Pubblichiamo la nota dell’Ufficio di Coordinamento delle Attività Sanitarie e di Medicina Legale in merito alla campagna volontaria vaccinale, per il contrasto dell’emergenza sanitaria in atto per tutto il personale del Corpo
– COMUNICATO ESITI RIUNIONE TECNICA
SPORT E SALUTE –
Care colleghe e cari colleghi,
questo pomeriggio anche la presenza di alcuni segretari di importanti federazioni sportive, abbiamo di fatto avviato – seppure ancora in sede tecnica – una prima discussione sugli assetti contrattuali afferenti il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale delle aree professionali e della dirigenza, che le scriventi OO.SS. avevano chiesto di affrontare a Sport e salute con la nota inviata lo scorso 12 gennaio.
In tale contesto, anche considerate le conseguenze generate dalla pandemia nell’attuale contesto storico-sociale, abbiamo inteso consegnare alla discussione alcune innovative proposte di miglioramento del contratto che, preservando gli attuali livelli retributivi, introducono e valorizzano diversi e più adeguati livelli di trattazione delle istanze raccolte dalle parti, anche in termini funzionali, pur nell’esercizio delle diverse prerogative rappresentate. Idee che hanno trovato anche nella parte datoriale una generale condivisione e disponibilità a discuterne nelle prossime occasioni.
Nella circostanza, abbiamo poi voluto richiamare l’attenzione dell’amministrazione sul welfare contrattuale, ovvero anche sulla necessità di riconoscere con estrema sollecitudine al personale che ne ha maturato titolo i benefici e i bonus concordati nell’ultimo Protocollo sottoscritto il 30.10.2020.
Contestualmente, abbiamo anche voluto riprendere la discussione sullo studio Bain, sul quale abbiamo chiesto un aggiornamento dello stato dell’arte, considerati i possibili nefasti riflessi generati sul mondo del lavoro sportivo. Su quest’ultimo punto il dr. Meloni ci ha comunicato che lo studio è attualmente all’attenzione del Presidente di Sport e Salute, e che successivamente verrà sicuramente partecipato alle scriventi OO.SS. Infine, si è parlato della proroga degli effetti, anche economici, conseguenti la sottoscrizione del Protocollo del 30 ottobre 2020, che diverranno oggetto di un ulteriore approfondimento da tenere entro il 15 febbraio p.v.
È stato inoltre deciso dalle parti di rivederci tutti i prossimi martedì alle ore 15.00, a partire dal 9 febbraio p.v., giornata in cui si tratterà – come hanno chiesto le scriventi – il tema della revisione del sistema di classificazione e il problema degli apicali, per poi proseguire con gli incontri rivolti all’individuazione degli strumenti contrattuali innovativi, al welfare contrattuale e allo smart working ecc.
Vi terremo come sempre puntualmente informati circa l’esito delle predette discussioni.
Cari saluti
Roma, 2.02. 2021
FP CGIL CISL FP UILPA CISAL FIALP Francesco Quinti Alessandro Bruni Paolo Liberati Dino Carola
Pubblichiamo la nota dell’Amministrazione con la quale comunica la convenzione tra l’Ufficio Sanitario del Corpo e le ferrovie dell Stato, in merito agli accertamenti sanitari per tutto i personale del Corpo
Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione, nella quale ribadiamo la necessità di un incontro in merito alle selezioni per formatori patenti terrestri VVF
Il Mibact e il Piano Operativo Lavoro Agile
è scaduta ieri la data entro cui le Amministrazioni avrebbero dovuto inviare alla Funzione Pubblica le
loro specifiche relazioni propedeutiche all’avvio del Pola, sulla base delle linee guida licenziate dal governo.
Per tale motivo siamo stati contattati in fretta e furia e il documento predisposto dall’Amministrazione
ci è stato trasmesso solo a ridosso della riunione stessa. Quindi non era possibile fare altro che
una presa d’atto, nel senso che la scadenza avrebbe reso inutile ogni approfondimento e richiesta di riflessione specifica.
Ma il documento predisposto dall’Amministrazione non ci ha convinto in molte sue parti e ci è parso di cogliere una certa sottovalutazione del valore strategico che allo stesso Piano ha assegnato il legislatore, con l’indicazione secca della percentuale del 60% del personale che a regime potrà operare da remoto.
Non solo questo, ma le Linee guida governative esplicitano in maniera molto dettagliata un percorso
che parte dal monitoraggio delle condizioni organizzative nelle quali ci si trova ed arriva alla programmazione, nei termini di investimenti sulle risorse umane e sulla innovazione tecnologica e organizzativa.
Sotto questi punti di vista il documento ci è apparso carente, ad esempio in riferimento ai livelli di dotazione di materiale software nell’infrastrutturazione tecnologica delle reti e degli strumenti messi a disposizione del personale (l’ultimo dato a noi conosciuto, relativo alla fase iniziale della pandemia, relegava ad una percentuale del 1% i lavoratori che operavano con dispositivi dell’amministrazione) e nella programmazione con riferimento alla qualità e quantità di investimenti valutabili per la messa a regimedel lavoro agile.
Investimenti tecnologici, nella formazione e nella dotazione professionale che devono necessariamente avere un carattere straordinario e che certamente non possono essere quelli indicati nel documento dell’amministrazione.
Per questi motivi abbiamo chiesto maggiore coraggio ed attenzione rispetto ai passi successivi che
l’Amministrazione dovrà compiere, se veramente vuole avviare seri processi di innovazione organizzativa.
E abbiamo formalmente chiesto che, in riferimento alla evoluzione del Piano, venga convocato
l’Organismo Paritetico per l’Innovazione, che, non figurando, per motivi di mera opportunità politica, tra gli organismi citati dalle Linee Guida per la consultazione, è stato un’altra volta bellamente ignorato. E poco importa che il lavoro agile e i riflessi dell’innovazione organizzativa rientrino tra i suoi temi specifici riconosciuti dal CCNL.
Infine non abbiamo trattato alcun tema inerente i diritti contrattuali perché questo è demandato ad un accordo quadro, da sottoscrivere a livello di comparto, per il quale da lungo tempo ed ancora inutilmente stiamo sollecitando il ministro della Funzione Pubblica.
Allo stato lo smart working emergenziale risulta essere stato prorogato fino al 31 marzo prossimo e pertanto permangono applicabili tutti i criteri contenuti nel Protocollo di Intesa di riferimento. Vedremo invece come proseguirà il confronto su un tema la cui importanza strategica sembra evidente a tutti meno che ai vertici politici del Ministero, visto che, a differenza di altri Ministeri, sul lavoro agile non stanno investendo un centesimo bucato.
FP CGIL Nazionale Mibact
Claudio Meloni
LA FORMALIZZAZIONE DEL COTTIMO!
Nell’edizione on-line del Corriere della Sera – Sezione Economia di ieri, 1° febbraio 2021, il segretario generale di FLP (ricordiamo a tutti che FLP, al pari di tutte le sigle sindacali partecipi della contrattazione integrativa, è firmataria del CCNL 2016/2018 delle Funzioni Centrali), Marco Carlomagno, intervistato dal giornalista del quotidiano di via Solferino sul tema dello smart working, ha testualmente dichiarato, scriviamo in virgolettato quanto riportato sul sito web del Corriere, https://www.corriere.it/economia/lavoro/21_febbraio_01/smart-working-gli-statali-chi-vuole-fa-ma-stipendio-legato-obiettivi-2ad0792a-6483-11eb-aad7-ece6884524fa.shtml , che “l’efficienza della pubblica amministrazione migliorerebbe se questa misura (lo sviluppo dello smart working su base volontaria con riconoscimento del diritto alla disconnessione) venisse accompagnata da un’altra”.
E quale? Chiede il giornalista. Risposta “Il 50% dello stipendio di tutti i dipendenti pubblici deve essere legato ai risultati raggiunti”. Nuova domanda del giornalista: “Già oggi una parte della retribuzione dei dipendenti pubblici è legata agli obiettivi”. Risposta del segretario generale di FLP: “Sì ma è una parte molto bassa, non coinvolge tutti. E praticamente tutti prendono il massimo. Fatto così non serve a nulla”.
Alla luce di queste dichiarazioni comprendiamo bene il giudizio positivo, sotteso alla frase “proposte di rottura”, di fatto espresso dall’autore dell’articolo a fronte delle dichiarazioni del segretario generale di FLP che appaiono come miele per ambienti editoriali sempre pronti a sparare sul mondo del lavoro pubblico nel quale trovano formidabili quanto inaspettati, non sappiamo se inconsapevoli, alleati.
In serata FLP ha corretto il tiro, evidentemente Carlomagno si è reso conto di averla sparata troppo grossa, diffondendo un comunicato che, anziché rimediare allo scivolone delle dichiarazioni, dichiarazioni ad oggi non smentite dal giornalista che le ha raccolte, per certi versi ne peggiora il contenuto laddove sottolinea che “il Segretario ha parlato della possibilità – da studiare – per chi lavorerà in smart working nel post emergenza Covid, di legare al raggiungimento degli obiettivi (di Amministrazione, di Ente, e individuale) una quota rilevante dei fondi destinati al salario accessorio …”.
È noto a tutti che in queste settimane all’interno dell’INPS è in atto un confronto serrato con l’Amministrazione sulla bozza di documento relativo al nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance del personale delle aree che prevede di legare una quota del salario incentivante alla performance individuale misurata su parametri di struttura e su indici valutativi tarati sui comportamenti organizzativi e professionali del personale.
Rispetto a tale proposta, recentemente formalizzata con una nuova versione trasmessa giorno 29 gennaio u.s. e oggetto di confronto domani 3 febbraio, abbiamo già avuto modo di esprimere un giudizio negativo legato non solo al tentativo di convogliare una quota del salario incentivante verso la dimensione individuale della valutazione, quella che tanto piace agli inquilini, vecchi e nuovi, del Ministero della Funzione Pubblica ed oggi scopriamo anche a FLP stando alle dichiarazioni del suo segretario generale, ma anche all’idea, da trasferire poi nella bozza di CCNI 2020 non a caso lasciata in bianco su questo aspetto, di attrarre in quel sistema di misurazione e valutazione della performance risorse importanti del Fondo per il salario accessorio destinate al finanziamento del TEP (trattamento economico di professionalità) nato e consolidatosi negli anni come elemento di garanzia della retribuzione ancorato a coefficienti che ne hanno consentito la validazione nel tempo da parte degli stessi ministeri vigilanti.
Roma, 2 febbraio 2021
FP CGIL
Matteo Ariano Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
Alla c.a.
Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo
On. Dario Franceschini
Capo di Gabinetto
Prof. Lorenzo Casini
Segretario Generale delMiBACT
Dott. Salvatore Nastasi
Direttore Generale Organizzazione
Dott.ssa Marina Giuseppone
Direttore Generale ABAP
Arch. FedericaGalloni
Le scriventi OO.SS. esprimono profonda preoccupazione per l’emendamento 13.187 presentato alla Camera da alcuni deputati della Lega, in cui si richiede che, fino al 2025, l’archeologia preventiva, così come normata dal Codice dei Contratti Pubblici, sia applicata solo per le aree soggette a specifica tutela negli strumenti urbanistici.
Qualora tale emendamento venisse approvato si rischierebbe un danno gravissimo al sistema della tutela del patrimonio archeologico del nostro Paese. Il concetto di archeologia preventiva contiene in sé il principio che le indagini archeologiche, sia quelle invasive sia quelle non invasive, siano condotte proprio per garantire che i lavori pubblici si possano svolgere in modo tale da evitare di danneggiare il patrimonio culturale. L’archeologia preventiva è uno strumento che nel corso degli anni si è andato affinando e consolidando tra le pratiche di gestione del territorio, garantendo maggiore efficacia all’azione del MiBACT sia in termini di tutela sia di valorizzazione e diffusione della conoscenza delle realtà archeologiche individuate durante le indagini.
Non sono questi gli interventi normativi che possono far sperare in una rapida ripresa del settore edilizio. Non è certo l’archeologia preventiva che rallenta il corso delle lavorazioni dei cantieri, anzi, semmai costituisce uno strumento che mette a sistema le procedure di tutela connesse ai lavori pubblici.
Le scriventi OO.SS. chiedono alle forze politiche presenti in Parlamento di rigettare con determinazione tale emendamento, garantendo il rispetto del dettato costituzionale che pone la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione tra i suoi principi fondamentali.
Le scriventi OO.SS. chiedono inoltre un intervento urgente del Ministro Franceschini affinché ci sia un impegno concreto in Parlamento per non far approvare tale emendamento e per ribadire l’efficacia e l’importanza dell’archeologia preventiva per la tutela e la valorizzazione del patrimonio del nostroPaese.
Cordiali saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Claudio Meloni Giuseppe Nolè-Valentina Di Stefano Federico Trastulli
Pubblichiamo la nota della Direzione centrale per le Risorse Umane in merito la mobilità del ruolo Vigili del Fuoco non specialista
Firmato l’Accordo stralcio del Fondo 2019
In data odierna nel corso dell’incontro convocato dall’Agenzia abbiamo firmato l’Accordo “stralcio” che ripartisce le risorse del Fondo del personale per l’anno 2019.
Con tale accordo saranno erogati al personale per il 2019, con criteri ed aliquote identiche a quelle definite nell’ambito del Fondo 2018:
● quota parte del Premio di Performance (pari a circa 1.540 € lordi medi cadauno)
● indennità di disagiata
● indennità di confine
● indennità di rischio
● indennità per centralinisti non vedenti
● indennità di area metropolitana
● indennità delle Commissioni Giochi
● Posizioni organizzative e Incarichi di responsabilità
L’Accordo sarà inviato per la certificazione agli organismi di controllo e, se non ci perverranno osservazioni, i lavoratori vedranno liquidare le proprie spettanze nei mesi di Aprile/Maggio 2021.
Riteniamo questo un ulteriore risultato positivo frutto di quanto concordato nell’Intesa Programmatica del 13 gennaio 2021, firmata da CGIL – CISL e UIL, di seguito della proclamazione dello Stato di Agitazione.
Successivamente l’Amministrazione ci ha consegnato una ulteriore proposta sui Profili Professionali.
Al riguardo come CGIL – CISL e UIL abbiamo ribadito la necessità di concludere il percorso che reciprocamente ci siamo impegnati a portare a termine con l’Amministrazione; abbiamo pertanto sottolineato che l’impegno reciproco è a trattare, prioritariamente rispetto ai “profili professionali”, il rinnovo del CCNI, la mobilità interna nazionale, l’acquisizione di ulteriore personale viste le criticità di molti uffici periferici e la possibilità di aumentare l’indennità di Amministrazione.
L’Agenzia, preso atto delle posizioni rappresentate ha sospeso l’incontro impegnandosi a convocarci al più presto sugli altri argomenti.
Vi terremo aggiornati sullo sviluppo della trattativa.
Roma 29 gennaio 2021
FPCGIL CISLFP UILPA
Iervolino De Caro- Fanfani Procopio
POLA: un’occasione mancata…..
Nei giorni scorsi l’Amministrazione ci ha inviato il testo definitivo del POLA che vi alleghiamo: un documento che, a nostro avviso, poteva e doveva essere condiviso con le organizzazioni sindacali. Non a caso nell’ultima riunione ci eravamo dichiarati disponibili a un confronto sul tema per contribuire alla stesura del Pola.
Il nuovo testo, depurato dagli elementi che si riferiscono agli atti di contrattazione e in particolare ai protocolli per la sicurezza siglati, presenta tuttavia ancora alcune lacune.
In prima battuta, manca ogni riferimento all’Organismo Paritetico per l’Innovazione, previsto dall’art.6 del CCNL Funzioni Centrali 2016/18, che ha un ruolo su progetti di organizzazione e innovazione dell’amministrazione con particolare riferimento al lavoro agile e alla conciliazione dei tempi vita-lavoro. Nel POLA, il ruolo di detto organismo viene completamente disconosciuto: ricordiamo che al MIT l’Organismo Paritetico per l’Innovazione è stato costituito nello scorso mese di febbraio 2020, ma a tutt’oggi l’amministrazione non ha mai proceduto alla sua convocazione.
Ancora, all’ OPI non è riconosciuto alcun ruolo neanche sulla formazione, espressamente prevista dall’art.263 del decreto legge n.34/2020, convertito in data 17/7/2020; ruolo che invece l’OPI dovrebbe avere come previsto dall’53 CCNL.
Per la dirigenza dovrebbe essere previsto uno specifico percorso formativo perché proprio i dirigenti saranno i primi promotori dell’innovazione;infatti cambia completamente l’approccio organizzativo, non più basato sul controllo del tempo trascorso in ufficio dei propri collaboratori, ma sui risultati raggiunti e il grado di autonomia acquisito.
Un’occasione mancata per affrontare meglio un cambiamento importante a livello organizzativo, che è diventato necessario a causa della pandemia ma che invocavamo da tempo nelle nostre pubbliche amministrazioni, frenato da una certa reticenza e da un approccio sempre conservatore volto a mantenere lo statusquo. Ci aspettavamo dipiù, un documento innovativo e programmatico che potesse tracciare un percorso verso un’amministrazione che non cambia perché obbligata ma lo fa per scelta, perché si è resa conto che è opportuno per rimanere al passo con i tempi e offrire all’utenza sempre migliori servizi in tempi più celeri e con modalità innovative.
La Coordinatrice Fp Cgil Mit p. la Fp Cgil Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
È iniziato il 20 gennaio scorso il confronto nell’ambito del Comitato Nea per le Pubbliche Amministrazioni centrali sulla digitalizzazione e gli effetti che i processi di innovazione organizzativa hanno sul rapporto di lavoro bastati sulla remotizzazione delle attività per i dipendenti pubblici. Il confronto si è avviato su una buona base metodologica e per quello che concerne i temi da trattare.
La parte datoriale ha proposto un documento per punti, proponendo l’avvio del confronto sui singoli argomenti, che contiene una elencazione di temi che riguardano la fruizione dei diritti contrattuali, le problematiche connesse alla sicurezza dei dati e della privacy, alla tutela della salute e sicurezza, la regolamentazione del diritto di disconnessione e l’articolazione del dialogo sociale.
Registriamo quindi una prima importante apertura verso la disponibilità a ricomprendere nell’accordo prerogative della parte sindacale nella negoziazione, che va giudicato positivamente anche in relazione alle note posizioni unilaterali del governo italiano nella trattazione della materia.
A breve avremo la disponibilità di accedere alla documentazione tramite un cloud che si sta predisponendo e sarà nostra cura trasmetterlo per una valutazione politica.
Nell’ambito delle criticità che si possono riscontrare va segnalata quella che riguarda la specificità italiana che ha fatto emergere una questione lessicale ma significativa: nell’accezione europea il telelavoro comprende l’insieme delle attività remotizzabili a differenza di quanto previsto da noi, ove si opera una differenza marcata tra il telelavoro, nelle sue forme più classiche, e il lavoro agile o smart working.
Questo può comportare un problema nella declaratoria ad esempio nella fruizione dei permessi previsti dal CCNL o da specifiche disposizioni normative, che in Italia vengono allo stato negati nella condizione di smart working e al riguardo il rappresentante italiano ha già espresso delle riserve rispetto alla fruibilità di tali istituti. Pertanto lo sforzo è stato quello di far comprendere le nostre specificità: in Italia le forme classiche di telelavoro hanno inciso in modo quasi irrilevante e l’indirizzo strategico prevalente è quello di puntare ad una dimensione quasi esclusiva di smart o co working.
Vedremo il prosieguo, al momento è da registrare come positiva l’apertura ad una regolamentazione complessiva della materia, in particolare per quel che riguarda l’apertura sul dialogo sociale che è evidentemente un punto dirimente ai fini della conclusione positiva della trattativa.
Claudio Meloni
Membro FPCGIL del NEA
Pubblichiamo la nota territoriale Fp Cgil VVF in merito al riconoscimento delle ore prestate per il seminario formativo GNL