Si pubblica l’articolo di Paola Coppola, uscito oggi sul quotidiano La Repubblica, “Libertà di cura, la scelta al paziente”, nel quale si annuncia un appello per il testamento biologico, già sottoscritto tra gli altri dal segretario generale della CGIL Guglielmo Epifani.
Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil
Lo slogan attraverso il quale il Sottosegretario On. Fazio prova a sintetizzare l’idea, solo a suo dire oggetto di confronto con le Regioni, di una riduzione di ventisettemila posti letto è quanto mai abusato: meno ospedali e più territorio è uno di quegli obiettivi sui quali, a parole, si sono sperimentate intere compagini di Governo, di centro sinistra e di centro destra.
Il problema è che la riduzione dei posti letto, anzi degli Ospedali è continua, come dimostrano gli ennesimi dati pubblicati dal Sole24-Ore, mentre quelle che dovrebbero essere le contestuali politiche di investimento sui servizi sanitari del territorio continuano ad essere assenti o, quantomeno, sporadiche, non strutturate.
Così quando l’ennesimo governante rilancia l’idea di deospedalizzare l’intervento sanitario per provare a riorientarlo sul territorio è più che giustificato il sospetto che si stiano coprendo operazioni di natura puramente finanziaria.
L’idea veramente “innovativa”, la consigliamo al Sottosegretario Fazio, può essere quella di accompagnare la chiarezza con la quale si indica il numero esatto di posti letto da ridurre con altrettanta precisione sul piano di investimenti (concreti) necessario per potenziare le attività sanitarie del territorio.
E consigliamo anche di rassicurare preventivamente i cittadini sul fatto che le riduzioni di posti letto, alle quali il Governo (non le Regioni) sembra stia lavorando, non si tradurranno in nessun ulteriore esborso da parte dei cittadini attraverso ticket o compartecipazioni varie.
In assenza di tutto ciò il “piano del Governo” ha il sapore dello slogan.
Uno slogan comunque insidioso perché prefigura un sistema sanitario Ospedaliero con ventisettemila posti letto in meno, un sistema dei servizi sanitari territoriali con le stesse difficoltà di ieri, un qualche rischio in più per i cittadini di caricarsi sulle spalle l’ennesima operazione di riduzione dei “costi” della salute.
Questa mattina si è tenuto il secondo incontro avente all’ordine del giorno la definizione dei nuovi profili professionali del neo Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, problematica complessa ed urgente stante che senza i nuovi Profili professionali non si può dare seguito ad altri istituti contrattuali quali le progressioni interne alle Aree.
Alla riunione in questione non ha partecipato il capo del Personale, Dott- Migliorini, ma solamente la Dott.ssa Furlai, anch’essa, poi, assentatasi per altro impegno sopraggiunto.
L’incontro, pertanto, è proseguito con dei rappresentanti della Direzione Generale del Personale i quali hanno consegnato una bozza di lavoro sui nuovi profili professionali dei due ex ministeri accorpati.
Va detto, comunque, che la proposta è alquanto incompleta poiché manca tutta la parte relativa alla declaratoria dei profili ossia il lavoro (le mansioni – i compiti) che ogni profilo deve svolgere.
Come FP CGIL, ad una prima lettura, abbiamo fatto le seguenti osservazioni:
per quanto riguarda l’Area Seconda si ritiene necessario mantenere più profili diversificati per settore (amministrativo – tecnico) a partire sin dal profilo di “Operatore”;
per quanto riguarda l’Area Terza, riteniamo che non sia utile la proposta dell’Amministrazione che prevede Profili con accessi di ingresso diversi nell’area ossia il primo alla posizione economica F1 ed il secondo alla posizione F3.
Ciò in quanto il CCNL prevede un ‘unico ingresso dall’esterno e solamente nella posizione economica F1. Solamente in casi eccezionali potrebbe essere necessario creare profili con ingressi dall’esterno in posizioni economiche diverse dall’F1 e solo per necessità di esperti altamente qualificati con titoli superiori alla laurea.
Diversamente, considerato che il requisito per l’accesso alla Terza Area è la Laurea, se l’Amministrazione prevedesse un Profilo di ingresso alla pos. F3 creerebbe di fatto un blocco al personale che oggi già presta servizio nell’ex area C.
Quest’ultima osservazione, condivisa peraltro da quasi tutte le altre OO.SS., ha di fatto creato perplessità anche nella parte pubblica che ha rinviato l’incontro a breve in attesa di osservazioni e proposte delle OO.SS.
Vi terremo costantemente informati.
Roma, 29 aprile 2009
Per la delegazione Nazionale
Fp Cgil Ministero Infrastrutture e Trasporti
Michele Capuano
Il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua ha lanciato per il 20 marzo a Roma alle ore 14 una grande manifestazione nazionale per la ripubblicizzazione dell’acqua, la difesa dei beni comuni del clima e per la democrazia partecipativa. La manifestazione vuole mettere al centro idee e proposte per la ripubblicizzazione del servizio idrico, ma anche tematizzare il rapporto tra il bene comune per eccellenza che è l’acqua con gli altri beni comuni e con le questioni legate al cambiamento climatico, nonché rilanciare una questione scarsamente considerata che invece rappresenta uno dei punti più significativi della “teoria” del movimento per l’acqua che è quello della democrazia partecipativa.
La manifestazione ha trovato la condivisione di molti altri soggetti sociali, che sono diventati promotori dell’iniziativa assieme al Forum dei Movimenti per l’acqua, e di diverse forze politiche che hanno aderito alla stessa. La CGIL ha espresso il proprio sostegno e il proprio impegno per la riuscita dell’iniziativa. La FPCGIL Medici invita i medici ed i veterinari a partecipare, con la consapevolezza che il diritto alla salute non può prescindere dalla difesa dei beni comuni essenziali, a partire dall’acqua.
Ai lavoratori e agli iscritti CGIL del ministero del Lavoro e della P.S.
Piano di Formazione 2007/2008
Il 12 marzo u.s. abbiamo siglato l’accordo sul Piano di Formazione. Come noterete leggendolo in dettaglio ha una durata biennale 2007/2008 ed è stato realizzato cercando da un lato di coinvolgere il maggior numero possibile di lavoratori, dall’altro, tenendo conto delle esigenze prioritarie che tutti gli Uffici avevano fatto pervenire alla divisione competente (fabbisogni formativi novembre 2006). Tutto ciò nei limiti piuttosto esigui delle risorse economiche disponibili.
Quello che ci auguriamo come O.S., e che abbiamo chiesto esplicitamente sul tavolo di contrattazione, è che nel corso del periodo di tempo interessato vengano individuate altre risorse, in modo tale da poter prevedere altre iniziative formative, da scegliere tenendo conto della strategia complessiva dell’azione istituzionale del Ministero. Questo per rendere ancora più efficace la formazione dei lavoratori, accrescere la loro professionalità e rendere un migliore servizio all’utenza.
Alcuni corsi sono destinati ai formatori ai tutor che poi provvederanno, attraverso la “formazione a cascata” a formare a loro volta altri colleghi. A tal proposito, è evidente che la scelta dei funzionari che diventeranno formatori e/o tutor riveste una notevole importanza, perché dalle loro capacità dipenderà la riuscita di parte notevole della formazione successiva. La CGIL, consapevole di ciò, ha chiesto ed ottenuto che nell’accordo fossero definiti pertanto i criteri generali per l’individuazione dei formatori e/o tutor, al fine di garantire trasparenza nella scelta ed omogeneità, e si impegnerà a seguire questa questione durante tutto il suo svolgersi. Non dimentichiamo infatti che nella formazione sono investite aspettative da parte di tutto il personale e risorse economiche che debbono essere impiegate nel migliore dei modi.
Abbiamo anche insistito perché, nell’accordo fosse ripreso un principio già sancito nel contratto integrativo, al quale teniamo particolarmente e cioè che vengano assicurate le pari opportunità, nella partecipazione ai corsi e nella scelta dei formatori e/o tutor.
Roma, 19 marzo 2007
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Ministero Economia e finanze
FONDO DI PREVIDENZA ex M.ro FINANZE
Nell’ultimo periodo da parte di alcuni è stato avviato un processo di ricorsi giurisdizionali per l’iscrizione al Fondo di Previdenza ex Ministero delle Finanze dei dipendenti del Ministero del tesoro, del bilancio e della p.e..
Come sempre in questi casi di fronte ad una ipotetica ed auspicabile opportunità è stata avviata una campagna strumentale di affiliazione.
A fronte delle sollecitazioni che ci rivolgono iscritti e non iscritti, ribadiamo quanto già fatto in passato per casi analoghi, ovvero che di fronte alle richieste individuali delle lavoratrici e dei lavoratori è nella disponibilità e nell’autonomia delle strutture territoriali FP CGIL decidere una azione di servizio indicando i nominativi dei legali che collaborano con la propria struttura.
Abbiamo sempre considerato come impropria una azione sindacale basata esclusivamente su azioni giudiziarie che sviliscono la capacità propositiva dell’azione sindacale che, in quanto tale, ed è questa la nostra idea, potrebbe presupporre l’iscrizione dei dipendenti ex tesoro, bilancio e p.e. al Fondo di Previdenza fermo restando il principio del maturato pro-rata per i dipendenti ex Ministero Finanze già iscritti al suddetto Fondo.
Sostanzialmente il contrario di quanto fatto alcuni fa a proposito della “Cassa Sovvenzioni” per i dipendenti del ruolo centrale dell’ex Ministero del Tesoro. All’epoca per impedire l’ingresso del personale periferico nella Cassa Sovvenzioni dei Centrali fu promosso lo scioglimento e la liquidazione della stessa Cassa e tale processo fu favorito dagli stessi soggetti che oggi propugnano l’iscrizione al Fondo senza alcuna garanzia di quanto maturato dai colleghi ex Finanze già iscritti.
Ci corre l’obbligo evidenziare come questi ultimi manifestino la loro contrarietà, e qui la storia si ripete, per evidenti opportunità, ma altrettanto fanno i rappresentanti sindacali di quel settore che sono della stessa organizzazione di coloro che all’ex Ministero tesoro, bilancio e p.e. stanno propugnando i ricorsi giurisdizionali.
Roma 13 novembre 2006
p. FP CGIL Funzioni Centrali
Coord. Naz. Funzioni Centrali
(V. Di Biasi)
A tutte le lavoratrici e i lavoratori
Ieri, presso la sede del Mise di via Molise, si è svolto un incontro tra le OOSS e la delegazione di parte pubblica sulle seguenti questioni: iter del regolamento di riorganizzazione del Ministero; questioni rimaste aperte sul FUA 2007 e modalità di erogazione del saldo.
In merito al regolamento di organizzazione, l’Amministrazione ha consegnato alle OOSS copia del regolamento modificato secondo le osservazioni del Consiglio di Stato che in breve arriverà in Consiglio dei Ministri. La CGIL ha ribadito anche in questa occasione la sua posizione critica nei confronti del provvedimento esposta già in innumerevoli documenti.
Sulle questioni relative al FUA2007 la posizione della CGIL rappresentata nella riunione è la seguente:
INDENNITA’ DI REGGENZA: la CGIL ha chiesto che venga inserito nel protocollo d’intesa che le indennità per le reggenze conferite a personale ex DPS, vengano pagate con le somme provenienti dalle quote delle economie 2006 destinate alla dirigenza e che questo venga certificato con chiarezza e trasparenza.
Per quanto riguarda le reggenze conferite a personale ex MAP, l’Amministrazione ha verificato che le economie non sono sufficienti a coprire i relativi pagamenti e che pertanto si dovrebbe attingere al Fua dei livelli per la retribuzione di tale indennità.
Questa sigla sindacale ritiene non percorribile tale strada in quanto non è ammissibile che le reggenze (funzioni dirigenziali) vengano pagate con soldi dei lavoratori dei livelli.
POSIZIONI ORGANIZZATIVE: la CGIL ha ribadito in questa sede che vanno effettuati tutti i tentativi affinché i lavoratori del DPS, che si trovano nelle condizione previste per usufruirne, siano ammessi a tale istituto. La CGIL, pur riconoscendo la difficoltà di un tale percorso visti i tempi ristretti, considera necessario una ulteriore riflessione prima di vedere deluse le legittime aspettative dei lavoratori.
SALDO FUA2007: La CGIL ha rappresentato la sua indisponibilità a firmare un accordo che non introduca, in via sperimentale, incentivi alla produttività individuale così come previsto nel memorandum governo-sindacati ed ha invitato con forza le altre sigle confederali a sostenere questa richiesta.
La CGIL ritiene indispensabile organizzare al più presto una assemblea presso il DPS, avendo colto in quella sede un diffuso senso di disagio da parte dei lavoratori, dovuto essenzialmente all’accorpamento delle due strutture ministeriali, per avere un’opportunità di confrontarsi con quei lavoratori che in questi mesi hanno visto aumentare il clima di dissenso senza che concrete proposte di soluzione siano state avanzate anche da parte delle rappresentanze sindacali più presenti.
PER TUTTO QUESTO LA CGIL RIBADISCE IL GRAVE ERRORE COMPIUTO DA PARTE DELLE ALTRE SIGLE SINDACALI NEL SOSTENERE LA SCELTA DI UNA UNICA RSU CHE, NELLA NUOVA STRUTTURA IN DIPARTIMENTI, NON GARANTIRÀ LA GIUSTA RAPPRESENTANZA DEI PROBLEMI DEI LAVORATORI.
INFINE LA CGIL RICHIAMA CON FERMEZZA LA PARTE POLITICA ALLE SUE RESPONSABILITA’. E’ INDISPENSABILE RIDARE AL MINISTERO UN DISEGNO STRATEGICO, RIDEFINIRE CON CHIAREZZA IL SUO RUOLO NELL’ECONOMIA DEL PAESE, FORNIRE ALLA STRUTTURA GLI STRUMENTI ADEGUATI PER RAGGIUNGERE I SUOI OBIETTIVI, RESTITUIRE AI LAVORATORI STATALI DIGNITA’.
Roma, 19 ottobre 2007
IL COORDINATORE NAZIONALE
CARMINE ANTINUCCI
Roma, 20 marzo 2008
Al Segretario Generale
del Ministero del Lavoro e della P.S.
Dr.ssa Paola Chiari
Al Direttore Generale delle
Risorse Umane e AA.GG. del Ministero del Lavoro e della P.S.
Dr. Massimo Pianese
Al Direttore Generale
per l’Attività Ispettiva
Dr. Paolo Pennesi
Ai lavoratori e agli iscritti CGIL del ministero del
Lavoro e della P.S.
RIORGANIZZAZIONE STRISCIANTE? NO, GRAZIE
Ormai da qualche tempo questa O.S. si sta chiedendo se c’è un progetto e una strategia per il futuro del nostro Ministero; e se c’è quale sia.
La domanda non è retorica in quanto da varie parti del territorio giungono notizie poco chiare e contraddittorie su presunte “riorganizzazioni” degli Uffici.
Tanto questo è vero, che da nord a sud, in molte di queste “riorganizzazioni”, al di fuori di ogni confronto reale con le OO.SS., sembra che vada scomparendo l’area di vigilanza tecnica.
A titolo esemplificativo, il caso della DPL di Pavia rende chiaro quanto accade. Con o.d.s. n. 4/2008, emanato per la sostituzione del responsabile dell’unità operativa Vigilanza Tecnica, si è tentato di compiere una parziale riorganizzazione che di fatto sopprime l’unita operativa stessa, subordinandola alla vigilanza ordinaria.
A quanto ci risulta nel C.C.N.I. ancora vigente i due profili professionali sono ben distinti, tanto che i titoli di studio per accedervi sono ben differenti.
A quanto ci risulta nei recenti concorsi esterni sono stati richiesti diversi requisiti, secondo che si trattasse di vigilanza tecnica o vigilanza ordinaria.
Tali diversificazioni erano velleitarie o sostanziali?
Sembrerebbe, a questo punto, che il personale ispettivo assuma sempre più le fattezze del profilo professionale “jolly”, usato a piacimento ove ci sia una reale o presunta carenza di amministrativi, ispettori tecnici e perché no, se serve anche informatici.
Inoltre sarebbe gradito sapere se questa Amministrazione ha iniziato a programmare e a pianificare riqualificazioni e nuovi concorsi, superando lo “stupido” blocco del turn-over nella pubblica amministrazione.
Saremmo interessati a conoscere, a questo proposito, il pensiero del Direttore Generale delle Risorse Umane e AA.GG. e del Direttore Generale per l’Attività Ispettiva e a dare avvio, finalmente, ad un serio confronto su tutto ciò che riguarda i lavoratori di questa Amministrazione, riorganizzazione compresa.
Perché se quello che, secondo questa O.S., sta emergendo è “il reale progetto (riorganizzazione strisciante)” di questo Ministero, la FP CGIL dice NO, grazie.
Grande è la confusione sotto il cielo…………………
P.S.: A proposito, il famoso “portale per l’Attività ispettiva”, strumento secondo noi essenziale per l’attività quotidiana di tanti ispettori, che tante risorse economiche ed energie ci è costato e ci costa ancora, che sarebbe dovuto partire il 19 gennaio (non ricordiamo più di quale anno) che fine ha fatto?
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Dichiarazione stampa di
Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici – medicina generale
Lo ripete di nuovo il Consiglio di Stato nella sentenza 1802/09 pubblicata il 26 marzo 2009. Questa volta lo dice alla Regione Friuli Venezia Giulia ed ai soliti sindacati corporativi. Ha respinto infatti il loro ricorso contro la sentenza del TAR del FVG n.50/07 che annullava la delibera della Giunta Regionale che illegittimamente aveva innalzato il numero ottimale da 1/1000 ad 1/1300 residenti.
Il 21 gennaio 2009 il Consiglio di Stato aveva detto le stesse cose alla Regione Calabria con la sentenza 241/09, e il 5 dicembre 2008 aveva respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalle Regione Lombardia verso la sentenza del TAR 2902/08, che anche qui aveva dichiarato illegittimo l’innalzamento del numero ottimale deciso dalla Regione.
Abbiamo promosso, come FP CGIL Medici, ricorsi ovunque, e queste decisioni del Consiglio di Stato si aggiungono infatti alla sentenza 4421/2007 del TAR Campania, Sezione V., alla sentenza del TAR del FVG n. 50/07, alla sentenza del Consiglio di Stato n. 1603/06, alla sentenza del TAR Lazio n. 9909/07 (per la regione Calabria), alla sentenza del TAR dell’Emilia Romagna 301/07, alla sentenza del Consiglio di Stato 4199/97, alle numerose ed autorevoli segnalazioni dell’Antitrust, ribadite in ogni occasione dal Presidente Catricalà .
Tutte le sentenze ed i pareri sono univoci e concordano e rinforzano quanto sostenuto da sempre dalla FP CGIL Medici. Basta allora con queste scelte “di potere”, o meglio ” di debolezza” delle Regioni, protezionistiche per una parte minoritaria della categoria, avulse dalla responsabilità politica verso i cittadini e pertanto intollerabili.
E’ inutile parlare di riorganizzazione delle cure primarie, di accesso unico, di ridefinizione di compiti e funzioni, di assistenza h24, ecc e poi rispondere con l’antico riflesso condizionato, corporativo e antiquato, dell’innalzamento del numero ottimale. Così si riducono i medici a disposizione dei cittadini, e a centinaia di medici si nega, spesso definitivamente, la possibilità di accedere alla professione. In compenso si apre ai subappalti ed allo sfruttamento.
La FP CGIL Medici chiede pertanto:
Alle Regioni, che hanno innalzato il numero ottimale, di adeguarsi a quanto stabilito dal Consiglio di Stato e pubblicare tutti i posti vacanti secondo il rapporto ottimale legittimo di 1 medico per 1000 residenti.
Al Comitato di Settore della Conferenza delle Regioni e alla Sisac di modificare quella sottospecie di “preintersa” del 22 dicembre scorso, dove si vorrebbe confermare la possibilità per le Regioni di innalzare il numero ottimale non solo come eccezione ma perfino in tutto il territorio regionale. Sarebbe una previsione che nasce già con il certificato di illegittimità.
Roma, 13/10/2009
Al Ministro del Lavoro, della Salute e
delle Politiche Sociali
Al Segretario Generale
Al Direttore Generale delle risorse
umane e degli AA. GG.
A tutti i Direttori Generali
A tutti i Direttori Regionali
A tutti i Direttori Provinciali
Ai lavoratori Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali
Le scriventi OO.SS. denunciano la grave situazione che si sta prospettando presso gli uffici centrali e territoriali della nostra amministrazione dove le attività istituzionali rischiano la paralisi. Non a caso sono molti i forti disagi lamentati dai lavoratori di molte strutture, alcuni dei quali si sono concretizzati in momenti di protesta e di iniziative di lotta.
Le scriventi, in particolare, evidenziano quanto segue:
– il clima di incertezza circa l’eventuale “spacchettamento” dell’ex Ministero della Salute da quello del Lavoro e delle Politiche Sociali. Lo stesso dicasi del Decreto di Riorganizzazione del nuovo Ministero, per il quale mesi or sono furono convocate le OO.SS. Ad oggi non è ancora dato sapere a che punto è e, soprattutto, se e in che misura sono state recepite le criticità sollevate dalle Organizzazioni Sindacali;
– sull’eventuale progetto di riorganizzazione degli uffici, le scriventi non sono state mai convocate e le voci che circolano sono variegate e continuano ad aggravare il clima di incertezza, l’unico imperante.
– l’estensione unilaterale delle risorse “premianti” previste dall’art. 7 L.362/99 che vanno nella direzione di accentuare le discriminazioni tra lavoratori.
– le annose questioni riguardanti l’attività ispettiva non hanno ancora trovato le indispensabili risposte.
Ci sembra doveroso, infatti, ricordare a tal proposito che:
– il personale ispettivo, da anni, si avvale dei propri mezzi personali (autovettura, cellulare…) senza che l’amministrazione abbia mai preso in seria considerazione la possibilità di attivare convenzioni;
– da anni non vengono ritoccate le condizioni contrattuali della polizza casko e l’adeguamento dell’indennità chilometrica alle tariffe ACI;
– l’accordo sull’orario di lavoro risulta ormai inadeguato; manca la copertura assicurativa per l’attività svolta.; banche dati facilmente accessibili, etc. etc;
In questo desolante scenario, il “progetto trasparenza”, a nostro avviso, ha mortificato ulteriormente la figura dell’ispettore, spogliandolo dalla funzione assegnatagli dallo Stato e dalle norme, esponendo il suo operato al giudizio “interessato” di una delle parti in causa.
La circolare sulla “procedimentalizzazione” non convince più di tanto circa l’effettiva capacità di contrastare il lavoro sommerso; anzi da un’attenta lettura sembrerebbe che venga dato troppo peso alla forma e poco alla sostanza.
Si tenga in considerazione che ogni giorno l’attività ispettiva vigila sulle corrette applicazione delle norme contrattuali, reprime le violazioni in materia di sicurezza, garantisce tutela e dignità ai lavoratori.
Ogni giorno i lavoratori fanno entrare notevoli somme nelle casse dello stato.
Ogni girono i lavoratori degli uffici territoriali del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali dirimono migliaia di controversie di lavoro permettendo ai lavoratori di recuperare i loro crediti patrimoniali
A fronte dell’operato dei lavoratori, le risorse economiche e strumentali a disposizione risultano ancora totalmente insufficienti, il tutto risulta aggravato, in molti casi, dai pignoramenti derivanti dal contenzioso dell’ex Ministero della Salute.
Come se non bastasse, vogliamo sottolineare con forza, che a tutt’oggi non si è trovata soluzione alle mortificanti esclusioni dai precedenti percorsi di riqualificazione, in particolare per i “passaggi d’area” , dove centinaia di lavoratori sono in attesa da anni, di vedere riconosciuto il diritto ad una possibilità di avanzamento di carriera.
Inoltre vogliamo evidenziare che alcune problematiche, riguardanti la vita dei lavoratori ( ottemperanza degli istituti di legge che prevedono distacchi e trasferimenti -L.104/92, art. 42 bis e L. 53/2000-, part-time, orario di lavoro, mobilità interna ed esterna) , sarebbero facilmente risolvibili, ma per le stesse l’amministrazione fornisce risposte insoddisfacenti o non me fornisce affatto.
Pertanto le scriventi OO.SS. considerato che risulta necessario dare al più presto concrete risposte ai lavoratori e che sia ripristinato un clima di CORRETTE RELAZIONI SINDACALI troppo spesso improntate ad atteggiamenti unilaterali da parte della rappresentanza datoriale sia centrale che territoriale, proclamano lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale ed in tutti i posti di lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – e preannunciano l’organizzazione di varie forme di lotta compresa una manifestazione nazionale da tenersi entro il mese di novembre 2009.
FP–CGIL UIL–PA FLP
Giuseppe Palumbo Palmina D’Onofrio Angelo Piccoli
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
La devastante deregulation della libera professione – già contenuta nel Ddl sul Governo Clinico in discussione alla Camera e rilanciata oggi dal Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio in una intervista al Sole 24 Ore – è un gravissimo danno per i medici che credono nel servizio pubblico e per i cittadini che sempre di meno si possono permettere di rivolgersi al privato.
E’ sbagliato lasciare la possibilità al medico pubblico di poter svolgere la libera professione sia dentro che fuori il Ssn, salvando comunque l’indennità di esclusività.
Si tratterebbe di un “tana libera tutti” a vantaggio di chi vuole centrare la sua attività professionale nel privato, a danno dei medici che vogliono poter svolgere la libera professione intramoenia in modo trasparente negli ospedali e nei servizi territoriali – con una migliore qualità della vita lavorativa, senza essere costretti continuamente a spostarsi, a cercarsi studi e strutture private, a occuparsi delle segreterie, dell’affitto e del commercialista – e di tutti gli altri medici che non svolgono nessun tipo di libera professione.
Un danno per i cittadini che non potranno più avere nel servizio pubblico il luogo delle visite anche in intramoenia, con un centro unico di prenotazione e di pagamento degli onorari, con una chiara e trasparente regolamentazione su tariffe e con un monitoraggio sulle liste di attesa pubblico-privato.
Estendere poi l’indennità di esclusività anche al medico pubblico che svolge la libera professione nel privato significa svuotare la scelta per il Ssn della stragrande maggioranza dei medici (95%), peraltro con un costo aggiuntivo di circa 50 milioni di euro per poter “regalare” più soldi agli oltre 5.500 medici oggi in extramoenia.
E’ invece fondamentale una nuova valorizzazione della scelta della esclusività di rapporto, già regolamentata con la legge bipartisan 120 del 2007, che deve ritornare obbligatoria per i medici con incarichi apicali, e con una sua rivalutazione economica con fondi extracontrattuali, essendo l’indennità ferma ai valori del 2000, senza discioglierla in modo indistinto nel monte salari.
Chiediamo pertanto al Ministro, al Parlamento e alle Regioni di fermare questa picconata al Ssn. Si tratterebbe di un tragico errore per la sanità pubblica e di un tradimento per decine di migliaia di medici che credono e vogliono lavorare solo nel servizio pubblico ma con una indennità di esclusività rivalutata e con la possibilità garantita dall’azienda di poter svolgere una trasparente libera professione intramuraria a salvaguardia della qualità del lavoro e delle prestazioni per i cittadini.