Il Coordinamento Nazionale Giustizia Minorile FP CGIL Comparto Ministeri aderisce all’appello “Salviamo la legge Gozzini”
Il coordinamento nazionale dei lavoratori della giustizia minorile, aderisce all’appello in difesa della legge Gozzini, legge che ha recepito il dettato Costituzionale che prevede che l’espiazione della pene abbia una finalità rieducativa.
L’adesione del coordinamento giustizia minorile non è un adesione formale, giacché la legge Gozzini, oltre ad avere introdotto numerosi elementi di civiltà nel sistema penitenziario italiano, continua a regolare anche i percorsi rieducativi dei giovani ristretti negli istituti penali per minorenni.
Allo stato la restrizione e la limitazione degli istituti previsti dalla legge avrebbe un influenza immediata anche sul trattamento riservato ai minorenni incarcerati. La soppressione delle previsioni di legge più innovative – permessi premio, liberazione anticipata, affidamento in prova al servizio sociale, priverebbe il sistema penale minorile degli strumenti indispensabili per costruire utili percorsi di reinserimento sociale.
Per quanto riguarda il sistema penale minorile, il problema semmai è quello di dare piena attuazione a quanto previsto nella legge Gozzini e cioè emanare uno specifico ordinamento per i minorenni, con istituti più idonei all’utenza e più aderenti ai principi ispiratori del processo penale minorile.
Non vorremmo che il Parlamento nel modificare il sistema normativo vigente non tenesse conto della particolarità della giustizia minorile. Vorremmo evitare il ripetersi di quanto sta succedendo con il decreto legge sulla sicurezza, laddove, quest’ ultimo, prevede il processo immediato o per rito direttissimo degli arrestati, anche se minorenni, impedendo, di fatto, l’utilizzo degli strumenti del processo penale minorile che si sono mostrati più efficaci a ridurre la recidiva e ad un immediato reinserimento sociale dei giovani. Ci riferiamo in particolare alla sospensione del processo e messa alla prova, che richiede tempi incompatibili con i riti immediati o per direttissima.
Siamo convinti che la sicurezza dei cittadini non si garantisce attraverso leggi più severe, ma fornendo attenzione e risorse al mondo che si occupa dell’esecuzione penale e valorizzando i servizi che lo stesso è in grado di fornire al Paese.
Roma, 25 giugno 2008
Roma, 2 ottobre 2007
Al Direttore dell’Ufficio del Personale
del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Dr. Luigi Di Mauro
Oggetto: art. 71 legge 6 agosto 2008, n 133
Egregio Direttore,
negli ultimi tempi il personale del Dipartimento per la Giustizia Minorile manifesta preoccupazione per una questione che noi ritenevamo ormai positivamente superata, cioè l’applicazione dell’articolo 71 della legge 6 agosto 2008, n 133, per quanto attiene al trattamento economico previsto nei primi 10 giorni di malattia.
In particolare sembrerebbe che i suoi uffici abbiano chiesto un parere alla Funzione Pubblica rispetto allo status giuridico dell’indennità penitenziaria, per verificare la possibilità di effettuare sulla stessa decurtazioni per i primi 10 giorni di malattia dei dipendenti.
Se ciò risultasse veritiero, francamente avremmo grosse difficoltà a capire un’iniziativa che interviene su una questione storicamente chiarita dell’ARAN con la nota del 26 giugno 1995 , n. 2349, e recentemente anche dalla Circolare n. 8/2008 a firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, che ribadisce la continuità con i trattamenti precedentemente previsti per i lavoratori e infatti dispone che: “continuano ad applicarsi le clausole dei contratti collettivi e degli accordi negoziali di riferimento” e che “La decurtazione retributiva di cui al comma 1 dell’art. 71 opera in tutte le fasce retributive previste dai CCNL in caso di assenza per malattia”.
Considerato, quindi, che i chiarimenti richiesti alla funzione Pubblica sono già stati forniti dal Ministro, si invita l’Amministrazione a continuare a prevedere nel periodo di malattia del personale lo stesso trattamento economico stabilito a partire dal 1995, rilevando come ogni danno patrimoniale che dovesse derivare ai lavoratori della giustizia minorile da provvedimenti difformi sarebbe, secondo l’attuale normativa, imputabile ai dirigenti che firmano lo stesso provvedimento.
Distinti saluti
Il Coordinatore nazionale
FPCGIL Giustizia Minorile
Gianfranco Macigno
La politica governativa in materia di immigrazione , determinata dal cosiddetto decreto sicurezza, produce tra l’altro delle norme aberranti riguardanti i bambini che nasceranno da genitori migranti privi di permesso di soggiorno.
In particolare, si consegnano alla “invisibilità” i figli degli immigrati clandestini nati in Italia. Si nega loro il diritto di nascita e si peggiorano le condizioni complessive di sicurezza dell’intera collettività.
Difatti, per la loro iscrizione all’anagrafe occorre il possesso del permesso di soggiorno (la norma si dice essere necessario per qualsiasi atto) ed inoltre essendo la clandestinità un reato potrebbe scattare la denuncia da parte delle stesse strutture comunali trasformando tra l’altro degli impiegati civili in agenti di pubblica sicurezza.
Una condanna all’inesistenza a bambini che non hanno colpa alcuna.
Contro questa aberrazione rivolgiamo un pressante appello ai Sindaci e a tutte le istituzioni democratiche affinché garantiscano non applicando la norma, un diritto che ha i crismi dell’universalità, evitando, così, di divenire la parte terminale di una catena disumana che nega persino il diritto alla nascita.
p. la Segreteria Fp Cgil – Antonio Crispi
Il Coordinatore Pol.Locale Fp Cgil – GennaroMartinelli
Roma 31 Luglio 2009
Domani a Roma i lavoratori giudiziari, penitenziari, degli archivi notarili e della giustizia minorile aderenti a FP CGIL, UIL–PA, RdB P.I e FLP, scenderanno in piazza contro la politica del Ministro Alfano. Lo faranno per protestare contro un accordo che riguarda tutti i dipartimenti e che è stato firmato dalla minoranza delle OO.SS. in violazione delle più elementari regole di democrazia sindacale, un pessimo accordo che non tiene conto né delle aspettative dei lavoratori né delle loro professionalità.
Lo fanno anche per evidenziare pubblicamente la loro difficilissima condizione lavorativa, causata da scelte sbagliate e dalla grande carenza di risorse economiche e umane – peraltro ulteriormente aggravata dal taglio del 10% agli organici deciso con il recente decreto milleproroghe – per far fronte alle quali il Ministro Alfano non ha mosso un solo dito.
Condizione sofferta dagli operatori della Polizia Penitenziaria per i medesimi motivi e, come è noto, per questioni riguardanti lo stato di emergenza perenne vissuto nelle carceri italiane.
Mentre da un lato si magnifica il “Piano carceri” e si promuovono modifiche normative in tema di esecuzione penale, dall’altro si tagliano ulteriormente le figure professionali preposte al trattamento, con pesanti ricadute sul sistema e, ancora una volta, sul già gravoso lavoro della Polizia Penitenziaria.
Questa politica schizofrenica va arginata.
Per questo scenderemo in piazza, per difendere i nostri diritti di lavoratori e, come cittadini, per preservare il diritto ad una giustizia equa.
Roma, 23 aprile 2010
Oggi è stata una straordinaria giornata nazionale di protesta unitaria dei sindacati medici e della dirigenza del servizio sanitario nazionale per cambiare una manovra economica ingiusta e sbagliata.
Assemblee negli ospedali – dal Policlinico di Palermo al San Martino di Genova, dal Cardarelli di Napoli alle Molinette di Torino, dal San Paolo di Milano al Policlinico di Bari, dal Careggi di Firenze all’Azienda Ospedaliera di Cosenza – sit-in in camice bianco a Piazza Navona davanti al Senato dietro un lungo striscione con la scritta “No ai tagli alla sanità”.
“Non toccheremo la sanità”: era una bugia del Governo. La manovra eliminerà dalla sanità pubblica 20.000 medici, dagli oncologi ai cardiologi, dai chirurghi agli anestesisti, ed in particolare i medici precari che lavorano nei pronto soccorso. Quindi riduzione dei servizi, delle prestazioni sanitarie ed allungamento delle liste di attesa.
Dieci miliardi in meno alle Regioni si tradurranno nel taglio dei servizi dedicati ai disabili, alla non autosufficienza, all’assistenza domiciliare e alla salute mentale.
Una devastante picconata per tutto il settore socio-sanitario.
Se la manovra non cambierà, il congelamento della retribuzione del singolo medico per quattro anni bloccherà ogni possibilità di premiare ed incentivare chi lavora meglio.
E come se non bastasse si potranno togliere incarichi e decurtare retribuzioni anche ai medici valutati positivamente. Ma il Ministro Brunetta non si vergogna di consentire ai direttori generali, nominati dalla politica, di punire i medici giudicati più bravi?
Con il Governo Prodi, per molto meno, abbiamo protestato e scioperato unitariamente ben due volte in due anni, anche con i medici della Cisl e della Uil. A fronte di questa manovra, giudicata irricevibile dalle Regioni, protestare e scioperare in modo unitario è un dovere etico nei confronti dei medici e dei cittadini. Non farlo è un atto politico.
Roma, 16 giugno 2010
Oggi il Parlamento ha approvato il cosiddetto decreto Milleproroghe, provvedimento che contribuirà ad alimentare la crisi in cui versa il nostro Paese, anziché combatterla.
Circa 100.000 persone che oggi lavorano con contratti precari nelle Pubbliche Amministrazioni, contribuendo a fornire servizi ai cittadini, da domani andranno ad ingrossare le fila dei disoccupati e altre 110.000 vedranno messo seriamente a rischio il loro posto di lavoro nel 2012.
Non sono bastati il blocco del turn-over, il blocco dei contratti, il taglio di risorse a Regioni e Autonomie Locali: ora si passa ai licenziamenti.
Questa è la strada che inevitabilmente porterà alla privatizzazione di servizi essenziali e a un ulteriore impoverimento del Paese.
Per queste ragioni la risposta a queste scelte politiche inique e sbagliate sarà lo sciopero che abbiamo proclamato per il 25 marzo.
Contrastare questa deriva economica e sociale si può e si deve.
Roma 26 Febbraio 2011
Accordo compensi per l’esercizio di compiti che comportano specifici disagi, rischi, responsabilità o gravose articolazioni dell’oario di lavoro
Nota a verbale Confintesa
Nota a Verbale Rdb Cub
Nota a Verbale SNACO
IL BAMBINO E L’ACQUA SPORCA
Prosegue la mobilitazione di tutti i lavoratori pubblici che vedrà il suo momento culminante nell’assemblea dei quadri e delegati del 17 ottobre che, sulla base dei risultati ottenuti dalle mobilitazioni attuate fino a quella data, valuterà lo stato della vertenza e le conseguenti iniziative di lotta da assumere.
E che il governo nel frattempo getti la maschera.
O è vero che vuole rilanciare la Pubblica Amministrazione rendendola moderna ed efficiente, o è vero il contrario.
Fannullopoli è la cortina di fumo dietro la quale si sta operando uno scientifico smantellamento del lavoro pubblico per aprire la strada alla privatizzazione della gestione di interi pezzi di stato sociale di questo Paese.
Le chiacchiere e le comparsate televisive hanno stufato!
Le vignette e le medaglie hanno stufato!
La class action? Ben venga, probabilmente saremo i primi a farla contro il Governo!
Si passi ai fatti.
Volete una Pubblica amministrazione che funzioni?
Eccoci, siamo i primi interessati a che tutto questo accada.
Dateci le risorse necessarie che, di certo, non si possono limitare alla restituzione del maltolto.
Il Paese è sempre più povero la gente sempre più in affanno. il tentativo di scatenare guerre tra poveri può funzionare, può distrarre l’attenzione pubblica dai veri problemi ma alla fine i veri problemi verranno fuori. Ed il vero problema, per quel che concerne il nostro pezzo, è garantire servizi e diritti ai cittadini, ed i diritti e i servizi non si garantiscono togliendo energia e risorse alla macchina della Pubblica Amministrazione.
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Per quel che riguarda il fronte interno le intenzioni del nuovo Commissario sembrano buone ma aspettiamo che le intenzioni si tramutino in fatti concreti.
Finora siamo stati lupi guidati da agnelli che gli agnelli si trasformino in lupi e combattano al nostro fianco per ridare all’INPS il ruolo che gli compete nello scenario politico e sociale del paese
Il piano industriale non può essere disgiunto dall’apertura della discussione sul CCNI quadriennale e, per quanto ci riguarda, oltre alle risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini dovrà segnare la nascita di un nuovo INPS, a partire dalla valutazione e dal ruolo della dirigenza!
Se così sarà la FP Cgil INPS sarà disponibile ad affrontare con serietà e responsabilità tutti gli argomenti che sono sul tavolo, se cosi non sarà allora la strada del confronto non potrà più esser percorsa.
Gettiamo via l’acqua sporca…ma, se c’è un bambino facciamolo crescere!
Roma 24 settembre 2008
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL
Oreste Ciarrocchi
p.s.
Chi ha tolto i soldi alla contrattazione?
Chi ha votato o fatto votare questo governo?
Chi sta smantellando il lavoro pubblico?
Ultimamente, dal tono di qualche comunicato e da chi nel caos ci sguazza e spera di guadagnare qualche tessera, sembrerebbe che la responsabilità di tutto questo sia del sindacato.
Mai come ora diventa indispensabile restare uniti nel tentativo non solo di resistere ma anche di rilanciare con quella che è la nostra idea di Pubblica Amministrazione.
Video integrale dell’incontro svolto ieri sera presso l’Aran in merito al rinnovo dei CCNL Agenzie Fiscali per il biennio economico 2008-2009.
Per consentirne una migliore fruizione il video è stato suddiviso gli interventi in 8 parti che, in sequenza, restituiscono la versione integrale.
Si pubblicano il nono bollettino informativo sullo stato del rinnovo della convenzione alla Sisac per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007 e il testo della preintesa.
Il decreto mille proroghe riassegna all’INPS gli immobili che avevamo gratuitamente ceduto a Scip 2 e che la stessa Scip 2 non è riuscita a vendere.
Ma ovviamente il tutto avrà un costo!
Infatti, gli enti previdenziali, che si vedono ritornare indietro gli immobili invenduti dovranno versare alla Scip 1.7 miliardi di euro (entro il 15 aprile 2009) che serviranno a rimborsare titoli emessi, costi e finanziamenti.
In pratica servono a coprire i bond della cartolarizzazione a tutto vantaggio delle agenzie di rating.
Bond…raiting… parole che nostro malgrado stiamo cominciando a conoscere e che in questo periodo difficilmente sono associate a qualcosa di buono.
Ma tralasciamo terminologie da brividi e cerchiamo di centrare il punto.
Il governo decide che l’INPS debba sborsare alla Scip circa il 50% di questi 1.7 miliardi (il 48% del valore degli immobili invenduti fa capo all’ex INPDAI e quindi ora all’INPS).
I soldi ci sono ma non per noi!
Roma 04/03/09
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi