POSIZIONI ORGANIZZATIVE: FACCIAMO IL PUNTO
Dopo aver concluso nei mesi scorsi il confronto per l’individuazione dei responsabili diprocesso, occorre ora discutere della selezione dei responsabili di team, facendo tesoro delle criticità emerse in precedenza e prevedendo, ora, una procedura con regole omogenee in tutta Italia, trasparenti e semplificate.
Sarà, per noi, l’occasione per riportare al tavolo una serie di questioni sul tappeto e di nodi da sciogliere, come già scrivemmo lo scorso gennaio, pur ricordando che la materia non è oggetto di contrattazione.
Riteniamo, innanzitutto, che sia fondamentale chiarire ruolo, competenze e responsabilità di questi lavoratori; attualmente, riscontriamo un disallineamento tra il nome scelto per designare questo tipo di incarichi (Posizione Organizzativa, Responsabile di Processo, Responsabile di team) e il modello organizzativo sotteso, che sostanzialmente ricalca quello ereditato dal Ministero del Lavoro, pur con qualche lieve aggiustamento. Siamo fortemente convinti che si debba proseguire sulla strada intrapresa, sostituendo il modello organizzativo di tipo “verticale” che ancora persiste, con uno di tipo “orizzontale”, capace
realmente di aggregare in modo trasversale tutti i lavoratori – al di là del profilo professionale – attorno a obiettivi comuni.
L’altro aspetto che va affrontato è quello economico: siamo consapevoli che le somme al momento riconosciute ai Responsabili di Processo non appaiono congrue. Per questo, ci eravamo detti anzitutto fortemente contrari alla graduazione su quattro fasce, voluta dall’Amministrazione nonostante l’opposizione di tutte le sigle e avevamo proposto, invece, una graduazione su due sole fasce – una per i Responsabili di Processo e un’altra per i Responsabili di team. In secondo luogo, bisognerà cogliere l’occasione del confronto sui criteri per la selezione dei responsabili di team, per ridiscutere i criteri che presiedono alla individuazione del numero dei team. Come abbiamo già più volte evidenziato, questo numero ci appare eccessivo in relazione al numero attuale dei dipendenti dell’INL – con il rischio di avere più coordinatori che coordinati –, drenando altresì risorse che potrebbero
essere poste in favore dei Responsabili di Processo.
Per questo, chiediamo che il confronto si apra al più presto, come la stessa Amministrazione si era impegnata a fare.
Roma, 24 marzo 2021
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
Pubblichiamo la nota in merito alla richiesta di mobilità volontaria riservata al personale del ruolo Vigile del Fuoco non specialista. La Direzione Centrale per le Risorse Umane informa, inoltre, che potranno partecipare alla prossima circolare di mobilità, che sarà svolta prima dell’assegnazione degli Allievi Vigili del fuoco del 90° corso di formazione, i Vigili del fuoco che entro il 30 settembre 2021 hanno maturato almeno due anni di permanenza nella sede di prima assegnazione, come previsto dall’articolo 6, comma 3, del Decreto Legislativo 13 ottobre 2005, n. 217 e successive modificazioni e integrazioni.
Cgil Cisl Uil Fp incontrano Bonaccini per un confronto sui rinnovi dei contratti Sanità e Enti Locali, contrattualizzazione smart working, Rsa e Sanità Privata e Patto per la Salute
All’incontro presenti, oltre il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, anche il vice presidente, Giovanni Toti, il presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Davide Caparini, e il coordinatore della commissione Salute, Luigi Genesio Icardi, e i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi. Al centro del confronto il tema del rinnovo dei contratti relativi alla Sanità Pubblica e delle Regioni per il triennio 2019-2021.
I segretari generali delle categorie di Cgil, Cisl e Uil hanno avanzato con forza al presidente Bonaccini la richiesta che sia contestuale l’avvio del confronto per il rinnovo dei contratti: posticipare, infatti, i tavoli per Sanità Pubblica ed Enti Locali non sarebbe comprensibile. “In un momento così delicato per il Paese, vogliamo dare un segnale importante di attenzione e ringraziamento ai lavoratori che sono in prima linea nella lotta alla pandemia. Quindi al ministro Brunetta solleciteremo domani di aprire un tavolo di lavoro con le Autonomie e che sia inserito prioritariamente il settore della sanità”. Questa la richiesta del Presidente Bonaccini.
Nel corso dell’incontro, inoltre, si è registrata una condivisione di vedute relativamente alla contrattualizzazione del ricorso allo smart working.
Tra i temi affrontati nel corso dell’incontro, si è posta anche la questione del riconoscimento contrattuale per le Rsa, in ragione del contributo offerto dalle lavoratrici e dai lavoratori nella pandemia che non può essere ulteriormente procrastinato. Così come va assolutamente completato l’iter in diverse regioni per dare piena ed effettiva applicazione del rinnovato contratto della Sanità Privata.
Infine le Regioni hanno accolto la sollecitazione avanzata da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per l’apertura di un confronto sul Patto per la Salute. Su questo punto il presidente Bonaccini e il coordinatore della commissione Salute Icardi scriveranno al ministro della Salute, Roberto Speranza.
Dott. Raffaele Piccirillo
Capo di Gabinetto
Dott.ssa Barbara Fabbrini
Capo Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria
Dott. Alessandro Leopizzi
Direttore Generale del personale e della formazione
Dott. Bernardo Petralia
Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
Dott. Massimo Parisi
Direttore Generale del personale e delle risorse
Dott.ssa Gemma Tuccillo
Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Dott. Giuseppe Cacciapuoti
Direttore Generale del personale, delle risorse
e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile
Dott. Renato Romano
Direttore Generale degli Archivi Notarili
e per conoscenza
prof.ssa Marta Cartabia
Ministro della Giustizia
Oggetto: Sospensione di fatto delle relazioni sindacali presso il Ministero della Giustizia.
La scrivente O.S. deve registrare con estrema preoccupazione l’ingiustificabile stallo delle relazioni sindacali presso codesto Ministero, dovuto alla mancata convocazione da oltre quattro mesi di riunioni su materie di interesse contrattuale. Un ritardo gravissimo che sta pregiudicando la funzionalità dell’intero sistema di relazioni sindacali in un contesto di gravi difficoltà organizzative, dovute non solo all’emergenza, che si è assommata ai noti ritardi nella infrastrutturazione tecnologica ed alla dimensione delle carenze in organico.
Questo si traduce, per tutti i Dipartimenti e per gli Archivi Notarili, nella mancata sottoscrizione definitiva dell’accordo sul FRD 2019, a distanza di più di otto mesi dalla sua sigla, senza al riguardo ricevere alcuna informazione sulle motivazioni di un ritardo che incide pesantemente sui tempi di definizione dell’accordo relativo agli anni 2020/2021 rendendo oltremodo difficoltoso l’obiettivo del rispetto del patto programmatico per l’attuazione di un nuovo processo di progressioni economiche nel 2021.
E rinviando a fine anno il pagamento di quote di salario accessorio maturate due anni prima dai lavoratori che operano in un contesto di emergenza e con condizioni che troppo spesso registriamo come non rispettose delle procedure di messa in sicurezza anti COVID previste dalla vigente normativa in materia e richiamate nelle circolari ministeriali.
Per quanto riguarda il DOG questa situazione si traduce inoltre nell’ennesimo rinvio rispetto a tempistiche solennemente assunte in sede di sottoscrizione degli accordi, ed in particolare nel mancato rispetto dei termini previsti nell’accordo per la regolamentazione della mobilità volontaria dei lavoratori e per l’ulteriore scorrimento ex 21 quater previsto per fine anno scorso. In entrambi i casi il rinvio non è mai stato formalmente motivato, né si sono assunti impegni per una nuova scadenza. A questo si accompagna la mancata attuazione di disposizioni di legge quali l’art. 492 cpc che attribuisce agli ufficiali giudiziari la ricerca dei beni da pignorare attraverso l’accesso diretto alle banche dati dell’Agenzia delle Entrate nonché la mancata attuazione di norme contrattuali come l’accordo del 26 aprile 2017, incentrato esattamente sulla scommessa di modernizzazione organizzativa: la riqualificazione delle restanti figure professionali (ausiliari, contabili, interpreti, informatici), la revisione dei profili professionali, i passaggi orizzontali interni alle aree) erano e rimangono i punti nodali di un processo di modernizzazione organizzativa che deve essere coerente con l’avanzamento dei processi di digitalizzazione. Tale processo era stato concepito con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro e la sua mancata attuazione in questi anni ha invece determinato un progressivo peggioramento e condizioni oggettivamente vessatorie per i lavoratori. La mancata ridefinizione dei fabbisogni professionali accompagna questi ritardi e condiziona la programmazione nel piano assunzionale. Molto deve essere ancora fatto ed in quel molto spiccano i mancati interventi sugli organici interni, segni di perdurante disinteresse. In tale contesto spicca anche la marginalizzazione degli Archivi Notarili, penalizzati per la carenza di personale, per un organico gravemente sottodimensionato e per il mancato riconoscimento degli incrementi al salario accessorio previsti dalla Legge di Stabilità 2021. Di conseguenza restiamo in attesa di conoscere gli indirizzi strategici in tema di riorganizzazione dei servizi e di investimenti straordinari nei processi di digitalizzazione per questi settori.
Per l’amministrazione penitenziaria e per la giustizia minorile e di comunità si riscontra un ritardo nella gestione dell’attività amministrativa che comporta una fruizione parziale dei diritti normativamente previsti per il personale. Ne è un esempio tipico l’attuazione a rilento degli accordi sottoscritti e delle normative vigenti in materia di lavoro agile, tema su cui persiste una evidente ritrosia nell’attuare tale forma di lavoro anche nei momenti di forte emergenza epidemiologica su tutto il territorio nazionale. Per non parlare poi della quasi totale mancanza di possibilità di progressione economica e di carriera per tutto il
personale, non solo per la mancanza di una riforma dell’attuale ordinamento professionale, ma anche per la mancata volontà di proporre modifiche normative che possano consentire una estensione delle procedure previste dal 21 quater anche al personale di questi due dipartimenti o possibili percorsi che possano consentire l’accesso alla dirigenza al personale interno. Il tutto ulteriormente complicato dal mancato pagamento del lavoro straordinario, dal notevole aumento dei carichi di lavoro, che si sono riversati sul personale negli ultimi anni, senza un aumento delle dotazioni organiche previste, ormai non più adeguate alle attuali esigenze del settore, e senza assunzioni tali da compensare l’elevato numero di lavoratori collocati in quiescenza. Per concludere poi con la necessità di dare effettività agli accordi sottoscritti sulla mobilità, in modo da attuare le regole appena concordate sulle procedure e consentire al personale di poter trovare una sistemazione adeguata dopo tanti anni di servizio.
Il nuovo Governo ha sottoscritto con i Segretari Generali CGIL, CISL e UIL il “Patto per l’innovazione
del lavoro pubblico e la coesione sociale” che, oltre ai suoi contenuti qualificanti, mette al centro la contrattazione ed il dialogo sociale nelle modalità di confronto sui processi di innovazione che la sfida del Recovery propone per la Pubblica Amministrazione. Spiace constatare l’attuale distanza tra i contenuti di quel Patto ed i comportamenti di codesta Amministrazione in ordine al necessario rispetto delle prerogative dei lavoratori e delle loro rappresentanze.
I Segretari Nazionali FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno inviato alla neo Ministra una nota con la quale, nell’esprimere la preoccupazione per la situazione determinatesi, hanno richiesto un confronto sulle problematiche del Ministero.
Si chiede di conseguenza l’immediata riattivazione del sistema di relazioni sindacali previsto dal vigente CCNL tramite una calendarizzazione urgente sulle questioni elencate nella presente nota. In assenza di ulteriore riscontro la scrivente O.S. valuterà di concerto con la CISL FP e la UIL PA ogni ulteriore iniziativa finalizzata al ripristino di normali relazioni tra le parti, compreso il riavvio delle iniziative di mobilitazione dei lavoratori.
Nel restare in attesa di urgente riscontro alla presente nota, inviata ai sensi degli artt. 4, 7 e 8 del vigente CCNL, si porgono distinti saluti.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni – Massimiliano Prestini
NON DISTURBARE IL MANOVRATORE!
Sul tema degli incarichi dirigenziali deliberati dal Consiglio di Amministrazione dell’INPS nei confronti di soggetti esterni al nostro Istituto, dirigenti appartenenti ad altre pubbliche amministrazioni (magari prossimi all’età del pensionamento oppure provenienti, con ruoli di vertice, da enti locali i cui organi di governo sono stati sciolti con DPR per infiltrazioni mafiose) o comunque riconducibili ad ambiti non riferibili al mondo del lavoro pubblico, siamo già intervenuti nelle scorse settimane per
sottolineare la scarsa lungimiranza, per non dire “cecità”, di un’Amministrazione poco attenta alla valorizzazione dei suoi funzionari, ma, al contrario, molto attenta ad assecondare i desiderata di chi dall’esterno, con contratti a tempo determinato, ambisce a svolgere funzioni dirigenziali nel nostro Ente per poi magari ritrovarcelo, com’è accaduto nel recente passato, a scrivere su fogli quotidiani di rilevanza nazionale per “sparare cannonate” sull’INPS e denunciarne presunte inefficienze.
Ebbene nel corso della giornata odierna il Consiglio di Amministrazione terrà la sua canonica riunione e tra i diversi argomenti su cui deliberare, inseriti all’ordine del giorno della seduta, vi sono ben 5 punti corrispondenti ad altrettanti incarichi dirigenziali da conferire, naturalmente, all’esterno sulla base di una scelta fiduciaria:
• conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale di responsabile della Filiale provinciale di Corigliano-Rossano ai sensi dell’articolo 19, comma 5 bis, del D.lgs. n.165/2001;
• conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale di responsabile dell’Area “Flussi contributivi, vigilanza documentale e ispettiva” della Direzione provinciale di Cosenza ai sensi dell’articolo 19, comma 5 bis, del D.lgs. n.165/2001;
• conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale di responsabile dell’Area “Technology Innovation” presso la “Struttura Tecnica per l’Innovazione tecnologica e la Trasformazione digitale” ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del D.lgs. n.165/2001;
• conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale di responsabile dell’Area “Agile Enablement & Delivery” presso la “Struttura Tecnica per l’Innovazione tecnologica e la Trasformazione digitale” ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del D.lgs. n.165/2001;
• conferimento dell’incarico dirigenziale di livello non generale di responsabile dell’Area “Digital Processes & UX design” presso la “Struttura Tecnica per l’Innovazione tecnologica e la Trasformazione digitale” ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del D.lgs. n.165/2001.
Tralasciamo ogni commento “sull’aria fritta”, ossia sul merito delle aree manageriali dai nomi roboanti e per noi, comuni mortali, incomprensibili, della Struttura Tecnica per l’Innovazione tecnologica e la Trasformazione digitale che contestammo come modulo organizzativo all’epoca del varo da parte del Presidente, allora munito dei poteri del CdA, dell’Ordinamento dei servizi centrali e periferici dell’INPS nell’ottobre del 2019, ma vogliamo sottolineare l’assordante silenzio in tale contesto dei soggetti istituzionali deputati al controllo interno ed esterno all’Istituto di cui abbiamo perso traccia, così come denunciamo il comportamento silente e persino ossequioso di chi, di fronte ad altri Vertici, avrebbe lanciato parole di fuoco ed oggi preferisce non disturbare per convenienze politiche e culturali il manovratore di turno.
Il risultato di tutto ciò è l’ennesimo schiaffo ai funzionari dell’INPS!
Roma, 24 marzo 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Vaccinazione di massa: permesso orario e trattenuta per assenza per malattia
post vaccinazione: quando l’armonizzazione della norma?
Sembra ormai pacifico che la definitiva soluzione della pandemia verrà dal raggiungimento dell’immunità di gregge dopo che il vaccino sarà stato somministrato alla maggior parte della popolazione e per questo vaccinarsi è stato equiparato dal Presidente della Repubblica agli impegni civili dei cittadini.
Alcuni temi, a prescindere dalla disponibilità delle fiale di vaccino per la popolazione, meritano invece riflessione e discussione immediata.
Mentre, infatti, sembra essersi aperto un canale di comunicazione con il neo-ministro Brunetta rispetto all’iniqua trattenuta operata generalmente sui giorni di assenza dal servizio per malattia, sembra necessario ed urgente ricevere una interpretazione
autentica della normativa sulla malattia per Covid-19.
Con la disponibilità e la somministrazione dei vaccini, oltre alla necessità del riconoscimento di un permesso speciale per l’assenza dal servizio per vaccinazione, si potrebbe verificare il caso fortuito di effetti collaterali lievi tra i quali la comparsa
della febbre o dolori che potrebbero impedire al dipendente neo-vaccinato di tornare (o già soltanto di essere ammesso) immediatamente al lavoro subito dopo essersi vaccinato. In questo caso, si dovrebbe applicare in modo estensivo anche alla lieve malattia in occasione del vaccino la normativa per le assenze per contagio da Covid19 che, come è noto, non prevede l’applicazione delle trattenute al dipendente che se ne ammalasse. In caso contrario, la presenza di febbre impedirebbe, a normativa vigente, l’accesso al lavoro pur se conseguente alla vaccinazione dando luogo ad una doppia penalizzazione: il mancato riconoscimento del permesso e la decurtazione dello stipendio.
La questione non pare peregrina soprattutto in quanto il cosiddetto decreto sostegni ha previsto per il personale della scuola (attualmente soggetto a campagna vaccinale) il permesso retribuito per recarsi presso i centri di vaccinazione.
Se vaccinarsi è segno di civiltà, lo è al pari la rimozione di un’ingiusta ed iniqua penalizzazione economica.
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
pubblichiamo la nota di convocazione in merito il procedimento negoziale per il triennio 2019-2021
PIANO DELLA FORMAZIONE 2021\2023
Siamo appena all’inizio
Riunione del 22 marzo dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione (OPI) ove si è parlato del Piano triennale 2021\2023 della Formazione per il personale dell’INPS. Il Piano vuole attuare le indicazioni contenute nella delibera n. 10 del 20 maggio 2020 del CIV da titolo “Relazione Programmatica per gli anni 2021-2023” e nella delibera n. 86 del 25 novembre 2020 del Cda dal titolo “Individuazione delle linee guida gestionali dell’INPS per l’anno 2021”. Abbiamo apprezzato lo sforzo di tutta la struttura centrale per la predisposizione del Piano triennale in tempi apprezzabilmente rapidi e poter avviare il confronto già nel mese di marzo, certamente un passo in avanti.
In sintesi le finalità del piano formativo per il triennio riguarderanno prioritariamente:
l’implementazione della cultura digitale (l’INPS ha aderito al progetto della funzione pubblica), la piena operatività del lavoro agile, lo sviluppo delle competenze manageriali, l’aggiornamento delle competenze individuali (reskilling) allo scopo di
favorire l’attribuzione di nuovi compiti, sia con riferimento alle esigenze della rotazione dei titolari di P.O. sia con riferimento allo svolgimento di attività smartabili per coloro che “attualmente” svolgono esclusivamente attività in presenza, il sostegno alle politiche di deflazione del contenzioso amministrativo, con particolare riferimento alla gestione dei comitati centrali e periferici dell’Istituto, implementazione della formazione continua come strumento di sviluppo delle competenze specialistiche e consolidamento del patrimonio di conoscenze come già evidenziato nella circolare 154.
In relazione alla previsione di interventi formativi per il personale della vigilanza ispettiva, l’Amministrazione, dando ragione a quanto sostenuto da anni da queste OO.SS., ci ha confermato l’intenzione di abolire il ruolo ad esaurimento per gli ispettori,
con l’obiettivo di riappropriarsi della gestione della relativa attività in seno all’Istituto, addirittura prevedendo future procedure concorsuali per acquisire nuovo personale in quel profilo. Ovviamente previo un intervento normativo necessario per modificare la legislazione vigente.
Ma la domanda principale su questo condivisibile progetto di formazione è: quanto l’amministrazione, il CIV ed il CdA hanno veramente a cuore la formazione del personale INPS?
La risposta si trova in un passaggio del documento fornitoci:
“…….Nell’individuazione dei fabbisogni e nella pianificazione delle attività formative si è tenuto conto della circostanza che, con determinazione dell’Organo munito dei Poteri del Consiglio di Amministrazione n. 32 del 4 marzo 2020, nell’aggiornare il sistema di misurazione e valutazione della performance è stato previsto un tetto (5% delle risorse FTE) del personale neutralizzabile nel calcolo del livello di produttività delle strutture per assenze connesse alla partecipazione a corsi di formazione.”
Su questo tema riteniamo sia necessario un approfondimento.
È evidente che per il C.d.A. la formazione non è considerata una buona prassi e l’amministrazione dovrà adeguarsi. Dove vanno a finire, quindi, tutte le buone intenzioni?
È evidente che la formazione accresce non solo le competenze e (come si fa a definire a priori) il tetto del 5% puo’ certamente essere superato, dando concretezza così al diritto soggettivo alla formazione di tutti i dipendenti della pubblica amministrazione.
Abbiamo evidenziato come la formazione professionale sia un diritto di tutti i dipendenti e deve essere garantita a tutti con pari opportunità di partecipazione, anche a riguardo dei programmi di Alta Formazione, della quale abbiamo chiesto la conferma
della volontarietà alla partecipazione e trasparenza dei criteri di scelta del personale.
Confortanti sono state le rassicurazioni dell’Amministrazione, in ordine alle nostre perplessità riguardanti l’eventuale somministrazione al personale di – questionari di verifica tesi alla verifica del raggiunto incremento di conoscenze ed abilità. Qualora sidecidesse di procedere su questa linea, gli stessi verranno utilizzati al solo fine di misurare l’efficienza del momento formativo, senza generare eventuali ricadute sui discendi.
Abbiamo, invece, stigmatizzato l’asserto di fondo che muove le Innovative Linee strategiche IS.28 – improntate ad uno sviluppo delle competenze trasversali sicché possa concretizzarsi la rotazione del personale e prevenire la corruzione degli agenti. A nostro parere, le succitate competenze vanno potenziate laddove si vogliano sfruttare le capacità del personale che intende cimentarsi in nuove attività. Invero, la prevenzione alla corruzione deve trovare la base nel miglioramento dei processi di lavorazione, rendendo possibile eventuali verifiche da remoto, magari prevedendo alert di sistema.
Abbiamo inoltre sottolineato come sia fondamentale che il sistema di valutazione della performance individuale che l’Amministrazione intende adottare, e che noi abbiamo già fortemente criticato, non vada ad ostacolare l’esigenza di motivare il personale, facilitare l’integrazione e la collaborazione tra colleghi, il coinvolgimento e la condivisione della responsabilità ai vari livelli, nonché il senso di appartenenza e la disponibilità al cambiamento.
Siamo sulla buona strada, ma ancora dobbiamo percorrerne tanta, prima di vedere pienamente realizzato il piano di formazione. Sicuramente il 2021 sarà dedicato ad accertare le competenze/i talenti di ogni dipendente per poi favorirne lo sviluppo e coprire le carenze; a formare adeguatamente il personale dirigente anche per comprendere appieno che un dipendente che si sta formando non può contemporaneamente “fare produzione”.
Abbiamo espresso, e condiviso, la necessità di programmare incontri periodici dell’OPI per verificare l’attuazione del Piano della Formazione, anche perché abbiamo l’esigenza di conoscere in dettaglio il sistema di rilevazione delle competenze, conoscere quali sono le competenze rilevanti per l’Amministrazione, conoscere quantitativamente e qualitativamente il fenomeno della rotazione degli incarichi di P.O., verificare la funzionalità della piattaforma informatica per la formazione a distanza (LMS), come vero e proprio portale di una parte della formazione, che consenta una gestione unitaria e flessibile dalla programmazione alla rendicontazione delle attività, e infine verificare, come annunciato dal Dr. Conte, la predisposizione entro l’anno, del curriculum individuale dove siano tracciati tutti gli interventi formativi che hanno coinvolto il singolo dipendente e la sua connessione con la rilevazione delle competenze di cui al progetto “DisCo” in fase avanzata di sperimentazione una sorta di libretto che certifichi le competenze.
Il previsto esame dell’andamento della produttività per l’anno 2020, previsto nella convocazione, è stato rinviato ad altra apposita riunione dell’OPI, ma fin da subito confermiamo come debba essere certificato per tutte le sedi il pieno raggiungimento degli obiettivi, in coerenza con quanto riconosciuto dal Presidente e da tutti gli Organi dell’Istituto a tutto il personale, eccezionalmente impegnato a sostenere il Paese travolto dall’ondata pandemica nel corso dell’anno appena passato.
Roma, 24 marzo 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
Paolo Bettinelli
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Catia Pini
Piergiuseppe Ciaraldi
Pubblichiamo la nota di convocazione in videconferenza a seguito della proclamazione dello stato di agitazione unitario delle Organizzazioni Sindacali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF
Ministero della Transizione Ecologica – Ministero dello Sviluppo Economico
COMUNICATO AL PERSONALE
Il 22 marzo 2021 si è tenuta la riunione in videoconferenza tra i Direttori del Personale del MITE e del MISE, Dott.ssa Maria Carmela Giarratano e Dott. Gianfrancesco Romeo, e tutte le OO.SS. rappresentative delle due Amministrazioni sia delle aree che dei dirigenti.
L’incontro era stato sollecitato da FP CGIL CISL FP e UIL PA del MISE e del MITE per l’apertura di un confronto che, in conseguenza della acquisizione da parte del MITE delle risorse umane e strumentali delle direzioni dell’energia finora in capo al MISE, affrontasse i temi dell’armonizzazione dei vari istituti contrattuali e della logistica, nonché per sollecitare un percorso legislativo che, già in in sede di conversione del decreto di istituzione del MITE implementasse le risorse per equiparare i trattamenti economici del personale dei due Ministeri coinvolti.
Dopo l’illustrazione delle varie problematiche in campo da parte delle OO.SS. i due direttori hanno assicurato la condivisione delle preoccupazioni espresse e illustrato le azioni finora messe in campo:
• individuazione dell’ammontare delle risorse necessarie per l’equiparazione dei trattamenti economici delle due Amministrazioni (indennità di Amministrazione, Fondo per l’indennità di posizione e di risultato dei Dirigenti e Fondo Risorse decentrate delle aree) e invio di specifica relazione ai capi di Gabinetto al fine di proporre emendamenti in sede di conversione del Decreto Legge atti a reperire risorse aggiuntive non previste nel testo attuale del Decreto.
• per quanto riguarda le questioni più propriamente contrattuali (tra cui passaggi economici e progressioni tra le aree, entrambi in atto o previsti nel 2021 per entrambe le Amministrazioni) valutazione della possibilità di prevedere un congruo periodo in cui le due contrattazioni possano separatamente esplicare i loro effetti, anche tramite interventi nel DPCM sul transito del personale al MITE in corso di scrittura mantenere le graduatorie degli idonei delle progressioni economiche di entrambe le Amministrazioni a prescindere dall’eventuale transito del personale dal Mise al Mite.
• Ricerca di una soluzione sul tema della sede del Ministero a Roma, problema al momento abbastanza complesso in quanto l’immobile di Viale Boston, che dovrebbe essere quello di destinazione per il MITE, è attualmente occupato da una Direzione
Generale del MISE e vede coinvolto anche il MAECI, che lì occupa alcuni uffici. Ad ogni modo, nei mesi prossimi, nell’attesa della sistemazione definitiva,con ogni probabilità saranno conservate le attuali sedi in via Colombo (per il personale ex MATTM) e viaMolise (per il personale delle Direzioni dell’energia).Abbiamo poi chiesto che venga rivisto il Piano della Performance, incluso il POLA e rivisitato anche anche il sistema di misurazione e valutazione della performance alla luce delle nuove funzioni e competenze attribuite al MITE. Come è stato ribadito da più parti, infatti, non si tratta semplicemente del trasferimento di personale ex Mise nell’ex MATTM ma di gestire il complesso delle risorse umane ed economiche del Nuovo Ministero della Transizione Ecologica.
Abbiamo inoltre sottolineato come si debba prevedere un deciso adeguamento del personale, oltre alle selezioni in corso per 251 unità già programmate dall’ex MATTM, per mettere l’amministrazione in condizioni di giocare il ruolo strategico che deriva dalle risorse previste dal PNRR del NEXT GENERATION UE.
L’amministrazione ha poi convenuto sulla nostra richiesta di affrontare in sede di contrattazione integrativa le modalità per armonizzare tutti quegli istituti presenti in modalità differenziate nelle contrattazioni dei due Ministeri: posizioni organizzative, telelavoro, part time, fondi europei, buoni pasto e dichiarato il massimo impegnocomunque la disponibilità alla massima flessibilità nella fase transitoria affinché non si porti nessun nocumento al personale.
La riunione si è conclusa con la previsione a breve di tavoli tematici sulle varie questioni evidenziate al tavolo e per aggiornamenti.
Vi terremo costantemente aggiornati sugli sviluppi.
Roma, 22 marzo 2021
FP CGIL
Anna Andreoli
Roberto Giangreco
Roberto Copioli
CISL FP
Marcello De Vivo
Daniele Barilà
Carlo Filacchioni
UIL PA
Adele Silvestri
Federico Trastulli
Stefano Fricano
Antonio Graziano
Firmato il rinnovo del contratto della dirigenza della Presidenza del Consiglio dei Ministri relativo al triennio 2016-2018. A darne notizia è la Fp Cgil all’atto della sottoscrizione dell’intesa con l’Aran relativa al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro di consiglieri, referendari della Presidenza del consiglio dei ministri, dei dirigenti di I e II fascia del ruolo speciale, tecnico, amministrativo della Protezione Civile, relativo alla vigenza 2016 – 2018.
Il testo, riporta la Fp Cgil, risulta essere “coerente con i rinnovi contrattuali già stipulati per tutti gli altri comparti e aree del lavoro pubblico, ridefinisce il sistema di relazioni sindacali attivando gli istituti della partecipazione (informazione, confronto, organismo paritetico per l’innovazione) e la contrattazione integrativa; aggiorna la parte normativa alle innovazioni introdotte con norme di legge e anche allineandola ai contratti delle altre aree pubbliche, peraltro migliorandone i contenuti significativamente al fine di permetterne maggiormente la fruizione congedi dei genitori, per le donne vittime di violenza di genere, per i soggetti delle unioni civili, le assenze per malattia e in caso di terapia per gravi patologie”.
Relativamente al trattamento economico fisso questi gli aumenti previsti: Consiglieri e Dirigenti di prima Fasci 160 euro mentre Referendari e Dirigenti di seconda fascia 125 euro. Inoltre, previsto l’incremento del Fondo per il finanziamento della retribuzione di posizione e risultato rispettivamente del 2,28 % per i Consiglieri e i Dirigenti di I Fascia e dell’1,75% per i Referendari e Dirigenti di II Fascia. Infine, sono stati rivalutati i valori annui lordi della retribuzione di posizione nei valori minimi e massimi rispettivamente di 12.849,81 euro e 48.903, 67 euro per referendari e dirigenti di II fascia preposti a uffici dirigenziali non generali. Mentre si sblocca, quindi, “finalmente questa trattativa rimane ancora da rinnovare il Contratto del personale del comparto”. Su questo punto la Fp Cgil chiede “un atto di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, un ulteriore ritardo sarebbe davvero incomprensibile”.
Prendiamo atto della nota del 22 marzo scorso, che alleghiamo, con la quale il Capo di Gabinetto chiede al Ministero della Salute che il personale del MIMS che svolge servizi essenziali che, pertanto, richiede obbligatoriamente contatto con il pubblico, possa accedere con priorità al piano vaccinale.
Ovviamente non possiamo che ritenerci soddisfatti: la questione che avevamo posto con la nota del 24 febbraio scorso era giustificata in relazione al servizio che viene reso, ogni giorno, dai lavoratori. Nel contempo auspichiamo che il Ministero della Salute dia attuazione a quanto richiesto dal MIMS e disponga di conseguenza. Per conto nostro non possiamo che ribadire che questi lavoratori svolgono un servizio pubblico essenziale e che per questo devono, prioritariamente, essere messi
in sicurezza.
La Coordinatrice Fp Cgil Mit p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella