Al Ministro della Difesa
Guido Crosetto
Al Sottosegretario di Stato alla Difesa
On.le Matteo Perego di Cremnago

OGGETTO: Art. 930 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 66 “transito all’impiego civile”.

Come è noto, e facilmente riscontrabile dalle numerose note inviate nel tempo oltre alle numerose interlocuzioni sul tema, FPGCIL – CISLFP – UILPA hanno sempre sostenuto che le modalità applicative della norma sui transiti non tengono in alcun conto le esigenze mediche e sanitarie del personale militare non più idoneo per motivi di salute.
Più volte è stata ribadita la necessità di un confronto sull’argomento che ormai riguarda quasi un terzo del personale civile della difesa. Se quel confronto ci fosse stato, FPGCIL – CISLFP – UILPA avrebbero chiesto come più volte
illustrato:


 che il dipendente “neo transitato”, al momento della decisione sulla destinazione e sul compito da svolgere, fosse messo al centro delle scelte come persona al fine di potergli garantire, nei casi (quasi la totalità) di invalidità riconosciuta, quelle garanzie previste dalle norme in materia di tutela dell’invalidità;


 che fosse garantita la collocazione il più vicino possibile al nucleo familiare al fine di poter conciliare l’attività lavorativa con i percorsi di cure;
 che tutto questo, nella consapevolezza delle difficoltà di una completa realizzazione negli Enti della Difesa, doveva rendersi attuabile anche attraverso uno strumento normativo che consentisse il transito verso tutte le Pubbliche Amministrazioni senza penalizzazioni.


Ebbene, abbiamo appreso dalla pubblicazione sul sito istituzionale di Persociv il 25 luglio scorso, della circolare congiunta Persociv/Persomil, che sulla materia sono state prese decisioni che modificano l’attuale situazione applicativa della norma in oggetto.
Ovviamente le modifiche apportate, alcune delle quali a nostro avviso anche non aderenti alla norma vigente, sono peggiorative.


In sintesi:

si persevera a non voler considerare le primarie esigenze del personale militare che transita e, nel caso dell’impiego di detto personale in Marina Militare, non si garantiscono più neanche i limiti – già inadeguati, della regione dell’ultimo ente di impiego.
Si continuano ad ignorare le norme sulla tutela delle invalidità e si inseriscono vincoli che non riconoscono la realtà normativa del servizio prestato da militare, a tutti gli effetti giuridici ed economici, come servizio prestato nella Pubblica Amministrazione.
Si giustificano scelte dall’impatto devastante con “esigenze di F.O.” facendo finta di ignorare che queste modalità sono ben lontane dal garantire all’A.D. l’obiettivo.
Si continua infine ad ignorare il vero significato del termine “corrette relazioni sindacali” oltre a non rispettare il C.C.N.L. artt. 4 e 5 dal momento che le decisioni assunte modificano unilateralmente il protocollo di intesa in atto sulla mobilità.
Continua purtroppo a passare l’idea che il diritto alla tutela della salute e all’assistenza dei familiari, per una persona che soffre di una grave patologia, passi in secondo piano rispetto alle esigenze dell’amministrazione.

Per tutto quanto sopra esposto si chiede la sospensione della circolare del 25 luglio e l’apertura in tempi stretti di un confronto sull’argomento.

FP CGIL                      CISL FP            UIL PA

Massimiliano Prestini  Massimo Ferri   Carmela Cilento

                                    Franco Volpi


A seguito del perdurare nella mancata organizzazione riguardo il rifornimento dei mezzi inviati per operazioni di soccorso e per compiti istituzionali, pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF, Uil Pa VV, Confsal VVF e Conapo

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo in merito il riequilibrio dei turni a garanzia del soccorso e della salute e sicurezza delle donne e degli uomini

Abbiamo denunciato più volte, anche nel recente passato, il rischio di regionalizzare la vigilanza ispettiva, un rischio legato alla circolare 141/2021 che da un lato ha offerto ai Dirigenti territoriali l’opportunità di adottare interventi di rilievo, dall’altro ha depresso la funzione, stante anche il ruolo a esaurimento previsto dal D.lgs. 149/2015.

Tale rischio è tornato all’ordine del giorno nel momento in cui alcune realtà regionali hanno adottato iniziative per perseguire ufficialmente il miglioramento dell’azione ispettiva, sulla scorta della circolare 86/2022 relativa alla disciplina delle missioni.

Più che le regole che da essa discendono, ciò che genera perplessità è l’interpretazione tutt’altro che uniforme proveniente dai diversi territori, con l’adozione di “accorgimenti” che hanno un profondo impatto sulla vita dei funzionari e che determinano un quadro d’azione sempre più frastagliato e complesso.

Per fare qualche esempio:

  • in alcune realtà vengono introdotti dei “vagli di congruità”, alieni a compiti e responsabilità del personale ispettivo e legati semmai all’attività dirigenziale, proprio mentre si richiede – sempre con maggiore insistenza – la compilazione di programmi preventivi, report, tabelle a consuntivo che comprimono l’attività ispettiva vera e propria;

  • si esorta a superare il NIU (Numero Identificativo Unico) in ambito paperless, offrendo comunicazioni più ampie, che però andrebbero in contrasto col principio di riservatezza cui si ispira la stessa azione ispettiva (cfr. circc. 85/2008 e 76/2016);

  • si attribuiscono ai RUO compiti di verifica sulle paperless, esortando le colleghe e i colleghi impegnati in missione a comunicare le date con un imprecisato congruo anticipo.

A ciò si aggiungono interventi che determinano ulteriore incertezza rispetto a temi non secondari quali:

  • chi innesca l’assegnazione alla vigilanza ispettiva (Direzioni provinciali o Direzioni regionali)?;

  • che criteri occorre adottare per filtrare tali assegnazioni in considerazione dell’esiguità del personale ispettivo (perché la pratica A va in ispezione e la B no)?;

  • come individuare quando il carico di pratiche, per un ispettore, è da considerarsi “troppo oneroso”?

Il rischio, come sempre, è di parcellizzare l’attività, creando difformità sul territorio. Ciò non può che alimentare malessere, frustrazione e disagio fra gli ispettori, i quali sembra debbano assumere l’onere della prova del loro corretto operato.

Non possiamo, pertanto, che invocare un confronto sul tema, ponendoci sempre come obiettivo il reale miglioramento dell’attività: con conclusioni condivise tra Amministrazione e lavoratori, snellendo le procedure, semplificando gli adempimenti, con chiare e circoscritte indicazioni vincolanti che escludano attività e adempimenti ridondanti.

 

FP CGIL – INPS

Antonella Trevisani

 

Nel rispetto delle donne e degli uomini del Corpo riguardo la salute e sicurezza e in particolare gli infortuni sul lavoro, pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture Territoriali Fp Cgil VVF, Uil Pa VVF, Confsal VVF e Conapo

In data 20 luglio 2023, le scriventi hanno avuto un incontro con l’amministrazione, incontro più volte sollecitato nel tempo visto che il precedente già programmato e non tenutosi risaliva ai primi di febbraio.

L’ordine del giorno iniziale prevedeva il confronto solo sul regolamento incentivi alle funzioni tecniche e art. 45 del D.lgs 31 marzo 2023 n. 36, argomento che richiedeva una certa urgenza vista l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti a far data dal 1° luglio. A seguito di nostra richiesta l’ordine del giorno è stato integrato con la discussione sul fondo risorse decentrato anno 2023.

Sul primo punto, a fronte di una bozza di regolamento inviataci dall’amministrazione, le scriventi hanno fornito un puntuale e dettagliato documento con proposte di modifica. L’amministrazione, ritenendo interessanti le modifiche argomentate, si è riservata un approfondimento delle stesse valutandone la possibilità di accoglierne il maggior numero possibile e di inserire le stesse nel redigendo testo definitivo.

Si è proceduto all’analisi del fondo delle risorse decentrate 2023, che nel suo impianto mantiene immutati gli istituti in essere ed a tal proposito è necessario far conoscere che a fronte di un maggior numero di dipendenti, a seguito di nuove assunzioni, il fondo destinato alla produttività individuale pur rimanendo quasi invariato, è destinato ad essere fruito da una platea maggiore di aventi diritto.

Tale elemento incide onerosamente su tutto il personale in servizio, tanto che ha indotto le nostre organizzazioni sindacali ad una attenta riflessione sulla possibilità di avviare le PEO per l’annualità 2023. Da una approfondita analisi delle risorse a disposizione abbiamo constatato che il costo per un numero esiguo di progressioni sarebbe stato troppo alto e avrebbe creato una ripercussione in negativo su tutto il personale, che come suddetto parte già da un fondo di base minore rispetto agli anni precedenti.
Si è giunti alla conclusione che allo stato non si ritengano preliminarmente necessarie ma nel contempo si è assunto l’impegno di avviare le PEO nell’anno 2024 previa verifica anche di ulteriori risorse da destinare al fondo.

In occasione dell’incontro sono stati resi chiarimenti su alcune nostre richieste:
1) il pagamento del fondo risorse decentrate – produttività individuale anno 2022, ci comunica il pagamento, al più tardi, nel mese di settembre, tale ritardo rispetto ai tempi dell’anno precedente è dettato dal fatto che ci sono stati avvicendamenti al vertice che hanno rallentato l’intera procedura di valutazione utile alla costituzione di fondi per ufficio;
2) i progetti finalizzati (variazioni e durata); a fronte della richiesta pervenuta da diverse sedi inerente una organizzazione diversa degli stessi operata senza preavviso, l’amministrazione ha riferito che a suo avviso non si tratta di variazioni, ma che tali previsioni erano già contenute nel documento originario di avvio degli stessi progetti, e differite per l’ottimizzazione del sistema informatico, e che in ogni caso sono state necessarie ai fini della rendicontazione degli stessi trattandosi di fondi PNRR. I progetti in essere copriranno l’intero anno 2023. Allo stato non è possibile fare previsione sull’anno 2024.
3) Le progressioni verticali: come avete potuto già leggere sull’intranet è stata pubblicata la graduatoria per il passaggio di area per i funzionari informatici, successivamente si procederà anche con le altre figure, infatti le commissioni sono già a lavoro ed a breve l’intera procedura dei passaggi tra le aree dovrebbe essere conclusa. Ricordiamo che si tratta di una procedura prevista dall’art. 18 c. 8 che cita testualmente: “Le progressioni di cui al comma 6 sono finanziate anche mediante l’utilizzo delle risorse determinate ai sensi dell’art.1 comma 612 della legge n. 234 del 30 dicembre 2021 (Legge di bilancio 2022) in misura non superiore allo 0,55% del monte salari dell’anno 2018 relativo al personale destinatario del presente CCNL.”, pertanto i numeri derivanti sono pari alla copertura economica in tale senso disponibile;

4) La mobilità interna volontaria, si è conclusa la procedura con pubblicazione della graduatoria definitiva in data 27 luglio;

5) Scorrimento delle graduatorie in essere (concorso Funzionari e assistenti): a seguito del riordino della dotazione organica, ove vi siano gli spazi, l’amministrazione valuterà un eventuale scorrimento sulla base dei posti che si renderanno disponibili, fatte salve le risorse economiche a disposizione.

6) Ed in ultimo: l’istruttoria per l’erogazione dei fondi per i benefici assistenziali è stata conclusa anticipatamente agli anni passati, si prevede l’erogazione degli stessi in tempi brevi.
CGIL, CISL e UIL ravvisano la necessità di concludere il confronto sugli istituti contrattuali non ancora affrontati (lavoro da remoto, area delle altre professionali), anche se oggetto di un possibile rinvio, in ogni caso l’amministrazione ha preannunciato la possibilità di un ulteriore incontro nel mese di settembre. Si allega alla presente comunicazione l’accordo sul Fondo risorse decentrate 2023 Vi terremo sempre aggiornati e vi auguriamo buone ferie

CGIL FP

Maria Paola Lo Monaco

Tiziana Giangiacomo

CISL FP
Marcello De Vivo

UIL PA
Elisabetta Argiolas
Paola Ristori

(Roma, 28 luglio) Oggi un sms dell’INPS ha annunciato a centinaia di migliaia di beneficiari del Reddito di Cittadinanza la sospensione, dal 1 agosto, del sostegno economico, come previsto dal decreto lavoro, convertito in legge poche settimane fa. Così, semplicemente, 169mila persone, tra i 18 e i 59 anni, scoprono di essere occupabili, di non aver più diritto nemmeno ad un euro, a prescindere dalla loro condizione di vulnerabilità.

Unica speranza per migliaia di famiglie in povertà rimane l’essere prese in carico dai servizi sociali comunali, quei servizi sociali e quella presa in carico che il Governo ha sacrificato sull’altare di una presunta “occupabilità” che non tiene conto dei bisogni e delle fragilità delle persone.

A questo punto toccherà agli assistenti sociali e alla fragile rete dei servizi sociali dei Comuni, debole soprattutto al sud dove ci sono la maggioranza dei percettori del Rdc, confrontarsi con il disagio e la disperazione di molte persone che perdono l’unico reddito e che hanno solo poche settimane per non perdere il beneficio economico. Migliaia di domande davanti a poche unità di assistenti sociali e allo scarso personale dei servizi, a volte precario.

La brutta riforma del RDC sta lasciando senza sostegno migliaia e di persone e ne sta scaricando la responsabilità sulle lavoratrici e sui lavoratori dei servizi sociali. Per loro il già quotidiano rischio di un lavoro a contatto proprio con i più deboli e i più fragili, diventa così insostenibile, soprattutto per l’incapacità di rafforzare i servizi sociali, nonostante ci siano, da oltre due anni, i finanziamenti necessari per assumere migliaia di assistenti sociali e di altre figure professionali che sarebbero stati indispensabili per fronteggiare una situazione di questo tipo, figlia di un furore ideologico ed una approssimazione operativa che non possono pagare certo lavoratrici e lavoratori.

Per la CGIL e la FP CGIL è necessario prorogare il termine di 7 mesi per la sospensione del Reddito di Cittadinanza e dare modo alla popolazione in condizione di bisogno di essere presa in carico dai servizi comunali. Abbiamo bisogno di procrastinare i termini, così assurdi, assumere rapidamente il personale a tempo indeterminato necessario ed assicurare e garantire la formazione necessaria per dare le risposte necessarie ad un problema così grave come la povertà.

L’appello dei Vigili del Fuoco di Taranto: “Fateci tornare a casa sani e salvi”

Se scoppia un incendio in contemporanea sui due lati opposti della città le fiamme potrebbero prevalere così come il nostro sconforto, che malgrado turni massacranti e condizioni di lavoro al limite della decenza, non ci importa di essere chiamati eroi ma vorremmo innanzitutto essere rispettati come uomini, padri di famiglia e lavoratori.

L’emergenza per i Vigili del Fuoco di Taranto si fa drammatica e così, mentre divampa un altro incendio lungo il tratto della Salina al confine della città, a descrivere la situazione è Gaetano La Corte, segretario aziendale della Funzione Pubblica CGIL all’interno del corpo VVF di Taranto.

Le immagini che riporta La Corte sono quelle di lavoratori ridotti all’osso, su mezzi a volte non dotati di aria condizionata, e costretti ad utilizzare DPI (dispositivi di protezione individuali) indispensabili per la loro incolumità che pesano circa 10 chili.

Per affrontare le fiamme ogni vigile del fuoco in servizio deve indossare stivali, nomex, pantanomex e casco – dice – circa 10 chili di dispositivi di protezione che a volte fanno salire la temperatura corporea fino a 50 gradi e oltre.

I Vigili del Fuoco di Taranto sono sempre stati pochi, ora sono pochissimi.

Una squadra con relativi mezzi ha raggiunto le zone alluvionate dell’Emilia Romagna, un’altra le zone infuocate della Sicilia.

Si continua a disinvestire sulla sicurezza del territorio e oggi si mette a dura prova la salute e la sicurezza di questi Vigili che da alcuni giorni ormai – continua La Corte – su disposizione dei Comandi VV.F. della Puglia hanno dovuto raddoppiare i turni di servizio passando da 12 a 24 ore di lavoro continuativo, per affrontare i nuovi fronti di fuoco del leccese e del foggiano.

Per piacere non chiamateci eroi – termina La Corte – trattateci da uomini che vogliono tornare a casa dalle proprie famiglie sani e salvi.

articolo

Si sono svolte questa settimana due riunioni dell’OPI: una incentrata sul Piano della Formazione 2023-2025, andato in delibera commissariale mercoledì, l’altra sulle performance del 2022.

Piano di Formazione

In ordine al primo tema, il testo presentato dall’Amministrazione conferma l’impegno maturato in INPS con la pandemia e sembra fornire un riscontro alla necessità di valorizzare le professionalità amministrative presenti in Istituto. Registriamo una coerenza strutturale sia con le linee programmatiche del CIV, sia con le indicazioni pervenute dal Consiglio d’Amministrazione.

Come FP CGIL da sempre rivendichiamo ai tavoli il diritto alla formazione: riteniamo pertanto la condivisione di questo approccio, un passaggio preliminare fondamentale e non scontato.

Nel corso del confronto abbiamo evidenziato la necessità di evitare tentazioni autoreferenziali, per una formazione che risulti essere efficace, equa e aperta a tutto il personale. Ci rendiamo naturalmente conto di quanto difficile sia progettare processi formativi in un Istituto con ventottomila anime, che corrispondono a ventottomila saperi diversi. Da qui l’esigenza di procedere a una formazione che generi condivisione, anche per evitare la dispersione delle conoscenze già sperimentata coi pensionamenti degli anni passati.

Proprio per arginare ogni criticità, abbiamo segnalato alcune difficoltà contestuali registrate negli scorsi mesi su alcuni corsi formativi. Ci riferiamo in particolare:

  • ad alcuni corsi programmati a ridosso della fine dell’orario lavorativo (10-18 o con inizi alle 14.30);

  • ad alcuni percorsi la cui scadenza finale è stata comunicata tardivamente (pensiamo al personale originariamente impegnato in DigitXAll e poi chiamato ad acquisire le attestazioni relative a Competenze digitali).

Perché la formazione sia piena, e sia in armonia con l’attività di produzione che assorbe il personale nelle sedi, è necessario programmare i corsi negli orari di ufficio e con un orizzonte temporale di medio respiro.

Per quanto concerne la dirigenza, abbiamo registrato un programma di iniziative limitato, nell’offerta e nei destinatari, considerato che alcune iniziative sono riservate soltanto ad una quota dei dirigenti.

Abbiamo altresì evidenziato l’importanza di mantenere anche la formazione in presenza, non solo per salvaguardare il confronto diretto coi docenti, ma soprattutto per valorizzare la dimensione relazionale alla base dei processi formativi in questione, dimensione che la modalità asincrona – per forza di cose – non riesce pienamente a garantire. Sul punto abbiamo quindi evidenziato l’importanza di investire su specifici percorsi formativi, attirando l’attenzione su due temi a nostro avviso cruciali:

  • relazioni sindacali, tema principe stante l’importanza che esse assumono soprattutto in ambito territoriale;

  • strumenti di pianificazione e controllo di gestione e valutazione della performance, oggetto di continue modifiche ed aggiornamenti e patrimonio conoscitivo indispensabile per ogni dirigente dell’istituto.

Quanto ai professionisti, abbiamo manifestato apprezzamento per l’attività delineata: al fine di assicurare la più immediata efficacia di tali profili, resta evidentemente necessario riservare una particolare attenzione al personale neoassunto e al personale amministrativo di supporto.

Performance

Con riferimento al secondo tema, la produzione del 2022, abbiamo discusso i dati trasmessi dall’Amministrazione, che testimoniano una sostanziale tenuta delle sedi pur con qualche elemento di criticità, specie in riferimento agli obiettivi di gruppo.

In questo senso i dati meno performanti di alcune sedi sono stati ricondotti dall’Amministrazione stessa all’assenza di personale e ai pensionamenti che l’Istituto ha registrato l’anno passato. Ciò ha inciso, sia sull’indice di giacenza, sia su quello di deflusso, specie in relazione al lavoro svolto presso alcune Agenzie. Tali aspetti negativi – almeno secondo le prime proiezioni – dovrebbero essere assorbiti nell’anno corrente, laddove l’obiettivo sarà tarato su base provinciale.

L’Amministrazione ha quindi evidenziato lo sforzo in atto per rafforzare la struttura del controllo di gestione, offrendo dati aggiornati e consultabili in maniera tempestiva, per permettere gli accorgimenti del caso. Da qui un’anticipazione sulla convocazione delle prossime riunioni OPI relative ai risultati 2023 e all’annualità 2024 (ancora da costruire).

Al tavolo abbiamo chiesto di avere una precisa indicazione degli obiettivi di gruppo per ogni sede, su scala provinciale: ciò consentirebbe di avere una maggiore consapevolezza delle criticità riscontrate dalle singole sedi e di avere elementi di rilievo per i confronti futuri.

Rispetto all’obiezione unitaria, di considerare criticità che potrebbero essere intervenute – quale, a titolo d’esempio, la razionalizzazione logistica – l’Amministrazione ha evidenziato che in presenza di nuovi elementi, gli stessi saranno sottoposti all’attenzione del Direttore Generale.

Nell’OPI sulla dirigenza, abbiamo evidenziato alcune evidenti storture derivanti dall’applicazione dell’attuale sistema. Ad esempio, tutti i dirigenti della DCM Napoli e metà di quelli della DCM Roma – strutture particolarmente complesse e con straordinari carichi di lavoro – si collocano per l’incentivo ordinario tra 90 e 100; in alcune strutture regionali, notoriamente caratterizzate da flussi di lavoro più contenuti e minor complessità ambientale, tutti i dirigenti conseguono il 100!

Occorre urgentemente innovare il sistema di misurazione della performance, tenendo adeguatamente conto dei volumi gestiti e del contesto socio-economico territoriale.

L’Amministrazione ha confermato che verranno prese in considerazione per eventuali aggiustamenti tutte le giustificazioni pervenute e ha comunicato che è in fase di definizione un nuovo sistema di valutazione della performance, proprio concepito nella logica della valorizzazione delle differenze di contesto. Tra le novità più significative, l’intenzione di valorizzare – finalmente – anche la produzione automatizzata, tenendo conto di tutte le attività di sistemazione propedeutiche svolte dalle strutture.

Per quanto concerne professionisti, i dati aggregati forniti non sembrano consentire una facile individuazione delle cause del peggioramento generalizzato rispetto al 2021, quanto meno per le aree legale, medico-legale e tecnico-edilizio.

Per ciò che riguarda l’area medica, Roma rimane perennemente sotto gli obiettivi a fronte di un enorme carico di lavoro. Ci chiediamo se l’aumento esponenziale delle nuove domande di invalidità civile, delle cause giudiziarie e delle revisioni siano state opportunamente valutate dal sistema di controllo; al riguardo nutriamo forti dubbi. Anche la Sardegna (ordinario) e Puglia (speciale) per motivi a noi sconosciuti ottengono un risultato deludente.

In generale, i dati offerti confermano in ogni caso l’inidoneità dell’attuale sistema di valutazione della performance a cogliere la specificità e la complessità dei prodotti legati alle attività professionali. Abbiamo rinnovato l’invito a convocare i tavoli tecnici più volte promessi per la revisione dell’impianto. Anche a tale riguardo l’Amministrazione ha mostrato disponibilità a considerare le giustificazioni pervenute in relazione alle diverse famiglie di professionisti. Ma, soprattutto, si è dichiarata consapevole della insufficienza dell’attuale sistema di valutazione della performance rispetto alle specificità delle attività professionali e della necessità di tenerne conto nella prossima immediata revisione del sistema.

Roma, 28/07/2023

 

FP CGIL – INPS

Antonella Trevisani

Pino Cipriani

Fabrizio Innaimi

Francesco Reali

 

Nella seduta del tavolo tecnico di ieri sui criteri per le progressioni verticali in deroga, previste dall’art.18 del CCNL Funzioni Centrali 2019/21, l’Amministrazione ci ha consegnato i dati relativi alla platea degli aventi diritto che è composta da 233 laureati e 1.905 diplomati. La concentrazione massima degli aventi diritto è nel profilo di Assistente amministrativo con 150 laureati e 1.028 diplomati.

Anche i dati riguardanti l’anzianità di servizio degli aventi diritto sono interessanti: tra i laureati il 12% ha più di trent’anni di servizio, la percentuale schizza al 47% tra diplomati . Abbiamo quindi una consistente fascia della platea, con un elevato numero di lavoratori con oltre sessant’anni, il che apre una riflessione sulla questione differenziali economici. Detti differenziali infatti, che ci siamo impegnati a attivare con valenza sul FRD 2023, quantificati dal CCNL in 800 euro per la prima area, 1.250 per la seconda e 2.250 per la terza, potrebbero avere riflessi sensibili sul trattamento di fine rapporto.

Le notizie sul Fondo Risorse Decentrate 2022 certificato sono positive: complessivamente il fondo è di oltre 16.000.000 di euro, per il 90% costituito dalla parte stabile. Per l’accordo sul FRD 2022 l’Amministrazione ci ha convocati per fine agosto in modo da accelerare i tempi e definire successivamente il 2023, anno nel quale potremmo prevedere i differenziali.

L’Amministrazione ci ha presentato una proposta di articolazione dei criteri, fissati dal CCNL all’art.18 che prevede un’ articolazione del punteggio tra l’anzianità di servizio, i titoli di studio e la parte restante alle competenze certificate, competenze lavorative e idoneità nella precedente procedura.

Come FP Cgil stiamo lavorando affinchè il confronto termini con una proposta complessiva che possa determinare, per tutti I lavoratori del MIT ( I, II e III area) un beneficio economico o attraverso lo strumento del passaggio di area o attraverso l’attribuzione del differenziale stipendiale.

Il tavolo si è aggiornato al 21 settembre.

La coordinatrice nazionale Fp Cgil MIT

Carmen Sabbatella

per la FP Nazionale

Paolo Camardella

– Comunicato flash –

Care colleghe e cari colleghi,

abbiamo sottoscritto stamani presso la sala Giunta del Coni con la delegazione dei datori di lavoro gli accordi relativi alle code contrattuali del vigente CCNL, che riguardano:

  • Il nuovo sistema di classificazione, con la conseguente collocazione al suo interno di nuovi profili professionali e/o la ridefinizione di quelli esistenti, lo sviluppo delle progressioni, l’introduzione dell’area “D”, la norma programmatica sull’area Quadri;

  • Un più moderno e innovativo sistema di valutazione, che accresce le garanzie e conferisce maggiore oggettività e trasparenza alla rilevazione della performance delle lavoratrici e dei lavoratori di Sport e salute e delle Federazioni sportive nazionali, offrendo al contempo nuove opportunità di formazione e sviluppo professionale.

I predetti testi sottoscritti – che renderemo pubblici non appena sottoscritti anche dai vertici di Sport e salute e F.S.N. – hanno in fine raggiunto, grazie all’impegno profuso dalle parti in questi mesi, e all’ostinata rivendicazione proposta dalle scriventi OO.SS., l’elevato livello di funzionalità e interoperabilità che ci si era posti come obiettivo fin dall’inizio, in ragione delle legittime e condivisibili attese del personale a cui si rivolgono.

Con la firma odierna si apre quindi una nuova stagione di diritti ed opportunità professionali per le lavoratrici e i lavoratori di Sport e salute e FSN. Una significativa “rivoluzione” che vede nei pilastri della formazione certificata, dei percorsi selettivi di crescita professionale e nel nuovo sistema di valutazione le leve per una gestione maggiormente coinvolgente della società e delle federazioni sportive.

Ci auguriamo che gli importanti risultati ottenuti oggi siano forieri di una nuova e proficua stagione di confronto e contrattazione per gli interessi dei lavoratori del comparto dello Sport che rappresentiamo, e non, con riferimento anche alle altre code negoziali che a partire dal prossimo mese di settembre inizieremo a trattare.

Profittiamo dell’occasione per augurare a tutte e tutti voi un piacevole periodo di ferie.

 FP CGIL   CISL FP      UIL PA   CISAL FIALP
F. Quinti   A. Bruni   P. Liberati   D. Carola

Gentili Direttori,

con specifico riferimento alla circolare DG Musei n. 80/2023, relativa alla programmazione delle aperture “Ferragosto 2023”, è necessario sottolineare in premessa che:

nonostante i ripetuti solleciti e vertenze di parte sindacale, nonostante le accorate richieste di nuovo personale provenienti dal territorio, l’Amministrazione non ha saputo garantire una credibile risposta alla necessità di sviluppo e di valorizzazione dell’intero territorio nazionale, malgrado un piano programmatico ed organico di assunzioni, anche per responsabilità procedurali esterne all’Amministrazione;

le attuali condizioni di apertura sono caratterizzate da personale stremato, affiancato da lavoratori precari finanziati da appalti per servizi da milioni di euro, senza razionalizzazione e programmazione; condizione ormai decennale che produce ed alimenta precariato senza diritti, senza prospettive e spesso in condizioni economiche gravemente esposte. Infatti il vertice politico, sollecitato dalle vertenze dei lavoratori e sindacali, si è mostrato completamente sordo ad ogni apertura di confronto sia al livello governativo, sia nel più complessivo ragionamento ministeriale sul necessario processo di reinternalizzazione di risorse;

DG Musei ha predisposto un piano annuale di valorizzazione 2023, che ha proposto risorse; il piano è stato condiviso dalle parti sociali ed è in atto. Spiace comunque rilevare che l’estrema scarsità di risorse assegnate a numerosi Archivi e Biblioteche non consenta in molti casi nemmeno lo svolgimento della Domenica di Carta.

Tutto ciò premesso, la richiesta avanzata con circolare n. 80/2023 deve trovare soluzione esclusivamente al tavolo negoziale decentrato d’Istituto e, comunque, nel caso in cui l’Amministrazione non decida di mettere a disposizione necessarie risorse aggiuntive, all’interno dell’ambito del piano di Valorizzazione già adottato e quindi al livello nazionale.

È necessario evidenziare, inoltre, che – con la solita logica “io ti ho avvisato” – siamo sollecitati da note della Sintesi (la società che fornisce i referenti sulla sicurezza delle condizioni di lavoro sull’intero territorio nazionale) in cui si prospettano informazioni ai lavoratori dei siti archeologici sul come difendersi dalle alte temperature ed essere di aiuto all’utenza.

Allo stato attuale in nessun sito è prevista una qualsiasi possibilità di modificare le condizioni organizzative e trovare soluzioni concrete che anticipino i problemi invece di doverli risolvere in emergenza, anche con riferimento alle condizioni di accoglienza dell’utenza.

Non da ultimo, nella gran parte dei siti non sono presenti neppure distributori automatici di bevande
Queste sono le condizioni in cui apriamo i nostri siti, a nostro avviso più urgenti delle trascurabili iniziative di valorizzazione che pure affollano le pagine dei giornali.

In attesa di gentile, urgente riscontro si porgono

Distinti saluti

FP CGIL MIC
C. Meloni
UIL PA MIC
F. Trastulli

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