INL FP CGIL – L’ennesima figuraccia

08 Novembre 2021

L’ENNESIMA FIGURACCIA

Nei giorni scorsi il Tribunale di Firenze si è nuovamente pronunciato, stavolta con sentenza di primo grado, su quanto accaduto qualche anno fa presso l’ispettorato del lavoro di Firenze. Ricordiamo che nell’Ottobre del 2019 il Tribunale di Firenze emanava un decreto, con cui imponeva all’Ispettorato la disapplicazione parziale degli ordini di servizio locali relativi all’orario di lavoro, attraverso i quali si era operata una discriminazione collettiva ed indiretta ai danni dei dipendenti genitori di figli in tenera età e condannava il medesimo Ispettorato anche a un risarcimento economico in favore della Consigliera Regionale di Parità Toscana, che aveva promosso il ricorso nell’ambito delle prerogative riconosciutele per legge.

Non contenta della figuraccia rimediata – il decreto ebbe risalto nazionale, non solo per la singolarità della questione dedotta, ma soprattutto perché il ruolo di convenuto/condannato era toccato proprio a INL, l’Ente chiamato a vigilare anche sulle discriminazioni di genere – l’Amministrazione pensò di presentare opposizione al decreto.

Risultato? L’ennesima figuraccia: il Tribunale di Firenze ha emesso sentenza confermativa della discriminazione collettiva operata con quegli ordini di servizio e confermativa anche del risarcimento del danno in favore della Consigliera. Ha poi ribadito espressamente l’inadempienza dell’Ispettorato del Lavoro in relazione alla mancata applicazione delle flessibilità ulteriori sancite dall’art. 26, co. 4 del CCNL delle Funzioni Centrali.

Ci chiediamo, a questo punto retoricamente: tutto questo era inevitabile?
Era inevitabile ostinarsi a mantenere indenni i procedimenti disciplinari che avevano avuto origine proprio da quegli ordini di servizio discriminatori e passare così dalla discriminazione indiretta a quella diretta?
Era inevitabile emanare atti comportanti una discriminazione collettiva?

Era inevitabile arrivare al decreto giudiziale con cui si ingiungeva di rimuovere quegli atti?
Era inevitabile, dopo il decreto, fare opposizione per ricevere quest’ulteriore schiaffo, che lede l’immagine di un Ente che dovrebbe tutelare i diritti dei lavoratori e invece ha violato anzitutto quelli dei propri dipendenti, particolarmente quelli dei dipendenti genitori di figli piccoli?
Era inevitabile l’esborso di soldi pubblici per risarcire danni non patrimoniali?

Visto che all’Amministrazione piace così tanto parlare e scrivere di valutazione, ci chiediamo un po’ meno retoricamente: qualcuno ha valutato i comportamenti di chi ha posto in essere quei comportamenti discriminatori? E i comportamenti di chi dalla DC Risorse Umane invitava a violare apertamente il CCNL delle Funzioni Centrali, emanando pareri per fare in modo che non fosse applicato sui territori l’art. 26., co. 4, immaginando una riserva di contrattazione integrativa nazionale inesistente?
Quis custodiet ipsos custodies? È una regola democratica che nessuno possa essere al di sopra delle regole e che anche i sorveglianti vadano sorvegliati.

Di tutto questo chiediamo, ora, conto.

Roma, 5 novembre 2021

Il coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

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