Dopo anni di richieste e solleciti da parete  della Fp Cgil VVF sulla riapertura della discussione su salute e sicurezza, pubblichiamo il resoconto dell’incontro con Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie del 15 marzo 2021

CAMPAGNA VACCINALE. NON SOLO I MEDICI:
CI SONO ANCHE GLI INFERMIERI!

Anche se avremmo gradito un coinvolgimento di tutte le organizzazioni sindacali, abbiamo comunque accolto con favore l’iniziativa dell’INPS di offrire la disponibilità del personale medico dell’Istituto per contribuire alla campagna vaccinale per la prevenzione delle infezioni da SARS-COV-2 che, tra mille difficoltà di natura organizzativa e di approvvigionamento, il Governo e le Regioni hanno da tempo messo in campo, con effetti non uniformi, su tutto il territorio nazionale.
La disponibilità, come riportato nell’odierno comunicato stampa, rivolta sia all’esterno dell’Istituto, mettendo ancora una volta l’INPS al servizio del Paese, sia all’interno,come datore di lavoro per somministrare il vaccino al proprio personale con
adesione su base volontaria, dovrebbe essere estesa anche ai colleghi infermieri la cui competenza tecnica e professionale li rende, al pari del personale medico, protagonisti delle campagne di vaccinazione come già avviene nei nostri ospedali. Naturalmente, l’intera campagna vaccinale dovrà avvenire nel rispetto delle norme che regolano l’ambito della responsabilità medica ed infermieristica.
La stessa disponibilità dei nostri medici ed infermieri, unita alla possibilità di impiego di altre categorie riconducibili alle professioni sanitarie, superando il vincolo di esclusività che costringe nella pubblica amministrazione questo personale ad operare solo nelle strutture da cui dipendono, offrirebbe un’ulteriore spinta verso quell’auspicata immunità di gregge realizzabile solo attraverso l’unione di tutte le forze, medici ed infermieri Inps compresi.
Considerando la possibile disponibilità di fondi presso il Commissario straordinario di Governo per l’emergenza Covid-19, chiediamo sin d’ora che l’Amministrazione si adoperi per verificare in che termini il personale coinvolto potrà essere remunerato per lo straordinario impegno profuso, attingendo a quei fondi.
Infine, vista l’importanza del personale infermieristico del nostro Istituto, a quando la mobilità di infermieri verso l’INPS, annunciataci la scorsa estate e poi inabissatasi?

Roma, 17 marzo 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Pubblichiamo la nota di richiesta delle Segreterie Fp Cgil e Uil Pa VVF in merito la richiesta di rimodulazione dell’orario di servizio in 24/72, vista l’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo la nota sull’esito dell’incontro in merito alle Posizioni Organizzative

Pubblichiamo la nota unitaria inviata all’Amministrazione al fine di far concedere le 24/72 ai Direttori Regionali che ne facciano formale richiesta. Tale iniziativa è perfettamente in linea con quanto già autorizzato dal Capo del Corpo nel recente passato.

A seguito del divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid-19 su tutto il territorio nazionale deciso dall’AIFA, la Fp Cgil VVF, la FNS Cisl e la Confsal Vigili del Fuoco hanno chiesto all’Amministrazione di  attivare un sistema di monitoraggio con controlli sanitari sui colleghi sottoposti a vaccinazione AstraZeneca.

Pubblichiamo la nota.

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione a seguito delle assolute incertezze legate alla stipula dei nuovi contratti per il servizio ristorazione nelle Sedi VF.

Ancora una  volta vengono messi in discussione posti di lavoro e diritti dei lavoratori. Monetizzare il sevizio mensa rimane a nostro avviso l’errore più grande di una Amministrazione che si occupa di soccorso.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione, in merito alla programmazione dei corsi per Formatori  ADR

La Direzione Centrale per la Formazione per conoscenza alle OO.SS.  ha inviato il decreto Albo Formatori  e la relativa la nota e  con la quale detta le linee guida per la verifica dei titoli per l’iscrizione all’Albo dei Formatori.

Pubblichiamo la nota di riferimento in merito l’estensione della patente VF per  ADR, emanata dalla Direzione Centrale per la Formazione

Al Capo di Gabinetto
del Ministro della Giustizia
dott. R. Piccirillo

Al Capo Dipartimento DOG
dott.ssa B. Fabbrini

Al Direttore Generale Personale DOG
dott. A. Leopizzi

Al Capo Dipartimento DAP
dott. B. Petralia

Al Direttore Generale Personale DAP
Dott. M. Parisi

Al Capo Dipartimento DGMC
dott.ssa G. Tuccillo

Al Direttore Generale personale DGMC
Dott. G. Cacciapuoti

Oggetto: misure urgenti di contrasto del “Covid-19” – Decreto Legge 13 marzo 2021, n. 30

Come è noto alle SS.LL., per effetto del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30 e delle successive
ordinanze firmate dal Ministro della Salute, sono state introdotte ulteriori prescrizioni limitative della libertà
di circolazione, che si ripercuotono, tra l’altro, sulla presenza in servizio del personale.
Con il passaggio nella c.d. “zona rossa” di diverse Regioni, in particolare, preme rammentare le
previsioni di cui all’art. 48 del DPCM 2 marzo 2021, per effetto delle quali “I datori di lavoro pubblici
limitano la presenza del personale nei luoghi di lavoro per assicurare esclusivamente le attività che ritengono
indifferibili e che richiedono necessariamente tale presenza, anche in ragione della gestione dell’emergenza.
Il personale non in presenza presta la propria attività lavorativa in modalità agile”.
Purtroppo, com’è tipico del sistema Giustizia, gli uffici e istituti sparsi sul territorio nazionale stanno
applicando poco od affatto la novella sopra richiamata, con inevitabili e gravi ripercussioni sulla salute dei
lavoratori e sull’ulteriore aggravio di stress cui sono inopinatamente sottoposti.
Si invitano conseguentemente le SS.LL., ognuno per la propria competenza, a diramare stringenti ed
efficaci disposizioni ai responsabili di ciascuna articolazione territoriale dell’Amministrazione posta nelle
c.d. zone rosse, a porre massima attenzione alle richiamate prescrizioni, in modo da garantire la corretta
applicazione del regime di lavoro agile semplificato e consentire la presenza in servizio del personale, come
già avvenuto nel precedente periodo di “lock-down”, nei soli casi effettivamente necessari.
Si rammenta inoltre, ad ogni buon fine, che anche nelle cc.dd. zone gialle ed arancioni gli spostamenti
sono consentiti solo se motivati da “comprovate esigenze lavorative” (cfr. artt. 9 e 35 del citato D.P.C.M).
Anche per quest’ultima condizione, s’invitano le SS.LL. a diramare disposizioni affinché i responsabili
degli uffici/istituti posti nelle zone gialle ed arancioni disciplinino la presenza in servizio del personale
tenendo conto delle disposizioni sopra richiamate.
Invero, colpisce negativamente l’assenza di indicazioni provenienti dai vertici ministeriali: nella pima
fase, infatti, si è assistito ad uno sforzo che ha visto protagonista l’Amministrazione centrale nello spingere e spronare le articolazioni territoriali ad organizzarsi adeguatamente – anche con i nuovi strumenti – allo
scopo di tutelare la salute del personale ed impedire che il propagarsi incontrollato della pandemia nelle
strutture della Giustizia determinasse l’interruzione dei servizi.
Laddove il sin qui fragoroso silenzio dell’Amministrazione in tale senso dovesse continuare a perdurare,
le conseguenze dell’immobilismo – se non del disinteresse – con cui la fase 3 viene adesso gestita dai Servizi
della Giustizia verranno ritenute responsabilità anche di Codesti vertici ministeriali, unitamente ai Capi
Ufficio/Dirigenti territoriali inadempienti.

Distinti saluti

Roma, 16 marzo 2021

FP CGIL                            CISL FP                          UIL PA
Meloni / Prestini              Marra                             Amoroso

pcm a che punto siamo col contratto?

Dopo una lunga ed estenuante stagione di blocchi contrattuali nel pubblico impiego, cominciata nel 2009 e durata un decennio, passo dopo passo, trattativa dopo trattativa, questa cattiva tendenza è stata interrotta. Uno dopo l’altro, i contratti (2016-2018) dei dipendenti pubblici sono stati rinnovati. Tutti tranne uno: quello della Presidenza del Consiglio dei ministri. Un contratto che riguarda circa duemila lavoratrici e lavoratori di ruolo, e altrettanti in comando, che ormai da 12 anni attendono il proprio contratto.

Lo stato della trattativa

Quindici mesi. È il tempo trascorso dalla Fp Cgil al tavolo con gli altri sindacati per tentare di costruire un nuovo contratto per i lavoratori della Presidenza del Consiglio. Quindici mesi di lavoro che si sono risolti in un nulla di fatto.

Questo perché, se da una parte c’è la nostra disponibilità a siglare una pre-intesa che tolga finalmente i lavoratori da uno stallo che dura dal 2009, dall’altra al contrario sindacati come Snaprecom, Sipre e Ugl (maggiormente rappresentativi) confermano la loro indisponibilità.

Tutto questo sfruttando il fatto che i sindacati d’accordo con la firma (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp e Usb), disponibili alla sottoscrizione, pur rappresentando più del 50%, non raggiungono il 51% imposto dalla legge.

Il risultato è un unico storico: l’impossibilità di definire un contratto per i dipendenti della Presidenza del Consiglio.

Perché Snaprecom, Sipre e Ugl si rifiutano di firmare il contratto

Snaprecom (il sindacato più rappresentativo dei lavoratori della PCM) lo ha detto con chiarezza: il motivo per cui non è disponibile a firmare il contratto è perché teme che con il rinnovo, dovendo conseguentemente rinnovare anche il contratto integrativo, si potrebbero perdere gli effetti di quest’ultimo. In particolare a preoccupare è una possibile revisione degli articoli 15 e 18. Questi articoli riguardano l’”utilizzo flessibile della professionalità” e l’”indennità di specificità organizzativa”.

Bisogna difendere i diritti fondamentali dei lavoratori

Ma se non si rinnova il contratto e si continuano a tenere le relazioni con questi sindacati come se nulla fosse, è segno che, tutto sommato, rinnovare il contratto non è un’esigenza. Vorremmo ci fosse spiegato perché non si può rinnovare il contratto e restituire alla contrattazione integrativa la decisione di come e a quali condizioni rinnovare il contratto integrativo, compresa l’efficacia o meno di quegli articoli 15 e 18. Evidentemente quegli articoli, per come sono scritti, oggi non sono proponibili. E siccome è sempre spiacevole dover dire le verità che fanno male ai lavoratori, si preferisce scaricare la responsabilità su altri e parlare d’altro. Non si dovrebbe temere di aggiornare le norme di un contratto, anche integrativo, alla luce delle leggi introdotte nel frattempo. Altrimenti il rischio è che i lavoratori vadano ancora più indietro e perdano anche i diritti fondamentali.

Conclusioni

È singolare e paradossale che il diritto dei lavoratori ad avere un contratto di lavoro gli venga negato da chi pretende di rappresentarli. E alla immediata vigilia di una fase cruciale per il Paese così come quella rappresentata dal Pnrr. Serve una svolta ora, serve il rinnovo del contratto.

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