INL, FP CGIL – Dirigenza INL, il punto della situazione

23 Maggio 2022

Non esiste un problema legato al “mancato riconoscimento indennità di amministrazione” ai dirigenti (la cd perequazione), separato da quella del personale delle Aree funzionali.

Pertanto, il riconoscimento dell’armonizzazione dei trattamenti economici accessori o verrà ottenuto da tutto il personale INL (aree funzionali e dirigenti) o non sarà raggiunto da alcuno.

Questa, in sintesi, la risposta fornita dall’ Amministrazione (D.C I.P.P.O., dr.ssa Ilaria Feola) alla precisa domanda della delegazione Area dirigenza FP CGIL, nel corso della riunione convocata lo scorso 9 maggio.

Una ragione in più per riaffermare l’opportunità di unire le forze fra tutte le lavoratrici e lavoratori INL, senza alcuna distinzione.

Vengono così a cadere interpretazioni bizzarre, che hanno trovato spazio anche in alcune OO.SS, che avrebbero voluto la dirigenza INL esclusa dai trattamenti accessori eventualmente da riconoscere al restante personale non dirigenziale.

Ma di fronte a problemi che interessano dirigenti ed aree funzionali senza distinzioni, ha senso trovare motivi per dividersi, per poi non mettere in campo alcuna azione concreta a sostegno delle proprie rivendicazioni?

Certamente restano sul tavolo questioni aperte relative alla sola Area della dirigenza, ma questo è altro.

Ad esempio, è di fondamentale importanza che l’Amministrazione convochi al più presto le OO.SS della dirigenza, per ri-discutere delle cc.dd. pesature degli incarichi. Occorre infatti adottare un provvedimento di carattere generale e non soltanto limitato agli uffici del centro. Tale modus operandi non può trovare alcuna giustificazione, a meno che non si vogliano creare due realtà distinte: quella dell’ Amministrazione Centrale e quella dei “suburbi”, cioè dei territori.

Non si tratta di questioni secondarie ma di temi che incidono sulla massa salariale riconosciuta alla Dirigenza e sulla stessa dignità del lavoro.

Nell’incontro dello scorso 9 maggio l’Amministrazione ha illustrato lo schema di regolamento che disciplina le modalità di lavoro a distanza, agile e remoto.

La delegazione CGIL ha chiesto di stralciare l’articolo 4 comma 2, che vorrebbe precludere l’applicazione di forme di lavoro a distanza al personale destinatario di provvedimenti disciplinari negli ultimi due anni, con la sola esclusione del rimprovero verbale.

La ragione è semplice: non si tratta di premiare o punire qualcuno, ma di organizzare modalità di espletamento della prestazione lavorativa innovative.

Si concorda invece con l’Amministrazione nel volere disciplinare anche per i dirigenti il lavoro agile a distanza. Come più volte riconosciuto dal Dipartimento della Funzione Pubblica, nonché confermato dalla giurisprudenza contabile, ogni P.A. è libera di introdurre forme di controllo sulla presenza in ufficio del personale dirigenziale.

Dal momento che non risulta superata la disposizione istitutiva dell’obbligo di “timbratura” in ingresso alla giornata lavorativa per tutto il personale dirigenziale INL (circolari direttoriali del e 9/10/2019 e del 19/11/2019), il regolamento ha il pregio di offrire un quadro certo di comportamenti cui adeguarsi.

In assenza di essi, ogni determinazione dei singoli dirigenti potrebbe rischiare di essere oggetto di contestazioni, disciplinari e contabili; pertanto, meglio regole chiare e certe alle quali riferirsi, senza possibilità di errore, che nessuna regola e tanti rischi.

Tra le ulteriori questioni da affrontare:

– le situazioni di disagio in cui si trovano ad operare direttori/trici di uffici particolarmente distanti dai loro domicili abituali o residenze, con un conseguente aggravio di spese di viaggio se non di locazione;

– un adeguato riconoscimento per la titolarità delle sedi doppie, la cui istituzione ha comportato per l’Amministrazione un notevole contenimento di spese;

– la semplificazione o abrogazione di procedure contorte, penalizzanti i servizi all’utenza e mortificanti per tutto il personale;

– il riallineamento delle scadenze degli incarichi dirigenziali.

Su quest’ultimo punto occorre concentrare l’attenzione, dato che una conclusione scaglionata dei “mandati” rischia di obbligare il personale dell’Area ad optare sulle pochi sedi disponibili, spesso molto distanti dai luoghi di residenza, se non, in casi estremi a dovere proprio per questo rinunciare ad avere un incarico.

Le criticità che affliggono il rapporto di lavoro dei dirigenti meritano pertanto un’agenda fitta di appuntamenti e, di riflesso, di soluzioni.

Solo affrontando i problemi con sistematicità e programmazione si può puntare ad avere un INL pronto ad accogliere le sfide che lo attendono.

Il Coordinatore Nazionale dirigenti
FP CGIL INL
Alberto Gardina

 

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