Domani 14 novembre, scenderanno in sciopero le lavoratrici ed i lavoratori dei comparti pubblici delle regioni del Sud e delle Isole, per rivendicare i contenuti della piattaforma unitaria di giugno sul lavoro pubblico e per manifestare contro il protocollo Brunetta sottoscritto da CISL e UIL a Palazzo Chigi.
Le ragioni della nostra lotta sono ancor più forti oggi, dopo l’accordo firmato da CISL e UIL per il rinnovo contrattuale del comparto Ministeri, che oltre a produrre i danni per i lavoratori, che già si potevano evincere dal Protocollo, non migliora di una virgola i servizi per i cittadini e smentisce le roboanti affermazioni del Ministro della Funzione Pubblica sulla produttività e qualità dei servizi.
In tutti i capoluoghi di regione ci saranno cortei e manifestazioni.
A Palermo il comizio conclusivo sarà tenuto dal Segretario Generale della categoria Carlo Podda.
Roma, 13 novembre 2008
MINISTRO BRUNETTA: LA STAGIONE DELLA TRASPARENZA E’ GIA’ FINITA?
Forse è più corretto dire che al Ministero dell’Ambiente non è mai cominciata.
Siamo ormai asseufatti alle dichiarazioni ad effetto del Ministro Brunetta, che dopo aver sconfitto battaglioni di assenteisti, trasformato i dipendenti pubblici da scortesi fannulloni a lavoratori attivi e sorridenti, riformato e risanato la pubblica amministrazione ha finalmente messo fine alle costose consulenze rendendo trasparenti compensi e curriculum dei tanti esperti che affollano le nostre amministrazioni.
Ma c’è una nota stonata: al Ministero dell’Ambiente sono in corso (da quello che è dato sapere “informalmente” perché l’Amministrazione non ha ritenuto di dover informare le OO.SS anche in presenza di precise richieste) selezioni per la ricerca di esperti senior e junior da utilizzare nell’ambito dei progetti finanziati dal Quadro strategico nazionale 2007-2013.
Sembra che per l’attuale tornata di selezioni ( un’altra selezione è stata effettuata a prima delle ferie estive portando alla contrattualizzazione di un numero “imprecisato” di consulenti) questi nuovi esperti siano convocati via email a sostenere un colloquio che dovrà verificare le competenze richieste dall’amministrazione.
E qui la domanda sorge spontanea: ma il new deal brunettiano non prevedeva che l’Amministrazioni dovessero essere delle case di vetro, trasparenti ed efficienti?
E’ possibile che nessuno al Ministero dell’Ambiente ritenga di dover dare conto dei criteri adottati dall’Amministrazione per selezionare questi esperti, è possibile che non ci sia traccia dei curricula, delle competenze, delle retribuzioni, del numero e delle attività svolte?
E’ possibile che un’Amministrazione che ha cancellato una procedura di stabilizzazione che avrebbe consentito di dare continuità e acquisire competenze specifiche, continui a fare bandi e convenzioni per l’affidamento all’esterno di servizi di consulenza specialistica?
Con una pratica, tra l’altro, che consente di dividere i lavoratori tra buoni e cattivi, con rinnovi selettivi e con attribuzioni “discrezionali” di retribuzioni più o meno consistenti, continuando con un’organizzazione degli uffici e del lavoro che vede lavorare fianco a fianco lavoratori con tipologie contrattuali, retribuzioni e occasioni di crescita professionale sempre più diversificate.
Il silenzio del Ministro Prestigiacomo e l’ingannevole propaganda del Ministro Brunetta sono la stessa faccia della stessa medaglia: l’attacco al lavoro pubblico garante di servizi e diritti per tutti i cittadini.
Roma, 16 dicembre 2009
FP CGIL NAZIONALE
Sabatino Letizia
Di seguito in allegato la circolare dell’amministrazione relativa alla pubblicazione delle graduatorie per gli sviluppi economici che, come si evince dalla circolare, sarà il 24 dicembre.
Con la possibile, quasi ormai certa, proroga di sei mesi dei contratti dei lavoratori a tempo determinato e la pubblicazione delle graduatorie possiamo dire che questo anno difficile si sta chiudendo abbastanza bene grazie all’impegno dei lavoratori e delle OO.SS. confederali.
Roma, 24 dicembre 2010
FP CGIL NAZIONALE
Fabrizio Spinetti
Vi allego circolari emanate da Persociv relative all’indennità di mobilità e posizioni organizzative.
Vi rimando anche al sito del Ministero Difesa/circolari Persociv, per le posizioni organizzative:
http://www.difesa.it/Segretario-SGD-DNA/DG/PERSOCIV/circolari-doc-dettaglio.htm?DetailID=12611
Roma, 24 marzo 2011
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
Roma, 13 luglio 2007
Segreterie Nazionali
Le Lobbies e il Potere: Attacco frontale al comparto dell’igiene ambientale
In corso il tentativo di frantumare la gestione integrata del ciclo dei rifiuti,
l’equilibrio tra costi e qualità ambientale e i diritti dei lavoratori.
Con un colpo a sorpresa e non foriero di qualsiasi percorso condiviso e concertato con le Amministrazioni Locali e con le Parti Sociali lo scorso 27 Giugno le Commissioni Parlamentari, in merito ai pareri sullo schema di modifica della 152/06, hanno indicato al Governo di cancellare i riferimenti e le modalità di gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Con sdegno, rammarico e con una forte preoccupazione, per le indicazioni licenziate da Camera e Senato, verifichiamo la ripresa sottotraccia della discussione per le modifiche al Testo unico ambientale 152/06.
Nel concreto le scriventi Segreterie Nazionali ritengono inaccettabili le proposte di revisione di parte degli art. 200 e 201 del citato testo laddove, nello specifico, si sopprime il riferimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti e non si danno indicazioni, sia nello schema di decreto che nei pareri espressi, dell’obbligatorietà di applicazione del contratto collettivo dell’igiene ambientale.
E’ sicuramente folle l’idea che si possa frantumare la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e, conseguentemente, si possa gestire il complesso mondo dei rifiuti con un proliferare incontrollato di soggetti, anche di dubbia legalità peraltro già presenti in alcune aree del Paese.
Così facendo si cancella un complesso sistema che ha perseguito e garantito, nel corso degli anni, un equilibrio economico/ambientale con al centro una forte tutela dell’interesse pubblico.
Inoltre, vi è una forte preoccupazione sulla mancata indicazione (da parte della Commissione Ministeriale) di rafforzamento delle clausole sociali nello schema di modifica della 152/06 dove, in assenza di ciò, si renderebbe vano l’obiettivo di perseguire un’idea di mercato dei rifiuti regolato da principi di efficacia, efficienza ed economicità di gestione e non sul differenziale del costo del lavoro, evitando così imprese pirata che si strutturano sul dumping contrattuale e sociale.
Le Segreterie Nazionali hanno già richiesto urgentemente un incontro al fine di “comprendere” le scelte che il Governo intende perseguire sulla fondamentale riscrittura legislativa delle norme ambientali e, in particolare sulle forme, i criteri e le tutele (clausole sociali) di gestione del servizio d’igiene urbana e sulle conseguenze dirette per i cittadini, per le aziende e per i lavoratori del settore.
Le osservazioni proposte dalle Commissioni Parlamentari, fuori da ogni percorso di discussione con le Parti sociali, evocano un modello di gestione del ciclo dei rifiuti minaccioso e preoccupante.
La frantumazione della gestione del ciclo integrato dei rifiuti spingerà il territorio sul piano ambientale e le amministrazioni locali sul piano delle compatibilità economiche a soluzioni indegne di un Paese civile ed europeo.
Il Sindacato e i lavoratori non seguiranno in questa deriva chi, evidentemente in maniera poco chiara e lobbistica, persegue questi obiettivi e, nelle modalità a nostra disposizione, contrasteremo qualsiasi modifica che vada nella direzione indicata dai testi proposti dalle Commissioni Parlamentari al Governo.
FPCGIL Peroni
FITCISL Curcio
UILTRASPORTI Tarlazzi
FIADEL Garofalo
La FP CGIL ha voluto essere presente alla manifestazione contro la camorra organizzata a Casal di Principe con una folta delegazione guidata dal Segretario Nazionale Lorenzo Mazzoli.
Nella stessa città, il 7 dicembre dello scorso anno, la FP CGIL organizzò un attivo di quadri e delegati per testimoniare la propria volontà di battersi per la democrazia, contro la criminalità.
La presenza di ieri insieme al Presidente della Camera Fausto Bertinotti, del Presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione e dello scrittore Roberto Saviano è stato un segnale di continuità e coerenza con gli impegni assunti con l’assemblea degli Stati Generale del Mezzogiorno della FP CGIL che si è svolta, a Napoli, il 20 febbraio di quest’anno.
La Categoria si batterà in tutto il territorio meridionale per estirpare il cancro dell’illegalità attraverso un’azione generale e sul terreno contrattuale perchè il lavoro pubblico sia il riferimento positivo e certo della trasparenza, del cambiamento, dello sviluppo, dei diritti.
Il documento che la FP CGIL ha presentato alla manifestazione di Casal di Principe è un contributo a sostegno di tutte le iniziative che sottraggono ricchezza al male per metterlo a disposizione di chi opera per la crescita economica e sociale dei territori.
18 settembre 2007
Prosegue celermente la trattativa per il rinnovo dei CCNL igiene ambientale Federambiente e Fise/Assoambiente nelle linee del progetto proposto dal sindacato che, attraverso un patto forte tra aziende e lavoratori, possa garantire qualità dei servizi ambientali, costi contenuti per i cittadini e diritti per i lavoratori.
Il confronto al tavolo delle trattative e, conseguentemente, gli accordi fin qui sottoscritti stanno consolidando l’obiettivo e soprattutto la consapevolezza che l’attuale rinnovo dei due contratti “pubblico e privato”, unici ed esclusivi riferimenti del settore ambientale, debba portare obbligatoriamente al raggiungimento del CCNL unico di settore nel minor tempo possibile.
Dopo il grande risultato dello sciopero del 22 ottobre nel settore igiene ambientale pubblica, alla ripresa delle trattative Federambiente ha sottoscritto, lo scorso 14 novembre, la nuova normativa sulle forme di rapporto di lavoro e un verbale di accordo che impegna le parti a sviluppare un’ ulteriore processo dell’area applicativa del CCNL Federambiente (es. attività di tutela e decoro del territorio).
Tutto ciò per dotare il CCNL/ Federambiente, rinnovato nella parte economica e normativa, di quei strumenti affinché diventi il riferimento nel settore ambientale pubblico, che vede sempre più la presenza di altri contratti non del comparto (metalmeccanici,gas acqua, pulizie, commercio ecc), discriminanti per i lavoratori e destabilizzanti per il necessario equilibrio tra qualità e costi nel ciclo integrato dei rifiuti.
Nei prossimi giorni verrà definito il verbale, anche sul versante delle imprese pubbliche, sulle regole per le esternalizzazioni sulla base di quanto sottoscritto con Fise.
Sul tavolo di Fise/Assoambiente, anche in considerazione della ipotesi d’accordo dello scorso 8 novembre sulla figura dei conducenti, la discussione sull’intero impianto della classificazione del personale sta arrivando a sintesi con elementi di garanzia sulle tematiche proposte dal sindacato principalmente sul tema della sicurezza del lavoro.
FP CGIL Peroni – FIT- CISL Curcio – UILTRASPORTI Tarlazzi – FIADEL Garofalo
Roma 16 novembre 2007
Allegati:
La Segreteria della Funzione Pubblica Cgil esprime il suo dolore per la scomparsa di Arrigo Boldrini e lo ricorda come uomo della Resistenza, Parlamentare e Dirigente politico.
Egli ha sempre segnato un forte impegno, ancor più intenso in questi ultimi anni, per la difesa e l’attuazione della Costituzione nata dalla lotta partigiana, dei suoi valori sociali e civili, per il rispetto del lavoro e dei suoi diritti.
In questi momenti difficili e confusi in cui vive il Paese il suo lavoro ed il suo profilo politico e morale devono continuare ad esserci di insegnamento.
La Segreteria nazionale della Fp Cgil
Roma, 22 gennaio 2008
Dopo un iter burocratico durato oltre due anni, lo scorso 12 dicembre è stata approvata definitivamente dal Consiglio Europeo la nuova direttiva europea sui rifiuti, già licenziata dal Parlamento europeo il 17 giugno 2008.
La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti che abroga alcune precedenti direttive è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea lo scorso 21 novembre e andrà a sostituire la direttiva attualmente vigente (2006/12/CE).
La nuova normativa europea detta regole più chiare e stringenti affinché qualsiasi politica di gestione dei rifiuti possa perseguire l’obiettivo di ridurre al minimo le conseguenze negative, sulla salute umana e sull’ambiente, derivanti dalla produzione e dalla gestione dei rifiuti.
Infatti il nuovo e aggiornato sistema di riferimento si struttura su un’idea che ha come riferimento la “società del riciclaggio”, limitando alla fonte la produzione di rifiuti e l’utilizzazione degli stessi come risorse.
Rispetto alla attuale direttiva sui rifiuti (2006/12/CE), si sottolinea quindi un approccio basato sulla prevenzione e sul riutilizzo, il tutto legato alla tracciabilità dell’intero ciclo di vita dei prodotti e dei materiali e non soltanto sulla fase in cui essi diventano rifiuti.
Pertanto, le operazioni di smaltimento, di recupero e di riciclaggio dei rifiuti urbani – provenienti dalla raccolta domestica (la definizione di riciclaggio non comprende le operazioni per il recupero di energia) – si dovranno realizzare attraverso impianti specializzati dando priorità alla raccolta differenziata di carta, metalli, plastica e vetro.
Una più attenta definizione dei termini specialistici (vedi art. 3) introduce il tema cruciale della distinzione tra rifiuti e sottoprodotti (vedi art. 5) e i criteri per cui i rifiuti cessano di essere tali quando siano sottoposti a un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio (vedi art. 6).
Vengono introdotte ex novo alcune definizioni, tra le quali:
“raccolta differenziata”: la raccolta in cui un flusso di rifiuti è tenuto separato in base al tipo e alla natura dei rifiuti al fine di facilitarne il trattamento specifico;
“prevenzione”: misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventato un rifiuto, che riducono la quantità dei rifiuti, anche attraverso il riutilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita, gli impatti negativi dei rifiuti prodotti sull’ambiente e la salute umana, oppure il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti;
“riutilizzo”: qualsiasi operazione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti, sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.
E’ previsto che alcuni specifici rifiuti possano cessare di essere considerati tali quando siano sottoposti a un’operazione di recupero e soddisfino criteri specifici da elaborare conformemente alle seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto sono comunemente utilizzati per scopi specifici ;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza o l’oggetto soddisfano i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispettano la
normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
d) l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Eventuali categorie di rifiuti – per le quali dovrebbero essere elaborati criteri e specifiche volti a definire “quando un rifiuto cessa di essere tale” – sono, fra l’altro, i rifiuti da costruzione e da demolizione, alcune ceneri e scorie, i rottami ferrosi, gli aggregati, i pneumatici, i rifiuti tessili, il compost, i rifiuti di carta e di vetro.
Viene inoltre rivista e ampliata la gerarchia dei rifiuti che indica le priorità da applicare nella definizione della normativa e della politica in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti:
a) prevenzione;
b) preparazione per il riutilizzo;
c) riciclaggio;
d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
e) smaltimento.
Nell’applicare la gerarchia dei rifiuti gli Stati membri dovranno adottare misure volte ad incoraggiare le opzioni che danno il miglior risultato ambientale complessivo.
A tal fine può essere necessario che flussi di rifiuti specifici si discostino dalla gerarchia laddove ciò sia giustificato dall’impostazione in termini di ciclo di vita, in relazione agli impatti complessivi della produzione e della gestione di tali rifiuti.
D’ora in poi ogni Stato membro dovrà adottare un piano nazionale per l’intero sistema di gestione dei rifiuti e potrà, inoltre, attuare misure legislative di accompagnamento per definire una responsabilità estesa dei produttori e dei commercianti, inclusa l’accettazione dei prodotti restituiti e dei rifiuti che restano dopo l’utilizzo dei prodotti.
L’esistenza di piani nazionali diversamente articolati potrà limitare le esportazioni di rifiuti, in casi di emergenza, destinati ad inceneritori di altri Paesi classificati come impianti di recupero, qualora sia stato accertato che i rifiuti nazionali avrebbero dovuto essere smaltiti o che i rifiuti avrebbero dovuto essere trattati in modo non coerente con i loro piani di gestione dei rifiuti.
La nuova direttiva porta avanti il principio secondo cui “chi inquina paga” e che i costi della gestione dei rifiuti spettano al produttore iniziale o ai detentori del momento o ai detentori precedenti dei rifiuti.
Gli Stati membri potranno quindi decidere di imporli parzialmente o interamente al produttore del prodotto causa dei rifiuti e di chiedere un contributo anche ai distributori.
Si chiarisce inoltre il principio della responsabilità estesa del produttore o del detentore dei rifiuti che non è assolta in modo automatico con il loro trasferimento agli enti di recupero o di smaltimento.
Gli Stati membri possono infatti decidere in quali casi il produttore originario conserva la responsabilità per l’intera catena di trattamento o in quali casi la responsabilità del produttore e del detentore può essere condivisa o delegata tra i diversi soggetti della catena di trattamento.
Il rilascio delle autorizzazioni per il trattamento dei rifiuti (operazioni di recupero e smaltimento) dovrà essere subordinata a una attenta valutazione dell’impatto sull’ambiente e sulla salute, compreso il rispetto del paesaggio e l’assenza di inconvenienti quali rumori e odori.
Le autorizzazioni per gli impianti di incenerimento e per il recupero di energia saranno concesse a patto che siano rispettati elevati standard di efficienza energetica e che siano utilizzate le migliori tecniche disponibili (vedi allegato II).
Per ultimo si segnala che, la declassificazione da rifiuto pericoloso a rifiuto non pericoloso non potrà essere ottenuta attraverso una diluizione o una miscelazione del rifiuto che comporti una riduzione delle concentrazioni iniziali di sostanze pericolose sotto le soglie che definiscono il carattere pericoloso di un rifiuto.
Le deroghe al divieto di miscelazione dovranno in ogni caso prevedere il ricorso alle migliori tecniche disponibili.
La direttiva entra in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione ovvero lo scorso 12 dicembre; gli Stati Membri hanno 24 mesi di tempo per recepirla (termine ultimo il 12 dicembre 2010).
Mentre il Ministro Brunetta continua imperterrito a lanciare guerre improbabili alla cattiva educazione dei dipendenti pubblici e crociate legalitarie tutte mediatiche contro la cattiva amministrazione pubblica, il Governo avanza nella sua opera di smantellamento dello Stato, delle sue articolazioni più sensibili, quelle che garantiscono la tutela e la salute dei cittadini. Il processo di privatizzazione di pezzi dello Stato appare ineluttabile.
Dopo aver ceduto al mercato l’acqua ed il ciclo dei rifiuti, sottraendoli al controllo pubblico, dopo aver ridato le redini della pubblica amministrazione alla politica nazionale e locale, adesso si mette in atto un inesorabile processo di privatizzazione che, partendo dal Ministero della Difesa, e passando per la Protezione Civile e La Croce Rossa Italiana, “esternalizza” alcune competenze di questi soggetti pubblici, tra l’altro quelle più redditizie.
Difesa Servizi Spa è stata inserita in Finanziaria, e adesso si avanzano, in un clima generale di confusione, proposte di privatizzazione mediante lo strumento della società per azioni per la Protezione Civile, ed un analogo processo per quel che riguarda la Croce Rossa Italiana, del quale ai sindacati ed ai lavoratori non è dato sapere alcunché. Un processo che non possiamo accettare in linea di principio, e che non può certo avvenire in totale assenza di confronto o, come nel caso della Difesa, scavalcando ogni procedura dopo un lungo iter, inserendo nottetempo una riforma così importante con un emendamento in Finanziaria.
Chiediamo al Governo un’immediata convocazione per discutere di questi provvedimenti in sede formale, dato che il confronto finora si è giocato su comunicati stampa e indiscrezioni giornalistiche. Il perpetrarsi di un atteggiamento omissivo e superficiale rischia di dare adito a dubbi troppo pesanti per essere sottaciuti, apparendo una tale gestione dei beni e delle strutture dello Stato personalistica ed autoreferenziale, poco ispirata al bene comune, e spesso più indirizzata a costruire nuove possibilità di profitto per pochi a scapito della collettività che non alla razionalizzazione delle spese ed all’efficientamento della pubblica amministrazione.
Roma, 30 Novembre 2009
L’accordo separato sul contratto del terziario distribuzione e servizi segna un altro punto negativo per il lavoro nel nostro Paese. Riteniamo giusta la scelta della FILCAMS di non sottoscrivere quel testo perché condividiamo le ragioni di merito sindacale che hanno portato la categoria a darne un giudizio negativo.
Si pone ora, con ancora più forza ed evidenza, un problema non più rinviabile: quello della democrazia e della rappresentanza.
E’ ormai indispensabile dotarsi di regole che, a fronte di divergenze tra organizzazioni sindacali, consegnino ai lavoratori ed alle lavoratrici la possibilità di esprimere con il voto la loro opinione su questioni che definiscono il loro rapporto di lavoro: dai diritti al salario.
Riteniamo che la strada della democrazia sia, oltre che giusta in sé, l’unica che possa evitare un deterioramento sempre più grave nei rapporti tra organizzazioni.
Le ragioni della mobilitazione della CGIL a sostegno della battaglia per la democrazia sindacale, a partire dall’elezione delle RSU nei nostri settori pubblici, si rafforza ancora di più.
Roma, 1 marzo 2011
Cresce la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori contro la proposta di chiusura di decine di uffici periferici del Ministero dell’Interno, contenuta nel disegno di legge finanziaria 2007. Nelle prossime settimane, si terranno assemblee e altre iniziative di sensibilizzazione e di protesta nelle province che appaiono al momento sicuramente interessate alle chiusure (elenco in “comunicato unitario”), nel corso delle quali verranno distribuiti volantini e approvati ordini del giorno di protesta.
FP CGIL CISL FPS UIL PA SINPREF
Sindacati provinciali degli impiegati, dei funzionari e dei dirigenti contrattualizzati e prefettizi del Ministero dell’Interno
COMUNICATO UNITARIO
Come preannunciato nel comunicato unitario del 3 ottobre u.s. è stata avviata la mobilitazione dei lavoratori e l’attività di sensibilizzazione dei gruppi parlamentari e degli amministratori locali delle province interessate dalla chiusura degli uffici del Ministero dell’Interno.
Pertanto, vi trasmettiamo una proposta di volantino da distribuire, e di ordine del giorno da approvare nelle assemblee territoriali, alle quali parteciperanno i responsabili nazionali di Ministero delle scriventi OO.SS.: entrambi possono essere adattati alle esigenze locali. Il calendario delle assemblee e delle altre iniziative (conferenza stampa, incontri con il Prefetto, il Presidente della Provincia ed il Sindaco ) è il seguente:
Roma, 9 ottobre 2006
FP CGIL– Lino Ceccarelli
CISL FPS – Paolo Bonomo
UIL PA – Enzo Candalino
SINPREF – Claudio Palomba