Servono risorse economiche per evitare il vuoto in organico e il collasso dei servizi

“Abbiamo più volte ribadito la nostra ferma contrarietà in merito all’emendamento dello Sblocca Cantieri che introduce l’obbligo delle telecamere di videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e in tutte le strutture di assistenza, comunali e del terzo settore, per la cura di anziani e disabili, che abbiamo fortemente contrastato da sempre. Troviamo altrettanto deprecabile che il testo che regola il provvedimento tratti la questione da un punto di vista esclusivamente economico, senza che vi sia alcun accenno alle modalità di applicazione, alla privacy e al rispetto dello Statuto dei lavoratori”. Questa la posizione della Funzione Pubblica Cgil in merito all’emendamento dello Sblocca Cantieri entrato in vigore.

“Si è posta tanta attenzione alle risorse economiche necessarie per applicare il provvedimento – prosegue il sindacato – e non si investono risorse per colmare i vuoti di organico che stanno portando i servizi scolastici comunali al collasso, anche a causa dell’annullamento dell’effetto deroga delle graduatorie introdotto dalla Legge di Bilancio 2019. Una decisione che porta ad una inevitabile contrazione dei servizi offerti alla cittadinanza, perché i vuoti in organico non permettono la normale conduzione di servizi già in sofferenza a causa delle ordinarie forme di pensionamento, aggravate da Quota 100. L’eventuale scelta di procedere con nuovi concorsi richiede dei tempi di applicazione che rendono impossibile la riattivazione dei servizi scolastici per settembre 2019. Pertanto assunzioni in ruolo o rapporto a tempo determinato diventano di vitale importanza per l’esistenza dei servizi stessi. È necessario ripristinare immediatamente le graduatorie per i servizi all’infanzia, al fine di ridurre il rischio di contrazione dei servizi. La scuola è un diritto, per i bambini e per le loro famiglie”, conclude la Fp Cgil.

Pubblichiamo le ministeriali n.0181590.U del 7.6.2019  e  n.0188483U del 13.6.2019.

La via crucis dei lavori insalubri e l’INPS

Ci è giunta la notizia che L’INPS con un suo messaggio interno, ha disposto la sospensione dell’erogazione dei trattamenti pensionistici al personale in possesso dei benefici sui lavori insalubri, chiedendo un parere al Ministero del Lavoro sulla base di una interpretazione superata dalla ormai celeberrima sentenza della Corte dei Conti, peraltro ribadita in appello dalle Sezioni Riunite.
Ovvero che tale beneficio spetterebbe solo ai lavoratori con qualifica operaia poiché la normazione originaria, che riguarda il personale del Ministero della Difesa, si riferiva esplicitamente al personale operaio addetto ai polverifici.
Una interpretazione a suo tempo fatta propria dal Mibac, ma che poi è stata superata dalla sunnominata
sentenza alla quale lo stesso Ministero si è richiamato nella emanazione della Circolare n.4/2019, che ha sbloccato la lunga vertenza riconoscendo a tutte le categorie dei lavoratori il diritto al beneficio sulla base della concreta esposizione alle sostanze insalubri.
L’INPS stranamente ignora sia la sentenza (ne richiama un’altra, di segno contrario, di una Sezione Regionale della stessa Corte) che le disposizioni emanate dal datore di lavoro diretto, e butta la palla al Ministero del Lavoro per un parere, con una decisione tanto discutibile quanto tardiva. Tardiva perché nel frattempo la normativa è stata applicata pacificamente anche dall’INPS con lavoratori che ormai sono in pensione da quel dì, senza che lo stesso ente pensionistico abbia mai avuto da ridire. Il merito di questa decisione poi evidenzierebbe la curiosa situazione per cui si potrebbe ipotizzare che le sostanze insalubri producono effetti nocivi sulla salute dei lavoratori solo se gli stessi appartengano ad una determinata categoria professionale, lasciando immuni gli altri.
Spiace ricordare all’INPS che per fortuna la normativa italiana sulla tutela della sicurezza e salute dei lavoratori si è evoluta, introducendo il concetto di salubrità dell’ambiente di lavoro e definendo le condizioni di lavoro in rapporto a questo concetto e non in riferimento all’appartenenza a questa o quella qualifica funzionale.
Insomma una classica vicenda all’italiana, nella quale la preoccupazione maggiore risulta essere la classica forma di autotutela burocratica, ma non gli effetti che produrrebbe questa decisione che, qualora fosse malauguratamente confermata dal Ministero del Lavoro, solleverebbe un autolesionistico contenzioso di proporzioni gigantesche. Effetti peraltro già riscontrabili sulla pelle di alcuni lavoratori in procinto di andare in pensione e bloccati.
In tutta questa storia quello che poi è del tutto inaccettabile è che nessuno mette in discussione l’obsolescenza di una normativa sui lavori insalubri ferma a cent’anni esatti dalla sua promulgazione e caso mai rappresenti l’esigenza di rinnovare l’elenco delle sostanze insalubri anche rispetto all’evoluzione delle tecnologie dei cicli produttivi.
E adesso cosa succede? Ci chiedono giustamente i lavoratori interessati.
Dal nostro punto di vista il problema diventa politico, ovvero sarebbe quanto mai opportuno un intervento urgente, anche a tutela dell’immagine del Mibac, della Direzione politica del Ministero verso
gli omologhi del Ministero del Lavoro che sblocchi al più presto la situazione determinata dall’improvvida e quantomeno impropria iniziativa dell’ente pensionistico. Intervento che abbiamo già sollecitato per le vie brevi e che ribadiremo in forma più ufficiale.
Nelle more è opportuno per i lavoratori interessati avviare consulenze legali, in particolare coloro i quali hanno avviato l’iter di riconoscimento e non hanno i decreti perfezionati, al fine di verificare quali iniziative intraprendere nel caso in cui questa situazione non si sblocchi in tempi brevi.
Per tale motivo preghiamo le nostre strutture territoriali di mettere a disposizione gli uffici legali per le consulenze richieste e restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Sarà infine nostra cura informarvi tempestivamente sull’evoluzione della situazione e sulle iniziative che si intraprenderanno nel caso in cui il rinvio produca l’ennesimo rimpallo di responsabilità.

 

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale

Lunedì 17 Giugno le OO.SS. unitariamente scendono in piazza per manifestare
le carenze croniche del Comando… Personale, mezzi attrezzature e DPI  ormai da troppo tempo mettono in discussione la sicurezza delle lavoratrici dei lavoratori e della popolazione tutta.

Comunicato

“Una volta, le membra dell’uomo, constatando che lo stomaco se ne stava ozioso ad attendere cibo, ruppero con lui gli accordi e cospirarono tra loro, decidendo che le mani non portassero cibo alla bocca, né che, portatolo, la bocca lo accettasse, né che i denti lo confezionassero a dovere. Ma mentre intendevano domare lo stomaco, a indebolirsi furono anche loro stesse, e il corpo intero giunse a deperimento estremo.
Di qui apparve che l’ufficio dello stomaco non è quello di un pigro ma che, una volta accolti, distribuisce i cibi per tutte le membra. E quindi tornarono in amicizia con lui”.
Era il 494 a.C. quando il console romano Menenio Agrippa pronunciò il suo celebre discorso, dopo la secessione dei plebei.
Quelle parole – a distanza di migliaia di anni – sono ancora di strettissima attualità, a fronte di chi oggi vorrebbe limitarsi a considerare singole posizioni, senza considerare l’intero corpo dell’INL. Come Confederazione Generale del Lavoro noi riteniamo che tutte le attività svolte nell’INL abbiano pari dignità e non crediamo ci siano lavoratori di serie “A” e di serie “Z”. Naturalmente, questo non vuol dire che tutti i dipendenti dell’INL abbiano pari responsabilità e, difatti, crediamo che un sistema indennitario debba essere riconosciuto a coloro che svolgono attività implicanti particolari responsabilità.
Abbiamo proposto – inascoltati – la costituzione di team misti nel Servizio Ispettivo, ossia composti da colleghi ispettori e amministrativi, proprio per favorire l’osmosi di conoscenza e la collaborazione di tutti al raggiungimento di obiettivi. Abbiamo proposto l’impiego di personale amministrativo, opportunamente formato, per il turno e le conciliazioni. Chiediamo a gran voce, da tempo, assunzione di personale amministrativo e ispettivo, perché l’Ispettorato è portato avanti da tutti e per evitare che la grave carenza di personale porti a quello che temevamo: la parcellizzazione delle attività, con colleghi adibiti a molteplici attività per coprire i vuoti in organico.
Non saremo noi a spaccare il fronte unitario dei lavoratori e a fare il gioco di chi vorrebbe continuare ad averci divisi, per poter continuare a fare i propri comodi.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

FINALMENTE I NUMERI UFFICIALI

Finalmente dopo tanta attesa, voci di corridoio, notizie diffuse da “fonti non autorizzate e pertanto inattendibili”, l’Amministrazione ha ufficialmente comunicato a tutte le sigle sindacali i numeri della distribuzione territoriale relativamente al concorso da 967 posti di consulente della protezione sociale.
Ve li trasmettiamo in allegato, chiedendo all’Amministrazione una particolare attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori che già sono dipendenti dell’Ente e che naturalmente chiedono di restare nella propria sede.

FP CGIL                                                   FP CGIL
Antonella Trevisani                                      Matteo Ariano

Pubblichiamo le note emanate dalla Direzione Centrale per la Formazione, riguardo la richiesta di personale formatore per il polo didattico della DCF

Pubblichiamo la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Umane riguardo le proposte di candidatura per le emergenze.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Umane, in riferimento ai trasferimenti spettanti della legge 104/92 per il personale qualificato CS e CR

Pubblichiamo la nota del Coordinatore provinciale nella quale chiede in virtù dei nuovi metodi di assegnazione del personale, la riapertura della contrattazione di criteri di mobilità interna.

La nostra iniziativa per l’aggiornamento dei contributi Inps, continua…

Dopo il nostro comunicato dell’aprile scorso in cui si segnalavano mancati aggiornamenti delle posizioni contributive per i dipendenti del Mit, si è svolto, su nostra richiesta, un incontro con l’Amministrazione in cui abbiamo rappresentato la situazione, francamente non più tollerabile, circa:
1) il disallineamento dei dati tra estratti conto e cud;
2) la necessità, stante la delicatezza degli interessi in gioco (il quantum della pensione), che i Dirigenti,
in particolare quelli periferici, provvedano alle validazioni dei dati retributivi dei pensionandi.
A seguito della nostra iniziativa, il Mit ha emanato, in data 10 giugno 2019, una nuova Circolare
con cui si danno indicazioni precise nel merito delle questioni poste. A tal proposito, pensiamo sia
utile che tutti gli eletti RSU nelle liste della Fp CGIL, si facciano promotori, possibilmente in modo
unitario con gli altri eletti, di incontri con i Dirigenti al fine di individuare le migliori modalità affinché
le validazioni vengano poste in essere.
Considerato ancora che il problema del disallineamento dei dati è imputabile direttamente all’Inps
e non potendo ritenere valide le motivazioni secondo cui “il disallineamento delle informazioni riguarda il solo estratto conto contributivo visualizzabile dall’utente, mentre negli archivi gestionali
utilizzati da Inps per la liquidazione delle pensioni, il dato risulta essere completo e corretto”, il che
vuol dire, tradotto in soldoni: state tranquilli, cari lavoratori; quello che vedete voi non è corretto ma
fidatevi di noi che abbiamo tutto sotto controllo, e considerando (quando si dice la testardaggine!),
che sia un diritto di tutti i lavoratori, peraltro previsto da una Legge della Repubblica Italiana, quello
di poter verificare la correttezza dei dati relativi alle posizioni contributive, abbiamo chiesto, unitamente alla Confederazione CGIL, un incontro con l’Inps per dirimere la questione ed individuare
modalità e tempi necessari all’aggiornamento delle posizioni contributive di tutti i lavoratori del Mit.
Ovviamente vi terremo informati circa la convocazione dell’incontro e gli esiti dello stesso.

 

La coordinatrice Nazionale MIT                         Esecutivo Nazionale Comparto Funzioni Centrali
Carmen Sabbatella                                                                       Paolo Camardella

Riunione riguardante le piante organiche e eventi critici

Durante la riunione tenuta oggi al Dap si è deciso di anteporre il problema delle aggressioni subite
dal personale a quello delle dotazioni organiche.
Su tale tema la Fp CGIL ha evidenziato che il fatto che le aggressioni continuino ad aumentare è ciò
che desta maggior preoccupazione e deve avere priorità assoluta la necessità di trovare adeguate
soluzioni al problema.
Premesso che la prima cosa da fare è evitare che un poliziotto acceda in sezione da solo, tra le cause
del problema vi è sicuramente l’istituzione del regime aperto, senza occupare i detenuti in attività
trattamentale, l’aumento di soggetti con disagio psichico, i problemi di comunicazione dovuti
all’aumento delle diversità di etnie presenti negli istituti penitenziari, ma anche la mancata
applicazione di strumenti e norme già previste.
Per questo motivo e’ necessario prima di tutto creare un sistema premiale che consenta l’apertura a
chi segue il programma di trattamento e ha un comportamento adeguato e limiti l’apertura per chi ha
comportamenti che mettono a rischio la sicurezza del personale, fino a prevedere in ogni istituto le
sezioni ex articolo 32 del DPR 230/2000.
Riteniamo fondamentale garantire un servizio psichiatrico su tutte le 24 ore e proponiamo di
rivedere i protocolli d’intesa con il servizio sanitario nazionale, soprattutto per superare il problema
della sorveglianza a vista. Come siamo certi che, se non aumentano i posti disponibili nelle Rems e
diminuiscono le presenze in carcere di soggetti con problemi psichici, non è possibile superare il
problema stesso.
Bene la previsione di addestrare il personale, anche se dovrebbe riguardare tutti quelli che lavorano
nelle sezioni e non solo un gruppo operativo, e di aumentare la presenza di mediatori culturali.
Ben vengano le nuove tecnologie che consentono di fare prevenzione, ma siamo convinti che il
problema sia principalmente quello di utilizzare gli strumenti dissuasivi già presenti e soprattutto gli
strumenti normativi già previsti, come il 14 bis e quelli dettagliati dal sistema disciplinare, che non
vengono utilizzati.
Un aiuto in tal senso potrebbe arrivare da un inasprimento delle pene previste dal codice per chi
aggredisce il personale di Polizia Penitenziaria. Sarebbe necessario inoltre prevedere un sostegno
psicologico per chi è vittima di aggressione.
Anche la prossima seduta del 24 giugno sarà sul tema trattato oggi.
Vi terremo informati sui futuri sviluppi.

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