Il personale dopo anni di onorato servizio obbligato a prende la valigia per un passaggio di qualifica;  i livelli superiori si accomodano i posti da dirigente (vedi ultimo decreto attuativo) per fare la mobilità e avvicinarsi a casa con retribuzioni completamente diverse.

Siamo convinti che il diritto debba essere garantito a tutto il personale compreso quello dirigente ma le scelte fatte proprio da questi ultimi nei confronti del personale operativo vanno da un’altra parte e questo è per noi  inaccettabile.

Chiesto un urgente incontro, la Fp Cgil VVF è pronta a dichiarare lo stato di agitazione  

Parte un percorso di sensibilizzazione da Polizia Penitenziaria e Polizia di Stato

“Siamo spesso oggetto di propaganda e di elogi da parte della politica, ma quando c’è da investire risorse per il nostro nuovo contratto la risposta è nulla. Solo il contratto può restituirci dignità. Dunque, parte il nostro percorso di sensibilizzazione”. Così la Cgil insieme alla categoria del lavoro pubblico, Fp Cgil, e quella della Polizia di Stato, Silp Cgil, motivano l’avvio di una mobilitazione per sensibilizzare la società civile sull’inerzia del governo rispetto al rinnovo contrattuale del comparto sicurezza.

“Il contratto di lavoro, per quel che attiene la parte economica, è scaduto da ormai 4 mesi. La coda contrattuale e la parte normativa relative al vecchio accordo non interessano evidentemente al governo che ancora non ci convoca. Una inerzia e un paradosso inaccettabili che mortificano le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria i quali ad aprile dovranno accontentarsi degli spiccioli relativi alla vacanza contrattuale”, fanno sapere le sigle della Cgil.

“Per questo abbiamo deciso di avviare un percorso di mobilitazione presso tutti gli uffici della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria per sensibilizzare, oltre alla categoria, l’intera società civile. Non ci stiamo ad essere prigionieri di un uso propagandistico della sicurezza per fini elettorali. Il lavoro prezioso che viene svolto quotidianamente a tutela dei cittadini e delle Istituzioni merita di essere valorizzato nelle condizioni di vita, di lavoro e nel riconoscimento economico. Solo il rinnovo del contratto può restituire agli operatori di polizia piena dignità”, concludono.

Comunicato

Cgil,Fp Cgil e Silp Cgil hanno deciso di avviare un percorso di mobilitazione per
sensibilizzare la società civile sull’inerzia del governo rispetto al rinnovo contrattuale del comparto
sicurezza.
Una prima iniziativa è stata organizzata per il giorno 17 aprile con un volantinaggio davanti a tutte
le Prefetture del Paese.
Tutte le strutture Fp Cgil sono invitate a prendere contatti con le strutture del Silp Cgil per
organizzare tale iniziativa sul proprio territorio.
Vi ringraziamo per la collaborazione.

Il Coordinatore Fp Cgil                   Il Segretario Nazionale
Polizia Penitenziaria                                   Fp Cgil
Massimiliano Prestini                            Florindo Oliverio

Pubblichiamo la graduatoria relativa al concorso a 1144 posti Capo Squadra decorrenza 01/01/2018 e relativi posti disponibili per la  scelta sede.

Come ci aspettavamo la modifica del 217 peggiora le condizioni di lavoro del personale obbligato, grazie al ruolo unico, quindi al passaggio a ruolo aperto a Capo Reparto, a prendere la valigia e trasferirsi nei comandi che l’Amministrazione ha individuato in base alle carenze e definito in difficoltà.

Appare del tutto evidente che la norma prevista per decreto è peggiorativa di quella prevista da contratto;

Le carenze reali non sono state rese disponibili 

 

Appuntamento a Roma, presso l’Auditorium Via Rieti, per contratto fermo da 12 anni

‘Tempo scaduto!’. Questo il titolo dell’iniziativa sulla sanità privata che si terrà lunedì 15 aprile a Roma, presso l’Auditorium Carlo Donat-Cattin, in via Rieti 13, a partire dalle ore 10, con Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, alla presenza dei segretari generale di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, e dei segretari generali delle tre relative categorie, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi. Al centro dell’attivo nazionale il tema del rinnovo del contratto della sanità privata, fermo da oltre 12 anni.

 

Una platea di circa 300 mila tra lavoratrici e lavoratori della sanità privata, il cui ultimo contratto di lavoro risale al 2006. Dopo oltre un anno di trattative, il dialogo con Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) e Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) è sospeso, fanno sapere i sindacati, a fronte di un’indisponibilità delle controparti a prevedere aumenti contrattuali. “Il tempo è scaduto. Se Aiop e Aris vogliono riaprire il tavolo del rinnovo del contratto nazionale, la base di partenza per noi è la garanzia di ottenere le stesse condizioni del pubblico”, spiegano.

 

La presenza dei segretari generali delle tre confederazioni “vuole essere un messaggio forte e chiaro: quello del contratto della sanità privata è un problema che ci riguarda tutti. Il suo rinnovo un atto di civiltà. L’Attivo nazionale del 15 aprile sarà solo un’altra delle tappe già intraprese in questi mesi nei territori e a livello nazionale. Basta con i ricatti, non siamo più disposti a tollerare questa situazione, pretendiamo dignità e rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”, concludono i sindacati.

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione, riguardo la sperimentazione del settore CRA.

Sono 300 mila e sono senza contratto da oltre 12 anni. Si tratta dei lavoratori della sanità privata: infermieri, radiologi, fisioterapisti, amministrativi, operatori socio-sanitari e tutti i professionisti della salute che garantiscono un servizio pubblico ma che, in qualche modo, non gli viene riconosciuto. Perché? Perché i datori di lavoro – privati – non ritengono di dover riconoscere il diritto al loro nuovo contratto di lavoro. Che poi tanto nuovo non sarebbe considerando i 12 anni di blocco contrattuale. Professionalità che evolvono, con lo studio e l’esperienza, e diritti e stipendi che rimangono vergognosamente fermi, cristallizzati dal lontano 2006. Un problema che ci riguarda tutti, secondo Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che necessita di una battaglia collettiva.

 

 

Sono Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) i datori di lavoro interessati, coloro che dovrebbero essere promotori di questo sblocco contrattuale, che dovrebbero investire risorse per migliorare i servizi, le condizioni di lavoro e tutelare i proprio dipendenti, e che invece se ne lavano le mani. Dopo oltre un anno di trattativa, dopo svariati tentativi di trovare un punto d’incontro per il bene dei lavoratori e della collettività tutta, i sindacati hanno interrotto il dialogo con Aris e Aiop che hanno mostrato la loro completa indisponibilità a investire su questo contratto e a garantire un aumento salariale. Il motivo? “È di competenza del pubblico, poiché si fornisce un servizio pubblico”. Chiaramente solo negli investimenti. Negli introiti il fattore competenza sembra improvvisamente venir meno. E a proposito di introiti, secondo gli ultimi dati disponibili, forniti da R&S Mediobanca, i dieci maggiori gruppi ospedalieri privati italiani contano complessivamente un fatturato di quasi 4 miliardi in un anno e un totale attivo di 5 miliardi, per un numero di dipendenti inferiore a 29 mila.

 

E i diritti?

Non è indifferente il divario economico tra figure nel pubblico e nel privato. Un infermiere dipendente di un’azienda privata, per esempio, è retribuito circa 130 euro in meno che nel pubblico. Ma il problema della mancanza di un contratto non è solo nelle retribuzioni. Ci sono tutta una serie di leggi che negli anni hanno introdotto misure di civiltà per i lavoratori e che, essendo fermo da 12 anni, non sono prese in considerazione nel contratto dei dipendenti della sanità privata. Per citarne qualcuno, nel vecchio contratto non si parla affatto di unioni civili; la maternità è pagata all’80% (contro il 100% della sanità pubblica); per la malattia di un figlio vengono concessi al massimo 5 giorni di assenza categoricamente non retribuiti, problema che nel pubblico non si pone in alcun modo; vari tipi di permessi non sono retribuiti e concessi soltanto a discrezione dell’azienda; non viene rispettata la normativa europea che impone le 11 ore di riposo; ai lavoratori viene chiesta sempre più spesso un’alta specificità ma per avere un passaggio di fascia devono aspettare almeno 20 anni (senza considerare che in alcune realtà le norme previste non vengono neanche applicate); alcune aziende pretendono che i dipendenti facciano formazione Ecm per mantenere l’accreditamento della struttura ma non organizzano corsi interni né concedono giorni di permesso per frequentare quelli esterni; infine viene imposto ai lavoratori l’obbligo di avere assicurazioni professionali che dovrebbero essere a carico delle imprese, ma non sempre lo sono.

 

Tempo scaduto. Landini: “Un atto di civiltà, una battaglia di tutti”

A fronte dell’evidente arretratezza normativa ed economica in cui versa il contratto della sanità privata, i sindacati si sono messi a tavolino con Aris e Aiop per venirne a capo. Eppure a un certo punto la trattativa è stata interrotta. “Abbiamo portato avanti la trattativa per oltre un anno – spiega Barbara Francavilla, segretaria nazionale della Fp Cgil -, ma a causa dell’indisponibilità delle associazioni datoriali abbiamo deciso di interromperla”. Ed è proprio a fronte di questa indisponibilità dimostrata che le sigle sindacali – Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – si ritroveranno lunedì 15 aprile a Roma, all’Auditorium Via Rieti, per un attivo con le lavoratrici e i lavoratori della Sanità privata dal titolo chiaro e esaustivo: Tempo scaduto. Per l’occasione saranno presenti anche i segretari generali dei rispettivi sindacati confederali – Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) – per mandare un segnale forte, per dimostrare che quello dei dipendenti della sanità privata è un grave problema che ci riguarda e coinvolge tutti. “Questo blocco contrattuale sta peggiorando le condizioni di chi lavora e non riconosce il grande contributo che nella sanità privata le lavoratrici e i lavoratori danno nella cura delle persone. Rinnovare quel contratto è un atto di civiltà. Una battaglia di tutti”. Così Maurizio Landini a sostegno della causa della Fp Cgil, di tutti quelli che curano e di tutti quelli che vengono curati, ovvero ognuno di noi.

 


 

Ascolta l’intervista a Barbara Francavilla
segretaria nazionale Fp Cgil
su RadioArticolo1

 

 

 

Pubblichiamo il resoconto dell’incontro tenutosi il 10 Aprile 2019 riguardante la Circolare EM 01/2011

Pubblichiamo la nota della DCF riguardo l’inizio del corso  formazione per il passaggio alla qualifica di Capo Squadra concorso a n. 1144 posti decorrenza 01.01.2018.

Pubblichiamo la nota della DCF relativa ala sperimentazione del percorso fluviale alluvionale (SFA)

Dott. Pietro Buffa
Direttore Generale del personale e delle risorse

Risulta alle scriventi Organizzazioni Sindacali che codesta Generale Direzione abbia convocato le organizzazioni sindacali del comparto sicurezza per il 10 aprile ca al fine di discutere, tra l’altro, della soppressione delle sedi distaccate dei Provveditorati. Considerato che la problematica coinvolge anche il personale del comparto funzioni centrali il quale, come è noto, lavora presso le cennate sedi insieme alla Polizia Penitenziaria, CGIL CISL e UIL chiedono che anche i sindacati del comparto funzioni centrali siano convocati sulla medesima problematica e su quella concernente la chiusura e/o l’accorpamento di altre sedi penitenziare.
Con riserva di ulteriori iniziative in caso di negativo riscontro, si porgono distinti saluti.

FP CGIL                       CISL FP                                 UIL PA
Lamonica                   Marra                                     Amoroso

CHIEDIAMO CHIAREZZA PER TUTTI I LAVORATORI!

Le scriventi, nel raccogliere alcune “voci” relative a modifiche apportate alla versione originaria del nuovo regolamento autonomo di amministrazione e contabilità della Corte dei conti, approvate nell’adunanza del Consiglio di Presidenza del 2 aprile u.s., con proprio comunicato del 3 aprile, che si allega, auspicavano che dette modifiche non finissero per creare nuove discriminazioni/disparità di trattamento e ribadivano che unitariamente, si sarebbero adoperate affinché non venissero mortificate le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori della Corte dei conti, perché NESSUNO RESTASSE INDIETRO.
In base a quanto segnalato da molti lavoratori, tra le citate modifiche approvate sembrerebbe ve ne sia una che, al contrario di quanto richiesto unitariamente da queste OO.SS., andrebbe a restringere in partenza la sfera dei potenziali destinatari dell’emolumento di elevata qualificazione professionale, in quanto, qualora si facesse effettivamente riferimento esclusivamente ai soli lavoratori appartenenti alla terza area funzionale, questo comporterebbe la definitiva estromissione di tutti coloro che, seppur in possesso dei requisiti previsti, appartengono alle altre aree.
In queste ore, in attesa della pubblicazione del documento definitivo, ci stanno giungendo notizie che, se confermate, andrebbero nella direzione da noi auspicata. Sembra emergere, infatti, in linea con quanto da sempre fortemente sostenuto da queste OO.SS., la volontà di far effettivamente risaltare le qualità professionali di ognuno, attribuendo reali riconoscimenti a tutto il personale senza distinzioni di ruoli, così come espresso in tutti i precedenti comunicati di queste sigle, nei quali si è sempre chiesto che siano garantite pari opportunità a tutti i lavoratori, fin dalla fase di partecipazione alle procedure. A tale proposito, si invita tutto il personale a rileggere l’allegata nota unitaria, inviata ai vertici di Istituto il 28 marzo u.s., nella quale si formulavano osservazioni e proposte rivolte alla risoluzione delle criticità e in cui, ad esempio, in maniera esplicita, tanto al comma 1 quanto al comma 5 dell’art. 2 bis, si chiedeva di valorizzare tutti i “DIPENDENTI” in possesso dei requisiti richiesti.
Affinché sia fatta CHIAREZZA, le scriventi attendono la pubblicazione del testo finale del nuovo regolamento di autonomia e contabilità per esprimersi in maniera compiuta e ribadiscono ancora una volta la necessità che in questa fase cruciale siano adottate decisioni che vadano nella direzione di includere e non arrecare penalizzazioni ai lavoratori.
A tale proposito, le scriventi OO.SS. auspicano di essere coinvolte in sede di stesura dei decreti attuativi, così come anche affermato dal Segretario generale nel corso dell’incontro del 29 marzo u.s..

Roma, 5 aprile 2019

S. Di Folco                F. Amidani           U. Cafiero        A. Benedetti       F. Stefanangeli

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