Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione riguardante il personale Amministrativo Contabile Esperto.
Pubblichiamo la circolare emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo la candidatura per le benemerenze per gli eventi che hanno interessato la regione Veneto nel 2017
PCM – COMUNICATO FP CGIL – CISL FP – UILPA
NON PRENDIAMO IN GIRO I LAVORATORI, NON SE LO MERITANO!
Erano anni, ed avevamo ormai perso le speranze, che non si sentivano da certe latitudini parole
così chiare e determinate, giudizi così definitivi sui vertici amministrativi della PCM. Dobbiamo
quindi pensare che qualcosa sia cambiato, che forse sia finita l’era dei giochetti di potere nelle
segrete stanze? Speriamo.
A leggere bene tra le righe ci sarebbe anche una velata minaccia di rivolgersi “all’autorità politica”,
come a voler significare che l’atto di indirizzo all’ARAN sia stato firmato all’insaputa di qualcuno o
che comunque le politiche in tema di personale comandato o di processi di riqualificazione siano
decise in autonomia dal vertice amministrativo.
Noi riteniamo che ai lavoratori vada sempre e comunque detta la verità, senza finzioni e senza
ipocrisie.
Ad esempio, sui dieci anni di vacanza contrattuale qualcuno dovrà pure spiegare ai lavoratori
dove fosse quando si è finalmente aperta la possibilità di tornare al tavolo negoziale nonché per
quale motivo ora ne stia ritardando ulteriormente l’avvio.
La falsa apertura del tavolo all’ARAN, con le quattro OO.SS. che hanno delegato ad esprimere il
pensiero unico allo SNAPRECOM, è la plastica dimostrazione di una seria e grave incapacità di
esercitare un ruolo negoziale. Con la conseguenza che, se i dipendenti pubblici di tutti gli altri
comparti hanno visto rinnovato il proprio contratto, per i dipendenti della PCM siamo ancora al
palo.
Vorremmo suggerire agli esperti negoziatori che forse mescolare vertenze che non risultano
essere sovrapponibili, né da un punto di vista giuridico né cronologico, costituisce un errore
macroscopico.
La soluzione per il personale comandato ha subìto nel corso degli anni continui arresti, anche per
le posizioni ostili all’interno di alcune OO.SS. che invece ora gridano in Assemblea. Siamo quindi
ben felici che ora emergano sia la determinazione nel portare avanti questa battaglia sia la
condivisione tra tutti i lavoratori, ai quali sicuramente riteniamo che sia stato ben spiegato il
meccanismo che si vorrebbe introdurre per stabilizzare il personale di prestito all’interno dei ruoli
della PCM.
Analogamente, per la vertenza sulle progressioni economiche e professionali, per la quale
continuiamo a non comprendere perché quei sindacati impediscono la
partecipazione alla RSU democraticamente eletta dai lavoratori, avranno sicuramente spiegato che
si tratta di applicare disposizioni contrattuali già consolidate e pienamente esigibili.
Peraltro, lo stato di agitazione sulla vertenza per i passaggi di posizione economica, proclamato da
SNAPRECOM & C., e l’uso di continui toni intimidatori, contestualmente al rifiuto di stare ai tavoli
formalmente deputati, rischiano di portare solo all’immediato blocco della trattativa, provocando
così un ulteriore ritardo ed un conseguente danno alle legittime aspettative del personale.
Altra cosa il nuovo contratto, gestito in maniera dilettantesca e con l’avvio di vertenze preventive
fuori dalle sedi negoziali. Le chiacchiere nei corridoi e nelle stanzette fanno male alla trattativa ed
ai lavoratori che invece hanno diritto ad essere ben rappresentati nelle sedi opportune.
Per risolvere queste vertenze, ciascuna con le modalità ed i percorsi previsti dalle norme, occorre il
coinvolgimento dell’autorità politica, non come velata minaccia ma come naturale espressione
delle dinamiche negoziali.
Occorrono proposte chiare e credibili, occorre autorevolezza. Occorre una nuova pagina delle
relazioni sindacali in grado di individuare i problemi, distinguendo quelli che possono essere risolti
direttamente con l’amministrazione, per realizzare i quali sono necessari capacità negoziale e
partecipazione, da quelli che per la loro soluzione richiedono impegni politici e cambiamenti
normativi e che, dunque, abbisognano di un rinnovato spirito collaborativo fra l’amministrazione e
le OO.SS..
Dunque, massimo rispetto per i lavoratori partecipanti all’Assemblea che ha deciso all’unanimità
lo stato di agitazione; massimo rispetto anche per le migliaia di colleghi che non c’erano.
Non prendiamoli in giro, non se lo meritano!
Speriamo quindi che la promessa incrollabile determinazione non resti offuscata dalla pallida luce
del (retro)pensiero.
Florindo Oliverio Angelo Marinelli Sandro Colombi
Fp Cgil Cisl Fp Uilpa
Pubblichiamo l’inquadramento del personale del CNVVF emanato dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane
Pubblichiamo il decreto sui requisiti scolastici per partecipare ai concorsi interni ed esterni per Ispettore
Al Segretario Generale
della Corte dei conti
Cons. dott. Franco Massi
SEDE
Al Vice Segretario Generale
della Corte dei conti
Cons. dott. Saverio Galasso
SEDE
e, p.c. A tutto il Personale
della Corte dei conti
Oggetto: Richiesta incontro urgente.ù
In riferimento a tutti i temi di interesse per il personale dell’Istituto, si chiede alle SS.LL. un urgentissimo incontro al fine di fare chiarezza su tutte le attuali problematiche ed evitare che la strumentalizzazione o la disinformazione sui temi possa mettere a serio rischio la realizzazione di obiettivi tanto attesi in termini di valorizzazione professionale ed economica dei lavoratori.
Si resta in attesa di un riscontro alla presente e si inviano cordiali saluti.
Roma, 21 giugno 2019
S. Di Folco F. Amidani U. Cafiero A. Benedetti F. Stefanangeli
COMUNICATO UNITARIO CCNL FICEI 2019-2021
Si è svolto il 19 giugno u.s. l’incontro per la prosecuzione della trattativa sulla stipula del
nuovo CCNL per i lavoratori dei Consorzi e degli enti di industrializzazione aderenti a FICEI.
Parte datoriale, a parziale modifica di quanto proposto inizialmente, ha chiesto di bloccare gli
aumenti retributivi per 24 mesi. Ha inoltre ribadito l’eliminazione della 14a mensilità per i
nuovi lavoratori, la trasformazione e, di fatto l’eliminazione, della 14a mensilità, per i lavoratori
attualmente in organico, in una sorta di “assegno alla persona” non riassorbibile, da spalmare su
13 mensilità.
Non è ricevibile, a nostro avviso, la proposta di congelare gli aumenti tabellari per 24 mesi
come non è ricevibile l’eliminazione della 14a mensilità. Abbiamo chiesto che i tabellari
prevedano, già nel 2019, almeno un aumento aggiornato agli indici IPCA.
Rispetto a quanto parte datoriale ha affermato circa le situazioni di crisi in cui versano molti
consorzi, abbiamo ribadito la posizione secondo cui non è possibile “ingessare” tutti i consorzi,
compresi quelli virtuosi, costringendoli ad un blocco stipendiale.
In vista dell’Assemblea dei Presidenti dei Consorzi aderenti a FICEI del 27.6.2019, ci siamo
impegnati a far pervenire le nostre proposte sugli aspetti economici del contratto e abbiamo
concordato il prossimo incontro in data 16.7.2019.
FP CGIL CISL FP UIL FPL FINDICI
Paolo Camardella Luigi Caracausi Bruno Galante Gesuino Macis
Pubblichiamo la nota unitaria delle OO. SS. territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF sulla grave carenza del personale sommozzatore che mette a dura prova la sicurezza degli operatori e del soccorso.
Ieri si è tenuta la riunione di insediamento del coordinamento nazionale FP CGIL del MIUR. La riunione, oltre a definire la delegazione trattante nazionale e riconfermare la nuova struttura organizzativa del comparto funzioni centrali è stata occasione di confronto e condivisione.
La prima e più grande criticità rappresentata dai compagni del coordinamento è stata la conica carenza di personale, che riguarda tutti i territori e la stessa amministrazione centrale.
D’altra parte la tabella allegata all’ultimo DPCM di riorganizzazione del MIUR (DPCM 4/4/2019 n.47 pubblicato in GU l’8 giugno 2019) definisce un organico teorico di 5.987 unità di personale nelle tre aree, al netto quindi dei dirigenti.
Dalla lettura del piano di fabbisogno elaborato dal MIUR si rileva che il personale effettivamente in servizio è pari a 3.181 unità, con una scopertura media del 46,79% dell’organico teorico.
Le risorse per le assunzioni, per una spesa pari al 100% delle cessazioni dell’anno precedente a partire dal 2019, integrata dalle risorse aggiuntive previste nella finanziaria 2018 (4.780.284 nel 2019 e 14.340.851 a partire dal 2020) consentiranno, secondo il piano predisposto dal MIUR, l’assunzione di circa 1200 dipendenti nel triennio 2019-2021.
Considerando che la stima delle uscite per i soli pensionamento nel triennio 2018-2020, fatta dal MIUR prima dell’entrata in vigore delle nuove norme in materia pensionistica è di 750 unità e che, a detta dello stesso MIUR, le nuove norme potrebbero determinare “un vero e proprio esodo di personale nella seconda metà del 2019” è evidente che le assunzioni previste nel triennio potranno a malapena coprire le uscite, lasciando quindi gli uffici del Ministero in gravissima sofferenza.
Non è mai superfluo sottolineare come un po’ in tutte le sedi la tenuta degli uffici si basa su un altissimo numero di ore di straordinario da parte dei dipendenti “superstiti” che solo in minima parte (si parla del 20% complessivamente) viene retribuito o utilizzato come riposo compensativo. Ma forse ancora più grave è la circostanza che in alcuni uffici continuano a lavorare regolarmente ex dipendenti in pensione, pare a titolo gratuito, sulla base di presunti accordi con i dirigenti delle rispettive sedi.
A fronte di tale disastrosa situazione, ogni giorno a rischio tracollo, con la possibile compromissione delle attività che garantiscono il diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, da parte del governo non si registra la necessaria ed indispensabile attenzione.
Anche l’ultimo provvedimento in tema di lavoro pubblico, rappresentato dall’approvazione in via definitiva da parte del senato lo scorso 12 giugno del Disegno di Legge “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo” conferma un approccio ben lungi dalla consapevolezza che solo un potenziamento della pubblica amministrazione con un piano straordinario di assunzioni potrà portare al miglioramento della azione amministrativa e sceglie quindi ancora una volta la strada del controllo sui singoli lavoratori (con metodi sicuramente lesivi della dignità del lavoratore e a nostro avviso di dubbia legittimità) a cui si aggiunge il controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni da parte di uno specifico organismo con il singolare e preoccupante coinvolgimento del Ministero dell’Interno tramite i Prefetti.
Il provvedimento in oggetto, infatti,
– integra il D.Lgs. 165/2001 istituendo il cosiddetto “Nucleo della Concretezza” , di fatto un nuovo organismo di controllo delle attività delle pubbliche amministrazioni, compresi gli Enti Locali e gli Enti del Servizio sanitario Nazionale, anche in collaborazione con le Prefetture, che possono segnalare al Nucleo della Concretezza presunte irregolarità, e in questo caso partecipare con proprio personale ai successivi sopralluoghi.
– definisce le nuove misure per il contrasto all’assenteismo, tramite l’introduzione di sistemi di verifica biometrica dell’identità e videosorveglianza degli accessi.
All’attuazione del Nucleo concretezza, che sarà costituito da 53 “unità di personale” vengono destinati oltre 4 milioni annui a partire dal 2019, mentre per gli interventi per il contrasto all’assenteismo vengono destinati 35 milioni di euro nel 2019.
E’ chiaro che si sceglie di investire ancora una volta sulla vessazione del personale e sul controllo ossessivo anziché sul potenziamento della pubblica amministrazione e sulla valorizzazione del personale (già lo stanziamento di risorse per lo straordinario avrebbe costituito un segnale di attenzione).
Per completezza di informazione va detto che il provvedimento:
– inserisce alcune misure per velocizzare le assunzioni e il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, anche tramite la previsione di un portale per la gestione delle domande di partecipazione e delle diverse fasi delle procedure concorsuali, e l’istituzione dell’Albo nazionale dei componenti delle commissioni esaminatrici di concorso. Nello stesso articolo inserisce una ulteriore modifica al D.Lgs. 165/2001 prevedendo la risoluzione dl rapporto di lavoro, in caso di mobilità, anche prima della scadenza dei 24 mesi nel caso il dipendente abbia rifiutato 2 volte l’assegnazione disposta nell’ambito della provincia dallo stesso indicata. Misure comunque insufficiente a realizzare quel potenziamento della pubblica amministrazione che sarebbe necessario per il rilancio di una efficace azione amministrativa.
– Inserisce una ulteriore modifica al D.Lgs. 165/2001 per quanto riguarda la mobilità tra pubblico e privato
– dispone che le pubbliche amministrazioni sostituiscano i buoni pasto non utilizzabili a seguito della risoluzione della convenzione da parte di Consip con altri buoni pasto di valore nominale corrispondente, e istituisce a questo scopo un fondo specifico.
Questo ultimo punto riguarda anche parte dei lavoratori del MIUR, nello specifico quelli che prestano servizio nei territori in cui CONSIP aveva stipulato la convenzione con QuiGroup!, successivamente entrata in procedura fallimentare.
Sarà nostra cura, non appena la legge entrerà in vigore, sollecitare l’amministrazione affinché il credito che vantano i lavoratori venga al più presto saldato.
I compagni del coordinamento hanno poi segnalato gli intollerabili ritardi nella corresponsione del FUA 2017. Su questo punto abbiamo provveduto a sollecitare la Direzione Generale competente che ci ha comunicato che l’OIV ha validato la relazione sulla performance 2017 ma manca il Decreto Ministeriale di riassegnazione delle risorse da parte del Ministero dell’Economia e Finanza .
Ovviamente continueremo a sollecitare per giungere al celere pagamento delle spettanze ai lavoratori.
E’ stata poi suggerito di attivare un confronto con l’amministrazione affinché siano ottimizzate le possibilità di far ricorso alle graduatorie degli idonei, con il coinvolgimento delle sedi decentrate dell’amministrazione, anche al fine di individuare i migliori criteri per poter procedere celermente all’entrata in servizio delle risorse già previste dal piano.
Infine è stata riconfermata la necessità di trovare una soluzione per il personale di altre amministrazioni che a vario titolo presta servizio presso gli uffici territoriali del MIUR.
Per quanto riguarda l’attività contrattuale in corso, abbiamo aggiornato il coordinamento sullo stato dell’arte della trattativa sul FRD 2018, (già oggetto di una precedente comunicazione) per il quale siamo in attesa di una ulteriore convocazione, (che auspichiamo risolutiva) la cui data sarà probabilmente subordinata all’eventuale avvicendamento nelle posizioni dei dirigenti competenti a seguito dell’entrata in vigore, il prossimo 23 giugno, del DPCM di riorganizzazione dell’amministrazione centrale e degli uffici di diretta collaborazione del Ministro.
Alla conclusione della trattativa sul FRD 2018 avvieremo il confronto sul CCNI triennale di ministero, che ci impegnerà come coordinamento nazionale e delegazione trattante nei prossimi mesi.
La situazione del Ministero, in particolare per quanto riguarda la grave carenza di organico, ci spinge a considerare l’opportunità di promuovere nel prossimo futuro azioni di mobilitazione del personale. Dobbiamo rivendicare il diritto per i dipendenti del MIUR di lavorare in modo dignitoso e non è da sottovalutare, peraltro, la circostanza che il mancato adeguamento degli organici, in particolare delle sedi territoriali, alle competenze loro attribuite, possa essere strumentalmente utilizzato per trovare giustificazione e sostenere le già esplicitate pretese di autonomia differenziata da parte di alcune regioni. Esemplificativo, a questo proposito, e senza metterne in dubbio la legittimità trattandosi di Regione a Statuto Speciale, il protocollo già sottoscritto all’inizio dell’anno tra il MIUR e la Regione Friuli Venezia Giulia., propedeutico “alla regionalizzazione del sistema scolastico”.
Ci sarà molto da fare a partire dai prossimi giorni.
Anna Andreoli Roberta Sorace
FP CGIL Nazionale Coordinatrice FP CGIL MIUR
Esecutivo Funzioni Centrali
Firmato l’accordo FUA 2019 – Notizie sui pagamenti conto terzi e valorizzazione
Ieri abbiamo siglato finalmente l’accordo FUA 2019, che adesso intraprende il suo faticosissimo iter autorizzativo nella speranza di non dover rincorrere gli organi di controllo nell’imminenza delle scadenze relative all’esercizio finanziario. Lo ricordiamo: l’anno scorso solo in extremis, e dopo avere minacciato lo sciopero, siamo riusciti a smuovere il MEF che, a seguito della firma definitiva, aveva omesso di stanziare le risorse necessarie per pagare il dovuto ai lavoratori.
Non vogliamo certo ripercorrere quelle tappe e quindi ci auguriamo che si arrivi alla firma definitiva nel più breve tempo possibile, non senza rilevare questo inaccettabile atteggiamento da parte degli organi di controllo, che da un lato si riempiono la bocca con la produttività e dall’altro non capiscono perché questa si debba pagare in tempo reale e cercano in ogni modo di scavallare l’anno. Pertanto a settembre ci aspettiamo di avere l’accordo definitivo e subito dopo l’assegnazione delle risorse in modo da consentire il pagamento ai lavoratori a ottobre novembre.
L’accordo FUA consente un congruo utilizzo delle risorse e l’incidenza della diminuzione per effetto delle somme impegnate per le progressioni è risultata non particolarmente pesante rispetto agli equilibri contabili ed alla certezza delle somme impegnate per il pagamento di turnazioni e progetti nazionali.
Abbiamo in questo contesto ritenuto utile l’aumento della somme stanziate per le turnazioni, perché
questo ci consente di valutare un aumento delle tariffe, almeno al momento di quelle relative alle turnazioni diurne, ed in tal senso abbiamo chiesto alla DG Bilancio di formulare delle ipotesi di incremento delle tariffe sulla base della somma complessiva stanziata.
Inoltre nell’accordo abbiamo destinato una somma pari a circa 9 milioni di euro per la contrattazione locale, recuperando nel cui ambito le economie maturate sulle turnazioni e sui progetti nazionali nel 2018 e viene confermata la somma di 3 milioni di euro per le posizioni organizzative.
Il giudizio complessivo su quest’accordo è pertanto positivo e ci consente di essere moderatamente ottimisti per il futuro, considerata la prevista assegnazione di ulteriori 10 milioni di euro nel prossimo esercizio finanziario nonché verificando l’impegno assunto dal Ministro nella riunione ultima di individuare nuove forme di finanziamento aggiuntivo del FUA , a valere sugli introiti di bigliettazione.
Sempre ieri abbiamo avuto aggiornamenti rispetto all’iter dei pagamenti del conto terzi maturato dai lavoratori e dei progetti di valorizzazione 2018.
Per quanto riguarda i pagamenti conto terzi, una prima tranche, relativa al maturato 2018, è nel decreto di variazione di bilancio che deve firmare il Ministro dell’Economia e subito dopo essere certificato dalla Corte dei Conti, e pertanto è di imminente emanazione il relativo decreto di riparto, per la seconda tranche, sempre relativa al maturato 2018, siamo in fase di predisposizione del decreto di variazione e anche per questo non si prevedono tempi lunghi per la conclusione dell’iter faticoso di assegnazione delle risorse. Il DG Bilancio si è mostrato anche ottimista per la quota relativa al maturato 2019, la più corposa per la quale si prevede entro luglio la conclusione delle procedure.
Sappiamo che queste lungaggini burocratiche stanno facendo giustamente arrabbiare i lavoratori, abituati a ricevere i compensi per queste prestazioni in tempi certamente più celeri. Ma dobbiamo ulteriormente precisare che queste procedure sono figlie del cambiamento normativo prodotto dalla norma che obbliga i concessionari a versare in anticipo l’importo dovuto in conto entrate bilancio dello Stato e della modalità di pagamento, indirizzate sulla linea del cedolino unico. Un cambiamento che ha avuto da un lato l’effetto di garantire certezza della retribuzione evitando le situazioni di inadempienza da parte dei concessionari che purtroppo abbiamo spesso verificato, dall’altro ha prodotto una dilatazione eccessiva dei tempi di retribuzione per effetto della somma dei complessi passaggi burocratici che sovrintendono le fasi di inglobamento e ripartizione delle risorse. Un problema che non riguarda certo il comportamento della DG Bilancio, e per la quale si stanno tentando di trovare soluzioni contabili che possano consentire almeno certezza periodica, indicata dall’Amministrazione come semestrale, di avere quanto dovuto.
Questo presuppone la necessità di inserire questa spesa nella programmazione ordinaria in modo
da sganciarla dal circuito perverso relativo alle fasi di inglobamento e riassegnazione delle risorse per
le quali è sempre necessario un decreto a firma del Ministro dell’Economia. Ipotesi a cui la DG Bilancio
sta lavorando in modo da far entrare a regime dal 2020 questa modalità agevolata di assegnazione delle risorse.
Per quanto riguarda le somme relative al pagamento dei progetti di valorizzazione 2018 ci è stato comunicato che stanno per essere assegnate le risorse e che pertanto, in tempi brevi, sarà possibile procedere al pagamento delle stesse.
Ricordiamo inoltre che anche queste somme saranno retribuite con la modalità del cedolino unico.
Infine vi comunichiamo che il DPCM autorizzativo il programma assunzioni 2019 è stato firmato dal Ministro dell’Economia e adesso è alla certificazione della Corte dei Conti, che ha tempo 30 giorni per certificarlo salvo eventuali rilievi. Pertanto è possibile ipotizzare l’emanazione del bando nel periodo immediatamente successivo l’avvenuta certificazione. Il bando riguarderà l’assunzione di 1052 assistenti alla vigilanza e di 250 funzionari amministrativi. Il Bando si farà, contrariamente a quanto annunciato, con un concorso su base nazionale e non regionale e sarà gestito dalla Funzione Pubblica con una preselezione e poi la fase concorsuale vera e propria.
Sarà nostra cura aggiornarvi tempestivamente sull’evoluzione di queste procedure.
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni
Il Paese va male e il Mezzogiorno ancora peggio. Alla vigilia della manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil ‘#FuturoAlLavoro – Ripartiamo dal Sud per unire il Paese’, in programma sabato 22 giugno a Reggio Calabria, le nuove previsioni dell’Istat – insieme alle implementazioni dello Svimez – rafforzano le ragioni della mobilitazione unitaria per rivendicare una seria politica industriale, investimenti e il rilancio del Mezzogiorno.
I dati dell’Istituto statistico contenuti nel rapporto annuale illustrato dal presidente Blangiardo giovedì in Parlamento disegnano un quadro drammatico in termini di ricchezza prodotta, con un Pil previsto a fine anno vicino allo zero. Non solo, come ha rilevato la Cgil a commento dei dati, il rapporto scatta “una fotografia impietosa di un’Italia ferma per crescita economica, occupazionale e demografica”.
Ancora una volta è il Sud a segnare il passo. “Vediamo un rischio di recessione nel Mezzogiorno già nella prima metà del 2019 – hanno commentato dallo Svimez -. Con riferimento alla dinamica economica nella seconda parte del 2018 nel Sud l’andamento è stato peggiore rispetto al Centro-Nord e anche la dinamica occupazionale è stata negativa. Il primo trimestre 2019 è in contrazione, facendo così contare il terzo trimestre consecutivo di calo degli occupati”. Una ‘recessione tecnica occupazionale’, la definiscono allo Svimez, che si trascinerà dietro anche un Pil negativo.
La dinamica dei servizi pubblici nel Mezzogiorno segna il passo. La stessa Svimez, nel suo rapporto annuale dedicato al Sud, dedica un passaggio al settore pubblico, partendo dallo smentire la “tesi ricorrente che gli occupati nel settore pubblico siano quasi tutti concentrati al Sud”. Al contrario, si legge nel rapporto, emerge, dati alla mano, che nel Mezzogiorno sono, invece, calati in modo significativo i dipendenti a tempo indeterminato nella PA: sono oltre 25mila (-5,8%) in meno nel periodo 2011-2015. Aumentano, invece, quelli a tempo determinato, oltre 4mila (+11,2%). Nel 2015 i valori più elevati di dipendenti pubblici per 100 abitanti si sono registrati nel Centro e nel Nord-est, rispettivamente con il 5% e il 4,9%. Il Nord-Ovest fa registrare il valore più basso (4,1%), mentre il Mezzogiorno si colloca in una posizione intermedia con 4,7% dipendenti pubblici ogni 100 abitanti.
Sabato 22 giugno manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil a Reggio Calabria alla presenza dei segretari generali, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, per rivendicare una seria politica industriale, investimenti e il rilancio del Mezzogiorno. ‘#FuturoAlLavoro – Ripartiamo dal Sud per unire il Paese’, queste le parole di una manifestazione che vedrà il corteo partire da piazza De Nava alle ore 9.30 per raggiungere Piazza Duomo dove, dalle ore 11, prenderanno la parola i segretari generali. (Leggi la piattaforma unitaria)
Abbiamo chiesto alle nostre categorie del Mezzogiorno, le ragioni della presenza dei servizi pubblici in piazza sabato a Reggio Calabria. Partendo dalla ‘padrona di casa’, Alessandra Baldari, segretaria generale della Fp Cgil Calabria. Tante le ragioni, una in particolare: la Sanità, per altro a pochi giorni dall’approvazione del decreto Calabria. Il rischio concreto, osserva la dirigente sindacale, è la chiusura di molte unità operative in Calabria, con la prospettiva nera di una vera e propria paralisi. Altra nota dolente è quella dei precari degli enti locali. “Abbiamo bisogno di stabilizzarli, dal momento che è previsto un numero molto elevato di pensionamento con Quota 100 – spiega Baldari -. Stesso discorso vale per la Giustizia, dove il carico di lavoro è particolarmente gravoso, considerata la forte presenza di criminalità organizzata sul tessuto socio economico. È necessario ripristinare percorsi di legalità nella Pubblica Amministrazione, a partire dalle aziende sanitarie, per finire con le istituzioni locali”.
C’è bisogno di politiche per il Mezzogiorno, osserva il segretario generale della Fp Cgil Puglia, Biagio D’Alberto: “Le Regioni del Sud sono quelle fortemente penalizzate dalle scelte fatte nelle politiche di sviluppo. Non si considera la possibilità di accorciare le distanze con le aree del Paese maggiormente sviluppate. Noi vorremmo che un Sud centrale nella ripresa dello sviluppo, non solo del Sud stesso, ma del Paese intero”. Per rispondere alla grande domanda di cambiamento del Mezzogiorno occorre investire sui servizi pubblici, aggiunge Giuliana Scarano, segretaria generale Fp Cgil Basilicata: “Affinché – afferma – la scuola, la sanità, i servizi siano motore di sviluppo e garanzia di diritti universali, occorre una nuova stagione di investimenti”.
Un’urgenza mette d’accordo tutti, il potenziamento dei servizi. Come? “Attraverso le assunzioni, ancora più importanti per le regioni del Mezzogiorno dove il disagio sociale e la povertà sono oltre la media nazionale e dove, per paradosso, ci sono i superticket in sanità”, spiega Alfredo Garzi, segretario generale della Fp Cgil Campania, nel sottolineare, anche lui, gli effetti sui servizi pubblici di Quota 100 e di un’età media dei dipendenti molto elevata che produrrà una desertificazione occupazionale.
Non cambia la situazione in Sicilia, con Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp Cgil regionale, che dice: “Qui non si riescono a garantire nemmeno i servizi essenziali”. Tra le tante questioni che investono l’isola, una in particolare: il tema del sistema dei rifiuti: “Non si riesce a definire – afferma – una legge che dia input ai sindaci per avviare un piano di raccolta differenziata”. Caso di scuola, invece, in termini di servizi al collasso, la vicenda dei medici militari chiamati a coprire le carenze di organico in Molise, per evitare la chiusura di reparti, ricorda Paola Puglielli, segretaria generale della Fp Cgil Abruzzo Molise. Fatto emblematico di una situazione critica che investe l’intero Mezzogiorno ma qui, in particolare, vicina al punto di non ritorno.
Infine, Sardegna in linea: quasi come a fare dello stato dei servizi il collante del Mezzogiorno. Preoccupa l’autonomia differenziata che, in attesa di variazioni, divide il paese, così come anche in questa regione il rischio è lo svuotamento dei presidi pubblici e l’azzeramento dei servizi. “Se si riducessero ulteriormente le risorse, se non si intervenisse al più presto, non saremmo più in condizione di garantire i servizi ai cittadini, in alcun modo”, dice Roberta Gessa, segretaria della Fp Cgil Sardegna.
Tante le ragioni – qui per ragioni di spazio ovviamente in sintesi – che porteranno le lavoratrici e i lavoratori dei servizi pubblici del Mezzogiorno in piazza sabato a Reggio Calabria. Serve interrompere questa progressiva discesa del Sud. Servono investimenti nel pubblico e nel privato che garantisce servizi pubblici (nel Mezzogiorno, ad esempio, come in tutto il paese continua la vertenza per il rinnovo del contratto della Sanità privata) per rilanciare la dignità e il valore di un territorio che ha tanto da offrire. Da Reggio Calabria per ripartire, dal Sud per #FuturoAlLavoro.
Al Capo di Stato Maggiore Esercito
Gen. di Corpo d’Armata Salvatore Farina
Al Col. a. (ter.) s. SM Riccardo Fambrini
Al Magg. a. (ter.) t.ISSMI Carlo E. Cornacchione
III Reparto Pianificazione Generale
Ufficio Organizzazione delle Forze
4^ Sezione Coordinamento – Ufficiale addetto
e,p.c.
Al Gabinetto del Ministro della Difesa
R o m a
OGGETTO: Scheda informativa provvedimenti ordinativi E.R., Toscana e Umbria.
Con riferimento ai contenuti della mail avente pari oggetto fatta pervenire alla scrivente
Segreteria nazionale lo scorso 17 Giugno, e in relazione agli inviti alla collaborazione tra le
parti più volte espressi dal sig. Capo di Stato Maggiore nel corso degli incontri tenuti presso
palazzo esercito, di seguito si esprimono alcune valutazioni in ordine ai provvedimenti
ordinativi che codesto Stato maggiore si appresterebbe ad adottare sulle articolazioni
ordinative degli Enti insistenti nelle regioni Emilia Romagna, Toscana e Umbria.
Regione Toscana.
Per quanto attiene all’Istituto Geografico Militare di Firenze, come noto uno dei più
avanzati ed apprezzati enti cartografici in Italia, nell’allegare alla presente due tabelle numeriche
riferite alle attuali carenze da noi registrate nei profili professionali esistenti, ci corre
l’obbligo di segnalare – non senza manifestare grande preoccupazione per il buon funzionamento
e le prospettive dell’Ente, oltre che per il mantenimento dei necessari livelli occupazionali
riferiti in particolare alle professionalità civili – che da un’attenta analisi compiuta sull’elaborato
fatto pervenire da codesto Stato maggiore si evince un taglio di circa 47 unità
dall’attuale e tuttora vigente tabella organica, senza tuttavia conseguire alcun risultato tangibile
nei sensi comunicati, considerato che dagli ultimi dati conosciuti il personale effettivo che risulta
essere attualmente in forza in quell’Ente è di 537 unità, mentre quello previsto dalle nuove
dotazioni organiche sarebbe di 645.
Inoltre, stando alle comunicazioni ricevute con la mail in argomento, di quelle 47 unità
ben 32 sarebbero quelle ridotte in soli due profili tecnici, peraltro specifici e funzionali alle
competenze dell’Ente; un taglio netto di 9 funzionari tecnici per la cartografia, e 23 assistenti
tecnici per la cartografia e la grafica, mentre – di contro – ci risulta che l’attuale Comandante,
proprio in ragione delle esigenze funzionali riscontrate nell’istituto, abbia legittimamente chie-
sto a codesto Stato maggiore di bandire un concorso per 26 posti con profili tecnici, ovvero 8
funzionari per la cartografia e 18 assistenti per la cartografia e grafica, esattamente come il
bando di assunzioni di 8 Funzionari Tecnici per la Cartografia e 18 Assistenti Tecnici per la
cartografia e la grafica che fu per quell’Ente a suo tempo richiesto alla Ministra Pinotti, purtroppo
senza alcun risultato.
In ragione di quanto appena espresso e, in particolare, della mission istituzionale affidata
all’IGM, non si riesce a comprendere né il senso e né la finalità dell’azione avviata.
Perché stante il numero dei dipendenti complessivamente previsti dalla nuova tabella,
largamente superiore a quello previsto da quella vigente, a conti fatti non si realizza affatto
quella riduzione che si vorrebbe perseguire in attuazione del menzionato D.M. 29.06.2016,
ma, al contrario, si determina solo un incomprensibile forte diminuzione dei ruoli tecnici specifici
indispensabili all’istituto in favore di un’altrettante inspiegabile mantenimento/aumento previsto
per quelli amministrativi.
Se l’intenzione è realmente quella di operare sulle p.o. in funzione dei vincoli stabiliti
dal predetto D.M., allora questa riduzione non può essere imposta – a giudizio della scrivente
– sacrificando le figure tecniche previste e funzionali al buon andamento dell’Ente, ma intervenendo
in maniera organica specialmente sui ruoli amministrativi.
Per quanto riguarda la RCST – Divisione Friuli, invece, stante le esigenze manifestate,
sarebbe necessario prevedere in tabella l’aumento di una posizione di Assistente Tecnico
per l’edilizia e le manutenzioni, attualmente assente, se del caso riducendo di una unità il ruolo
di Assistente Amministrativo.
Sulla DAE, a fronte della p.o comunicata che prevede 2 funzionari, allo stato attuale ci
risulta ne sia rimasto solo uno, mentre su una previsione di 17 posti di Assistente Amministrativo
attualmente in servizio ve ne sono 21, di cui 2 in comando. Gli
Addetti Amministrativi previsti sono 9 mentre quelli in servizio sono 7, e gli Ausiliari previsti
sono 4, come pure quelli effettivamente in servizio.
Sommando questi numeri, sarebbero 32 le figure professionali previste sulle 33 attualmente
in servizio. Ergo, nel contesto generale una è in esubero, mentre nello specifico ci
sono ben 4 assistenti amministrativi in più.
In proposito, sarebbe opportuno far conoscere alle rappresentanze sindacali del personale
civile il criterio utilizzato nella circostanza.
Regione Umbria
Per quanto concerne il CSRNE di Foligno, la nuova p.o. predisposta da codesto Stato
maggiore conferma sostanzialmente i numeri previsti da quella esistente.
Tuttavia è noto che a partire dall’ormai lontanissimo anno 2002 le OO.SS. hanno più
volte chiesto – per adeguare la p.o. alle esigenze funzionali della struttura – un ampliamento
della pianta organica, in particolare 1 Funz. Ammvo III Area e 3 Assist. Amm.vi II Area), che
non hanno mai ottenuto.
In ultimo, non certo per importanza, segnaliamo il problema tuttora irrisolto afferente il
personale civile assegnato a Foligno extra organico nel 2004 proveniente dal SMMT di Baiano
di Spoleto, per il quale le OO.SS. ne hanno ripetutamente chiesto l’assorbimento in pianta
organica (attualmente sono rimaste 6 persone della II Area (4 Addetti Sett. Amm.ne e 2 Addetti
Servizi Generali).
Ora, fermi restando i vincoli imposti dal predetto DM, se questo è il responso che
emerge da una verifica assolutamente parziale compiuta sugli enti e sedi della F.A. di due
sole regioni, il quadro che se ne ricava non può che essere profondamente diverso da quello
più volte prospettato dal Capo di SME, sia in termini di volontà di adeguamento degli organici
del personale civile, ergo possibilità assunzionali, che del supposto miglioramento della funzionalità
delle strutture gestite, soprattutto in chiave futura.
E allora, se questa è la situazione, risulta sin troppo facile dedurre che al di là delle affermazioni
e delle presunte disponibilità manifestate nei confronti delle rappresentanze sindacali
nazionali nel corso degli incontri programmati, sussiste – a giudizio della scrivente – un
serio problema che attiene alla qualità e alla quantità degli interventi in tal senso prodotti e,
quindi, anche alla credibilità stessa dell’istituzione che li promuove.
Questioni che auspichiamo di poter affrontare e chiarire già nel prossimo incontro tra
le parti fissato per il 3 Luglio prossimo.
Con viva cordialità
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Ministero Difesa
Francesco Quinti