Volantino

 

APPELLO AI LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA

REFERENDUM 9-10 FEBBRAIO
SCIOPERO 13 FEBBRAIO

NON PERDIAMO L’OCCASIONE DI FAR SENTIRE LA NOSTRA VOCE. ESERCITIAMO LA DEMOCRAZIA ED IL DIRITTO DI SCIOPERO!

1) PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL PERSONALE DELLA GIUSTIZIA E MIGLIORI CONDIZIONI DI LAVORO: La legge 133 ha tagliato le dotazioni organiche e impedisce ogni prospettiva di progressione. Il Capo Dipartimento dell’O.G. durante il tavolo tecnico ha dichiarato ‘Non ci sono i soldi e i posti per la progressione di tutto il personale e la ricomposizione dei profili’.

2) FERMIAMO la campagna di smantellamento del pubblico impiego che mette in serio pericolo i diritti e di cittadinanza e riduce i diritti dei lavoratori pubblici.

PARTECIPIAMO AL REFERENDUM E VOTIAMO NO al contratto sottoscritto il 23 gennaio 2009 da Cisl, Uil e Confsal-Unsa perché:

1) non garantisce il potere di acquisto delle retribuzioni
2) non restituisce i soldi sottratti dal Governo dal salario accessorio
3) rinuncia al contratto per il 2010
4) condiziona i prossimi rinnovi contrattuali al ribasso

IL 13 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE
 
ANDIAMO IN PIAZZA INSIEME AI LAVORATORI METALMECCANICI

1) PERCHÉ DICIAMO NO all’accordo QUADRO sottoscritto da CISL, UIL, CONFSAL, UGL che diminuisce il potere di contrattazione per i salari del pubblico impiego, subordinandoli alle risorse della legge finanziaria. Così i nostri aumenti saranno decisi dal Governo di turno, senza possibilità di contrattare.
2) DICIAMO NO AL TENTATIVO DI DIVIDERE I LAVORATORI PUBBLICI DAI PRIVATI
3) crediamo che la crisi non debba pesare SOLO sui lavoratori
4) crediamo nel contratto come strumento di tutela del lavoro pubblico e privato
5) crediamo in accordi che recuperano REALMENTE l’inflazione
6) crediamo che il diritto allo sciopero non possa essere modificato da un accordo.
7) Crediamo che la ratifica referendaria degli accordi da parte dei lavoratori interessati sia indispensabile per garantire la democrazia diretta nei luoghi di lavoro, e siamo contro l’arroganza di chi non solo rifiuta di indire il Referendum ma firma i contratti mentre è in corso la consultazione tra i lavoratori

CREDIAMO NELL’UNIONE DEI LAVORATORI E NON IN CHI HA INTERESSE A DIVIDERE IL SINDACATO

CREDIAMO NEL LAVORO E LO DIFENDIAMO
DEMOCRATICAMENTE CON LA CONTRATTAZIONE

PER UN SERVIZIO PUBBLICO EFFICIENTE E UN SISTEMA AZIENDALE GARANTITO DA POLITICHE DI FINANZIAMENTO E POLITICHE FISCALI CORRETTE
VI INVITIAMO A PARTECIPARE AL REFERENDUM
DEL 9 E 10 FEBBRAIO
E ALLO SCIOPERO DEL 13 FEBBRAIO
INSIEME CON LA FIOM-CGIL

 
 

 

COMUNICATO STAMPA DEI COORDINAMENTI NAZIONALI

PROSEGUE LA MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI GIUDIZIARI

Lo sciopero del 5 febbraio ha dimostrato che i lavoratori della giustizia hanno respinto l’ordinamento professionale firmato dalla minoranza delle OO.SS e che porterà ad un sicuro peggioramento della giustizia.
Nonostante la riuscita dello sciopero l’Amministrazione prosegue nel suo progetto di smantellamento della giustizia senza ascoltare la voce dei lavoratori; per questo da domani i lavoratori giudiziari, coinvolgendo gli organi di stampa, le istituzioni ed i cittadini, lanceranno una grande campagna informativa sullo stato delle giustizia e sui diritti di chi ci lavora.
Domani, 23 febbraio, si terranno presidi in molte città di Italia, sotto le sedi di giornali e di televisioni, per sensibilizzare gli organi di stampa sulle problematiche della giustizia: a Roma si terrà un presidio sotto la sede della rai di Viale Mazzini dalle 12.00 alle 14.00.
A partire dal giorno 25 febbraio, e per tutti i giovedì successivi, si terrà in tutti gli uffici 1 ora di assemblea settimanale dalla 9.00 alle 10.00, con interruzione del servizio ed iniziative di informazione all’utenza all’interno degli uffici giudiziari.
In entrambi le iniziative sarà distribuito un opuscolo informativo sul malfunzionamento della giustizia.
La settimana successiva la mobilitazione continuerà con altre iniziative e non si arresterà fino alla vittoria finale per i diritti di chi tutti i giorni lavora nella giustizia e per la giustizia.
Roma, 22 febbraio 2010

 
 
 
 

Giustizia – Informatizzazione: il Ministro Alfano continua con la "vuota" propaganda. Comunicato stampa di Antonio Crispi, Segretario Nazionale Fp Cgil

In perfetta linea con il suo stile popolar-mediatico, il Ministro Alfano continua a pubblicizzare provvedimenti relativi all’informatizzazione.

Questa volta si tratta del sistema del Giudice di Pace, che renderebbe possibile per i cittadini inserire on-line i dati del proprio ricorso.

Peccato che il Ministro ometta di dire che una volta compilato il ricorso sarà “necessario spedirlo tramite raccomandata A/R o presentarlo personalmente all’ufficio del giudice di pace competente”, come si legge sul sito www.giustizia.it: tutto ciò in barba alla posta certificata tanto pubblicizzata dal degno collega Brunetta.

Chiediamo al Ministro Alfano di farla finita con la propaganda e di convocarci per discutere una volta per tutte di una vera modernizzazione della giustizia.

Roma, 11 Maggio 2010

Assemblea 17 giugno 2010 – Napoli: il patto per la giustizia e per i cittadini sulla manovra economica del governo. Comunicato unitario

Addì 17 giugno 2010 in Napoli – N.P.G. Aula 116 – i rappresentanti delle associazioni dei magistrati, dei sindacati del personale amministrativo, dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, sottoscrittori del PATTO PER LA GIUSTIZIA E PER I CITTADINI, riunitisi in assemblea con sospensione delle udienze e delle altre attività, per rappresentare al Paese l’iniquità della manovra, il grave stato di crisi della giustizia in Italia e l’urgente necessità di vere riforme, denunciano le gravissime conseguenze sul funzionamento del sistema giudiziario che deriveranno dalla manovra approvata dal Governo.

Si tratta di una manovra INGIUSTA, in quanto incide gravemente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato, paralizza l’intero sistema giudiziario, scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l’indipendenza e l’autonomia della magistratura.

Si tratta di una manovra SBAGLIATA, in quanto colpisce in maniera indiscriminata e casuale, senza realizzare quegli interventi strutturali che consentirebbero di ridurre le spese nel settore giustizia e di recuperare risorse per lo Stato, secondo le proposte già avanzate dai sottoscrittori del Patto, e senza incidere sugli sprechi e sui privilegi che aggravano il bilancio pubblico.

I sottoscrittori del Patto condividono le ragioni della protesta delle magistrature e del personale ed esprimono solidarietà per le gravi iniquità derivanti dalla manovra.

Ribadiscono la richiesta avanzata al Governo e al Parlamento di riforme che realmente consentano il funzionamento del sistema giustizia nell’interesse dei cittadini.
DELIBERANO
Il pieno appoggio e condivisione delle iniziative che singolarmente ed unitariamente i sottoscrittori del Patto hanno programmato e metteranno in campo per denunciare la grave crisi che sta attraversando l’amministrazione giudiziaria ed il lavoro pubblico in tutte le sue articolazioni, anche nell’interesse dei cittadini che stanno già subendo e subiranno ancora un significativo depotenziamento dei servizi.
Le strutture territoriali di riferimento si impegnano ad attivare nel più breve tempo possibile tavoli di confronto per la ricerca di soluzioni condivise idonee a fronteggiare le numerose e sensibili criticità del sistema giustizia sul territorio del distretto partenopeo, in ragione della sproporzione delle risorse umane ed economiche assegnate agli uffici rispetto ai carichi di lavoro, in considerazione, peraltro, del contesto sociale significativamente esposto a pericolosi fenomeni di criminalità organizzata e ad elevato tasso di litigiosità, che incidono sia sul settore penale che sul settore civile.
Si delibera, altresì, la trasmissione del presente documento agli organi di stampa ed alle strutture nazionali di riferimento.

Approvato dall’assemblea all’unanimità:

ANM – Francesco Cananzi; OUA – Agostino Maione; ANMA Sergio Zeuli; FPCGIL – Placido- D’Antonio ; FLP Innocenzo Cerrato; UILPA Giustizia – Liborio Alfieri .

Comunicato

 
 

I MISSIONARI DELL’INPDAP

Dopo mesi di attesa, la nostra Amministrazione, in cui la paralisi delle attività è stata evitata solo e grazie ai funzionari dell’Istituto che hanno comunque utilizzato il mezzo proprio a proprio rischio e pericolo, è uscita con la circolare n. 21 che integra quanto già disposto con la precedente circ. 12 del 11/06/2010, in materia di missioni.

Diciamo subito che la circolare è una beffa a quei funzionari, tecnici, avvocati, ispettori che hanno tenuto duro in questi mesi, sperando che un briciolo di logica albergasse a livello decisionale e soprattutto di contezza e consapevolezza delle problematiche create dall’applicazione della L. 122 in tema di missioni. Ancora una volta, ma singolarmente in linea con altre decisioni – vedi nuova organizzazione dei servizi – siamo rimasti più basiti che delusi.

Infatti l’Amministrazione, nella circolare, spiega che: … ” la nuova disposizione ( la L. 122 ) non prevede la disapplicazione dell’art. 9 della L. 26 luglio 1978 n. 417 che testualmente dispone : quando particolari esigenze di servizio lo impongono e qualora risulti economicamente più conveniente, l’uso del proprio mezzo di trasporto può essere autorizzato con provvedimento, anche oltre i limiti della circoscrizione provinciale”. Atteso quindi che non vi è stata nessuna disapplicazione, le norme che regolano l’uso del mezzo proprio per l’espletamento di un incarico di missione/trasferta, prevedono che l’autorizzazione all’utilizzo dello stesso venga rilasciata su esplicita e motivata richiesta dell’interessato, limitatamente ai casi in cui l’uso di tale mezzo risulti più conveniente rispetto ai normali servizi di linea, oppure quando l’orario degli stessi sia inconciliabile con lo svolgimento dell’incarico, oppure quando tali servizi manchino del tutto.

Innanzi tutto è bene chiarire che “l’autorizzazione all’uso del mezzo proprio” non è un “favore” dell’Amministrazione al personale incaricato, ma anzi è esattamente il contrario. Difatti è il personale incaricato che garantisce la funzionalità e l’efficienza sul territorio per raggiungere posti o località non serviti da nessun mezzo pubblico ( vedasi tecnici e funzionari per la gestione del patrimonio dell’Istituto o avvocatura) o se anche serviti immaginiamo il risparmio sui tempi e la possibilità di fare più accessi in uno stesso giorno. O immaginiamo ad esempio la necessità di presenziare ad una assemblea condominiale che termina a mezzanotte da parte di un funzionario incaricato a tutela degli interessi dell’Istituto, o di un avvocato che deve presenziare ad una o più udienze con il suo bel carico di fascicoli.

L’approfondimento da parte dell’Amministrazione sul tema in realtà è stata legata all’attesa di una circolare del MEF che testualmente, sulle missioni effettuate con l’utilizzo del mezzo proprio, riporta : ” … In tale ipotesi l’autorizzazione è finalizzata esclusivamente alla copertura assicurativa dovuta dall’Amministrazione in base alle vigenti disposizioni in materia e resta, comunque, esclusa ogni possibilità di rimborso delle spese per l’utilizzo del mezzo proprio”, pur disquisendo in merito ad una non chiara deroga per i servizi ispettivi e le attività di verifica e controllo (come sono qualificabili le attività di direzione lavoro di un cantiere edile?).

Facciamo rilevare l’assurdità di questa posizione, recepita dall’Amministrazione.

Nella circolare 21 sono autorizzato con il mezzo proprio ma si ammette a rimborso, ovviamente senza presentazione di documentazione, il costo minimo previsto per la località oggetto di trasferta dei normali mezzi di linea economicamente più convenienti. L’espletamento dell’incarico viene attestato da un visto rilasciato dalla struttura (sic!) o mediante timbratura nella Sede presso la quale si è svolto l’incarico. Naturalmente non sono protetto da nessuna assicurazione Kasko e se causo dei danni a me o al mio mezzo, mentre mi sto recando in missione, sono fatti miei.

Ma scherziamo?! Se, a causa degli stupidi tagli lineari di Tremonti, nell’interesse esclusivo dell’Istituto, il funzionario deve finanziarlo di tasca sua, rimettendoci ogni volta che esce con il mezzo proprio, e rischiando pure di suo, perché l’Istituto deve risparmiare invece che tagliare su altre spese e costi, mi dispiace ma non è giusto, etico e corretto. Intendiamoci. La L. 122 ha già fatto molti danni ai pubblici dipendenti, bloccando il loro salario per i prossimi tre anni. Nessuno può chiedere loro, in virtù di un senso di responsabilità che il loro Direttore Generale non ha, di pagare di tasca propria costi che sono esclusivamente di interesse dell’Istituto e che realizzano per lo stesso un illecito arricchimento. E’ altrettanto paradossale che risulterà ulteriormente aggravata in termini di impegno e di costi per i soli tecnici incaricati l’attività connessa alla sicurezza nei luoghi di lavoro che questi svolgono e che comporta specificatamente adempimenti in uffici diversi da quelli di servizio: le economie preventivate in bilancio saranno tutte incamerate dall’Inpdap, in palese contrasto con quanto avviene in altri Enti dove l’attività è regolata e compensata con specifico istituto.

Se il Direttore Generale ha più a cuore il rispetto di circolari che niente hanno a che fare con la realtà gestionale di problematiche in capo all’Istituto, tutto può andare in malora. Perché non si può chiedere ad un funzionario, tecnico, avvocato, ispettore quella responsabilità che il tuo Direttore Generale non ha il coraggio di assumersi nell’interesse dell’Istituto. Ci aspettavamo un approfondimento da parte sua di come funzionano le cose in casa nostra, di quali e quanti problemi comporta la gestione del patrimonio, di come è articolato sul territorio, a volte in contesti isolati e lontani chilometri dalla più vicina fermata di autobus, della gestione delle surroghe per i mutui, dei problemi che la gestione delle controversie legali comporta al personale dell’Avvocatura, e non ultimo della consapevolezza che nessuno lucrava su questo tipo di missioni.

Tra l’altro persino il CIV, resosi conto – almeno qualche organo lo fa in INPDAP – dell’impossibilità di gestire il proprio ruolo istituzionale, con apposito ordine del giorno il 26 ottobre scorso ha deciso di andare in deroga alla legge 122 per le missioni. Se ne hanno ravvisato la necessità loro come può un Direttore Generale non rendersi conto del danno che provoca all’Istituto l’appiattimento a norme e circolari lontane dalle vere situazioni che l’Ente è chiamato ad affrontare ogni giorno sul territorio?!

Poi la circolare, in se, è un controsenso. Perché se riconosce la sussistenza di quanto richiamato dall’art. 9 della L. 26 luglio 1978 n. 417 del riconoscimento dell’uso del mezzo proprio qualora …particolari esigenze di servizio lo impongono e qualora risulti economicamente più conveniente ” non si capisce perché non deve essere liquidato come prima. Perché, paradossalmente, con la lettera della circolare 21, l’autorizzazione all’uso del mezzo proprio per l’Amministrazione è sempre più conveniente perché comunque una gran parte dei costi ricade sul dipendente.

Aggiungiamo che vi è l’assurdità del calcolo dei costi con il mezzo economicamente più conveniente. E se devo recarmi in alcuni luoghi – e ce ne sono nella gestione patrimonio – che non sono raggiungibili con mezzi pubblici ( che è poi una delle condizioni per l’uso del mezzo proprio ) che cosa viene rimborsato al dipendente? Niente! Allora qualcuno ci spieghi perché ci dovremmo andare. E poi questa storia del visto è incredibile. C’e da dire che oltre al danno si aggiunge anche la beffa, in quanto il richiesto “visto rilasciato dalla struttura” dimostra che il padre putativo che sta dietro alla circolare 21, non conosce assolutamente le realtà in cui operano le strutture delle Consulenze. E’ pensabile che un avvocato richieda il visto al giudice o al cancelliere dopo avere presenziato in aula? E un tecnico che opera per una D. L. su un cantiere a chi la richiede al responsabile della Ditta appaltatrice? E con riferimento alle assemblea condominiali succitate, all’Amministratore di condominio? O in caso di incarico per redigere una perizia in caso di surroga è l’iscritto che rilascia il visto ? Bella dimostrazione di fiducia che l’Amministrazione ripone nei confronti del proprio personale.

E’ semplicemente una disposizione ridicola e priva di senso.

Inoltre, a riflettere bene, queste problematiche hanno origine da una questione che è quella legata al modello organizzativo che questa Amministrazione si è dato. Nel momento in cui si è deciso di operare non a livello provinciale (vedi INPS) ma a livello regionale ( e peraltro anche in modo molto limitato) la struttura è costretta a muoversi su tutto il territorio nazionale. La riduzione della pianta organica operata a suo tempo per le Consulenze (forse per compensare quella della Dirigenza) sta producendo i suoi effetti. Ma comunque, se è vero che un Dio esiste, i nodi sono venuti al pettine!

Va bene che i dipendenti devono sentire la mission dell’Istituto. Ma missionari pro domo Inpdap proprio no. Non per un vertice a cui invece scopriamo ogni giorno una miopia e carenza di vision istituzionale.

Roma, 16 Novembre 2010

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Inpdap
Marinella Perrini

 

 
 

 
 

Lettera al Ministro

Roma, 25 febbraio 2011

Al Ministro della Giustizia
On. Avv. Angelino Alfano

Signor Ministro,

apprendiamo con stupore come lei abbia voluto magnificare sulla prima pagina del sito della Giustizia le progressioni economiche conseguenti al Contratto Integrativo, firmato dalla sua Amministrazione e dalla minoranza delle OO.SS., che sta bloccando la funzionalità degli uffici di tutta Italia.

Sappiamo per certo che il suo concetto di funzionamento della giustizia non coincide con il nostro, viste le riforme annunciate che mirano a fini diversi dall’accelerazione dei tempi dei processi.

Tuttavia avremmo auspicato da parte sua, che non abbiamo il piacere di incontrare dal febbraio 2008 (è riuscito a superare il Ministro Castelli in materia di relazioni sindacali…) almeno un po’ di rispetto nei confronti dei lavoratori ai quali sarebbe stato bene risparmiare affermazioni come ‘valorizzazione delle preziose prestazioni professionali’, visto che, come è noto a tutti, questo contratto li ha umiliati e dequalificati.

Inoltre quando dice che l’operazione si è svolta “in pieno accordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze” dimentica di specificare che ciò deriva dal fatto che il suddetto Ministero non ha messo un euro per queste progressioni perché sono state finanziate con i soldi del salario accessorio dei lavoratori che prima li percepivano sotto altra forma.

Come lei disse, l’unica volta che l’abbiamo incontrata, non si può fare una riforma della giustizia sulle radici di sabbia: le sue azioni dovrebbero essere conseguenti.

Da parte nostra siamo a disposizione per aprire un dibattito su una riforma della giustizia che abbia come finalità un servizio più efficiente ai cittadini.

Per Funzioni Centrali
FPCGIL Nazionale
Nicoletta Grieco

 
 
 

 
 

 

Comunicato

 
 

Comitato unico di garanzia (CUG)
E’ urgente la sua costituzione

I Comitati Unici di Garanzia (CUG) sono previsti dall’art. 21, comma 4 della LEGGE 4 novembre 2010 n. 183-Collegato Lavoro.
I CUG sostituiscono i Comitati pari opportunità e i Comitati mobbing.

I termini stabiliti dalla legge sono:
-entro il 9 febbraio 2011 – emanazione della Direttiva-linee guida
-entro il 9 marzo 2011-costituzione da parte delle Amministrazioni del “Comitato Unico di Garanzia”

In data 4 marzo sono state emanate le linee guida sulle modalità di funzionamento dei CUG.

Questi i punti principali:

Il CUG ha composizione paritetica ed è formato da componenti designati/e da ciascuna delle organizzazioni sindacali rappresentative ai sensi degli articoli 40 e 43 del d.lgs 165/2001 e da un pari numero di rappresentanti dell’amministrazione, nonché da altrettanti componenti supplenti assicurando nel complesso al presenza paritaria dei generi.

I/le componenti supplenti possono partecipare solo in assenza dei titolari.

Il CUG è nominato dal Dirigente delle Risorse umane.

La/Il Presidente del CUG appartiene ai ruolo della stessa Amministrazione.
Fra le numerose attribuzioni dei CUG va ricordata la verifica dell’attuazione, da parte dell’amministrazione, degli obblighi previsti in materia di valutazione dei rischi da stress-lavoro correlato. Inoltre, l’amministrazione consulterà preventivamente il CUG ogni qualvolta intenda adottare provvedimenti in materia di flessibilità, orario di lavoro, part-time, congedi, formazione, progressione di carriera, ecc.
A tutt’oggi per quanto riguarda l’Inpdap non è stata avviata nessuna procedura per la formazione del CUG di Istituto e sono nel contempo decaduti il Comitato pari opportunità e il Comitato mobbing.

La CGIL ritiene necessario che si provveda al più presto alla costituzione del CUG d’Istituto, per l’importanza che riveste nella funzione di garanzia dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici, per evitare che nel vuoto di funzioni qualcuno profitti per conto dell’Amministrazione nell’introdurre “novità” discrezionali non ortodosse e incoerenti con la cultura fin qui diffusa dal precedente comitato di pari Opportunità.

Roma, 30/5/2011

Il Coordinatore FPCGIL Inpdap
Marinella Perrini

 
 

Designazioni Comitato Pari Opportunità e mobbing

Roma 10 Dicembre 2007

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia
Dr. Stefano Mongini

Egregio Capo di Gabinetto,
facendo seguito alla nostra nota del 23 Maggio e con riferimento alle richieste avanzate da codesto Gabinetto, la Fp Cgil intende sollecitare, ancora una volta, la fissazione di un apposito e preventivo incontro con le OO.SS. rappresentative del personale sul tema dei Comitati paritetici sulle pari opportunità e contro il fenomeno del mobbing.
In particolare la Fp Cgil intende porre preventivamente in discussione le forme attraverso le quali si sostanzia la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori ai comitati in questione, le linee di indirizzo generale delle loro attività e gli spazi di intervento degli stessi sulle politiche più generali delle Amministrazioni della Giustizia.

Nel frattempo, confermando comunque la precisa richiesta di un apposito incontro, la Fp Cgil indica i propri rappresentanti in seno ai costituendi comitati:

Comitato Pari Opportunità :
Titolare – Barbara Campagna – educatrice Casa Circondariale Milano San Vittore
Supplente – Camillo Campochiaro – Procura Generale presso la Corte di Cassazione
Comitato Mobbing :
Titolare – Vittoria Scalzo – Direzione Generale del Contenzione e dei diritti Umani
Supplente – Eugenia Fiorillo – educatrice Casa Reclusione Roma Rebibbia

Con l’occasione si porgono distinti saluti.

Segretario Nazionale Fp Cgil
Alfredo Garzi  

 
 
 

Riunione persociv 21 maggio 2008

 
Ai delegati ed eletti RSU Fp Cgil
MINISTERO DELLA DIFESA

Oggi si è tenuto presso la Direzione Generale per il Personale Civile un primo incontro da noi sollecitato, per definire una calendarizzazione di incontri propedeutici all’apertura della fase di contrattazione integrativa di Ministero. La definizione delle politiche contrattuali ed ordinamentali, oggi diviene determinante per il Ministero Difesa che con la definizione dei profili professionali nel senso auspicato dal nuovo CCNL, dovrà tener conto delle specificità delle varie realtà della Difesa.
Durante il corso di questo primo incontro abbiamo concordato una serie di riunioni che avranno una cadenza settimanale a partire dal primo incontro fissato per il giorno 11 giugno.
Si è concordato di attribuire una priorità agli argomenti da trattare definendone già da ora la sequenza:
* nuovo sistema di classificazione del personale, criteri per la definizione dei profili professionali e la loro istituzione (così come indicato agli da 5 a 9 CCNL) ;
* progressioni all’interno del sistema di classificazione: progressioni tra le Aree e sviluppi economici all’interno delle stesse (artt.da 12 a 18 CCNL);
* misurazione e valutazione della qualità dei servizi (artt. Da 21 a 23 del CCNL).

Vi comunico inoltre che è di prossima uscita il documento che indica le linee di piattaforma integrativa unitaria CGILCISL e UIL, tale documento così come preannunciato, sarà oggetto di consultazione e valutazione da parte dei lavoratori.
Durante la riunione odierna, al fine di consentire ai lavoratori impiegati in particolari settori (quali ad esempio le attività svolte dai dipendenti appartenenti all’ex profilo di “Armaiolo sperimentatore e collaudatore al tiro” e gli “Addetti ai servizi di vigilanza”) di continuare a svolgere la propria attività, si è concordato di prorogare l’operatività del secondo capoverso dell’accordo del 23 luglio 2004 relativo al N.O.P. fino alla definizione del nuovo sistema di classificazione del personale.
La Direzione provvederà ad emanare una circolare esplicativa in tal senso che disporrà la proroga del sopra citato accordo del 23.7.2004.
Roma, 21 maggio 2008

FPCGIL DIFESA
Noemi Manca

 
 

Diritto di trasferimento

 
Roma, 23/02/09
 
Al Ministro della Giustizia
On. Avv. Angelino Alfano

Al Capo Dipartimento
Dell’Organizzazione Giudiziaria
Cons. Luigi Birritteri

Al Direttore Generale del
Personale e della Formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia

Alle Lavoratrici ed ai Lavoratori della Giustizia

Continuano a giungerci notizie di lavoratori ai quali viene riconosciuto il diritto ad essere trasferiti dai Tribunali del Lavoro.
Riteniamo opportuno segnalare il provvedimento di un Giudice di Torino: tale provvedimento riconosce il diritto soggettivo di una lavoratrice ad essere trasferita ad altro ufficio in base all’accordo sindacale firmato dalle OO.SS e dall’Amministrazione il 27 marzo 2007, e senza mezzi termini definisce l’atto sul quale si basa la sospensione dei trasferimenti “un presupposto illegittimo” che rende il comportamento dell’Amministrazione “privo di ogni giustificazione”; condanna il Ministero alla rifusione delle spese di lite.

Il caso del Giudice di Torino non è affatto isolato, in tutta Italia i lavoratori in questi ultimi mesi hanno ottenuto quanto loro spetta di diritto, e l’Amministrazione è stata più volte condannata a pagare le spese con conseguente danno erariale.
Speriamo che ciò induca l’Amministrazione a ricordare che quando si firma un accordo si deve rispettare.

Aspettiamo ancora la pronta risoluzione del problema promessa dal Ministro Alfano nell’incontro dell’11/02/09.

La coordinatrice nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco

NEWS

Medicina generale: la trattativa degli equivoci senza fine

 
COMUNICATO STAMPA di NICOLA PREITI,
Coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina convenzionata

 
La abbiamo battezzata trattativa degli equivoci, ed abbiamo denunciato una trattativa “a perdere”. E ci siamo presi insulti a non finire, per aver detto la verità sulla trattativa per il rinnovo della convenzione di medicina generale fin dal suo inizio.
Purtroppo era tutto chiaro dal momento della presentazione della prima bozza Sisac (concetto dei pre-requisiti) del 16 luglio 2008, ma i sindacati maggioritari dicevano che tutto andava sostanzialmente bene, bisognava solo mettere a punto qualche “dettaglio”. E così si è proceduto.
La FP CGIL Medici ha sostenuto che, trattandosi di arretrati di una convenzione scaduta nel 2005, bisognava immediatamente (in un mese) compensare questo gap riconoscendo il 4,85% come parziale recupero dell’inflazione e dell’incremento dei costi sostenuti dai medici per svolgere la propria attività. Niente di più di quello già ottenuto dalla dirigenza medica.
Bisognava poi continuare la trattativa per modificare la parte normativa e l’assetto delle cure primarie nella misura possibile, definita da un progetto nazionale e dalle risorse messe specificatamente sul tavolo dal Governo e dalle Regioni. Questo evidentemente non interessa molto, visto che le Regioni si sono impegnate ad avere meno vincoli nazionali possibili nella gestione delle cure primarie, e il Governo vaga tranquillo sulla velleitaria nuvoletta di improbabili linee guida sperimentali che per incanto creerebbero un nuovo mondo per la medicina generale.
Abbiamo denunciato il sottofinanziamento del rinnovo, perché si aggiungevano altre funzioni (costi per medici) e perché buona parte era eroso dall’incremento della contribuzione ENPAM e dall’oneroso ed ingiustificato raddoppio della quota assicurativa (da 0,36 % a 0,72%) senza alcuna evidenza delle maggiori tutele.
Abbiamo sostenuto l’ adesione all’informatizzazione e al progetto Tessera sanitaria e ricetta elettronica, ma non si poteva accettare che questo influisse sempre sul fantomatico 4,85%.
Per i maggioritari andava tutto bene, le nostre erano solo polemiche strumentali per farci notare, i soliti disfattisti. Stavano già impegnati per il secondo biennio. Si è sbandierato il preaccordo del 22 dicembre come un risultato storico che avrebbe cambiato la medicina generale mentre la FP CGIL Medici parlava di campane che “stonano a festa”. Le aggregazione funzionali e le unità di cure complesse erano gli importanti traguardi raggiunti.
Nell’incontro del 16 aprile è stato esaminato un testo rappresentato dall’articolato della attuale convenzione modificato soltanto dal pedissequo inserimento del testo del preaccordo, modificando o cassando le parti normative in contrasto. Si è soltanto specificata meglio qualche parte che avrebbe potuto creare problemi interpretativi come il persistere delle associazioni attuali nella fase di transizione. Nient’altro, tanto che avremo voluto altre modifiche ma non c’è stata la possibilità per non andare a toccare il pre-accordo. Tutto è stato rinviato al prossimo biennio e ci si è dati appuntamento per il 6 maggio per la firma definitiva.
Ma il giorno dopo: colpo di scena. La FIMMG fa un’inversione ad U sull’autostrada, e ritiene di non poter firmare la convenzione senza ulteriori modifiche: vuole in particolare una “regolamentazione per il pieno utilizzo delle società di servizi”. Obiettiamo, rispettosamente, perché ci tengono tanto da rinviare la firma? Cosa c’entrano le società di servizi con l’assistenza? E ancora: non si erano accorti che questa regolamentazione non era presente nella preintesa?

NEWS

Una grande vittoria della FP CGIL Lombardia: 669 nuovi medici di famiglia nella Regione

 
Si pubblica il comunicato stampa “Una grande vittoria della FP CGIL Lombardia: 669 nuovi medici di famiglia nella Regione Lombardia“.

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