I lavoratori della Presidenza del Consiglio tenuti in ostaggio dal 15-18

Portavamo ancora i calzoni corti quando i nostri vecchi raccontavano della guerra del 15-18, ma in Presidenza del Consiglio siamo tornati li!
Scherzi a parte, saccenti o meno, abbiamo già detto che ad oggi, mentre tutti i lavoratori pubblici hanno potuto gettarsi alle spalle il blocco dei contratti (che durava dal 2009), grazie ai rinnovi 2016/2018, a quelli della Presidenza ciò è ancora impedito. E questo è un fatto, il resto sono chiacchiere.

Abbiamo anche detto che ci sentiamo responsabili del mancato rinnovo del contratto dei lavoratori della Presidenza per quota parte. Per quel 5 per cento di responsabilità che portiamo, mentre altri hanno una responsabilità maggiore della nostra, in ragione dei numeri di rappresentatività che hanno e pesi evidentemente diversi ai tavoli di trattativa e che noi rispettiamo. E questo è un altro fatto, il resto sono chiacchiere.

Continuiamo a ribadire che le responsabilità stanno comunque in entrambi i lati del tavolo, quello della parte sindacale e anche nella parte dell’amministrazione, che non permette un buon esito della trattativa per il ccnl, trincerandosi dietro la propria agenzia di rappresentanza negoziale, salvo continuare a tenere incontri senza alcun fine concreto con i soggetti negoziali come se nulla fosse su altri argomenti. E questo è un altro fatto. Il resto sono chiacchiere.

Ringraziamo però Snaprecom per la sua chiarezza. Il motivo per cui non è disponibile firmare il contratto di comparto è perché teme che con il rinnovo, dovendo conseguentemente rinnovare anche il contratto integrativo, si potranno perdere gli effetti non del contratto di primo livello (si badi bene) ma del contratto integrativo e in particolare degli articoli 15 e 18 di quello sottoscritto a novembre del 2009, che riguardano “Utilizzo flessibile della professionalità” e “Indennità di specificità
organizzativa”.

Va detto che quel contratto integrativo vide la firma di tre organizzazioni sindacali: Snaprecom, Cisl e Flp. Noi della Cgil non eravamo nemmeno invitati a quel tavolo perché “pesavamo” meno del fatidico 5 per centro. Tutte le altre organizzazioni, pur partecipando alle trattative decisero di non firmare (così è scritto).
Ora il punto è capire se l’ostruzionismo sul contratto di primo livello è giustificato o meno. Noi riteniamo che finora lo sia. Infatti, l’atteggiamento dell’amministrazione continua a dare ragione a Snaprecom. Infatti, osserviamo (magari sbagliando), se non si rinnova il contratto di primo livello con Aran e si continua a tenere le relazioni sindacali come se nulla fosse nelle stanze della Presidenza è segno che anche per l’amministrazione, tutto sommato, rinnovare il ccnl non è un’esigenza.

Ma se questo è, a maggior ragione, vorremmo ci fosse spiegato, da chi ha titolo per farlo, perché non si può rinnovare il contratto di primo livello, che è in linea e coerente con le norme di legge che regolano la contrattazione e restituire alla contrattazione integrativa la decisione di come e a quali condizioni rinnovare quello di secondo livello, compresa l’efficacia o meno di quegli articoli 15 e 18.

Dobbiamo ritenere che questa eventualità sia impedita perché probabilmente quegli articoli, per come sono scritti, oggi non sono proponibili e, siccome è sempre spiacevole dover dire le verità che fanno male ai lavoratori, sia da parte dell’amministrazione sia da parte dell’ultimo “sindacato del 15-18” (gli altri, come detto, o non avevano firmato prima, come Sipre e Ugl, o fanno i conti con le norme intervenute successivamente, come Cisl e Flp), si preferisce scaricare la responsabilità
su altri e parlare d’altro.

Infine, ci siano permesse due ultime considerazioni.
La prima: al Ministero della PA è tornato il ministro che bloccò i contratti e la contrattazione e diede una stretta al salario accessorio legandolo ai sistemi di valutazione con le tre faccine. Verificheremo quanto e se è davvero finita quella stagione.
La seconda: il ccnl è quello che permette la realizzazione della contrattazione integrativa. Senza il primo la seconda non esiste e i lavoratori sono più esposti alle decisioni unilaterali del proprio datore di lavoro. Un sindacato responsabile dovrebbe fare proposte e saper giocare il proprio ruolo con la stessa capacità in entrambi i livelli, indipendentemente dall’interlocutore che ha davanti. Se ciò non accade è segno che (forse) quanto ottenuto prima è stato frutto della capacità di controparte.

In caso contrario non si dovrebbe temere di aggiornare le norme di un contratto, anche integrativo, alla luce delle leggi introdotte nel frattempo. Altrimenti si rischia di venire ricordati si come il “Sindacato del 15-18” ma i lavoratori vanno ancora più indietro e perdono anche i diritti fondamentali.

Roma, 15 marzo 2021

Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio

Emergenza COVID e buoni pasto: se non ora quando?

Nell’anniversario del primo lock-down generalizzato l’emergenza pandemica è ben lungi dall’essere superata, anzi. Siamo nel pieno della terza ondata con le terapie intensive ed i reparti Covid di nuovo in sofferenza.
All’Istituto ed ai suoi dipendenti verrà chiesto un nuovo sforzo produttivo per l’erogazione dei sussidi alla parte più fragile del
nostro Paese a prescindere dal fatto che la maggior parte delle regioni saranno da domani in lock-down e che questa attività verrà condotta prevalentemente in smart working.
A distanza di un anno, oggi, il metodo e l’organizzazione del lavoro, seppur perfettibili, sono ampiamente rodati ma, ancora una volta, non sembra che l’eccezionalità del lavoro svolto trovi riconoscimento da parte dell’Amministrazione.
Inutile ricordare che il Dipartimento della Funzione Pubblica già ad agosto dello scorso anno ha lasciato la possibilità all’Amministrazione di erogare il buono pasto ai lavoratori in smart working e che la modalità agile del lavoro ha consentito risparmi notevoli sulla spesa per il personale. Oggi che l’emergenza sanitaria che ha portato il Governo ad estendere la
“zona rossa” alla maggior parte delle regioni d’Italia costringendo a casa la maggior parte dei dipendenti e che la mole di lavoro da svolgere non conosce tregua, nelle more della regolamentazione contrattuale dello smart working, cosa impedisce il riconoscimento del buono pasto ai lavoratori smart?
Diciamo basta a questo attendismo e chiediamo di discuterne con urgenza!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Smart working, congedi e bonus baby sitter: una guida a tutti i permessi parentali per genitori con figli fino ai 16 anni. Validi dal 15 marzo fino al 30 giugno 2021, i permessi sono stati attivati per aiutare le famiglie nella conciliazione casa-lavoro, in vista delle nuove misure anti-covid (in vigore da oggi) che “costringono” a casa milioni di studenti in didattica a distanza.

In sostanza, il nuovo decreto legge permette ai genitori di figli fino a 16 anni di svolgere il proprio lavoro in smart working. E, qualora non ci fosse la possibilità di utilizzare questa modalità di lavoro, consente di assentarsi dal lavoro, riconoscendo il 50% della retribuzione ai genitori di figli con meno di 14 anni. Per i genitori di figli tra i 14 e i 16 anni sarà ugualmente possibile assentarsi dal lavoro, ma non è prevista alcuna retribuzione. Sono previsti anche dei bonus baby sitter per alcune tipologie di lavoratori, che non hanno possibilità di assentarsi dal lavoro.

Ecco una breve guida ai nuovi permessi covid.

Lavoro agile

I genitori di figli conviventi minori di 16 anni, possono svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile:

1. per il periodo corrispondente in tutto o in parte all’interruzione dell’attività didattica in presenza del figlio
2. per la durata dell’infezione da SARS Covid 19 del figlio
3. per la durata della quarantena del figlio/a disposta dalla ASL

Astensione dal lavoro (con figli con meno di 14 anni):

Se la prestazione lavorativa non può essere effettuata in modalità agile, il genitore di figlio convivente minore di 14 anni può astenersi dal lavoro:

1. per il periodo corrispondente in tutto o in parte all’interruzione dell’attività didattica in presenza del figlio
2. per la durata dell’infezione da SARS Covid 19 del figlio/a
3. per la durata della quarantena del figlio/a disposta dalla ASL
4. Tale beneficio è riconosciuto anche ai genitori di figli con disabilità in situazione di gravità accertata (ai sensi dell’articolo 4, comma 1, della Legge n. 104/1992(, iscritti a scuole di ogni ordine e grado per le quali sia stata disposta la sospensione dell’attività didattica in presenza o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale per i quali sia stata disposta la chiusura

Per tali astensioni è riconosciuta un’indennità pari al 50% della retribuzione stessa, con copertura della contribuzione figurativa.

Se si è fruito di congedi parentali dal 1° gennaio 2021 al 15 marzo 2021 per:

1. per il periodo corrispondente in tutto o in parte all’interruzione dell’attività didattica in presenza del figlio/a;
2. per la durata dell’infezione da SARS Covid 19 del figlio/a;
3. per la durata della quarantena del figlio/a disposta dalla ASL;

si possono convertire su richiesta nel congedo precedente al 50%, e non saranno più computati
nel congedo parentale né indennizzati.

Astensione dal lavoro (con figli tra i 14 e i 16 anni):

I genitori di figli di età compresa tra 14 e 16 anni che non possono svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile possono astenersi dal lavoro:

1. per il periodo corrispondente in tutto o in parte all’interruzione dell’attività didattica in presenza del figlio
2. per la durata dell’infezione da SARS Covid 19 del figlio
3. per la durata della quarantena del figlio/a disposta dalla ASL

Per tali astensioni non è prevista ne retribuzione o indennità al 50%, ne contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e mantenimento del posto di lavoro.

 

Bonus baby-sitter

I lavoratori autonomi, il personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato nell’emergenza covid19, nonché i lavoratori dipendenti del settore sanitario pubblico e privato accreditato appartenenti alle categorie dei medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica e degli operatori socio sanitari per i figli conviventi minori di 14 anni, possono scegliere la corresponsione di uno o più bonus per servizi di baby-sitting nel limite massimo settimanale di 100 euro.

pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione in merito la ripresa dell’attività di esercitazione presso la struttura la Scuola di Formazione Operativa di Montelibretti  riguardo i sistemi innovativi di spegnimento di incendi e al soccorso su incidenti stradali

Agenti pochi, sottoposti a turni massacranti e mal retribuiti, Cartabia intervenga

 “La Polizia Penitenziaria soffre di una pericolosa carenza di organico, non solo in relazione alla pianta organica ma soprattutto in previsione dei prossimi pensionamenti: servono almeno 7.500 nuove assunzioni nei prossimi due anni, pena la effettiva funzionalità del corpo”. A renderlo noto è la Fp Cgil che chiede un piano straordinario di assunzioni alla ministra della Giustizia Cartabia.

Mentre la pandemia continua a colpire, osserva il sindacato, “i dipendenti dell’amministrazione Penitenziaria attualmente contagiati sono 704, di cui 655 poliziotti, c’è un altro dato che rende la situazione nelle nostre carceri sempre più drammatica: il personale di Polizia Penitenziaria presente su tutto il territorio nazionale continua a diminuire. La pianta organica della Polizia Penitenziaria prevede 41.595 unità, ma in servizio ce ne sono solo 36.653. Un dato in continuo peggioramento se si considera che a ottobre 2020, solo 5 mesi fa, ne risultavano presenti 37.242. Con numeri del genere le 200 assunzioni straordinarie previste dalla legge di stabilità sia per il 2021 che per il 2022 servono a poco”.

“Non si può fronteggiare la pandemia – prosegue la Fp Cgil – solo chiedendo al personale di continuare a mettere a rischio la propria vita e aumentando continuamente i carichi di lavoro con richieste di prestazioni di lavoro straordinario massacranti e mal retribuite. È talmente poco il personale che, ad esempio, spesso i pochi presenti sono costretti a coprire due o più posti di servizio, così come nelle scorte siamo sottodimensionati. Per colmare la carenza organica nei prossimi due anni, considerato che andranno in pensione circa 2.500 poliziotti, servono almeno 7.500 assunzioni. Anche i Poliziotti Penitenziari hanno dei diritti, la cui tutela oggi dipende anche dalla Ministra Cartabia. Per questo le chiediamo un immediato intervento in tal senso nel prossimo Consiglio dei Ministri”, conclude.

Corona virus

Pubblichiamo la nota del Capo Dipartimento in merito all’autorizzazione del lavoro agile e della gestione e fruizione delle ferie maturate dal personale, vista l’emergenza sanitaria in atto

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale chiedono la rimodulazione dell’orario di lavoro 24/72, la sospensione dell’attività formativa provinciale e regionale e l’aumento del personale in lavoro agile.

Pubblichiamo la nota della Struttura territoriale di Fp Cgil e Fp Cgil VVF con la quale chiedono la sorveglianza sanitaria per il personale vaccinato con il lotto AstraZeneca

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture territoriali Fp Cgil VVF , Fns Cisl e Confsal VVVF con la quale chiedono n incontro per discutere delle problematiche del Comando

Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture regionali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF con la quale chiedono la rimodulazione dell’orario di lavoro 24/72 vista l’emergenza sanitaria in atto.

Pubblichiamo la nota Fp Cgil VVF e Uil Pa VVF con la quale  chiedono la sorveglianza sanitaria per il personale sottoposto alla vaccinazione con il lotto AstraZeneca

Pubblichiamo le indicazioni emanate dalla Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo  riguardo la redazione dei servizi di colonna mobile regionale in applicazione della Circolare EM 1/2020.

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