Circolare Ministeriale del 7 marzo 2008 – Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing
Il presidente di Ver.di Frank Bsirske ha annunciato, il 31 marzo 2008, che è stato raggiunto l’accordo per il pubblico impiego in Germania (uno sciopero generale era stato fissato per il 12 aprile). L’accordo è stato raggiunto anche grazie all’intervento diretto del ministro degli interni Wolfgang Schäuble (Cdu) rientrato di corsa da una visita di stato in Corea.
I lavoratori (1,3 milioni) riceveranno un aumento medio, per il 2008, di circa il 5%, composto di un incremento fisso di 50 € più un aumento percentuale del 3,1 (da gennaio 2008 per l’ovest e da aprile 2008 per l’est). All’inizio del 2009 vi sarà un aumento del 2,8% più una una tantum di 225€.
In totale circa l’8% nel biennio, l’aumento più alto dal 1992, compensato da un aumento dell’orario di lavoro di mezz’ora, in particolare per i dipendenti degli enti locali (39 ore ad ovest, 40 ad est).
Enzo Bernardo
Ufficio Internazionale Fp Cgil
ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DALL’ASSEMBLEA DEI LAVORATORI
DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE IL 10 OTTOBRE 2008
L’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, riunitasi il 10 ottobre 2008, considera gli interventi del Governo in materia di Pubblica Amministrazione gravi ed irricevibili.
Dietro la cortina fumogena della lotta al lassismo, espressa in tutte le sue sfaccettature, si cela un disegno organico di smantellamento dei servizi pubblici.
Questo vale per le Amministrazioni centrali dello Stato, così come per le Agenzie fiscali, gli Enti pubblici non economici, gli Enti locali, la sanità pubblica, la scuola.
Colpendo i lavoratori pubblici si intende colpire quel sistema di protezione, in particolare delle fasce più deboli della popolazione, che si concretizza nella piena esigibilità dei diritti di cittadinanza.
Per portare a compimento tale disegno è stata messa in campo una pluralità di interventi che vanno dall’abrogazione, per via legislativa, delle risorse inerenti al salario accessorio (L. 133/08) fino al tentativo di erogazione unilaterale di incrementi contrattuali che si attesterebbero ampiamente al di sotto dei parametri di rinnovo attualmente in vigore.
Nulla viene detto o fatto, invece, per rimarcare le responsabilità della politica e della dirigenza in merito ai problemi di malfunzionamento della macchina pubblica, che in alcuni casi come in quello del Ministero dell’Ambiente si concretizzano in un ricorso massiccio a forme di precariato che generano discriminazioni e incertezza sulle forme organizzative dell’ Amministrazione, scandalose forme di esternalizzazioni nonché in una mancanza totale di interventi atti a garantire condizioni dignitose di lavoro della totalità dei dipendenti.
* Per una Amministrazione pubblica di qualità e al servizio dei cittadini;
* per una Amministrazione pubblica presidio di legalità;
* per l’implementazione ed il miglioramento dei servizi pubblici;
* per un immediato rinnovo del CCNL garantendo la tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni;
* contro i tagli imposti dal Governo;
* contro la politica di privatizzazione dei servizi pubblici,
le lavoratrici ed i lavoratori del Ministero dell’Ambiente, anche alla luce delle molteplici iniziative di mobilitazione attivate negli ultimi mesi, chiedono la proclamazione dello sciopero nazionale del comparto pubblico.
Roma, 10 ottobre 2008
La FP CGIL esprime gli auguri al sindaco Sergio Chiamparino eletto Presidente dell’ANCI.
Con disappunto e delusione, però, la FP CGIL prende atto che il primo provvedimento del neo Presidente è stato quello di firmare un protocollo d’intesa con il Ministro Brunetta sulla contro riforma della pubblica amministrazione.
Una legge con un impianto centralistico che nulla ha a che fare con il miglioramento dei servizi ai cittadini ed alle imprese, con lo sviluppo del territorio, con la valorizzazione dell’autonomia amministrativa ed organizzativa dei comuni.
Una legge che serve solo ad alimentare la demagogia del Ministro Brunetta.
Per valorizzare i comuni servirebbe, invece, un serio confronto con le parti sociali sul miglioramento e la riorganizzazione dei servizi erogati dai comuni, servizi che garantiscono i diritti dei cittadini e che rappresentano una percentuale importante del welfare locale.
Chiediamo un impegno concreto al Presidente dell’ANCI: trovare le risorse finanziarie per il rinnovo contrattuale di quelle lavoratrici e lavoratori che quotidianamente portano avanti una macchina troppo spesso lenta e farraginosa ed un confronto serrato con le parti sociali.
Un impegno sul quale valuteremo l’operato del Presidente Chiamparino.
Roma 12 Ottobre 2009
DIFESA SPA
Apprendiamo ancora oggi dalla stampa quale sia l’oggetto e le funzioni della Difesa S.p.A., si rende noto e si diffondono notizie sulle finalità “…. Fatturare per incassare, … entità capace di produrre valore aggiunto…” (Il Messaggero” 07.03.2010 – Sottosegretario Crosetto) ma:
NULLA sul rientro delle risorse al Ministero della Difesa;
NULLA sullo statuto della società che determinerà per gli anni a venire CHI gestirà e COME gestirà quelle “fatture per incassare”;
NULLA è previsto nelle norme che la istituiscono su QUALE SIA LA PERCENTUALE DI RISORSE CHE RIENTRERA’ ALLA DIFESA (come da norma: “.. gli utili verranno posti a riserva”?).
E se pure fosse il 100% COME VERRANNO UTILIZZATE TALI RISORSE??
-Ristrutturazione di infrastrutture fatiscenti?
-Messa a norma di impianti e strutture a tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori?
-Sblocco del turn-over?
-Formazione del personale?
-Equità di trattamento tra personale militare e civile?
-Soluzione della problematica del personale ex A1S?
-Incremento del FUA di amministrazione?
-Investimenti mirati per l’Area Tecnico Industriale?
-sostegno ai lavoratori colpiti da processi di ristrutturazione, ormai giunti al limite di quella “pazienza che è la virtù dei forti”?
Potremo andare avanti, ma quello che più NON condividiamo è la MANCANZA di rispetto del ruolo di chi rappresenta i lavoratori civili della Difesa e che con rabbia e frustrazione, viene chiamato al tavolo delle trattative quando a seguito di scelte politiche e non, si trova a tutelare i lavoratori, solo per “procedure di reimpiego” per soppressioni, riorganizzazioni e ristrutturazioni.
E’ ora di porre in atto iniziative di mobilitazione, a partire dai posti di lavoro oggetto di processi di riorganizzazione di chiedere in virtù di quei concetti di trasparenza, efficacia ed efficienza tanto sbandierati dal Ministro della Funzione Pubblica, quale è il disegno strategico di questa compagine governativa rispetto alla riforma più generale della Difesa di cui il Ministro La Russa ha dato un breve accenno in Parlamento senza rispondere alle più specifiche domande che gli sono state rivolte.
Vogliamo conoscere lo studio della Commissione da Lui incaricata di procedere allo studio della riforma del Ministero della Difesa.
Roma, 8 marzo 2010
FPCGIL DIFESA
Noemi Manca
Il 7 luglio 2010 la Commissione europea ha avviato una consultazione a livello europeo sulle pensioni. Il Libro verde sulle pensioni pone 14 domande che coprono gran parte degli aspetti sociali, economici e finanziari dei sistemi pensionistici in Europa.
Sebbene il documento dovrebbe affrontare la questione della adeguatezza delle pensioni e della necessità di mantenere il tenore di vita e la coesione sociale , la Commissione europea inizia con l’assunto sull’impatto della crisi attuale , e sostiene che : “Entro il 2060 si prevede che il numero di pensionati in Europa raddoppi rispetto a quello di quanti finanziano le loro pensioni – la situazione attuale è semplicemente insostenibile. Nell’affrontare tale sfida occorre verificare attentamente l’equilibrio tra periodi lavorati e periodi trascorsi in pensione.”
Commentando il Libro verde, il segretario generale della Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici (FSESP) Carola Fischbach-Pyttel ha dichiarato: ” È paradossale che in un momento di tagli diffusi di posti di lavoro in tutto il settore pubblico, si parli della necessità di estendere la vita lavorativa . Molti dei nostri iscritti che mantengono il loro posto di lavoro ora sono sottoposti alla pressione di cercare di mantenere i servizi con un minor numero di lavoratori e d un salario più basso la possibilità di dover restare al lavoro più a lungo per avere una pensione decente . Speriamo che la consultazione esponga questo genere di contraddizioni e che produca proposte equilibrate perla riforma delle pensioni, non solo quelle strettamente focalizzate sul consolidamento fiscale “.
Aumento del rischio individuale
Dal punto di vista sociale, il Libro verde non riconosce che ci sono alcune questioni importanti da risolvere. La tendenza continua a far diventare le pensioni una responsabilità individuale lascia molte persone esposte a rischi finanziari per i quali non sono preparati e che non comprendono appieno : ” Allo stesso tempo, le riforme hanno dato e continueranno a dare alle persone maggiori responsabilità: i cittadini hanno ora più scelta, ma sono anche esposti a più rischi.”.
Pensioni con un gap di genere
Il documento riconosce anche il persistente problema del divario di genere nelle pensioni , che è correlato, ma spesso molto più ampiamente, al divario retributivo di genere perché” per quanto riguarda le disparità tra uomini e donne, si può constatare che i contratti atipici riguardano prevalentemente le donne, che guadagnano meno degli uomini e interrompono la carriera più spesso degli uomini per assumere responsabilità familiari. ”
Lavoro precario
Il Libro verde sostiene che la sostenibilità sarebbe migliorata se i lavoratori più giovani avranno un periodo più lungo per costruire il diritto alla pensione . Tuttavia, non si evidenzia il fatto che la sempre maggiore tendenza al lavoro più precario significa che milioni di lavoratori avranno una moltitudine di interruzioni di lavoro e periodi in cui non riusciranno a costruire i loro diritti alla pensione.
Alcune riforme hanno fallito
Alcuni Stati membri dell’UE hanno riformato i loro sistemi pensionistici per ridurre il livello delle prestazioni statali , ma il Libro verde indica che questa non è una scelta facile, quando gli sgravi fiscali sono utilizzati come un incentivo : “Le agevolazioni fiscali possono avere un costo considerevole e la loro efficacia redistributiva è dubbia. Con bilanci pubblici sotto forte pressione, alcuni Stati membri stanno ora riconsiderando l’efficienza di questo tipo di intervento. ”
La risposta della CES
La risposta iniziale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES) ha messo in evidenza la contraddizione nella pressione per mantenere più a lungo i lavoratori occupati presso nello stesso momento i datori di lavoro mostrano poco entusiasmo e volontà di fare questo. Come sottolinea il segretario generale della CES John Monks ” Tanto più che i datori di lavoro non consentono di mantenere al lavoro i dipendenti fino all’età legale attuale della pensione e che non creano affatto condizioni per nuove assunzioni di giovani. ”
La CES aggiunge che la Commissione deve garantire l’adeguatezza e la tenuta dei sistemi pensionistici e non prolungare l’età pensionabile. La Ces ricorda anche i principi fondamentali dei sistemi pensionistici: i redditi della pensione devono basarsi su sistemi fondati sulla solidarietà all’interno e tra generazioni ed essere garantiti dai pubblici poteri, conformemente alla convenzione 102 dell’organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Infatti, per la CES, l’obiettivo dei sistemi pensionistici non è di alimentare i mercati finanziari bensì di garantire redditi dignitosi e perenni ai pensionati.
Dal punto di vista dei sindacati, il libro verde dell’Europa sul futuro delle pensioni è dunque “totalmente irreale” perché se è vero che l’aspettativa di vita diventa sempre più alta, è anche vero che i datori di lavoro puntano sempre più sui prepensionamenti. “Dov’è la prova che i datori di lavoro vogliono tenersi i lavoratori più anziani? Noi – spiega Monks – sappiamo che la speranza di vita aumenta, ma nulla prova che l’innalzamento dell’età pensionabile spingerà i datori di lavoro a creare ambienti che incoraggino i loro impiegati a restare”.
Il motivo, per Monks, è nelle dinamiche del lavoro: “In effetti fin troppe imprese pensano che i lavoratori più anziani tengano troppo alle loro abitudini da essere in grado di adattarsi ad ambienti di lavoro che evolvono rapidamente. Così li spingono ad andare in pensione anticipata, ben prima dei limiti legali di età. La visione della Commissione europea sull’aumento dell’età pensionabile appare quindi assolutamente irrealistica. Sarebbe più utile che arrivasse un’indicazione in base alla quale i lavoratori possano conservare il loro impiego fino all’età pensionabile”.
Ulteriori informazioni
Il periodo di consultazione durerà quattro mesi ( termina il 15 novembre 2010).
La Commissione europea analizzerà tutte le risposte e prenderà in considerazione delle azioni future per affrontare tali questioni a livello comunitario.
Domande
Le 14 domande della consultazione sono:
(1) Come può l’Unione europea appoggiare gli sforzi intrapresi dagli Stati membri per accrescere l’adeguatezza dei sistemi pensionistici? L’Unione europea dovrebbe definire meglio cosa comporta un reddito di pensione adeguato?
(2) è Il quadro per le pensioni esistente attualmente a livello europeo è sufficiente a garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche?
(3) In che modo si può riuscire ad innalzare l’età effettiva del pensionamento e quale contributo potrebbe dare al raggiungimento di questo obiettivo l’aumento dell’età pensionabile? Occorre introdurre nei sistemi pensionistici meccanismi di adeguamento automatico all’evoluzione demografica per equilibrare la durata della vita attiva e quella della pensione? Quale ruolo potrebbe svolgere l’Unione europea a questo riguardo?
(4) Come può essere utilizzata la strategia “Europa 2020” per promuovere l’allungamento della vita attiva e i suoi vantaggi per le imprese e lottare contro la discriminazione in base all’età sul mercato del lavoro?
(5) Come andrebbe modificata la direttiva sugli enti pensionistici aziendali o professionali per migliorare le condizioni dell’attività transfrontaliera?
(6) A quali regimi dovrebbero applicarsi le misure adottate dall’Unione europea per eliminare gli ostacoli alla mobilità?
(7) L’Unione europea dovrebbe esaminare nuovamente la questione dei trasferimenti o norme minime in materia di acquisizione e di mantenimento e un servizio di ricostruzione per tutti i tipi di diritti pensionistici sarebbero una migliore soluzione?
(8) È necessaria una revisione dell’attuale legislazione europea che garantisca una regolamentazione e un controllo coerenti dei regimi pensionistici a capitalizzazione (cioè finanziati da un fondo di attivi) e dei loro prodotti? Se sì, quali sono gli elementi da rivedere?
(9) Come potrebbero la regolamentazione europea o un codice di buona pratica aiutare gli Stati membri a raggiungere un migliore equilibrio tra rischi, sicurezza e accessibilità finanziaria per i sottoscrittori di risparmi pensione e gli enti pensionistici?
(10) Quali dovrebbero essere le caratteristiche di un regime di solvibilità equivalente per i fondi pensione?
(11) È necessario rafforzare la tutela prevista dalla legislazione europea in caso di insolvenza dei datori di lavoro promotori di regimi pensionistici? Se sì, in che modo?
(12) È opportuno modernizzare le attuali prescrizioni minime relative alle informazioni da fornire sui prodotti pensionistici (per es. in termini di comparabilità, standardizzazione, chiarezza)?
(13) È necessario che l’Unione europea definisca un orientamento comune per quanto riguarda le opzioni per difetto circa la partecipazione e la scelta di investimento?
(14) È necessario rafforzare il quadro di coordinamento a livello dell’Unione europea? Se sì, quali elementi devono essere rafforzati per migliorare la concezione e la realizzazione della politica delle pensioni mediante un approccio integrato? La creazione di una piattaforma per un monitoraggio integrato di tutti gli aspetti della politica delle pensioni sarebbe un utile passo avanti?
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
La pagina web della Commissione Europea sulla consultazione per le pensioni:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=89&newsId=839&furtherNews=yes
I lavoratori dei tre Consorzi di Bacino del beneventano sono senza stipendio e senza lavoro da quasi un anno. L’unificazione, all’interno della Samtee, del Consorzio unico di Bacino, stenta a partire e 127 lavoratori, formati e in grado di gestire la raccolta differenziata spinta, la cosiddetta porta a porta, sono “sospesi”, mentre i comuni continuano ad affidare il servizio di raccolta e spazzamento a privati e cooperative e i giudici del lavoro emettono sentenze di reintegro, riconoscendo il loro diritto al lavoro.
La tensione tra i lavoratori è comprensibilmente montata nel corso di questi 11 mesi di inattività. Ieri, per l’ennesima volta, hanno manifestato la loro rabbia in modo eclatante, salendo sull’antenna della Marsec, e giustamente non fermeranno la lotta fin quando non avranno garanzie sul proprio futuro.
Il ciclo integrato dei rifiuti va gestito con la partecipazione di tutti gli attori e valorizzando le competenze e le professionalità che il sistema pubblico ha già costruito. In un territorio come la Campania, poi, la gestione pubblica deve diventare una garanzia per i cittadini, una garanzia di legalità e di esigibilità dei diritti. La vera sfida si gioca sul campo della modernizzazione e dell’efficientamento, con il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e la chiusura del ciclo industriale, non certo con la destrutturazione del sistema pubblico, che crea caos e lascia spazi troppo ampi a infiltrazioni criminali e potentati locali.
Al Governo chiediamo un intervento immediato, affinché questi operatori, formati e con anni di esperienza, vengano rimessi in servizio. Alla
Provincia di Benevento, che nel proprio piano industriale prevede il loro assorbimento, chiediamo di tener fede agli impegni e di premere sui
Comuni che ancora oggi continuano a utilizzare aziende private e cooperativa, lasciando fuori i lavoratori dei tre consorzi di bacino beneventani.
Roma, 28 Giugno 2011
FP CGIL FPS CISL UIL PA FIALP-CISAL RDB PI
A tutte le lavoratrici e i lavoratori ACI
Vi informiamo che il giorno 20 aprile u.s. abbiamo avuto un incontro con l’On.le Gianni Pagliarini, presidente della IX Commissione Lavoro della Camera.
Durante l’incontro, abbiamo illustrato all’On.le Pagliarini tutte le ricadute negative che il ddl 2272, così come formulato, avrebbe sul piano occupazionale sia nei confronti dei lavoratori ACI, del PRA e della Sede Centrale, sia di quelli degli A.C. che del personale delle società collegate. In particolare sono stati evidenziati gli effetti negativi che si avrebbero dal punto di vista sociale, economico ed organizzativo anche per la collettività.
L’On.le Pagliarini si è mostrato sensibile nei confronti delle problematiche esposte, anche alla luce degli aspetti evidenziati dalle OO.SS., specificando che la Commissione Lavoro si potrà esprimere sulle materie di competenza formulando, in via consultiva, un parere in quanto l’esame del provvedimento, in sede referente, è demandato alla X Commissione Attività Produttive. Ha assicurato la massima disponibilità ad affrontare l’argomento in Commissione in maniera adeguata per la tutela di tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti in un eventuale riordino del settore.
L’argomento verrà affrontato dalla Commissione Lavoro domani 24 aprile.
Vi terremo informati degli eventuali sviluppi.
Roma, 23 aprile 2007
FP CGIL ACI
FPS CISL ACI
UIL PA ACI
ACP CISAL FIALP ACI
RdB P.I. ACI
Denia Priami
Marco Semprini
Sandra Pagani
Luigi De Santi
Lino Rocchi
Fondo Unico d’Amministrazione 2006
Si è tenuta ieri al Ministero della Giustizia la prima riunione per concordare il FUA 2006. Alla presenza del Sottosegretario Luigi Li Gotti e nella parte finale dell’incontro del Ministro Clemente Mastella sono state illustrate le proposte di accordo presentate dai Dipartimenti.
Per quanto riguarda la Giustizia minorile, registriamo che finalmente, dopo diversi anni di richieste da parte sindacale, l’Amministrazione ha finalmente fatto confluire le somme previste per il lavoro straordinario nel fondo della produttività collettiva.
Nonostante ciò il fondo risulta insufficiente per le necessità del Dipartimento, anche perché sconta ancora le decisioni prese da una dirigenza che non ha mai fatto i conti con le risorse economiche e di personale a sua dispone. Il FUA 2006, pertanto, in mancanza di dirigenti, dovrà pagare le reggenze dei nuovi Centri per la giustizia minorile costituiti nel corso dell’anno. Cosicché ancora una volta a pagare gli errori della direzione del Dipartimento saranno i lavoratori.
Così come previsto, non sono state presentate richieste di posizioni organizzative per i lavoratori della sede centrale del Dipartimento. Non abbiamo mancato di sottolineare come questa fosse la logica conseguenza delle inadempienze dell’Amministrazione, che per un anno non ha saputo o voluto attivare il tavolo di contrattazione per l’individuazione delle posizioni organizzative.
Abbiamo fatto rilevare come sia passata del tutto sottosilenzio la situazione degli operatori di vigilanza di comunità, per i quali, ad un anno dall’assunzione, non è stato ancora contrattato l’orario di lavoro, che qualora dovesse essere organizzato in turni richiederebbe necessariamente un’integrazione finanziaria del Fondo.
Abbiamo fortemente stigmatizzato l’usanza ormai consolidata per la quale le organizzazioni sindacali vengono chiamate a discutere del fondo a fine anno, trovando la disponibilità e l’impegno della parte politica a convocare i tavoli negoziali per il FUA 2007 sin dal gennaio del prossimo anno.
Il tavolo di lavoro verrà riconvocato nei prossimi giorni per dare tempo alle singole amministrazioni di recepire le proposte avanzate dai sindacati.
Roma, 6 dicembre 2006
p. la Fp Cgil Nazionale Giustizia Minorile
Il Coordinatore nazionale
Gianfranco Macigno
Roma 7 giugno 2007
Care Compagne, Cari Compagni,
Vi informiamo che è in atto la discussione parlamentare relativa al disegno di legge sulle cosiddette “liberalizzazioni” nel quale è inclusa la previsione della soppressione del Pubblico Registro Automobilistico.
Come è noto la previsione della soppressione del PRA senza alcuna ipotesi di più largo respiro ci aveva visti contrari ed insieme alle altre organizzazioni sindacali abbiamo promosso una serie di iniziative, compreso lo sciopero nazionale, per sensibilizzare il Governo ed i cittadini sui rischi di tale norma.
Abbiamo sempre sostenuto, insieme alle altre OO.SS., la necessità di un riassetto complessivo del settore trasporti terrestri fino a proporre la creazione di un nuovo soggetto pubblico in grado di assumere le competenze pubbliche sulla materia oggi in capo all’ACI ed al Ministero dei trasporti.
È ovvio che una proposizione del genere non poteva esimersi dalla richiesta dello stralcio dal disegno di legge degli articoli che prevedevano la sola soppressione del PRA.
Le iniziative intraprese, che stanno proseguendo con i presidi davanti alla sede del Parlamento, hanno, al momento, avuto l’effetto di una sensibilizzazione in proposito di rappresentanti dei partiti che compongono anche l’attuale maggioranza di Governo i quali si sono resi disponibili a chiedere lo stralcio degli articoli relativi alla soppressione del PRA.
Nella giornata odierna sono stati diversi i comunicati di agenzia a nome di vari parlamentari che annunciano la richiesta dello stralcio e fra questi anche lo stesso relatore, On.le Lulli Andrea, del disegno di legge in questione.
L’esame in aula, nonostante le varie assicurazioni, è stato sospeso prima di giungere agli articoli interessati e la ripresa dei lavori è fissata per martedì prossimo.
È sconfortante come questioni così rilevanti possano essere lasciate in sospeso sapendo oltretutto che le stesse pongono in grande ansia migliaia di lavoratrici e di lavoratori.
Non c’è alcun dubbio che continueremo ad esercitare tutte le pressioni possibili e legittime perché si creino tutte le condizioni politiche, sindacali, sociali e normative affinché si possa affrontare il riordino del settore trasporti terrestri con un progetto che abbia come fine il bene della collettività e la salvaguardia delle lavoratrici e dei lavoratori in termini di posto di lavoro, in termini di professionalità ed in termini economici nell’alveo di un progetto di una amministrazione pubblica che semplifichi ed agevoli la vita dei cittadini.
Come sempre continueremo a tenervi informati anche con comunicati unitari.
p. FPCGIL Funzioni Centrali
il Coordinatore Naz. Funzioni Centrali
(V. Di Biasi)
Roma 14 giugno 2007
AREA VIGILANZA
Il giorno 12 u.s. si è svolta l’assemblea nazionale dell’area vigilanza indetta dalle OO.SS. CGIL, CISL, UIL, CISAL firmatarie dell’ipotesi di accordo integrativo per l’anno 2006.
Dopo la relazione introduttiva che ha analizzato e focalizzato diversi punti relativi all’area specifica, si sono succeduti numerosi, interessanti e propositivi interventi da parte dei colleghi ispettori.
È stata sottolineata, a più riprese, la valenza del ruolo degli ispettori dell’INPS come valore strategico e determinante per l’assolvimento dei compiti istituzionali dell’Ente.
In questa ottica è stato evidenziato come le scelte poste in essere dal CCNI per l’anno 2006, siano propedeutiche alla rivisitazione del loro profilo specialistico sia da un punto di vista professionale, sia da un punto di vista organizzativo.
Negli interventi è altresì emersa la volontà di caratterizzare la figura dell’ispettore dell’INPS non solo come funzionario preposto all’accertamento ed evasione contributiva quindi finalizzato al recupero crediti, ma anche riconoscendogli una valenza, un valore sociale di prevenzione al fine di elevare la legalità nel mondo del lavoro.
A tal fine si evidenzia la necessità di prevedere alcune forme di tutela e garanzia per il profilo ispettivo all’interno del prossimo contratto collettivo di lavoro 2006/2007.
Sarà nostra cura rappresentare presso le rispettive categorie, la necessità di articolare una serie di istituti volti a garantire o introdurre elementi quali: la revisione del trattamento economico di missione, la copertura legale nell’ambito delle funzioni svolte.
È fondamentale che l’appuntamento contrattuale di comparto trovi una risposta strutturale all’acclarata necessità di crescita professionale del personale ispettivo attraverso la revisione dell’ordinamento professionale e soprattutto nel superamento delle attuali rigidità che prevedono un organico di posizione (C1, C3, C4).
Varrebbe la pena, a nostro avviso, esplorare l’ipotesi di attribuire ai nostri ispettori la veste di uno status giudiziario.
Riteniamo inoltre che una volta conclusi i lavori della commissione paritetica della vigilanza, volti oltre all’analisi dei dati anche alla formulazione di ipotesi tecniche organizzative, toccherà alla contrattazione integrativa convenire su un modello funzionale organizzativo che evidenzi i percorsi di crescita professionale, gli eventuali nuovi sistemi di valutazione e i collegati corrispettivi economici, coerenti sia con la formulazione organizzativa sia con i prossimi dispositivi contrattuali.
Siamo altresì convinti di riprendere il tema della formazione, fin troppo trascurata dall’Amministrazione soprattutto alla luce dell’evolversi della legislazione nel mondo del lavoro, non considerando, quest’ultima, che oggi l’ispettore nella sua attivita si trova esposto a situazioni complesse che necessitano di conoscenza anche nel campo fiscale e contabile. Non va infatti dimenticato che l’ispettore, posto di fronte a quesiti da parte di consulenti o datori di lavoro, non potendosi appellare ad una istanza superiore, deve, in tempo reale, fornire una risposta che lo espone individualmente.
Gli elementi fin qui evidenziati e la grande importanza politicamente attribuita alla necessità di una normalizzazione delle entrate, richiede soprattutto all’INPS una adeguata implementazione della risorsa umana ed economica.
È nostra convinzione, condivisa anche all’interno della commissione, riattivare una selezione interna volta al reperimento di nuovi funzionari di vigilanza da affiancare al prossimo concorso pubblico.
Il fatto che ad oggi non si sappia quale sia l’intendimento dell’Amministrazione è coerente con il modo di procedere oscuro usato nella gestione di tutto il personale.
Quanto sopra conferma ed esaspera ulteriormente la necessità di una nostra linea di contrasto nei confronti dell’Amministrazione, volta a conoscere e discutere le linee strategiche dell’INPS e la conseguente gestione politica del personale.
F.P. CGIL INPS CISL FP INPS UIL PA INPS FIALP-CISAL INPS
f.to Daniele NOLA
f.to Giorgio ALLEGRINI
f.to Adriano PETRICCA
f.to Michele DI LULLO