Firma per adesione CCNL

 

 

In data 30 aprile 2009 la scrivente organizzazione ha dovuto sottoscrivere il CCNL dell’Agenzia del Demanio E.P.E. per adesione a distanza di circa un mese, altrimenti le conseguenze sarebbero state di esclusione della nostra organizzazione da tutti i tavoli di contrattazione successivi e la non applicabilità, nei nostri confronti, delle prerogative previste per l’agibilità sindacale (permessi sindacali, assemblee, ecc…).

Questo non vuol dire che ci siamo convinti della bontà del CCNL anzi rimaniamo fermamente convinti che si poteva e doveva fare di più, cosa che tenteremo di fare negli accordi successivi, sui quali esprimeremo le nostre valutazioni e proposte – confidiamo che le altre OO.SS. prendano atto della nostra disponibilità e unitariamente si tenti di avanzare proposte che siano di maggiore soddisfazione per i lavoratori.

Roma, 4 maggio 2009

Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Agenzie Fiscali

Giovanni Serio

 
 
 
 

Riforma dei servizi pubblici locali – Art. 15 D.L. 9 settembre 2009 – Comunicato Unitario

Riforma dei servizi pubblici locali

Art. 15 del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 9 settembre

 

Nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri ha approvato, all’interno del decreto legge recante le disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari, l’art 15 relativo all'”Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica”.

L’articolo modifica, attraverso l’ennesimo provvedimento in pochi anni, la normativa in materia di servizi pubblici locali (acqua, gas, igiene ambientale, elettricità, trasporto pubblico) – configurando gli stessi in uno scenario di definitiva privatizzazione.

L’impianto definitivo della riforma, infatti, stabilisce che le uniche forme ordinarie di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica saranno la gara o l’affidamento a società pubbliche/private, con la presenza del partner privato che abbia una quota di partecipazione non al di sotto del 40% e i compiti operativi connessi con la gestione del servizio.

La possibilità dell’affidamento diretto rimane in forma molto residuale e in via derogatoria rispetto alle forme di cui sopra, a favore delle società a capitale interamente pubblico, partecipate dall’Ente locale – che abbia i requisiti richiesti dall’ordinamento comunitario per la gestione in house – solo per situazioni eccezionali “che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, geomorfologiche … non permettono un efficace ricorso al mercato” e solo previa autorizzazione preventiva dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Inoltre, entro il 31 dicembre 2009, il Governo dovrà adottare uno o più regolamenti attuativi al fine di prevedere l’assoggettamento dei soggetti affidatari in house al patto di stabilità interno e l’osservanza, da parte delle società in house e delle società a partecipazione mista pubblica e privata, di procedure ad evidenza pubblica per l’acquisto di beni e servizi e per l’ assunzione del personale.

I tempi per la definitiva privatizzazione del settore dell’igiene ambientale sono anche molto ravvicinati in quanto le forme di affidamento delle gestioni difformi dalle previsioni del decreto, decadono il 31 dicembre 2011.

Per quanto riguarda le società a partecipazione pubblica già quotate in Borsa alla data del 1° ottobre 2003 e quelle da esse controllate, mantengono l’affidamento del servizio fino alla scadenza prevista nel contratto di servizio, a condizione che la partecipazione pubblica si riduca, entro il 31 dicembre 2012, ad una quota non superiore al 30%, attraverso “procedure ad evidenza pubblica ovvero forme di collocamento privato presso investitori qualificati e operatori industriali”, pena la cessazione dell’affidamento alla data del 31 dicembre 2011.

Senza sottilizzare sulle contraddizioni del provvedimento e sulle incoerenze economiche/finanziarie relative ai tempi previsti per il periodo transitorio, per la riduzione delle quote di maggioranza e per le date di cessazione dell’affidamento in caso che detti tempi non siano rispettati, si può di certo dire che il provvedimento adottato dal Governo non è la semplice correzione dell’articolo 23 bis della legge 133/2008 ma rischia di avviare un processo definitivo di destrutturazione del comparto.

Si vuole scientemente frantumare lo sviluppo industriale del settore, attraverso l’esproprio societario a danno delle grandi imprese presenti, che fino ad oggi, attraverso importanti processi aggregativi, hanno investito sul processo di gestione del rifiuto nel suo insieme.
Tutto ciò avrebbe pericolose ricadute sulle politiche ambientali, sul controllo/presidio del territorio, sul principio universalistico del servizio pubblico e sulle necessarie tutele per i cittadini e per i lavoratori.

Sarebbe, poi, altrettanto inaccettabile la rottura del ciclo integrato dei rifiuti attraverso la logica della separazione della parte povera (spazzamento e raccolta) dalla parte ricca del ciclo (smaltimento).

Siamo altresì convinti che non è certo attraverso la riduzione del ruolo della pubblica amministrazione nelle società di gestione che si aumenta la qualità dell’offerta ambientale, il ruolo e la responsabilità sociale dell’impresa operante sul territorio, della sicurezza nel lavoro, del controllo dei sistemi di smaltimento attraverso la necessaria tracciabilità del rifiuto, delle tutele sociali per i lavoratori e, per ultimo, delle compatibilità economiche che, nel profilo annunciato, impatterà pesantemente nelle tasche dei cittadini.

Come Segreterie Nazionali, oltre a non condividere, in questo caso, lo strumento del decreto legge che dovrebbe essere motivato da un carattere di urgenza che non ravvisiamo, esprimiamo un giudizio fortemente negativo sull’intero provvedimento.

Di fatto si è “espropriato” il Paese del giusto dibattito sociale e parlamentare per novellare la legislazione di riferimento sui servizi pubblici a carattere universale che interessa milioni di cittadini e migliaia di lavoratori.

È necessaria una partecipazione attiva dei corpi intermedi e delle forze sociali per garantire al Paese e ai cittadini equilibrio nel rapporto servizi/ambiente/economia.

Per queste ragioni occorre sviluppare congiuntamente con tutte forze politiche e sociali, soprattutto a livello territoriale, entro i tempi previsti per la conversione del decreto in legge, un risveglio della coscienza generale affinché siano apportate le dovute modifiche.

Le Segreterie Nazionali si sono sempre responsabilmente confrontate con ogni Governo per discutere i provvedimenti che hanno regolato il comparto dell’ igiene ambientale, lavorando per le regole e per le tutele necessarie nei processi di liberalizzazione.

E’ per queste ragioni che, rimanendo convinti della necessità del ruolo pubblico nel controllo dei servizi locali, il Sindacato ritiene inalienabile il progetto teso a sviluppare sempre più un modello industriale aggregato, la tenuta dei ciclo integrato, le tutele dei lavoratori, lo sviluppo delle politiche e dei comportamenti ambientali e, soprattutto, equilibrio nei costi/tariffe.

D’altra parte che il decreto debba essere modificato è palesemente dimostrato dalla deroga che il Consiglio dei Ministri ha deciso di inserire nel decreto anti-infrazioni UE per la distribuzione del gas, dell’energia e per il trasporto su ferro, non si capirebbe e non potremmo accettare, pertanto, un trattamento diverso per il settore dell’igiene ambientale.

 

Le Segreterie Nazionali
FP CGIL   FIT CISL   UILTRASPORTI   FIADEL


 

Comunicato

 

Il 21 dicembre è stato firmato l’accordo per la definizione dei criteri di corresponsione della retribuzione di risultato per l’anno 2008 ai dirigenti di uffici non di vertice e ai funzionari incaricati della direzione provvisoria di tali uffici, nonché dei criteri di distribuzione delle risorse assegnate all’Agenzia delle Entrate ai sensi dell’art. 7-ter, comma 15, del decreto legge 10/2/2009 n.ro 5 a favore del personale dirigente per l’anno 2008

L’accordo, che ricalca integralmente quello raggiunto lo scorso giugno per il 2007, conferma quanto più volte sostenuto da queste OO.SS. durante la trattativa: accentuare il peso del risultato rispetto a quello della posizione (di cui fino a due anni fa finiva per essere uno scialbo duplicato) e dare un maggior riconoscimento all’apporto dato dai dirigenti impegnati direttamente nell’attività operativa di contrasto all’evasione e di servizi ai contribuenti.

La conferma di un maggior incremento del peso della valutazione di eccellente (passata da 110 a 115) ed ancor più la previsione di un ulteriore additivo per le posizioni di eccellenza nell’ambito di quelle strutture (direzioni centrali, o regionali) nelle quali la numerosità di tali posizioni di eccellenza sia inferiore al 10% (il coefficiente in caso di eccellenza anche nelle competenze aumenta da 120 a 128), va sicuramente nel senso più volte auspicato di dare all’indennità di risultato una connotazione marcatamente legata alle performance dei dirigenti.

Particolarmente da apprezzare è il contenuto dell’accordo riguardo all’attribuzione delle somme del comma 165 dell’art. 3 della legge 350/2003, che dà uno spiccato riconoscimento all’apporto dato da ciascun ufficio per il recupero dell’evasione non omettendo di apprezzare in modo diverso l’apporto dato dagli uffici che hanno raggiunto o superato obiettivo loro assegnato rispetto a quelli che, pur avendo conseguito un consistente obiettivo in valore assoluto, non hanno raggiunto il budget assegnatogli. Anche quest’anno è stato dato eguale riconoscimento, nell’ambito di ciascun ufficio, quando siano presenti più dirigenti, al direttore e ai capi area.
La previsione di un’insieme di “norme di salvaguardia” (fissazione di un massimo regionale, di un massimo assoluto e redistribuzione delle quote eccedenti il massimo), poi consentirà di assicurare a tutti i dirigenti, indipendentemente dalla potenzialità economica dell’ufficio cui sono preposti, di conseguire una retribuzione minima eguale sul territorio nazionale. Per quanto riguarda l’erogazione delle somme è stato indicato lo stipendio di febbraio 2010.

In concomitanza con la sottoscrizione dell’accordo relativo alla retribuzione di risultato per l’anno 2008 è stato anche siglato un accordo integrativo dell’accordo del 6 marzo 2006 relativo all’incentivazione e sostegno alla mobilità territoriale collegata allo svolgimento degli incarichi dirigenziali, Con l’intesa integrativa di ieri è stato stabilito che per gli incarichi di funzioni dirigenziali nelle aree metropolitane di Roma e Milano, quando il dirigente o l’incaricato ha residenza in un comune distante oltre 200 chilometri, le somme previste dal punto 2.2 dell’accordo del 6/3/2006 sono maggiorate di 500,00 euro. Inoltre, in tali ipotesi il contributo speciale di cui al punto 2.2 è cumulabile con il trattamento di mobilità di cui al punto 2.1. Su proposta del direttore di vertice interessato, quando ricorrano situazioni di particolare disagio, tale trattamento può essere cumulato anche per distanze inferiori, purché comunque superiori a 130 chilometri.

Roma, 22 dicembre 2009

FP CGIL Nazionale
Gianni Serio

 
 
 

Comunicato sulla Cassa di Previdenza

 

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

 

Oggi si è svolta la prosecuzione della riunione del Consiglio della Cassa di Previdenza ed Assistenza, già convocata in data 10 dicembre 2009.
Come è noto nell’incontro precedente il Consiglio aveva solamente ratificato sulle liquidazioni ed anticipazioni una tantum relative all’anno 2008.
Nella riunione odierna si è affrontato essenzialmente il tema dell’Assistenza, pur consapevoli del difficile quadro economico di riferimento.
Dopo approfondita discussione, il Consiglio, a maggioranza dei presenti e con il parere sfavorevole del Presidente, ha deciso di deliberare sulla parte dell’Assistenza, dell’anno 2008, cercando di far gravare la spesa su due annualità di bilancio ossia disponendo il pagamento di una percentuale (circa il 48 per cento), quale anticipo, e successivamente valutare la somma da pagare a saldo delle istanze medesime, tenuto conto comunque delle risorse a bilancio.
La scelta fatta dal Consiglio cerca innanzitutto di non penalizzare le istanze già presentate alla Segreteria della Cassa; pur sapendo che per il futuro sarà difficilmente praticabile una simile scelta in quanto le scarse risorse economiche, qualora non incrementate, porteranno ad un drastico taglio dei rimborsi; non sminuendo, tuttavia, la comune azione di revisione, mirata, di alcuni articoli dello Statuto oltre che di un approfondito esame delle attuali entrate dei Dipartimenti onde addivenire, nel corso del 2010, ad una percorribile proposta per incrementare le risorse attuali.
Con detta delibera inoltre si è deciso di rimborsare, sempre relativamente all’anno 2008, le cronicità, i sussidi funerari, alcune borse di studio (anno 2005-06) residue, nonché di esaminare taluni casi di particolare gravità.
Con la stessa delibera, inoltre, si è stabilito di rimborsare delle spese sostenute dai colleghi che hanno vissuto il grave sisma dell’Abruzzo, nella consapevolezza che questa Amministrazione non ha potuto erogare nessun sussidio, come fatto da altre Amministrazioni che ne avevano la disponibilità.
Da ultimo, si è deciso di dare la massima pubblicità, mediante avviso sul sito internet dell’Amministrazione (magari a firma del Presidente), della situazione in cui versa la Cassa e pertanto le istanze future, ma anche quelle pendenti, saranno esaminate dal Consiglio con riferimento al quadro economico di bilancio.

Roma, 21 dicembre 2009

I CONSIGLIERI
Michele CAPUANO
Massimo BASSANI
Alberto BERTINI

 
 

 
 

Di seguito il comunicato e l’ipotesi di accordo sui nuovi profili professionali del Ministero Infrastrutture e Trasporti.

FP CGIL NAZIONALE
Francesca De Rugeriis

 

 

Ministero Infrastrutture e trasporti
Firmata la nuova ipotesi sui nuovi profili professionali

 
 
Ieri pomeriggio, unitariamente a CISL e UIL, abbiamo sottoscritto la nuova ipotesi di accordo sui nuovi profili professionali di Ministero.

Dopo le osservazioni dell’Aran, sull’applicazione della “Brunetta” e sull’accorpamento dei profili, la trattativa ha consentito di superare gli ostacoli che non ci avrebbero consentito di firmare la nuova ipotesi.

L’accordo è rimasto sostanzialmente quello già sottoscritta il 18 dicembre scorso.

Il nuovo ordinamento è articolato in tre aree.

Nella prima area è previsto un solo profilo professionale, Ausiliario.

Nella seconda sono presenti due differenti livelli per l’accesso dall’esterno, distinti dal titolo di studio richiesto. All’interno dell’area ci sono due settori di attività: Amministrativo e Tecnico. All’interno dei settori di attività si individuano i profili professionali caratterizzati da diversi titoli di studio richiesti per l’accesso.

Nella terza area si individuano tre distinti settori di attività: Amministrativo e della Comunicazione, Statistico Informatico e Tecnico.

Ogni lavoratore sarà inserito in un’ area e in un profilo. Ciascun profilo è unico e si caratterizza per il titolo di studio richiesto per l’accesso dall’esterno, per il livello di complessità, responsabilità ed autonomia del lavoro. La posizione giuridica per ciascun profilo è quella di accesso dall’esterno alla quale viene riferita la dotazione organica.

Per i profili di nuova istituzione ( geometra in area seconda e geologo in area terza), in sede di prima applicazione, sarà consentito a domanda il passaggio, nell’area di appartenenza, purché in possesso del titolo di studio richiesto dall’esterno.

Ora dobbiamo aprire immediatamente la trattativa sui criteri da adottare per le progressioni economiche e giuridiche previste dal nostro CCNL. E’ fondamentale chiudere le trattative sui FUA (2008 – 2009) nel più breve tempo possibile ed avviare le procedure per le progressioni economiche.
E’ necessario risolvere la vertenza dei lavoratori appartenenti all’area A e garantire il giusto riconoscimento della loro professionalità.

Roma, 26 marzo 2010

Per Fp CGIL
Funzioni Centrali
Francesca De Rugeriis

 
 

Proclamazione stato di agitazione e interruzione delle relazioni sindacali

 

 
Ancora una volta tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentanti le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate in Lombardia si vedono costrette ad aprire una fase conflittuale dei rapporti con la Direzione Regionale.

 

 
 

Ministero Infrastrutture e Trasporti: Incontri del 27 gennaio

MINISTERO INFRASTRUTTURE E TRASPORTI:
ESTERNALIZZAZIONI E PROGRESSIONI ECONOMICHE

 
 

Care compagne e compagni,
Si sono svolti oggi due incontri con l’Amministrazione per la dovuta informativa alle OO.SS.

Il primo, nella mattinata, riguardava l’informativa su alcune attività della Direzione Generale delle Dighe. La situazione, a dir poco paradossale, illustrata dal Direttore Generale delle Dighe riguarda l’impossibilità di poter svolgere regolarmente funzioni istituzionali con l’attuale numero di lavoratori assegnati alla Direzione.

In particolare sono state evidenziate difficoltà per il servizio di informatica e di protocollo. Servizi indispensabili per garantire la continuità del lavoro e per i quali, la Direzione, ha dichiarato di aver più volte formalmente rappresentato la carenza di personale agli Uffici competenti. La realtà rappresentataci è sconfortante e degna di un Ministero ormai allo sbando che non riesce più a garantire neanche il normale lavoro ordinario.
Altro che Ministero riorganizzato ed efficiente!
Il Ministro Matteoli, I capo dipartimento, Il Direttore Generale, invece di affrontare seriamente con le OO.SS. il problema dell’organizzazione del lavoro delle Direzioni Generali e delle sedi periferiche ci convocano per informarci che stanno pensando di esternalizzare servizi come il protocollo.

Abbiamo espresso tutta la nostra contrarietà sollecitando l’Amministrazione a darci le risposte che chiediamo da anni:
 – le piante organiche del Ministero che certifichino in ogni ufficio, centrale e periferico, il personale previsto e i relativi carichi di lavoro;
 – la mobilità in entrata e in uscita degli ultimi anni, per la quale chiediamo da sempre un tavolo di confronto;
 – un coinvolgimento diretto delle OO.SS. sull’organizzazione del lavoro.

Può un Ministro emanare un DM sulla Performance e sulla valutazione dei lavoratori, ubbidendo ad una legge sbagliata ed inapplicabile, senza sapere quanti lavoratori servono per svolgere i servizi richiesti o senza sapere se quelli presenti sono sufficienti per svolgere la normale attività istituzionale?

Può anche solo pensare di spendere il denaro pubblico per esternalizzare il servizio di protocollo di una singola Direzione Generale? Dove è finita tutta l’informatizzazione e l’efficentamento della Pubblica Amministrazione? Dove sono tutti i numeretti e le formule che l’Ing. Esposito ci ha spiegato e che, secondo loro, serviranno a valutare i”bravi” e a stanare i fannulloni?

Suggeriamo al Ministro Matteoli di dire al collega Brunetta che nel suo Ministero manca il personale, i capitoli di bilancio sono vuoti, le ispezioni non si possono più fare e che per protocollare dobbiamo esternalizzare.
Noi non ci stiamo! La FP CGIL non starà ferma a guardare! Se l’Amministrazione procederà in questa direzione chiederemo una verifica alla Corte dei Conti e denunceremo lo spreco e la cattiva gestione dei soldi pubblici.

La seconda riunione, nel pomeriggio, ha riguardato l’informativa sullo stato delle graduatorie per le progressioni economiche del personale.

Ci è stata rappresentata una grande difficoltà della commissione ad emanare in tempi ristretti una graduatoria definitiva. Le difficoltà riguardano per lo più gli innumerevoli incarichi inseriti nelle domande che non corrispondono ai requisiti stabiliti nell’accordo sindacale e richiesti nel bando di concorso. Tutto ciò richiederà un controllo puntuale e non a campione di tutte le oltre 8000 domande.

Stante così la situazione, sarà pubblicata, presumibilmente nella prossima settimana, una graduatoria provvisoria che terrà conto di quanto presentato dai singoli lavoratori ma che, ovviamente, sarà oggetto di possibili modifiche a seguito delle verifiche che saranno effettuate dalla commissione.

Abbiamo chiesto il rigoroso rispetto di quanto stabilito nell’accordo e la massima trasparenza sulle verifiche. A tal proposito abbiamo suggerito di pubblicare una graduatoria che evidenzi nel dettaglio il punteggio conseguito così da consentire a tutti di comprendere il motivo del possibile scostamento che si potrà verificare tra la prima graduatoria e quella definitiva.
Abbiamo inoltre chiesto che la Commissione renda pubblica la lista degli incarichi che ritiene coerenti con quanto stabilito e richiesto nel Bando di concorso.
Una volta fatta chiarezza e verificati gli incarichi, prima dell’emanazione definitiva, ogni lavoratore dovrà, come previsto dall’accordo, fornire la documentazione dell’incarico indicato nella domanda che, ricordiamo, deve essere stato conferito formalmente e con atto certo dal Dirigente.

Vigileremo sul rispetto dell’accordo invitandovi ad attendere la graduatoria definitiva, solo allora, sarà possibile segnalare formalmente eventuali errori riscontrati.

Saluti
                                                                                                      Per FP CGIL Funzioni Centrali
                                                                                                         Francesca De Rugeriis

Decennale Agenzia Entrate Emilia Romagna

Francobolli, convegno.
E ministri.
Dieci anni di agenzie fiscali.

 
 

…però…

La destra al governo non ha mai creduto (e non crede tuttora) alla visione che stava dietro la riforma dell’amministrazione e del rapporto di lavoro negli anni ’90 (che della nascita delle agenzie è il presupposto): la netta distinzione di ruoli tra funzione di direzione politica e alta amministrazione.

Non comprende il senso dei meccanismi che furono i cardini di quel grande cambiamento di “delegificazione” (che parolona) e contrattualizzazione, restando del tutto estranea ai presupposti culturali, giuridici, operativi di una delle poche riforme serie dello Stato (attuate e non declamate con la benda in faccia): estranea al passaggio dalla procedura alla responsabilità, dalla regolamentazione esterna all’autorganizzazione; estranea al passaggio, in sostanza, delle amministrazioni da ‘terminale operativo dello Stato a erogatore e garante dei diritti sociali’, come si disse.

Quel passaggio (rimasto a metà) è cosa semplicemente non sua: non ha partecipato a quella discussione, a quella rivoluzione incompiutissima: quella l’hanno fatta i Cassese, i Bassanini, gli Amato, i Ciampi; e l’hanno fatta i (vituperati) sindacati Confederali, perché un cardine del cambiamento fu il passaggio dal principio della “riserva di legge” (anche solo per stabilire che per erogare quel servizio andava aperto uno sportello in più) alla responsabilità organizzativa della dirigenza e alla contrattazione (e quindi coinvolgimento dei sindacati rappresentativi,dei lavoratori) di (e sul) posto di lavoro .

E fu proprio nel -sempre vituperato ‘pubblico’ che il sindacato Confederale misurò il suo grado di rappresentatività con le prime elezioni dirette, senza rete..le RSU.
Partecipazione, responsabilità, misurazione del consenso e coinvolgimento dei Sindacati nella discussione sui mezzi per raggiungere gli obbiettivi, distinzione dei ruoli tra politica e amministrazione…non il migliore dei mondi possibili, certo, ma sicuramente uno schema i gioco migliore di quello che ci viene proposto attualmente.

La partecipazione sindacale fu importante in quella vicenda, fu il presupposto perché il cambiamento non fosse solo calato dall’alto, ma fosse vissuto con un certo grado di consapevolezza.
Quella riforma incompiutissima e osteggiata ha tuttavia silenziosamente cambiato il modo di fruire il servizio pubblico di milioni di cittadini, senza spot e senza insulti elargiti a Porta a Porta; ha indicato tante strade ancora non percorse (e solo un ceto politico-parlo dei ‘buoni’, del centrosinistra- sostanzialmente inconsapevole di tutto ha potuto farsi mettere in buca dal ministro della Funzione Pubblica riconoscendogli un qualche ruolo da ‘modernizzatore’ del sistema dei pubblici servizi, ignorando invece il ruolo reale, complesso e serio giocato su questo argomento dalla propria parte politica negli anni ’90; purtroppo a volte l’ansia di legittimazione – e di riconoscimento-prevale sulla fatica di comprendere).

Una riforma radicale ma incompiuta, quella del servizio pubblico e dell’organizzazione dei servizi avviata due decenni fa (il primo atto, una legge del ’91 sugli enti locali), così come incompiuta e persa per strada è l’Italia che si intravide nei primissimi anni ’90: l’Italia che provava finalmente a muovere qualche passo senza il peso di una politica – e di politici – omnipervasiva e priva di valori.

Il ruolo effettivo della destra di governo, quando nell’ultimo decennio si è trovata nella stanza dei bottoni è stato quello di osteggiare ciò che non capiva, bloccare quello che temeva o a cui era ideologicamente ostile, oppure, semplicemente, insabbiare.

Mai, al di là delle amenità, in questo decennio si è definito e proposto un progetto per rendere più efficiente il servizio pubblico (che significa, in lingua italiana:

servizi gratuiti e di qualità per tutti i cittadini)

si è certo operato fattivamente per vanificare,per mancanza di ‘vision’,come usa dire, e di cultura del servizio pubblico – e conseguentemente – di risorse- un modello operativo e culturale definito negli anni ’90.

Sulle rovine del servizio “pubblico ma privatizzato”definito negli anni ’90 non si è costruito alcunché, solo chiacchiere e distintivo, e demagogia da Porta a Porta.

La cosa non stupisce: per voler migliorare una cosa ci si deve credere, un pochino ci si deve identificare e un po’, almeno , la si deve amare.

Se invece si intende distruggere per odio ideologico, beh, è difficile costruire qualcosa di buono.

Bologna, 7 aprile 2011

                                                                                     FP CGIL – Emilia Romagna
                                                                               Coord. Reg.le Agenzia delle Entrate 
                                                                                          Antonio Cerreto

Emilia Romagna: Concluse le procedure di assegnazione degli incarichi. Pubblicato l'elenco dei nuovi direttori, capi team e coordinatori

TERREMOTO SULLE D.P.
PROVE SELETTIVE O PROVE DI REGIME?

 

Un autentico “tsunami” si è abbattuto sugli uffici della nostra regione: la conclusione delle procedure per l’assegnazione dei nuovi incarichi farà certamente felice più di qualcuno, ma lascia sul campo tanti, troppi morti e feriti.

A partire dalla trasparenza e dall’oggettività. Nessun accordo con le OO.SS. e regole imposte in maniera unilaterale dall’amministrazione con il via libera di CISL, UIL e Salfi. Certamente questa nuova stagione di interpelli non è nata sotto i migliori auspici!

La realtà dei fatti ha confermato dubbi e preoccupazioni. Sia chiaro: non sono in discussione competenze e capacità professionali dei vincitori, eppure tante clamorose esclusioni di funzionari che per anni hanno assicurato la soluzione ad enormi problemi organizzativi e il puntuale raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti, non solo lascia l’amaro in bocca, ma stende un’ombra sinistra su quella che appare come un’operazione di restaurazione in linea con la fallimentare riorganizzazione intrapresa dall’Agenzia negli ultimi due anni.

Senza alcun preavviso, senza neppure una telefonata di commiato.

 

Rottamati, rimossi, esclusi tanti colleghi:
i meno competenti, i più anziani, i più sgraditi, i non allineati… !?!

 

Cosa dire poi degli spostamenti di sede imposti a molti dei novelli incaricati della D.P. di Bologna, a pochi mesi da quella che (nonostante la nostra ferma e decisa opposizione) potrebbe essere una nuova rivoluzione degli uffici della città… Incomprensibile, a meno che non si tratti di un’altra prova per misurare la fedeltà dei funzionari alla “mission” e per selezionare una nuova e fidata classe dirigente!!

 

DALL’INFAUSTA VENUTA ALLA LUCE DELLA NORMATIVA BRUNETTA,
CRESCONO SEMPRE PIÙ ARROGANZA E PROTERVIA
NEI RAPPORTI CON I DIPENDENTI E CON I LORO RAPPRESENTANTI SINDACALI.

 

Ci piacerebbe ritrovare quel rispetto, educazione e spirito di collaborazione che in passato erano la stella polare nelle nostre strutture per continuare a condurre una seria lotta all’evasione fiscale, altrimenti saranno vanificati anni di risultati brillanti ed annullate potenzialità ancora importanti.

 

Ma è davvero questo l’intento dei nostri governanti e dei nostri dirigenti?

 

                                                                                              FP CGIL – Emilia Romagna
                                                                                     Coord. Reg.le Agenzia delle Entrate

Part-time nella PA: Circolare per definire l'applicazione della legge

Ferme restando le nostre valutazioni negative sui vari provvedimenti che sino ad oggi hanno modificato l’istituto del part-time, questi chiarimenti sono frutto della nostra lotta e permettono quantomeno di avere una interpretazione univoca della normativa.
 
Di seguito trovate il testo della circolare emanata dai Ministri Brunetta, Carfagna e Giovanardi.

Roma, 1 luglio 2011
 
 

Comunicato sul nuovo segretario generale

CGIL
Corte dei conti

Cari Colleghi,
in data 26 febbraio 2007 c’è stato il primo incontro di presentazione e di saluto tra il nuovo Segretario Generale, Presidente Raffaele Squitieri, e le OO.SS. al fine di esaminare, sia pure in modo sintetico, le problematiche del nostro Istituto.
La delegazione della CGIL ha esposto al Segretario Generale gli argomenti che ritiene prioritari per un corretto e fruttuoso programma di lavoro, che possono essere così sintetizzati:
– Ripristino di puntuali relazioni sindacali, al fine della risoluzione dei problemi rimasti insoluti.
– Piena operatività ed autonomia di gestione della dirigenza della Corte dei conti, nell’attuazione della distinzione tra indirizzo politico e gestione amministrativa, di cui al d.lgs. 165/2003. Una particolare menzione per le Sedi periferiche del nostro Istituto, in cui i ruoli, spesso, si sovrappongono creando difficoltà anche nell’individuazione di un interlocutore certo in sede contrattuale.
– Rideterminazione della pianta organica, considerata la riduzione dell’organico dovuta al pensionamento di molti colleghi, specialmente dell’area B, che rischia di paralizzare l’attività dell’Istituto; a tal fine, sarebbe opportuno dotare l’Istituto di nuove risorse professionali, in sintonia con le nuove funzioni della Corte dei conti, con l’indizione di concorsi pubblici.
– Difficoltà del sistema di rilevazione delle presenze Siap, per cui è necessaria l’attivazione di una commissione paritetica amministrazione/sindacato per risolvere le incongruenze tra il nuovo sistema e l’accordo sottoscritto sulle tipologie dell’orario di lavoro.
– Chiusura in tempi rapidi della questione relativa al Fua 2006, ancora sottoposta al vaglio del Collegio dei revisori dei conti, ed inizio della trattativa del fondo unico di amministrazione 2007.
– Verifica e valutazione delle procedure messe in atto dall’Amministrazione nell’accertamento, controllo e recupero economico dei periodi di assenza per malattia dei lavoratori.
– Avvio e conclusione in tempi certi (possibilmente entro il 2007) dei percorsi di riqualificazione. A tale proposito la CGIL ha fatto presente l’esigenza di aumentare l’orario di svolgimento delle prove scritte, da quattro a sei ore, considerato che si dovrà svolgere un tema su un argomento tratto dalle materie oggetto di esame.
La C.G.I.L. è stata positivamente colpita dalla puntualità e dall’attenzione che il Segretario Generale ha posto alle problematiche illustrate dalle OO.SS., che, in alcuni casi, erano state oggetto del discorso introduttivo. Si ritiene, inoltre, molto positiva l’attenzione e la rilevanza che il Segretario Generale attribuisce al controllo sulla gestione, considerandolo come “il futuro” della Corte dei conti, ove investire le risorse per una formazione mirata ed efficace.
Roma, 27/02/07
 
Il coordinatore nazionale CGIL
Corte dei Conti

Michele Pietrafesa

Ministero Interno: piattaforma unitaria sull'organizzazione dello sportello unico per l'immigrazione

CGIL FP   CISL FPS    UIL PA

Piattaforma unitaria sull’organizzazione dello sportello unico per l’immigrazione

Per inquadrare adeguatamente le nostre proposte, va premesso che condividiamo l’obiettivo della “regolarizzazione” degli oltre 500.000 immigrati attualmente in attesa; e condividiamo la prospettiva che individua nell’ente locale il protagonista delle politiche di accoglienza e integrazione, ma al tempo stesso sottolineiamo che non potrà essere altri che una amministrazione centrale a gestire, comunque, il primo ingresso nel territorio nazionale dell’immigrato/a, il ricongiungimento – dunque il primo ingresso – dei familiari, e il riconoscimento della cittadinanza.
Per questo, appare indispensabile dotare l’Amministrazione dell’Interno, dunque le prefetture, di una rete di servizio (lo sportello unico) in grado di funzionare efficacemente nel presente, per assicurare oggi la gestione ottimale delle procedure; senza per questo pregiudicare qualunque futura scelta politica, che se dovesse ridistribuire responsabilità e competenze tra Interno e Enti locali, potrà farlo in un quadro di efficienza e trasparenza del sistema.
Proponiamo dunque tre linee di intervento, che riteniamo possano anche trovare fondamento in quelle modifiche alla normativa attualmente in vigore che il Governo, secondo il suo programma, ha intenzione di adottare: sottolineando che si tratta di interventi tecnici sull’organizzazione del lavoro, delle procedure, degli uffici, miranti alla razionalizzazione delle risorse e al miglioramento del servizio, dunque fuori dal dibattito politico che, su alcuni aspetti delle modifiche da apportare alla Bossi-Fini, sappiamo essere aperto nella maggioranza; che la spesa non viene sostanzialmente aumentata, dal momento che proponiamo di gestire con soluzioni maggiormente efficaci quelle stesse risorse che già oggi vengono investite nell’appalto di lavoro “interinale”, o nel pagamento di prestazioni orarie straordinarie (o indirizzate dall’immigrato a società per azioni, come nel caso dei contributi richiesti dalla Poste Spa, piuttosto che alla pubblica amministrazione erogatrice di un pubblico servizio); infine, che attrezzare al meglio la struttura pubblica non mette assolutamente in discussione il contributo che le organizzazioni della società civile già assicurano, e ancor più possono assicurare, alla gestione del fenomeno immigrazione.
In primo luogo, va ricondotta la responsabilità delle procedure in materia d’immigrazione alle prefetture, anche sul piano gestionale, abrogando il decreto Pisanu-Maroni che individuava un confuso sistema di responsabilità mista, nella gestione degli uffici territoriali, tra Interno e Lavoro; il dirigente dello sportello deve appartenere, e rispondere – per evidenti ragioni di organizzazione, coordinamento, formazione, misurazione del risultato – alla stessa amministrazione (l’Interno, che degli sportelli ha già la responsabilità politica).
In secondo luogo, va sottolineato che l’Interno soffre di gravi carenze di organico, anche nell’Amministrazione Civile, e questo rende doppiamente sbagliato sul piano tecnico (oltre che inaccettabile sul piano politico) il ricorso al lavoro interinale, perché è strutturale – non certo temporaneo – il fenomeno che si intende gestire con il lavoro “interinale”, e perché è ugualmente strutturale il deficit di personale civile del ministero (basti pensare alle migliaia di lavoratori della polizia costretti all’impiego in mansioni burocratiche piuttosto che di polizia). Dunque, è necessario operare affinché l’organico del ministero recuperi almeno 2.000 unità soprattutto, ma non solo, di livello medio-basso (posizione economica B1), perché quello che oggi maggiormente manca – come dimostra anche il diffuso sottoimpiego delle professionalità superiori, che “taglia le ali” al rilancio della vera e propria “funzione di governo” che l’Amministrazione Civile dovrebbe assicurare – è proprio il personale delle qualifiche inferiori, il cui reclutamento si è interrotto alla fine degli anni novanta. Le 2.000 unità andrebbero reperite in parte ricorrendo ad una procedura di stabilizzazione delle circa 700 posizioni “precarie” occupate dagli “interinali”, da inquadrare nel profilo professionale di Coadiutore amministrativo contabile della posizione economica B1, (che significa procedere ad una selezione che tenga conto dell’esperienza professionale che hanno maturato in questi anni, e che non andrebbe dispersa), in parte aumentando l’organico di alcune centinaia di unità nelle posizioni economiche apicali dell’area C e in parte ricorrendo ad una procedura straordinaria di riqualificazione rivolta al personale attualmente inquadrato nella posizione A1 super, dove abbiamo centinaia di esuberi, dunque personale che negli uffici – non essendo utile come ausiliario o operaio – già viene impiegato (fuori dalle regole) in mansioni superiori. Va sottolineato che l’aumento – minimo – di costo rappresentato dalle citate proposte è ampiamente compensato dal risparmio che si otterrebbe cessando il ricorso al lavoro “interinale”, il cui costo è eccessivo sia per il sovradimensionamento dell’attuale inquadramento (B3), sia per il profitto dell’agenzia appaltante. Va infine ricordato che la dotazione di risorse umane adeguate alle necessità degli “sportelli” consentirà anche il recupero degli operatori della Guardia di Finanza ai compiti d’istituto.
In terzo luogo, è necessario riportare le risorse finanziarie stanziate – o comunque impegnate – per le regolarizzazioni nella diretta disponibilità delle lavoratrici e dei lavoratori, intanto trasformando la loro natura da prestazioni orarie straordinarie (poco produttive, e fonte di dispersione e inefficacia) a risorse per il Fondo Unico di Amministrazione, dunque soggette a contrattazione e pertanto riconducibili ad obiettivi di produttività concreti e misurabili, sui quali siamo da sempre disposti al confronto; e anche, rivedendo i costi della convenzione con Poste Spa, al fine di indirizzare la maggiore quota possibile della spesa richiesta all’immigrato/a non verso il profitto di una società per azioni, ma verso l’amministrazione pubblica che questo servizio assicura.

Roma, 8 gennaio 2007

CGIL – Lino CECCARELLI
CISL – Paolo BONOMO
UIL – Enzo CANDALINO

« Pagina precedentePagina successiva »
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto