Si è tenuto ieri, presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, l’incontro della “cabina di regia”
(Dipartimento FP, Esacri, Ministero Salute, Difesa, Regioni e OO.SS. rappresentative) , che Fp Cgil,
Cisl Fp e Uil Pa avevano richiesto rispetto alle procedure di mobilità del personale Esacri ancora
impegnato nella gestione l.c.a.
La modifica all’art. 8 del D.Lgs. n. 178/2012 ha spostato il termine per la ricollocazione del
personale (1 aprile 2018) “fino a dichiarazione di cessata necessità da parte del Commissario
Liquidatore”. Ma risulta necessario – in primis per la serenità del personale coinvolto – giungere ad un
punto fermo rispetto alla procedura di ricollocazione, individuando con precisione l’ente pubblico presso il quale la singola persona verrà trasferita; ovviamente con scaglioni temporali diversi, legati alla dichiarazione di cessata necessità da parte del Commissario Liquidatore.
Le Dott.sse Ravaioli e Paccapelo hanno tracciato il quadro della situazione : su 182 unità da
ricollocare, per 76 ancora la domanda e l’offerta di mobilità “non si sono incontrate”. Come Fp Cgil
abbiamo sottolineato la necessità di un intervento fattivo del Dipartimento, come avvenuto in
precedenza, per coordinare, indirizzare e anche sollecitare la messa a disposizione di posti da parte
delle Pubbliche Amministrazioni del comparto Funzioni Centrali (non potendo agire su Ssn e Enti
Locali).
Al fine di evitare fraintendimenti, anche da parte delle Amministrazioni riceventi, abbiamo
ribadito alla Dott.ssa Barila’ la necessità di chiarire che non siamo di fronte a mobilità volontarie (art. 30 dlgs 165/2001), ma a mobilità obbligatoria, con applicazione della normativa speciale prevista dal
D.Lgs. n. 178/2012 anche in materia di ricollocamento in sovrannumero.
Unitariamente con Cisl Fp e Uil Pa abbiamo chiesto l’apertura urgente di un tavolo di confronto
sui trattamenti economici e previdenziali del personale Cri ed Esacri già ricollocato o in fase di
ricollocazione, alla luce dei dubbi interpretativi e dei diversi orientamenti emersi in varie PP.AA.
La Dott.ssa Barila’ ha confermato il carattere obbligatorio del processo di mobilità e si è
impegnata all’interlocuzione con le Amministrazioni Centrali per reperire i 76 posti ancora necessari e
con Esacri per la definizione, entro aprile 2019, degli atti propedeutici all’assegnazione formale ad altra P.A. del personale ancora in servizio.
Vi terremo informati sugli sviluppi della situazione.
p. FP Cgil Nazionale
Giulietta Oberosler
In allegato l’Ordine del Giorno, approvato dall’assemblea congressuale, che impegna la Federazione a proseguire nell’impegno preso con la risoluzione di Palermo tramite la costruzione di una rete europea di lavoratrici e lavoratori che svolgono servizi per l’accoglienza ai migranti.
Nello stesso Ordine del Giorno si impegna la Federazione ad aderire alla campagna Welcoming Europe che si propone di raggiungere un milione di firme entro la fine del prossimo gennaio. Per firmare è sufficiente andare sulla pagina http://welcomingeurope.it/, leggere il materiale e
firmare online al link https://welcomingeurope.it/news/firma/
Visto l’ambizioso obiettivo vi chiediamo di far girare la raccolta firme anche sui luoghi di lavoro e di invitare tutti a sottoscrivere la iniziativa dei cittadini europei.
Nell’odg inoltre, la federazione prende posizione di fronte al voltafaccia del govreno italiano relativamente alla Firma del Global Compact per la migrazione delle Nazioni Unite, che dovrebbe avvenire a Marrakech il 10 e l’11 dicembre prossimi.
Nicoletta Grieco
Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa
Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa significa valorizzare il lavoro pubblico, creare nuova occupazione e dare impulso alla crescita democratica del paese agendo una politica economica di pace rispettosa della Carta Costituzionale.
La crisi della capacità e proposta di governo, non solo nazionale, ma internazionale ed europea, nella quale si manifestano accanto a politiche economiche neoliberiste nuovi protezionismi, instabilità geopolitica, conflitti e tensioni in un contesto internazionale che continua ad essere caratterizzato dal perdurare di conflitti, genocidi, occupazioni militari e azioni terroristiche impone di riconfermare
l’impegno delle forze democratiche contro la guerra come sancito dall’art. 11 della Costituzione, per l’affermazione della pace e della libera convivenza tra i popoli, valorizzando e rafforzando il ruolo degli organismi sovranazionali e della diplomazia.
Pace e sviluppo devono tornare ad essere obiettivo centrale del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori in Italia, in Europa e nel mondo (cfr premessa al documento ‘‘Il lavoro è ’’).
Il Congresso della Fp Cgil nazionale si riconosce in questa fondamentale prospettiva e impegna la categoria a promuovere percorsi ed iniziative di sostegno alla costruzione di politiche di salvaguardia dell’accoglienza, dei diritti umani, dell’uguaglianza, del lavoro e della giustizia sociale ed economica.
La pesante recessione abbattutasi sull’economia globale nell’ultimo decennio ha indotto i governi europei e quelli nazionali ad attuare esclusivamente politiche di tagli lineari e contrazione della spesa soprattutto nei confronti del perimetro del lavoro e dei servizi pubblici resi alla cittadinanza, alla rete di supporto delle imprese e dell’industria senza tuttavia manifestare una visione d’insieme, definire una strategia di sviluppo alternativa e, soprattutto, senza accompagnare quelle misure con una dura lotta all’evasione e all’elusione fiscale, generando forti ineguaglianze sociali ed economiche che si sono affermate e consolidate nel tempo.
Per la Difesa dello Stato, o meglio, per la parte di questa istituzione che non acquista ma produce in ‘‘house’’ con l’apparato tecnico-operativo e industriale di cui dispone e che deve tornare ad ispirare la propria azione e funzione alla precipua osservanza dei precetti fissati dalla Costituzione, l’adozione di quelle politiche indistinte ha provocato gravi ripercussioni sulla quantità e qualità delle maestranze
specializzate, sull’efficienza e l’ammodernamento delle apparecchiature e delle strutture in uso, causando una pesante riduzione delle commesse dovuta essenzialmente alla complessiva riduzione della propria capacità industriale.
Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa
Ciò ha agevolato un massiccio, spregiudicato ed ingiustificato ricorso alla privatizzazione ed alla esternalizzazione di una moltitudine di lavori e servizi connessi che vengono tuttora largamente affidati all’industria privata, malgrado l’opera qualificata del personale civile impiegato negli stabilimenti delle forze armate, dei centri tecnici e degli arsenali militari sia comunemente ritenuta migliore in termini di
espressione di professionalità. Un declino, quello forzatamente indotto nei confronti di queste importanti realtà industriali che nei prossimi anni rischia, se non efficacemente contrastato, di provocare la chiusura dei cancelli degli stabilimenti e la conseguente disoccupazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori civili del settore, in un momento storico in cui, invece, la lenta e tangibile ripresa del paese mostra di aver bisogno di creare nuove opportunità e posti di lavoro a beneficio soprattutto dei più giovani.
I centri tecnici e gli arsenali militari, in particolare, che costituiscono uno dei pilastri strategici su cui si basa la capacità marittima (un pezzo di innovazione del nostro Paese) e si misura l’idoneità a produrre valore per l’economia e il prodotto interno lordo di un qualsiasi paese industrializzato, se rilanciati e rivolti ai mercati nazionali ed internazionali, ovvero se resi maggiormente attrattivi e competitivi
attraverso gli investimenti della Cassa Depositi e Prestiti con l’assunzione straordinaria di lavoratrici e lavoratori pubblici dei ruoli professionali necessari, possono garantire, con la cantieristica navale militare-civile e la specificità del proprio apparato produttivo, la costruzione, la manutenzione e la realizzazione di allestimenti di un qualsiasi naviglio, garantendo lavoro ed occupazione stabile.
Avviare questi processi in “house”, limitando fortemente il ricorso all’esternalizzazione e alla privatizzazione dei servizi e delle commesse, significa eliminare i costi di consulenza e ridurre sensibilmente quelli di produzione, investire sulle strutture esistenti e valorizzare la specificità delle maestranze civili della Difesa, ma anche garantire prospettive occupazionali, opportunità e stabilità d’impiego alle nuove generazioni.
Più in generale, vuol dire offrire un contributo tangibile allo sviluppo economico e sociale del nostro paese.
Il Congresso della Fp Cgil nazionale impegna la categoria a pianificare e realizzare lo sviluppo di azioni e politiche coerenti con la pratica di tali principi ed obiettivi, agendo in senso anticiclico per determinare le condizioni di una crescita culturale, economica e sociale del paese che incoraggi il reale cambiamento della condizione materiale delle persone e conquisti sempre maggiori libertà e diritti di cittadinanza per coloro che rappresentiamo.
Pubblichiamo la sottoscrizione Ipotesi di accordo per la distribuzione delle risorse decentrate per le politiche del personale e per la produttività relative all’anno 2018.
Pubblichiamo l’atto stragiudiziale di intimazione diffida e contestuale messa in mora.
ARRIVATA LA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI SUI LAVORI INSALUBRI:
L’AMMINISTRAZIONE SENZA ALIBI E GRANDE VITTORIA DELLA CGIL.
e’ proprio di ieri mattina la notizia dell’attesa conclusione dell’iter giudiziario davanti alla Corte dei Conti relativo al riconoscimento dei benefici previdenziali, per alcune categorie di lavoratori, derivanti dall’esposizione alle sostanze insalubri. Una notizia che ci riempie di gioia: sono 7 anni che portiamo avanti questa vertenza, dovuta ad un incomprensibile atteggiamento dell’amministrazione, che prima ha negato il diritto a tutti i lavoratori non in possesso della qualifica operaia, in seguito ha prodotto comportamenti contraddittori , con una applicazione disomogenea sul territorio, infine ha preferito attendere l’esito della vertenza giudiziale davanti ai giudici producendo istanza di appello, a tempo scaduto, avverso la sentenza di primo grado.
Vale la pena di sottolineare che la sentenza di appello rigetta il ricorso dell’Amministrazione perché presentato oltre i termini di legge: ovvero abbiamo atteso una sentenza prevedibile, perdendo tempo inutilmente senza considerare che il merito riguardava la necessità di tutela della salute dei propri lavoratori. Non ci pare che in questa vicenda si possa parlare di comportamenti coerenti e responsabili.
Ebbene: la partita è stata vinta definitivamente e l’Amministrazione ci ha sempre detto che avrebbe atteso la sentenza di appello prima di emanare una Circolare che riconosca il beneficio a tutti i lavoratori interessati, ovvero restauratori, fotografi e operatori subacquei.
Adesso non ci sono più alibi, anche alla luce degli impegni assunti direttamente dal Segretario Generale nel corso dell’ultimo incontro. Invieremo allo stesso Segretario Generale copia della sentenza e l’invito a procedere velocemente: troppe istanze sono ferme negli Uffici periferici e vanno sbloccate immediatamente.
La conclusione di questa vicenda assume anche ulteriori risvolti dal grande significato politico
e pone una esigenza ineludibile:
il dato politico è che si rovescia una visione antica e già superata dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro. In sostanza non è l’appartenenza a questa o quella qualifica professionale a determinare il diritto al riconoscimento previdenziale, ma lo stesso deriva dalla concreta condizione di lavoro e quindi dal grado e dalla periodicità di esposizione alle sostanze riconosciute insalubri. Un principio che adesso si può estendere a tutte le categorie dei lavoratori interessati e può diventare elemento rivendicativo generale ad esempio per la categoria dei restauratori, ma anche di tutti coloro che nel corso della propria vita lavorativa vengono a contatto con le sostanze che la norma definisce insalubri.
La norma: siamo in presenza di una obsolescenza normativa in materia che non è più giustificabile:
le sostanze insalubri sono ancora quelle contenute in un decreto luogotenenziale del 1919, con solo un aggiornamento intervenuto nel lontano 1975, con il DPR 146/75.
E le modalità rivendicative sono ancora riferibili al possesso del libretto di rischio, come è noto abolito da circa 20 anni. Quindi la materia necessita di una revisione giuridica sia dal punto di vista della identificazione delle sostanze insalubri che nelle prassi di riconoscimento del beneficio.
Per quanto riguarda le istanze di riconoscimento, per coloro che non l’avessero ancora avanzata, ribadiamo che deve essere concretamente dimostrata l’esposizione alle sostanze insalubri e che il mancato reperimento del libretto di rischio può essere sostituito a nostro avviso anche con altra documentazione utile, comprese le dichiarazioni dei dirigenti.
Per i periodi successivi all’abolizione del libretto di rischio si deve fare riferimento alla cartella di rischio individuale , avendo cura di verificare che l’esposizione alle sostanze insalubri venga adeguatamente inserita in detta cartella da parte del medico competente. In ogni caso restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e per ogni supporto.
Intanto registriamo la nostra legittima soddisfazione: ringraziamo il compagno avvocato Montaldo che ha seguito con passione e competenza questa vertenza ed il gruppo di lavoratrici e lavoratori in pensione che si è ”sacrificato” per la causa.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale
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Artt. 17 e 18 CCNI fumata nera… e prosegue il “braccio di ferro” sulle rivendicazioni per un salario accessorioadeguato agli elevati carichi di lavoro!
A distanza di oltre due settimane siamo stati nuovamente convocati dall’Agenzia, in data odierna, sulla definizione dei criteri di selezione e di finanziamento delle Posizioni Organizzative e degli Incarichi di Responsabilità (artt. 17 e 18 CCNI).
Nessun passo avanti sul fronte del loro finanziamento, sia sotto il profilo della “quantità” delle risorse necessarie a finanziare le circa 3.500 posizioni complessive sia sull’esigenza o meno che queste risorse abbiano natura c.d. “certa e stabile”.
L’Agenzia ha comunque prodotto dei documenti con le sue proposte inerenti i possibili criteri di selezione e la rispettiva remunerazione delle singole figure.
In merito al primo aspetto inerente ai criteri di selezione, sin da subito, abbiamo espresso forti perplessità sul alcune proposte dell’Agenzia quali, ad esempio, la modalità di riconoscimento degli anni di servizio nell’ambito delle specifiche famiglie professionali attinenti alla posizione per cui si concorre e, soprattutto, la previsione di range di valutazione previsti dalla graduatoria finale entro cui l’amministrazione potrebbe scegliere a “discrezione” e a prescindere dal punteggio finale ottenuto dai candidati. Proposta, quest’ultima, immediatamente rispedita al mittente!
Con riferimento alla proposta che l’Agenzia ha fatto in merito alla specifica remunerazione delle singole figure (artt. 17 e 18) abbiamo evidenziato la irrisorietà del riconoscimento delle indennità rispetto alla responsabilità professionale, alle attività di coordinamento, ecc. a cui sono chiamate tali figure; soprattutto in ragione del prossimo contesto organizzativo in cui il massiccio declassamento di posizioni dirigenziali determinerà un inevitabile slittamento “a valle” delle responsabilità professionali.
La richiesta di parte sindacale (senza se e senza ma) è stata duplice e relativa alla necessità di un significativo incremento dell’indennità e che a tale significativo incremento sia a totale carico dell’Agenzia e ad una necessaria rivisitazione dell’istituto nel suo complesso all’interno del nuovo Contratto integrativo o con accordo specifico.
L’incontro di oggi è stata anche l’occasione per ribadire con forza la necessità che la vertenza a favore dei lavoratori del fisco, attivata dalle scriventi OO.SS. e relativa alla necessità di recuperare risorse sottratte ai lavoratori, evitare i continui tagli del salario accessorio ed i conseguenti ritardi nell’erogazione, portare a compimento nel 2019 l’operazione per la progressione economica di tutto il personale, a fronte delle mancate risposte pervenute dall’Autorità Politica e dalla stessa Agenzia, non potrà che passare alla concreta mobilitazione del personale.
Non è stato infatti ancora possibile definire l’accordo per l’acconto sulle risorse del 2018 (e siamo a fine 2018…) e nonostante le assicurazioni fornite nel corso della riunione sulle Convenzioni non è ancora concluso l’iter per la sottoscrizione da parte del Ministro del c.d. decreto ex comma 165 relativo all’annualità 2017.
Permangono, inoltre, difficoltà di definizione dell’accordo sul FUA 2016 dove pesa ancora l’assenza di risorse aggiuntive a suo tempo promesse dall’Agenzia per il pagamento della Voluntary Disclosure . Insomma, l’Agenzia insiste nel pagamento della V.D. ma attraverso “l’autotassazione” di tutti i colleghi….
Il confronto non facile con l’Agenzia proseguirà serrato e chiediamo che, in un momento particolarmente delicato per l’amministrazione ed i suoi lavoratori, sia il Direttore Generale ad assumersi direttamente al tavolo di trattativa la responsabilità di alcune importanti scelte a cui è chiamata l’Agenzia in risposta alle nostre rivendicazioni.
Nel caso ciò non avvenisse nelle prossime ore adotteremo tutte le necessarie iniziative di mobilitazione e di lotta.
Roma, 3 dicembre 2018
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/UNSA FLP
Boldorini Silveri Cavallaro Sempreboni Cefalo/Patricelli
Pubblichiamo il contratto collettivo 2018
LE INDENNITA’ DI AMMINISTRAZIONE DEL MEF
Il tema riguarda la “equiparazione” delle indennità tra i lavoratori del MEF. Nel nostro Ministero abbiamo diverse indennità di amministrazione; in particolare, l’indennità che percepiscono i colleghi delle Commissioni Tributarie (pari a quella che si percepisce al Ministero della Giustizia) è più alta rispetto a quella percepita dagli altri colleghi. Tale indennità è giustamente percepita dai colleghi delle CCTT per la particolarità del lavoro svolto e scaturisce da una norma (art. 33 D.lgs 545/92). Al fine di poter equiparare le indennità, spinti anche dalle richieste che ci arrivavano dai colleghi, seppur coscienti delle difficoltà giuridiche ed economiche che si dovevano affrontare, abbiamo subito chiesto a chi di competenza di provvedere. Una volta incassata la volontà politica e amministrativa a farlo, la nostra richiesta si è trasformata in una opportunità concreta e fattibile. Questa è la strada da seguire! Ognuno è libero di intraprendere le iniziative che ritiene più opportune per raggiungere il proprio intendimento, tuttavia riteniamo sia necessario ricordare alcuni aspetti. Se fosse, come sostiene qualcuno, un diritto, visto che l’Amministrazione, la Politica e i Sindacati sono favorevoli, non avremmo dovuto avere alcun problema. Perché allora non abbiamo la perequazione? E che bisogno abbiamo di un ricorso? Contro chi? Il Capo Dipartimento più volte ci ha detto che sta lavorando per l’equiparazione attraverso una proposta emendativa. Siamo soddisfatti di tale impegno ma chiediamo ora all’Amministrazione di farci sapere quale è l’iter che sta portando avanti per ottenerla (come intende superare le difficoltà normative) e a che punto siamo concretamente.
FP CGIL CISL FP UIL PA
A. Fimiani W. De Caro A.G. Bordini
Il Coordinamento Nazionale Fp Cgil VVF augura una buona Santa Barbara 2018 a tutte le lavoratrici e i lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.