CCNI 2020/2021: L’AMMINISTRAZIONE ACCETTA LA NOSTRA PROPOSTA!

Riunione interlocutoria, ma foriera di possibili sviluppi positivi per la contrattazione integrativa e per la definizione di altre problematiche di stretta attualità all’interno dell’Istituto quella che si è svolta ieri tra le organizzazioni sindacali e la delegazione di parte datoriale alla presenza del Presidente e del Direttore generale.
Andiamo per gradi.
L’Amministrazione accetta la nostra proposta (vedi comunicato dell’8 marzo 2021 che si allega) di discutere un contratto integrativo di Ente biennale 2020/2021. La proposta, come scrivemmo un mese addietro, permette non solo di allineare la contrattazione integrativa all’anno corrente, mettendoci al riparo da eventuali rilievi, sempre in agguato all’interno dell’Inps e nei Ministeri vigilanti, circa l’erogazione dei trattamenti economici incentivanti, ma consentirebbe anche al Tavolo nazionale, una volta definita l’ipotesi di CCNI 2020/2021, di affrontare, nel secondo semestre dell’anno, liberi dalla “spada di Damocle” di un contratto integrativo 2021 da inseguire a fine anno dopo la certificazione del CCNI 2020, una serie di temi di primaria importanza per il personale dell’Istituto (es. confronto sul Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023, rivisitazione del regolamento sui prestiti al personale, intesa sull’utilizzo dei risparmi maturati nel 2020 non negoziabili con il CCNI 2020, ma solo con forme negoziali di competenza del 2021 come recita l’art.1, comma 870, della Legge n.178/2020, utilizzo delle graduatorie relative alle recenti progressioni verticali). Il CCNI 2020/2021 offrirebbe la possibilità, inoltre, di attivare nell’anno corrente le procedure per le progressioni orizzontali all’interno delle aree che, al contrario, non potrebbero trovare spazio in un CCNI 2020 considerato che l’anno di riferimento del contratto, ossia il 2020, è già trascorso e si rischierebbe di saltare anche il 2021 visto che un CCNI 2021 scisso dal CCNI 2020, realisticamente, potrebbe essere discusso solo dopo la certificazione dello stesso CCNI 2020.
Alla luce di tali considerazioni diventano del tutto incomprensibili, se non si vuole accedere a forme di autolesionismo, le argomentazioni di chi, Confintesa ed Flp, nel corso della discussione si è opposto ad una proposta dettata da semplici ragioni di convenienza generale, di opportunità e di buon senso.
Nel corso della riunione, considerata la presenza del Presidente e del Direttore generale, abbiamo posto all’attenzione dell’Amministrazione una serie di argomenti non inseriti all’ordine del giorno:
• allineamento verso il massimo, una richiesta più che giustificata dall’enorme sforzo produttivo fatto dall’Istituto nel suo complesso nel corso dello scorso anno, di tutte le sedi territoriali, comprese le tre sedi a 90 sull’incentivo speciale e le sei sedi a 100 sull’incentivo ordinario;
• accordo stralcio sull’erogazione del TEP per chi ha maturato il requisito di accesso nel corso del 2020;
• accordo sulla destinazione dei risparmi, sono circa 11 milioni di euro, derivanti dalle risorse finalizzate a remunerare le prestazioni di lavoro straordinario e non
utilizzate nel corso del 2020;
• definizione delle domande di assegnazione provvisoria, sia di quelle giacenti senza provvedimento sia di quelle prossime alla scadenza e suscettibili di proroga, presentate ai sensi dell’art.3 della Legge n.104/1992 oppure ai sensi dell’art.42 bis del D.lgs. n.151/2001 (sul punto il Presidente ha preannunciato una riunione con i direttori regionali delle sedi coinvolte al fine di individuare, come noi auspichiamo, una soluzione normativamente orientata verso il rispetto di quei principi di tutela della disabilità e della genitorialità proclamati dal legislatore);
• accordo per la rivisitazione del regolamento sui prestiti al personale così come convenuto nella dichiarazione congiunta inserita nel verbale di intesa del 2020 (ricordiamo che la nostra richiesta era e resta quella di portare da 120 a 180 rate il piano di ammortamento in modo da incrementare sensibilmente il capitale mutuabile parametrato sul quinto cedibile).
In chiusura di riunione il Presidente ha preannunciato l’inserimento nel Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023 di un programma assunzionale di circa 5.000 dipendenti nell’arco del triennio di riferimento e l’imminente sblocco del DM che il Governo avrebbe dovuto emanare entro marzo 2020 (sic!) per la riapertura dei termini di adesione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (meglio nota come Fondo dello 0,35%).
I lavori del Tavolo nazionale sono stati aggiornati a martedì 13 aprile per la prosecuzione del confronto su una nuova bozza di CCNI che, a questo punto, contemplerà le due annualità 2020 e 2021.

Roma, 08 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

Pubblichiamo la richiesta unitaria Fp Cgil Fns Cisl e Confsal VVF riguardo la pianificazione didattica dei corsi in ingresso per Allievi Vigili del Fuoco e la reale mancanza di organici del Corpo

Pubblichiamo la nota unitaria Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal in merito la richiesta di emanazione di bandi di concorso interni ed esterni per le qualifiche di Ispettore Logistico Gestionale e Informatico, si richiede inoltre l’avvio di valutazione di merito comparativo per i 7 posti di Dirigente Logistico  Gestionale e Informatico.

A seguito dell’incontro tenutosi con l’Amministrazione in merito la discussione sul rinnovo contrattuale triennio 2019-21 pubblichiamo il resoconto unitario Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Confsal VVF

Appuntamento alle ore 17 @fpcgilsanita

Covid19, salute e sicurezza per chi lavora in sanità. In diretta le risposte alle tue domande. Riparte da questo tema ‘La Cura dei Diritti’, il servizio di domande e risposte promosso dalla Fp Cgil attraverso dirette Facebook e dedicato alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità. Appuntamento lunedì 12 aprile a partire dalle ore 17 sulla pagina Facebook della Fp Cgil Sanità (fb.me/fpcgilsanita). È possibile inviare le domande commentando sotto il post di annuncio della diretta qui, inviando sempre alla pagina dei messaggi privati oppure scrivendo a sanita@fpcgil.it.

Un appuntamento rivolto agli operatori sanitari per accendere un faro sul tema Covid-19 e le misure previste per tutelare salute e sicurezza: dal ruolo delle aziende ai protocolli sottoscritti, passando per il contributo del sindacato e degli Rls. Sarà Marco Vitelli, della Fp Cgil Sanità, ad occuparsi di fornire le risposte alle domande raccolte prima e durante la diretta. L’iniziativa sarà aperta dalla segretaria nazionale, Barbara Francavilla, a chiudere invece il segretario nazionale, Michele Vannini.

SPASMODICHE ATTESE E MANCATE SOLUZIONI: LA STORIA INFINITA CHE DEVE FINIRE

Tutte le lavoratrici e i lavoratori dell’INL conoscono bene l’annosa vicenda relativa alle progressioni economiche, partita con il bando del 2010 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Finalmente, dopo dieci anni dall’ultimo bando di progressioni, si è faticosamente riusciti a sottoscrivere un accordo – prima parzialmente modificato dal Dipartimento della Funzione Pubblica, poi nuovamente sottoscritto – che ha inteso dare risposta anzitutto a coloro che da anni aspettavano almeno uno “scatto” economico.
Si è partiti, quindi, con una procedura informatica che avrebbe dovuto garantire celerità e, invece, mesi fa ci è stato detto che circa trecento domande non risultavano validata: si tratta di trecento “smemorati” che hanno dimenticato di confermare la propria domanda o di trecento sfortunati a cui il sistema non ha consentito di farlo? Nel dubbio, si è deciso di evitare che questi trecento lavoratori venissero esclusi dalla procedura, per scongiurare l’altissimo rischio di ricorsi rinviando ad un momento successivo le opportune verifiche. Tuttavia, questo ulteriore blocco ha fatto slittare la decorrenza delle progressioni di un anno.
Nel corso degli ultimi incontri, l’Amministrazione ci ha sempre garantito che entro il mese di marzo le progressioni si sarebbero chiuse con pubblicazione delle graduatorie. Non avendo precisato l’anno di riferimento, non vorremmo ci si riferisca a marzo 2022!
Infatti, ad oggi, 7 aprile 2021, non abbiamo nessun riscontro sulla chiusura dell’intera procedura, né sull’imminente pubblicazione delle graduatorie.
Ovviamente non possiamo tralasciare che è in corso anche la procedura delle progressioni “verticali”, che interessa quei colleghi, ancorché in numero non molto elevato per i noti condizionamenti normativi, che comunque da quasi 18 anni aspettano una possibilità di riqualificazione professionale. Anche per questo ripetutamente, su nostra sollecitazione abbiamo chiesto tempi certi e ristretti di conclusione, con anche una chiara indicazione sugli argomenti che saranno oggetto del vastissimo programma di cui al bando. Non vorremmo che si attuino percorsi di esami rigidi ed estremamente selettivi per questi colleghi, molti dei quali già svolgono mansioni ascrivibili al profilo professionale di terza area, quando si sono fatte assunzioni fin troppo semplificate attingendo da graduatorie esterne, e con un percorso di poco più di una settimana addirittura si è proceduto al cambio di profilo professionale. L’Amministrazione si è sempre dichiarata concorde, ad oggi comunque nessun riscontro. Questi colleghi sarebbero di sollievo alla grave carenza in organico di personale amministrativo che si accentuerà ancor di più entro la fine del 2021 per l’uscita di alto numero di colleghi già chiara ed evidente da tempo.
Ancora, avevamo chiesto un confronto sulle ferie residue 2020 (su cui ovviamente ogni Ufficio continua ad andare per conto suo) e sul buono pasto in regime di smart-working problemi ancora irrisolti. Nessun riscontro.
Abbiamo da poco ricevuto convocazione per il 15 aprile, per avere una “informativa sull’iter delle procedure relative alla progressioni orizzontali e verticali”.
In quella data, sia chiaro, non ci accontenteremo di ulteriori vaghe promesse o generiche informative. Pretendiamo di avere, quel giorno, una data precisa di pubblicazione delle graduatorie, senza la quale ci riserviamo ogni azione a tutela dei lavoratori per smuovere l’Amministrazione da questa irrazionale immobilità, anche con la ricerca di altri tavoli negoziali sin da ora.
I lavoratori di questa disastrata Amministrazione, già fortemente demotivati, non meritano ulteriori interminabili attese.

Roma, 7 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Capo Dipartimento DAG
DIRETTORE GENERALE
D.ssa Valeria VACCARO

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Capo Dipartimento DF
DIRETTORE GENERALE
D.ssa Fabrizia LAPECORELLA

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Capo Dipartimento RGS
DIRETTORE
Dott. Biagio MAZZOTTA

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Capo Dipartimento
DIRETTORE
Dott. Alessandro RIVERA

E, p.c. Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
DAG – Ufficio Relazioni Sindacali
DIRIGENTE
Dott. Ernesto PERNA

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze
Direzione Giustizia Tributaria
DIRETTORE
Dott. Fiorenzo SIRIANNI

Oggetto: Dotazioni informatiche MEF – Lavoro Agile

La FP CGIL ha condotto un sondaggio aperto destinato ai lavoratori MEF su scala nazionale, relativamente alla fornitura da parte dell’Amministrazione di strumentazione idonea al lavoro agile.
I dati a nostra disposizione mostrano che ad oggi il 43% dei lavoratori non ha ancora ricevuto la strumentazione informatica necessaria a svolgere le proprie mansioni da remoto. I ritardi nella distribuzione si concentrano nel Dipartimento finanze, sedi centrale e periferiche (CTT), negli UCB e nelle RTS. L’11.8% dei lavoratori non ha ricevuto strumenti anche a fronte di esplicita richiesta ai superiori, ricevendo in alcuni casi risposte che rinviano a fine 2021 la prospettiva di ricevere qualsiasi dotazione.
D’altro canto, i lavoratori che hanno ricevuto la strumentazione necessaria (all’incirca il 57%) dichiarano
di aver avuto accesso alla fornitura attraverso le procedure più disparate: ad alcuni è stato fornito un portatile su iniziativa del proprio superiore gerarchico, mentre ad altri è stata concessa la strumentazione dopo specifica richiesta, talvolta da rivolgersi al proprio dirigente e talvolta al Direttore generale.
Si chiede pertanto all’Amministrazione, stante il recente stanziamento di fondi emergenziali e l’acquisto
da parte del MEF di computer e accessori per la connettività, di rendere noti ai diversi Dipartimenti i criteri e i metodi di distribuzione degli stessi e di procedere ad una copertura omogenea e tempestiva di tutti i lavoratori.
Dando atto all’Amministrazione di una azione puntuale nei confronti di buona parte dei lavoratori, è di
tutta evidenza infatti che non rendere universalmente disponibili le strumentazioni tecnologiche configura una possibile discriminazione per una parte consistente dei dipendenti, sia in termini di maggiore usura delle proprie strumentazioni, sia in quanto violazione del diritto ad un trattamento omogeneo all’interno della stessa Amministrazione.
Si segnala inoltre che l’indagine ha rilevato da parte dei lavoratori forte attenzione ad aspetti critici del
lavoro agile emergenziale: scarsa sicurezza dovuta alla scadente ergonomia delle postazioni di lavoro; poca versatilità degli applicativi per il lavoro in remoto, a scapito dell’operatività; mancato rispetto del diritto alla disconnessione; richiesta di ristoro economico per consumi elettrici, carta, stampante; richiesta di percepire i buoni pasto in lavoro agile come riconosciuto in altre Amministrazioni pubbliche.

FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini

“Serve un new deal per la salute fondato su quattro cardini: un nuovo modello organizzativo incentrato sulla presa in carico delle persone nell’arco della loro vita; il lavoro da ricomporre e valorizzare, attraverso il rinnovo dei contratti, e da incrementare con un piano straordinario di assunzioni; un nuovo patto istituzionale fra Stato e Regioni finalizzato ad una reale universalità del diritto alla salute; un piano pluriennale trasparente di investimenti mirati anche all’innovazione, tecnologica, di processo e clinica”. È in estrema sintesi la proposta della Fp Cgil per un piano di riforma del Servizio socio sanitario nazionale, che il sindacato rilancia oggi in occasione della Giornata mondiale della Salute.

Azioni da mettere in campo, spiega il sindacato, “e che nascono dall’esperienza di gestione della pandemia e delle risorse previste per la Sanità del Recovery Fund, in vista del Global Health Summit 2021 che si terrà a Roma il 21 maggio, centrato sulle sfide da affrontare legate all’emergenza sanitaria che la pandemia da Covid-19 ha fatto esplodere”. Tre gli obiettivi della proposta di riforma della Fp Cgil: “Rendere esigibile il diritto alla salute delle persone in ogni fase della propria vita; valorizzare il lavoro di tutte e tutti coloro, operatori e operatrici, che rendono questo materialmente possibile; rendere il Servizio socio-sanitario nazionale davvero pubblico e universale”. Obiettivi da perseguire e raggiungere per ridisegnare il nostro sistema sanitario in una cornice più ampia di welfare dei diritti universali: “Abbiamo proposte, che partono dalla centralità della persona e del territorio, valorizzando il lavoro, che vogliamo discutere con tutti i soggetti in campo per non sprecare un’occasione irripetibile: riformare il servizio socio sanitario nazionale”, conclude la Fp Cgil.

Al Capo di Gabinetto
del Ministro della Giustizia
dott. R. Piccirillo

Al Capo Dipartimento DAP
dott. B. Petralia

Al Direttore Generale Personale DAP
Dott. M. Parisi

Al Capo Dipartimento DGMC
dott.ssa G. Tuccillo

Al Direttore Generale personale DGMC
Dott. G. Cacciapuoti

Oggetto: misure urgenti di contrasto del “Covid-19”

In data 16 marzo 2021 FP CGIL, CISL FP e UIL PA avevano chiesto a codeste amministrazioni di
diramare stringenti ed efficaci disposizioni ai responsabili di ciascuna articolazione territoriale
dell’Amministrazione posta nelle c.d. zone rosse, in modo da garantire la corretta applicazione del regime di lavoro agile e consentire la presenza in servizio del personale esclusivamente per le attività indifferibili, come previsto all’art. 48 del DPCM 2 marzo 2021.
Purtroppo, malgrado nella stessa lettera fosse stato lamentato che gli uffici e gli istituti sparsi sul territorio nazionale stavano applicando poco o affatto la norma sopra richiamata, codeste amministrazioni non hanno assunto alcuna iniziativa e le conseguenze di tale scelta sono oggi sotto gli occhi di tutti.
A distanza di oltre 20 giorni da quella data continuano ad arrivare molteplici segnalazioni di lavoratori
delle funzioni centrali a cui negli istituti viene concesso al massimo un giorno a settimana in lavoro agile e per quattro giorni sono obbligati a lavorare in presenza, mentre negli uffici dell’esecuzione penale esterna ci si ostina ad imporre servizi in presenza anche nella giornata del sabato e la concessione del lavoro agile varia da un territorio all’altro.
Considerato che il numero dei contagi e soprattutto dei decessi causati dall’epidemia non tende a
diminuire, la scelta operata da codeste amministrazioni non è comprensibile e, soprattutto, non è più
tollerabile. Per tale motivo si chiede di emanare immediatamente disposizioni precise e stringenti sul rispetto delle norme in vigore a tutti gli istituti e uffici distribuiti sul territorio nazionale.
Distinti saluti

FP CGIL                CISL FP              UIL PA
Prestini                   Marra                 Amoroso

Risoluzione presentata ed approvata al Comitato Esecutivo EPSU del 7 e 8 aprile 2021 –

[ IT – EN – ES – FR ]

 

Per una UE che difenda il pubblico a favore dei cittadini presentata da CCOO FSC, CCOO Sanidad, UGT FeSP, CGT Santé, CGT des Services Publics, Sek, FPCGIL, Cisl FP, UIL FPL, UilPA.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) costituisce una grande sfida per l’intera Europa. Per la prima volta dopo molto tempo, a causa di una pandemia che ha sconvolto il mondo intero, l’Unione Europea, con il varo delle risorse del Recovery Fund, si è riscoperta Comunità per far fronte alla più grave crisi degli ultimi 100 anni. In questo quadro si richiede all’Europa ed alla politica europea la necessaria attenzione ad un progetto di ricostruzione sociale ed economica segnato da una visione ad ampio spettro, improntata al futuro e a maggiore equità, innovazione, alla riconversione delle attività produttive con un forte investimento nella ricerca, nella digitalizzazione e nella innovazione organizzativa dell’attività delle amministrazioni pubbliche, nonché nella ricostruzione di un sistema sociosanitario pubblico universale più vicino ai cittadini. La crisi ha messo in evidenza tante dimensioni della disuguaglianza che creano disvalore e devono essere superate. In particolare non va dimenticato che in questa crisi il conto più salato, non solo sociale ma anche economico, lo hanno pagato le donne, che tra l’altro rappresentano il 76% delle persone impiegate complessivamente nel settore sanitario, uno dei più esposti al Covid-19. Inoltre, le donne sono sovra rappresentate nei servizi essenziali rimasti aperti durante la pandemia, che vanno dalla vendita all’assistenza all’infanzia. (Nell’UE, le donne rappresentano l’82% di tutte le persone addette alle casse e il 95% delle persone impiegate nei lavori domestici e assistenziali). Le donne predominano anche nel lavoro non in presenza. L’impatto del Covid-19 sulle donne è netto e prende la stessa direzione in tutto il mondo. Va evitato che a un anno dalla diffusione dell’epidemia di coronavirus questa ricaduta sociale ed economica possa innescare impatti a lungo termine sull’uguaglianza di genere. La pandemia ha reso evidente ciò che fino a ieri era solo denuncia: se non si investe nel sistema pubblico società ed economia sono più esposte al rischio. Cambiare passo significa valutare non solo quanto si spende per il sistema dei servizi pubblici ma anche la qualità della spesa e come vengono fatti gli investimenti, superando definitivamente la stagione dei tagli lineari e dell’austerità,considerando il servizio pubblico come in grado di creare Valore economico e sociale. Per questo bisogna investire sulla modernizzazione e sulla formazione professionale per creare amministrazioni pubbliche che possano rispondere alla domanda degli utenti mettendo le lavoratrici ed i lavoratori nelle condizioni di lavorare in sicurezza, stabilità e di benessere organizzativo. Se il servizio pubblico verrà valorizzato come elemento su cui si fonda la cittadinanza attraverso la garanzia di diritti universali e si procederà a investimenti su occupazione e risorse si potrà realizzare quel necessario cambiamento nei servizi pubblici che renderà ilpubblico leva produttiva ed efficace nella soddisfazione dei bisogni di comunità, potenziando le reti territoriali dei servizi per una maggiore coesione ed efficacia sociale. Il Recovery Fund rappresenta perciò una grande occasione per rilanciare e modernizzare il pubblico, con attenzione alla parità di genere, e renderlo all’altezza delle sfide facendone lo strumento principale per contrastare gli effetti della crisi economica, sociale, sanitaria ed ecologica e le disuguaglianze sociali ed economiche. Per questi motivi riteniamo, per riaffermare i valori fondanti ed universali dell’Unione, che le risorse del Recovery Fund in UE debbano garantire investimenti sostanziosi per rendere esigibili i diritti garantiti dal servizio pubblico. Per fare questo bisogna modernizzare le pubbliche amministrazioni e renderle al passo con i tempi, con un processo di digitalizzazione ma anche una grande campagna di assunzioni anche attraverso il sostegno all’occupazione giovanile e di stabilizzazione del precariato che recuperi la mancanza di personale, che garantisca lavoro stabile, e non più precario, che possa garantire l’efficienza del servizio in tutti i settori e rendendo il pubblico attrattivo per l’assunzione di nuove leve. La Pandemia ha messo in luce molte carenze: a partire dalla medicina territoriale,che va ricostruita per dare risposte immediate ai bisogni sanitari dei cittadini; i servizi locali che offrono una rete di assistenza sul territorio e che devono essere implementati in questo momento di grave crisi in cui la povertà ha toccato molte cittadine e cittadini europei; vanno implementate le amministrazioni centrali con un processo di trasformazione che porti alla modernizzazione dei sistemi. Il Recovery Fund è una grande occasione per investire sul pubblico e garantire servizi migliori ai cittadini ma la pandemia deve lasciare un forte insegnamento che l’UE non deve più dimenticare. Non si può tornare indietro, l’UE dell’austerity e del fiscal compact non può più tornare, le sofferenze e le battaglie in prima linea di tutti i lavoratori pubblici europei devono farci ricordare che le persone vengono prima dei bilanci e dei profitti e che l’UE non si basa sull’equilibrio finanziario ma sulla Carta dei Diritti Fondamentali. Nella prossima ripresa, che tutti auspichiamo rapida, con una campagna vaccinale universale, che superi le divisioni tra Stati e che blocchi una volta e per tutte la pandemia, come rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori dobbiamo batterci perché tutte le persone, i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori, le comunità e il nostro pianeta abbiano la priorità sui profitti di pochi.


                                                        
                       

E’ sulle spalle dei cittadini e dei lavoratori il peso di un anno di pandemia, che è ancora in corso e mette a dura prova il nostro servizio sanitario nazionale. Per accelerare la via d’uscita dalla pandemia è necessario che tutti abbiano accesso ad un vaccino sicuro ed efficace, perché il diritto alla cura non ha prezzo ed è irrinunciabile. Per questi motivi vi invitiamo a firmare questa iniziativa dei cittadini europei che si propone di fare in modo che la Commissione europea faccia tutto quanto in suo potere per rendere i vaccini e le cure anti-pandemiche un bene pubblico globale, accessibile gratuitamente a tutti e tutte. Potete trovare maggiori dettagli sugli obiettivi della petizione al seguente link https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2020/000005_it

Oggi, 7 aprile insieme ad EPSU, lanciamo l’adesione della FPCGIL alla campagna in contemporanea con il Comitato Esecutivo EPSU.  Vi chiediamo di firmare per l’iniziativa al link https://eci.ec.europa.eu/015/public/#/screen/home  e seguire la nostra campagna sulle pagine social Twitter e Facebook

APPROVATO IL POLAR: PIANO ORGANIZZATIVO LAVORO RIGIDO

Il Piano Organizzativo del Lavoro Agile (POLA) deliberato dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto nell’ambito del Piano della Performance 2021 dimostra di non recepire le principali richieste avanzate da parte sindacale, finendo per cadere in una serie di incoerenze tra gli obiettivi che fissa e le indicazioni operative che delinea, tanto da rischiare di compromettere la sua stessa efficacia. Per onestà e coerenza, forse sarebbe stato meglio ribattezzarlo Piano Organizzativo del Lavoro Rigido (POLAR).
Anzitutto, ricordiamo quali sono le nostre principali richieste relative al lavoro agile, alcune delle quali avrebbero potuto trovare accoglimento nel POLA, mentre altre devono essere oggetto di contrattazione con l’Amministrazione:
● estensione, da 8 ad almeno 12, dei giorni di lavoro agile su base mensile, con possibilità di ulteriori deroghe per casistiche specifiche;
● eliminazione della discrezionalità della dirigenza nell’individuazione del personale;
● ampliamento delle attività lavorabili da remoto, con impegno vincolante dell’Amministrazione a digitalizzare tutti gli adempimenti ed informatizzare tutte le attività di tutti i processi lavorativi;
● previsione della consecutività dei giorni di lavoro agile, così come contemplato già oggi da un messaggio Hermes del 14/09/2020 che concerne la fase emergenziale;
● riconoscimento del buono pasto;
● riconoscimento di ristoro/rimborso forfettario per le spese a carico del lavoratore (linea internet, energia elettrica ecce ecc);
● previsione di forme di co-working.
Si tratta di richieste il cui obiettivo è dispiegare tutto il potenziale del lavoro agile, in modo tale da assicurare sia al lavoratore che all’utente il massimo beneficio possibile derivante da un’organizzazione più snella del lavoro.
Ebbene, nessuna di queste proposte è stata accolta dall’Amministrazione, né sono stati assunti impegni per definire le nostre richieste in un apposito accordo.
Nel rivendicare tutte le richieste esposte, ribadiamo anche la necessità del riconoscimento di tutti i diritti riconosciuti da disposizione di legge o dal CCNL per chi svolge la prestazione lavorativa da remoto, in quanto il lavoro agile è solo una modalità organizzativa di svolgimento dell’attività lavorativa che si affianca alla presenza fisica nelle sedi.
Con la delibera del Piano è arrivato anche il momento di chiudere definitivamente tutte le pendenze in merito alle assegnazioni temporanee, sia per quelle giacenti da mesi senza provvedimento sia per quelle prossime alle relative scadenze: anche in questo caso, il tempo dell’attesa è giunto al termine, in quanto esiste il giusto equilibrio, come ha dimostrato inconfutabilmente questa pandemia, per conciliare le esigenze funzionali delle sedi e le esigenze personali/familiari del dipendente.

Roma, 07 aprile 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo
Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA
Francesco Viola

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