Pubblichiamo il resoconto unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF a seguito dell’incontro sul decreto Distintivi di qualifica per il personale del Corpo

Pubblichiamo il resoconto unitario di Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF, in merito l’incontro sul decreto Art 42 previsto dal D.P.R. 64

INCONTRO CON IL CONS. TIZIANA COCCOLUTO, VICE CAPO DI GABINETTO DEL MINISTRO SPERANZA

Ieri, 30 marzo 2021 come concordato nel precedente incontro, si è svolto il confronto tra le OO.SS. e la rappresentanza politica di questa amministrazione; non erano presenti né il Ministro Speranza, nè il Capo di Gabinetto Presidente Zaccardi, ma erano rappresentati dal Cons. Tiziana Coccoluto, vice Capo di Gabinetto.
La Cons. Coccoluto ha aperto la riunione comunicando alle rappresentanze sindacali che all’esito della riunione dello scorso 17.03.2021, dopo aver riferito al Ministro Speranza le richieste formulate dalle OO.SS. confederali e dopo aver acquisito la sua condivisione, ha inviato una nota formale al Ministero dell’Economia e delle Finanze con la quale viene richiesto un rifinanziamento del Fondo delle Risorse decentrate delle aree funzionali di 6.000.000 di euro per il periodo 2021/2026.
E’ stata fatta anche una comunicazione relativamente alla situazione degli Uffici periferici del Ministero per i quali è stato proposto l’avvio di un confronto con le OO.SS. (tavolo tecnico); per quanto attiene ad un piano vaccinale, la D.ssa Coccoluto ha comunicato che è stata avviata una interlocuzione con il Ministero del Lavoro, e con la Struttura commissariale per individuare un percorso condiviso per arrivare ad effettuare le vaccinazioni nelle sedi delle aziende private, naturalmente con tutte le garanzie che si riceverebbero in una struttura sanitaria dedicata .
In questo percorso si devono inserire anche le strutture pubbliche, in particolare quelle che hanno già una esperienza nel campo delle vaccinazioni.
E’ stata data, infine, la notizia ufficiale dell’avvenuta espressione del Consiglio di Stato sull’ACN del personale sanitario SASN in data 10 marzo 2021, e dell’avvenuta trasmissione da parte dell’Ufficio Legislativo del protocollo, al Dipartimento degli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le comunicazioni apprese in riunione sono esattamente identiche a quelle già leggibili dai lavoratori nei comunicati emessi congiuntamente dalla FPCGIL, CISL FP e UILPA da alcune settimane in bacheca .
Sarebbe opportuno che chi ha avuto la gestione e la responsabilità dell’iter del perfezionamento dell’ACN, rispondesse dell’enorme ritardo accumulato .
Come è noto FPCGIL, CISL FP e UILPA hanno rappresentato le proprie rivendicazioni al Capo di Gabinetto con la nota del 29 marzo 2021 chiedendo per l’ennesima volta il rifinanziamento del Fondo Risorse decentrate delle aree funzionali del Ministero della Salute, l’equiparazione dell’indennità di amministrazione per il personale non dirigenziale del Ministero della Salute, per portarla al livello di quella percepita al Ministero di Giustizia e il rifinanziamento del capitolo relativo all’Articolo 7 per il quale è stata rinnovata la richiesta di stabilizzazione.
E’ stata espressa soddisfazione per quanto comunicato dal Consigliere Coccoluto ma abbiamo espresso la non soddisfazione circa l’accoglimento delle richieste formulate.
Abbiamo ricordato nei nostri interventi, che non è più tollerabile che in questa amministrazione ci siano categorie che viaggiano a velocità supersoniche ed altre ferme in attesa di partire (abbiamo ricordato che l’indennità relativa all’art. 7 e la stessa del 2000, anzi negli anni si è ridotta, mentre altre categorie hanno visto riconosciuto, attraverso varie norme di legge vari riconoscimenti economici e normativi).
Abbiamo sottolineato che le delusioni nel corso di questi ultimi anni sono state tante e cocenti e non possiamo non essere diffidenti per questo. E pur registrando l’impegno del Ministro Speranza, aspettiamo la pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta ufficiale per gioire del rifinanziamento del FDR, che per qualcun altro, invece, è già come cosa fatta.
Per quanto attiene all’ACN del personale sanitario SASN abbiamo sollecitato la conclusione dell’iter che poterà i lavoratori ad avere quei benefici normativi, ai quali abbiamo partecipato attivamente alla stesura (malattia, permessi, tutela della maternità e delle problematicità famigliari), oltre che quelli economici oggetto di un lungo confronto con l’amministrazione.
Abbiamo sottolineato con forza la richiesta, già avanza da anni, di una stabilizzazione attraverso l’inquadramento nei ruoli del Ministero degli oltre 100 colleghi a convenzione non medici, in servizio, ormai, da più di 20 anni presso le nostre sedi USMAF-SASN, e che in questo periodo di pandemia sono sempre stati in prima linea nello svolgere il proprio servizio.
Infine, le scriventi Organizzazioni ritengono fondamentale assicurare la massima serenità operativa dei lavoratori inquadrati nei profili professionali degli Assistenti di prevenzione e sanità e dei Funzionari tecnici della prevenzione invitando l’Amministrazione ad affrontare, in modo necessariamente complessivo e condiviso, tutti gli aspetti correlati alla iscrizione agli elenchi speciali ad esaurimento di tali lavoratori, anche attraverso l’individuazione, di concerto con il MIUR, di adeguati percorsi formativi più volte auspicati.
Per quanto attiene l’organizzazione del Ministero è stato ribadito che nei ruoli dell’amministrazione ci sono ormai oltre 600 dirigenti, a fronte dei circa 1.500 lavoratori delle aree funzionali, con un rapporto che sfiora l’1 a 2,5. Di conseguenza è stato richiesto un piano straordinario di assunzioni che porti il numero dei lavoratori delle aree funzionali ad un livello dignitoso.
Ancora una volta registriamo lo strano comportamento di altre sigle sindacali, che con roboanti comunicati credono di erigersi ad unici difensori dei deboli e poi quando si tratta di parlare con i vertici politici dell’amministrazione si limitano a trattare di piccoli problemi di interesse personale e di singola sede lavorativa, non profferendo parola sul rifinanziamento del FDR e degli altri problemi dei lavoratori delle aree funzionali .
La D.ssa Coccoluto ha assicurato che si farà portavoce delle istanze segnalate al Ministro, e che a breve ci sarà un nuovo incontro preparatorio, in previsione di un confronto diretto con il Ministro Speranza .

VI TERREMO INFORMATI

Confronto oggi tra sindacato e guardasigilli, serve progetto per migliorare sistema

“Abbiamo indicato alla Ministra Cartabia quali sono le priorità da affrontare nell’immediato per dare risposte al grido di allarme che arriva da tutti i Poliziotti Penitenziari che lavorano nelle carceri del nostro paese. In particolare ci siamo soffermati sulla necessità di colmare al più presto la carenza di organico, giunta a 5 mila unità, e di mettere in sicurezza i luoghi di lavoro”. Questo il commento della Fp Cgil al termine dell’incontro che si è tenuto oggi con la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

Negli anni, prosegue il sindacato, “abbiamo assistito ad un progressivo aumento dei compiti e dei carichi di lavoro assegnati alla Polizia Penitenziaria, accompagnati da un inspiegabile depauperamento dell’organico: una scelta politica scellerata che ha messo in grande difficoltà la tenuta del sistema carcere già prima dell’inizio della crisi pandemica. Con l’aumento dei contagi da Covid-19 tra i poliziotti, ad oggi sono 797, la situazione rischia di precipitare se non si mette in campo un piano straordinario di assunzioni”. Per la Fp Cgil, “mettere in sicurezza i luoghi di lavoro significa non solo contrastare il fenomeno delle aggressioni subite dal personale e dello stress correlato al lavoro, ma soprattutto imprimere una forte accelerazione al piano vaccinale, ad oggi solo un terzo del personale è stato vaccinato con la prima dose. Il tutto insieme al bisogno di agire sull’edilizia penitenziaria, migliorando la salubrità nelle nostre datate e malandate carceri, garantendo la salute del personale”.

Serve un progetto politico diverso – osserva il sindacato – che, per mantenere fede al mandato conferito dall’articolo 27 della Costituzione, punti a migliorare il sistema penitenziario e a dotarlo di risorse umane e strutturali adeguate, a potenziare l’esecuzione penale esterna e a superare le disparità di genere che ancora si registrano nel corpo della Polizia Penitenziaria. Su questi temi anche la Ministra Cartabia ha manifestato il suo interesse nella riunione odierna, così come si è dichiarata disponibile a convocare quanto prima anche i sindacati rappresentativi del personale delle funzioni centrali e della dirigenza penitenziaria, come da noi richiesto. Auspichiamo che sia l’inizio di un reale cambiamento”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo la richiesta unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF  riguardo il chiarimento tra i posti inseriti nel bando e l’effettiva carenza nei Comandi  in riferimento al concorso per Capo Squadra decorrenza 2020

COMUNICATO

Denunciamo con forza quanto accaduto ieri in sede di confronto con le OO.SS. sui criteri per l’attribuzione del secondo livello differenziato per i professionisti.
L’amministrazione, pur avendo ricevuto da noi e da altre OO.SS. le proposte di modifica della Determinazione 114/19 in attuazione del CCNL sottoscritto il 9/3/2020, ha confermato il proprio orientamento, già anticipato nel corso dell’incontro del 19/3, che l’art. 90 del CCNL non si applichi all’INPS!
Non solo. Per l’amministrazione non risulta possibile accogliere nessuna delle proposte di modifica della Determinazione 114/19 (eliminazione dei coordinamenti dai titoli, eliminazione del periodo di osservazione di sei anni, decorrenza degli incarichi dal 1° gennaio) a causa dei tempi lunghi che sarebbero richiesti per la revisione del regolamento da parte degli Organi dell’Istituto.
Si tratta di una posizione inaccettabile e che siamo certi che non possa essere condivisa dagli Organi, titolari del potere regolamentare dell’INPS.
La disciplina di cui alla determinazione 114/19, varata in fretta e furia dall’amministrazione a ottobre 2019, ossia all’indomani della firma della ipotesi nel nuovo CCNL e prima della sua sottoscrizione definitiva, attribuendo un punteggio preponderante a titoli di servizio quali gli incarichi di  coordinamento, anche provvisori e non attribuiti sulla base di selezioni, per di più relativi ai soli ultimi sei anni, tradiva in modo evidente le finalità di quella disciplina.
Come da noi a suo tempo denunciato, si è infatti puntualmente verificato che numerosi professionisti dell’Istituto, con anni e anni di lodevole servizio e bloccati, a fine carriera, sul primo livello a causa della colpevole inerzia dell’amministrazione nel bandire le selezioni, si sono visti sopravanzare da colleghi con minore esperienza e meno titoli professionali, ma da poco nominati coordinatori.
Su questa situazione interviene il CCNL, firmato il 9/3/2020, che ha prescritto, all’art. 90, che tali procedure siano attivate, entro sei mesi dalla sottoscrizione del CCNL, mediante l’utilizzo di criteri semplificati rispetto a quelli ordinari, con particolare riferimento alla e sperienza acquisita nel primo livello ed al conseguimento di titoli professionali attinenti alla specifica branca professionale di appartenenza.
E’ che non possa l’amministrazione decidere unilateralmente se e quali norme del CCNL applicare.
E’ ovvio, ancora, come, ad un anno dalla sottoscrizione del CCNL, non sia possibile giustificare il mancato adeguamento alle norme del CCNL con il tempo che la stessa amministrazione impiegherebbe per farlo. Tanto più se l’amministrazione è colpevolmente in mora nell’attivazione delle procedure.
Spiace constatare che altre sigle sindacali, che pure hanno firmato il CCNL e condiviso in sede di proposta all’ARAN tali chiare prescrizioni, approvino la violazione del dettato contrattuale o assumano posizione ambigue, diverse da quelle intransigenti tenute invece in sede nazionale.

La CGIL denuncia l’inaccettabilità sia del metodo – perché è chiaro che sui criteri per l’attribuzione dei livelli non vi è stato alcun confronto, in violazione di quanto contrattualmente previsto – sia del merito delle decisioni assunte dall’ amministrazione e si riserva ogni iniziativa a tutela dei lavoratori interessati e della correttezza delle relazioni sindacali.

FP CGIL
Maria Assumma     Matteo Ariano
Giuseppe Cipriani      Antonella Trevisani

Webinar ETUC – PICUM – CARITAS sulla regolarizzazione dei Migranti Irregolari
(29 Marzo 2021)
Il webinar, organizzato dalla PICUM (Piattaforma per la Cooperazione Internazionale sui
Migranti Irregolari), ha raggruppato esperti di varie identità politiche al fine di stimolare il
dibattito sulla regolarizzazione dei migranti irregolari nel nuovo contesto COVID.
Sono intervenuti, nell’ordine: Shanon Pfohman (Caritas Europe), Neil O’Boyle (MRCI
Irlanda), Albert Kraler (Danube University), Gian Luca Castaldi (Caritas IT), Claudia
Pereira (Segretario di Stato per le politiche migratorie del Portogallo), Elisabet Puigdollers
(B&J’s), Ludovic Voet (ETUC) e Monica Alfaro (DG HOME EC).
I relatori hanno auspicato un prossimo cambio di paradigma nella gestione dei migranti
economici (es). Le NU stanno vagliando vari schemi di regolarizzazione e, dopo anni di
silenzio nel dibattito pubblico (A.Kraler), si sta riaccendendo in diversi paesi europei una
rinnovata sensibilità sull’argomento (S.Pfohman, come nel caso belga o svedese).
In numeri (A.Kraler), il fenomeno riguarda circa 4.8 milioni di persone in tutta Europa, un
numero incrementato tra il 2014 e il 2017 dopo un decennio di decrescita (tra il 2002 e il
2008 il loro numero era sceso da 5.3 milioni a 3.3 milioni).
La questione non riguarda solo la sicurezza interna, ma anche l’economia sommersa (S.
Pfohman) e il caporalato (G.Castaldi). Prendendo il Case Study Irlandese (N.O’Boyle), su
un campione di 1.000 persone irregolari, ben il 93% di esso ha un impiego; il 75% riporta
inoltre di risiedere nel paese da più di 5 anni ed occupare il medesimo posto di lavoro negli
ultimi 3. Si tratta per il 70% di individui ricompresi in un range anagrafico di 25-44 anni,
a maggioranza femminile (59%, per 1/3 dalle Filippine). Tuttavia, il 26% di essi riceve una
paga al di sotto del salario minimo e il 46% lavora più di 40 ore alla settimana.
La condizione di irregolare (sans papier/undocumented) incide non solo nell’impotenza di
fronte a condizioni di lavoro illegali e indecorose, ma anche sulla vita personale. Gli
“irregolari” non possono infatti denunciare un crimine, né avere accesso alle cure sanitarie
o alla sicurezza sociale, senza mettere a rischio la propria permanenza. Eppure, secondo
la Migrants’ Right Center Irlandese, la regolarizzazione permetterebbe un maggiore gettito
fiscale al paese ospitante, un maggior controllo sul lavoro sottopagato, una spinta ai
consumi interni e al prodotto interno (per effetto di un reddito superiore conseguibile da
questi individui).
Negli scorsi anni sono stati regolarizzati ben 3.5 milioni di essi (S.Pfohman), grazie in
particolare ai programmi di regolarizzazione, anche temporanea, italiano e portoghese.
L’esperimento portoghese (C.Pereira) ha preso piede a causa della pandemia di marzo
2020. L’emanazione di un decreto di regolarizzazione temporanea ha permesso l’emissione
di migliaia di codici fiscali (social security numbers n.d.r.), e la proroga delle scadenze di
documenti e permessi temporanei. Sono stati quindi resi accessibili servizi fondamentali
come quelli sanitari e di sicurezza sociale, ed ha avuto un grande impatto sociale.
Secondo studi dell’Università del Danubio (A.Kraler), gli argomenti maggiormente diffusi
contro la regolarizzazione sono quelli che rispondo alla logica preventiva: secondo
l’opinione pubblica, remunerare condotte ad oggi criminali con la regolarizzazione
minerebbe la certezza e lo stato di diritto, non sarebbe fiscalmente sostenibile e
discriminerebbe quei migranti che tentano di entrare regolarmente. Sarebbe poi un segnale di attrazione maggiore per ulteriori migrazioni non controllate (il così detto “pull-factor”,
una teoria in circolazione dagli anni 70’). In effetti, quando un gruppo di lavoro informale
della Commissione Europea presentò una proposta al riguardo, attorno al 2008, fu
rigettata all’unanimità dagli Stati Membri proprio perché, pretesamente, avrebbe mandato
un messaggio sbagliato all’opinione pubblica.
Eppure, queste obiezioni non sono sembrate suffragate dai dati a tutti i relatori intervenuti.
La regolarizzazione è consentita dal Diritto dell’Unione in base al patto del 2008
sull’immigrazione e l’asilo e alla Direttiva Rientri (Directive 2008/115/EC). La
differenziazione fra regolari e irregolari è alquanto labile (S.Pfohman) e risiede in
mutamenti legislativi (spesso contradditori e non sistematici) o la presenza di un rapporto
di lavoro regolare.
I relatori hanno quindi concordato sulla necessità di rimodulare gli schemi continentali
(sul punto è pendente una procedura di revisione legislativa eu) al fine di ridisegnarli su
criteri trasparenti, stabili ma soprattutto realistici (S.Pfohman), basati cioè su richieste
documentali ragionevoli e su procedure online sicure ed economiche (N.O’Boyle), che
allarghino quanto più possibile la platea regolarizzabile. Parallelamente (L.Voet) è
necessario rafforzare l’ispettorato del lavoro, e lavorare a piattaforme sindacali contro il
lavoro in nero.

Andrea Mosca, Membro del Yoth network di Epsu

Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto

Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria

Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione

Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili

Più volte le scriventi Organizzazioni Sindacali sono intervenute in tema di vaccinazione anti-Covid. In particolare, con nota del 19 marzo scorso, le scriventi hanno chiesto di conoscere, fermo restando il principio della volontarietà della vaccinazione, quali iniziative codesta Amministrazione volesse adottare, nell’ambito delle priorità definite dal Ministero della Salute, per garantire pari opportunità di accesso alla campagna vaccinale di tutti i lavoratori della Giustizia tenendo conto che la maggior parte di essi operava in presenza per la peculiarità dell’attività svolta (udienza, attività di notificazione, movimentazioni atti, front office, ecc.).

FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno raccolto le giuste lamentele che sui vaccini sono state espresse dai lavoratori che giornalmente presidiano gli uffici e che solo in misura del tutto residuale hanno avuto accesso allo smart working, sia per la mancanza di strumentazione e per le carenze strutturali, a partire dalla rete, sia per la limitata attività ancora oggi remotizzata sia per la resistenza e per il rifiuto di una parte dell’utenza a usare e sperimentare moduli organizzativi nuovi, moderni, già in uso nel resto d’Europa e del mondo. Infatti il grosso delle attività viene svolta in presenza e coinvolge ovviamente tutte le operatrici e gli operatori del diritto, a partire dal personale di cancelleria.

La Giustizia è attività essenziale dello Stato ed è stata assicurata senza soluzione di continuità in costanza di pandemia e ha pertanto esposto, ed espone, tutti gli addetti ai lavori (personale di cancelleria, magistrati, avvocati, forze dell’ordine, consulenti, testimoni, ecc.) al rischio di contagio sia all’interno degli uffici, visto il numero di utenti e di personale presente (ai livelli pre pandemia), sia all’esterno, con gli spostamenti quotidiani per recarsi sul posto di lavoro. In particolare va rappresentato che le cancellerie e le segreterie giudiziarie, nonché gli uffici NEP e gli Archivi Notarili, sono rimasti sempre aperti al pubblico e non hanno mai smesso di erogare i rispettivi servizi all’utenza.

Tanto premesso, le scriventi OO.SS. chiedono, nel rispetto delle indicazioni e direttive del Ministero della Salute, di valutare di inserire quanto prima possibile nel piano vaccinale le lavoratrici e i lavoratori di questo dicastero.
Con riserva di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro, si porgono distinti saluti.

Roma, 31 marzo 2021

FP CGIL                 CISL FP                 UIL PA
Russo / Antonacci        Marra                   Amoroso

Le non corrette relazioni sindacali da parte dell’Amministrazione hanno indetto  le organizzazioni sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Confsal VVFf e Conapo a dichiarare lo stato di agitazione, pubblichiamo la nota

Pubblichiamo la nota di chiarimento della Direzione Centrale dell’Emergenza, il Soccorso tecnico e l’Antincendio Boschivo in merito la nomina e la responsabilità di comando e direzione di macchina delle Unità Navali Antincendio VV.F.

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito la richiesta di una procedura urgente di mobilità per il personale del settore specialista

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