A seguito delle numerose richieste da parte della struttura regionali e territoriale di Fp Cgil e Fp Cgil VVF, pubblichiamo la nota dell’Amministrazione, con la quale si procede all’avvio alle procedure di progettazione per la realizzazione della nuova sede
pubblichiamo la nota in merito ai lavori di manutenzione che interesseranno lo stabile di via Cavour
Pubblichiamo la nota di convocazione per l’affidamento del servizio di ristorazione e stipula contratti
Pubblichiamo le note di convocazione inviate dal Dipartimento della Funzione Pubblica in merito le riunioni per la prosecuzione delle procedure negoziali per il triennio 2019-2021, relative al personale non Direttivo non Dirigente e Direttivi e Dirigenti
In basso il comunicato stampa congiunto Nonna Roma e Fp Cgil
Nonna Roma e Fp Cgil, al tuo tampone ci penso io
Il diritto alla salute è un diritto universale, ed è per questo che abbiamo lanciato un’iniziativa per consentire di fare un tampone a chi altrimenti non potrebbe permettersi di pagarlo.
A più di un anno dall’inizio della pandemia, anche l’OMS continua a puntare sui test come strumento essenziale per rilevare la positività al Covid-19, ma nonostante il grande sforzo del nostro Sistema Sanitario nell’effettuare tamponi, spesso resta esclusa dal tracciamento la fetta più vulnerabile della nostra popolazione.
La pandemia ha infatti dato vita a nuove disuguaglianze: chi è più svantaggiato dal punto di vista economico e sociale incontra più barriere di accesso alle cure e ai servizi sanitari di base e difficilmente raggiunge le attività di tracciamento, di isolamento e di trattamento, rischiando così di diventare un veicolo di infezione anche per gli altri. Si tratta di tanti cittadini, famiglie in condizione di disagio, pensionati, migranti, senza fissa dimora, lavoratori in cassa integrazione e disoccupati che, provati dalla crisi economica, non possono permettersi un tampone.
Abbiamo deciso di fare la nostra parte per tutelare il diritto alla salute di tutti ed aiutare il tracciamento dei casi attraverso la somministrazione di tamponi rapidi gratuiti alle persone che supportiamo.
L’iniziativa “Al tuo tampone ci penso io” nasce con l’idea che la solidarietà, in tempi di pandemia, si fa con la prevenzione, dando la possibilità alle persone in difficoltà di avere accesso al tampone rapido gratuitamente. Vogliamo che la sanità pubblica arrivi a tutte e tutti, e se c’è chi rimane escluso dai servizi sanitari essenziali, è dovere di tutti noi mettere a disposizione ciò che abbiamo per loro.
I tamponi saranno eseguiti presso Nonna Roma grazie alla collaborazione della Funzione Pubblica della Cgil Nazionale che supporta questo progetto anche con medici e infermieri abilitati.
Dove e quando?
– Via Palmiro Togliatti 979 ogni domenica dal 25 aprile al 30 maggio;
– quartiere Tor Bella Monaca il 9 e 23 maggio;
– Via Silvano 15 a Pietralata il 16 e 30 maggio;
– rione Testaccio, il 2 maggio;
– quartiere Prati il 16 maggio;
– quartiere Primavalle il 16 maggio;
Chi ne avesse bisogno, può prenotare l’appuntamento per sottoporsi gratuitamente al test, telefonando al 327 3533781, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 14.
Si può inoltre sostenere l’associazione e, se necessario usufruire del servizio e sottoporsi a tampone presso le nostre sedi, con un contributo economico a partire da 10 euro.
Se invece vuoi sostenerci nella realizzazione di questa iniziativa, dona qui.
Appunti a margine dell’incontro 20 Aprile 2021 – Artt 17 e 18 CCNI
Martedì 20 aprile siamo tornati a parlare di artt. 17 e 18.
Questa storia infinita quindi si arricchisce di una nuova puntata sollecitata evidentemente dalla ormai prossima scadenza di giugno. L’Agenzia ha fatto una nuova proposta confidando di poter arrivare ad un accordo entro i prossimi 30 giorni.
Dopo aver letto la proposta, pur non sottraendoci al confronto, noi siamo meno fiduciosi. In effetti la proposta ricevuta è sostanzialmente sempre quella: art. 17 per gli 80 conservatori, art. 18 per tutti gli altri. Di questi ultimi alcune posizioni attribuite indipendentemente dal numero di lavoratori coordinati e connesse a funzioni specifiche soprattutto di staff ed altre, riferite a processi operativi, basate su un numero minimo di lavoratori di 12 unità.
Questo requisito dimensionale implica che rispetto alle posizioni odierne ci saranno meno team, giacché nelle strutture operative con meno di 24 persone non verranno costituiti.
La controparte ha specificato che cambia il compito del capoteam che avrà solo competenze organizzative e non dovrà più occuparsi direttamente dei processi. Oggi, afferma la controparte, ci sono le poer e con meno di 25 unità secondo l’Amministrazione una poer può benissimo agire senza la necessità di disporre di capiteam.
La procedura di selezione proposta ricalca quella prevista per le poer con qualche semplificazione.
Gli importi delle indennità sono sostanzialmente le attuali ma differenziate per grandezza della DP il che suona del tutto incongruo con il ruolo di coordinamento, non si capisce infatti quale difficoltà in più derivi dal coordinamento di 12 persone a seconda che siano in una dp di piccole medie o grandi dimensioni, sempre 12 restano.
Il nostro giudizio è sfavorevole.
Chiedevamo ruoli certi che sviluppassero le professionalità dei colleghi, retribuiti degnamente in relazione alle responsabilità e selezionati con criteri di trasparenza e contendibilità.
Ci propongono, al contrario, ruoli nebulosissimi e comunque deprofessionalizzanti rispetto agli attuali, graduati sulla base dei requisiti dimensionali delle DP e non in relazione alle attività e responsabilità e selezionati in modo totalmente discrezionale.
Così non comprendiamo come parte delle oo.ss. presenti al tavolo abbiano valutato positivamente la proposta dell’amministrazione. Qualcuno ha messo in evidenza che la riduzione delle posizioni ha l’indubbio vantaggio di ridurre l’incidenza sul fondo di sviluppo del personale delle indennità, il che è vero ma ci pare un po’ poco in quanto, visto il livello delle indennità previste, si riduce in modo ben più che proporzionale l’onere di finanziamento a carico dell’Agenzia.
Ci risulta chiaro però che l’idea di professionalizzazione dei colleghi che ha l’Agenzia sia perfettamente coerente con quanto previsto per le POER: margini di discrezionalità nella selezione e ricreare un cuscinetto tra chi fa e chi dirige, perpetuando tale categoria ad libitum in funzione del placet del direttore di turno.
Francamente questo principio non lo condividiamo, né lo abbiamo mai condiviso nel passato.
Riteniamo anzi che si tratti di una scelta organizzativa divisiva e di una declinazione del principio della meritocrazia che in questi termini non possiamo accettare.
Per noi la meritocrazia si basa su valori trasparenti ed oggettivamente valutabili, su risultati e su una organizzazione condivisa, ma non vediamo niente di tutto questo. Continueremo la discussione sperando che anche le altre ooss comprendano il punto realmente in discussione al di là dei singoli dettagli.
FP CGIL Nazionale
Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini
Dott. Raffaele Tangorra
Segretario Generale del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
segretariatoGenerale@lavoro.gov.it
segretariatogenerale@pec.lavoro.gov.it
Dott.ssa Stefania Cresti
Direzione Generale per le politiche del
personale, l’innovazione organizzativa, il
bilancio – UPD – Divisione II
dgpersonale@lavoro.gov.it
DGPersonaleDiv2@lavoro.gov.it
Oggetto: mancata pubblicazione graduatoria progressioni economiche 2020
In riferimento alla comunicazione intranet del 20 aprile 2021 della DG PIOB in cui viene annunciato che l’esito delle procedure per le progressioni economiche sarà comunicato “direttamente a ciascun interessato” queste OO.SS, nello stigmatizzare il comportamento dell’amministrazione, chiedono che venga disposta l’immediata pubblicazione delle graduatorie.
Si rappresenta, al riguardo, che gli obblighi di pubblicazione concernenti le progressioni di carriera previsti dalla normativa vigente e dalle Linee Guida del Garante Privacy, oltre al mantenimento di corrette relazioni sindacali, garantiscono e tutelano anche gli interessi dei lavoratori eventualmente esclusi.
Si resta in attesa di un urgente riscontro.
Roma, 21 aprile 2021
FP CGIL
Giuseppe Palumbo
Francesca Valentini
CISL FP
Michele Cavo
Marco Sozzi
UIL PA
Bruno Di Cuia
Orlando Grimaldi
Al Ministro della Giustizia
Prof.ssa Marta CARTABIA
gabinetto.ministro@giustiziacert.it
Sig.ra Ministra,
Abbiamo più volte sollecitato un incontro con la S.V. per rappresentare le problematiche che affliggono il Ministero della Giustizia e che coinvolgono in particolare il personale del Comparto Funzioni Centrali.
Questi lavoratori operano da tempo in condizioni di estrema difficoltà.
Proprio perché la Giustizia è una attività strategica per lo Stato, contemplata come tale dalla stessa Carta Costituzionale, ed in conseguenza del gravissimo ritardo accumulato nella digitalizzazione delle procedure, nonostante gli ingenti investimenti in tecnologie, i nostri colleghi, malgrado la pandemia, hanno dovuto e debbono espletare la propria prestazione lavorativa quasi esclusivamente in presenza, soprattutto nell’organizzazione giudiziaria e nell’amministrazione Penitenziaria, e sopportano carichi di lavoro cresciuti a dismisura in conseguenza delle gravissime scoperture di organico. Purtroppo questo ha comportato una ridotta applicazione delle misure di sicurezza previste per la prevenzione della pandemia esponendo i lavoratori a maggiori rischi e pesanti conseguenze nei livelli di diffusione del contagio.
A questa situazione, obbiettivamente grave, si aggiunge la pessima gestione del personale e delle relazioni sindacali Per quel che riguarda l’amministrazione giudiziaria: la mancata attuazione dell’accordo del 26.04.2017 ha negato ai lavoratori degli uffici giudiziari le progressioni giuridiche tra le aree (transito degli ausiliari in area seconda, passaggio dei contabili, degli assistenti informatici e linguistici in area terza nonché lo scorrimento integrale delle graduatorie formate ex art. 21 quater L. 132/15 per funzionari giudiziari e per funzionari NEP) e nelle aree (cambio di profilo: da conducente di automezzi ad operatore giudiziario; da operatore giudiziario ad assistente giudiziario; da assistente giudiziario a cancelliere esperto; da funzionario giudiziario a direttore); la mancata attuazione dell’accordo di mobilità, sottoscritto dopo mesi di trattative nello scorso mese di luglio, ha privato i medesimi della possibilità di trasferirsi nelle sedi più ambite, nel frattempo assegnate ai neo assunti; la mancata attuazione dell’art. 492 bis cpc (ricerca telematica dei beni da pignorare) ha privato i cittadini della possibilità di fruire di un servizio di recupero crediti veramente efficiente. A ciò si aggiunge la gravissima situazione degli altri settori della Giustizia (amministrazione penitenziaria, giustizia minorile e di comunità, archivi notarili), settori in cui le
progressioni economiche sono oggettivamente marginali, le procedure previste dall’articolo 21 quater L 135/15 hanno escluso il personale che poteva essere interessato con una evidente discriminazione rispetto agli altri dipartimenti, gli accordi sulla mobilità faticano ad essere attuati in tutti i dipartimenti, l’aumento dei carichi di lavoro costringe il personale a prestazioni di lavoro insostenibili che nel penitenziario le amministrazioni continuano a pretendere in presenza, osteggiando l’utilizzo del lavoro agile, come precedentemente descritto, per un pregiudizio ideologico neanche tanto celato. Settori nei quali, tra l’altro, in conseguenza dei massicci pensionamenti al conclamato sottodimensionamento degli organici, si aggiunge la gravissima carenza di personale.
Incomprensibile e fortemente lesivo dei diritti dei lavoratori è l’inerzia del Ministero in merito al FRD 2019 ossia al salario accessorio dei lavoratori per le prestazioni rese nell’anno 2019. Circa dieci mesi fa, e comunque già in grave ritardo, è stata sottoscritta la ipotesi di accordo per il pagamento delle relative somme e per l’attuazione di una ulteriore procedura di progressione economica. Ebbene da allora nulla è stato fatto, neppure per ovviare ai rilievi che pare siano stati mossi sul contenuto del documento sottoscritto da parte degli organi di controllo. Ancora più grave è la vicenda del salario accessorio per prestazioni rese nell’anno 2018 che non risulta pagato negli Archivi Notarili ed ai lavoratori di via Arenula. Presso quest’ultima sede si è ancora in attesa della convocazione del tavolo negoziale per la definizione dei criteri di pagamento delle somme. Nulla si sa ancora del FRD relativo al salario accessorio per l’anno 2020 e per il corrente anno. Nulla si sa in merito ad eventuali ulteriori progressioni economiche. A tale noncuranza del Ministero si aggiunge la esiguità dei salario accessorio dei lavoratori della Giustizia il quale, nonostante l’incremento disposto dall’ultima legge di bilancio (che però non ha riguardato gli archivi notarili), è ridotto ai minimi termini ed è comunque di molto inferiore a quello medio pagato ai lavoratori delle altre pubbliche amministrazioni.
La situazione sopra descritta richiede che la Ministra della Giustizia incontri senza ulteriori ritardi le rappresentanze sindacali anche dei lavoratori delle funzioni centrali così come già avvenuto per le OO. SS. del Corpo di Polizia Penitenziaria e della Dirigenza Penitenziaria. Per tale motivo Le chiediamo di calendarizzare nel più breve tempo possibile un incontro con le OO. SS. del Comparto Funzioni Centrali per la definizione delle tante, troppe problematiche che, unitamente alla pandemia, gravano sulle già troppo provate spalle dei lavoratori.
Distinti saluti
Roma, 21 aprile 2021
FP CGIL CISL FP UIL PA
Oliverio Marinelli Bordini
Pubblichiamo il decreto relativo al mese applicativo degli AA.VV.P. del 89° corso, emanato dalla Direzione Centrale per la Formazione
Pubblichiamo la nota inviata per conoscenza dal Dipartimento, riguardo la profilassi vaccinale in favore del personale del comparto sicurezza e Vigili del Fuoco.
LE QUINTE COLONNE CHE NON TI ASPETTI!
Come avevamo chiesto lo scorso 2 aprile, invitando l’Amministrazione, dopo la validazione da parte del Ministero del Lavoro del precedente Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale (P.T.F.P.) 2020/2022, ad effettuare una convocazione specifica del Tavolo nazionale “al fine di avere chiarezza sulle politiche assunzionali dell’Istituto e sui relativi tempi non solo per l’importanza in sé della materia, ma anche per i riflessi che le politiche assunzionali generano sulle progressioni verticali”, si è svolto ieri il “confronto” sui contenuti del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale per il triennio 2021/2023.
Pur prendendo atto dell’impegno profuso dall’Istituto sul versante delle assunzioni, a fronte di un progressivo depauperamento del personale che, nel solo 2020, ha fatto registrare un’emorragia di 2.095 colleghi cessati dal servizio, abbiamo evidenziato nei nostri interventi una serie di punti di caduta che non ci consentono di esprimere, ad oggi, una valutazione positiva sul documento programmatico nel suo complesso.
Andiamo per gradi.
Nel Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023 l’Inps prefigura un volume complessivo di 9.139 assunzioni su tutti i profili a fronte, sempre per lo stesso arco temporale 2021/2022/2023, di 4.913 cessazioni dal servizio (da maggio 2021 a dicembre 2023) con un saldo positivo che tuttavia, al termine dello stesso triennio, colloca, comunque, la consistenza del personale dell’Istituto, la previsione è di 27.913 unità al 31.12.2023, ampiamente al di sotto del fabbisogno sostenibile quantificato dalla stessa Amministrazione in 29.691 dipendenti.
A fronte di un impegnativo piano assunzionale, inserito in un atto squisitamente politico qual è il Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale che rappresenta il documento programmatico nel quale l’Istituto ridisegna annualmente le sue politiche assunzionali aggiornando, progressivamente, il precedente Piano, avremmo gradito la presenza, ad una riunione così importante per il futuro del nostro Ente, dei Vertici politici dell’INPS per discutere, con chi dovrà deliberare l’approvazione del documento predisposto dalla Tecnostruttura, di alcune scelte “politiche” che costituiscono i punti di caduta della proposta. Si tratta di vere e proprie criticità rispetto alle quali è mancato per noi l’interlocutore principe, ossia il Presidente e l’intero Consiglio di Amministrazione ai quali chiediamo, sin da adesso, un confronto per discutere scelte incomprensibili per noi, ma che costituiscono, abbiamo constatato con nostra viva sorpresa, indirizzi comprensibilissimi e condivisi da un’organizzazione sindacale, Usb, con il complemento di Confintesa, che ha sposato alcune opzioni espresse dal P.T.F.P. .
Ci riferiamo in primo luogo alla scelta dell’Amministrazione da noi contestata, una scelta politica nel solco della Presidenza Boeri, di non programmare per il triennio 2021/2023 assunzioni in area B con l’importante effetto di inibire di riflesso ulteriori progressioni verticali dall’area A all’area B rispetto ai 14 (sic!) passaggi previsti nell’ultimo bando, lasciando così nel dimenticatoio 267 colleghi che hanno superato le ultime selezioni per l’accesso all’area superiore.
Infatti, a fronte di un fabbisogno in area B di 3.573 unità e di una consistenza, a fine 2021, di 3.000 colleghi, per effetto di cessazioni e di ulteriori progressioni verso l’area C che porterebbero ad esaurire di fatto, unica nota positiva, l’attuale graduatoria dei passaggi da B a C, l’Amministrazione ha ribadito la scelta strategica, da noi criticata, di non contemplare assunzioni in area B incrociando, in una corrispondenza di amorosi sensi, le argomentazioni del rappresentante di Usb che ha testualmente dichiarato “non esserci in INPS le condizioni per far passare in area B i 267 colleghi che hanno superato le ultime selezioni” rincarando la dose con l’affermazione che “un sindacato serio che svolge correttamente la sua funzione non si limita a seguire le giuste aspettative dei lavoratori di area A”, invitando i partecipanti alla riunione a spostare ad un livello superiore, quello ARAN, la discussione sulle problematiche dei colleghi di area A e B.
A parte il goffo tentativo di spostare su altri tavoli sindacali le questioni che attengono al personale dell’Istituto ed alle scelte di questo Ente che non sono certo di competenza del Tavolo ARAN e di difendere la scelta politica e non tecnica dell’Amministrazione di non operare assunzioni in area B (si è arrivati a dire che la mancata previsione di assunzioni in area B è indicativa della volontà dell’Istituto di non alimentare il cosiddetto mansionismo: questo significa che in futuro un diplomato dall’esterno non avrà alcuna prospettiva assunzionale in INPS, mentre altre pubbliche amministrazioni assumono nella relativa area professionale!), una scelta che se fosse stata fatta nel 2007 avrebbe precluso l’accesso a 319 ragazzi entrati con l’ultimo concorso a B1, per non parlare delle centinaia di colleghi transitati in area B attraverso i processi di mobilità inter-enti negli anni passati, la posizione di Usb ci è apparsa del tutto incomprensibile e ha dato modo alla Delegazione di parte datoriale di avere gioco facile nel rintuzzare le nostre richieste che restano quelle di contemplare nel piano assunzionale 2021/2023 ingressi in area B tali da permettere un progressivo transito dei 267 colleghi presenti nella graduatoria delle progressioni dall’area A all’area B.
Lo stesso “soccorso rosso” di Usb verso l’Istituto lo abbiamo registrato sul versante della vigilanza ispettiva in quanto, ben consapevoli dell’esistenza di un ruolo ad esaurimento che abbiamo più volte chiesto di rimuovere dalla legislazione vigente, richiesta di cui un tempo il Presidente si era fatto latore presso le istanze governative e parlamentari e di cui abbiamo perso traccia nei radar dell’Istituto, a fronte di un nostro rilievo sul silenzio rispetto al personale ispettivo nel PTFP 2021/2023, Usb è prontamente intervenuta con una domanda retorica a difendere la scelta dell’Amministrazione invitando, anche qui, i presenti a spostare altrove il tavolo di confronto! Ogni commento lo lasciamo ai colleghi.
Ulteriori punti di caduta del PTFP 2021/2023 li abbiamo riscontrati sul versante dei rami professionali dove, a fronte di un incremento dei professionisti del ramo tecnico-edilizio che nell’arco del triennio 2021/2023 registrerà un incremento di 29 unità (54 assunzioni a fronte di 25 cessazioni), evidenziamo un arretramento nello stesso periodo sul ramo statistico-attuariale (6 cessazioni a fronte di nessuna assunzione con un depauperamento degli organici del 15%) e su quello legale (15 assunzioni a fronte di 20 cessazioni sempre nel triennio 2021/2023, nonostante nel precedente P.T.F.P. 2020/2022 fossero previste 27 assunzioni: su questo il direttore centrale risorse umane ha assicurato che quelle ulteriori 12 assunzioni saranno recuperate nel P.T.F.P. 2022/2024).
Confermati i comandi in entrata per 141 tra infermieri (63) e geometri (78) a partire dal 1° luglio 2021 sulla base di uno specifico bando di cui attendiamo la pubblicazione con l’auspicio che quei comandi possano tradursi in assunzioni vista l’atavica carenza che si registra in quei profili specialistici.
In chiusura di riunione abbiamo rinnovato la richiesta di una rivalutazione da parte dell’Istituto delle richieste di assegnazione provvisoria presentate ai sensi dell’art. 42 bis del D.lgs. n.151/2001 (tutela della genitorialità) e della Legge n.104/1992 (tutela della disabilità), mentre sulla proroga dello smart working emergenziale l’Amministrazione ha detto di attendere le decisioni dell’autorità di governo sulla proroga dello stato di emergenza sanitaria.
Roma, 21 aprile 2021
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola