Posizioni organizzative e di responsabilità:
una discussione surreale.
Appunti a margine dell’incontro 13 Maggio 2021
In sintesi
L’Agenzia ha proposto alcune modifiche di dettaglio sul testo presentato ed ha indicato una sorta di pianta a livello regionale degli incarichi sviluppabili. La selezione resta essenzialmente “arbitraria”. Noi abbiamo sollevato anche un punto ulteriore: che senso ha una prospettazione di incarichi in termini numerici, un confronto sui requisiti dimensionali se nella seconda parte dell’anno sono previsti numerosissimi pensionamenti e con la circolare 4 si rivedono le consistenze delle aree controllo rispetto a quelle servizi?
Abbiamo chiesto una riflessione organizzativa profonda e una condivisione ottenendo solo silenzio. Per tre volte abbiamo posto la questione e per tre volte non ci è stato risposto.
A questo punto riteniamo sia giunta l’ora di mettere da parte questo testo su cui evidentemente non c’è consenso sufficiente e provare a convergere su una proposta diversa. L’Agenzia ha convocato un’altra riunione senza poi rispondere nel merito a tutte le questioni di principio poste.
A margine si è discusso dei permessi 104 in sw. Su questo abbiamo ottenuto una convocazione per
rivedere finalmente l’assurdo diniego contenuto nell’accordo sullo sw, accordo che anche per questo noi non firmammo, l’unica buona notizia della giornata.
Nell’ultima riunione sul tema si è creato un clima straniante.
L’Agenzia oltre a modificare ulteriormente la proposta presentata su aspetti di dettaglio ci ha
finalmente fornito un documento con cui identifica il numero di posizioni di capoteam
astrattamente attribuibili in ciascuna Regione ripartite per aree operative, documento che fin
dalla prima riunione consideravamo indispensabile per cominciare a discutere.
Poi ha anche precisato che lo sviluppo è meramente teorico, basato sulla consistenza delle aree così
come sono costituite ad aprile di quest’anno e che al momento di costruire effettivamente i team ci
sono anche altri criteri di cui tener conto. Insomma un documento che vale nulla soprattutto
considerando che da aprile a fine anno sono previsti un numero di pensionamenti rilevante e che
la circolare sui primi indirizzi operativi parla di adeguamento degli organici delle aree ai nuovi
budget. Quest’ultima indicazione può essere tradotta in molti modi ma già sono pervenute voci da
singoli territori di pianificazione di massicci spostamenti di personale dalle aree controllo alle aree
servizi. Tali voci, laddove fossero vere, farebbero presumere mutamenti organizzativi di tale
rilevanza da richiedere un’apposita informativa, che ad oggi non c’è stata, ma soprattutto
renderebbero vani tutti i discorsi dimensionali relativi ai team di cui da settimane andiamo
discutendo.
Noi siamo stati chiari. Anzitutto discutiamo di posizioni organizzative per definire i criteri di
attribuzione delle stesse e il criterio di attribuzione fin qui chiarito è assolutamente discrezionale.
L’agenzia ha fin qui tratteggiato una procedura piena di obblighi formali e non ha chiarito, perché vuole assicurare la massima discrezionalità di scelta alla dirigenza locale, quale sia il contenuto professionale che legittima l’attribuzione della posizione. Quanto contano le competenze tecniche? Quanto contano le competenze manageriali? Come si accertano e le prime e le seconde? La risposta è una sola: le valuta la commissione.
Stando così le cose non esiste al momento uno spazio che consenta a FP CGIL, in linea con quanto sempre sostenuto, di siglare un simile accordo. A maggior ragione considerando che stiamo valutando un’organizzazione che l’Agenzia nei suoi documenti ufficiali ha già detto di non voler lasciare immutata ma anzi di voler cambiare profondamente.
Noi siamo disponibili a discutere anche assumendoci delle responsabilità in merito alla professionalizzazione dei lavoratori e delle posizioni organizzative, ma sulla base di trasparenza, equa possibilità dei colleghi di professionalizzarsi e soprattutto di un modello applicato ad una organizzazione reale, non destinata a mutare nel giro di un mese. E sono anni che dimostriamo questa disponibilità. E sono anni che la controparte non si dichiara disponibile ad un confronto serio. Il suo unico interesse è scegliere autonomamente i beneficiari di questa operazione e finanziarla in parte con le risorse dei fondi di sviluppo del personale.
Questa operazione non siamo disponibili a farla, quantomeno a queste condizioni.
Anche nell’ultima riunione a FP CGIL non è stata fornita alcuna risposta e prendiamo atto che il nostro atteggiamento di opposizione stia cominciando ad aprire gli occhi anche alle altre organizzazioni che finalmente paiono rendersi conto di come quest’atteggiamento dell’agenzia sia meramente strumentale. Meglio tardi che mai.
L’unica nota positiva della giornata riguarda i permessi L.104 in smart working. È noto che a settembre scorso non firmammo l’accordo sullo smart working perché comprimeva in modo intollerabile i diritti contrattuali e legali dei lavoratori. Nonostante ciò quell’accordo fu firmato da una maggioranza di organizzazioni sindacali. Oggi grazie anche al nostro lavoro sono diversi i documenti della funzione pubblica e dell’ispettorato del lavoro che dicono quanto noi dicevamo allora: non è possibile limitare i diritti dei lavoratori solo perché si attiva lo smart working. Sui permessi 104 e sui riposi per l’allattamento l’agenzia non può onestamente più far finta di nulla e ha dovuto riconoscere di aver illegittimamente, con il consenso di qualche ooss., compresso i diritti dei lavoratori. Pertanto nei prossimi giorni verremo convocati per discutere dei permessi 104 in sw e coglieremo l’occasione per riprendere in mano tutta la materia dei permessi da fruire ad ore.
FP CGIL Nazionale
Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini
Si è tenuto giovedì 13 maggio 2021 il secondo incontro tra Aran e Organizzazioni Sindacali per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del Comparto delle Funzioni Centrali.
Come previsto l’Aran ha presentato un primo indice di argomenti che nel corso della trattativa dovranno essere affrontati, secondo uno schema di lavori che le parti hanno condiviso e che comincerà a entrare nel merito dei singoli temi a partire dal prossimo incontro che Aran ha annunciato di poter convocare entro un paio di settimane.
L’indice proposto comprende le seguenti macroaree di intervento: Relazioni sindacali, Ordinamento professionale, Rapporto di lavoro, Lavoro agile, Trattamento economico.
Nel corso dell’incontro ciascuna organizzazione ha espresso condivisione sullo schema di lavoro presentato da Aran fornendo prime valutazioni di merito. Di seguito le riflessioni della Funzione Pubblica CGIL.
Relazioni sindacali.
Abbiamo chiesto ad Aran di fornire un quadro puntuale sull’effettiva attivazione degli Organismi Paritetici per l’Innovazione, ponendo la necessità di rafforzarne l’istituto con il prossimo CCNL. Dal nostro punto di vista, infatti, quello che doveva essere il luogo in cui le rappresentanze dei lavoratori potevano esercitare un ruolo su materie che la legge esclude dalla contrattazione (organizzazione del lavoro, benessere organizzativo, innovazione organizzativa e tecnologica, …) non è stato utilizzato quando addirittura non è stato nemmeno costituito. Eppure, proprio la pandemia ha richiesto a tutte le amministrazioni di misurarsi con la necessità di sperimentare nuove modalità di lavoro (il ricorso al lavoro da remoto e non solo) e le RSU hanno fatto tanta fatica, quando non sono state impedite, nel determinare condizioni utili a salvaguardare da un lato le lavoratrici e i lavoratori e dall’altro la continuità dei servizi.
Allo stesso modo abbiamo rimarcato la necessità di rendere gli istituti di partecipazione (informazione e confronto) maggiormente esigibili, evidenziando come l’aver eliminato la distinzione tra informazione preventiva e successiva anziché richiamare le amministrazioni ad una costante e preventiva informazione a RSU e organizzazioni sindacali, troppo spesso ha visto amministrazioni agire discrezionalmente e senza alcun coinvolgimento reale delle rappresentanze.
Abbiamo poi chiesto di valorizzare figura e ruolo dei rappresentanti sindacali che, proprio nella pandemia, hanno spesso svolto un ruolo fondamentale non solo per difendere e tutelare lavoratrici e lavoratori ma per l’interesse più generale di amministrazioni che senza il loro contributo avrebbero avuto seri problemi nel fronteggiare l’inedita condizione dell’emergenza sanitaria.
Ordinamento professionale.
La commissione paritetica, istituita con il precedente CCNL, ha svolto un importante lavoro di ricognizione delle criticità degli attuali sei sistemi di classificazione esistenti nel comparto. Al suo interno si sono misurate proposte, sindacali e di parte pubblica, diverse ma che possono trovare un punto di sintesi avanzata.
I nostri obiettivi rimangono: superamento della prima area per una pubblica amministrazione sempre più proiettata verso un lavoro di qualità e dalle competenze sempre più qualificate; ridefinizione di aree di inquadramento giuridico in grado di corrispondere da un lato alla semplificazione delle carriere e dall’altro alla flessibilità organizzativa, con l’obiettivo di una pubblica amministrazione riconoscente – nei confronti di chi già lavora e da tempo svolge il proprio lavoro ben oltre i limiti imposti dalle declaratorie dei profili di appartenenza – e attrattiva – nei confronti di chi guarda alla pubblica amministrazione come il luogo in cui investire la propria professionalità e il proprio sapere; l’istituzione di un’area di inquadramento giuridico per le elevate professionalità, in cui salvaguardare l’esercizio della propria attività professionale quando non è esclusivamente assoggettabile al potere gerarchico.
Il nuovo sistema di classificazione dovrà poi prevedere percorsi di apprezzamento economico (le attuali progressioni economiche orizzontali) che, da un lato, facciano premio dell’esperienza acquisita nel tempo, con un meccanismo di riconoscimento dell’anzianità lungo tutto l’arco della vita lavorativa e, dall’altro, apprezzino la crescita di competenze con strumenti di valutazione condivisi, trasparenti e certi, per tutte e tutti.
Andrà poi rivisto il sistema degli incarichi di coordinamento e responsabilità, riconoscendone adeguatamente l’esercizio con forme di inquadramento specifico in ragione dell’effettività degli stessi.
Non potevamo non stigmatizzare però, nell’incontro di ieri, il fatto che, proprio mentre si avvia la trattativa per il rinnovo del contratto, dalla stampa si apprende della possibilità di interventi legislativi proprio su questa materia. Per questo abbiamo chiesto al presidente Aran di rendere noto alle parti in quale situazione di contesto anche normativo la trattativa si svolgerà, ricordando che le sole modifiche legislative che anche noi abbiamo chiesto devono riguardare il fatto che la contrattazione torni ad avere la possibilità di prevedere i passaggi tra le aree di inquadramento giuridico per il personale già in servizio, superando l’obbligatorietà del concorso pubblico e ripristinando la possibilità di prevedere requisiti sostitutivi del titolo di studio eventualmente richiesto per l’accesso dall’esterno.
Rapporto di lavoro.
Abbiamo posto l’accento sulla necessità di manutenzione della parte normativa del ccnl 2016/2018 alla luce delle difficoltà applicative riscontrate. Solo per citarne alcune: i permessi ex artt. 32 e 35, la cancellazione del limite temporale dei 4 mesi per le malattie in caso di gravi patologie, aggiornare la malattia sulla base dell’esperienza fatta nel corso dell’emergenza sanitaria, disciplinare il caso della malattia insorta nel corso della giornata lavorativa, l’estensione delle ferie solidali a casi diversi dalla necessità di assicurare assistenza a minori, eccetera).
Lavoro agile.
Abbiamo rimarcato la necessità di una disciplina contrattuale piena e completa di un sistema di relazioni sindacali utile a definire con la contrattazione e gli strumenti di partecipazione: le attività lavorabili da remoto, le forme e le diverse tipologie di lavoro agile, i criteri per la definizione e assegnazione degli obiettivi, il riconoscimento dell’autonomia e flessibilità organizzativa da parte del lavoratore, il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, la disciplina delle assenze giornaliere e dei permessi temporanei, il rispetto delle tutele previste da legge (legge 104, maternità e genitorialità), il sistema indennitario (reperibilità, straordinari, buoni pasto, eccetera). Così come è necessario ricondurre alla contrattazione collettiva la cornice di riferimento degli accordi individuali previsti dalla legge 81/2017.
Trattamento economico.
Naturalmente si dovrà conglobare l’elemento perequativo nella retribuzione tabellare.
Abbiamo poi ribadito la necessità di incrociare il negoziato con gli interventi legislativi che il governo si è impegnato ad adottare, con il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”, da un lato per il superamento dei vincoli stabiliti dall’art. 32, comma 2 del decreto legislativo 75/2017, che pongono il limite all’incremento dei fondi per la contrattazione integrativa, dall’altro per rendere disponibili risorse economiche aggiuntive a quelle previste dalla legge di bilancio e che dovranno essere messe a disposizione innanzitutto dei passaggi dal vecchio al nuovo sistema di classificazione.
Va poi fatta una valutazione su come intervenire contrattualmente per mettere nelle condizioni le lavoratrici e i lavoratori di vedere riconosciuto il proprio salario accessorio in tempi certi e possibilmente sulla concreta esigibilità dell’utilizzo dei fondi risorse decentrate in contestualità di esercizio economico – finanziario con l’anno di riferimento e non più a distanza di almeno due anni come avviene ancora adesso.
Roma, 14 maggio 2021
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio
Pubblichiamo il resoconto dell’incontro del Tavolo Tecnico per la Formazione in merito la discussione sulla progettualità del corso in ingresso per AA.VV.F. della durata di 9 mesi, del corso a Capo Squadra decorrenza 2020 della durata di 5 settimane
Pubblichiamo il regolamento recante le modalità di svolgimento del concorso pubblico per l’accesso alla qualifica di vice direttore tecnico-scientifico del CNVVF
La giustizia ha fatto il suo corso facendo emergere il buon operato dei Vigili
Pubblichiamo la nota delle strutture territoriali Fp Cgil VVF e Fns Cisl
Signor Ministro,
Le scriviamo per chiedere il Suo sostegno nel garantire un accesso equo e adeguato di tutte le persone ai vaccini e ai trattamenti contro il COVID-19. Una deroga temporanea e mirata all’ Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (TRIPs) che permetta ai paesi di produrre a prezzi più accessibili i vaccini COVID brevettati senza paura di ricorsi legali sarebbe un passo nella giusta direzione.
I paesi del Sud del mondo sono stati in grado di accedere solo all’1% dei vaccini a causa della mancanza di fornitura e dell’alto costo dei vaccini brevettati. Di conseguenza, la pandemia sta avendo un effetto catastrofico sulla salute e sulle vite delle persone, acuendo le disuguaglianze globali e bloccando i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La lenta distribuzione dei vaccini nel Sud del mondo rischia anche di minare gli sforzi che mirano ad evitare che nuove varianti prendano piede nel resto del mondo.
L’industria farmaceutica si oppone alla deroga, ma allo stesso tempo sostiene che se l’OMC dovesse accettarla, non vi sarebbe grande differenza. Troviamo questa posizione non rispondente a verità. La deroga avrebbe un chiaro impatto, se non altro dando copertura legale ai governi che potranno agire senza paura di rappresaglie. Dato che il sistema volontario COVAX ha fornito solo circa 40 milioni di dosi – molto al di sotto di ciò che è necessario – sono infatti urgenti e necessarie altre misure.
Inoltre, le affermazioni delle aziende farmaceutiche secondo cui i diritti di proprietà intellettuale sui trattamenti legati alla COVID sono giustificati dal fatto che va va premiata l’innovazione, non riportano I dati relativi alla grande quantità di investimenti pubblici che sostengono la ricerca, lo sviluppo e la produzione di trattamenti medici. Il Graduate Institute di Ginevra nota che “Il finanziamento pubblico rappresenta la grande maggioranza dei dati raccolti (98,12% dei 5,9 miliardi di dollari tracciati)”. Le cifre sono una sottostima a causa della mancanza di trasparenza finanziaria, ma in ogni caso risulta chiaro che è stato il finanziamento pubblico a permettere la messa a punto dei trattamenti contro il COVID. Ed è giusto che i benefici di questi investimenti siano condivisi con il pubblico in modo equo.
Per questi motivi esortiamo Lei ed il Governo a sostenere la deroga all’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale
Distinti saluti
Il Segretario Generale Epsu
Jan Willem Goudriaan
La Segretaria Generale FP CGIL
Serena Sorrentino
Il Segretario Generale CISL FP
Maurizio Petriccioli
Il Segretario Generale UIL FPL
Michelangelo Librandi
Il Segretario Generale UIL PA
Sandro Colombi
Medici e dirigenti sanitari della Fp Cgil domani (venerdì 14 maggio) in assemblea nazionale per rilanciare il Servizio socio sanitario nazionale pubblico, equo e universale. “Ripartire dai professionisti per tutelare i cittadini”, recita il titolo dell’evento che si terrà online a partire dalle ore 10 alle ore 14.30 alla presenza della segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, e del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
“Il Pnrr e i programmi di finanziamento del Servizio sanitario nazionale messi in campo in questi mesi da Governo e Regioni, anche alla luce delle enormi criticità evidenziate dalla pandemia, senza un investimento nel fattore umano in termini di occupazione e competenze, vera linfa vitale del sistema provato dall’austerità protrattasi per oltre 20 anni, rischiano di essere un’occasione depotenziata che il Paese non può e non deve perdere”, afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Andrea Filippi, che aggiunge: “Piano di assunzioni straordinario, stabilizzazione di tutti i precari, superamento degli imbuti formativi, rinnovo dei contratti in una prospettiva di valorizzazione del ruolo professionale e passaggio alla dipendenza dei medici convenzionati, sono le priorità condivise con il collettivo dei dirigenti Ssn della Fp Cgil su tutti i territori”.
La Cgil, prosegue Filippi, “deve assumere un ruolo centrale nel rilanciare il valore sociale dei professionisti come tutori della salute dei cittadini. La comunità di medici e dirigenti sanitari della Cgil, espressione plastica della multiprofessionalità,valore aggiunto nel panorama sindacale confederale, rappresenta un’alternativa alle logiche divisive proprie di politiche corporative o individualiste”. Nel corso dell’assemblea di domani sono previsti interventi dai territori e la partecipazione di Left, Emergency, Amica, Medici in Formazione e precari.
11 MAGGIO 2021 – LA MINISTRA CARTABIA INCONTRA I SINDACATI DELLA DIRIGENZA
Si è svolto oggi il programmato incontro tra la Ministra della Giustizia Marta Cartabia e le Organizzazioni Sindacali rappresentative del personale dirigente Area Funzioni Centrali. Alla riunione hanno partecipato il sottosegretario con delega al personale Macina, tutti i capi dipartimento e tutti i direttori generali.
Nel corso dell’incontro CGIL CISL e UIL hanno evidenziato come gli interventi contenuti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il settore giustizia rappresentino un passaggio importante per il conseguimento di più elevati livelli di efficienza. Da più parti infatti è stata messa in evidenza la perdita di credibilità dell’intero sistema giudiziario, incapace di assicurare a tutti i cittadini la stessa possibilità di far valere i propri diritti in giudizio, di dare certezza dello svolgimento e della conclusione dei processi in tempi ragionevoli. Per assicurare il superamento delle inefficienze e dei ritardi dell’amministrazione della giustizia che incidono sulla competitività e sulla crescita del paese e conseguire una riduzione dei tempi ed un miglioramento della qualità della risposta di giustizia è necessario agire sugli assetti organizzativi, sui processi di servizio e sulle risorse tecnologiche. Per superare le attuali disfunzioni, secondo CGIL CISL e UIL è indispensabile un salto in avanti, organizzativo e culturale, che non può prescindere dal riconoscimento e dalla valorizzazione del ruolo della dirigenza amministrativa che ha l’ambizione di porsi come volano del cambiamento e punto di riferimento per il buon governo degli uffici e il raggiungimento di più elevati livelli di efficienza; la gestione del servizio giustizia non può prescindere infatti da conoscenze gestionali, organizzative e relazionali tipiche dei ruoli manageriali.
Negli ultimi anni – hanno sottolineato CGIL CISL e UIL – si è assistito invece ad un progressivo processo di marginalizzazione dei dirigenti amministrativi, foriero di frustrazione e insoddisfazione, e ad una destrutturazione dell’assetto funzionale definito dal decreto legislativo n. 240 del 2006 che rischia di incidere negativamente sulla governance degli uffici giudiziari. Si consideri tra le altre cose:
– l’estromissione dei dirigenti informatici di estrazione amministrativa dalla D.G.S.I.A., accompagnata dal ricorso massivo al conferimento di incarichi dirigenziali ai sensi dell’art.19, comma 6, del d.lgs. n.161/2001;
– l’esclusione di fatto dall’accesso ai posti funzione di dirigente generale, ricoperti quasi integralmente da magistrati (un illustre giurista, il prof. Valerio Onida, ha rilevato “l’anomalia di un corpo amministrativo quasi interamente costituito, ai massimi livelli, da membri dell’ordine giudiziario”);
– il decreto ministeriale 1° ottobre 2015 sull’Ufficio per il Processo, che affida ai Presidenti di Corte e Tribunale il ruolo di “articolare la struttura amministrativa”, in contrasto con il D.Lgs 240/2006, che invece assegna al dirigente amministrativo la gestione del personale amministrativo.
CGIL CISL e UIL hanno rimarcato inoltre l’esigenza che l’incremento dei reclutamenti sia esteso anche alla dirigenza dell’organizzazione giudiziaria che registra notevoli livelli di scopertura, che siano favorite nell’accesso alla dirigenza le figure apicali di area terza, senza rinunciare ad un modello qualificato di selezione, e che si proceda al più presto alla revisione dell’organico della dirigenza e ad attivare il tavolo del confronto per rivedere i criteri di graduazione delle posizioni dirigenziali e le modalità di attuazione degli stessi in modo da renderli effettivamente correlati alle funzioni e alle connesse responsabilità dei dirigenti. CGIL CISL e UIL hanno poi rappresentato la necessità che si creino ruoli della dirigenza tecnica ed informatica.
Nell’immediato per CGIL CISL e UIL si impone l’esigenza di utilizzare quota parte del fondo all’uopo previsto dal vigente CCNL per elevare il valore economico della retribuzione di posizione – parte variabile, che risulta assolutamente inadeguato alla luce dei rilevanti cambiamenti intervenuti negli ultimi anni che hanno comportato per la dirigenza un aumento di responsabilità, di funzioni e di complessità dei processi gestiti, nonché di verificare la sussistenza delle condizioni per l’acquisizione delle risorse finanziarie da destinare all’ulteriore potenziamento del fondo.
CGIL CISL e UIL hanno sottolineato altresì i ritardi nella corresponsione della retribuzione di risultato per gli anni 2018 (attività 2017) e 2019 (attività 2018). Sono difatti trascorsi quasi 6 mesi dalla sottoscrizione in data 14 ottobre 2020 dell’ipotesi di accordo, senza che si abbiano notizie in merito all’esito dei controlli di cui all’art. 40 bis del d.lgs. n. 165/2001. CGIL CISL e UIL hanno chiesto, nel caso di certificazione positiva dell’ipotesi di accordo, la sollecita fissazione dell’incontro per la firma dell’accordo definitivo, trattandosi di emolumenti relativi a prestazioni risalenti nel tempo.
CGIL CISL e UIL hanno rappresentato infine l’esigenza che l’informazione, presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti, sia data nei tempi, nei modi e nei contenuti atti a consentire ai soggetti sindacali di procedere a una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni e proposte migliorative.
Per quanto riguarda l’amministrazione penitenziaria CGIL CISL e UIL hanno evidenziato la esiguità dell’organico della dirigenza contrattualizzata (ossia delle Funzioni Centrali) e la marginalità di utilizzo di queste professionalità nell’ambito delle strutture penitenziarie. CGIL CISL e UIL hanno rappresentato la opportunità che sul ruolo della dirigenza contrattualizzata nell’amministrazione penitenziaria si apra un confronto con l’amministrazione anche con riferimento alla definizione di percorsi agevolati di accesso alla dirigenza in favore delle figure professionali di area terza, senza rinunciare ad un modello qualificato di selezione.
Per quanto concerne l’amministrazione per la Giustizia Minorile e di comunità CGIL CISL e UIL hanno chiesto di discutere oltre che della esiguità dell’organico anche di una problematica presente nell’amministrazione penitenziaria ossia quella relativa alla contemporanea presenza della dirigenza con rapporto di lavoro di diritto pubblico, della dirigenza con rapporto di lavoro di diritto privato e dei dirigenti appartenenti al corpo della Polizia Penitenziaria e del disciolto corpo degli agenti di custodia nonché della necessità di addivenire in tempi rapidi alla soluzione delle difficoltà che la compresenza delle tre dirigenze sta creando. CGIL CISL e UIL hanno poi posto il problema della dirigenza degli ULEPE e della necessità di trovare uno sbocco professionale per questi lavoratori anche verso la dirigenza.
Con rifermento agli Archivi Notarili CGIL CISL e UIL hanno rappresentato l’estrema urgenza di pubblicare un bando per la copertura delle enormi scoperture presenti nell’organico dei dirigenti.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Mancusi Marra Amoroso
TRA COLORO CHE SONO SOSPESI
Incontro interlocutorio, quello di ieri, in attesa di sviluppi. Anzitutto, c’è stata la firma definitiva del CCNI 2020. Come noto, noi non abbiamo sottoscritto il testo per l’ingiusta posizione assunta dall’Amministrazione sulle assenze equiparate. Avrebbero potuto cogliere l’occasione per sanare quella ingiustizia, introducendole, visto che il testo del CCNI era stato parzialmente cambiato dai rilievi degli organi di controllo, ma hanno preferito continuare a perpetrare l’ennesimo danno ai propri dipendenti. Aspettiamo con ansia di vedere il testo della proposta di CCNI 2021, per vedere se davvero sarà innovativo come abbiamo chiesto, o se ci si limiterà ai soliti ritocchi qua e là per far vedere che qualcosa è cambiato.
Si è poi discusso di regolamento per l’attribuzione dell’incarico di responsabile di team e di rivisitazione delle indennità ai titolari di PO. La nostra richiesta all’Amministrazione è stata quella di sospendere la discussione in corso, anche considerando che tra pochissimi giorni scadrà il mandato del Direttore dell’INL.
Sul punto ricordiamo che siamo stati tra i più forti e convinti sostenitori del superamento del precedente sistema di attribuzione degli incarichi di responsabilità e, senza doppi giochi e con la massima chiarezza verso tutti, abbiamo evidenziato sin da subito i limiti delle scelte che l’Amministrazione aveva deciso di intraprendere, pur se alcuni principi importanti sono stati introdotti. Detto in due parole, il nodo da sciogliere è capire se davvero si vogliono i Processi e i teams o no. Se la risposta è sì – come noi chiediamo da anni! – occorre avere il coraggio di inserirli subito sul serio e non solo nominalmente, con formazione a tappeto del personale e inserimento degli opportuni cambiamenti organizzativi stabilendo, ad esempio, cosa debba e non debba fare un Responsabile di Processo e cosa debba e non debba fare un coordinatore di team, superando in modo definitivo vetuste logiche di carattere verticistico. Se invece, anche in questo caso, ci si vuole limitare a qualche cambiamento di facciata, l’esito inevitabile sarà il malcontento generalizzato in tutto il personale, a partire dai Titolari di PO.
Abbiamo poi chiesto aggiornamenti sul tema urgentissimo delle assunzioni e ci è stato risposto che anche il secondo concorso bloccato, pubblicato nel giugno 2020 e relativo a 2.133 posti di cui 264 Funzionari area amministrativa giuridico contenzioso per INL, dovrebbe essere sbloccato. Secondo quanto ci è stato riferito, l’intenzione del Dipartimento della Funzione Pubblica è di riaprire i termini per entrambi i concorsi attualmente bloccati – quello del 2019 e quello del 2020, che porterebbero in totale 691 ispettori del lavoro e 395 Funzionari area amministrativa giuridico contenzioso per complessivi 1.086 posti – entro il mese di maggio e di adottare per entrambi modalità semplificate.
Ribadiamo la nostra richiesta di premere con forza anche per assunzioni straordinarie di ispettori tecnici, perché sul tema della vigilanza su salute e sicurezza sul lavoro INL non può e non deve abdicare alla sua funzione istituzionale.
Infine, riguardo ai buoni pasto l’Amministrazione ha scelto di rinviare, per il momento, vista la situazione di cambiamento del vertice. Vedremo se finalmente si riuscirà a dare questo giusto riconoscimento al personale per tutti gli sforzi finora sostenuti.
Roma, 11 maggio 2021
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
“Carceri e Covid-19: cosa ci ha insegnato la pandemia?”. Questo il titolo della diretta Facebook della Fp Cgil che si terrà domani, giovedì 13 maggio, alle ore 11.00, sulla pagina @fpcgil e che vedrà, tra le altre, la partecipazione e l’intervento di Bernardo Petralia, capo del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria.
L’emergenza Covid-19 ha amplificato di gran lunga le problematiche già presenti nel sistema penitenziario. Quali sono state le peggiori difficoltà? E quali strumenti sono stati adottati per cercare di risolverle? La diretta Facebook sarà introdotta da Stefano Branchi, coordinatore nazionale della Polizia Penitenziaria della Fp Cgil. Interverranno Bernardo Petralia, capo del Dap, e Carmelo Cantone, Provveditore Lazio-Abruzzo-Molise. Ci saranno anche le dirette testimonianze di lavoratrici e lavoratori. Le conclusioni spettano a Florindo Oliverio, segretario nazionale della Fp Cgil. Coordinerà la diretta Roberta Antognoni della Fp Cgil.
“È urgente un ulteriore stanziamento di risorse per il rinnovo del contratto dei Vigili del Fuoco”. A chiederlo sono Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf, rivolgendosi al Governo, nel corso dell’incontro di oggi con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e in attesa di quello interministeriale fissato per il 14 maggio, tra il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e della stessa titolare del Viminale Lamorgese.
Per Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf) è necessario, infatti, “un ulteriore e adeguato stanziamento economico, da aggiungersi rispetto alle somme già disponibili, come condizione necessaria per la sottoscrizione del contratto, che possa traguardare le finalità, individuate da questo come dai passati governi, per rendere migliore il servizio offerto ai cittadini da parte del Corpo e per rispondere alle legittime esigenze e rivendicazioni dei lavoratori. Non tollereremo, infatti, un’attenzione diversa rispetto agli altri Corpi dello Stato che, se praticata, aumenterebbe il divario economico già esistente”.
“Questo è il segnale – sostengono – che il personale si aspetta dopo numerosi proclami e impegni fatti anche dai precedenti governi in favore dei Vigili del Fuoco. Raggiungere la previdenza complementare, i 6 scatti stipendiali, il ripristino della maggiorazione dell’indennità di rischio, l’aumento di tutte le voci accessorie legate al soccorso e alla presenza del personale, nonché un ulteriore riconoscimento della specificità a partire dal 7° anno fino al 14° anno di servizio e l’assicurazione Inail per le malattie professionali non riconosciute, la tutela legale, è il traguardo che abbiamo rappresentato con la piattaforma unitaria, resa pubblica il 25 febbraio scorso, e confermata al Ministro dell’Interno durante l’incontro odierno”, concludono.
Pubblichiamo la nota della Direzione centrale per le Risorse Umane, in merito la precisazione sulla mobilità e l’assegnazione delle sedi per gli Allievi dell’89° corso