13.09.2011 – Allegati, di seguito: la circolare dell’Amministrazione avente per oggetto, Art. 16 L. n.183 del 4.11.2010, monitoraggio rapporti di part-time in corso aventi una prestazione lavorativa non superiore al 50% di quella a tempo pieno e relativo modulo con dichiarazione sostitutiva; la circolare n.9/2011 del Dipartimento della Funzione Pubblica avente per oggetto, trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno atempo parziale – presupposti – rivalutazione delle situazioni di trasformazione già avvenute alla data di entrata in vigore del D.L. n. 112 del 2008, convertito in L. n. 133 del 2008.
Roma, 14 settembre 2011
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
dott. Riccardo Turrini Vita
e, per conoscenza,
Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. Franco Ionta
Al vice Capo vicario del Dipartimento A.P.
Dott. Emilio di Somma
All’Ufficio del Capo del Dipartimento
Ufficio per le Relazioni Sindacali
dott.ssa Pierina Conte
ROMA
Alle Segreterie regionali e territoriali FP
Ai Delegati e Iscritti Fp Cgil Polizia Penitenziaria
OGGETTO: Programmazione e pagamento turni di reperibilità – Art. 12 Accordo Nazionale Quadro di Amministrazione, art. 3 lett. B) accordo F.E.S.I. 4 agosto 2011. Anomalie riscontrate.
Egregio Direttore,
continuano a pervenire a questa O.S. dai propri dirigenti sindacali notizie allarmanti circa il presunto reiterato ricorso da parte di talune articolazioni periferiche di codesta Amministrazione all’istituto della “reperibilità” – previsto dall’articolo 8, comma 1, del D.P.R. 31 luglio 1995, n. 395, dall’articolo 7 del D.P.R. 10 maggio 1996, n. 359, dall’articolo 10 del D.P.R. 16 marzo 1999, n. 254, tenuto conto delle modalità di cui all’articolo 24, comma 5 lettera h), del D.P.R. 18 giugno 2002, n. 164 – che verrebbe in sostanza utilizzato per compensare, facendo ricorso allo stanziamento che concerne l’art. 3, lettera B), del F.E.S.I. 2011, un sempre più crescente numero di Comandanti di reparto di istituti penitenziari in cui non è stato reso disponibile l’alloggio di servizio, o che i competenti Provveditorati non hanno provveduto a disporne la tempestiva ristrutturazione.
Una incombenza che grava unicamente su codesta amministrazione e che non può in nessun modo trovare come soluzione il ricorso unilaterale e ingiustificato all’attribuzione dell’indennità in questione, intesa come alternativa alle carenze strutturali del sistema penitenziario. Analoga situazione riguarda i comandanti di reparto in missione, i quali verrebbero autorizzati dai rispettivi Provveditorati a percepire una indennità che per sua natura è sottoposta alle procedure contrattuali, spesso sforando o non tenendo conto dell’1% della forza presente, parametro questo imprescindibile.
Eppure, la norma richiamata specifica che i turni di reperibilità sono stabiliti per fronteggiare improvvise esigenze legate al mantenimento dell’ordine, della disciplina e della sicurezza degli istituti, ovvero per esigenze di funzionalità istituzionali in relazione a tre criteri generali: la volontarietà, la rotazione e la specifica esperienza professionale nel servizio da garantire, e che il numero di questi che giornalmente può essere disposto per le esigenze degli istituti e servizi dell’amministrazione non può eccedere l’uno per cento della forza presente di ciascun provveditorato regionale, il quale, previa informazione alle OO.SS. del personale, provvede ad assegnare, in ambito circoscrizionale, a ciascun istituto il numero dei predetti turni mensili di reperibilità.
Il relativo compenso deve, quindi, necessariamente muovere al verificarsi di quelle fondamentali condizioni, a cui ovviamente deve poi fare seguito l’espletamento del conseguente turno di lavoro, e mai avere carattere di continuità in sua concreta assenza, perché altrimenti l’istituto in parola perderebbe la sua stessa ragione di esistere. Ciò, evidentemente, vale anche per il comandante di reparto che, al limite, come peraltro stabilito dalla predetta norma, potrà accedervi in misura maggiore a quella prevista per il restante personale (che non può effettuare più di un turno mensile per ciascun dipendente), ma sempre che ricorrano le medesime, precipue e dimostrabili condizioni e, soprattutto, non vi sia irragionevole persistenza.
Se codesto Dipartimento, o in luogo di questo qualunque altro Provveditorato, avverte l’esigenza di disporre l’invio in missione di un comandante di reparto da un istituto penitenziario all’altro dovrebbe quindi, prima di formalizzare l’incarico, informarsi con la direzione dell’istituto ricevente se è presente e funzionale l’alloggio di servizio destinato ad esso e, in caso di indisponibilità, disporre il servizio di missione a totale carico dell’amministrazione, come previsto dalla legge; ma quello che in ogni caso non deve mai fare è scaricare il costo di quella decisione su tutti gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria e, in particolare, sullo stanziamento destinato a finanziare il F.E.S.I.
Un’attività, quella che Le chiediamo subito di accertare per tutti i provvedimenti fin qui disposti dalla direzione generale del personale e dagli altri Provveditorati, che reputiamo illegittima e inaccettabile, perché oltre a non essere espressamente prevista dalla norma in parola produce un danno significativo al fondo per l’efficienza dei servizi istituzionali che serve unicamente a compensare e incentivare l’attività di servizio prestata da tutti i colleghi della Polizia Penitenziaria, non solo da alcuni, poiché di fatto va a sottrarre circa 280 euro al mese, ovvero 3400 euro l’anno lordi, per ogni singolo provvedimento disposto in favore di questo o quel comandante.
Considerata la delicatezza del tema sollevato, La invitiamo a disporre le verifiche del caso e dare pronto riscontro alla presente nota. In ogni caso, al fine di evitare qualsiasi distorta interpretazione della predetta norma, Le chiediamo contestualmente di far tenere e divulgare quanto prima sull’intero territorio nazionale una circolare dipartimentale sul tema che specifichi chiaramente che:
a) I comandanti di reparto hanno diritto e sono obbligati ad occupare l’alloggio di servizio;
b) Gli alloggi devono essere disponibili per ogni comandante e, comunque, resi disponibili prima dell’eventuale conferimento dell’incarico di comando;
c) Non è possibile autorizzare la fruizione dell’indennità in questione – come noto rimessa alla contrattazione nazionale – ai comandanti per i quali non è stato messo a disposizione l’alloggio di servizio. Nei i casi in cui l’alloggio non sia presente nella struttura penitenziaria ove questi ultimi sono destinati ad assumere servizio, sarà cura di codesta amministrazione disporre nei loro confronti il relativo servizio di missione previsto dalla normativa vigente.
E’ appena il caso di sottolineare a codesta amministrazione che ove non ritenesse di dover tempestivamente riscontrare la presente nota, saremmo costretti a ricorrere alle valutazioni del nostro ufficio legale.
Cordiali saluti.
Il Coordinatore Nazionale
FP CGIL Polizia Penitenziaria
Francesco Quinti
13.09.2011 – Il giorno 8 u.s. era pervenuta la bozza di circolare relativa alla programmazione del III corso nazionale per istruttori patenti di guida terrestri; allegata di seguito la richiesta di specifico incontro sull’argomento da parte di CGIL CISL e UIL VVF.
NOTIZIE DAL FRONTE: NESSUNA NOTIZIA
Vogliamo anzitutto ringraziarvi per l’impegno profuso in occasione del grande sciopero generale del 6 settembre, sciopero che ha visto una partecipazione massiccia dei lavoratori dei Beni Culturali, una grande giornata di lotta con la nostra presenza incisiva e visibile in tutte le piazze, sia per effetto delle iniziative territoriali che di quelle nazionali fatte insieme alla coalizione di “Abbracciamo la Cultura”.
Nessuna notizia dei nostri interlocutori, invece, che sembrano inghiottiti anch’essi nel buco nero della manovra. Stiamo ancora in attesa di verificare gli adempimenti di almeno uno degli impegni assunti dai nostri eroi con il verbale congiunto del 26 luglio scorso. Allo stato possiamo solo verificare che nel maxi emendamento approvato al Senato si conferma il taglio dell’ulteriore 10% del costo del lavoro che, assommato al precedente, produrrà il famoso esubero di 4000 lavoratori rispetto alla nuova pianta organica. Quindi possiamo verificare l’inadempienza rispetto ad un impegno che noi giudichiamo fondamentale per il futuro stesso del Ministero: un ulteriore segnale della debolezza congenita del peso politico del Mibac, ormai terreno di scorrerie e di incursioni di organi esterni che dettano la linea ai nostri dirigenti.
Ma noi chiediamo con forza che il Ministro mantenga gli impegni assunti e su questo, e solo su questo, misureremo la volontà della controparte di misurarsi sui problemi reali di funzionamento del servizio e di tutela dei propri lavoratori.
Quanto allo stesso Ministro, abbiamo letto con interesse l’intervista rilasciata al Foglio, e, se non fosse per il solito refrain sulla lentezza della burocrazia ministeriale romana paragonata all’efficienza tutta padana della burocrazia veneta, ci pareva di leggere una intervista ad un esponente dell’opposizione. Un governo allo sbando con tutti contro tutti, questa è la verità, e, in una situazione normale, nel rispetto delle regole democratiche, bisognerebbe avere la capacità di riconoscere la propria inadeguatezza a governare una fase così complessa e trarne le dovute conseguenze.
Intanto noi vogliamo risposte:
che fine ha fatto l’accordo sulle progressioni economiche?
Dove stanno i famosi provvedimenti che dovevano salvaguardare missioni, lavori insalubri, lavori usuranti e l’occupazione?
Cosa sta facendo il MIBAC per rispettare il termine del 30 settembre per l’immissione in ALES del personale ex LSU attualmente in cassa integrazione?
E infine sulle missioni: esprimiamo piena solidarietà ai lavoratori della Soprintendenza Archeologica Roma e a tutti i lavoratori che sono costretti ad interrompere il servizio a causa della indecente normativa sulle missioni e diffidiamo il MIBAC a trovare immediatamente delle risposte adeguate, altrimenti lo riterremo responsabile dell’interruzione di un pubblico servizio, fondamentale per la tutela del territorio.
Roma, 13 settembre 2011
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
Roma, 13 settembre 2011
Al Ministro della Giustizia
Sen. Nitto Palma
e p.c. AL Capo Dipartimento
del DAP
Pres. Franco Ionta
Sig. Ministro,
è a lei nota la gravissima situazione delle carceri italiane e la grave carenza di personale addetto al trattamento.
Da tempo si attende il perfezionamento della procedura di assunzione di 44 educatori ai quali il Dap nel maggio 2010 ha fatto scegliere la sede di destinazione; a tutt’oggi queste persone vivono nell’incertezza poiché non è a loro noto se e quando saranno assunti con le conseguenze che tutto ciò comporta ovvero l’organizzazione familiare e professionale.
Abbiamo sollecitato i vertici del Dap e della Funzione Pubblica e ci risulta che le mancate assunzioni sono dovute al fatto che l’atto di rideterminazione delle dotazioni organiche, dovuto al taglio previsto dalla legge 25/2010, che impedisce l’assunzione dei 44, dopo essere stato trasmesso agli organi competenti non è stato perfezionato per mancata conformità con le norme vigenti.
Abbiamo sollecitato il Dap sulla questione ma ci è stato risposto con nota ufficiale che ad oggi non ci sarebbe la volontà di ‘porre in essere atti previsti da disposizioni precedenti’ ovvero di correggere l’atto di rideterminazione che permetterebbe l’immediata assunzione di questi lavoratori. Ci assale il dubbio che non si sia trattato di un errore involontario ma dell’esplicitazione di una volontà politica.
I lavoratori che si occupano del trattamento anche in virtù di quanto previsto dal piano carceri ()legge 199/2010) sono in forte difficoltà, pur operando con abnegazione e sacrificio, e queste nuove assunzioni sarebbero una boccata di ossigeno.
Le chiediamo pertanto di intervenire personalmente sulla questione in modo da garantire l’immediata assunzione di queste persone.
Il segretario nazionale FPCGIL
Antonio Crispi
MANOVRA ECONOMICA E MIUR
Come avevamo detto nei precedenti comunicati la manovra del Governo, oltre a colpire in generale lavoratori dipendenti, pensionati e precari, si farà ulteriormente sentire per noi dipendenti pubblici anche Ministero per Ministero. Le norme che stanno per essere definitivamente approvate al Senato in questi giorni si aggiungono, infatti, ai precedenti provvedimenti di luglio.
Tra questi, l’art. 19 della legge 111/2011 del luglio scorso che prevede, per il personale della scuola permanentemente inidoneo all’insegnamento per motivi di salute, l’immissione in ruolo nei profili professionali di assistente amministrativo e assistente tecnico della scuola (di fatto pur mantenendo lo stipendio in godimento vengono “retrocessi”), ma, da anche la possibilità a tale personale di effettuare domanda di mobilità intercompartimentale verso le Amministrazioni dello Stato (si parla di Ministeri, Enti pubblici non economici e Agenzie) e chiaramente il nostro Ministero è in prima linea.
Almeno, in tal senso sembrano andare il DM del Ministro e le due circolari emanate dalla Direzione Generale del Personale della scuola, l’ultima é del 12 settembre.
Non conosciamo l’esatta entità del fenomeno, ma dalla stampa apprendiamo che si tratta all’incirca di 5.000 unità di personale.
Contestualmente nei prossimi mesi il MIUR sempre a seguito della manovra effettuerà l’ennesimo taglio del 10% dell’organico del personale (di anno in anno e con questo nuovo taglio arriviamo ad una riduzione del 36%).
Non esitiamo a considerare tale situazione l’ennesimo esempio di “guerra tra poveri” innescata da questo Governo nel pubblico per minarne gli ultimi residui di efficienza:
Da un lato lavoratori con gravi problemi che non possono insegnare, ma che non hanno i requisiti per il pensionamento per salute costretti a retrocedere ovvero a passare all’espletamento di funzioni amministrative che nulla hanno a che fare con la didattica e la professionalità acquisita; da un altro i dipendenti di Amministrazioni, falcidiate dai pensionamenti e dal blocco del turn over, ma che, con le costanti riduzioni di organico e queste immissioni “forzate”, possono paradossalmente rischiare l’esubero.
Tra l’altro nessuna informativa ufficiale è stata fornita e nessun confronto sulla materia è stato avviato con le Organizzazioni Sindacali di comparto. Sarà, infatti, un decreto interministeriale a stabilire Amministrazioni interessate e numero dei posti.
Sulla questione abbiamo inviato al Ministro, insieme a tutte le Organizzazioni Sindacali del Ministero, la nota e la richiesta di incontro allegate.
Roma, 13 settembre 2011
FP CGIL MIUR
Angelo Boccuni
In allegato il testo del maxiemendamento alla manovra e la prima pagina della relazione tecnica che contiene i numeri relativi alla delega al governo sugli accorpamenti di uffici giudiziari giudicanti e requirenti di I° grado, sezioni distaccate e giudici di pace. Dalla lettura si potranno evincere eventuali uffici che potrebbero essere coinvolti dal taglio.
I numeri riportati ad ogni modo, oltre ad evidenziare un atteggiamento punitivo nei confronti degli uffici requirenti, sono molto elevati e anche in questo caso nulla hanno a che fare con un intervento di razionalizzazione ma ricordano l’ennesimo taglio lineare per battere cassa.
E’ chiaro che qualsiasi intervento che non tenga conto della situazione specifica di ogni territorio si tradurrà nell’ennesimo intervento contro la giustizia.
La delega al governo prevede 12 mesi per effettuare il taglio: riteniamo opportuno in questa situazione, oltre a tornare a chiedervi un’analisi attenta di tutti gli uffici con le vostre considerazioni e quelle dei lavoratori, che si avvii un confronto sui territori con la confederazione e le istituzioni locali per arrivare, oltre che ad un’analisi obiettiva delle singole situazioni, anche a eventuali iniziative di protesta condivise contro l’ennesimo provvedimento che rischia di indebolire la giustizia in Italia.
Roma, 13 settembre 2011
Il Segretario Nazionale FPCGIL
Antonio Crispi
Con sentenza depositata il 1° agosto scorso, il TAR del Lazio ha dichiarato nulla la delibera n. 55 del 2.12.2009, con la quale il comitato di gestione dell’Agenzia delle Entrate aveva modificato l’articolo 24 del Regolamento di amministrazione, consentendo il conferimento degli incarichi dirigenziali in favore di funzionari non dirigenti fino al successivo 31.12.2010.
La sentenza in argomento non si limita a dichiarare nulla la suddetta delibera: va ben oltre .
Il giudice amministrativo, nel sottoporre ad un’articolata analisi di merito il suddetto articolo 24, ne rileva l’insanabile illegittimità (che, secondo quanto si legge nella sentenza, sembra potersi definire addirittura ex tunc), perché si pone in rotta di collisione con i principi di cui agli articoli 19 e 52 del D.Lgs. n. 165/2001, e, nel contempo, dichiara nulli gli atti di conferimento di incarico dirigenziale a funzionari, non in possesso della qualifica di dirigente, emessi ai sensi del medesimo articolo 24.
Ad oggi, l’Agenzia non ha convocato le OO.SS. al riguardo e non conosciamo, quindi, le iniziative che intende intraprendere nel prossimo futuro.
La magistratura, quando interpellata, esprime giudizi, non indica soluzioni e le sentenze possono essere commentate, impugnate, ma vanno comunque rispettate.
Alcuni dati oggettivi possono chiarire la situazione.
Il Regolamento di amministrazione, all’articolo 10, dice che l’Agenzia delle Entrate ha una dotazione organica di n. 1.214 dirigenti (fino a soli due anni fa, tale numero era addirittura superiore, anche se di poco, a 1.400).
Dal ruolo dei dirigenti aggiornato al 1° luglio scorso, si rileva che i dirigenti di qualifica sono n. 14, in prima fascia (sono i dirigenti generali con incarico di direttore centrale e/o regionale), e n. 401, in seconda. A questi, poi, vanno aggiunti n. 23 dirigenti esterni, non inseriti nel ruolo (tre di costoro sono direttori di altrettante Direzioni Centrali).
Secondo la stessa Agenzia, al 31 gennaio di quest’ anno, i posti di dirigente coperti da funzionari erano ben 767 (eppure, con il concorso pubblico bandito nell’ottobre precedente, aveva inteso coprirne solo n. 175).
Non v’è dubbio che, nel quadro delineato, l’articolo 24 del Regolamento abbia cercato di assicurare, in tutti questi anni, non solo la copertura di posti altrimenti non assegnabili per la carenza (che si è andata via via cronicizzando) di dirigenti di qualifica, quanto, soprattutto, il corretto funzionamento delle strutture dell’Agenzia e, in particolare, dei suoi uffici periferici.
D’altro canto, però, non può tacersi come, in questi stessi anni, l’articolo 24 sia stato oggetto, da parte dell’Agenzia, di un utilizzo arbitrario e fuori d’ogni regola. Lo ammette la stessa amministrazione, allorquando, solo di recente, con direttiva del 20 luglio scorso, ha provveduto a riattivare apposite procedure per l’acquisizione delle disponibilità dei dirigenti a coprire i posti che si rendono via via disponibili, nonché per la selezione tramite interpello dei funzionari da preporre agli uffici rimasti scoperti.
Ora la sentenza del TAR obbliga tutti ad un’attenta riflessione sulla situazione.
La FP CGIL è pronta ad un confronto sulla materia, sereno e costruttivo, con i lavoratori, le altre OO.SS. e la stessa Agenzia.
CGIL FP NAZIONALE
Comparto Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini
Vigili del Fuoco Marche
Coordinamento Regionale
Evidentemente a qualcuno piace fare il gioco delle tre carte e scaricare su altri le proprie responsabilità!!
Il giorno 29 Luglio l’Amministrazione con un appunto (allegato 1) comunica che saranno accreditate le risorse necessarie al pagamento di un acconto (€6.50) dell’indennità di servizio esterno, e che i Comandi hanno come termine ultimo, per poter inserire i dati nel sistema informatico in modo da permettere il pagamento di tali competenze nel Cedolino di Settembre, la data del 26 Agosto.
In data 8 Settembre sempre l’Amministrazione invia alle OO.SS Nazionali un appunto (allegato 2) in cui si evidenzia che tale operazione non è stata possibile per problemi tecnico informatici, sottolineando testualmente che: ” in buona sostanza i funzionari delegati periferici non sono riusciti ad effettuare l’inserimento dei dati nel sistema informatico dipartimentale, in modo da rendere possibile la liquidazione dei compensi nel mese di settembre, attraverso il sistema Service Personale Tesoro (SPT) gestito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e già regolarmente aggiornato con la codificazione del nuovo emolumento accessorio”.
E’ evidente che motivando così l’accaduto si individuano come responsabili di tale disguido i Funzionari delegati dei Comandi, quando viceversa i dati non sono stati inseriti perché il programma informatico non è stato aggiornato in tempo utile per permettere nella data prestabilita del 26 Agosto l’inserimento dei dati, infatti la versione 4.6.3 del sistema informatico porta la data del 31/08/2011 (allegato3) .
E’ quindi
indiscutibile che le responsabilità vanno ricercate a livello centrale evitando di aggiungere confusione ad una situazione già abbastanza caotica che sta creando enormi incertezze e malumori tra il personale.
Buttarla in “cagiara” giova a qualcuno?
p / il Coordinamento Reg.le
CGIL VVF Marche
Renato Ripanti