Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione riguardo re-training e mantenimenti TPSS

Ministero delle Infrastrutture e Trasporti –
Siamo al collasso… indispensabili #assunzioni subito

I dati sono impietosi: rispetto alla dotazione organica, siamo sotto di 488 unità di personale; se, invece,
prendiamo a riferimento il numero di lavoratori in servizio, raffrontando il dato di oggi con quello del
2013, siamo a – 696 lavoratori. Uno dei più importanti Ministeri, il Mit, nato per garantire sicurezza ai
cittadini in termini di infrastrutture e trasporti, rischia di collassare per la forte riduzione del personale
che è avvenuta negli anni, a seguito di politiche che hanno perseguito il solo fine di fare cassa,
attraverso il blocco del turn over.
Nei Provveditorati, uffici periferici che si occupano di opere pubbliche, edifici demaniali e opere stradali,
abusivismo edilizio, interventi a seguito di eventi sismici, stanno venendo a mancare figure cardine
quali gli ingegneri e, in genere, i tecnici laureati; competenze assolutamente indispensabili per garantire
la continuità dell’attività istituzionale delle stesse strutture. Per fare degli esempi, nell’arco temporale
2008/2018, a Bologna da 17 ingegneri si è passati a 12, a Campobasso da 4 a 2, a Potenza da 10 a 3.
Nelle Motorizzazioni che hanno a che fare con omologazione dei veicoli, revisioni, immatricolazioni
degli stessi e rilascio patenti, il personale è talmente ridotto da non poter assicurare nemmeno le
normali attività a servizio degli utenti. Anche in questo caso, i numeri parlano chiaro: a Vicenza solo 36
lavoratori su 70 addetti previsti in organico, a Brescia, 34 su 70; a Cuneo nel 2013 erano presenti 45
dipendenti, nel 2019, 37; ad Alessandria, nel 2013 si avevano 41 presenze, oggi ridotte a 30; a Bari, 43
addetti a fronte di 56 in servizio nel 2016 e di 80 che assicuravano la loro presenza negli anni novanta,
con l’aggravante di perdere fra l’altro, funzionari particolarmente esperti, per cui, a breve, si avrà
l’azzeramento delle risorse professionali afferenti l’intera Area trasporto merci e persone.
Talmente grave la situazione alle Motorizzazioni, che la stessa Amministrazione ha dovuto emanare
circolari per ampliare il numero di funzionari messi in grado di svolgere le funzioni di esaminatore per il
conseguimento delle abilitazioni alla guida.
Non va meglio nelle Capitanerie di Porto: anche qui, a fronte di compiti istituzionali rilevanti quali il
rilascio di patenti nautiche, l’iscrizione e la gestione delle imbarcazioni da diporto, l’iscrizione dei
marittimi nei registri della gente di mare, il depauperamento di risorse umane ha superato ogni livello di
guardia tanto che potremmo parlare, ormai, di ruolo ad esaurimento Nelle Capitaneria di Porto di
Genova, solo 12 lavoratori sui 20 previsti in organico, a Napoli, 23 su 51, a Trapani, 9 su 17, fino ad
arrivare al caso emblematico di Livorno dove è presente un solo lavoratore sui 5 previsti.
Conseguenza di tutto ciò è che, man mano che i dipendenti diminuiscono, quelli che restano, vedono
aumentare la mole di lavoro dovendosi far carico anche della quota di coloro che sono andati via.
Questa gravissima carenza di personale in cui versano già oggi gli Uffici, è destinata ad acuirsi a
seguito dell’introduzione di quota cento e dei pensionamenti che ne deriveranno.
Di fronte a tutto questo, il Governo, invece di avviare un piano straordinario di assunzioni si preoccupa
di emanare norme che individuano i lavoratori e le lavoratrici come pregiudizialmente fannulloni o,
attraverso propri esponenti, li vedono come potenziali corrotti da colpire: si spiegano così l’articolo 2 del
ddl Concretezza, che prevede la sostituzione del cartellino dei dipendenti pubblici con sistemi di verifica
biometrica dell’identità oppure l’ esternazione resa dal Ministro Toninelli ad Omnibus su La7, circa gli
agenti provocatori sotto copertura che dovrebbero stanare gli impiegati infedeli.
Noi, testardamente, cocciutamente, rivendichiamo #assunzioni subito per garantire il proseguimento
delle attività istituzionali degli Uffici attraverso l’inserimento di nuovi assunti prima che il collasso
divenga irreversibile e si certifichi la fine della missione pubblica che, a parole, nessuno vuole, ma che,
nei fatti, si sta perseguendo come obiettivo strategico.

Paolo Camardella
Coordinatore Nazionale Mit

Oggi abbiamo incontrato il Ministro On. Alberto Bonisoli sull’importante argomento della
riorganizzazione del Ministero.

RIORGANIZZAZIONE DEL MIBAC
Il Ministro ci ha illustrato le linee guida elaborate dalla Commissione di studio presieduta dal
Segretario Generale. La documentazione è pervenuta soltanto ieri in tarda serata e questo non ci
ha consentito di fare una analisi, delle osservazioni e delle proposte sindacali dettagliate su quanto
presentato. Per questo motivo abbiamo chiesto ed ottenuto la convocazione di un tavolo tecnico
per entrare nel dettaglio e approfondire, con proposte, quanto illustrato.
La volontà di coinvolgimento delle OO.SS. è sicuramente un segnale positivo, a patto che le
osservazioni che verranno portate all’attenzione dell’Amministrazione trovino fattivo riscontro nel
testo definitivo del DPCM.
A seguito di una prima lettura abbiamo espresso le nostre perplessità rispetto al disegno
complessivo che mostra uno sbilanciamento a favore delle strutture centrali, rispetto alla periferia,
e un allungamento della catena di comando attraverso la proposta di strutture interregionali
(segretariati e reti museali – ex poli).
Abbiamo altresì espresso perplessità sulla fattibilità di un simile progetto rispetto all’attuale ed
oggettiva carenza di personale, destinata ad implementarsi nei prossimi mesi, in attesa della
auspicate assunzioni.

DEFINIZIONE DEL FABBISOGNO OCCUPAZIONALE E PROGRAMMAZIONE DEI CONCORSI
Il Ministro ha confermato il piano assunzionale per il 2019, con l’emanazione dei bandi in modo da
poter attivare le prove selettive entro luglio.
Al momento sono garantiti per il MiBAC concorsi per complessive 2060 unità così suddivise
500 area seconda vigilanza autorizzati nel 2017
500 area seconda (vigilanza e tecnici)
500 area terza (funzionari tecnici dei vari profili)
560 amministrativi ed informatici con procedura della Funzione Pubblica
Il Ministro si è impegnato a reperire entro l’anno risorse per l’incremento dell’organico dei Dirigenti
di II fascia, da destinare in periferia; con questo incremento di organico si potranno implementare
le strutture del Ministero sul territorio.
In allegato al presente comunicato vi forniamo copia del materiale ricevuto anche in previsione di
suggerimenti che vorrete farci pervenire.

FP CGIL                                   CISL FP                                    UIL PA
Claudio Meloni         Giuseppe Nole’/Valentina Di Stefano     Federico Trastulli

Oggi a Valencia è stato sottoscritto un accordo di cooperazione tra la Fp Cgil Palermo e FSC-CCOO Valencia per mettere in piedi una collaborazione nell’ambito del Collegio del Mediterraneo.
Un accordo per collaborare, confrontarsi e creare strategie comuni.

Con la nota inviata ai vertici del Corpo, chiediamo una rimodulazione della circolare emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Logistiche e Strumentali, sulla verifica delle masse dei veicoli di nuova assegnazione per l’attività AIB,  in quanto riteniamo inaccettabile che sia il personale che quotidianamente opera sul territorio a rispondere sulle scelte effettuate dall’ Amministrazione.

Rinnovo atteso da 12 anni, appuntamento a Roma all’Auditorium Via Rieti

Tempo scaduto, dopo 12 anni è ora di rinnovare il contratto della Sanità privata. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl promuovono per lunedì 15 aprile un Attivo nazionale della Sanità privata che si terrà a Roma, presso l’Auditorium Carlo Donat-Cattin, in via Rieti 13, a partire dalle ore 10 e alla presenza dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, e dei segretari generali delle tre relative categorie, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi.

Al centro della iniziativa del 15 aprile, la vicenda relativa al rinnovo di un contratto, quello della Sanità Privata, scaduto da 12 anni e che interessa una platea di lavoratrici e lavoratori pari a circa 300 mila persone. “Dopo 12 anni le aziende ci dicono che per il ‘rinnovo’ del contratto della Sanità privata sono disposte a mettere a disposizione 0 euro. È una vergogna”, fanno sapere Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, chiamando in causa le controparti, Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata) e Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari): “Il tempo è scaduto, se Aiop e Aris vogliono riaprire il tavolo del rinnovo del contratto nazionale, la base di partenza per noi è la garanzia di ottenere le stesse condizioni del pubblico”.

Allo stato, infatti, le trattative per il rinnovo del contratto sono interrotte, fanno sapere i sindacati, “dopo l’indisponibilità delle controparti a prevedere aumenti contrattuali, e l’Attivo nazionale del 15 aprile, alla presenza dei segretari generali delle tre confederazioni, sarà un nuovo passaggio della mobilitazione che cresce e continua nei territori per il rinnovo del contratto: basta con i ricatti, non siamo più disposti a tollerare questa situazione, pretendiamo dignità e rispetto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori”, concludono.

Ora concentriamoci sul rinnovo del contratto

Un fallimento il tavolo convocato dal Ministro Grillo per risolvere l’annoso tema dello sblocco della Ria, la Retribuzione individuale di anzianità dei medici, indispensabile per dare ristoro al disagio lavorativo“. A farlo sapere è il segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti del Servizio sanitario nazionale, Andrea Filippi.

Il Ministero dell’Economia e Finanze, riporta il dirigente sindacale, “snobba il tavolo tecnico convocato dal Ministro della Salute con le organizzazioni sindacali della dirigenza del Servizio sanitario nazionale. L’assenza del Mef è l’ennesima dimostrazione delle incoerenze e delle spaccature del governo giallo-verde e questa volta a rimetterci sono 130 mila  medici, veterinari e dirigenti sanitari”.

Il governo, prosegue Filippi, “ancora una volta manifesta il completo disinteresse verso i lavoratori e verso la salute della cittadinanza. Ora stendiamo un velo pietoso su questa brutta pagina e concentriamoci per chiudere un contratto che i medici aspettano da 11 anni, consapevoli che la distanza nella trattativa con le regioni non è poi così incolmabile. Le condizioni per ridare il contratto ai medici ci sono, tutti si assumano questa responsabilità“, conclude.

Agenzia italiana cooperazione allo sviluppo (Aics)

A quattro anni dalla sua istituzione, l’Agenzia italiana cooperazione allo sviluppo (Aics) vive in uno stato di totale ‘dismissione’: siamo al punto di non ritorno, è ora che il Ministro Moavero batta un colpo”. A denunciarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp Cse, chiamando in causa il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, nel sottolineare come “le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia, insieme ai sindacati, dopo aver tentato inutilmente di avviare un confronto con il titolare della Farnesina, e dopo aver a lungo atteso che la politica assumesse decisioni, sono costretti a denunciare pubblicamente la situazione in cui viene tenuta l’Aics”.

Da un anno esatto, rilevano i sindacati, “l’Agenzia è priva della figura del direttore mentre i dipendenti sono obbligati a lavorare in una sede fatiscente (Roma) o a rischio dismissione (Firenze); i dirigenti sono un quarto di quelli previsti; il contratto collettivo nazionale di lavoro è disapplicato e le progressioni di carriera appena definite sono state immediatamente dopo annullate; per il terzo anno consecutivo l’Aics è in esercizio provvisorio perché il bilancio di previsione non è stato approvato nei tempi previsti; la carenze di personale non vengono colmate, anche se dal 2017 è vigente l’autorizzazione a bandire concorsi ed assumere; non è mai stato attuato il modello organizzativo previsto dal Regolamento; si assiste al sistematico ricorso a consulenze esterne, i cui costi sono incomprensibili, e al rifiuto di utilizzare il personale in servizio, ‘obbligando’ così l’Agenzia a far ricorso a contratti di natura privata”.

Questo il quadro fornito dai sindacati, che aggiungono: “È  solo la punta dell’iceberg dei mille problemi con i quali l’Aics deve quotidianamente misurarsi, mentre è chiamata a gestire gli investimenti che la legge prevede le siano affidati per raggiungere gli obiettivi di progettazione, finanziamento, gestione e controllo delle iniziative di cooperazione internazionale”. Per i sindacati, infine, “la misura è colma: diciamo basta. Da questo momento, in assenza di una immediata convocazione del vertice politico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e di una svolta nelle relazioni sindacali da parte dell’Aics,  saremo costretti a rappresentare alla giustizia amministrativa la situazione denunciata, le cui cause non sono ascrivibili al personale che, nonostante tutto, in questi tre anni ha operato ed opera con  abnegazione, impegno e professionalità. Ormai siamo ad un punto di non ritorno, che il Ministero degli Affari Esteri sembra non vedere, restando in silenzio davanti alle nostre sollecitazioni. È una situazione inaccettabile – concludono -, attiveremo tutte le iniziative utili per consentire all’Agenzia, a quattro anni dalla sua istituzione, di poter finalmente funzionare a pieno regime”.

INCONTRO COL MINISTRO:
ALCUNE RISPOSTE E ANCORA POCHE CERTEZZE

L’atteso incontro con il Ministro Bonafede ha prodotto alcune risposte in parte attese e prevedibili, qualche novità, sicuramente molti impegni, ma restano in piedi alcuni temi delicati della vertenza generale che ha condotto alla proclamazione dello stato di agitazione.
Nel merito il Ministro ha presentato un pacchetto complessivo di circa 4200 assunzioni in deroga al blocco previsto dalla legge di Stabilità, e con decorrenza 16 luglio 2019, con conseguente riverbero sulle procedure interne di riqualificazione dei lavoratori, così ripartito:
1850 funzionari giudiziari, con conseguente scorrimento ex 21 quater di pari numero a cui aggiungere 71 scorrimenti già definiti sulla base delle assunzioni effettuate; 903 assistenti giudiziari, tramite lo scorrimento della graduatoria vigente degli idonei; 600 operatori, tramite la procedura selettiva ex art. 16 della legge 56/87, da destinare al personale precario; 600 operatori tramite il passaggio dalla prima alla seconda area di altrettanti ausiliari; 190 profili tecnici di cui 63 funzionari della istituenda area tecnica di seconda a terza area; i restanti posti saranno ripartiti tra autisti, Cancellieri e direttori in numero ancora non definito; 800 assunzioni complessive negli altri Dipartimenti, senza ulteriori specificazioni rispetto alla loro ripartizione.
Questo processo assunzioniale si basa naturalmente solo sulle autorizzazioni ottenute dai vari provvedimenti normativi per il 2019, resta ancora da definire il piano complessivo che determinerà effetti fino al 2021, sulla base del turn over, a partire dalla metà del prossimo mese dì novembre.
Si tratta di un piano di assunzioni certamente rispettabile e senza riferimenti recenti nella storia del Ministero, che però lascia sul tappeto ancora seri problemi, sia rispetto agli obiettivi di attuazione dell’Accordo del 26 aprile 2017, ed alle scadenze in esso previste, che in relazione ai drammatici vuoti che si stanno determinando negli organici per effetto del massiccio trend di uscite, incrementato in modo esponenziale dalla cosiddetta “quota 100”.
A questo occorre aggiungere la pubblicazione, il prossimo 8 aprile, del bando per le progressioni economiche in attuazione dell’accordo definitivamente sottoscritto il 10 gennaio scorso.
Sin qui gli impegni che hanno carattere di ragionevole certezza, ovvero certamente verificabili nel breve periodo.
A questi vanno aggiunti gli impegni ad avviare il confronto sul piano di revisione dei fabbisogni professionali e degli organici, tramite un tavolo di confronto ad hoc da intraprendere a livello nazionale e di ampliare i processi di mobilità volontaria sia nei numeri
che rispetto alle qualifiche professionali coinvolte.
Da parte nostra abbiamo rappresentato:
▪ La necessità di concludere il processo avviato ex art. 21 quater, riconoscendo il diritto alla progressione giuridica dalla II alla III area a tutto il personale avente diritto (Cancellieri e Ufficiali Giudiziari) ed avviando i bandi per tutte le professionalità inizialmente escluse dal processo (Contabili Informatici e Linguistici);
▪ L’esigenza di dare attuazione a tutte le clausole contenute nell’accordo del 26 aprile 2017, in particolare per tutto quello che è rimasto lettera morta, a partire dai passaggi giuridici all’interno delle aree e da una revisione strutturale della dotazione organica e dei relativi fabbisogni, tramite il superamento della prima area funzionale;
▪ La necessità urgente e indifferibile di reperire nuove risorse per il FUA, attraverso il reperimento di stanziamenti extra possibilmente provenienti da stanziamenti straordinari da bilancio oppure da voci del bilancio interno all’Amministrazione, attraverso una specifica previsione normativa, in modo da incrementare il salario accessorio dei lavoratori e avere certezze sul prosieguo dei processi di progressione economica;
▪ La necessità che il Ministro prenda posizione in maniera netta e chiara contro le iniziative parlamentari volte a sottrarre agli ufficiali giudiziari competenze in favore di soggetti estranei alla pubblica amministrazione nonché la necessità di potenziare le attribuzioni di tale categoria professionale attraverso la possibilità di redigere l’atto di constatazione ed attraverso la reinternalizzazione del recupero crediti di giustizia. Quest’ultima accrescerebbe enormemente le entrate della Giustizia con vantaggio anche per tutti i lavoratori i quali potrebbero beneficiare di un FUA più ricco.
▪ L’esigenza di rafforzare la struttura centrale che deve operare sull’attuazione degli accordi, in modo da garantire una maggiore speditezza rispetto ai ritardi che purtroppo si registrano regolarmente allo stato;
▪ La necessità di avere una parametrazione attendibile sul piano assunzioni complessivo, considerato che anche i numeri annunciati appaiono insufficienti alla copertura di carenze che prevedono una emorragia, entro il 2021, di circa la metà del personale, al fine di definire in modo puntuale il fabbisogno assunzionale incrementando le previsioni per ciascun profilo professionale.
▪ La necessità di ampliare gli organici degli archivi notarili al fine di consentire la piena funzionalità degli uffici (sul punto la parte pubblica ha dichiarato la disponibilità dell’amministrazione a sostenere in Parlamento l’approvazione di un provvedimento legislativo ad hoc su tale problematica). Ricordiamo che gli Archivi Notarili sono stati l’unica amministrazione all’interno del ministero della Giustizia a subire i tagli della pianta organica anche in periferia
▪ La necessità di ripristinare presso l’amministrazione penitenziaria corrette relazioni sindacali attraverso l’apertura di un confronto, al momento inesistente, su tutte le gravi questioni che affliggono il settore a partire da quella concernente le ritenute per la malattia. Il ripristino dell’indecurtabilità dell’indennità penitenziaria, intesa quale indennizzo per il rischio dell’incolumità, è un punto fermo per CGIL CISL e UIL. Sul punto abbiamo rammentato al Ministro l’impegno assunto in tal senso sin dal 1 agosto dello scorso anno e sin qui ancora non assolto.
Per queste ragioni non riteniamo di sospendere lo stato di agitazione
che deve proseguire fino al pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati nei documenti unitari del 7/3/2019 e 19/3/2019, tramite iniziative che devono incalzare e sollecitare l’Amministrazione al rispetto degli impegni assunti, a definire tempistiche certe, a dare garanzie concrete che corroborino l’impegno del Ministro al costante confronto con le parti sociali, evitando che questo rimanga una mera proposizione di principio.
Sono tanti i problemi ancora irrisolti e tra questi va definito un percorso che riguarda il
confronto sul nuovo Contratto Integrativo e sulle tutele e sui diritti dei lavoratori, troppo spesso misconosciuti e discriminati.
Ma siamo e resteremo al fianco dei lavoratori della Giustizia, per ridare dignità ai diritti ed al lavoro, sapendo che solo così si può rendere un servizio efficace ai cittadini.

 

FP CGIL                                   CISL FP                                       UIL PA
Meloni                                         Marra                                            Amoroso

Pubblichiamo la nota Unitaria inviata alla Corte dei Conti il 28/03/2019.

Incontro tra categorie e confederazioni su centralità servizi pubblici, 15 aprile a Roma Attivo su Sanità Privata con Landini, Furlan e Barbagallo

“Sabato 8 giugno manifestazione nazionale di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa a Roma in piazza del Popolo per rivendicare risorse e occupazione, perché senza Pubblico non c’è equità, senza lavoro non c’è futuro: #futuroèpubblico”. Ad annunciarlo sono le stesse categorie delle Funzioni Pubbliche nel dare notizia di un incontro, che si è tenuto nella giornata di ieri 2 aprile, tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, e i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco.

Nel corso del confronto, spiegano le categorie, “si sono affrontati diversi argomenti e condivise alcune importanti tappe del percorso di mobilitazione per arrivare a raggiungere obiettivi che diano risposte ai punti essenziali della Piattaforma delle categorie su occupazione, contratti e investimenti a rafforzamento del welfare in termini di qualità dei servizi. Le Confederazioni hanno espresso pieno sostegno per arrivare a concretizzare un Piano straordinario di assunzioni nelle pubbliche amministrazioni che non solo compensi le uscite per pensionamento, ma rafforzi gli organici per garantire ai cittadini un’estensione del perimetro pubblico e non invece una sua riduzione alimentata da anni di tagli e blocco assunzionale”.

Allo stesso tempo, proseguono, “è importante che il personale che è in servizio abbia la giusta riqualificazione e riconoscimento professionale e che le nuove generazioni che entrano con i nuovi concorsi abbiano inquadramenti adeguati ai cambiamenti intervenuti nella Pa. Per questa ragione l’impegno delle Federazioni per portare a termine il lavoro delle commissioni di riforma del sistema di classificazione, viene individuato come obiettivo strategico e propedeutico al nuovo rinnovo contrattuale 19/21. A tal proposito le Federazioni hanno chiesto alle Confederazioni di rafforzare nel rapporto con il Governo l’esigenza di aprire subito un confronto sull’atto di indirizzo per il nuovo Ccnl, di adeguare in modo significativo le risorse che oggi sono a disposizione nella legge di Bilancio e di sbloccare definitivamente il tetto ai fondi per il salario accessorio così da liberare la leva della produttività. All’appello mancano ancora i Ccnl della dirigenza e alcuni contratti dei servizi pubblici che operano in regime accreditato a partire da Sanità Privata e Rsa”.

Nel sostenere la mobilitazione dei lavoratori, proseguono, “i segretari generali di Cgil, Cisl e UIl si sono impegnati a scrivere alle Confederazioni datoriali private e alle controparti pubbliche, Governo e Regioni, per chiudere la partita dei rinnovi che attengono il triennio 16/18, così da far partire subito le Piattaforme per i nuovi rinnovi. Proprio in quest’ottica Landini, Furlan e Barbagallo parteciperanno all’Attivo dei delegati della Sanità privata che si svolgerà il prossimo 15 aprile presso l’Auditorium di Via Rieti a Roma alle 10, a sostegno della vertenza su di un contratto che non viene rinnovato da ben 12 anni e che vede, ad oggi, l’interruzione delle relazioni sindacali per indisponibilità delle parti datoriali a discutere di parte economica”.

“Assunzioni e contratti; miglioramento della qualità dei servizi offerti ai cittadini e rivendicazioni di investimenti sulla innovazione e sulla copertura territoriale adeguata dei servizi fondamentali e dei loro livelli essenziali; recupero della dignità professionale dei lavoratori del sistema dei servizi pubblici con il superamento definitivo delle logiche punitive, di controllo, di penalizzazione economica, di messa in discussione di diritti fondamentali, di tagli alle libertà sindacali e di spazi contrattuali. Sono le vertenze che attraversiamo e che vanno affrontate come elementi centrali per rilanciare il ruolo che le Pubbliche amministrazioni, e in generale i servizi pubblici, hanno nel nostro Paese come fondamento di sviluppo, benessere e giustizia sociale”. Per questo, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, “in coerenza con la mobilitazione Confederale, le categorie delle Funzioni Pubbliche saranno a Roma il prossimo 8 Giugno con una manifestazione in Piazza del Popolo per rivendicare risorse e occupazione. Senza pubblico non c’è equità, senza lavoro non c’è futuro: #futuroèpubblico”.

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