Dopo il successo dello sciopero del 30 giugno, la Corte Costituzionale mette finalmente la parola fine all’ennesimo tentativo di affermare per legge un modello di mercato basato solamente sulla riduzione del costo, delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi offerti ai cittadini.
Abbiamo sempre sostenuto come organizzazioni sindacali che occorrono norme e modelli gestionali industriali anche per i servizi pubblici locali, dove le imprese pubbliche e private possano concorrere per le loro capacità d’investire e d’innovare, in un contesto dove la crescita dimensionale delle stesse deve essere perimetrata in ambiti territoriali ottimali.
L’art. 177 del codice appalti è stata una scelta folle, che sull’altare del libero mercato voleva sacrificare le imprese industriali e di qualità capaci, anche durante la pandemia, di garantire servizi essenziali con l’apporto fondamentale di migliaia di lavoratori e lavoratrici.
La salvaguardia dei servizi fondamentali e dell’occupazione non può e non deve essere messa in discussione in nessuno modo da nessuna legge; la Corte costituzionale ha reso giustizia.
Il Sindacato è per le regole, per le garanzie occupazionali e per l’applicazione dei contratti di settore; occorre investire in impianti, tecnologia e nella salute e sicurezza dei lavoratori e non frantumare i servizi pubblici locali in un mercato selvaggio favorevole anche ai soggetti spesso legati alla criminalità organizzata.
Resta il rammarico per l’ennesima occasione persa dalla politica di svolgere il suo ruolo, demandando alla Corte Costituzionale la decisione finale; il Parlamento non avuto il coraggio di assumersi la responsabilità, spinta dalla pressione di alcune “lobbies”, di decidere il futuro di un settore strategico per il Paese come quello dei servizi pubblici locali.
Continueremo a vigilare e a contrastare ogni tentativo di smantellamento del settore, continueremo a chiedere alla politica – a partire dal DL Concorrenza – di impegnarsi per favorire la crescita dimensionale e industriale di imprese pubbliche e private senza inseguire dottrine ultra liberiste e ideologie pseudo-ambientaliste.
Pubblichiamo la nota elle strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal riguardo la richiesta di convocazione dell’ Osservatorio Bilaterale per le Politiche sulla Sicurezza sul Lavoro e Sanitarie per proseguire e portare a termine i lavori sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori
Pubblichiamo la nota delle strutture Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF in merito i ritardi degli invii nelle comunicazioni da parte dell’Amministrazione
25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Istituita dalle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999 per aumentare la sensibilità dell’opinione pubblica su questa piaga di livello globale. Una questione sociale di cui ormai c’è piena consapevolezza ma per cui manca ancora la determinazione ad agire.
Eppure, secondo i dati del Viminale, dall’inizio dell’anno (fino al 7 novembre) sono state 103 le donne uccise in Italia, di cui 87 in ambito familiare e affettivo, per mano di persone di cui queste donne si fidavano, o in passato si erano fidate. Di queste, 60 sono morte per mano del partner o ex partner. Ogni giorno 89 donne sono vittime di reati di genere.
Ma sulle donne si scatena anche – con meno clamore e maggiore frequenza – la violenza nei luoghi di lavoro. Uno dei più grossi problemi di questa violenza è la non emersione del fenomeno, perché è ancor più difficile denunciarlo. Una denuncia, infatti, non rischia di compromettere solo l’ambito sociale ma anche quello professionale.
I settori professionali più colpiti dal fenomeno sono quello sanitario e l’assistenza sociale. Nel quinquennio 2015-2019 sono stati quasi 11 mila i casi di violenza, aggressione o minaccia in questi ambiti: una media di oltre 2 mila casi l’anno. E, di questi, tre quarti hanno riguardato le donne.
Un tentativo di risposta nel settore sanitario arriva dalla Legge 113 del 2020 che prevede, tra le altre cose, un inasprimento delle pene per gli aggressori. Per gli assistenti sociali, invece, è risultato d’esempio il protocollo del Comune di Genova, firmato il 18 dicembre 2018, che mira a sensibilizzare il personale sul tema, al fine di prevenire gli episodi di violenza, di ridurli e di imparare a segnalarli prontamente.
Lo scorso 29 ottobre l’Italia ha finalmente completato il processo di ratifica della Convenzione OIL, il primo trattato internazionale sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro, entrato in vigore il 25 giugno 2021. Per la prima volta si dà una definizione comune di violenza e molestia sul luogo di lavoro, e viene riconosciuto che la violenza non sia solo quella fisica, ma anche quella psicologica, verbale, sessuale ed economica.
La Fp Cgil è da sempre impegnata nel contrasto alla violenza sulle donne e ad ogni forma di abuso e discriminazione. Bisogna adeguare i contratti pubblici e privati, potente strumento di regolamentazione e garanzia di diritti, prevedendo sempre più strumenti per i rappresentanti sindacali di intervento nella prevenzione e nel contrasto alla violenza di genere. Bisogna presidiare l’applicazione e il rispetto della legge sulla parità salariale, contrastare le violenze e le molestie nei luoghi di lavoro attraverso attività di monitoraggio, attraverso la formazione per uomini e donne, dirigenti e non, e con campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica tutta. Bisogna promuovere politiche per la condivisione delle responsabilità familiari e genitoriali, e contrastare tutte le forme di discriminazione.
Quello della violenza sulle donne è un fenomeno che va debellato dalla nostra società. Stiamo parlando di un dramma che necessita di rendere operativi tutti i protocolli, tutte le leggi, tutti i provvedimenti esistenti. La violenza sulle donne è una sconfitta di tutti. Soprattutto è l’affermazione dell’esercizio di un potere maschile sulle donne che viene vissuto come assoluto fino a legittimare la cancellazione della vita delle donne. Non basta più la condanna pubblica, serve un cambiamento culturale che riguardi i comportamenti degli uomini e il rapporto tra i generi, sia nelle dimensione pubblica che privata.
“Nella riunione di oggi per il rinnovo del contratto del comparto Sicurezza e Difesa la parte pubblica ha aperto sulla possibilità di accogliere la nostra proposta di istituire un’indennità per i Poliziotti Penitenziari che lavorano nelle sezioni detentive. Un importante passo in avanti che registriamo con favore, anche se le risorse destinate agli aumenti del salario accessorio sono ancora insufficienti e la strada da fare è ancora in salita”. Questo il commento della Fp Cgil dopo l’incontro di oggi a palazzo Vidoni per il rinnovo del contratto di lavoro del personale del comparto Sicurezza e Difesa.
“Stiamo lavorando per reperire le risorse necessarie per istituire questa nuova indennità – fa sapere il sindacato – e consentire comunque un aumento della retribuzione delle prestazioni di lavoro straordinario e delle indennità che avevamo chiesto di aumentare nella nostra proposta di rinnovo contrattuale, inviata prima dell’inizio della trattativa. Per questo abbiamo ribadito, ancora una volta, che serve un incremento delle risorse destinate alla parte variabile del salario. Prima di fare una valutazione complessiva ed esprimere un giudizio definitivo, attendiamo di ricevere una nuova bozza che, recependo le nostre proposte, possa quantificare gli aumenti specifici di ogni voce del salario accessorio. Nella speranza che la trattativa proceda in modo serrato e senza ulteriori ritardi”, conclude la Fp Cgil.
Pubblichiamo la nota unitaria delle strutture Fp Cgil, Fns Cisl Uil Pa VVF e Conapo riguardo la richiesta dell’applicazione lavoro agile
Pubblichiamo il resoconto dell’incontro del Tavolo Tecnico per la Formazione in merito la discussione sulla Circolare USAR-L e TAS
Al Direttore Generale ENAC
Dott. Alessio Quaranta
SEDE
e,p.c.
Al Direttore Centrale Sviluppo Organizzativo
Dott. Mauro Campana
SEDE
Oggetto: smart working.
Egr. Direttore Generale,
lo stato di emergenza epidemiologica persiste, l’indice dei contagi sale vertiginosamente, i
mezzi pubblici (dove non esiste l’obbligo di Green Pass) sono pericolosamente sovraffollati
e l’Enac insiste nel non prendere atto di una realtà che ormai è allarmante in tutta Europa.
Ovunque, anche nella P.A., si procede con l’adozione di misure sempre più stringenti e
orientate a contrastare l’avanzata della quarta ondata di contagi. L’Enac è una delle
pochissime realtà della P.A. a operare ancora richiedendo una presenza in ufficio di 4 giorni
su 5 quando invece altre amministrazioni stanno adottando il lavoro agile come primo
strumento per tutelare la salute pubblica e dei propri dipendenti.
Non c’è più margine per ragionamenti filosofici e di metodo: chiediamo che i giorni di
lavoro agile, per le attività remotizzabili, diventino da subito 2 alla settimana per tutti
i dipendenti dell’Enac, senza alcuna distinzione di ruolo e incarico, visto che la salute
di tutti è da salvaguardare in egual misura.
L’adozione di questa immediata soluzione rispetterebbe quanto disposto dal legislatore
relativamente al fatto che la modalità ordinaria di lavoro resti quella in presenza e, al
contempo, dimezzerebbe l’attuale rischio di esposizione al contagio per lavoratrici e
lavoratori.
La richiesta, più volte reiterata, per l’apertura di un tavolo che affronti il problema, che pure
ha trovato accoglimento verbale nell’Amministrazione, è superata dalla velocità con cui la
quarta ondata di contagi sta investendo l’Europa e il pianeta.
In attesa di un urgente e responsabile riscontro, invitiamo l’Amministrazione all’adozione di questa prima misura di buon senso e all’apertura di un tavolo per ridefinire il protocollo di
contenimento del contagio sottoscritto a suo tempo.
Roma, 23 novembre 2021
F.to F.to F.to F.to F.to F.to
FP-CGIL FIT-CISL/CISL-FP UIL-PA UIL-Trasporti USB-PI CIDA –FLP
Billi Ingrassia Conti Giametta Del Villano Concilio
Più volte, nel corso delle riunioni del tavolo sindacale, abbiamo rappresentato le diverse criticità che
il programma “Zucchetti” stava presentando. Non avendo avuto risposte, proponiamo un elenco
(non esaustivo) dei vari problemi che ci sono stati segnalati, nella speranza che trovino risposte nella
riunione di oggi:
– I corsi di addestramento allo Zucchetti sono avvenuti principalmente on line, in totale
assenza di un referente al quale proporre tutte le criticità, a mano a mano che si palesano.
Gli utenti gestori sono stati letteralmente “abbandonati” alla propria buona volontà, alla
concertazione tra colleghe, ai tentativi alla cieca.
– Nei tanti casi irrisolti, l’unico riferimento è il servizio di help–desk, che non conosce la
normativa e le molteplici variabili legate alla gestione del personale. Ai quesiti posti all’help–
desk arrivano puntualmente risposte frettolose e non risolutive, con invito, casomai, a
riaprire un nuovo ticket. Spesso il servizio risponde anche dopo due mesi dall’apertura ticket,
e altrettanto spesso c’è un rimpallo di competenze tra i servizi help–desk “Zucchetti” e
“HCM”.
– Fino ad agosto si può dire che il sistema Zucchetti ha quasi funzionato, visto che tutti i
lavoratori, in quel periodo, erano in lavoro agile. I problemi peggiori sono sorti da settembre,
quando improvvisamente, non vedendo computati i buoni pasto in lavoro agile, ci si è resi
conto che il sistema autonomamente cambiava i profili orari di tutti i dipendenti,
principalmente se la giornata veniva lavorata il giorno successivo, come dovrebbe essere in
presenza di timbrature. Questo comporta un grave problema, in quanto gli utenti gestori –
per ogni giornata e per ogni dipendente – devono verificare il profilo orario, districandosi in
una innumerevole sfilza di codici. A titolo esemplificativo, il piano orario delle ore 7:12 +
buono pasto (7:42) ha codice F02; spesso, questo codice è stato automaticamente sostituito
dal sistema con il codice F92 (ovvero ore 7:12 senza buono, per il computo di eventuali
assenze) o da F72 (che non mette il buono pasto e aggiunge anche un bel debito flessibilità
di quasi 50 minuti su un orario di servizio completo di h.7:42, rilevato con il badge). Quindi,
le modifiche ai piani orari avvengono anche in presenza di rilevazione al tornello oltre che
nei casi di lavoro agile. Questa problematica va moltiplicata per ogni dipendente e per ogni
piano orario.
– L’help–desk suggerisce di ripristinare il piano orario originale; ciò vuol dire che ogni giorno ci
si deve mettere prima a verificare che non sia stato modificato dal sistema, e nel caso modificarlo. Ricordiamo che il piano orario DEVE essere sempre quello, a meno che il lavoratore non decida di cambiarlo, con specifica istanza al Dirigente.
Di seguito altre problematiche riscontrate:
● L’utente gestore non vede i riepiloghi dei colleghi, per poter confrontare i saldi con il “GL
Pers”. Può accedere solo al proprio riepilogo.
● Servizio Esterno: pur avendo inserito correttamente le ore su “HCM” (8:00 – 15:42, quindi
7:12+pausa pranzo) non viene riconosciuto il buono pasto. Sulla questione sono stati aperti
tre ticket, senza nessun risultato. Per “Zucchetti” il servizio esterno intera giornata non ha
diritto al buono pasto.
● Art. 32 CCNL vigente: in alcuni casi non si riesce ad inserire su HCM il permesso per mancanza
di disponibilità, assolutamente non veritiera, delle 18 ore; in altri casi, su “Zucchetti” viene
inserito un debito orario di 30 minuti, pur avendo inserito su “HCM” un permesso 8:00–
15:12 (mentre il CCNL prevede un’imputazione di 6 ore).
● Identica situazione si presenta per la visita medica a ore o per l’intera giornata: non si riesce
ad inserirla su HCM per mancanza di disponibilità oraria non corrispondente al vero;
● Lo stesso problema si pone in caso di registrazione delle ore usufruite ai sensi della Legge
104: secondo il sistema, il dipendente avrebbe terminato i giorni di congedo parentale di cui
l’interessato non usufruisce (trattasi di permessi ai sensi della Legge 104…);
● Mancanza di un codice specifico per la malattia, in caso di cc.dd. terapie salvavita (codice
CM3 del GLPers).
A ciò si aggiungono problemi di carattere amministrativo, come ad esempio:
– la mancata attuazione dell’accordo sull’orario di lavoro del 14 ottobre 2020, o l’improvvisa
quanto improvvida introduzione della timbratura on line. L’accordo cita testualmente
”l’inizio della prestazione giornaliera può avvenire, in via straordinaria in concomitanza con
l’emergenza sanitaria, nella fascia oraria dalle ore 7:15 alle ore 11:30 …omissis … L’orario di
uscita sarà diretta conseguenza di quello di entrata” . Purtroppo, a chi entra alle 7:15 senza
la maturazione del buono pasto nella stessa giornata, verranno scartati 15 minuti. A chi
invece preferisce entrare dopo le 9:30, per evitare gli assembramenti sui mezzi pubblici,
verrà addebitato un ritardo su “Zucchetti” non recuperabile nella stessa giornata, ma dal
giorno successivo. Pertanto, a chi si ferma di più per completare l’orario di servizio, si è
costretti a mettere flessibilità positiva, invece che recupero ritardo.
– Quanto alla timbratura on line si pone il problema di come considerare le eventuali
eccedenze effettuate in modalità agile
– In merito alle decurtazioni di orario manca qualunque tipo di indicazione su come le stesse
vadano effettuate e/o inserite a sistema.
Temiamo, peraltro, che con l’introduzione della timbratura on line, NON VISIBILE sul GLPers, si
creeranno ulteriori discrepanze sui riepiloghi e sui saldi individuali di tutti i dipendenti, oltre al fatto
che lo storico GLPers verrà dismesso con la prossima riorganizzazione creando seri problemi a tutti
i gestori e ai loro gestiti.
In sostanza, il nuovo sistema di rilevazione delle presenze non tiene conto delle attuali norme
contrattuali: toglie il buono pasto, non fa prendere permessi cui si ha diritto e non fa recuperare un
ritardo nella stessa giornata. Sembra quindi che la piattaforma “Zucchetti” sia inadeguata alle nostre
esigenze e mal funzionante, tanto che al momento tutti i saldi e gli adempimenti di fine mese
vengono, come prima, estrapolati dal solo “GL Pers”.
Pertanto, queste OO.SS chiedono che il sistema Zucchetti venga “sospeso” fin quando lo stesso
non sia in grado di garantire al pari del GLPers la normale gestione informatizzata del personale
onde evitare inutili contenziosi e rallentamenti della rilevazione informatizzata del personale.
Roma, 23 novembre 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Francesca Valentini
CISL FP
Michele Cavo
Marco Sozzi
UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi
Vogliamo risposte per il futuro del lavoro e dei servizi pubblici. A Roma lunedì 22 novembre a Roma gli esecutivi unitari per sostenere con forza le nostre richieste: dal rinnovo dei contratti all’intervento sulle pensioni, dal rilancio della Pubblica amministrazione alla stabilizzazione di tutto il personale precario, dagli interventi su salute e sicurezza alla prossima riforma del fisco.
La manovra di Bilancio non contiene le risposte adeguate per il mondo del lavoro: le categorie dei servizi pubblici di Cgil, Cisl e Uil si mobilitano a sostegno delle richieste confederali.
A seguire i nostri interventi nel corso degli esecutivi di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.