Al Sottosegretario alla Difesa O.le Matteo Perego di Cremnago
All’Ufficio di Gabinetto
Al Direttore Generale di Persociv
OGGETTO: Progressioni verticali in deroga e Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) 2024-2026 del Ministero della difesa.
In riferimento all’informativa del 18 gennaio u.s., sull’estratto del Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) 2024-2026 del Ministero della Difesa, le scriventi OO.SS. rilevano che il numero delle progressioni verticali in deroga ai sensi del CCNL FC 2019/21 appare largamente insufficiente per i posti dell’area dei Funzionari.
In particolare Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa rilevano che accanto alla progressione di tutti gli Operatori dalla prima alla seconda area, riservare solo 100 posti nell’area dei funzionari lascerebbe non utilizzate le risorse aggiuntive per circa 4 milioni di euro.
Peraltro una limitazione a sole 100 unità non appare neppure sorretta dalla necessità di garantire il 50% dell’accesso dall’esterno tenuto conto che l’Aran, prima con il Dipartimento della Funzione pubblica e con il Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato (CFL 208) e poi in modo isolato (CFL 209), ha formulato un orientamento netto.
L’orientamento CFL 209, infatti, con l’obiettivo di chiarire il precedente CFL 208 si conclude in modo chiarissimo, affermando che, “in conclusione:
– se gli Enti decidono di stanziare le risorse ai sensi del comma 612 della L. n. 234 del 30 dicembre 2021 (Legge di Bilancio 2022) tutte le risorse stanziate sono destinate a progressioni verticali in deroga;
– se decidono di stanziare, in aggiunta alle prime, ordinarie risorse destinate ad assunzioni (nel rispetto dei limiti previsti dalla legge per le assunzioni di personale), dovranno garantire in misura adeguata l’accesso dall’esterno (almeno 50% dei posti finanziati con tali risorse)”.
Pertanto, secondo il citato orientamento delle Funzioni Locali, che trova medesima applicazione alle Funzioni Centrali, se le amministrazioni utilizzano esclusivamente le risorse aggiuntive“in misura non superiore allo 0.55% del m.s. dell’anno 2018, relativo al personale destinatario del presente CCNL”, non devono preoccuparsi di riservare il 50% dei posti all’accesso dall’esterno.
Tanto premesso, le scriventi OO.SS. nelle more dell’incontro richiesto sull’argomento, invitano con urgenza a modificare i posti disponibili alle progressioni verticali in deroga nel limite delle specifiche risorse aggiuntive disponibili.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Marco Campochiaro Massimo Ferri Carmela Cilento
Roberto De Cesaris Franco Volpi
Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF, Conapo riguardo la richiesta per il riconoscimento delle attività effettuate dal personale del ruolo Ispettore Antincendio
Roma – In risposta alla recente sentenza n. 10 del 2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 della legge sull’ordinamento penitenziario, il Coordinatore Nazionale Comparto Sicurezza della FP CGIL, Mirko Manna, chiede misure urgenti di intervento per le implicazioni che tale decisione comporta per il personale di Polizia Penitenziaria e per la dignità delle persone coinvolte.
Manna afferma: “Questa sentenza, pur riconoscendo un aspetto importante dei diritti umani dei detenuti, impone al nostro personale compiti che non rientrano tra le competenze specifiche e che dovrebbero prevedere percorsi di formazione e sostegno di professionisti specializzati che svolgano in equipe queste mansioni, a tutela sia dei detenuti che dei poliziotti a cui compete la sicurezza e sorveglianza e che in questo particolare ambito di responsabilità non possono essere lasciati soli.
Il controllo uditivo dei rapporti sessuali in carcere è un’attività che va oltre le responsabilità professionali degli agenti, creando situazioni di disagio psicologico.”
Mirko Manna sottolinea l’urgenza di esplorare alternative alla detenzione tradizionale: “Dobbiamo orientarci verso soluzioni che favoriscano il reinserimento dei detenuti nella società, riducendo il sovraffollamento carcerario e il carico sul nostro personale. Le pene alternative e i programmi di reinserimento sociale sono strumenti essenziali in questo processo.”
In conclusione, Manna invoca un intervento urgente da parte delle autorità competenti: “Chiediamo al Ministro Nordio e al Presidente Russo di agire rapidamente per sviluppare soluzioni che tutelino la dignità di tutte le persone coinvolte, bilanciando i diritti dei detenuti con le esigenze di sicurezza e ordine all’interno del sistema penitenziario.”
La FP CGIL Polizia Penitenziaria si impegna a lavorare attivamente con tutte le parti interessate per promuovere un approccio equilibrato e umano alla detenzione, rispettoso dei diritti e della dignità di tutti.
Roma, 27 gennaio 2024
Con la riunione di oggi al MIT, sono stati attivati importanti istituti contrattuali che assumono, da una parte, rilevanza economica, dall’altra, individuano risposte alle professionalità diffuse dei lavoratori. Un risultato dovuto alla determinazione delle OO.SS. e all’agenda che le stesse hanno saputo definire in accordo con l’amministrazione.
DIFFERENZIALI ECONOMICI (ex progressioni economiche orizzontali)
Sono state stanziate risorse che permetteranno l’attribuzione di 2.130 differenziali economici, a seguito di procedura comparativa del personale di I, II e III area. I criteri (previsti dal CCNL 2019/21) riguardano le valutazioni del triennio (max 40 punti), l’esperienza maturata (max 40 punti) e i titoli di studio (max 20 punti). Nell’accordo contrattuale di oggi abbiamo determinato le condizioni di attribuzione dei punteggi, tenendo conto, in particolare, di tutto quel personale che, da molto tempo, non ha conseguito progressioni orizzontali. Il relativo bando verrà pubblicato dopo che le operazioni di progressioni verticali in deroga saranno completate.
POSIZIONI ORGANIZZATIVE
Dopo circa 25 anni saranno attivate 539 Posizioni Organizzative per remunerare compiti di coordinamento di Unità Organizzative non dirigenziali, nonché funzioni che attengono ad attività particolari di natura trasversale e che richiedano maggiore professionalità e responsabilità (posizione di tipo A), oppure un elevato grado di autonomia gestionale/organizzativa, esperienza, alta professionalità o specializzazione e supervisione di risorse umane (posizione di tipo B). Le Posizioni Organizzative di tipo A saranno remunerate con una indennità di € 2.600 all’anno e quelle di tipo B con € 1.800. L’incarico sarà di durata annuale, prorogabile massimo di un anno, per garantire il principio di rotazione a favore del personale.
SPECIFICHE RESPONSABILITA’
Saranno attribuite, infine, circa 50 Specifiche Responsabilità al personale di seconda area con incarichi di responsabilità (es. Consegnatario e RSPP). Si tratta di una indennità istituita, per la prima volta, che vede un import pari a massimo previsto dal CCNL (€ 1.000 art.54 CCNL 2019/21) L’introduzione dei predetti istituti contrattuali, che si aggiungono alle procedure di progressioni verticali in deroga, vedranno i lavoratori del MIT protagonisti di una stagione in cui, finalmente, si potranno riconoscere, l’impegno e la dedizione verso il proprio lavoro. Saranno complessivamente 3.149, a fronte dei 6.061 lavoratori in servizio (oltre il 50%), i lavoratori che potranno avvalersi dei benefici di cui sopra. Da ultimo, le OO.SS. hanno acquisito l’impegno, da parte dell’amministrazione, di porre in essere differenziali stipendiali, anche con il FRD 2025, in modo da consentire al restante personale di accedere al relativo beneficio economico. Un risultato sicuramente inedito per la nostra amministrazione, dovuto alla determinazione e alla caparbietà delle OO.SS. nel voler utilizzare tutti gli strumenti normativi e contrattuali utili a valorizzare i lavoratori e a riconoscere, per tal verso, agli stessi, il fatto che, in questi anni di blocco del tournover e di organici in sofferenza, è solo grazie ad essi che l’amministrazione ha potuto adempiere alla propria missione istituzionale.
La coordinatrice nazionale FP CGIL MIT per la Segreteria Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Al Direttore dell’INL
Dott. Paolo Pennesi
E p.c. alle lavoratrici e ai lavoratori dell’INL
La scrivente organizzazione sindacale prende atto della bozza di Decreto Direttoriale relativa all’articolazione organizzativa delle strutture dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e intende esprimere, a tal proposito, le seguenti considerazioni.
Sebbene l’organizzazione sia atto datoriale si deve constatare la totale esclusione delle organizzazioni sindacali dal processo che ha portato alla formulazione dello schema di Decreto. Sia il CCNL del comparto che quello dell’area prevedono che nel caso di innovazioni organizzative si utilizzi lo strumento dell’organismo paritetico per l’innovazione, anche al fine di discutere assieme, in modo collaborativo, progetti di organizzazione e innovazione e miglioramento dei servizi. Crediamo che sia stata persa un’occasione importante di coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori. Se si pensa alle ricadute in termini lavorativi e alla stessa qualità dei servizi che produrrà la riorganizzazione, certamente sarebbe stato auspicabile richiedere il contributo di quanti quotidianamente si confrontano con gli stessi fruitori dei servizi.
Quanto al merito del documento, in via preliminare, viene spontaneo chiedersi quali siano gli obiettivi che si intende perseguire con questa nuova articolazione organizzativa, dal momento che essi non sembrano trasparire dal documento. Infatti, mancando totalmente una premessa che analizzi ciò che finora ha o non ha funzionato all’interno dell’articolazione organizzativa esistente, non si comprende quali siano gli elementi di criticità colti dall’Amministrazione per adottare una nuova articolazione organizzativa delle strutture dell’INL.
Ciò premesso, si riscontra uno schema eccessivamente rigido e per questo motivo non sempre adatto a rispondere alle diverse realtà territoriali cui deve essere applicato.
Adottare un unico modello organizzativo valido, ad esempio, per tutti gli uffici territoriali articolati su una, due o perfino tre sedi, prescindendo dagli organici assegnati non appare pienamente rispondente allo scopo di perseguire un’organizzazione funzionale.
Riguardo ai numeri dei “teams” della vigilanza, ad esempio, si ritiene vi sia una eccessiva disparità tra i numeri minimi previsti per la vigilanza tecnica e quelli per la vigilanza ordinaria, per cui una rimodulazione potrebbe essere utile. Si evidenzia che istituire un team con due sole persone da coordinare nell’ambito della vigilanza tecnica, rischia di svilire se non annullare totalmente il concetto stesso di lavoro in team. Dall’altra parte, prevedere che nell’ambito della vigilanza ordinaria debbano esservi inderogabilmente almeno otto ispettori del lavoro per le sedi che abbiano fino a trentacinque ispettori e almeno dodici ispettori per le sedi con più di trentacinque, rischia di ingessare le realtà medie e piccole.
Sotto questo punto di vista si ritiene auspicabile adottare schemi organizzativi meno rigidi, puntando invece all’elaborazione di linee guida e lasciare alle direzioni interregionali del lavoro, di concerto con le articolazioni territoriali, il compito di adattare il modello organizzativo alle esigenze dei territori, non prescindendo dalle risorse umane e strumentali assegnate.
Altro aspetto che lascia molto perplessi è la collocazione variabile del processo “Legale”. Esso viene variamente affiancato al processo servizi all’utenza (nelle sedi più piccole) ovvero alla vigilanza (nelle unità gestionali) ovvero ancora lasciato come processo a sé. Tutto questo, non riteniamo risponda a una logica univoca e possa anzi essere foriero di confusione.
Una proposta che si intende avanzare è quella di estendere anche agli ITL con sede unica la possibilità di unificare in un unico processo la funzione legale e quella di servizi all’utenza, laddove non vi sia personale sufficiente. A tal proposito, si evidenzia che già oggi è possibile rilevare l’esistenza, nell’ambito di alcuni ITL, di articolazioni organizzative differenti fra loro. In alcuni di essi, ad esempio, i processi “Legale” e “utenza” sono già unificati e altrettanto può dirsi per i processi “Pianificazione” e “Vigilanza”. Questo è avvenuto a causa della forte carenza di personale, soprattutto amministrativo, elemento che caratterizza ancora moltissimi Uffici, di fatto esclusi da ogni beneficio in termini di incremento di organico. L’esperienza dei processi unificati, non ha però causato alcuna ricaduta negativa in termini di mancato raggiungimento di obiettivi, producendo al contrario anche economie di scala.
Più in generale, ciò che traspare dalla riorganizzazione complessiva è l’incapacità di assimilare e sviluppare in toto il modello agenziale, con le sue enormi potenzialità, insite in una maggiore flessibilità dello strumento e adattabilità alle mutevoli circostanze del momento, rispetto al classico e più rigido modello ministeriale.
Forti perplessità sono suscitate dalla decisione di avviare, nel 2024, l’istituzione di quarantaquattro Elevate Professionalità. Le perplessità in proposito sono di vario genere: anzitutto, considerando che finora tale area non risulta essere stata istituita in nessun altro Ente del Comparto, sarebbe stato più prudente avviare un percorso sperimentale, teso a inserire gradualmente queste nuove figure, per verificarne l’impatto sull’organizzazione. In secondo luogo, la scelta dell’Amministrazione di orientarsi verso un tipo di Elevate Professionalità di tipo gestionale, seppur condivisibile, dovrebbe essere più precisamente declinata, per evitare il ripetersi di quanto già accaduto con gli incarichi di Posizione Organizzativa, il cui ruolo viene spesso interpretato “a soggetto” dai titolari, a seconda delle circostanze, in assenza di limiti predefiniti a monte. Nel caso delle Elevate Professionalità, peraltro, la differenza fondamentale rispetto agli incarichi di PO è nell’attribuzione non di un incarico, ma di un inquadramento giuridico, con tutto quello che ciò comporta.
Proprio l’assenza di confini precisi in queste figure (Responsabili di Processo ed Elevate Professionalità)
rischia di determinare una indebita sovrapposizione tra loro, con problemi di carattere organizzativo e possibili conflitti interni all’organizzazione.
Certamente ha senso prevedere Elevate Professionalità in ambito informatico, per la grave situazione che affligge questo pezzo di attività e l’assenza di reali professionalità informatiche, sin dall’istituzione dell’INL, con quel che ne deriva; si pensi, a mero titolo esemplificativo, all’impossibilità di un reale controllo di gestione per l’assenza di strumenti tali da offrire un monitoraggio in tempo reale sulle attività svolte, ma si potrebbero citare numerosissimi altri casi in cui l’INL non si è ancora dotato di strumenti informatici degni di questo nome, per snellire e velocizzare le attività.
Maggiore attenzione, quindi, andrebbe posta rispetto a una diffusione così forte di queste figure sul territorio, per le ragioni sopra esposte. Allo stesso modo, sfuggono le ragioni della necessità di prevedere tre elevate professionalità amministrative presso la Direzione Generale.
Desta parecchi dubbi l’articolazione organizzativa degli Ispettorati di Area Metropolitana con l’attribuzione ad essi, unitamente ai capoluoghi di regione Marche e Abruzzo, di competenze in materia di vigilanza tecnica e conseguente gestione dei funzionari ad essa applicati. In tal senso occorre evidenziare che rischia di ripetersi l’equivoco, già evidenziato in numerose occasioni, relativo ai NIL: una dipendenza funzionale scissa da quella gerarchica, che porta con sé inevitabili criticità.
Tale assurdo sdoppiamento fra dipendenza funzionale e gerarchica, potrebbe anche portare a contrasti fra dirigenti di uffici diversi e responsabili di processo, ad esempio in ordine all’attribuzione di ferie, straordinari, ecc.
Ci si chiede che senso possa avere far dipendere i funzionari di vigilanza tecnica gerarchicamente e anche sotto il profilo della responsabilità datoriale in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dagli uffici territoriali, per poi ricondurli funzionalmente alle strutture che fanno capo agli Ispettorati di Area metropolitana o di capoluoghi di regione.
Sebbene la soluzione della regionalizzazione non sia nuova in altri Enti, è utile ricordare, ad es., che la riconduzione della funzione di vigilanza alle direzioni regionali INPS, è stata contemporaneamente accompagnata anche da un trasferimento totale del loro rapporto di lavoro in capo a queste stesse sedi.
Inoltre, una pianificazione dell’attività di vigilanza tecnica a livello regionale si scontrerebbe con la razionalizzazione degli accessi nelle aziende, suscitando ovvie rimostranze: il rischio di avere aziende ispezionate più volte, ora dai funzionari di vigilanza tecnica, ora da quelli di vigilanza ordinaria sarebbe molto alto e apparirebbe in contrasto perfino con la logica ispiratrice dell’istituzione dell’INL e del D. Lgs. 149/2015 che, sin dal titolo, si pone l’obiettivo della semplificazione e razionalizzazione dell’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale. Il contrasto sarebbe anche con gli orientamenti UE, che indicano la necessità di un approccio unitario e non più separato della vigilanza in materia di lavoro.
L’ulteriore rischio che la scrivente sigla paventa è quello di dover affiancare, in particolare negli uffici territoriali di minore dimensione, ispettori del lavoro a personale delle aziende sanitarie oppure a ispettori tecnici del lavoro ovvero di far svolgere attività di vigilanza tecnica attraverso i NIL.
Ulteriore criticità riguarda il cosiddetto servizio di turno: ci si chiede come sia possibile offrire risposte soddisfacenti a quell’utenza che segnali l’esistenza di problematiche in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, non potendo contare sulla professionalità dei nuovi ispettori tecnici. Rispetto a questo, ci riserviamo di offrire ulteriori spunti al fine di ammodernare un servizio ritenuto ancora molto utile.
Infine, un’ulteriore ma non meno rilevante criticità: i funzionari di vigilanza tecnica, in quanto Ufficiali di Polizia Giudiziaria, continuerebbero a operare alle dipendenze delle Procure della Repubblica competenti per territorio, elemento di cui il documento non sembra tener conto.
FP CGIL |
“Tre giorni fa un detenuto ristretto nel carcere di Teramo si è tolto la vita tramite impiccagione”.
Lo riferisce il Coordinatore per l’Abruzzo della FP CGIL Polizia Penitenziaria Gino Ciampa: “Il suicida era di nazionalità macedone, trentenne, da qualche mese era stato trasferito a Teramo dal carcere dell’Aquila. Non aveva dato alcun problema durante la sua detenzione, su di lui infatti non si rileva alcun evento critico a suo carico”.
Mirko Manna, Coordinatore nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il fenomeno suicidario è solo la punta dell’iceberg di un sistema penitenziario senza reali prospettive di miglioramento. Solo qualche giorno fa si è tolto la vita anche un nostro collega a Milano e negli ultimi mesi c’è un incremento dei suicidi tra la popolazione detenuta e tutto questo incide fortemente sul carico di lavoro a cui sono sottoposti i Poliziotti e il personale amministrativo e medico impiegato nelle carceri compreso quello di Teramo a cui va tutto il nostro sostegno. Sono eventi che scuotono l’intera comunità penitenziaria e si sommano a tutte le migliaia di eventi critici che si verificano nelle carceri ogni anno. Non ci sono prospettive di miglioramento delle condizioni perché mancano le risorse economiche che sono sufficienti al massimo a mantenere gli edifici fatiscenti e a cercare di arruolare personale di Polizia Penitenziaria e delle funzioni centrali, il più possibile vicino al numero delle persone che raggiungono il limite pensionabile o che preferiscono cambiare lavoro”.
“Un ennesimo tragico evento – conclude Manna – che sottolinea l’importanza di considerare il sistema penitenziario come un sistema complesso che deve coinvolgere tutte le parti politiche”.
Teramo, 26 gennaio 2024
Pubblichiamo la nota del la Direzione Centrale per la Formazione con la quale informa che a seguito dello scorrimento graduatoria è avviato il corso per Ispettori nautici di coperta nautici di macchina e sommozzatori scorrimento graduatorie, in allegato il programma del corso
Mercoledì 24 gennaio l’Amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali per la prosecuzione delle trattative relative al CCNI 2023 e per l’apertura delle trattative sul CCNI 2024.
L’impegno assunto dall’Amministrazione in occasione del precedente confronto, volto a ripristinare il ciclo fisiologico della contrattazione programmando per tempo l’impiego dei fondi disponibili in relazione alle esigenze imposte dagli obiettivi di volta in volta determinati, è stato quindi rispettato.
Perché il fine non resti disatteso, come spesso è accaduto in passato, abbiamo quindi richiesto una stringente calendarizzazione dei lavori in modo da garantire, nella prima frazione dell’anno, una ipotesi di CCNI 2024 con adeguati correttivi.
DIRIGENTI
Come FP CGIL abbiamo ribadito, ancora una volta, la necessità di un impegno per delineare percorsi di carriere coerenti e intellegibili, che consentano di tendere alla parità di genere trascurata nel corso del tempo. È necessario fare uno sforzo per rendere chiaro cosa fare, come muoversi e quali obiettivi conseguire per poter avere una strada aperta verso i propri traguardi di carriera.
Abbiamo quindi salutato con favore l’aumento del fondo scaturito dal nuovo contratto collettivo, chiedendo un chiarimento all’Amministrazione sui progetti specifici speciali: malgrado la riduzione numerica di questi, infatti, la voce di spesa è rimasta pressoché invariata, la qual cosa non può non destare perplessità.
Rimane, infine, sullo sfondo la necessità di superare un’anomalia evidente: oggi la segreteria del Presidente e quella del Cda rispondono a un parametro diverso rispetto alla segreteria del CIV. È chiaro che l’azione di quest’ultima deve essere quindi apprezzata con un coefficiente analogo in virtù delle responsabilità connesse all’azione svolta.
MEDICI
Per il contratto dei medici c’è stato un aumento del fondo per la retribuzione accessoria 2023 dovuto agli arretrati contrattuali del CCNL 2019-2021 (il prossimo anno molto probabilmente scenderà di nuovo l’importo).
Per il resto, l’impianto della bozza di rinnovo 2023 è sovrapponibile al CCNI 2022: nessuna nuova prospettiva di crescita è stata pensata per i medici, malgrado il grave danno economico subito ormai due anni addietro con il crollo della retribuzione di risultato.
Nel corso dell’incontro l’Amministrazione non ha chiarito che fine abbiano fatto i fondi trasferiti dal MEF all’INPS per le commissioni mediche di verifica, di cui abbiamo chiesto l’individuazione anche per valutarne un possibile impiego correlato all’indennità di esclusività.
E veniamo così ai punti estremamente critici della negoziazione: su intramoenia e indennità si è incentrata una lunga discussione, considerato che i medici INPS sono ormai gli unici medici nel contesto del pubblico impiego a non averla istituita e regolamentata. Una discussione che parte da lontano, dal 2010, e che vede l’Amministrazione ancora priva di mandato (sic) per discutere l’argomento.
È ormai evidente il distacco nei riguardi della categoria:
non si prevede alcuna forma di premialità;
non si discute di intramoenia;
non ci sono idee su forme di lavoro extraorario come è oramai previsto nelle ASL.
Nel frattempo, però, i carichi di lavoro aumentano sempre di più e le responsabilità diventano via via più gravose.
Relativamente al trattenimento in servizio dei medici fino a 70 anni non è stato emesso alcun regolamento e andremo a perdere preziose competenze ormai destinate a lasciare il servizio per raggiunti limiti di età.
L’eventuale sottoscrizione del contratto 2023, dunque, non deve trarre in errore: la volontà di ripristinare la contrattazione in canoni temporali meno surreali non cancella i problemi. Le questioni inevase devono essere affrontate tempestivamente, altrimenti sarà impossibile dare significato e valore alla stagione negoziale appena inaugurata.
PROFESSIONISTI
Anche qui si registra per il 2023 un incremento notevole, dovuto alle risorse derivanti dal CCNL firmato lo scorso ottobre, dell’importo del Fondo per la retribuzione di risultato e, nell’ambito di esso, di quello dedicato alla realizzazione dei progetti speciali.
Anche alla luce di tale disponibilità, abbiamo pertanto richiesto chiarimenti in merito agli aumenti della indennità di funzione professionale proposti solo per tecnici ed attuari e non anche per i legali.
Quanto al tavolo di lavoro relativo al CCNI 2024, di cui si è chiesta la calendarizzazione, ne costituiranno oggetto certamente la riscrittura dell’art. 7 del CCNI in materia di maggiorazioni sulla retribuzione di risultato, con l’individuazione di parametri utili ad individuare le situazioni di effettiva sofferenza lavorativa che ne giustifichino l’attribuzione, e la razionalizzazione della disciplina dell’indennità di mobilità, volta a graduarne l’ammontare in relazione a situazioni differenti, anche al fine di attenuare al massimo la sottrazione di risorse dal Fondo. Abbiamo pertanto insistito per avere dati dettagliati in merito alla composizione e alla spendita del Fondo, distinguendo in maniera trasparente parte fissa e accessoria per ciascuna delle “famiglie professionali” (legali, tecnici, attuari).
Infine, con riferimento alle selezioni per l’attribuzione dei livelli differenziati di professionalità, abbiamo insistito per l’apertura al più presto di un confronto, anche questo da calendarizzare in modo stringente, per la revisione dei criteri di selezione. Confronto imprescindibile, considerato che il regolamento attuale sacrifica anzianità e titoli professionali a vantaggio dei soli titoli di servizio, in contrasto con la disciplina contrattuale, ed altresì urgente, se non si vuole arrecare un rilevante pregiudizio a tantissimi colleghi.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Fabrizio Ottavi
Francesco Reali
Alla cortese attenzione del Capo di Gabinetto Cons. Francesco Gilioli
Oggetto: Osservazioni sulla riorganizzazione del MIC
Egregio Consigliere, nell’imminenza dell’incontro sulle ulteriori fasi di riorganizzazione del Ministero desideriamo rappresentarle alcune nostre osservazioni, per altro comunicate anche nella precedente occasione di incontro.
Nella scheda di sintesi di dpcm di riorganizzazione del MiC viene accentuato il disallineamento funzionale e organizzativo fra la tutela del patrimonio nazionale e la conservazione e gestione del patrimonio in carico al MiC (cioè fra Soprintendenze e musei) già contestato da OO.SS. e operatori della cultura nel precedente assetto, separandole ora fra dipartimenti diversi. A tal fine dovranno essere comunque previste anche forme di coordinamento delle competenze separate nei nuovi dipartimenti (p. es. fra le competenze in materia di beni bibliografici della direz. gen. archivi e quelle della direz. gen. biblioteche). La scheda mantiene anche lo squilibrio fra esigenze di competenza specifica/specializzazione e soluzioni adottate di genericità e fungibilità funzionale e organizzativa (p.es. non distinguendo le specifiche competenze sui beni archeologici nel Paese con il più ricco patrimonio archeologico europeo).
Per la (implicitamente) prevista soppressione dei Segretariati regionali non si prevedono adeguate e determinate soluzioni transitorie e sostitutive sotto i rilevanti profili:
1) dell’attribuzione delle loro funzioni di supporto e relativi appositi uffici ad altri istituti esistenti, evitando una dispersione di tali funzioni che ne renderebbe problematica l’efficienza per eccessiva riduzione delle dimensioni organizzative così frammentate;
2) della conseguente destinazione del personale addetto, a partire dai dirigenti, per i quali sarebbe più logico prevedere la direzione di uffici di seconda fascia annessi a istituti regionali di prima fascia investiti delle funzioni dell’ex segretariato, piuttosto che una problematica e gravosa diaspora interregionale (anche considerato che si sono appositamente assunti all’uopo dirigenti amministrativi uscenti dal corso-concorso della Scuola della PA), nonché del restante personale, per il quale va anche tempestivamente concordata e predisposta un’apposita mobilità, la quale dovrà avere naturalmente una dimensione nazionale (e non soltanto locale) in quanto alcune lavoratrici e alcuni lavoratori non hanno partecipato alla recente procedura telematica in attesa di sapere quale destino avrebbero avuto i Segretariati.
In sede regolamentare andrà comunque previsto un più articolato regime transitorio, a cui nella scheda non si fa cenno, per assicurare una transizione funzionale e organizzativa che non penalizzi il personale e le attività stesse del Ministero.
Per quanto riguarda l’Istituto centrale per la grafica, la sua collocazione nell’ambito della Direz. Gen. Biblioteche del Dipartimento Attività culturali è altresì del tutto incongrua con le sue competenze tecnico-istituzionali storico-artistiche, che fin dalla sua fondazione si sono sempre collocate nel settore della conservazione e gestione delle Belle Arti, direzione generale alla quale dovrà essere assegnato nei DM di organizzazione degli uffici e istituti centrali.
Appare, infine, del tutto incongrua la declassificazione dell’Archivio Centrale dello Stato da istituto autonomo di livello dirigenziale generale a non generale che risulta sia contenuto nello schema di DPCM di riorganizzazione del MiC presentato al Consiglio Superiore. In tutti i Paesi sviluppati un analogo istituto che conserva la documentazione degli organi centrali dello Stato e del Governo gode del massimo rango istituzionale (negli USA la National Archives and Records Administration, che conserva quella Costituzione – come l’ACS conserva quella italiana – è un’azienda autonoma il capo è nominato dal presidente degli Stati Uniti), e non può certo sostenersi che tale istituto abbia un nazionale meno importante sul piano nazionale di quelli di tutti i musei territoriali a cui il co. 3 dell’art. 23 assegna il rango generale. La soluzione prospettata sarebbe inevitabilmente considerata in tutto il mondo come un palese atto di svalutazione della sua memoria e della sua storia da parte dello Stato italiano.
FP CGIL UIL PA
V. Giunta F. Trastulli
Si è tenuta stamattina l’informativa da parte del Capo di Gabinetto sulle ulteriori fasi attuative della riforma organizzativa. Va premesso che non abbiamo ricevuto documentazione preventiva (che però il cons. Giglioli ha assicurato ci verrà inviata a breve) dunque l’esposizione ha proceduto con l’illustrazione a braccio delle principali modifiche normative. Abbiamo, perciò, espresso osservazioni generali e ribadito la necessità di una lettura della documentazione per esprimere un giudizio complessivo ed entrare nello specifico.
A breve il Ministro interverrà per aggiornare i contenuti del DM 28/1/2020 relativo all’articolazione degli uffici dirigenziali di seconda fascia. Queste le novità: viene cristallizzato l’accorpamento fra alcune DRM e altrettanti Istituti autonomi ricadenti nel medesimo territorio (DRM Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Basilicata e Puglia; temporaneamente verrà accorpata anche la DRM Calabria con Crotone e Sibari, non è detto che questa soluzione diventi definitiva); la DG Musei acquisisce il servizio Fruizione e comunicazione, quindi passa da 2 a 3 uffici; la DG Cinema acquisisce il servizio Promozione della cultura cinematografica, quindi passa da 3 a 4 uffici; vengono accorpate le deleghe di alcuni servizi della DG Creatività contemporanea, cosicché si conferma la perdita di 2 servizi, che per altro erano sedi vacanti da moltissimo tempo.
Il Ministro interverrà modificando anche il DM 29/1/2020 sulla graduazione delle posizioni dirigenziali. Al momento non è prevista una vera e propria modifica dei criteri – operazione per la quale il relativo CCNL prevede il confronto con le OO. SS. – bensì solamente l’adeguamento alle posizioni esistenti di quelle che si verranno a creare ex novo. Nelle intenzioni del vertice politico c’è il desiderio di rendere questa Amministrazione più appetibile ai ruoli della dirigenza istituendo tre graduazioni. Ci siamo, in proposito, preoccupati di raccomandare la Cao di Gabinetto una verifica puntuale delle disponibilità economiche prima di partire con qualsivoglia forma di modifica.
Il terzo decreto sottoposto a modifica è il DM 23/12/2014 relativo ai Musei autonomi. Come detto nei precedenti comunicati, ci sono sedi museali che verranno accorpate ad altre ovvero rese autonome. Nel merito ci aspettavamo di vedere la lista degli Istituti coinvolti ma così non è stato. A livello metodologico, il Cons. Gilioli ha riferito che il criterio adottato non è stato solo e soltanto territoriale; talvolta si è ragionato anche in termini di funzionalità scientifica, come nel caso della Pilotta di Parma che si vedrà assegnata l’area di Velleia Romana (che ricade in territorio piacentino) in quanto i ritrovamenti delle campagne di scavo sono già conservati nel museo parmense.
Appare chiaro che queste misure, oltre ad essere la fase attuativa della riforma, servono a consentire la rapidissima immissione in ruolo dei dirigenti vincitori del corso-concorso SNA8 dei vincitori del corso-concorso Scuola del Patrimonio, che hanno terminato gli esami finali e per i quali siamo in attesa delle graduatorie. In totale 63 unità. Abbiamo appreso che probabilmente per i vincitori SNA8 si procederà – in analogia con quanto accaduto in altre Amministrazioni – per assegnazione diretta delle sedi (e a tal proposito da questo contingente verrà attinta il/la nuovo/nuova dirigente del Servizio II della Dg Or) mentre per i tecnici si dovrebbe arrivare a un interpello. Nulla è stato garantito sulla tempistica ma riconfermato l’impegno a procedere celermente, come abbiamo richiesto espressamente. Sinceramente non siamo convinti che sia condivisibile un “doppio binario” per l’assegnazione delle sedi ma il Capo di Gabinetto ha affermato che è un dato in itinere, un elemento di riflessione. Come che sia, a noi preme che i vincitori vengano assegnati quanto prima agi Istituti.
Abbiamo sollevato un aspetto, legato a questa riforma, che ci sta molto a cuore, ovvero le sorti del personale che lavora nei Segretariati regionali, oggetto di futura soppressione. Abbiamo ribadito con forza la necessità di una mobilità dedicata – o comunque di una procedura guidata, da estendere a tutte le sedi oggetto di riforma – sia per recuperare la perdita di chance per quanti non hanno partecipato alla mobilità nazionale in attesa di conoscere il destino dei Segretariati, sia per evitare la duplicazione delle competenze, fattispecie altamente probabile se la diversa allocazione fosse limitata ai confini regionali. Sempre in relazione a questo tema abbiamo invitato il Consigliere a riflettere sulla necessità di uffici dislocati in realtà funzionalmente diverse rispetto alla mera subordinazione logistico-amministrativa in virtù di mansioni trasversali (come nel caso degli appalti o delle pensioni). Il Capo di Gabinetto ha riferito che è stato attivato un tavolo con i Segretari Regionali e si è dimostrato disponibile ad accogliere la nostra proposta di gestire la mobilità a livello territoriale per garantire i lavoratori coinvolti.
In ogni caso, dopo la firma dei decreti da parte del Ministro sarà opportuna una prima revisione della pianta organica di dettaglio, anche e soprattutto per popolare gli Istituti nuovi. L’obiettivo del vertice politico sarebbe, in assoluto, quello di riportare la dotazione complessiva a 20.000 unità; a prescindere dal risultato, ciò è apprezzabile perché corrisponde a quanto abbiamo sempre chiesto ai Ministri che si sono succeduti (in realtà abbiamo chiesto che si ritornasse almeno alle 23.000 unità).
A breve dovremmo ricevere anche un’informativa aggiornata dalla DG OR rispetto al Piano dei Fabbisogni e un resoconto sulla situazione delle procedure assunzionali.
In coda è stato richiesto di procedere con un riaggiornamento del CUG, visti i pensionamenti di alcuni rappresentanti dell’Amministrazione e delle parti sociali.
Nel pomeriggio è proseguito il lavoro con il tavolo tecnico sui profili professionali, che ha portato ad avanzamenti su alcuni profili già discussi e ha inaugurato il confronto su altri. Auspichiamo una conclusione dei lavori in un tempo ragionevolmente breve, perché dovremo partire con il confronto sui passaggi fra le aree, che per noi resta una priorità assoluta. A scanso di smentite, la prossima riunione dovrebbe tenersi il 1 febbraio in orario antimeridiano.
FP CGIL MIC UILPA MIC
V. Giunta F. Trastulli