Roma, 20 novembre 2007
Presidente del Consiglio dei Ministri
On.le Romano PRODI
Ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione
Professor Luigi NICOLAIS
E,p.c.:
Ministro del Commercio Internazionale
On.le Emma BONINO
Sottosegretario del Ministero del Commercio Internazionale
On.le Mauro AGOSTINI
LORO SEDI
On.le Presidente del Consiglio, On.le Ministro,
a fronte dell’impegno assunto dal Governo per l’eliminazione del precariato nella Pubblica Amministrazione, testimoniato dalle norme inserite nella Finanziaria 2007 nonché dagli emendamenti di questi giorni alla Finanziaria 2008, intendiamo porre alla Vostra attenzione come il Ministero del Commercio Internazionale abbia proceduto in pieno contrasto con le indicazioni del Governo. Nello specifico, in presenza di tutte le premesse di legge:
– non ha dato avvio mediante avviso pubblico alla procedura per l’emersione delle diverse tipologie di precari, in servizio presso questa Amministrazione;
– senza dare informazione preventiva, ha inoltrato alla Funzione Pubblica la richiesta di stabilizzazione per una unità di personale, che non aveva maturato il requisito dei tre anni di servizio, richiesto dalla normativa di riferimento;
– solo dopo la scadenza del termine utile per l’inoltro alla Funzione Pubblica delle richieste di stabilizzazione ha trasmesso alle Organizzazioni Sindacali copia del piano triennale di fabbisogno del personale, modificato unilateralmente con l’inserimento della documentazione relativa alla stabilizzazione sopra citata;
– nella fase immediatamente seguente, pervenute ulteriori 7 domande di stabilizzazione a seguito della spontanea presentazione di istanze degli interessati, appurato il possesso dei requisiti ai sensi della Finanziaria 2007 di una sola candidatura, diversa da quella inizialmente avanzata, ha ritirato la precedente e ha dichiarato di non essere interessata alla stabilizzazione (si allega la nota dell’Amministrazione, prot. n. 20070183295 del 8/11/07);
– per quanto concerne i lavoratori a tempo determinato assunti ex lege 56/2005, a seguito di procedure concorsuali, non ha rinnovato i contratti per la durata utile al conseguimento del triennio necessario per la stabilizzazione. In merito, queste Organizzazioni Sindacali ritengono che l’Amministrazione non abbia voluto esperire tutti i tentativi per giungere ad una soluzione in linea con le previsioni dell’Esecutivo.
Certi che il superamento del precariato abbia tale importanza e dignità da non poter essere lasciato ad interpretazioni unilaterali da parte di singole Amministrazioni, queste Organizzazioni Sindacali chiedono l’intervento deciso del Governo per assicurare ovunque uniforme e rapida attuazione delle norme, intervento che, nel caso specifico del Ministero del Commercio Internazionale, data l’inerzia del vertice politico interno, si concretizzi oggi nella “messa in sicurezza” dei precari di questa Amministrazione e nell’immediata stabilizzazione dell’unità in possesso dei requisiti di legge, domani nella tutela di quanti matureranno lo stesso diritto.
FP CGIL
Alfredo Garzi
FPS-CISL
Nino Di Maio
UIL–PA
Antonio Pilla
Roma, 15 maggio 2008
Al Ministro dello Sviluppo Economico
On.le Claudio Scajola
On.le Ministro,
con riferimento all’Accordo FUA 2008 sottoscritto l’8 aprile u.s. dalla Delegazione di Parte Pubblica del Ministero Commercio Internazionale e dalla CISL-FPS, UIL–PA e FLP, la FP CGIL, primo Sindacato di questa Amministrazione, non ha sottoscritto l’Accordo in parola per le seguenti ragioni:
– costituisce un travisamento dello spirito e della lettera del nuovo contratto, nelle sue fondamentali linee di riforma;
– genera una palese discriminazione tra i lavoratori poiché esaurisce il 100% della parte fissa del FUA per le progressioni di fascia economica, escludendo parte del personale;
– opera le progressioni suddette in assenza sia di criteri che dei nuovi profili professionali, premessa ineludibile, a norma del nuovo CCNL, per poter procedere correttamente;
– non rispetta le previsioni di legge a tutela della maternità e della paternità e dei lavoratori con situazioni personali o familiari di handicap (L. 104).
A queste ragioni di contrarietà si aggiungono oggi le perplessità derivanti dalla necessità di favorire un’armoniosa ricomposizione di tutte le diverse realtà istituzionali confluite nel nuovo Ministero dello Sviluppo Economico.
FP CGIL, richiamando ed apprezzando le finalità della Conferenza di Organizzazione da Lei promossa nella precedente legislatura, auspica infatti che il Suo Dicastero non si limiti ad una mera giustapposizione di Amministrazioni, ma sappia anticipare e stimolare una nuova concezione del lavoro pubblico tutto, partendo dall’organizzazione del lavoro e delle competenze e dalla valorizzazione delle risorse umane. Di qui discende la necessità di armonizzare, già dai primi passi, gli istituti contrattuali delle Amministrazioni accorpande e per questo, più che dare seguito ad un accordo di cui FP CGIL non condivide l’impostazione di fondo, si auspica l’avvio, limitatamente alla sede di V.le Boston, di una nuova trattativa per promuovere un accordo FUA 2008 condiviso e che non generi ingiustizie o discriminazioni, che riconosca merito e professionalità, che operi progressioni di f.e. basate su criteri oggettivi e su una selezione trasparente.
Quanto sopra nella convinzione che il Ministero dello Sviluppo Economico possa proporsi quale modello di un nuovo modo di intendere la Pubblica Amministrazione nel suo insieme, come servizio al cittadino, e non si muova invece nell’ottica dei diversi Ministeri intesi come entità auto-referenziali e contrapposte.
FP CGIL Ministero del Commercio Internazionale
La coordinatrice
Monica Bellisario
FP CGIL MINISTERO AMBIENTE
Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ovvero della SOGESID
Da alcuni giorni non si parla d’altro che di fantomatici piani industriali per la pubblica amministrazione. Ministri livorosi e vendicativi e alcuni esponenti politici non perdono l’occasione di proporre miracolose ricette per risanare, snellire e trasformare la P.A. in un’azienda in grado di competere sul mercato.
Anche noi abbiamo un bel piano industriale da sottoporre all’attenzione di tutti i dipendenti del ministero dell’ambiente. Ovviamente non l’abbiamo redatto, né siamo stati informati come O.S.; ne siamo venuti a conoscenza e ciò che abbiamo letto è davvero preoccupante.
Il piano in questione è quello della Sogesid, la società per gli impianti idrici S.p.A. che istituita nella prima metà degli anni novanta con il compito di realizzare interventi riguardanti opere infrastrutturali idriche, ha visto ampliare, nel corso del tempo, le sue competenze fino a divenire, grazie alla legge finanziaria del 2007, una società in house, cioè un ente strumentale alle finalità ed esigenze del Ministero dell’Ambiente. Negli anni precedenti all’entrata in vigore della legge finanziaria la Sogesid ha fornito supporto tenico-operativo al nostro Dicastero, ma con l’entrata in vigore della nuova normativa ha ampliato a dismisura le sue competenze e i suoi settori d’intervento. Essi sono:
a) assistenza e prestazioni di servizi nell’ambito della gestione delle risorse idriche e del servizio idrico integrato in attuazione della parte III del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.:
– fornitura di prestazioni ingegneristiche ed elaborazioni di studi e consulenze nei settori dell’uso e della gestione delle risorse idriche in conformità alla normativa nazionale e comunitaria;
– attività di studio e ricerca nei settori dell’uso e della gestione delle risorse idriche;
b) gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali;
c) trattamento e smaltimento delle acque reflue civili;
d) programmazione ed attuazione degli interventi di bonifica finalizzati al risanamento ambientale;
e) prevenzione e piani d’intervento e monitoraggio per la tutela delle acque marine dall’inquinamento;
f) protezione e ripristino di corpi idrici, supporto ai controlli e vigilanza in materia di inquinamento delle acque interne, superficiali e sotterranee;
g) promozione e implementazione di interventi finalizzati all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili;
h) valutazione dell’impatto ambientale;
i) azioni in materia di valutazione e risarcimento del danno ambientale;
j) supporto tecnico allo svolgimento di attività internazionali connesse ai settori di competenza e in particolare in materia di acque; attività in materia di promozione del processo di “Agenda XXI”; promozione dello sviluppo sostenibile; programmi di finanziamento con fondi EU; desertificazione, inquinamento, Life;
k) studio e svolgimento di campagne informative in materia ambientale e di progetti d’educazione ambientale;
l) studio ed elaborazione di programmi di formazione professionale in campo ambientale; m) predisposizione, divulgazione e gestione delle informazioni in materia di ambiente;
n) elaborazione di studi e progetti in materia di assetto idrogeologico;
o) interventi operativi per pubbliche calamità.
Dopo anni di affidamento a terzi di funzioni e compiti dei dipendenti pubblici, di svuotamento e depotenziamento della struttura ministeriale ad opera del potere politico e di un’allegra e colpevole gestione amministrativa, assistiamo a un cambio di strategia e di tattica. Infatti non si tratta più di conferire incarichi a personale non pubblico tramite il ricorso a convenzioni stipulate con società che da anni operano come agenzie di intermediazione oppure di tessere una fitta rete di poteri personali, conferendo risorse pubbliche a privati, conoscenti, amici. Qui si tratta di trasferire, con una manovra tutta politica, quasi tutte le competenze istituzionali del Ministero in capo alla Sogesid la quale potrà, come stabilisce la Direttiva ministeriale sull’attività amministrativa del 2008 “avvalersi della collaborazione di ICRAM, di APAT e di altri soggetti pubblici”.
In altre parole assistiamo all’istituzione di un nuovo Ministero che cannibalizza di fatto la struttura ufficiale.
Il salto di qualità è evidente. E non è finita. Nel prossimo triennio la Sogesid intende assumere il ruolo di soggetto pubblico impegnato nell’intero campo ambientale e a partire dai compiti istituzionali del Ministero dell’Ambiente (clima, tutela della biodiversità, controlli ambientali VIA, VAS e IPPC, rifiuti, bonifiche, difesa del suolo, risorse idriche, tutela del mare, ricerca e sviluppo, comunicazione, formazione, educazione ambientale) ha individuato le proprie filiere produttive strategiche (bonifiche e rifiuti, ingegneria e studi, assistenza tecnica, infrastrutture idriche e APO MIT, servizio idrico integrato, ricerca, innovazione, fonti rinnovabili, formazione, comunicazione ambientale, cooperazione internazionale). Le nove filiere produttive strategiche – ognuna articolata in specifiche attività che vanno dalla progettazione e direzione dei lavori, alla redazione di piani, studi di fattibilità, assistenza, supporto tecnico fino al coordinamento operativo della partecipazione della rappresentanza del Ministero nelle sedi internazionali e comunitarie – prevedono un nuovo assetto organizzativo, basato su quattro Aree operative strategiche alla dipendenze della Direzione generale e caratterizzato da una corta linea di comando. Per far fronte a nuovi compiti è previsto, inoltre, un aumento considerevole del personale impiegatizio e dirigenziale. Dalle 39 unità interne del 2007 si passerà complessivamente alle 133 del 2010. Nello specifico i dirigenti passeranno da 8 a 17 e gli impiegati (personale di struttura e personale di produzione) da 33 a 116. Il personale distaccato e impegnato nell’Assistenza Tecnica presso le Direzioni generali del Ministero dell’Ambiente evolverà da 42 a 85 unità tra il 2008 e il 2009.
Per quanto riguarda la composizione dei ricavi per filiera produttiva il contributo più grande è dato da bonifiche e rifiuti (52,9%), seguiti da Ingegneria e studi (32,7%) e dall’assistenza tecnica (25%). In soldoni il piano industriale triennale prevede un fatturato di 149,7 milioni di euro, di cui il 54% deriverà da risorse finanziarie del MATTM.
Lo scenario che si apre è allarmante. In una fase in cui tutto l’arco politico e i mezzi di informazione hanno lanciato una vera e propria guerra santa contro la Pubblica Amministrazione, tacciata di essere un covo di fannulloni e parassiti, è necessario ribaltare e rispedire ai mittenti questa polemica diffamatoria e mistificatoria contro i dipendenti pubblici. Come? Iniziando a mettere nero su bianco le cifre, i costi, le clientele, l’utilizzo del pubblico a fini privati, la mancanza di trasparenza che copre questo intreccio spaventoso. Questo lavoro richiede la partecipazione di tutti per dare un quadro veritiero di ciò che accade negli uffici, per informare correttamente l’opinione pubblica e per denunciare i veri sprechi e le vere inefficienze che si annidano nella P.A., colpevolmente tenuta in uno stato di disorganizzazione sistematica.
Roma, 10 giugno 2008
FP CGIL NAZIONALE
Maria Letizia Sabatini
Confermando le peggiori previsioni della vigilia, oggi il Consiglio dei ministri ha varato una profonda destrutturazione del testo unico sulla sicurezza.
Riduzione forte delle sanzioni, allentamento dei controlli, derespon-sabilizzazione delle imprese sul versante degli appalti, riduzione del ruolo negoziale dei rappresentanti dei lavoratori. Dopo l’esortazione ai disoccupati a non stare con le “mani in mano” ed a trovarsi qualcosa da fare, continua la filosofia di questo governo che, attraverso l’aumento delle sanzioni sui lavoratori, intende far passare il principio che gli infortuni avvengono per responsabilità dei lavoratori stessi, non per assenza di cultura della sicurezza nelle imprese.
Il Governo ha combattuto nei giorni scorsi in Parlamento un’ideologica battaglia sui temi del testamento biologico, prevaricando sulla volontà delle singole persone con lo strumento legislativo.
Uno strumento legislativo di difesa che non viene invece garantito a quelle vite spezzate e mutilate quotidianamente nei luoghi di lavoro per assenza di sicurezza, quella sicurezza che in questo caso viene “dimenticata” dal Governo per il profitto delle imprese.
Roma, 27 marzo 2009
Roma. 5 ottobre 2009
Al Capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Presidente Bruno Brattoli
Egregio Presidente,
desta sconcerto quanto affermato dal dirigente del Centro per la Giustizia Minorile dell’Aquila in un comunicato stampa del 3 ottobre dettato, sembrerebbe, in risposta all’appello al Ministro della giustizia del Presidente della Provincia, inteso a tutelare l’integrità dei servizi della giustizia minorile della città e dei connessi posti di lavoro.
Dalla lettura dello stesso apprendiamo che già parte delle strutture dell’IPM erano state offerte al Comune dell’Aquila, ma soprattutto apprendiamo che la chiusura dell’istituto a seguito del terremoto è stata un bene per i minorenni ristretti ,” che passavano il loro tempo per la maggior parte nelle loro piccole celle senza spazi per le attività ricreative e figuriamoci per corsi formativi”. Nello specifico, se tutto ciò fosse vero, ci chiediamo se il dirigente del Centro non sia venuto meno al suo dovere di controllo dell’IPM e, soprattutto, al compito istituzionale di attivare tutte le risorse utili per il buon funzionamento della struttura e per ‘la messa in opera dei progetti indispensabili per il recupero dei giovani detenuti.
Stupisce il comportamento di un dirigente che invece di difendere i propri servizi ed il lavoro degli operatori sembra aver avuto come scopo principale, nel dopo terremoto, quello di cedere ad altri le strutture della giustizia minorile. Tutto ciò, peraltro, non considerando l’importanza di garantire la persistenza dei 35 posti di lavoro della giustizia minorile nella città e degli altri generati dall’indotto, sicuramente piccoli numeri ma importanti per un territorio messo a dura prova dal terremoto,
Non solo, le dichiarazioni del dirigente appaiono superficiali, anche perché non tengono conto delle difficoltà in cui versano tutti gli altri IPM nel territorio nazionale, per la generalizzata condizione di sovraffollamento, che sicuramente non ha tratto giovamento dalla chiusura dell’IPM dell’Aquila. I 13 minori detenuti in quella struttura sono stati trasferiti in altre sedi già sovraffollate. Il risultato è che questa estate un detenuto minorenne si è suicidato, cosa che non accadeva da anni, ed un altro avendo tentato il suicidio è stato in coma per diversi giorni. Senza considerare gli episodi di fuga o le risse.
Sarebbe opportuno, a nostro avviso, richiamare il dirigente del Centro ad una migliore osservanza dei suoi compiti a partire dalla tutela delle attività dei servizi della giustizia minorile e degli operatori che vi lavorano. Se il dirigente non vuole più stare a L’Aquila, che venga destinato ad altro incarico e, soprattutto, riteniamo che sia ormai diventato indispensabile chiarire cosa voglia fare il Dipartimento dei servizi e dei lavoratori della Giustizia minorile della città
Certi del suo interessamento le porgiamo i nostri distinti saluti.
Il Coordinatore nazionale
FPCGIL Giustizia Minorile
Gianfranco Macigno
L’ICE deve avere oltre 87 milioni di euro per crediti, legittimamente vantati, nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi apprendiamo che il Ministro Tremonti ne avrebbe erogati solo 41. L’unico criterio che sembra spiegare questa scelta è l’arbitrio e l’irresponsabilità.
Non solo non si consentirà all’Istituto di onorare gli impegni già assunti con fornitori italiani e stranieri, minando seriamente la credibilità e l’immagine del nostro Paese nel mondo, ma si toglierà slancio al commercio estero, risorsa a buon diritto considerata strategica per il rilancio dell’economica del Paese.
Come ministro dello Sviluppo Economico il Presidente Berlusconi è responsabile di questa situazione soprattutto nei confronti della parte più dinamica e meno protetta dell’apparato produttivo del nostro paese.
Grazie, infatti, ai suoi 17 Uffici in Italia e alle 115 Sedi presenti in 86 Paesi del mondo, l’Istituto nazionale per il Commercio Estero, solo nel 2009, ha realizzato 759 iniziative promozionali in 74 mercati, a sostegno di 90 settori merceologici e con la partecipazione di oltre 14.000 imprese italiane; 22.585 sono stati i servizi reali per l’internazionalizzazione ad imprese del nostro paese, soprattutto piccole e medie; oltre 25.000 le ore di formazione erogate ogni anno a giovani laureati italiani che intendono intraprendere una carriera all’interno di aziende che operano in ambito internazionale.
Sottrarre risorse finanziarie all’ICE pregiudicherà seriamente la vera ossatura del sistema produttivo italiano: le piccole e medie imprese alla continua ricerca di nuovi sbocchi e occasioni di crescita, in termini di occupazione e qualità della produzione.
Di fronte alla miopia di un’azione politica che, diluendo arbitrariamente i crediti dovuti all’Istituto la cui legittimità è stata riconosciuta anche dalla Ragioneria dello Stato, immobilizza l’azione dello strumento governativo che opera per l’internazionalizzazione del sistema produttivo, la FPCGIL insieme alle altre organizzazioni sindacali ha già dichiarato lo stato di agitazione del personale.
Il sindacato non starà quindi a guardare ma, a tutela dell’intero sistema produttivo nazionale e dei lavoratori dell’ente, attiverà tutte le iniziative necessarie perché la gravità della situazione finanziaria dell’Istituto e le implicazioni derivanti per le aziende italiane siano ben presenti agli organi di governo e all’opinione pubblica.
Roma, 29 Settembre 2010
FORSE E’ARRIVATO IL TEMPO DI CHIUDERE IL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
Introduzione di Libero Rossi all’incontro promosso nell’ambito delle iniziative promosse dalla Coalizione “Abbracciamo la cultura”. Campobasso 2 marzo 2011
La nota della CGIL
Il Consiglio Europeo, riunitosi il 23 e 24 giugno, ha raggiunto un accordo sul coordinamento delle delle politiche economiche, l’implementazione del pacchetto “Patto Euro-plus” approvato a marzo e sulla situazione della Grecia.
La CGIL esprime profonda preoccupazione per le conseguenze negative che tali decisioni avranno sulle economie in difficoltà.
Le misure di austerità imposte, ad esempio in Grecia, hanno peggiorato la situazione e le misure previste porteranno i Paesi interessati a dover affrontare un lungo periodo di recessione, aumento degli oneri del debito e disoccupazione.
Continua a non esserci alcuna traccia di politiche che sostengano la crescita e che pongano un freno alla disoccupazione dilagante. Si tratta infatti di un Pacchetto che prevede solo tagli e sanzioni. Non ci sono incentivi e misure per promuovere investimenti e per modernizzare l’economia.
Inoltre è da sottolineare che il Pacchetto è basato su meccanismi vincolanti e sanzioni mentre la strategia Europa 2020, che dovrebbe avere come sua priorità di realizzazione il lavoro e la crescita, adotta un semplice coordinamento non vincolante tra gli Stati membri e non ha adeguate risorse finanziarie.
Il Parlamento Europeo, che ha approvato ieri la sua posizione in merito a queste misure, per le trattative tra gli eurodeputati e gli Stati membri in vista di un accordo definitivo, è riuscito, su iniziativa delle forze progressiste, ad ottenere che la valutazione degli squilibri macroeconomici non colpisca i diritti fondamentali, in particolare il diritto alla contrattazione e gli accordi di fissazione dei salari.
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Il Consiglio europeo si è compiaciuto del prossimo completamento dell’attuazione del pacchetto globale di misure approvato nel marzo scorso al fine di riportare l’Europa sul percorso di una crescita sostenibile e tesa a creare occupazione, nonché al fine di rafforzare la governance economica. Ha accolto con particolare favore l’accordo raggiunto sul futuro MES e sul FESF modificato, nonché i sostanziali progressi compiuti in merito alle proposte legislative sulla governance economica. Ha concluso il primo semestre europeo valutando collettivamente i programmi degli Stati membri in base alla valutazione della Commissione e approvando le raccomandazioni specifiche per paese che dovranno essere prese in considerazione nelle prossime decisioni nazionali sul bilancio e sulle riforme strutturali. In questo contesto ha rilevato che gli Stati membri partecipanti al Patto euro plus si sono impegnati a rafforzare l’ambizione e la precisione dei rispettivi impegni nel prossimo esercizio. Il Consiglio europeo ha valutato la situazione degli Stati membri interessati da un programma di aggiustamento. Per quanto riguarda la Grecia, i capi di Stato o di governo della zona euro hanno convenuto la via da seguire e hanno invitato i loro ministri delle finanze a portare a termine i lavori per poter prendere le decisioni necessarie entro l’inizio di luglio.
Dopo un dibattito approfondito il Consiglio europeo ha definito orientamenti per l’elaborazione della politica di migrazione dell’UE, in ordine a gestione dello spazio Schengen, controllo delle frontiere esterne, sviluppo di partenariati con i paesi del vicinato meridionale e completamento del sistema europeo comune di asilo entro il 2012.
Il Consiglio europeo ha convenuto che i negoziati di adesione con la Croazia debbano concludersi entro giugno 2011, confermando così il forte impegno in termini di prospettiva di allargamento dei Balcani occidentali.
Il Consiglio europeo ha discusso degli sviluppi nei paesi del vicinato meridionale e ha adottato al riguardo una dichiarazione separata.
COORDINAMENTO NAZIONALE FP CGIL INPS
Abbiamo recentemente e informalmente appreso da più fonti, in particolare dalla stessa Amministrazione Inps, che sarebbe stata firmata una determinazione del Direttore Generale, finalizzata all’attribuzione di indennità per posizioni organizzative ai sindacalisti in distacco.
Siamo di fronte ad una scelta inaccettabile.
Chi è in distacco sindacale non opera per conto dell’amministrazione, ma solo in rappresentanza dei lavoratori.
Inoltre siamo in presenza di una violazione contrattuale inaudita. Non c’è nessuna delle clausole contrattuali che abbiamo sottoscritto, che possa sostenere questa attribuzione di indennità. l’Amministrazione quindi non può utilizzare soldi provenienti dal Fondo.
Oltretutto, con una finanziaria che retrocede i fondi di incentivazione agli stanziamenti del 2004, si individuano i sindacalisti quali unici beneficiari di un innalzamento dei compensi accessori?
E’ un’ulteriore beffa nei confronti di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori dell’INPS.
Ma davvero l’Amministrazione ritiene che la CGIL possa tacere davanti ad un arbitrio volto a screditare e dividere il sindacato confederale?
Chiediamo l’immediato ritiro di questa determinazione. Non ci limiteremo ad una denuncia all’interno dell’Istituto per quanto sta avvenendo. Informeremo l’opinione pubblica e chiederemo ai lavoratori e alle lavoratrici di esprimersi su quanto sta capitando.
Chiediamo formalmente al Presidente e al Consiglio di Amministrazione di dissociarsi immediatamente da questa decisione, e li invitiamo ad intervenire per annullarla.
Roma 8 febbario 2006
p. IL Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Daniele Nola
Il Responsabile nazionale FP–CGIL
Funzioni Centrali
(A.Garzi)
Al Presidente dell’INPS
Ai Componenti il C.d.A.
La Scrivente O.S. chiede l’immediato ritiro della determina del Direttore Generale con la quale viene attribuita l’indennità di posizione organizzativa ai sindacalisti in distacco.
Roma, 8 febbraio 2006
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Daniele Nola
ll Responsabile nazionale FP CGIL
Funzioni Centrali
Alfredo Garzi
Sciopero Generale del 13 febbraio 2009
Roma, 27 gennaio 2009.
Ieri, nella sede della CGIL in Corso Italia a Roma, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dello Sciopero Generale del 13 febbraio 2009 dei Segretari Generali della FP CGIL e FIOM CGIL, Carlo Podda e Gianni Rinaldini.
I due segretari hanno esposto le ragioni dello sciopero, definendo “illegittimo” l’accordo sulla riforma del modello contrattuale sottoscritto a Palazzo Chigi e rilanciando con forza il referendum come strumento per permettere alle lavoratrici ed ai lavoratori di esprimersi. Particolare attenzione è stata rivolta poi al mondo del lavoro precario ed ai temi della crisi, con la richiesta di salvaguardare la continuità del lavoro e di un forte investimento su welfare ed ammortizzatori sociali. In conclusione Rosa Pavanelli (Segretaria Nazionale Fp-Cgil) e Laura Spezia (Segretaria Nazionale Fiom-Cgil), hanno presentato un documento congiunto delle donne del Direttivo Nazionale Fp-Cgil e del Comitato Centrale Fiom-Cgil.
Il video integrale della Conferenza stampa
Nota operativa n.50 del 07/10/2009 – innalzamento limite età vecchiaia donne