Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per l’Emergenza il Soccorso tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo il  sistema allertamento nazionale maremoti generati da sisma SiaM

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl e Uil Pa VVF riguardo il servizio mensa

“Un collega della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Ariano Irpino si è tolto la vita oggi con un colpo sparato con la sua pistola d’ordinanza. Il collega, originario di Serino (AV) aveva 55 anni. Ai suoi familiari va il nostro principale pensiero e profondo cordoglio”.

Lo comunicano la Fp Cgil Polizia Penitenziaria e l’Fp Cgil Regione Campania: “Desideriamo anche manifestare un senso di vicinanza a tutti gli altri suoi colleghi che in questo momento si staranno interrogando, come noi, come tutti i gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria di tutta Italia, perché così tanti Poliziotti penitenziari arrivino a compiere questi gesti estremi”.

Mirko Manna, Fp Cgil Nazionale: “La Polizia Penitenziaria ha la percentuale maggiore di suicidi tra tutte le Forze di Polizia dello Stato. Incide sicuramente lo stress che i Poliziotti penitenziari sono costretti a subire da decenni di incoerenza di politiche governative decise solo da questioni elettorali del momento. Non è normale che un servitore dello Stato venga spedito ogni giorno in prima linea contro i problemi generati da una gestione delle carceri che fa acqua da tutte le parti”.

“Servono assunzioni immediate – conclude Manna – più di quelle propagandate nelle audizioni parlamentari che non sono nemmeno sufficienti a sostituire il personale che ogni anno va in pensione, si congeda anticipatamente. Assunzioni di Polizia Penitenziaria ma anche di personale delle funzioni centrali, per dare piena attuazioni al presupposto della sicurezza nelle carceri e alla funzione istituzionale che la Costituzione indica all’amministrazione penitenziaria”.

Avellino, 4 marzo 2024

In data odierna, facendo seguito all’incontro del 1° marzo u.s., queste OO.SS. hanno sottoscritto l’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo della Corte dei conti (Triennio 2022-2024) chiudendo un percorso iniziato molti mesi fa. Ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità da parte dei vertici di Istituto nei confronti delle richieste formulate da queste OO.SS. sul tema delle Progressioni Economiche Orizzontali (PEO), ma ci sentiamo di dire che solo per l’impegno di queste sigle si è ottenuto un risultato che, seppure non pienamente soddisfacente, ha visto comunque l’Amministrazione dover recepire alcune delle proposte più significative di parte sindacale, permettendo la chiusura di un capitolo protrattosi, non per colpa nostra, troppo a lungo. I risultati di questo accordo, come detto, derivano da numerosi incontri con i Vertici amministrativi e da una trattativa estenuante, partita da posizioni lontanissime. Questo non ci ha consentito il pieno conseguimento di tutti gli obiettivi ma, ha fatto sì che si giungesse ad un documento che tiene conto di importanti nostre proposte, rivolte a garantire, ad esempio, una corretta valorizzazione dell’anzianità e l’attenuazione del peso della valutazione. Quella che si allega è la versione definitiva dell’accordo, in grado di valorizzare al meglio le proposte delle scriventi Organizzazioni sindacali a fronte delle richieste dell’Istituto. Si è deciso da entrambe le parti di porre fine, dunque, al braccio di ferro che si era instaurato, al fine di dare piena attuazione al CCNL 2019-2021, arrivare alla definizione delle famiglie professionali e consentire a tutto il Personale dell’Istituto di poter partecipare alle PEO nel 2024 e negli anni successivi. Dopo la chiusura del CCNI Corte dei conti queste OO.SS. hanno chiesto la sollecita ripresa del confronto sulle progressioni verticali in deroga, da tenersi nel 2024, l’immediata apertura del tavolo negoziale sui Fondi 2022 e 2023, al fine di consentire le liquidazioni degli importi nei prossimi mesi, di avviare la discussione sui criteri di attuazione della IV Area (Elevate Professionalità).

S. Di Folco   F. Amidani   U. Cafiero   C. Visca   M. Centorbi

Il governo ha approvato la norma che prevede limpegno a stabilizzare, a partire dal luglio 2026, le lavoratrici e i lavoratori dedicati ai progetti PNRR del Ministero della Giustizia.

Sicuramente ciò rappresenta un ulteriore passo avanti, dopo la proroga dei contratti a tempo determinato fino al 30 giugno 2026, ma ancora non basta.

L’obiettivo continua ad essere la stabilizzazione di tutto il personale impegnato sui progetti PNRR. Un obiettivo realizzabile e previsto anche dalla norma, già introdotta dal governo, che ha permesso ad altri ministeri di stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori assunti a tempo determinato per il PNRR, dopo 15 mesi di servizio, e che sarebbe sbagliato, oltre che incomprensibile, non utilizzare anche nella Giustizia.

La norma ora approvata dal governo introduce solo le condizioni per partecipare a un concorso o selezione: che hanno lavorato per almeno ventiquattro mesi continuativi nella qualifica ricoperta e risultano in servizio alla data del 30 giugno 2026, previa selezione comparativa sulla base dei distretti territoriali e degli uffici centrali, nei limiti delle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente e dei posti disponibili in organico, con possibilità di scorrimento fra i distretti.

Il Governo ancora non dice quante risorse mette a disposizione per la stabilizzazione di 8.171 Funzionari addetti allUfficio per il Processo e di tutti gli altri addetti del PNRR, né di quanto si aumenterà la dotazione organica dopo il 30 giugno 2026. Introduce, invece, la comparazione tra distretti per uneventuale assegnazione presupponendo la mobilità anche per chi è vincitore nel distretto scelto.

La nostra mobilitazione continuerà finché il Governo non ci darà una risposta chiara sulle risorse e i numeri: devono chiarire se intendono procedere con la STABILIZZAZIONE di tutte le lavoratrici e i lavoratori a tempo determinato o se intendono procedere con un concorso per coprire i soli posti al momento certi, i 1.500 previsti e finanziati della cosiddetta legge Cartabia”.

Contro quest’ultima ipotesi continueremo la nostra mobilitazione a sostegno di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari della Giustizia.

FP CGIL

Felicia Russo

Pubblichiamo la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Umane  riguardo le consultazioni elettorali regionali

La FP CGIL  Polizia Penitenziaria  evidenzia come profondamente ingiustificato e privo di senso l’errore commesso dal governo Meloni escludendo la Polizia Penitenziaria dall’importante incontro del 6 marzo a Palazzo Chigi. Tale incontro, dedicato alle questioni di ordinamento e funzionamento delle Forze di Polizia, omette la presenza di un Corpo essenziale per la sicurezza pubblica: la Polizia Penitenziaria, la quarta forza di polizia dello Stato, con compiti specifici di esecuzione penale esterna.

“L’assenza della Polizia Penitenziaria da queste discussioni non solo svaluta il ruolo vitale che questo Corpo svolge nella gestione della sicurezza interna degli istituti penitenziari, ma ignora anche il suo contributo indispensabile nella catena di custodia e nel controllo dei detenuti, aspetti fondamentali per la sicurezza nazionale. Questa decisione appare del tutto immotivata, considerando l’importanza della  Polizia Penitenziaria nella  funzione di garantire l’esecuzione penale esterna, un pilastro chiave nel sistema di giudiziario,” dichiara Mirko Manna, Coordinatore Nazionale della Polizia Penitenziaria per la FP CGIL.

“L’errore di esclusione commesso dal Governo – aggiunge Manna – non solo mette in luce una mancanza di comprensione delle dinamiche di sicurezza complessive del Paese, ma rischia anche di compromettere l’efficacia delle politiche di sicurezza che saranno discusse durante l’incontro. Omettere un Corpo così cruciale dalle discussioni sulla sicurezza pubblica è un passo indietro nella nostra lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo. La Polizia Penitenziaria svolge un ruolo insostituibile nella prevenzione e nella gestione delle minacce alla sicurezza interna”.

La FP CGIL sollecita con urgenza il governo Meloni a indicare se trattasi di mero errore nella convocazione o di scelta politica di escludere una delle Forze di Polizia dello Stato dall’incontro. Chiediamo che siano convocati anche i rappresentanti della Polizia Penitenziaria all’incontro del 6 marzo. Un dialogo inclusivo e la collaborazione tra tutti i Corpi di Polizia sono essenziali per formulare strategie di sicurezza nazionale efficaci e per promuovere un ambiente sicuro per i cittadini”.

“La Polizia Penitenziaria deve essere parte di questo processo decisionale” conclude Manna.

Roma, 3 marzo 2024

“Due Poliziotti penitenziari in servizio nel carcere di Terni sono ricorsi alle cure in ospedale per accertamenti dopo aver battuto violentemente la testa a seguito dell’aggressione avvenuta ieri mattina da parte di due detenuti nordafricani che pretendevano di ricevere più metadone durante la somministrazione della terapia nell’infermeria del penitenziario. Uno dei Poliziotti, quello in condizioni più gravi, in passato è già stato vittima di altre aggressioni. Sembrerebbe che i due, successivamente, abbiano coinvolto ulteriori reclusi che si sono uniti per dare corso ad una spedizione punitiva presso un’altra sezione detentiva.”.

Claine Montecchiani, Dirigente Sindacale FP CGIL Polizia Penitenziaria di Terni riassume così la mattinata di ieri nel carcere di Terni: “Su 45 Poliziotti in servizio in un singolo Reparto si registra un elevatissimo ed anomalo tasso di morbilità che è conseguenza non solo delle lesioni ricevute dall’escalation di violenza ma anche indice del malessere lavorativo e del senso di abbandono. Nel carcere ternano sono previsti 240 Poliziotti, ma in realtà la forza lavoro disponibile è di 195 persone, senza contare le assenze di quelli in convalescenza per aggressioni da parte di detenuti che ormai si fronteggiano tra bande rivali per assumere maggiore potere all’interno delle Sezioni detentive. I Poliziotti non solo lavorano in condizioni di assoluta compressione dei diritti contrattuali ma gli è negato il fondamentale diritto alla incolumità fisica. Una situazione sfuggita al controllo dei vertici del carcere – continua Montecchiani – dove sono presenti circa 540 detenuti su 420 previsti (128% di affollamento) e dove il 21% è composto da popolazione detenuta straniera”.

Per Valentina Porfidi Segretaria Generale Fp Cgil Terni e Mirko Manna, Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Oltre al personale di Polizia Penitenziaria, domani nessun altro lavoratore pubblico si recherà nel proprio posto di lavoro avendo la certezza di essere esposto a gravi aggressioni per i motivi più disparati da parte di una popolazione di persone con problemi psicologici sui quali lo Stato sta annaspando senza mettere in atto reali soluzioni oltre alle esternazioni-spot di Ministro, Sottosegretari e vertice dipartimentale. Manca una politica di gestione reale dei problemi reali nelle carceri e a farne le spese sono i Poliziotti penitenziari che ancora si recano al lavoro per il solo senso dello Stato e del dovere. E’ inutile propagandare best-practices, tornei di scacchi, fantomatici calcoli di sconti di pena se poi nel concreto della gestione quotidiana, un Poliziotto deve passare la giornata in ospedale per colpa di detenuti psicolabili sui quali lo Stato ha perso il controllo, e delega la Polizia Penitenziaria a subirne le conseguenze, succeda quel che succeda. Servono soluzioni e strategie politiche, spot propagandistici su qualche decina di detenuti che dipingono murales o rispondono ai call-center dal carcere”.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria augura ai due colleghi coinvolti ieri una pronta guarigione e sollecita un incontro urgente con le autorità competenti per discutere le questioni sollevate, definire un piano d’azione. La sicurezza dei lavoratori è la nostra massima preoccupazione e richiede l’attenzione immediata delle istituzioni responsabili.

Terni, 3 marzo 2024

Al Direttore Generale

Dott. Vincenzo Caridi

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: Richiesta attivazione confronto sui criteri per l’accesso ai livelli differenziati di professionalità del personale dell’area dei professionisti

Si fa seguito alle richieste già avanzate ai tavoli di contrattazione . Eessendo ormai improcrastinabile indire le selezioni per l’attribuzione dei livelli differenziati di professionalità per il personale dell’area dei professionisti, le scriventi organizzazioni sindacali richiedono con la presente l’urgente attivazione del confronto sui criteri per la definizione di tali procedure, ai sensi dell’art. 49 CCNL 2019/2021.

FP CGIL INPS

UILPA INPS

Giuseppe Lombardo

Giuseppe Cipriani

Sergio Cervo

Oreste Manzi

Pubblichiamo la circolare emanata dalla Direzione Centrale per le Risorse Umane con la qual ha comunicato la scelta della sede di servizio di prima assegnazione degli AAVVF in prova del 96° corso

La FP CGIL Polizia Penitenziaria, alla luce delle recenti notizie sul dispiegamento di 50 militari dell’Esercito per la sicurezza esterna del carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro, rinnova con forza la sua richiesta di misure concrete e immediate per risolvere la crisi del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. La decisione di affidare a personale militare compiti di sicurezza esterna solleva preoccupazioni significative e alimenta il dubbio su un possibile orientamento verso la militarizzazione delle carceri, una direzione profondamente in contrasto con i principi di una gestione civile delle istituzioni penitenziarie.

Mirko Manna, Coordinatore Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “In questo contesto di incertezza e di evidente necessità, chiediamo al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio di intervenire con urgenza per chiarire le loro intenzioni e per avviare l’immediata assunzione di almeno 8.000 agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria. Questo passo è indispensabile per colmare le gravi carenze organiche che compromettono la sicurezza e l’efficienza delle strutture penitenziarie, e per restituire dignità e sicurezza al lavoro degli operatori penitenziari. Servono azioni immediate e trasparenti. La decisione di mobilitare militari per la sicurezza esterna di una struttura penitenziaria è un campanello d’allarme che non può essere ignorato”.

“La professionalità e la specificità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria – conclude Manna – sono risorse insostituibili, che devono essere riconosciute e valorizzate attraverso politiche adeguate e sostenibili. La sicurezza penitenziaria non può e non deve essere affidata a soluzioni temporanee o a personale non specializzato. La gestione e la sicurezza delle carceri richiedono competenze specifiche, che solo un corpo di Polizia Penitenziaria ben formato e sufficientemente numeroso può garantire”.

Roma, 1 marzo 2024

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF riguardo la richiesta del secondo buono  pasto

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