ruolo assunto dalla pubblica amministrazione, e dal suo personale, anche in occasione della crisi epidemiologica da Covid-19, dove grazie all’utilizzo di quegli stessi strumenti informatici, che hanno “livellato” nel tempo le professionalità facendo emergere con forza il fenomeno del cd. mansionismo, ha continuato a garantire servizi eccellenti alla cittadinanza, nonché incassare l’impegno del Governo “a valutare l’opportunità di adottare, anche per il tramite della propria Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni (ARAN), tutti i necessari provvedimenti utili a garantire la riqualificazione del personale dipendente della pubblica amministrazione, anche attraverso la riformulazione dell’articolo 52 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”. Infatti, si chiedeva di “verificare la possibilità di rimuovere il riferimento ai titoli di studio necessari a partecipare alla prevista riserva dei posti (possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso dall’esterno), salvaguardando la piena e totale discrezionalità in capo alle singole amministrazioni di poter decidere autonomamente i criteri con cui far partecipare il personale di ruolo, utilizzando ai fini della compensazione del titolo di studio anche l’anzianità di servizio all’interno della qualifica precedente rispetto a quella per la quale si decide di concorrere.”
Nel corso della seduta di ieri (n. 369 del 9/7/2020) il predetto Ordine del giorno, presentato da varie forze politiche (9/2500-AR/128, 9/2500-AR/191, 9/2500-AR/369) è stato accolto favorevolmente dal Governo, assumendo l’impegno a valutare l’opportunità di approfondire la tematica rappresentata ed adottare i necessari provvedimenti atti a risolverla.
La condivisione di quanto da noi proposto non era per nulla scontata specie perché arriva in un clima di rinnovato attacco alla Pubblica Amministrazione e al suo Personale da parte dei soliti noti e di alcune new entry politiche ed industriali.
Non sfuggirà, infatti, come sia di fondamentale importanza rimarcare in questo preciso momento la necessità di avere più servizio pubblico in luogo di un’indiscriminataconcessione alla gestione privata di infrastrutture, sanità e altri diritti dei cittadini che in questi anni e particolarmente nella fase emergenziale ha prodotto in efficienza e grave danno al nostro Paese.
Ovviamente, oltre a ciò, non possiamo e non dobbiamo dimenticare, come ribadito in precedenza, tutte quelle partite ancora aperte all’interno del nostro Istituto e che ancora attendono una concreta risposta.
Partendo dall’abbassamento dei tassi di interesse su mutui e prestiti (questi ultimi, dopo una proposta avanzata dall’amministrazione, giacciono tutt’ora tra “color che son sospesi”), passando per il confronto sul riconoscimento degli istituti giuridici ed economici al personale che opera in regime di lavoro agile per emergenze (vedi nostra proposta di Verbale d’intesa per emergenze già inoltrato all’Amministrazione ed ai lavoratori), per giungere a garantire con le competenze del corrente mese di luglio la corresponsione di un acconto a tutto il personale (come tradizione vuole, nonostante qualche slancio “revisionista”), acconto che, grazie a nostri insistenti interventi, sappiamo essere già in pagamento con la cedola del mese di luglio.
Va, altresì, fatta chiarezza sulla certificazione del CIE 2019, sul cui iter non abbiamo avuto notizie ma che è “conditio sine qua non” per addivenire alla sottoscrizione del CIE 2020 in tempi utili per far partire le procedure per le progressioni economiche all’interno delle Aree.
Sempre in tema di progressioni, non si può ulteriormente tergiversare sulla necessità di rivedere le modalità di svolgimento del concorso bandito tramite RIPAM (ns. proposta del 15/06/2020: Riqualificazione professionale – Fase 2) e partire con quello che, al momento, risulta essere l’unico meccanismo attualmente previsto per valorizzare il personale dipendente delle pubbliche amministrazioni – la norma transitoria introdotta dalla riforma Madia e ripresa dal DL 30 dicembre 2019, n. 162, convertito con modificazione con legge 28 febbraio 2020, n. 8.
È passato ormai un mese dalle assemblee sopra richiamate, dove tantissimi colleghi hanno dimostrato vicinanza e condivisione rispetto alle scelte, a volte difficili, assunte dalle scriventi Organizzazioni sindacali in tutto il periodo emergenziale e non siamo disposti a farne passare un altro nella perenne attesa di una Amministrazione sempre più alla ricerca di sé stessa e sempre più lontana dalle esigenze dei lavoratori.
Prepariamoci ad un innalzamento della nostra mobilitazione e ad una
GRANDE ASSEMBLEA NAZIONALE…!!!
A. Mercanti M. Molinari F. Savarese
Presidenza del Consiglio dei Ministri: prosegue la trattativa per il rinnovo del CCNL 2016-2018
Si è tenuto oggi un nuovo incontro presso l’Aran per proseguire le trattative per il rinnovo del
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro 2016-2018 per il personale della Presidenza del Consiglio
dei Ministri.
Nell’incontro odierno si è cominciato da analizzare la bozza di testo proposta da Aran sul sistema
di relazioni sindacali che, in linea con le modifiche normative introdotte nel 2017 al decreto
legislativo 165/2001 e con i contratti pubblici già stipulati per la stessa vigenza contrattuale
ridefiniscono gli istituti dell’informazione e della partecipazione sindacale (confronto e organismo
paritetico per l’innovazione) e della contrattazione integrativa.
Da parte delle organizzazioni sindacali si sono illustrate proposte di integrazione e/o modifica del
testo coerentemente con le proposte già presentate nei due anni in cui faticosamente si è cercato di
far partire una trattativa che, ci auguriamo, possa volgere spedita verso il definitivo esito che
permetterebbe ai lavoratori e alle lavoratrici di vedere finalmente erogate le risorse economiche a
decorrere dal 1° gennaio 2016.
Come CGIL, CISL e UIL, in particolare, abbiamo posto la necessità di riconsegnare al sistema di
relazioni sindacali tutte le materie previste prima delle limitazioni imposte dalle leggi Brunetta,
articolandole tra confronto e contrattazione integrativa, e dare certezza e ruolo alle rappresentanze
dei lavoratori nell’esercizio delle prerogative sindacali.
Il prossimo incontro è stato calendarizzato per il prossimo lunedì 20 luglio per cominciare ad
affrontare i titoli relative alla parte normativa del contratto.
Roma, 9 Luglio 2020
Riunione del 09 luglio 2020
Nella giornata di ieri si è tenuto un incontro tra le OO.SS. nazionali e l’Agenzia programmato nell’ambito del rinnovo del CCNI.
Abbiamo ritenuto necessario, in via preliminare, rappresentare al Direttore Flore la questione relativa ai tanti provvedimenti di natura organizzativa che l’Agenzia sta ponendo essere in questi giorni, evidenziando che, in alcuni ambiti territoriali, gli accordi sottoscritti con le OO.SS. risultano in palese contrasto con le determine che l’Agenzia sta adottando.
Coerentemente con quanto rappresentato sul tavolo abbiamo, pertanto, chiesto al Direttore dell’Agenzia la sospensione di tutti gli atti organizzativi adottati nelle ultime ore e la convocazione di un incontro durante il quale dovrà essere fornita alle OO.SS. nazionali un’informazione completa del disegno organizzativo che l’Agenzia intende perseguire nell’imminente futuro.
Con riferimento ai lavori sul rinnovo del CCNI dobbiamo riscontrare, purtroppo, l’ennesima battuta d’arresto, nella discussione dei contenuti, generata dalle solite OO.SS. nazionali che con motivazioni a tratti pretestuose hanno minacciato la rottura delle relazioni sindacali, con la
conseguente interruzione della trattativa sul CCNI, per poi rimanere candidamente e comodamente seduti sulle loro poltrone.
L’impressione che abbiamo avuto anche ieri è che la FLP e la USB non abbiano, in realtà, alcuna intenzione di rinnovare un CCNI che interessa tutto il personale dell’Agenzia.
E’ evidente che in questo momento l’eventuale mancato rinnovo del CCNI determinerebbe gravi conseguenze per il riconoscimento della professionalità dei colleghi soprattutto con riferimento all’utilizzo del Fondo per il 2020 nei vari istituti (turni, disagio, confine ecc..).
Ricordiamo, infatti, che proprio per la corrente annualità entreranno risorse maggiori rispetto a quelle degli anni precedenti ed è evidente quindi l’importanza di stabilire, da subito, regole certe sul loro futuro utilizzo.
Nella nota inviata al Direttore dell’Agenzia abbiamo anche chiesto l’apertura di un tavolo per ridiscutere l’accordo sullo smart working in vista della scadenza prevista per il prossimo 31 luglio.
Roma 10 luglio 2020
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino Fanfani Procopio