Pubblichiamo la nota di risposta alla richiesta di un incontro in merito alla gestione del Comitato Consultivo Tecnico Sanitario per il personale  specialista Sommozzatore

smart working

In merito  al tema  “Smart Working e del Lavoro Agile”,  rinnoviamo la nostra richiesta urgente di uno specifico incontro sul tema del “Lavoro Agile” rivendicando il diritto di condividere soluzioni e necessità di ogni singola Parte, mettendo al centro tutte le difficoltà vissute in dalle lavoratrici e dai lavoratori del Corpo durante l’emergenza epidemiologica COVID 19

A seguito della richiesta delle strutture territoriali in merito alla mancanza di personale per il Comando di Como pubblichiamo la risposta dell’Amministrazione

“È stata una straordinaria giornata di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità Privata per rivendicare il rinnovo del contratto collettivo nazionale”. Lo dichiarano, in una nota, i segretari generale di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi che, a margine dello sciopero nazionale del comparto Sanità Privata, hanno diffuso i dati relativi all’adesione: “In quasi tutte le strutture ha lavorato il solo personale precettato per il mantenimento dei servizi minimi, con una percentuale del 100% di adesione in numerose aziende del Paese”. La protesta, conclude la nota, “è legata alla vertenza per il rinnovo del contratto, scaduto da 14 anni e ancora in attesa di rinnovo dopo 3 anni di trattative a causa della mancata sottoscrizione definitiva, da parte di Aris e Aiop, della preintesa raggiunta il 10 giugno scorso”. L’accordo riguarda circa 100mila lavoratori del comparto.

Progetto scellerato, protesta continua per cancellare ipotesi riforma

Un’adesione di oltre il 60% allo sciopero, con oltre la metà dei circa 700 dipendenti di Enac che oggi ha incrociato le braccia per protestare contro il progetto di privatizzazione dell’ente portato avanti dal governo. A farlo sapere sono Fp Cgil, Fit Cisl, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Usb Pi e Cida che hanno promosso un presidio, parallelamente allo sciopero, a Roma in piazzale di Porta Pia nei pressi del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato dalla Ministra Paola De Micheli.

Roma, 16 settembre 2020: sciopero Enac
© Simona Caleo

Una delegazione sindacale nel corso del presidio, che ha visto la partecipazione di un centinaio di dipendenti dell’Enac, è stata poi ricevuta al Ministero per un incontro con Maria Teresa Di Matteo, vice capo di gabinetto, e Speranzina De Matteo, capo dipartimento trasporti. Queste ultime, fanno sapere i sindacati, “non hanno fatto altro che sostenere le motivazioni ‘farlocche’ che il presidente dell’Enac, Nicola Zaccheo, continua a propinare circa la necessità della privatizzazione dell’ente, portandolo da ente pubblico non economico (Epne) a ente pubblico economico (Epe), ovvero presunte facilità nelle assunzioni, ingresso dei privati e capacità imprenditoriale”.

Tre punti, osservano, “tre non motivate ragioni che respingiamo al mittente e che tendono a svilire il ruolo e la funzione del pubblico, giustificando per questa via una disastrosa privatizzazione di un ente cruciale per la sicurezza del paese. Ma soprattutto abbiamo ribadito come una trasformazione dell’Enac di questa portata, cambiandone la ragione giuridica per portarla fuori dal perimetro pubblico, non può avvenire senza il confronto e il volere delle lavoratrici, dei lavoratori e di chi li rappresenta. Abbiamo per questo ribadito non solo la nostra contrarietà a tale progetto ma soprattutto rilanciato la nostra disponibilità ad aprire un confronto, ancora mai registrato, per individuare ipotesi di riforma che siano efficaci e coerenti con le soluzioni già trovate in altri paesi europei, a partire ad esempio dalla costruzione di un autority”.

© Simona Caleo

Per i sindacati, infine, “ciò che serve in prima battuta però è un impegno della politica. Quest’ultima ha di fatti accettato come undogma immodificabile una s oluzione, quella della privatizzazione dell’ente, che è ormai datata e anacronistica, adottata acriticamente così come proposta dai vertici dell’Enac. Una proposta che si fonda su motivazioni poco chiare e trasparenti e che non reggono alla prova delle evidenze”. Per queste ragioni la mobilitazione prosegue contro questo “scellerato progetto fino a quando non vedremo una disponibilità al confronto e una radicale modifica all’ìimpostazione della proposta, che veda come primo atto di buona volontà il ritiro dell’emendamento per la trasformazione in Epe presentato recentemente da alcuni senatori in Commissione Trasporti “, concludono.

GUARDA IL VIDEO DEL PRESIDIO AL MIT

Enac in sciopero contro la privatizzazione

🔴 Contro la privatizzazione dell'Enac, a difesa degli interessi del Paese! Sciopero oggi delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ente contro il progetto di riforma portato avanti dalla titolare del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli.📹 Dalla piazza di Roma le ragioni e le rivendicazioni della protesta nelle parole di una lavoratrice dell'Enac ⤵️#CiSiamo#16settembre

Pubblicato da Fp Cgil Nazionale su Mercoledì 16 settembre 2020

 

Prot. CS 123/2020

Roma, li 16 settembre 2020

Al Capo D.A.P.
pres. Bernardo PETRALIA
Roma
Al D.G.P.R. – D.A.P.
dott. Massimo PARISI
Roma
E, per conoscenza Alla Direttrice Ufficio IV Relazioni Sindacali – D.A.P.
dott.ssa Ida DEL GROSSO
Roma

Oggetto: Casa Circondariale Terni. Richiesta accertamento ispettivo urgente.
Gravi compromissioni di ordine e sicurezza.

Egregie Autorità,
questo Coordinamento Nazionale non può esimersi dal denunciare la precaria e preoccupante situazione che, ormai da tempo e forse fin troppo, sta interessando l’Istituto penitenziario in parola.
Orbene, proprio nella giornata di ieri, si è registrata un’ennesima aggressione fisica a carico di un poliziotto penitenziario, senza tralasciare le pregresse reiterate vicissitudini che, inequivocabilmente, pregiudicano l’ordine, la sicurezza e l’incolumità psico-fisica degli addetti ai lavori.
Le varie articolazioni periferiche di questa Organizzazione Sindacale ebbero a stigmatizzare quanto in discussione, con debite e diverse richieste di intervento, senza sortire in alcun cenno di positivo interessamento da parte del Provveditorato Regionale.
Esposto ciò, considerata una possibile alterazione dei profili di cui sopra, con ulteriore nocumento a tutta la comunità penitenziaria, Vogliano le SS. LL. avviare un’attiva accertativa ispettiva presso l’Istituto de quo, con consequenziali opportuni interventi del caso.
Certo di una Vostra costante sensibilità, si inviano distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Stefano BRANCHI

Arriva il bando per i 1000 operatori a tempo determinato biennale

È stato pubblicato, in tempi estremamente brevi, sulla Gazzetta Ufficiale il bando per l’assunzione
a tempo determinato per i 1000 operatori. Un bando nazionale che si esplicita nei suoi contenuti in
modo del tutto conforme alle richieste che abbiamo da sempre avanzato, ovvero una procedura
che finalizzasse i tirocini, che da troppi anni migliaia di lavoratori hanno svolto e stanno svolgendo
negli Uffici Giudiziari, all’inserimento al lavoro. Si realizza in tal modo uno dei punti più qualificanti
della piattaforma che abbiamo costruito insieme ai lavoratori interessati.
I contenuti del bando li riteniamo soddisfacenti: vengono adeguatamente considerati ai fini
dell’accesso i titoli formativi maturati e la selezione viene gestita direttamente dal Ministero tramite
una unica Commissione centrale. E soprattutto vengono bypassati i Centri per l’Impiego, le cui selezioni
hanno fornito risultati deludenti purtroppo paventati e poi verificati con il bando dei 616 operatori
che si sta faticosamente avviando a conclusione.
La vertenza generale arriva pertanto ad uno snodo fondamentale ma non risolutivo. Il rapporto di
lavoro a tempo determinato ne comporta il prosieguo ai fini della sua stabilizzazione definitiva e
ancora c’è sullo sfondo l’ulteriore processo che riguarda le 1095 assunzioni provenienti dal decreto
sicurezza, assolutamente bisognoso di un restyling normativo che ne uniformi le procedure al bando
appena emanato, sia per quel che riguarda le modalità di selezione che per la durata dei rapporti
di lavoro.
Sin dall’inizio ci siamo schierati con questi lavoratori, per il riconoscimento del diritto fondamentale
al lavoro e perché il precariato e lo sfruttamento mortificano tutto il lavoro che si svolge nei cicli giudiziari.
E ora che, finalmente, soprattutto grazie alla nostra iniziativa, l’obiettivo si avvicina è bene che ogni
nostra struttura e tutti i delegati di posto di lavoro controllino che tutto vada per il meglio e (ri)stabi –
liscano un contatto stretto e diretto con questi lavoratori, senza perdere di vista la necessità di
“strutturare” il rapporto degli stessi con la nostra organizzazione, iscrivendoli.
Ciò anche perché non possiamo escludere iniziative di chi ancora una volta tenterà di mettere questi
lavoratori contro una parte del personale di ruolo, continuando a utilizzare strumentalmente
questo legittimo percorso di stabilizzazione come alibi per i ritardi, talvolta causato da sbagliate
scelte sindacali del passato e da noi non condivise, nei percorsi di riqualificazione a partire dal personale
ausiliario.
È bene sapere che i rapporti di lavoro a tempo determinato non incidono sulle dotazioni organiche
di ruolo: il problema del passaggio dalla prima alla seconda area è una delle questioni primarie e
annose che va affrontata e risolta al più presto. Ma certamente non si risolverà tentando di impedire
ad altri lavoratori di avere il giusto e legittimo riconoscimento del diritto al lavoro. Servono proposte
percorribili e volontà comuni. E noi continuiamo a essere impegnati per questo.

A questo link troverete il bando e restiamo disponibili ad ogni richiesta di chiarimento e supporto
nella predisposizione delle domande di partecipazione:

 

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/concorsi/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-09-15&atto.codiceRedazionale=20E10319

 

                                Felicia Russo                                                     Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale FP CGIL Giustizia                    FP CGIL Nazionale

FATTI, NON PAROLE

Il 15 settembre si è svolto un nuovo incontro sindacale per riprendere la trattazione di alcune questioni che, causa emergenza sanitaria, erano state momentaneamente accantonate:
PROGRESSIONI VERTICALI
L’amministrazione ci ha confermato che il bando uscirà entro i primi di ottobre.
PROGRESSIONI ECONOMICHE
A causa della sospensione dei finanziamenti europei da parte dell’autorità di gestione del progetto di informatizzazione dell’INL, il relativo applicativo ha subito un ritardo e, pertanto, i relativi bandi dovrebbero uscire entro la metà del mese di novembre e questo potrebbe addirittura determinare una chiusura dell’intera procedura a inizio 2021, così da farne slittare la decorrenza a gennaio 2021. A tal proposito, abbiamo espressamente ribattuto che non riteniamo accettabile questo eventuale slittamento e che l’Amministrazione deve fare tutto il possibile per chiudere la procedura entro il 31 dicembre. Sono passati troppi anni, oramai, e non è possibile assistere all’ennesimo rinvio a danno dei lavoratori.
POSIZIONI ORGANIZZATIVE
I bandi per l’attribuzione delle PO saranno pubblicati nei prossimi giorni con i relativi modelli di domanda, con decorrenza incarichi dal 1° gennaio 2020. Ricordando i dubbi che erano stati espressi rispetto a modalità ed i criteri di attribuzione, abbiamo rammentato che le relative indennità devono essere ancora oggetto di contrattazione.
PIANO ASSUNZIONALE
L’INL ha aderito alla procedura semplificata relativamente al concorso congiunto con Ministero del Lavoro e INAIL, ma la situazione è sostanzialmente bloccata.
INFORMATIZZAZIONE
Nei mesi scorsi ANPAL, in qualità di autorità di gestione dei fondi europei, ha ritenuto di sospendere il finanziamento per il progetto di informatizzazione dell’INL. Questa decisione è stata assunta a seguito delle note vicende giudiziarie che hanno interessato l’INL ed è stata sbloccata solo poche settimane fa. Tutto ciò ha prodotto lo slittamento del cronoprogramma previsto per il rilascio degli applicativi. Il nuovo programma FOLIUM dovrebbe entrare a regime entro l’anno, mentre GLPERS, così come SGIL e ASIL, dovrebbero essere operativi da gennaio e la relativa formazione è stata spostata a novembre. Sul punto, abbiamo chiesto
di coinvolgere nella formazione anche il personale informatico che inevitabilmente sarà chiamato successivamente a dare il proprio fondamentale supporto.
Tuttavia, l’informatizzazione non coinvolge ancora appieno tutte le attività dell’Ente: ad esempio, manca ancora un programma per gli uffici del legale e contenzioso in cui si è spesso costretti ad affidarsi al “copia e incolla”, mentre per la diffida accertativa – che con un emendamento è stata recentemente potenziata – a distanza di anni dalla sua introduzione, non ancora c’è un software per calcolare esattamente le buste paga dei lavoratori.
FRD 2019
La Direzione Centrale Risorse Umane ha quasi concluso l’assegnazione dei fondi agli Uffici territoriali, pertanto ritiene che le somme verranno erogate con le buste paga di ottobre e novembre.
INCENTIVI ISPETTORI
A fine settembre verrà deliberato in CDA l’inserimento a bilancio delle somme relative al V e VI bimestre 2019 ed il I quadrimestre 2020. Le risorse dovrebbero essere distribuite agli uffici ad ottobre ed erogate agli ispettori probabilmente con la busta paga di novembre.
LAVORO AGILE
Rispondendo alle nostre sollecitazioni, l’Amministrazione ha chiarito che gli ispettori non vanno computati nel calcolo del 50% del personale ammesso al lavoro agile mentre i lavoratori fragili dovranno essere conteggiati in tale percentuale. Altra precisazione che non ci può trovare d’accordo, riguarda l’impossibilità, per il personale che svolge attività amministrativa, di completare la giornata lavorativa in smart-working. Noi non riteniamo che questo sia ragionevole, posto che devono essere il dirigente e il dipendente a trovare il giusto compromesso per contemperare le esigenze dell’ufficio con quelle personali. Il rischio di non dare le adeguate garanzie di cura della famiglia, in questo momento ancora di transizione, è altissimo, per cui continueremo ad insistere su questo punto fondamentale.

Nel corso dell’incontro, abbiamo rappresentato le responsabilità dell’Amministrazione per la situazione di estrema criticità in cui versa l’INL anche dal punto della visibilità politica. E’ quindi importante riprendere il discorso relativo ai profili professionali, all’organizzazione degli uffici ed alla nuova mission dell’Agenzia che, a nostro avviso, non può prescindere da un serio ripensamento dei processi di informatizzazione, dal potenziamento dei servizi all’utenza e da una visione più moderna dell’attività di vigilanza.
CGIL, CISL e UIL hanno evidenziato che senza strategie efficaci e progetti condivisi non sarà possibile evitare conseguenze disastrose e provare a rilanciare l’Ispettorato.

Roma, 15 settembre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

ESPERIENZA DA NON RIPETERE!

Si è svolta questo pomeriggio, con una modalità mista (presenza fisica e collegamento per via telefonica) auspicabilmente da non ripetere, considerati i non pochi problemi generati che hanno danneggiato i colleghi non presenti fisicamente, la riunione con all’ordine del giorno il tema delle assegnazioni temporanee.
Sull’argomento l’Amministrazione ha comunicato alle organizzazioni sindacali presenti i numeri delle domande presentate a vario titolo dai colleghi (143 istanze ex art. 42 bis D.lgs. n.151/20001, 138 domande ex art.33 L. n.104/1992 e 67 istanze ad altro titolo), numeri sui quali ci riserviamo di fare degli approfondimenti, sottolineando, questa è la visione della tecnostruttura, come il fenomeno sia prevalentemente concentrato sulle sedi del Nord Italia. Nei nostri interventi abbiamo evidenziato come l’ordine di grandezza rappresentato dall’Amministrazione sia tale da incidere in modo relativo sul personale in forza in determinate aree geografiche del Paese (in alcune Regioni parliamo di un punto percentuale) per cui abbiamo chiesto di procedere al rinnovo di tutte le assegnazioni temporanee legate a condizioni personali o familiari tutelate dalla legislazione vigente: tutela dei minori e quindi della genitorialità e tutela delle persone disabili rispetto alle quali qualunque pretesa dell’Istituto, se non concretamente motivata con argomentazioni plausibili e non generiche, come recita una consolidata giurisprudenza in materia, deve necessariamente fare un passo indietro. A tali situazioni sono da aggiungere ulteriori fattispecie, non inquadrabili né nella L.n.104/1992 né nell’art. 42 bis del D.lgs. n.151/20001, che meritano un’attenzione da parte dell’Istituto, un Ente che ancora oggi fa fatica a far rispettare i messaggi Hermes da parte della dirigenza locale che in questi giorni sta iniziando a richiamare in sede i colleghi destinatari di provvedimenti di assegnazione temporanea o aventi titolo alle assegnazioni e per ciò stesso “coperti” dai messaggi Hermes n.3013/2020 e 2158/2020!
Su questo abbiamo chiesto spiegazioni alla delegazione di parte pubblica che ha aggiornato la discussione ad un prossima riunione da convocare in tempi brevi.
In chiusura di seduta l’Amministrazione, intervenendo sul tema delle progressioni verticali, ha chiarito che a breve saranno protocollate tutte le istanze di partecipazione presentate dagli interessati.
Roma, 15 settembre 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

FIALP/CISAL
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

FASE EMERGENZIALE e RIENTRO IN PRESENZA: LE DUE FACCE DELL’AMMINISTRAZIONE
CGIL, CISL E UIL CHIEDONO LA SOSPENSIONE DELLE DECISIONI UNILATERALI DELLA “CONFERENZA DEI DIRITTORI”

In data 14 settembre u.s., si è tenuta la riunione tra l’Amministrazione e le rappresentanze sindacali nel cui ambito si sarebbe dovuto concordare un percorso di rientro in sicurezza dei lavoratori del Ministero, anche alla luce della conferenza dei Direttori svoltasi lo scorso giovedì 10 settembre.
Purtroppo quella che si era creduta una prosecuzione di corrette relazioni sindacali fin qui tenute dall’Amministrazione e dal Segretario Generale, peraltro non presente a questa riunione, dopo aver sottoscritto insieme le linee guida del 30/7/2020, al fine di procedere concordemente ad un ragionevole rientro del personale, si è rivelata tutt’altro.
Preliminarmente il Direttore del Personale ha esordito comunicando al tavolo che “la Conferenza dei Direttori aveva deciso” unilateralmente quelle che dovevano essere, a partire dal 15 settembre, le modalità di rientro in sede dei lavoratori.
In primo luogo il 50% del personale è stato considerato dai direttori non epurato dei “lavoratori fragili”, ovvero quei lavoratori che a vario titolo sono stati esentati dalla presenza in sede a seguito della valutazione rilasciata dal medico competente, continuando perciò di diritto a lavorare in smart working. Più volte le rappresentanze sindacali avevano chiesto con forza che questi lavoratori non venissero conteggiati nella percentuale, in quanto appariva chiaro che già questi numeri avrebbero rischiato di saturare la percentuale.
E’ stato fatto notare all’Amministrazione che la recentissima circolare a firma del Direttore Generale dell’INAIL ha chiarito, invece, che la percentuale del 50% del personale cui applicare il lavoro agile, deve essere calcolata sulla forza lavoro “previa esclusione dei soggetti fragili”, vale a dire defalcando dal totale della forza lavoro i soggetti che sono stati individuati come lavoratori fragili dal medico competente e su questo numero rideterminato, calcolare la percentuale del 50%.
Alla luce di questa improvvida decisione il personale non in possesso di priorità si è trovato da un giorno all’altro catapultato in servizio in sede anche per quattro giorni a settimana ossia come fossimo in una situazione di smart working ordinario, quando invece, siamo ancora in stato di emergenza.
E’ stato fatto notare che la rassicurazione dell’Amministrazione riguardo al puntuale rispetto di tutte le norme di sicurezza presso le sedi, non riduce il rischio di quei lavoratori che per tre o quattro giorni a settimana debbono effettuare il percorso da casa all’ufficio utilizzando i mezzi pubblici, anche considerando la curva sempre più preoccupante del numero dei contagiati giornalieri, dei ricoveri e dei decessi, nonché delle previsioni per l’autunno dell’OMS, che si prospettano non certo positive.
Pertanto l’amministrazione, nell’ambito delle proprie responsabilità datoriali, dovrà tener conto anche della ipotesi nella quale il dipendente contragga il virus nello svolgimento dell’attività lavorativa ovvero durante il percorso per raggiungere il luogo di lavoro
Tutto ciò è ancora più incomprensibile considerato il fatto che il Ministero del lavoro, in questi mesi estremamente difficili, è stato preso ad esempio dalle altre amministrazioni, per l’efficienza dimostrata nel portare avanti gli impegni istituzionali anche in “home working”.
Non si comprende pertanto la motivazione che sta spingendo la Dirigenza ad un rientro di massa forzato considerato pericoloso da tutte le rappresentanze sindacali e che dà un’interpretazione restrittiva e ottusa della norma tanto più se si considerano le nuove direttive sul lavoro agile della Ministra Dadone che prevedono per lo smart working, una volta conclusa l’emergenza, percentuali del 60% dei lavoratori in modalità agile. C’è inoltre da tenere in considerazione che molte importanti amministrazioni hanno ritenuto di interpretare detta norma in maniera diversa e non letterale rispetto all’interpretazione data dal nostro Ministero. I lavoratori hanno dimostrato una professionalità e una serietà nello svolgimento del proprio lavoro che prescinde da un qualsivoglia “controllo” in presenza, che sembra invece essere imprescindibile per la Dirigenza, che ha avuto e continua ad avere tutti gli strumenti necessari per esercitare ogni eventuale controllo voglia mettere in atto, nonché tutta la strumentazione tecnologica che consente di organizzare al meglio il lavoro della divisione.
Rimane il fatto ingiustificabile che i lavoratori nelle giornate di venerdì 11/9 e lunedì 14/9, siano stati contattati telefonicamente in maniera informale dai propri dirigenti per il rientro in ufficio a partire dal 15/9/2020, in assenza di qualsivoglia direttiva precedente e soprattutto senza l’accordo con le OO.SS. sulla modifica dell’orario di lavoro. Inoltre, nonostante gli incontri avvenuti il 3 settembre con l’organismo paritetico e il giorno 9/9/2020 con le rappresentanze sindacali, l’amministrazione ha ritenuto di ignorare le richieste effettuate e di procedere unilateralmente sia per quanto riguarda lo smart working che l’orario di lavoro.
CGIL CISL e UIL hanno pertanto richiamato l’attenzione dell’amministrazione sul contenuto dell’art. 7 comma 5, lettera k) del CCNL Funzioni Centrali il quale sottopone la materia della sicurezza sui luoghi di lavoro alla contrattazione.
In conclusione, le rappresentanze sindacali e le RSU hanno chiesto con forza di sospendere le decisioni unilaterali prese nella conferenza dei Direttori e di convocare al più presto un nuovo tavolo, al fine di addivenire ad una concorde e costruttiva soluzione.
In caso contrario queste OO.SS. si riservano di mettere in campo qualsiasi iniziativa a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Roma, 15 settembre 2020

FP CGIL
Giuseppe Palumbo – Francesca Valentini

CISL FP

Michele Cavo – Marco Sozzi

UIL PA

Bruno Di Cuia – Orlando Grimaldi

Pubblichiamo la nota del Capo del Corpo riguardo l’inizio di un progetto di studio in merito allo smart working

“È ora di estendere la tutela dell’Inail ai Vigili del Fuoco. Una battaglia per il riconoscimento di un’assicurazione alle donne e agli uomini contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali che conduciamo da tempo, segnata anche da una raccolta di firme a sostegno, con primo firmatario il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil Vigili del Fuoco.

Per queste ragioni, aggiunge il coordinatore nazionale della Fp Cgil Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella, “sosteniamo l’emendamento al Decreto Agosto presentato in commissione Bilancio del Senato dai senatori del Pd, Fedeli, Laus e Ferrari, che mira proprio ad estendere le tutele che rivendichiamo ai componenti del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco. L’attività da questi svolta, infatti, è soggetta a gravi rischi, sia di infortuni che di malattie professionali, non ultimo il Covid19, ed è doveroso che siano nelle condizioni di operare tutelati e garantiti”.

Secondo Giulianella, inoltre, “non è più tollerabile che coloro che, quando serve, chiamiamo eroi, che salvano vite ogni giorno e che sono al servizio della collettività, debbano operare senza garanzie e privi tutele. I Vigili del Fuoco non hanno infatti un’assicurazione per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, che devono assurdamente affrontare a proprio spese. Per questo sosteniamo l’azione politica intrapresa del Pd e sfidiamo tutte le altre forze politiche a fare altrettanto, riconoscendo ai Vigili del Fuoco quanto gli spetta per poter operare, ogni giorno e per tutti, con le necessarie tutele e garanzie”, conclude.

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