PERMESSI IN LAVORO AGILE:VITTORIA DELLA FP CGIL!

Abbiamo ricevuto poco fa la nota dell’Amministrazione – che vi alleghiamo – in risposta al nostro ultimo comunicato, con cui si chiarisce che “può ritenersi senz’altro fruibile in modo frazionato il permesso durante il lavoro agile”.

Ciò vuol dire che le lavoratrici e i lavoratori dell’INL potranno usufruire dei diritti previsti dal CCNL, anche mentre sono in smart-working. Esattamente come ritenevamo noi.
Finalmente, quindi, l’Amministrazione ha abbandonato posizioni e interpretazioni al ribasso, scrivendo in modo chiaro quanto noi avevamo chiesto a gran voce e con forza, nell’esclusivo interesse delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INL.

Non era pensabile che uno strumento come il lavoro agile, nato per conciliare le esigenze di vita con quelle lavorative, diventasse un mezzo per comprimere diritti acquisiti e riconosciuti.
Le iniziative di lotta pagano e portano i loro frutti. Di questo è bene che l’Amministrazione sia più che consapevole, anche in vista dell’incontro di domani.

Roma, 26 aprile 2021

 

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

Pubblichiamo il decreto del Capo Dipartimento in merito alle modifiche dei componenti dell’Amministrazione riguardo l’ Osservatorio Bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF inviata al Dipartimento, in merito ai compensi spettanti al personale a seguito delle emergenze micro calamità 

A seguito dell’incidente sul lavoro accaduto nel 2018, la segreteria e la struttura territoriale Fp Cgil e la Fp Cgil VVF chiede informazioni dell’accaduto, nel rispetto della salute e della sicurezza dei lavoratori

 

Roma, 23 aprile 2021

A tutte le lavoratrici ed i lavoratori
del Ministero della Cultura

si è appena concluso l’incontro con il Ministro Franceschini, da noi più volte richiesto, e con
il vertice politico e amministrativo del MIC. Questi gli argomenti trattati:

RIAPERTURE: abbiamo sottolineato la necessità di vagliare attentamente la possibilità di
riaprire i luoghi della cultura, tenendo conto della reale consistenza degli organici di Istituto
in considerazione sia delle fragilità che del lavoro da remoto. Il Ministro ha garantito che tale
possibilità, prevista dal Decreto del 2 marzo, ma inattuata per via della diversa colorazione
dei codici assegnati alle regioni, non è un obbligo e che prioritariamente vanno rispettate
tutte le condizioni di sicurezza per le riaperture.

SITUAZIONE OCCUPAZIONALE E CONCORSI: è stato fin troppo ovvio ribadire sia la
drammatica situazione della nostra dotazione organica che l’insufficienza del piano di
assunzioni finora prospettato, anche immaginando l’impatto che i posti messi a bando
potrebbero avere su settori particolarmente martoriati quali gli Archivi e le Biblioteche.
Abbiamo richiesto di sfruttare ogni singolo centesimo del budget destinato alle assunzioni
(soprattutto in considerazione di una mozione approvata in Senato che impegnava in tal
senso il nostro Ministero) e un intervento normativo che superi il problema degli idonei nelle
graduatorie concorsuali. Anche sulla redazione dei Fabbisogni triennali abbiamo
sottolineato la necessità di rispondere con personale adeguato, in numero e per
competenze, alle sfide poste dalla ripartenza e dal Recovery Fund. Dovremmo come minimo
raddoppiare i numeri delle assunzioni per erogare servizi con continuità. Il Ministro ha
risposto che ha incontrato recentemente Brunetta e che sono già al lavoro sia su un
provvedimento per la gestione del Recovery Fund. Il Capo di Gabinetto ha escluso che
esista un problema sugli idonei, il blocco normativo è stato superato.

RISERVE CONCORSUALI PER I PRECARI E PER GLI INTERNI: nello stesso solco si è
inserita la nostra richiesta di avvalerci – perché le norme ce lo consentono ma non lo
abbiamo mai fatto finora – delle riserve concorsuali per l’assorbimento del personale
precario che a vario titolo è impiegato nei nostri Istituti, così come delle riserve concorsuali
per il personale interno, favorendo i passaggi fra le aree, i quali consentirebbero di
valorizzare competenze interne a costo zero. Sul punto il Capo di Gabinetto ha espresso il
suo favore e dato disponibilità a lavorare in tal senso.

PIANO VACCINALE PER IL PERSONALE: abbiamo fatto notare che nonostante due
richieste formali non ci era pervenuta alcuna risposta nel merito, da noi considerato
importante soprattutto alla luce del fatto che siamo inseriti fra i servizi essenziali e che buona
parte del nostro personale (anche quello cosiddetto esternalizzato) lavora a contatto con
l’utenza esterna. Il Ministro ha ufficializzato che non è possibile procedere in tal senso in
quanto esistono specifiche procedure legate all’età anagrafica e alla programmazione
progressiva, pertanto una simile iniziativa sarebbe una deroga difficilmente giustificabile
anche agli occhi del resto della PA.
DPI: a seguito di alcune segnalazioni abbiamo chiesto che si potesse modificare la fornitura
delle mascherine optando per il modello FFP2. Il Segretario Generale ha risposto che tale
modello è previsto nei luoghi con particolare assembramento, fattispecie non prevista nel nostro Ministero in questa fase di riapertura con prenotazioni (che quindi dovrebbe evitare ogni assembramento anche potenziale). Tuttavia farà ogni sforzo per cercare di capire se sia possibile tale approvvigionamento.

CONTRATTO INTEGRATIVO DI MINISTERO: su questo tema abbiamo ribadito che si sblocchi la situazione, frutto di un negoziato lunghissimo e di qualità, purtroppo vanificato dall’operato invasivo degli organi controllo, i quali non si rendono conto delle specificità delle singole Amministrazioni. Il Capo di Gabinetto ha replicato ricordando che finora la trattativa con Funzione Pubblica non ha dato esito positivo ma che si attende maggiori possibilità di interlocuzione negli incontri futuri essendo peraltro nel frattempo cambiati anche i nostri interlocutori.

INCENTIVI FUNZIONI TECNICHE – ART. 113 D.LGS. 50/2016: dopo mesi di attesa ancora non vede luce il Regolamento sulla remunerazione di tali incentivi. A richiesta di urgente risoluzione del problema il Capo di Gabinetto ha risposto che la vicenda è ferma poiché – a fronte di una iniziale disponibilità di una specifica Sezione del Consiglio di Stato sulla esigibilità retroattiva di tali somme – una seconda sezione del medesimo Consiglio si è espressa con parere diametralmente opposto. Ad oggi la questione è ferma al MIMS (ex Infrastrutture e Trasporti) e si auspica una celere risoluzione del problema.

LAVORI INSALUBRI: questo è un altro dossier fondamentale che dobbiamo risolvere, in quanto ha creato autentiche discriminazioni fra talune categorie di lavoratrici e lavoratori. Se esistono dei benefici connessi alla professionalità e al rischio, devono essere riconosciuti a tutti. Il Capo di Gabinetto ha risposto che finora l’INPS si è rifiutato di accogliere ogni interpretazione estensiva dei benefici a intere categorie di lavoratori; a breve ci sarà un incontro con il Capo di Gabinetto del Ministro Orlando per risolvere questa vicenda e quella dei lavoratori dello spettacolo.

DISTIRBUZIONE FONDO DA 80 MILIONI PER INDENNITÀ DI AMMINISTRAZIONE: abbiamo invitato il Ministro a farsi parte attiva per procedere all’individuazione della quota spettante al MIC all’interno del fondo da 80 milioni costituito in Finanziaria 2020 e non ancora riversato ai singoli Ministeri. Il Capo di Gabinetto ha riconosciuto che finora non è stato fatto ma che a breve si attende che possa esserci uno scatto in avanti sul tema, attraverso un incontro in cui far valere la posizione del MIC, nello scacchiere della PA, con tutte le sue peculiarità e le sue esigenze.

SUPERAMENTO SOGLIA TEORICA DEL FRD: analogo sforzo è stato richiesto per il superamento della soglia del FRD, così da consentire il recupero di 10/15 milioni di euro da destinare al personale finanziando procedure collettive che vadano a integrare e migliorare la retribuzione accessoria.

SUPERAMENTO DEL VINCOLO TRIENNALE: consapevoli dei sacrifici cui sono stati sottoposti colleghi e colleghe neoassunte abbiamo prospettato la possibilità di superare il vincolo e consentire la mobilità alla pari del restante personale. Su questo il Segretario Generale ha detto senza mezzi termini che è impossibile derogare dalla legge e che in fondo si tratta di una percentuale di colleghi residuale rispetto al resto. Dovremo sul punto elaborare appositi accorgimenti in sede di accordo di mobilità

DIRIGENZA

CARENZA DOTAZIONE ORGANICA: per quanto riguarda la dirigenza, abbiamo fortemente sottolineato la gravità della situazione determinata dalla vacanza di posti che sta
per raggiungere il 50% sull’organico complessivo con punte di oltre il 70% (settore Archivi), che compromette seriamente il funzionamento dell’intero apparato e ha già comportato l’effetto – assai controproducente – della chiamata ex ‘comma 5 bis’ per trasferimento da altre Amministrazioni di dirigenti del tutto digiuni nelle materie tecniche e istituzionali del Ministero, mentre la persistente latitanza dell’Amministrazione nell’espletamento anche dei concorsi già previsti nell’ambito delle facoltà assunzionali autorizzate del 2017-18, mai stati banditi, e nel bandire concorsi conseguente all’aggiunta di 25 posti dirigenziali nel settembre 2019, non consentono di utilizzare l’esperienza dei colleghi funzionari più anziani. Il Capo di Gabinetto ha annunciato che si sta lavorando all’elevazione della soglia di comma 6 (misura che in passato era stata già abbastanza faticosa da far accettare a Funzione Pubblica) e che a breve verrà pubblicato il bando di un corso-corso per dirigenti tecnici pari a 70 unità. Pur apprezzando le misure di semplificazione e snellimento delle procedure concorsuali per l’assunzione di personale non dirigenziale recate dal D.L. n. 44/21, abbiamo chiesto che esse siano adottate anche più specificamente per la più urgente implementazione dei ruoli dirigenziali del Ministero.

CONTRATTO COLLETTIVO INTEGRATIVO DIRIGENZA: altra questione rilevante e urgente è l’avvio del confronto per la stipula del contratto integrativo per la dirigenza del Ministero, previsto per la prima volta dal CNNL 2016-18, sul quale l’amministrazione, tanto per cambiare, è ormai in serio ritardo.
MODIFICA CRITERI VALUTAZIONE: nell’ambito delle materie che dovranno essere regolate da tale contratto, la più impellente è quella della revisione dei criteri e delle procedure della valutazione annuale dei dirigenti, che il predetto contratto nazionale aveva già disposto all’art. 28 che dovesse produrre una adeguata differenziazione di valutazioni e quindi di retribuzione di risultato, mentre si sta continuando anche quest’anno l’incongrua prassi della distribuzione a pioggia a quasi tutti i dirigenti, con l’eccezione di poche unità, del massimo punteggio di valutazione di 100 centesimi, che, se non tempestivamente rivista, rischia non solo di creare eccessive sperequazioni fra dirigenti che hanno conseguito punteggi poco diversi, ma anche di incorrere nella censura degli organi di controllo con le immaginabili conseguenze.

AMBIGUITÀ NELLA GESTIONE DELLA SELEZIONE DEI PROFESSIONISTI: abbiamo sollevato il tema della selezione dei professionisti a supporto delle SABAP, raccogliendo le numerose sollecitazioni pervenute e evidenziando sia la mancata pubblicizzazione della commissione che dei criteri di valutazione. Su questo hanno risposto sia il Capo di Gabinetto che il Segretario Generale sottolineando come tutto sia stato condotto con linearità interpretando le esigenze dell’Amministrazione, che sono quelle di avvalersi di professionisti, anche già in possesso di un lavoro stabile, utili alle urgenze dei nostri Istituti e da non considerarsi “nuovi precari” della PA destinatari di un possibile inquadramento futuro.

SPOIL SYSTEM: è stato sollevato il problema dell’ennesima riconferma di alcuni dirigenti che non avrebbero dovuto raggiungere il terzo mandato consecutivo. Il Segretario Generale ha confermato il fatto ma ha anche ribadito che non abbiamo altra scelta al momento, che la rotazione degli incarichi verrà fatta quando avremo altre risorse e che, in ogni caso, l’avvicendamento non è un obbligo. Sul punto rimaniamo alquanto perplessi.

 

FP CGIL                                         CISL FP                                                UIL PA
Claudio Meloni           Giuseppe Nolè-Valentina Di Stefano                  Federico Trastulli

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PERMESSI IN LAVORO AGILE: … E GLI SVENTURATI RISPOSERO

Nei giorni scorsi avevamo chiesto all’Amministrazione se fosse vero che i permessi di cui all’art. 33, co. 3, L. 104/1992 non sono più riconosciuti su base oraria per una presunta incompatibilità con il lavoro agile.
L’Amministrazione, nella risposta che vi alleghiamo, conferma quest’orientamento, rinviando alla sua precedente nota n. 10315 del 3 luglio 2020, alla normativa e alle espresse interpretazioni fornite dal Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP) e dall’Aran. Ora, che le cose non stiano esattamente così lo sa ( … vogliamo sperare!) la stessa Amministrazione che, difatti, nella nota n. 10315, non cita mai una norma precisa che definisca l’incompatibilità tra permessi e lavoro agile, ma si limita a citare in modo contraddittorio e confuso alcuni passaggi di interpretazioni forniti dal DFP e dall’Aran.

Si cita, ad es., un passaggio della Circolare DFP n. 2/2020, in cui si evidenzia che “brevi permessi o altri istituti che comportino la riduzione dell’orario giornaliero di lavoro appaiono difficilmente compatibili con la strutturazione del lavoro agile”. Non si parla, quindi, di incompatibilità, ma di una difficoltà nel conciliare questi aspetti.

Ancora più interessante è la citazione del passaggio della nota ARAN prot. 3027 del 30 aprile 2020, laddove si precisa che “l’orario di lavoro rappresenta il parametro di riferimento e di quantificazione”. Come sarebbe a dire? Se l’orario di lavoro rappresenta il parametro di riferimento e di quantificazione, perché l’ARAN dovrebbe scrivere che i permessi orari sono incompatibili con il lavoro agile?
E difatti l’ARAN non lo scrive, anzi! Visto che siamo in vena di citazioni, prendiamo noi un pezzo dalla nota ARAN 3027, che tanto è piaciuta all’Amministrazione: “Pertanto, anche nella modalità lavorativa agile potrebbe risultare possibile la fruizione dei permessi su base oraria previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro vigente”.

Non c’è, dunque, alcuna incompatibilità tra permessi orari e lavoro agile, come si vorrebbe far credere!
Lo ribadisce, da ultimo, il Ministero della Pubblica Amministrazione nell’atto di indirizzo all’ARAN che dovrà dare avvio alle trattative per il prossimo CCNL, nella parte relativa al lavoro agile, precisando che la contrattazione collettiva dovrà disciplinare anche il regime dei permessi e delle assenze nel lavoro agile. E’ evidente che se ci fosse incompatibilità non ci sarebbe da disciplinare alcunché.

E’ altrettanto evidente che:
si è persa l’ennesima occasione per dimostrare attenzione e interesse verso il personale;
si è colta l’ennesima occasione per interpretare norme di legge a danno del personale, comprimendo diritti che devono essere invece riconosciuti.
Che tutto questo accada metodicamente nell’Amministrazione teoricamente preposta alla tutela dei diritti dei lavoratori rende i contorni della vicenda ancora più gravi e preoccupanti.

Roma, 24 aprile 2021

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

23 aprile 2021

Al Capo Gabinetto della Guardasigilli
Dott. Raffaele PICCIRILLO
ROMA

E, p.c.
Al Vice Capo DAP
Dott. Roberto TARTAGLIA
ROMA

Al DGPR – DAP
Dott. Massimo PARISI
ROMA

Oggetto: Fondo Efficienza Servizi Istituzionali, relativo al personale di Polizia Penitenziaria.

Egregio Presidente,
in riferimento al riconoscimento del Fondo in parola, quale compenso economico che tende a valorizzare i vari impieghi istituzionali delle/dei poliziotte/i penitenziarie/i, per giusto adempimento giuridico ed amministrativo in seno all’impianto normativo vigente in mate-ria, appare necessario rappresentarLe alcune comprensibili doglianze che ci pervengono dai vari territori, storicamente rivendicati dalla FP CGIL durante i vari incontri negoziali a tal proposito.

Ad opportuna corroborazione dell’architettura relativa alla stigmatizzazione in discussione, questa Organizzazione Sindacale evidenzia quanto accaduto, in data odierna, presso un Istituto del Paese, durante una contrattazione sindacale per la parte decentrata del FESI.

Nella fattispecie, non per una questione specifica di merito collocabile al caso di specie, essendo un argomento oggettivo e di ampia articolazione nazionale, la parte trattante FP CGIL
ha proposto di riconoscere anche la presenza per le lavoratrici assenti in quanto beneficiarie dell’istituto previdenziale c.d. “congedo di maternità”.
Ciò non è avvenuto, non avendo una ratio legis ben strutturata e che include tale istituto, bensì considerata un’aberrante e discutibile esclusione dal beneficio economico.
Pertanto, alla luce di quanto sopra narrato, questa Parte intende avviare una prossima vertenza in parallelo a quest’aspetto discriminate, auspicando rivisitazioni baricentriche volte ad una soluzione della quaestio.
Nessuna retorica e non volendo enfatizzare alcun topos, crediamo, però, che i diritti democratici dei lavoratori e delle lavoratrici non debbano essere oggetto di continui e velati attac-chi. Noi ci saremo, per questa nuova ed altre sfide.
In attesa di un Suo cortese interessamento, invio deferenti saluti ed auguro buon lavoro.
Si resta in attesa di riscontro e si inviano distinti saluti.

Il Coordinatore nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Roma, 23 aprile 2021

 

Incontro con il Ministro Giorgetti

Nella giornata del 19 aprile abbiamo incontrato il ministro Giorgetti, che ha dato seguito alle diverse richieste di incontro che gli avevamo inviato sulle principali e urgenti problematiche del Ministero.
In avvio abbiamo evidenziato la necessità di dare continuità al confronto sui diversi aspetti segnalati, che necessitano, per la loro risoluzione, del pieno coinvolgimento e dell’azione dei vertici politici del Ministero.

Abbiamo, quindi, proceduto a riassumere i punti salienti che bisogna quanto prima affrontare tramite il confronto continuo tra le parti, in conformità con quanto previsto dal “Patto per l’Innovazione del Lavoro Pubblico e la Coesione sociale” che il governo ha sottoscritto con CGIL, CISL e UIL.
Il primo e prioritario aspetto da affrontare è un forte rilancio della nostra Amministrazione con un rafforzamento del suo ruolo alla luce della fondamentale mission che dovrebbe contraddistinguerla: lo sviluppo economico e produttivo del Paese.

Bisogna che le politiche industriali, da troppo tempo abbandonate dal decisore pubblico, tornino centrali nell’azione del governo, in un’ottica di crescita, non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo.
Al riguardo è necessario che il ministro chiarisca, confrontandosi con i sindacati, quale sia il modello e la struttura organizzativa del ministero.
Chiarimento fondamentale oggi, almeno per due motivi:
– perché è in corso un ennesimo processo di ridimensionamento funzionale del MISE con il noto passaggio delle funzioni dell’energia al MITE – Min. della Transizione
Ecologica, nella visione strategica di questo Governo di unificare energia e sostenibilità.
– più generale, perché l’impiego delle ingenti risorse europee del Recovery Fund sono condizionate dalla effettiva innovazione (progettata, condivisa, eseguita e monitorata) della Pubblica Amministrazione, “motore” della ripresa economica.

Il Mise deve comunque essere più forte, moderno, innovato, ancora più qualificato nell’organico, nelle competenze e nella organizzazione. Con innesti validi di nuove risorse; con investimenti consistenti sulle competenze e conoscenze già presenti all’interno.
Ha senso chiedersi, ad esempio, come e dove sarà inquadrata l’annunciata costituzione di una task force sulle crisi di impresa e la struttura che concentrerà le professionalità per risolvere le questioni ad esse inerenti? Si valorizzeranno le competenze già presenti nel MISE?

Il modello ministeriale continuerà ad essere quello a coordinamento segretariale o si opterà per una struttura ad articolazione dipartimentale? Rispetto a tale scelta abbiamo ricordato che la presenza di un Segretariato Generale amalgama e raccorda meglio le diverse anime del ministero.
Ed ancora, nella considerazione dell’utilizzo delle forme di Lavoro Agile passate e future, nonché nell’ottica della gestione delle progettualità e delle correlate risorse legate al PNRR, è prevista una forte azione per il potenziamento della funzione legate alla protezione dei dati e della privacy e della funzione dell’Anticorruzione?

Inoltre, abbiamo nuovamente precisato che, qualunque sia il modello prescelto, sarà necessario operare scelte che valorizzino le elevate professionalità interne e rafforzino i presidi del Ministero nei diversi territori.
Condizione necessaria per rilanciare il Ministero è quindi dare subito corso ai diversi concorsi previsti e provvedere all’immissione rapida di numerosi nuovi lavoratori. Diversamente il Ministero, non solo non riuscirà a fronteggiare le nuove sfide, ma avrà serie difficoltà a garantire l’erogazione dei propri servizi, visto che diverse Direzioni sono drammaticamente sottodimensionate, in particolare nelle strutture territoriali.

E’ necessario garantire la trasmissione delle competenze dai colleghi pensionandi ai nuovi ingressi.
Alla carenza del personale, è stato affiancato il tema della mancanza di una cultura innovativa all’interno del Ministero, data la costituzione risalente ormai al febbraio 2019 dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione, che ad oggi però non è mai stato riunito in una prima convocazione. Luogo dove tutte le iniziative progettuali di innovazione organizzativa, di conciliazione vita/lavoro, di benessere organizzativo potrebbero essere proposte, discusse, e avviate alla sperimentazione, in un tavolo ove l’Amministrazione e le parti sindacali potrebbero procedere nella direzione del miglioramento dell’Organizzazione e dell’Ambiente lavorativo del Ministero tutto.

E’ stata inoltre confermata l’importanza della formazione più generalista (amministrativa, di project management, sulle Soft Skills) per tutto il personale, a partire dagli inserimenti più recenti nei ruoli ministeriali, a quella più specialistica tipica delle singole Direzioni o Divisioni, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi specifici.
E’ stata quindi fortemente caldeggiata la richiesta di relazioni sindacali stabili, e continue nel tempo, anche di interlocuzione con la parte politica, onde sciogliere tutti quei nodi che restano aperti con l’Amministrazione, e che sempre più numerosi caratterizzeranno la gestione non solo ordinaria ma straordinaria di questo Ministero, dovuta all’importanza strategica che esso ha per la ripartenza del Paese.

Da ultimo abbiamo segnalato due vicende che richiedono una urgente risposta:
– da ormai 10 mesi attendono di essere firmate le nomine dei revisori delle camere di commercio e delle aziende speciali che sono stati sorteggiati a giugno e luglio dello scorso anno, in piena conformità con le procedure approvate da un decreto ministeriale per garantire trasparenza e competenza. Un ritardo che, oltre a creare un danno di immagine al Ministero, può determinare difficoltà anche agli enti camerali e alle aziende speciali coinvolte, che non può prorogarsi ulteriormente, visto l’approssimarsi della data del 30 aprile, entro la quale vanno approvati i bilanci consuntivi.

– abbiamo ricordato il dramma di sei colleghi che, pur avendo operato per anni con profitto e diligenza al Ministero, hanno avuto una improvvisa ed imprevista risoluzione del contratto, a seguito di interpretazioni giudiziarie, che si sono spesso contraddette l’una con l’altra. La richiesta, già effettuata tramite una lettera descrittiva della situazione al Capo di Gabinetto, è di trovare le necessarie soluzioni per tali colleghi, che consentano, in conformità con l’ordinamento vigente, di recuperare stabilmente la loro professionalità, peraltro a pieno vantaggio degli Uffici che si sono improvvisamente trovati sprovvisti di preziosi contributi. Alle ore 15.30 il Ministro, dopo avere assicurato di avere preso nota con attenzione delle problematiche segnalate, ha dovuto abbandonare la riunione a causa di un imprevisto e urgente impegno presso il Consiglio dei Ministri. Pur esprimendo un forte rammarico per non avere avuto la possibilità di un primo riscontro ai temi segnalati e pur comprendendo gli importanti impegni istituzionali, abbiamo ribadito l’esigenza di incontrarsi nuovamente, quanto prima, per un Confronto serrato su tutte le problematiche esposte anche in virtù del citato Patto per l’Innovazione del Lavoro Pubblico e la Coesione Sociale che, occorre ribadire, conferisce un ruolo chiave alle relazioni sindacali.

Ci auguriamo che non sia proprio il nostro Ministro a non tenerne conto. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi.

 

FP CGIL MISE                                   CISL FP                                 MISE UILPA
Roberto Copioli                               Carlo Filacchioni                   Stefano Fricano
Manuela Benevento                       Marcello De Vivo                 Federico Trastulli

Pubblichiamo la nota delle strutture regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF con la quale rappresentano le problematiche dell’organizzazione della formazione nell’ intera regione

Pubblichiamo il resoconto unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF dell’incontro tenutosi con il Dipartimento per definire l’accordo sull’art 42  e quello sulla discussione della mobilità dei qualificati del ruolo delle specialità.

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