Dopo il mancato reintegro dei tre operai di Melfi e il secondo caso di licenziamento ingiusto operato da una ditta dell’indotto ai danni di due operai in malattia, l’ultimo atto dell’odiosa “lotta di classe” di Marchionne si è giocato, ancora una volta, sul terreno della democrazia.
Oggi è chiaro a tutti che quanto sostenuto dalla Fiom mentre era in atto lo scontro sull’accordo separato di Pomigliano, ovvero che in quel momento si gettavano le basi per scardinare il contratto nazionale, era vero. L’atteggiamento delle organizzazioni che oggi, attraverso le proprie posizioni pubblicamente espresse e l’influenza esercitata sulle Rsu di riferimento, impediscono in azienda un’assemblea sul mancato reintegro, quindi ai lavorati di discutere e confrontarsi, è quantomeno contestabile: non si può avere paura della democrazia.
La difesa del contratto nazionale riguarda tutti i lavoratori, pubblici e privati, e non può essere lasciata alla sola Fiom, che va sostenuta e a cui rinnoviamo come Fp-Cgil la nostra solidarietà. Allo stesso modo non è possibile accettare che altre organizzazioni aprano la strada alla scomparsa del contratto nazionale, non avendo esse ricevuto alcuna delega al riguardo. Anche in questo caso non possiamo che ribadire che legalità e democrazia vengono prima di tutto.
Roma, 2 Settembre 2010
Aderisco all’appello a partecipare alla giornata di mobilitazione nazionale del 13 febbraio e sono certa che moltissime lavoratrici e dirigenti della FP CGIL saranno in piazza quel giorno.
Aderisco a questa giornata come donna e come sindacalista.
Ogni giorno la nostra organizzazione difende tante lavoratrici che per vivere fanno lavori faticosi, difficili, a volte molto umili, ma con la dignità di chi sa di fare il proprio dovere ed è consapevole dell’utilità sociale del suo ‘impegno. E’ questa una realtà molto lontana dallo spettacolo desolante a cui assistiamo.
E’ necessario reagire con forza a questa umiliazione di tutte le donne, rappresentate e trattate come oggetti ornamentali da parte di un potere sempre più machista.
Dobbiamo riprendere un cammino comune, riprendere la parola per difendere ed affermare la nostra dignità e la nostra libertà.
Roma 1 febbraio 2011
Oggi l’ARAN ha presentato il rapporto sulle retribuzioni contrattuali dei dipendenti pubblici, ammesso e non concesso che i dati presentati riguardino solo i dipendenti contrattualizzati, la notizia è che i salari nel 2010 sono cresciuti meno dell’inflazione, nonostante l’effetto trascinamento dei contratti sottoscritti nel 2009 e la contrattazione del 2010.
Come è noto il Governo, per il triennio 2010 – 2012, ha deciso il blocco ai rinnovi contrattuali.
Il combinato disposto di questi due elementi produce un risultato inequivocabile: l’impoverimento sempre più rilevante del potere d’acquisto degli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il Ministro Brunetta si è dichiarato contento del fatto che “in un periodo di crisi i servitori dello Stato sono stati tutelati” e “che non c’è stato un’ora di cassa integrazione e non ci sono stati licenziamenti”.
Vorremmo ricordare al ministro che, grazie ai provvedimenti presi dal Governo di cui fa parte, sono stati già licenziati alcune migliaia di precari, e che moltissimi altri lo saranno a breve.
Non riusciamo quindi a capire da cosa derivi la sua contentezza.
Le lavoratrici ed i lavoratori che invece contenti proprio non sono, si battono per il riconoscimento dei loro diritti e per Pubbliche Amministrazioni di qualità, si mobiliteranno il 25 marzo e sciopereranno con tutti gli altri lavoratori il 6 maggio.
Roma, 9 marzo 2011
Il Governatore della Banca d’Italia, nel suo autorevole intervento di oggi, ha messo in evidenza i drammatici problemi che vanno affrontati per permettere al nostro Paese di avviare una fase di crescita per uscire dalla crisi.
Ci hanno in particolare colpito positivamente le sue parole sulla necessità di avere una strategia per l’abbattimento del debito che abbandoni la strada dei tagli indiscriminati e l’analisi sulla penalizzazione che grava pesantemente sul lavoro delle donne, perché queste due questioni si collegano alle rivendicazioni che da anni portiamo avanti per la salvaguardia dei servizi e del lavoro pubblico.
Siamo consapevoli del fatto che amministrazioni e servizi pubblici efficienti e di qualità sono uno degli elementi essenziali per permettere,in particolar modo alle donne, di conciliare i tempi della vita e del lavoro.
La scelta dei tagli lineari alla spesa fatta dal Governo è andata esattamente nella direzione opposta.
Come nella direzione opposta va la scelta di rientro coatto dei contratti part-time.
Come nella direzione opposta è andato l’aumento dell’età pensionabile delle lavoratrici dei servizi pubblici e “lo smarrimento” dei risparmi che ne sono derivati dentro il calderone del bilancio, anziché nel reimpiego in servizi utili alle donne.
Il Governo che come è noto taccia le posizioni della CGIL, a volte come estremiste, a volte come conservatrici, vorremmo che almeno ascoltasse il prof. Draghi.
Roma 31 Maggio 2011
Comunicato stampa unitario FP CGIL FP CISL UIL PA sulla ripresa della mobilitazione nei comparti delle Funzioni Centrali
Le ragioni spiegate da Carlo Podda, Segretario Generale della Funzione Pubblica CGIL.
Ci aspettavamo dalle altre Organizzazioni Sindacali che, nell’incontro a Palazzo Vidoni, fossero pronunciate parole di condanna sul “chi se ne frega” del Ministro Brunetta a proposito dell’opinione della CGIL.
Non si tratta di sterili polemiche tra noi ed il Ministro, pensiamo infatti che quel tipo di linguaggio debba considerarsi offensivo per tutto il Sindacato, e così noi l’avremmo considerato, anche se destinataria dell’offesa fosse stata un’altra organizzazione.
Per quanto riguarda il merito di quanto scaturito dall’incontro di stamattina, non capisco come si possa dare un giudizio positivo su quanto emerso.
Prendere a riferimento le linee guida di Confindustria, sulle quali come ben si sa, ci sono opinioni diverse tra le organizzazioni sindacali, non può che accentuare le divisioni, mentre nulla si è detto sul modello contrattuale già attivato dal Ministro Brunetta, basato sull’unilateralità e la ripubblicizzazione del rapporto di lavoro, per citare solo due delle “perle” di questo modello.
A noi pare si stia addirittura arretrando dal protocollo a cui CISL e UIL hanno appena aderito.
Roma, 29 ottobre 2008
L’adesione crescente delle lavoratrici e dei lavoratori, anche non iscritti alla CGIL, agli scioperi del 3, 7 e 14 novembre, sta producendo prese di posizione, tramite comunicati stampa da parte della CISL, che trasudano nervosismo e preoccupazione.
Preoccupazione che dovrebbe essere ingiustificata per questa Organizzazione, se fossero vere le cifre ridicole di adesione allo sciopero che la CISL si ostina a fornire. Tali cifre sono addirittura più basse di quelle dichiarate dal Ministero della Funzione Pubblica, e sembrano degne, più che di un “sindacato libero” di un’organizzazione dei lavoratori sovietica.
Se, inoltre, il legittimo diritto al dissenso viene scambiato per intimidazione, allora sì c’è da preoccuparsi.
Ribadiamo, ancora una volta, che la strada maestra della democrazia è il voto. Se si è così sicuri del proprio operato, ci si affidi al libero, questo sì, giudizio delle lavoratrici e dei lavoratori.
Smettiamola di nasconderci dietro questa o quell’altra scusa, e si risponda alla nostra richiesta: il “libero sindacato” della CISL e l’altrettanto “libero sindacato” della UIL accettano di sottoporre l’intesa al voto o no?
Roma, 10 novembre 2008
Stamane alle 13:00, presso la sede della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, si è tenuto un incontro tra le associazioni di rappresentanza degli enti locali (ANCI, Conferenza delle Regioni e UPI) ed i Segretari Nazionali dei sindacati di categoria (Fp-Cgil, Fp-Cisl e Uil-Flp).
Le nostre preoccupazioni restano inalterate anche dopo questo confronto.
In particolare:
E’ evidente come tutto questo renda difficile addivenire ad una soluzione per quel che riguarda la contrattazione collettiva del Pubblico Impiego. Riteniamo comunque impossibile sottoscrivere un contratto che “baratti” l’aumento salariale con i tagli al personale precario.
Roma, 4 Dicembre 2008
In riferimento alle dichiarazioni del Ministro Brunetta riguardanti l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomo e donna (sarebbe preferibile distinguere i generi con queste due parole, caro Ministro), ci sentiamo in dovere di dare un consiglio: “non ci provare nemmeno, Brunetta!!!”
Sono altre le sperequazioni che riguardano le donne, e comunque parliamo di sperequazioni subite (divario nella retribuzione, ostacoli all’avanzamento di carriere, maternità, lavoro di cura), non certo di privilegi.
Se il Ministro conoscesse la condizione femminile in questo paese, se si occupasse dei problemi del settore che amministra, non passerebbe il suo preziosissimo tempo a lanciare demagogiche campagne propagandistiche. In un paese come il nostro, con un sistema di welfare carente come il nostro, il ruolo della donna (la donna che produce e che procrea, lavoratrice, madre e levatrice) supplisce a queste carenze.
Non c’entra nulla il paternalismo, si chiama civiltà.
Siamo sicuri che, qualora il governo intendesse davvero sostenere una tale iniziativa del Ministro Brunetta, la sollevazione dei dipendenti pubblici (e non solo la loro) sarebbe immediata, di grandi dimensioni e, su questo siamo certi, unitaria.
Roma, 13 Dicembre 2008
Pubblichiamo il testo dell’intervista di Felicia Masocco, giornalista del quotidiano L’Unità, a Carlo Podda, Segretario generale Fp Cgil Nazionale.
Roma, 12 Gennaio 2009
9 febbraio 2009 – L’Unità – Intervista a Carlo Podda Segretario nazionale FP CGIL – Il 13 febbraio si fermano pubblico impiego e metalmeccanici CGIL. Il leader della FP accusa il Governo: affronta la congiuntura economica riducendo l’occupazione e la spesa sociale.