Al Presidente
Prof. Pasquale Tridico

Gentilissimo Presidente,
Con la presente le chiediamo degli interventi per poter sbloccare una serie di questioni di rilievo, tuttora pendenti:
– il 18 aprile scorso, grazie anche al suo decisivo intervento, si è finalmente sbloccata la trattativa sul CCNI dell’Inps, che ne ha portato alla firma. Tuttavia, sarebbe ora utile e necessario un suo autorevole intervento sugli organi di controllo, per accelerare i tempi previsti per le verifiche e consentire ai dipendenti dell’Ente di percepire il salario accessorio relativo ad attività abbondantemente
chiuse.
– Nel corso dei primi incontri al tavolo nazionale, lei si disse favorevole sia a una riscrittura della Determina Presidenziale n. 177/2018 – relativa ai criteri per le progressioni verticali – così da snellirne l’iter, sia a un ampliamento del numero di posti disponibili per le progressioni verticali per il 2020. Le chiediamo, pertanto, di farsi parte attiva all’interno dell’Ente per la convocazione urgente di un tavolo nazionale in cui affrontare e, possibilmente, definire questi argomenti.
– Come lei ben sa, è in corso un processo assunzionale di particolare rilievo all’interno dell’Istituto. Da quanto dichiaratoci al tavolo nazionale, pare tuttavia che, a causa di ostacoli burocratici, l’Inps procederà, a luglio, all’immediata assunzione di circa 2.000 persone, a fronte delle 3.000 inizialmente comunicateci.
Le chiediamo, pertanto, di attivarsi presso gli organi deputati al rilascio delle autorizzazioni per far sì che l’intera graduatoria del concorso da consulenti della protezione sociale possa essere utilizzata ed esaurita dall’Inps nei tempi che ci erano stati originariamente comunicati (3.000 ingressi entro luglio con successivo esaurimento della graduatoria a metà novembre, superato il blocco normativo delle assunzioni), e che nello stesso percorso siano compresi i 74 posti della graduatoria dei B1, sottoposta alla “mannaia” della decadenza del 30 settembre p.v., prevista per legge.
Crediamo che su questi temi si possano già dare le prime risposte concrete sul ruolo dell’Inps e sulla sua valorizzazione all’interno del lavoro pubblico.
In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti.

 

FP CGIL                                            FP CGIL
Antonella Trevisani                          Matteo Ariano

Pubblichiamo il D.M. contenente l’equiparazione dell’indennità di amministrazione-AOO-DAG – XX SETT Protocollo numero:0066499 del 11/06/2019

CRITERI TRASFERIBILI –MOBILITA’ 2019

Come preannunciato, si è svolto in data odierna l’incontro conclusivo relativo ai criteri di mobilità
volontaria per l’anno 2019 iniziato lo scorso 5 febbraio.
Nell’ambito degli incontri avuti, ed in considerazione della carenza di organico, specie delle sedi periferiche , aggravato dai prossimi pensionamenti ordinari ai quali si devono aggiungere quelli per“ quota 100”, avevamo proposto all’amministrazione una serie di punti al fine di aggiornare le disposizioni
per la mobilità all’interno dell’amministrazione che risalgono all’agosto 2013.
Il delicato confronto ha avuto momenti difficili, in cui la parte sindacale ha sostenuto con molta forzale proprie posizioni.
Pertanto l’intesa raggiunta costituisce il punto di mediazione possibile a condizioni date, ricordando che la materia non è oggetto di accordo ma di concertazione, ed in considerazione che l’amministrazione per l’anno 2020 intende modificare le procedure ed i criteri per l’attuazione della mobilità, per cui l’intera materia sarà da rivedere.
I criteri definiti, oltre ai criteri previsti nell’ambito del programma di mobilità ordinaria, ha recepito le seguenti integrazioni richieste dalla parte sindacale:
– gli operatori amministrativi stabilizzati , già coadiutori a tempo determinato, possono produrre domanda di trasferimento ed essere inseriti nelle graduatorie ordinarie, (ad oggi non era previsto);
– i movimenti ex lege 104/92 saranno autorizzati con cadenza semestrale e non più annuale;
– è stato disciplinato l’esercizio del diritto di cui all’articolo 42 bis della legge 151/2001 ed alla legge n. 104/1992 dei funzionari amministrativi assunti quest’anno per le esigenze delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale ed attualmente privi di tale diritto;
– con i medesimi criteri previsti dai dipendenti che hanno prodotto istanza dal 1995 al 2005 saranno disposti i movimenti di coloro che sono stati inviati in missione a decorrere dal 1 gennaio 2011 e fino al 31 dicembre 2018, ed aspirano ad un trasferimento definitivo;
– per gli assistenti linguistici il cui profilo è ad “esaurimento”si procederà al trasferimento qualora vi sia posto nella sede richiesta, avendo riguardo non solo al profilo professionale ma all’intero settore linguistico.
– stessa possibilità viene data agli ausiliari qualora vi sia posto nella sede richiesta , avendo riguardo alla copertura del 50% dell’intera Area I.
Le altre proposte sindacali, avanzate nel corso di questa lunga trattativa, sono state inserite in una dichiarazione congiunta da noi considerata presupposto imprescindibile alla definizione dei criteri di mobilita volontaria 2019.
Riteniamo infatti dirimente nei prossimi mesi, procedere anche agli scambi di sede in ambito nazionale ed addivenire ad un confronto trasparente sui criteri relativi ai distacchi temporanei , procedendo sempre ad un preventivo confronto tra le parti.
Anche su questi punti l’amministrazione ha accettato molti dei nostri suggerimenti e possiamo dare una valutazione positiva dell’intesa raggiunta.
L’Amministrazione procederà nei prossimi giorni alla pubblicazione delle graduatorie e nel rispetto dei tempi previsti dalle procedure, si prevede che i trasferimenti partiranno dal prossimo settembre.
Ci auguriamo che il lavoro compiuto possa rispondere alle richieste di tutti coloro che da tempo sono in attesa di veder riconosciuta la loro legittima richiesta di trasferimento.

Adelaide Benvenuto
Fp Cgil Nazionale Ministero Interno

Alle lavoratrici e ai lavoratori del MIUR
Resoconto incontri 24 maggio e 6 giugno

In data 24 maggio e 6 giugno 2019 si sono svolti due ulteriori incontri di contrattazione decentrata tra la delegazione di parte pubblica del MIUR e le rappresentanze delle organizzazioni sindacali firmatarie del CCNL.
All’incontro del 24 maggio l’amministrazione, sulla base della comunicazione sull’entità delle risorse disponibili sul FRD ha presentato una proposta di utilizzo che sostanzialmente si può riassumere nei seguenti punti:
• aumento del 25% rispetto a quanto definito dal CCNL della quota di maggiorazione per i turni notturni e notturni/festivi.
• pagamento al personale ex area vasta delle competenze per gli anni precedenti nelle more di una eventuale costituzione di apposito fondo, come anticipato nella riunione del 15 maggio scorso.
• destinazione della quota residua (al netto quindi delle spese per i due punti precedenti nonché delle risorse necessarie al pagamento delle progressioni economiche degli anni precedenti) ai premi per la performance organizzativa per il 50% e individuale per il restante 50%.
• maggiorazione del premio individuale prevista dall’art. 78 del CCNL al 30% rispetto al valore medio pro-capite (valore minimo previsto dal CCNL) e attribuzione al 30% del personale, con risorse da prelevare da quanto destinato alla performance organizzativa.
• predeterminazione del numero massimo di persone per ciascun ufficio a cui il dirigente potrà attribuire il punteggio massimo utile a vedersi riconosciuta la maggiorazione del premio individuale prevista dall’art. 78.
E’ seguito un giro di tavolo in cui come FP CGIL abbiamo fatto le seguenti osservazioni:
• l’informazione sull’entità del FRD è stata fornita in maniera estremamente approssimativa, tanto che non è stato possibile ricondurre le diverse voci a quanto previsto dal CCNL all’art. 76 – Costituzione fondo risorse decentrate, elemento indispensabile per una valutazione complessiva dei criteri da adottare per la destinazione del fondo stesso.
• la proposta dell’amministrazione rispetto alla differenziazione del premio individuale non è  condivisibile poiché tramite la suddivisione al 50% per ciascuna delle tipologie (organizzativa e individuale), l’alta percentuale dei destinatari, e la previsione di finanziare la differenziazione del premio individuale con risorse destinate alla performance collettiva comporterebbe un marcato sbilanciamento dell’utilizzo delle risorse verso la performance individuale. Inoltre, predeterminando il numero di beneficiari per ciascun ufficio di fatto si consegnerebbe l’istituto alla piena e totale discrezionalità dei dirigenti.
• Proprio per ridurre l’impatto dell’istituto ex art. 78 del CCNL sul premio per la performance individuale di tutti i dipendenti abbiamo invece concordato sulla proposta di fissare al 30% la misura della maggiorazione rispetto alla quota media pro-capite, che è quella minima prevista dal contratto;
Per quanto riguarda gli altri istituti da finanziare con le risorse del FRD:
• abbiamo concordato sulla soluzione proposta per i lavoratori ex area vasta in mobilità verso il
MIUR che avevamo noi stesso sollecitato

• abbiamo concordato anche sulla rivisitazione delle quote destinate ai turni più gravosi, (anche
in questo caso su nostra sollecitazione) che sono risultati penalizzati dall’applicazione delle
nuove maggiorazioni previste dal CCNL. Su questo punto abbiamo chiesto di avere le tabelle di corresponsione anno 2016 per una analisi più dettagliata.
Abbiamo inoltre chiesto di avere una informativa dettagliata rispetto agli organici teorici del Ministero,
alle carenze di organico e al piano triennale di fabbisogno del personale, in vista delle procedure di
assunzione che l’Amministrazione intende programmare.
Le nostre osservazioni sono state recepite in particolare da CISL e UIL e da alcune delle OO.SS. presenti al tavolo, pur con qualche distinguo. Più sfumate (e a tratti incomprensibili) sono state le osservazioni delle altre OO.SS.
L’amministrazione, vista la scarsa adesione alla propria proposta ha quindi aggiornato il tavolo chiedendoci di formulare una controproposta.
Nel frattempo si sono impegnati a completare l’informativa rispetto ai dati del fondo e a quelli del personale.
L’incontro del 6 giugno si è incentrato sulla proposta che abbiamo elaborato con CISL e UIL, che,
all’interno di un quadro normativo che richiede di garantire la differenziazione delle risorse destinate
al personale per la performance individuale prevede che:
• si utilizzino per la maggiorazione unicamente le risorse destinate alla performance individuale
• si limiti la platea dei percettori della maggiorazione in modo da garantire una quota maggiore
di produttività alla generalità dei dipendenti
• si identifichi il livello di contrattazione di sede come luogo in cui definire la percentuale di destinatari
della maggiorazione nell’ambito del tetto che verrà definito a livello nazionale
• venga individuata una modalità per gestire eventuali casi di pari-merito eccedenti la percentuale
definita
L’Amministrazione ha ascoltato le spiegazioni della proposta e si è riservata di fare un approfondimento per dare una valutazione definitiva in un prossimo incontro per il quale non abbiamo ancora una data fissata, ma che contiamo si possa tenere entro la prossima settimana.
Sebbene i rappresentanti dell’amministrazione non si siano sbilanciati rispetto all’apprezzamento della proposta l’impressione è che non abbiano particolari problemi rispetto al primo e terzo punto (risorse e rafforzamento del ruolo della contrattazione di sede), mentre abbiamo registrato una certa resistenza all’idea di tenere bassa la percentuale dei beneficiari del premio.
Ovviamente queste “impressioni” andranno verificate nel prossimo incontro.
Come potete intuire la trattativa si svolge con una discreta fatica, ma noi non desistiamo, se qualcuno
si stancherà non saremo certo noi e vi terremo informati di ogni ulteriore sviluppo.
Vi terremo informati di ogni ulteriore sviluppo e nel frattempo vi rammentiamo la riunione del coordinamento nazionale MIUR in videoconferenza fissata per il 20 giugno alle ore 15.30.

 

FP CGIL
Anna Andreoli /Roberta Sorace

Ancora una volta: chi governa pensa che la risoluzione di tutti i mali passi per la riorganizzazione degli uffici.

Si è tenuta, nel pomeriggio di mercoledì scorso, la riunione per la prima discussione circa l’ennesima
proposta di riorganizzazione del Mit.
Questa ci è stata presentata, prima dal Ministro e poi dal Capo di Gabinetto, come necessaria al fine di rilanciare le funzioni essenziali del Ministero e per restituire centralità e maggiore efficienza a tutte le strutture, anche al fine di provare ad intercettare le nuove sfide a cui, come Amministrazione, siamo chiamati a rispondere.
Come FP CGIL abbiamo sottolineato come:
a) alla bozza di Decreto allegata, manca del tutto la parte relativa agli organici del personale. Questo, ovviamente, non può che farci allarmare posta la gravissima situazione di sottorganico in cui versa il Mit che, non a caso, è alla base della proclamazione dello stato di agitazione del personale da parte di CGIL, CISL e UIL. E’ del tutto evidente, quando si parla di processi di riorganizzazione, che non si possa prescindere dalla valorizzazione e dalla messa a fattore del personale che si ha a disposizione: pertanto, qualsiasi proposta dovrebbe vedere l’impegno dell’Amministrazione circa un piano straordinario di assunzioni, ben oltre il semplice turn over, che possa davvero consentire al Mit di essere messo nelle condizioni di esercitare le proprie funzioni: per questo siamo stati in piazza sabato 8 giugno e per questo continueremo, con ogni mezzo, non escludendo lo sciopero generale, fino a quando non avremo risposte definitive nel merito delle rivendicazioni avanzate. Insomma, in presenza di uffici, in particolare quelli periferici (e ci riferiamo alle Motorizzazioni, ai Provveditorati e alle Capitanerie di Porto) in cui la presenza del personale è ben al di sotto di quanto previsto dalle piante organiche, troviamo poco opportuno, parlare di riorganizzazione complessiva del Mit;
b) entrando nel merito della proposta, quel che balza immediatamente agli occhi è che si passa da due a tre capi dipartimento ma, nel contempo, diminuisce il numero dei Dirigenti Generali (quelli che gestiscono la macchina amministrativa) che passano da 39 a 38: ovviamente, con la nascita del terzo dipartimento, nasce anche un nuovo ufficio di coordinamento che avrà sicuramente bisogno di personale che, per forza di cose, sarà spostato da altri uffici operativi;
c) ad un primo esame, risulta evidente, balza agli occhi per così dire, che ci sono Direzioni con un grande carico di lavoro e altre che si vedono assegnate carichi di lavoro molto meno impegnativi;
d) posto che non abbiamo numeri a disposizione (tranne quelli dei Dirigenti Generali e dei Capi Dipartimento), il giudizio non può che rimanere sospeso per tutto quello che attiene la riorganizzazione,
in particolare in sede periferica. Abbiamo ribadito come sia soprattutto nelle sedi periferiche che si gioca la partita della fruizione dei diritti da parte dei cittadini e della erogazione degli stessi da parte dell’Amministrazione: a tal proposito, richiamandoci alla dimensione attuale, ci sembra non rispondente ai criteri di democrazia del sistema – ma anche se volessimo attenerci a parametri più economicistici, di efficacia e di efficienza – una Amministrazione con competenze spesso regionali quand’anche non addirittura, sovraregionali. Diviene, pertanto essenziale, ricondurre a dimensioni più accettabili gli ambiti di competenza degli uffici.
e) si è posta la questione delle Capitanerie di Porto, poiché, mentre nell’organigramma li si individua come uffici periferici, nulla rileva ad una lettura attenta della bozza di decreto. Per quanto ci riguarda, è ora che questa anomalia venga sanata e si restituisca dignità, anche dal punto di vista della stesura formale dell’eventuale decreto di riorganizzazione ad un personale che rischia di sentirsi estraneo alla propria amministrazione;
f) infine, si è rilevato come la Direzione per l’intervento statale e abitativo e gli interventi speciali assommerebbe le responsabilità di due settori molto diversi: quello delle opere pubbliche di competenza statale (edifici scolastici, edilizia per Forze Armate, edilizia per la costruzione di case circondariali o di reclusione e via dicendo) e quello dell’edilizia abitativa con i relativi interventi speciali che mirano, da una parte, alla riduzione del disagio abitativo e a consentire l’accesso alle abitazioni in locazione, dall’altra a ridurre l’abusivismo edilizio e ad individuare programmi speciali di edilizia speciale e ad elaborare indirizzi per l’edilizia abitativa. Di fronte al grandissimo problema dell’emergenza abitativa nel nostro Paese, pensiamo sia utile riaffermare l’importanza strategica di una direzione del Mit che si occupi, nello specifico, del diritto alla casa.

 

la coordinatrice Fp Cgil Mit                                        p.la Fp Cgil nazionale
Carmen Sabbatella                                                         Paolo Camardella

Donne della Polizia Penitenziaria in netta minoranza, con pochi posti disponibili nei concorsi, escluse dai percorsi di carriera. Cosa vuol dire essere donne poliziotte, in un ambiente da sempre maschile

 

Come vive una donna che lavora in un carcere? Con quali condizioni di lavoro ha a che fare ogni giorno? Cosa vuol dire lavorare in un ambiente che negli anni è sempre stato caratterizzato da una presenza prettamente maschile? Esiste la tanto decantata parità di genere nel mondo del lavoro e, in particolare, in quello delle donne in divisa? Questi gli interrogativi dai quali siamo partiti e che ci hanno portato a costruire un’idea di parità, umana e professionale, che abbiamo deciso di condividere, domani, a Milano, nel Carcere di San Vittore, con un’iniziativa targata Fp Cgil dal titolo ‘Oltre le sbarre, il lavoro delle donne in divisa’.

 

Donne e lavoro.

Purtroppo viviamo in un Paese in cui, più che nel resto dell’Europa, si scontano importanti disparità di condizioni tra i generi. Assistiamo sempre più spesso, negli ultimi mesi, a iniziative della politica che, di fatto, minano le libertà e i diritti individuali delle donne, ad un arretramento culturale che rafforza un modello di società patriarcale. Questo ‘modus pensandi’ si riversa inevitabilmente nel mondo del lavoro, tutto. A partire dalle retribuzioni. Lo scenario italiano infatti è quello di donne mediamente molto più istruite dei colleghi uomini, ma con salari inferiori, a parità di occupazione e di mansioni, nonostante le più elevante competenze. Secondo gli ultimi dati Istat, relativi al 2018, lo scarto di retribuzioni tra uomini e donne sfiora il 30%.

 

La maternità.

A maggior ragione la maternità è implicitamente considerata, in Italia, un evento personale e legato alla vita privata – e, diciamocelo, un inconveniente per il datore di lavoro – piuttosto che una risorsa per il Paese, che in fondo non è altro che una macchina che si mette in moto e si alimenta, di generazione in generazione. E’ di conseguenza considerato un costo quello per i servizi a sostegno delle famiglie, piuttosto che un investimento. Secondo i dati Istat, infatti, sono il 27% le madri che lasciano il lavoro per prendersi cura dei propri figli, contro il solo 0,5% degli uomini nella stessa condizione.

 

Le donne della Polizia Penitenziaria.

Non è difficile immaginare quanto possa essere enormemente più complicato per tutte quelle donne che trascorrono gran parte della propria giornata, ogni giorno, in ambienti di lavoro in cui la presenza maschile è predominante. La presenza di donne nel corpo di polizia penitenziaria è una novità introdotta appena 29 anni fa con la Legge 395 del 1990 e rappresenta oggi il 9% del personale tra gli agenti (il 7% tra i sovraintendenti e il 12% tra gli ispettori). Questa è una conseguenza anche della normativa vigente secondo cui “il personale del corpo di polizia penitenziaria da adibire ai servizi in Istituto all’interno delle sezioni deve essere dello stesso sesso dei detenuti”. E se consideriamo che la popolazione carceraria è costituita da circa 55 mila detenuti uomini e da sole 2.228 detenute donne (dati del 2017), va da sé che la presenza maschile è quasi esclusiva.

Ma è davvero quella vigente l’unica modalità possibile? Eppure questo non vale per tutte le legislazioni. Ci sono infatti esperienze europee (come quelle di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Francia e Germania) in cui le donne della Polizia Penitenziaria sono ammesse anche nelle sezioni maschili, salvo che per le operazioni di perquisizione dei detenuti. Queste esperienze ci insegnano che aumentare il numero di donne nel corpo di Polizia Penitenziaria, se fatto con criterio, è possibile. C’è poi da considerare che l’Italia esclude attualmente le donne non solo dai ruoli che operano all’interno delle sezioni detentive, ma anche da ruoli e mansioni che non prevedono il lavoro in sezione: ispettori e sovrintendenti. Gli ultimi concorsi per accedere ai suddetti ruoli, infatti, hanno previsto soli 172 posti femminili per i sovrintendenti, pari al 6% (contro 2.679 posti maschili) e 35 posti femminili per gli ispettori pari al 5% (contro i 608 maschili). Per gli agenti la percentuale aumenta al 22%, con 196 agenti donne e 678 agenti uomini.

 

Le condizioni di lavoro.

Quanto detto fino adesso tocca solo questioni numeriche, c’è poi tutta la questione di come si lavora nelle carceri. Un ambiente storicamente maschile ha mantenuto in sé una serie di aspetti organizzativi e pratici, oltre che psicologici e umani, che rendono difficile il clima per le donne poliziotte. Nelle carceri, per esempio, non ci sono spogliatoi, bagni, armadietti e stanze per il pernottamento che siano riservati alle sole donne. Mancano misure di flessibilità di orari e turni per armonizzare quanto più possibile la conciliazione della vita personale con il lavoro. Sono tanti gli aspetti che fino ad oggi non sono stati curati e che meritano invece la giusta attenzione.

 

Per questo la Fp Cgil ha deciso, attraverso questa iniziativa, di sensibilizzare la politica a questo tema e di avanzare delle proposte, contenute nella Piattaforma per le pari opportunità, che permetterebbero a tutto il personale di Polizia Penitenziaria, uomini e donne, di vivere in armonia, nel rispetto e nella realizzazione personale e professionale. Nel corpo di Polizia Penitenziaria vi è una discriminazione verso le donne sostanziale rispetto a quanto avviene negli altri corpi di polizia. “Siamo convinti – commenta il sindacato – che una maggiore presenza femminile in ambienti così chiusi e delicati possa dare un contributo importante, rendendoli più sereni e vivibili. Non possiamo fare passi indietro, dobbiamo procedere in avanti, in direzione di una parità di opportunità tra uomini e donne che è da ritenersi civile”.

 

Le donne in divisa si raccontano:

 


Leggi anche: Donne in divisa: intervista a Manuela, Comandante in un carcere

Leggi anche: Carceri: Fp Cgil, domani a Milano iniziativa ‘Oltre le sbarre’

 

Pubblichiamo la nota unitarie delle OO.SS. nazionali Fp Cgil VVF FNS Cisl e Uil Pa sulla richiesta di rinvio dell’incontro sulla distribuzione delle risorse economiche destinate al personale non direttivo non dirigente e direttivo che esplica ruoli specialistici

COMUNICATO SULL’INCONTRO DEL 6 GIUGNO 2019
CON IL DOTT. AMATO, CAPO DELLA SEGRETERIA
TECNICA DEL MINISTRO DELLA SALUTE GRILLO

Il 6 giugno 2019, alle ore 13.00, nella sede di Lungotevere Ripa, si è tenuto l’incontro con il Dr. Amato, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro Grillo, dove sono state affrontate le problematiche dei lavoratori della dirigenza del Ministero della Salute.
La parte pubblica era composta dal Dott. Amato, dal Dott. Celotto, dalla D.ssa Chiurato (Ufficio di Gabinetto), dal Dott. Milonis e dalla Dott.ssa Salbitani, mentre le OO.SS. presenti erano la FP CGIL, la UIL, la CISL, la UNADIS, la ASSOMED e la DIRSTAT.
Nel nostro intervento abbiamo riconosciuto all’Amministrazione per l’impegno dimostrato per l’inizio della procedura con cui finalmente verranno stabilizzati i 155 dirigenti sanitari ancora a tempo determinato, chiedendo, nel contempo, le tempistiche di svolgimento e chiusura della procedura.
Il dott. Celotto ha informato che successivamente alla scadenza del bando, inizieranno le procedure per le nomine delle Commissioni, che lo svolgimento delle prove tra settembre e ottobre e che le assunzioni potrebbero arrivare per la fine di novembre di quest’anno.
Su nostra richiesta, è stato poi precisato che dopo la nuova assunzione in servizio decadranno gli attuali incarichi e bisognerà procedere a nuovi interpelli per gli incarichi nuovi.
Abbiamo poi portato all’attenzione della controparte pubblica la principale “pendenza” sulla quale abbiamo chiesto un pressante impegno politico e cioè la sottoscrizione del CCNL della dirigenza dopo quasi 15 anni di stasi, sottolineando l’importanza di eliminare le diversità di trattamento tra le diverse figure di dirigenti sanitari presenti nel Ministero della Salute.
Per quanto riguarda il Decreto Ministeriale sul ruolo unico della dirigenza sanitaria la complessa procedura sta andando avanti ; in ogni caso abbiamo ribadito l’importanza della sottoscrizione dei contratti (Stato e SSN) in quanto il nuovo provvedimento non può avere parti o passaggi in contradizione con i Contratti nazionali.
Il dott. Celotto ha confermato la necessità di parlare unicamente di dirigenti sanitari e assicurato che l’Amministrazione è a favore di un uguale trattamento a parità di incarico .
Inoltre, la prossima settimana dovrebbero arrivare le convocazioni per avviare le trattative per stabilire l’indennità di risultato relativamente al 2017.
Vi terremo informati sugli sviluppi delle questioni affrontate .

 

La delegazione FP CGIL
Francesco Quinti
Fabio Lupi
Valeria Di Giorgi Gerevini

La bozza che l’Amministrazione ha presentato riguardo la ripartizione dei fondi destinati all’incremento delle indennità degli specialisti, che pubblichiamo per opportuna conoscenza, viene ritenuta dalla Fp Cgil VVF inaccettabile e inadeguata.

Rimaniamo convinti che l’impianto normativo della pubblicizzazione del rapporto di lavoro non ha portato alcun beneficio ai lavoratori; le aspettative del personale con questa proposta non sono state nuovamente soddisfatte.

Il contratto di lavoro è l’unico strumento sul quale il Governo deve stanziare risorse adeguate e specifiche per riconoscere al personale elisoccorritore una indennità simile o uguale a quella degli specialisti elicotteristi.

Basta con le politiche che istituiscono nuovi ruoli senza specifiche risorse  di copertura; dividere il personale non fa

PIANI DI LAVORO DA RIVEDERE

In questi giorni stiamo ricevendo diverse segnalazioni relativamente ai piani di lavoro assegnati al personale.
Ancora una volta ci troviamo di fronte a numeri assegnati non alla fine dell’anno precedente o, al limite, all’inizio dell’anno di riferimento, ma a obiettivi indicati a semestre quasi concluso.
Peraltro, non si tratta nemmeno di numeri accettabili e obiettivi raggiungibili. Infatti, quel che sembra emergere è che l’Amministrazione non abbia affatto considerato, ad es., che il numero dei dipendenti è sceso rispetto all’anno passato.
Ora comprendiamo bene la necessità di una “tenuta” complessiva dell’Inl sul territorio, ma non si può neppure fingere che tutto vada bene, non facendoci sapere neppure quale sia il nuovo modello di performance che si intende adottare.
C’è disperato bisogno di personale – ispettivo e amministrativo – per svolgere tutti i compiti assegnati a INL e su questo chiediamo all’Amministrazione di far la voce grossa con gli organi deputati alle autorizzazioni ad assumere, rappresentando loro in ogni forma l’urgenza di assunzioni in tempi rapidissimi, se non si vuole intaccare l’efficienza e la produttività dell’INL.
Nel frattempo, l’Amministrazione riveda subito gli obiettivi assegnati al personale, perché non si può continuare a spremere i lavoratori a tempo indefinito.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

Agenzia Dogane e Monopoli
Incontro del 6 giugno 2019

Dopo la fase di avvio della riorganizzazione dell’Agenzia, abbiamo avuto il primo incontro con il nuovo Direttore del Personale, dott. Flore, al quale seguirà, secondo gli impegni assunti ieri, l’avvio di una fase serrata di confronto tra le parti per affrontare a tamburo battente le numerose e inderogabili aspettative di tutti Lavoratori nell’ambito del rinnovo del CCNI.
Il dott. Flore ha iniziato l’incontro fornendo alle OO.SS. una serie di importanti informazioni riguardo a precise e reiterate richieste sindacali.
-Sono in corso di perfezionamento le graduatorie dei passaggi 2017 con decorrenza 2018 che saranno pubblicate nei prossimi giorni.
-È stata decisa nell’ambito della mobilità intercompartimentale l’acquisizione urgente di 50 chimici da suddividere variamente tra i laboratori chimici nazionali.
-Di seguito l’Agenzia procederà anche all’acquisizione di:
40 analisti di sistema (con laurea in statistica o matematica),
546 funzionari di 3 Area e 210 assistenti di 2 Area.
Tali operazioni di acquisizione sono necessarie per il successivo avvio dei previsti concorsi pubblici.
L’Agenzia ha inoltre confermato di prevedere un bando per i passaggi da prima a seconda area per 161 unità attualmente in attesa del via libera del Ministro dell’Economia e Finanze.
Nel mese di settembre l’Agenzia procederà anche ai passaggi verticali da 2^ a 3^ area pur con i limiti normativi attuali come introdotti dal Decreto Madia.
Si è proceduto, poi, alla discussione e sottoscrizione dell’accordo sulle “ulteriori risorse disponibili” FPSRUP 2017. Tali risorse sono destinate
A) al budget di ufficio che prevede:
– l’importo di 2.580.000 per finanziare la parte residua dell’indennità di disagio;
– l’ importo di 4.100.000 per il budget di sede da contrattare a livello decentrato (sia per il personale doganale che per il personale monopoli);
B) al residuo premio di performance calcolabile in circa 940 euro medi pro-capite e che verosimilmente saranno pagati in settembre.
In merito al budget di sede per € 4.100.000 e’ stata firmata la relativa suddivisione tra struttura centrale (Uffici Centrali + Saisa), Direzioni Regionali, Direzioni Interregionali e Direzione Provinciale.
È stato poi presentato dall’Amministrazione l’aggiornamento delle sedi che danno titolo all’indennità di disagio in seguito agli accordi e/o riscontri effettuati a livello “regionale/interregionale”.
Si è proceduto inoltre ad apportare una rettifica agli accordi sulle posizioni organizzative contrattuali e agli incarichi di responsabilità nella parte riguardante le clausole di esclusione.
È stato, infine, firmata l’ipotesi di accordo riguardante la retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti di 2^ fascia per quanto attiene alla quota delle risorse disponibili 2017.

Roma 7 giugno 2019

 

 

FPCGIL              CISLFP                   UILPA                 CONFSAL UNSA                        FLP
Iervolino             Fanfani                   Procopio          Veltri/Fici/Fiorentino         Cefalo/Sperandini

Al centro il tema della parità di genere nel personale di Polizia Penitenziaria

‘Oltre le sbarre, il lavoro delle donne in divisa’, questo il titolo dell’iniziativa promossa dalla Funzione Pubblica Cgil che si terrà domani, martedì 11 giugno, nella Casa Circondariale di San Vittore, a Milano, in Piazza Gaetano Filangieri 2, dalle 9.30 alle 13. Al centro il tema della parità di genere nel personale di Polizia Penitenziaria e per tutte le donne in divisa. Nell’occasione verrà nuovamente illustrata la piattaforma per le pari opportunità tra uomini e donne negli istituti di reclusione, ideata e proposta dalla Fp Cgil e già presentata lo scorso 5 marzo al Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Francesco Basentini, che interverrà durante l’iniziativa.

Il programma. Presiede Manuela Vanoli (Segretaria Generale Fp Cgil Lombardia). È previsto inoltre il saluto di Giacinto Siciliano (Direttore della Casa Circondariale di San Vittore). Ad intervenire, oltre a Francesco Basentini (Capo Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), sono Pietro Buffa (Provveditore Dap Regione Lombardia) e Elena Lattuada (Segretaria Generale Cgil Lombardia). Dopo la relazione introduttiva di Lorella Brusa (Responsabile Politiche di Genere Fp Cgil nazionale), sono previsti contributi e testimonianze. Coordina Simona Ravizza (giornalista Corriere della Sera). Partecipano Francesca Bagni Cipriani (Consigliera Nazionale di Parità), Barbara Campagna (Coordinatrice Dap Ministeri Fp Cgil Lombardia), Paola Cassani (agente di Polizia Locale), Lucia Covello (agente di Polizia Penitenziaria). Manuela Federico (Comandante Reparto Casa Circondariale San Vittore), Pierfrancesco Majorino (Assessore Politiche Sociali Comune di Milano), Jacopo Morrone (Sottosegretario Ministero Giustizia), Mauro Palma (Garante Nazionale per i Diritti dei Detenuti), Michela Pascali (Segretaria Nazionale Silp Cgil), Serena Sorrentino (Segretaria generale Fp Cgil nazionale) e infine Laura Testa (delegata Silf).

Da tempo crediamo che la parità di genere nel personale degli istituti penitenziari e per tutte le donne in divisa sia una questione civile non più rinviabile – fa sapere la Fp Cgil -. Presenteremo nuovamente la nostra piattaforma, le nostre proposte e idee, per chiedere alle istituzioni competenti un riscontro concreto e costruttivo. Vogliamo favorire uno scambio, un momento di confronto, importante per arrivare insieme a soluzioni possibili”, conclude.

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