DEFINITA LA PROROGA AL PROSSIMO 31 LUGLIO DELL’ACCORDO SULLE MISURE DI
SICUREZZA COVID-19 E LAVORO AGILE –
Si è svolta stamani la riunione tra i rappresentanti di Sport e Salute, i segretari delle Federazioni Sportive Nazionali e le scriventi organizzazioni sindacali sull’aggiornamento dell’accordo sottoscritto lo scorso 30 ottobre 2020, in seguito prorogato al 15 maggio p.v., inerente la regolamentazione delle misure di sicurezza e di contrasto alla diffusione del virus COVID- 19, e lavoro agile.
In proposito le scriventi OO.SS., dopo aver valutato positivamente il risultato fin qui conseguito con il predetto accordo, ne hanno chiesto – e in seguito ottenuto – la conferma sino al prossimo 31 luglio, giornata in cui scade lo stato di emergenza sanitaria nazionale, prevedendone l’ulteriore validità, nel caso venga prorogato lo stato di emergenza nazionale, per altri 8 giorni, nell’ambito dei quali sottoscrivere un nuovo accordo o confermare la validità dell’attuale.
Nell’occasione siamo stati anche informati della volontà del Presidente e Amministratore delegato di Sport e Salute di convocarci e aprire così finalmente il confronto sui rinnovi dei CCNL scaduti, che FP CGIL -CISL FP – UIL PA e CISAL FIALP avevano sollecitato con il Comunicato Stampa del 19 aprile scorso.
Nell’ambito della discussione che ne è seguita, e che ovviamente intreccia anche il tema dello smart working strutturale nell’ambito della negoziazione sul rinnovo dei contratti che ci accingiamo a sostenere, abbiamo illustrato quella che è la nostra idea sul lavoro agile.
Che parte dall’inclusione e affermazione dei suoi principi fondamentali nella nuova bozza di contratto, per poi definirne i contenuti in una regolamentazione flessibile aperta agli eventuali aggiornamenti stabiliti sulla base degli accordi raggiunti tra i sindacati e il governo da inserire in un documento che verrà poi allegato alla stesura finale del nuovo CCNL.
Ciò, evidentemente, solo se la discussione per il rinnovo dei predetti CCNL si concluderà prima dell’8 agosto, poiché diversamente saremmo costretti a definire in anticipo l’accordo sullo smart working, per evitare che si crei un vuoto di regolamentazione che produca guasti sia alle lavoratrici e ai lavoratori che se ne avvalgono, sia alle stesse amministrazione di S.S. e delle Federazioni sportive nazionali.
Attendiamo quindi di conoscere la giornata nella quale si aprirà formalmente la discussione per il rinnovo dei CCNL e, non appena convocati, sarete puntualmente informati.
Renderemo pubblico l’accordo odierno quando verrà sottoscritto da tutte le parti.
FP CGIL CISL FP UILPA CISAL FIALP
F. Quinti A.Bruni P.Liberati Dino Carola
Tutela della famiglia e dell’invalidità: dipende chi sei
Non più di un mese fa, da ultimo, dopo aver innumerevoli volte segnalato perfino al Presidente i casi di alcuni colleghi che, per la presenza di figli minori di tre anni o disabili da assistere, avevano chiesto di avvalersi delle tutele previste dalla legge ed ottenere l’avvicinamento ai propri cari pur mantenendo il legame con la sede di appartenenza attraverso il lavoro a distanza, nulla è mutato.
Sebbene la norma lo preveda (D. Lgs.151/2001, art.42 bis e L.104/92, art.33 c.5) e sebbene le tecnologie già abbondantemente in uso in Istituto lo consentano, nonostante l’intercessione del Presidente che financo ha dedicato del tempo con alcuni dei Direttori restii a concedere l’assegnazione, molti di questi colleghi hanno ottenuto un diniego motivato dalla carenza di personale. Questo, ad onor del vero, è accaduto solo in alcune regioni disegnando un Istituto federale nel quale ciò che ti accade non solo dipende da chi sei ma dipende anche da dove capiti. E se l’autonomia non rispetta neanche le norme nazionali, forse è più che altro anarchia.
Ma poi… inspiegabilmente, a prescindere dalla carenza di personale e dei carichi di lavoro, altri soggetti, forse figli d’arte, hanno ottenuto addirittura l’autorizzazione al comando presso altra amministrazione uscendo completamente dal circolo della produzione. In questi casi la carenza di personale non era rilevante? O forse, in un proprio percorso di amicizie e benevolenze, qualcuno ha preferito far gravare un
maggior carico di lavoro sui colleghi restanti per non indisporre le istituzioni? Per queste sedi verrà istituito un correttivo sulla produttività o saranno sempre i soliti, i figli di nessuno, gli invisibili, a tirare avanti la carretta ottenendo pure il pubblico rimprovero in qualche messaggio Hermes com’è avvenuto per i centri medico legali qualche giorno fa? E soprattutto, è legale tutto questo?
Quanto dovremo attendere per un INPS trasparente e senza privilegi?
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF nella quale si evidenziano perplessità sul bando del XXIX° corso per Sommozzatori e ancora una volta si ribadisce la necessità di un confronto per il settore
Pubblichiamo la nota della struttura regionale Fp Cgil VVF con la quale a causa dell’emergenza sanitaria in atto, che di fatto impedisce in molti luoghi la frequentazione degli impianti natatori, chiede che le selezioni del corso SA vengano posticipate
Alla c.a.
On. Ministro della Cultura
Avv. Dario Franceschini
Consigliere del Ministro per la Relazioni Sindacali
Prof. Giampaolo D’Andrea
Capo di Gabinetto del MiC
Prof. Lorenzo Casini
E, p.c.
Segretario Generale del MiC
Dott. Salvatore Nastasi
Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Dirigente Servizio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Sara Conversano
Egregio Ministro,
appare del tutto sconcertante la modalità con la quale si è inteso applicare nel Ministero
della Cultura la nuova disposizione normativa in materia di lavoro agile (D.L. 56/2021),
imponendo tout court il rientro obbligatorio in presenza di almeno il 70% del personale.
Si può affermare che nei giorni scorsi è stata scritta una delle più brutte pagine nella storia
delle relazioni sindacali di questo ministero fra parti sociali e vertice politico ed
amministrativo. Perché, sig. Ministro, è stato messo in discussione il criterio della sicurezza
che ancora deve essere il fattore principale di garanzia per la ripresa delle attività in
presenza. L’imposizione aprioristica di una percentuale così elevata non garantisce nulla da
questo punto di vista ed espone i lavoratori a rischi inutili oltre a cancellare in un solo colpo
un anno di confronto costruttivo che ha consentito di mantenere in piedi i servizi e di
concordare procedure complesse che hanno limitato al massimo il rischio di diffusione del
contagio nei luoghi della cultura.
Doverosa premessa: in data 30 aprile alcune Organizzazioni Sindacali hanno inviato a tutte
le Amministrazioni una nota con la quale si chiedeva un confronto urgente a seguito delle
novità introdotte dal ministro Brunetta sulla disciplina dello smart working. Lo scopo precipuo
era – nella piena consapevolezza che ogni Amministrazione ha organizzazione,
conformazione, esigenze e risorse umane differenti – impedire interpretazioni normative che
bypassassero le misure di emergenza ancora in atto soprattutto in un momento in cui il tema
del lavoro da remoto sta per essere inserito nel CCNL di comparto per la necessaria e
doverosa definizione contrattuale. Quanto avvenuto in seguito configura un vero e proprio
blitz, attuato con una convocazione ad horas per una informativa del Segretario Generale,
peraltro singolarmente assente ingiustificato alla riunione, dove ci è stata comunicata questa
decisione evidentemente già presa, considerato che le osservazioni che la parte sindacale
ha puntualmente avanzato non sono state minimamente prese in considerazione e la
Circolare è stata emanata subito dopo.
Abbiamo, pertanto, scoperto che l’Amministrazione intendeva prefiggersi l’obiettivo del rientro in servizio del 70% del personale, senza tenere conto: della situazione epidemiologica, dei differenti colori assegnati alla Regioni, delle condizioni dei trasporti per raggiungere i luoghi di lavoro, della fragilità, della differenza fra settori del Ministero e conseguente missione istituzionale, della difficoltà di molte lavoratrici e lavoratori a esercitare contemporaneamente il ruolo di dipendenti pubblici e genitori (magari con figli in DAD) oltre che della difficoltà logistica legata alla sicurezza di garantire il rispetto delle prescrizioni sulla prevenzione del contagio da Corona Virus.
Nessun accenno, neanche marginale, alla volontà di discutere e pianificare il rientro con le parti sociali, a distanza di pochi giorni dal nostro incontro e in piena contraddizione con gli impegni che lei stesso ha assunto in quella sede. Il risultato comincia a delinearsi, tramite una pioggia di ordini di servizio unilaterali, e nessuna attivazione, a livello nazionale e territoriale delle procedure concordate nei Protocolli Sicurezza.
Signor Ministro, l’unico motivo per cui abbiamo chiesto di essere convocati e trattare il tema della riorganizzazione delle riaperture – parziali, ovviamente, perché alcuni Istituti hanno continuato ad essere operativi nonostante la pandemia – risiede nel fatto che conosciamo molto bene, forse anche meglio dell’Amministrazione centrale, la reale consistenza degli organici, l’operatività degli uffici, il grado di diffusione dei contagi e le differenti quantificazioni dell’utenza.
Lo smart working ha funzionato molto bene, nonostante le mille difficoltà dovute alla sua applicazione in fase emergenziale e con mezzi a disposizione tutt’altro che soddisfacenti.
Invece di prevedere un rientro indiscriminato e gravido di rischi dei lavoratori in presenza ci saremmo aspettati che il Ministero avesse fatto tesoro di questa esperienza per programmare il futuro, investendo ed implementando i processi di digitalizzazione che aiutassero la remotizzazione delle attività e semplificassero le prassi burocratiche interne. Nulla di tutto questo è avvenuto, purtroppo, e adesso si pensa semplicemente di tornare all’epoca pre pandemia, come se nulla fosse successo. Invece, come lei sa, niente sarà come prima e il Ministero rischia di pagare un prezzo molto alto ai mancati investimenti sulla modernizzazione organizzativa e sugli organici e fabbisogno.
Prendiamo atto con dispiacere che queste nostre considerazioni non siano state tenute, in questa fase così delicata per il nostro Paese, nella giusta considerazione, oltretutto in una fase negoziale in cui auspicabilmente si potranno disciplinare con regole certe, diritti e doveri, l’applicazione del lavoro da remoto in tutta la PA.
Come abbiamo annunciato ci avviamo, signor Ministro allo stato di agitazione nazionale, con al centro quella che è la nostra preoccupazione principale: riaprire non significa ripartire, riaprire in sicurezza significa ripartire prima. E questo riguarda tutta la condizione di gestione della sicurezza dei luoghi della cultura e dei lavoratori che al loro interno operano, argomenti su cui purtroppo abbiamo da dire anche troppo.
Ma siamo pronti a sospendere le nostre iniziative di mobilitazione qualora arrivasse un gesto di responsabilità che elimini la percentuale dalle disposizioni del Segretario Generale ed apra un percorso condiviso di regolamentazione del lavoro agile, come d’altra parte in questo Ministero si è sempre fatto dal 2018 sino a giovedì scorso, ed un aggiornamento del protocollo dell’ottobre scorso. Un segnale, ancorché minimo, che noi riterremmo utile a riportare la trattazione di queste problematiche, vitali per il futuro dei servizi del Ministero, nei loro confini più idonei del confronto e della condivisione. Ed è quello che le chiediamo, signor Ministro, come segnale di attenzione verso i lavoratori.
Distinti saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL CONFINTESA
Meloni Nolè Trastulli UNSA Zicarelli
Di Stefano Urbino
Alla Ministra della Giustizia
Dott.ssa Marta Cartabia
segreteria.ministro@giustizia.it
Alla Sottosegretaria di Stato
Dott.ssa Anna Macina
sottosegretario.macina@giustizia.it
Oggetto: “PNRR e Giustizia. Una formidabile occasione per ammodernare l’amministrazione,
innovare l’organizzazione, riqualificare il lavoro. – Un contributo della Funzione Pubblica CGIL per il rilancio del Sistema Giustizia”. Invio del documento annunciato negli incontri di presentazione alla Ministra.
Gentile Ministra,
Gentile Sottosegretaria,
come annunciato nel corso degli interventi di presentazione della Ministra alle organizzazioni sindacali di tutte le componenti del Ministero della Giustizia, la scrivente segreteria nazionale della Funzione Pubblica CGIL invia in allegato alla presente un documento – contributo al confronto che si intende richiedere alle SS. VV. sulle necessità di riorganizzazione amministrativa del Ministero e sulla più complessiva riforma del sistema giustizia anche con l’opportunità offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nel ringraziare per l’attenzione mostrata e l’interesse che vorrete dedicare, nel confermare la disponibilità a un incontro per poter illustrare il merito delle nostre proposte, cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio
Come già evidenziato dalle strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.) non ha tenuto conto delle esigenze del Corpo…
Il Dipartimento ha aperto un tavolo di confronto
Pubblichiamo la nota di risposta del Dipartimento in merito la richiesta sugli schemi di regolamento recante norme per la ripartizione dell’incentivo per funzioni tecniche
“L’iniziativa del Ministro Brunetta, che ha deciso di convocare per il 14 maggio i Ministri di Giustizia, Interno, Difesa ed Economia e Finanze per un incontro in sede politica con lo scopo di reperire ulteriori risorse per il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa, è doverosa e va nella direzione da noi auspicata, rappresentando un punto cruciale per la prosecuzione del confronto”. Questo il commento della Fp Cgil dopo l’annuncio del Ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, in merito al rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa.
Le risorse stanziate fino ad oggi, prosegue il sindacato, “non ci consentono di definire il contratto nella sua interezza. Servono infatti risorse economiche per continuare la rivalutazione delle retribuzioni tabellari, solo avviata con il contratto 2016/2018 dopo 10 anni di blocco, e poi quelle per riconoscere finalmente la previdenza complementare alle donne e agli uomini in divisa, a oltre vent’anni dall’introduzione del sistema contributivo. Va poi completata la revisione delle indennità, il trattamento di missione, l’istituto del buono pasto e della retribuzione delle prestazioni di lavoro straordinario. Tutti obiettivi che con le risorse della legge di bilancio 2021 non sono realizzabili”.
In più, rimarca il sindacato, “il contratto della Polizia Penitenziaria dovrà rinnovare la parte normativa, affrontando temi da troppo tempo trascurati, come la genitorialità, la formazione, il diritto allo studio, le ferie solidali, il congedo per le donne vittima di violenza, le libertà sindacali, la tutela per le gravi patologie e i diritti delle unioni civili. Per non dimenticare poi il tema della sicurezza, in particolare il contrasto al fenomeno suicidario, e quello della disparità di genere. L’incontro del 14 maggio diventa di fondamentale importanza, poiché se i ministri interessati non trovano le risorse necessarie sarà impossibile garantire la giusta attenzione che le donne e gli uomini in divisa meritano, soprattutto dopo essere stati in prima linea anche durante la pandemia”, conclude la Fp Cgil.
PROMEMORIA PER L’INCONTRO ODIERNO
Questa mattina si svolgerà l’incontro del tavolo nazionale per valutare l’ipotesi di CCNI 2020, tornata dopo il vaglio degli organi di controllo. Considerato che finalmente l’Amministrazione ha rispettato l’impegno di pubblicare tutte le graduatorie delle progressioni economiche orizzontali il 7 maggio, torniamo al tavolo, ponendo tuttavia alcune questioni.
Dopo il CCNI, il secondo punto all’ordine del giorno prevede un confronto sui teams e noi non capiamo perché non si ritenga, invece, di portare all’attenzione del tavolo la madre di tutte le questioni: il fabbisogno di personale, attraverso un esame del Piano Dei Fabbisogni. Come si può pensare di affrontare una discussione, ad esempio, sul numero dei teams se manca il personale che ne deve fare parte? Per questo, chiediamo di essere aggiornati sull’iter dei due concorsi per funzionari ispettivi e amministrativi che sono bloccati da anni. Quando si faranno? Si è in grado di fornirci date?
Le cronache di questi giorni riportano all’attenzione dell’opinione pubblica la drammatica situazione dell’organico anche dell’INL, ad esempio degli ispettori tecnici, ormai un profilo in estinzione e la domanda viene da sé: l’INL vuole davvero fare vigilanza su salute e sicurezza sul lavoro nell’ambito di sua competenza? Se sì – e noi riteniamo sia questa la risposta giusta – è URGENTE prevedere nel Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2021-23 un congruo numero di assunzioni in quel profilo, di centinaia (non stiamo esagerando) di ispettori tecnici e attivare in tempi rapidissimi la relativa procedura concorsuale, perché in poco tempo questi lavoratori possano essere immessi in servizio.
Di tutto questo qualcuno ha interesse a discutere oggi o soltanto noi?
Roma, 10 maggio 2021
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano