Difendiamo il modello Riace perché funziona, dimostrando che l’accoglienza diffusa come progetto è una ricchezza che consente di tenere in vita i territori altrimenti destinati all’abbandono o al dominio della malavita.

Difendiamo il modello Riace perché è supportato da circa 70 operatrici e operatori sociali, mediatori culturali e assistenti sociali, oltre a una rete di volontariato del terzo settore. Questo permette al piccolo borgo di tenere in vita servizi pubblici fondamentali, come i servizi sociali e la scuola, avviando da anni imprese, spesso giovanili, che vanno dall’artigianato al commercio, dai forni fino alla raccolta differenziata porta a porta.
La politica che propone il modello dei grandi centri di accoglienza ha già fallito in passato: perché crea lager, insicurezza sociale, disumanità e illegalità. Sono proprio leggi come la Bossi-Fini e ora il decreto Sicurezza a creare milioni di irregolari che saranno sfruttati come schiavi nell’economia sommersa.

Difendiamo chi lavora nella rete dei servizi pubblici e del terzo settore e si occupa di garantire solidarietà, accoglienza e inclusione. Servizi che vanno valorizzati e non attaccati continuamente da chi dovrebbe rappresentare una delle più alte cariche dello stato.
Bisogna opporsi e resistere a queste politiche disumane, propagandistiche, dannose e razziste.
Non siamo né con gli scafisti né con i caporali né con chi rende i migranti criminali, ma siamo con gli uomini, le donne e i bambini a cui va riconosciuto il diritto ad andare a scuola, a curarsi, a lavorare senza distinzione di nazionalità e colore.

Siamo al loro fianco in tutte le Riace, Lodi e Monfalcone, perché i diritti non devono avere confini.

Pubblichiamo la convocazione della riunione del Ministero della Difesa, “Ufficio Gabinetto del Ministro”, per il giorno 26 Ottobre 2018.

“Condividiamo le proposte del Ministro Grillo riguardo la stabilizzazione dei medici della Medicina Generale. Siamo sempre stati favorevoli a provvedimenti che prevedano il giusto riconoscimento e la valorizzazione dell’esperienza di quei professionisti che da anni garantiscono la continuità dei servizi nonostante la precarietà del rapporto di lavoro” fa sapere Andrea Filippi, segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil Medici e Dirigenti Sanitari.

“Il personale medico precario ha assicurato nel corso degli ultimi anni il mantenimento dei livelli di assistenza, in particolare della rete dell’emergenza e dell’urgenza territoriale, maturando competenze oggi indispensabili al servizio sanitario nazionale. Proprio per questo crediamo sia indispensabile mettere in campo quelle misure che, nel rispetto dei principi di meritocrazia, diano certezze ai medici precari attraverso procedure di stabilizzazione già applicate in altri ambiti del Ssn grazie alla Legge Madia”.

“La stabilizzazione consentirebbe da una parte di guardare con più tranquillità al futuro del Ssn e dall’altra sarebbe il giusto riconoscimento per i medici che con impegno e professionalità garantiscono l’assistenza della cittadinanza” conclude Filippi.

Pubblichiamo la nota del Coordinamento regionale Emilia Romagna che affronta nello specifico il problema degli interventi dei Vigili del Fuoco per insetti e imeneotteri dando anche una soluzione che risolverebbe il problema in regione.

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale Risorse Logistiche Strumentali riguardo la procedura informatica per il monitoraggio dei DPI

Comunicato su Accordi dell’8 ottobre 2018

Lunedì scorso si è svolta una riunione divisa in due sessioni che avevano come oggetto della
discussione, la prima, la sottoscrizione definitiva dell’ Accordo sulla retribuzione di risultato per il
2017 relativa ai Dirigenti, la seconda l’accordo integrativo per l’utilizzazione del Fondo Unico di
Amministrazione 2017 per il personale non dirigenziale, l’accordo stralcio riguardante l’indennità
per i centralinisti non vedenti e,infine, l’accordo sui criteri di attribuzione del premio individuale.
Accordo fondo risultato Dirigenti 2017 – La proposta dell’Amministrazione sostanzialmente
ricalcava quella già presentata all’atto della sottoscrizione dell’ipotesi di accordo, avvenuta in data
24.4.2018, anche se vanno evidenziate minime variazioni in aumento. Si è colta l’occasione per
ribadire, ancora una volta, attraverso lo strumento della nota a verbale sottoscritta da CGIL, CISL e
UIL, che l’Amministrazione si faccia parte attiva e diligente per definire la questione relativa alle
risorse da acquisire al fondo di risultato in relazione al processo di accorpamento dell’ex
Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali (IVCA).
Accordo Fua 2017 Personale non dirigente – Al di là del merito dell’accordo, che in ogni caso
rispecchia quello degli scorsi anni e su cui non ci sono state richieste di modifica, va evidenziato
quanto previsto dall’articolo 6 che, concretamente, avvia il percorso della progressioni economiche
orizzontali. Si tratta di un primo risultato, importante e frutto anche delle nostre reiterate richieste
negli anni trascorsi; ma è evidente che si tratta di un percorso che si avvia e che va portato a
definizione compiuta nel più breve tempo possibile. Proprio in quest’ottica, come CGIL, CISL, UIL,
Confsal Unsa, e Confintesa Fp abbiamo sottoscritto una nota a verbale per cui si chiede che la
contrattazione di merito avvenga entro il 31 gennaio 2019. E’ appena il caso di dire che tale nota a
verbale ha valore assolutamente vincolante per la nostra Organizzazione.
Accordo stralcio indennità centralinisti – Posto che l’indennità per i centralinisti non vedenti,
pur ricadendo sulle risorse destinate alla contrattazione integrativa, trova il suo fondamento in
norme di legge, si è concordato che l’indennità stessa venga erogata con cadenza annuale.
Accordo criteri di attribuzione premio individuale – Abbiamo, infine, affrontato la questione
relativa all’attuazione dell’articolo 78 del CCNL Funzioni Centrali, riguardante la differenziazione
del premio individuale. L’Amministrazione aveva proposto un testo che si attestava, in termini di
maggiorazione da definire in sede di contrattazione integrativa, su una quota pari al 50% del valore
medio pro-capite dei premi attribuiti al personale valutato positivamente. Ancora, proponeva di
definire al 15% la limitata quota massima di personale valutata positivamente a cui tale
maggiorazione veniva attribuita.
Come FP CGIL abbiamo proposto insieme alle altre OO.SS., visto che le risorse finanziarie
insistono sullo stesso capitolo di spesa del premio correlato alla performance organizzativa e di
quello relativo alla performance individuale, e che, quindi, aumentare la platea dei beneficiari del
premio individuale avrebbe potuto avere ricadute significative sull’insieme dei lavoratori, che la
maggiorazione si attestasse sul minimo previsto dal CCNL (quindi 30%) e che la limitata quota
massima venisse identificata nel 5% della platea di personale valutato, dispiegando, per tal verso,
il massimo della quota disponibile a favore di tutti i lavoratori.
L’amministrazione ha convenuto sulla nostra proposta.

Coordinatore nazionale Fp Cgil MIT
Paolo Camardella

Pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica sul seminario che si terrà presso l’Istituto Superiore Antincendi riguardante l’approccio ingegneristico per la sicurezza strutturale antincendio, incendi localizzati e il metodo LOCA.FI

INCONTRO CON IL MISE

Il giorno 11 ottobre si è svolto l’incontro presso l’INL con la rappresentanza del Ministero per lo Sviluppo Economico, come avevamo richiesto, per poter avere un quadro più chiaro relativamente alla formazione di colleghi che hanno formulato istanza per acquisire la qualifica di revisore di società cooperative.
Ci è stato riferito che le domande inoltrate in totale sono state 1.836 e che per quest’anno non si terranno ulteriori corsi di formazione, oltre a quello già in corso, che ha coinvolto i primi venticinque colleghi di quelle province in cui esiste maggior necessità di nuovi revisori.
L’intenzione, per il prossimo anno, è di procedere ad effettuare tre ulteriori corsi di formazione, classi composte sempre da venticinque unità, per un totale di altre settantacinque unità.
E’ stato altresì riferito che: il “corpo” nazionale di revisori di società cooperative è composto all’incirca da 1.000 unità presenti in tutte le province, secondo le necessità rivenute dal rapporto numero di società cooperative/revisori, è composto da funzionari del MISE, dell’Agenzia della Entrate e dell’INL, e che questo è il numero standard di revisori da mantenere.
Alla nostra richiesta unitaria di sapere quali saranno gli ulteriori ambiti provinciali interessati, ci è stato risposto che si renderà necessario verificare vari fattori che potranno andare a incidere, quali il numero dei pensionamenti dei revisori attualmente attivi ovvero il rapporto tra revisori attivi e numero di cooperative per ciascun ambito provinciale.
Il MISE sta inoltre implementando un sistema informatico che consentirà una gestione automatica della copertura provinciale, così da verificare se potranno esserci assegnazioni fuori la provincia di assegnazione laddove si rendesse necessario.
Ci è stato fatto comunque presente che la graduatoria appena stilata secondo i criteri indicati ha validità triennale, da cui si continuerà ad attingere di volta in volta che si creeranno scoperture nei vari ambiti provinciali.
Ciò che abbiamo chiesto è che, una volta riavviata la collaborazione fra le due Amministrazioni, si prosegua su questa strada, così da verificare un possibile ulteriore ampliamento dei numeri dei lavoratori dai coinvolgere, al momento troppo esigui rispetto alle richieste dei lavoratori.

FP CGIL                        CISL FP                           UIL PA
Matteo Ariano             Antonella La Rosa             Bruno Di Cuia

Riunione con il Sottosegretario Ferraresi: qualcosa sembra muoversi

La riunione che abbiamo tenuto ieri al Ministero della Giustizia, giunta dopo una lunga stasi, ha
prodotto alcuni risultati concreti e molti impegni da parte dell’Amministrazione. Ed è stata utile per
un chiarimento su come si intenda andare avanti nel confronto, in particolare rispetto ai punti che
noi avevamo chiesto venissero discussi e che poi sono stati oggetto tutti di disanima. Da questo
punto di vista, a fronte delle dure prese di posizione di buona parte delle OO.SS. presenti, dal
Sottosegretario sono venute parola chiare circa l’intenzione di avviare un confronto intenso e
proficuo con le parti sociali, che hanno in sostanza solennemente confermato gli impegni assunti
direttamente dal Ministro Bonafede. Impegno che noi abbiamo chiesto di estendere anche agli altri
Dipartimenti (DAP, Giustizia Minorile e Archivi Notarili), coinvolgendo il Sottosegretario che ha
ricevuto la delega specifica. Una prima riunione con il Sottosegretario a cui è stata assegnata la
delega al personale del DOG, venuta tardi, ma non priva di risultati concreti e di impegni precisi su
tutte le materie elencate. Andando in ordine ecco i risultati:
FUA 2017 e 2018.
il 2017 sarà sottoscritto definitivamente all’inizio della prossima settimana. Il 2018 sarà trattato
immediatamente dopo. Di fronte alle nostre lamentele per i ritardi ingiustificati che ha subito
l’approvazione del FUA, l’Amministrazione ha portato al tavolo le osservazioni degli organi di
controllo. Sta di fatto che il ritardo accumulato rende molto difficile la possibilità di percepire i
compensi entro l’anno. Per tale motivo sarà opportuno avviare immediatamente dopo la firma
definitiva e la contestuale emanazione del decreto di riparto delle somme le contrattazioni locali.
Sperando di avere dall’Ufficio Centrale di Bilancio l’ok in tempo utile da consentire il pagamento
entro il mese di dicembre. Su questo punto assai delicato, che sconta su l’invadenza e la
prepotenza degli organi di controllo, noi abbiamo chiesto di utilizzare da subito l’art. 8 del CCNL
che prevede tempi precisi e brevi per la certificazione degli accordi e abbiamo comunque
osservato che sulle materie vincolate alla contrattazione noi dobbiamo essere tempestivamente
informati su qualunque impedimento si dovesse verificare e incidere sull’efficacia degli accordi
sottoscritti. Infine abbiamo chiesto di verificare possibilità di incremento del FUA, alla luce di
situazioni analoghe che si stanno realizzando in altri ministeri. Su questo la buona notizia è che il
FUA 2018 avrà un incremento di circa 20 milioni di euro di somme recuperate, ma l’obiettivo
rimane quello di portare il montante accessorio a livelli accettabili rispetto ai bassissimi rendimenti
attuali. Ci siamo riservati delle proposte anche dietro sollecitazione dell’amministrazione.
Progressioni economiche.
Nelle prossime settimane, ed entro la prima settimana di novembre verranno pubblicate le
graduatorie delle progressioni economiche. Questo, insieme alla sigla sull’accordo FUA 2018,
consentirà anche l’avvio del nuovo processo, che però a questo punto dovrà essere finanziato con
fondi 2018.
Interpello del personale
L’Amministrazione ci ha annunciato la prossima emanazione del bando per gli interpelli degli
assistenti giudiziari. Per noi non è sufficiente: abbiamo chiesto la possibilità di estendere la
possibilità di interpello a tutto il personale e su questo lavoreremo da subito.
Passaggi dalla prima alla seconda area
Un tema delicato sul quale le risposte dell’amministrazione sono state interlocutorie e non
sufficienti. Rappresentando difficoltà nell’attuazione del processo previsto nel 2010. Noi abbiamo
semplicemente proposto di utilizzare la possibilità che ci offre, utilizzando l’art.22, comma 15, del
D. Lgs. 75/2017, la legge Madia. Analogamente a quanto avvenuto al Ministero dei Beni Culturali,
dove è stato sottoscritto un accordo per i passaggi dalla prima alla seconda area. Il vantaggio di un
accordo fatto su questa norma è la sua vigenza triennale, con possibilità di scorrimento entro il
2020 della graduatoria, e la previsione di copertura finanziaria, nei limiti del 20% della disponibilità
ordinaria di budget assunzionale assegnabile nel triennio. Un percorso che può essere certamente
attivato e noi ci siamo riservati di produrre ogni utile contributo.
21 quater, piano dei fabbisogni, piano assunzioni, lavoratori precari.
Questi sono i veri punti nodali del confronto politico: abbiamo preso atto dell’impegno del
Sottosegretario, teso alla realizzazione di tutti gli obiettivi previsti dall’accordo del 26 aprile 2017,
comprese le modifiche normative che hanno esteso ad altre professionalità la possibilità di
avanzamento giuridico. Un impegno peraltro giustificato non dall’obbligo di dare attuazione a
impegni concordati con il precedente governo, ma dalla convinzione che tali misure siano
necessarie all’efficientamento dei servizi. Appare del tutto evidente che l’attuazione sia del 21
quater che dell’assorbimento dei lavoratori precari è legata alla qualità e quantità del piano
assunzionale e di quello dei fabbisogni. Piani di cui non abbiamo ricevuto alcuna informativa,
malgrado più volte richiesta. Per cui, a fronte di notizie contraddittorie che pervengono in questa
fase convulsa di definizione delle misure da inserire nella legge di stabilità, abbiamo chiesto di
acquisire dati certi sia in riferimento alla programmazione triennale delle assunzioni che alla
definizione del fabbisogno.
Le risposte sono state al momento parzialmente soddisfacenti e hanno definito solo per grandi
linee un processo che, per l’anno prossimo, dovrebbe portare a circa 7mila assunzioni nelle varie
qualifiche, compresi gli scorrimenti ed i passaggi giuridici interni e l’assorbimento graduale e totale
della graduatoria degli assistenti giudiziari, per i quali peraltro è previsto lo scorrimento dei 200
idonei già autorizzato all’atto dell’emanazione di un DPCM che dovrebbe uscire entro la fine del
prossimo mese. Sono numeri ballerini, nel senso che ci è stato detto che è in corso un serrato
confronto con il MEF per le risorse, e soprattutto non sono ripartiti per i vari profili professionali.
Inoltre noi vogliamo avere il dato sull’evoluzione dell’organico con riferimento alle uscite per
cessazione previste nel prossimo quinquennio, al netto della quota 100 che produrrebbe
certamente una quantità molto più grande dei pur corposi numeri previsti in vigenza della Fornero.
Quindi il confronto nelle prossime settimane, alla luce di quanto sarà definito nel dettaglio nel
disegno di legge stabilità per il 2019, dovrà portare ad avere un quadro generale che ci consenta di
avere ragionevoli certezze sulla dimensione finale del processo avviato dalla norma. In tale
contesto il rispetto dei tempi definiti dall’accordo del 26 aprile del 2017 è parte del problema e in tal
senso si è discusso di una possibile modifica a quell’impianto normativo che consenta una
velocizzazione degli scorrimenti, in particolare il comma 2 che lega gli scorrimenti alle assunzioni
dall’esterno, trovando una formula meno vincolante.
Bando 300 operatori
La problematica dei lavoratori precari è stata da noi posta in modo specifico sul tavolo, sia per i
ritardi registrati nella emanazione del bando per i 300 operatori che per la ricerca di soluzioni
complessive che pongano termine ad una situazione assolutamente inaccettabile.
L’Amministrazione ci ha risposto che il bando per le 300 assunzioni è stato predisposto, ma che si
sta pensando ad una ulteriore blindatura dei criteri tramite una norma specifica e ad un
ampliamento dei numeri rispetto alla platea originaria.
Resta il problema legato alla dimensione numerica di questo personale, che deve essere valutato
alla luce dei numeri delle carenze riferibili al profilo specifico che dovranno andare a ricoprire, nel
contesto dei dati generali che abbiamo richiesto e anche con riferimento al medio periodo, e
dobbiamo comprendere quali soluzioni normative sono allo studio garantendo in ogni caso
continuità alla prestazione resa nelle more della definizione e dei tempi di conclusione del
processo. Pertanto noi pensiamo che una norma che salvaguardi nella selezione per chiamata
diretta i requisiti maturati con i tirocini svolti al Ministero sia necessaria e utile, in qualche modo
assimilando il tirocinio ad un rapporto di lavoro. E che l’ampliamento corposo dei numeri sia
altrettanto necessario. Quindi lavoreremo sin dai prossimi giorni su questa vertenza, valutando
anche noi proposte che possano in qualche modo aiutare a trovare una soluzione. Anche su
questo non abbiamo tempistiche certe da offrire ma è chiaro che i tempi dovranno essere di molto
abbreviati rispetto a quelli dilatati che abbiamo vissuto in questo periodo.
Tavolo UNEP.
L’ultima notizia è quella riferita all’impegno di aprire al più presto il tavolo tecnico sulla situazione
degli Uffici NEP. Che consenta di affrontare, anche alla luce della piattaforma presentata da CGIL
e CISL, il nodo complesso della riorganizzazione di questi uffici.
In conclusione non possiamo certo definire improduttiva la riunione che si è svolta ieri, ma è del
tutto evidente che gli impegni assunti sulla partite più delicate devono essere puntualmente
verificati passo dopo passo e questo sarà il nostro compito al servizio dei lavoratori.
Scusandoci per la lunghezza, cari saluti

p. FP CGIL Nazionale Funzioni Centrali
Claudio Meloni

Al Capo di Gabinetto
Dott. Giuseppe CHINE’

Al Capo Dipartimento per la programmazione e
la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Dott.ssa Daniela BELTRAME

E p.c.

Al Direttore delle Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali
Dott. Jacopo GRECO

Al Dirigente dell’Ufficio I della DGRUF
Dott. Vito ABBADESSA
LORO SEDI

OGGETTO: Fallimento QUI!GROUP s.p.a
Le scriventi OO.SS. sono venute a conoscenza del fallimento della QUI GROUP e della necessità di reperire tutti i titoli esigibili presso la sede legale di Genova.
Si sottolinea l’urgenza di avere una informativa circa le modalità ed i tempi con cui questa Amministrazione intende agire a tutela di tutto il personale degli Uffici centrali e degli Uffici scolastici regionali, sia per quel che riguarda il necessario rimborso dei buoni pasto non spendibili che per l’assegnazione dei buoni pasti della Società subentrante nella Convenzione.
Si resta in attesa di un sollecito riscontro.

Roma 10.10.2018

  FPCGIL                                            CISL FP                                  UILPA
Salvatore Chiaramonte                        Michele Cavo                    Alessandra Prece

Serve confronto e assunzioni straordinarie per evitare collasso

No a soluzioni pasticciate sul Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici, altrimenti scenderemo in piazza. Serve un confronto col sindacato e servono assunzioni straordinarie per evitare il collasso delle pubbliche amministrazioni”. Ad affermarlo è la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle previsioni sul settore pubblico della ‘quota 100’ nella prossima legge di Bilancio.

La Fp Cgil, ricorda la dirigente sindacale, “ha promosso nei passati mesi la petizione ‘Pensioni, difendi i tuoi diritti’, che al momento ha raccolto 25 mila adesioni, con al centro tre richieste: rivedere l’accordo Aran e Sindacati del 1999 che ha recepito il principio dell’invarianza retributiva; stabilire l’ampliamento della base di calcolo del Tfr ed eliminare ogni ingiusta trattenuta; ridurre i tempi di pagamento del Tfs e del Tfr adeguandoli a quelli del privato. Una iniziativa promossa, quindi, tra le altre cose, per mettere fine a questa vergognosa disparità di trattamento per le lavoratrici e lavoratori pubblici, rispetto ai privati, che determina tempi più lunghi, pari a ben 27 mesi, per l’erogazione del Tfr/Tfs ai dipendenti che vanno in pensione”

Quelle quote, fa sapere Sorrentino, “sono un accantonamento salariale: se le amministrazioni non mettono da parte le risorse necessarie a pagarne il prezzo non possono esserne le lavoratrici e i lavoratori. Per questo diciamo sin da ora che ipotesi pasticciate sul Tfr/Tfs le contrasteremo in ogni sede e con ogni forma di protesta. Le soluzioni che sta ipotizzando il governo per dare efficacia a quota 100 per i pubblici devono essere discusse con le organizzazioni sindacali. Allo stesso tempo se, come si stima, nei prossimi due anni saranno circa 200 mila le fuoriuscite nel pubblico impiego in ragione di quota 100, si rende del tutto inutile parlare di ‘assunzioni selettive’, come sostiene il ministro Bongiorno. Si tratterebbe di una vera e propria colossale emorragia che, come rivendichiamo, richiede procedure per assunzioni straordinarie ed evitare così il collasso delle pubbliche amministrazioni”, conclude.

 

FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE!

INCONTRO CON IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO:
ASSUNZIONI IMMEDIATE L’UNICO VIATICO PER IMPEDIRE IL DECLINO!

Nel corso dell’incontro affrontati anche i temi delle relazioni sindacali, le criticità del NOI Pa, le problematiche degli ex militari ed il benessere del personale.
Si è tenuto ieri pomeriggio l’incontro con il Capo di Stato Maggiore Esercito – Generale Salvatore Farina – da noi a suo tempo richiesto per discutere, fra l’altro, delle criticità che continuiamo a registrare in tema di relazioni sindacali.
Dopo il saluto e la relazione introduttiva a cura del CSME, le scriventi OO.SS. hanno in via preliminare evidenziato che il diffuso incremento della conflittualità, in particolare nelle sedi periferiche, richiede una iniziativa straordinaria da parte dell’amministrazione, per ristabilire relazioni sindacali serene e coerenti con il disposto contrattuale.
FP CGIL CISL FP UIL PA e CONFSAL UNSA hanno poi sottolineato che è divenuta non più tollerabile la gestione complessiva delle buste paga, e che i ritardi nelle attribuzione delle competenze nonché gli errori seriali appurati nei cedolini privano i lavoratori della Difesa di una retribuzione puntuale nella tempistica e corretta nelle somme corrisposte, costituendo un unicum nel panorama della pubblica amministrazione.
Appare evidente che la riforma del sistema stipendiale avviata con il Noi Pa e realizzata nella Difesa attraverso una pluralità di piattaforme informatiche (CUSE, BDUS, ecc.), a cui è peraltro precluso a differenza del passato l’accesso ed il contributo degli enti amministrativi periferici, non ha conseguito l’obiettivo di razionalizzare e rendere efficiente il servizio, anzi, lo ha gravemente peggiorato.
Del tutto irrazionale è poi registrare che, per il personale amministrato da altre FF.AA, siano state assunte diverse soluzioni organizzative che rendono funzionale e privo di problemi il sistema in argomento.
Sulla richiamata problematica, che assume dimensioni via via sempre più gravi, FP CGIL UIL PA CISL FP UIL PA e CONFSAL UNSA hanno già richiesto l’intervento del vertice politico; tuttavia, all’eventuale assenza di risposte significative e al perdurare della problematica irrisolta, conseguiranno inevitabili percorsi di mobilitazione.
Le scriventi OO.SS. hanno poi evidenziato i numeri – impietosi – rinvenibili nel bi lancio della Difesa, che sanciscono il definitivo e acclarato fallimento della legge 244 del 2012 con la quale, sull’altare del contenimento della spesa per il personale, sono stati sacrificati il 30% degli organici del personale civile (pari 10.000 posti di lavoro) ed il 17% di quello militare.
A distanza di 6 anni da quel provvedimento legislativo la spesa complessiva invece che diminuire è oggi ulteriormente aumentata, mentre a ridursi è stata la sola spesa per il personale civile, acuendo così ulteriormente un divario già assai rilevante.
Accanto all’analisi compiuta sul passato, che ha ampiamente dimostrato quanto sia stata parziale ed inadeguata quella legge che ha evidentemente mancato di raggiungere l’obiettivo prefigurato, è in fine proprio l’Esercito a risultare maggiormente colpito per la sofferenza imposta all’attuale organico del personale civile, di fatto reso insufficiente nei numeri e ormai avviato alla soglia della meritata pensione.
Al punto in cui si è malauguratamente giunti, come abbiamo già avuto modo di comunicare al Ministro nell’incontro avuto lo scorso 19 luglio, anche per iscritto, solo il ricorso ad una assunzione straordinaria ed immediata di alcune migliaia di giovani da formare nelle Scuole di Formazione della Difesa e a cui trasferire le conoscenze professionali e le preziose esperienze maturate dal personale civile tuttora in servizio, potrà salvare il settore da un inevitabile declino.
In tale compromesso contesto, non può certo rappresentare l’unica soluzione l’impiego degli ex militari che transitano nei ruoli civili per motivi di salute, perlopiù non impiegabili in mansioni tecniche o con profili incoerenti con la pregressa esperienza, e spesso assegnati lontani dai luoghi di residenza, con ulteriori disagi personali e senza beneficio alcuno per l’A.D. In proposito, riteniamo non sia più ulteriormente rinviabile l’assunzione di un provvedimento legislativo, peraltro già chiesto al vertice politico da FP CGIL CISL FP UIL PA e CONFAS UNSA nell’ambito del menzionato incontro, che disponga il transito di quel personale su base volontaria in tutta la pubblica amministrazione, non solo alla Difesa, con la conservazione dell’assegno ad personam.
In tema di benessere del personale civile, richiamato l’art.80 del nuovo CCNL Funzioni Centrali, è stato rappresentato al vertice di Forza armata che l’attuale gestione esternalizzata degli Organismi di Protezione Sociale ha trasformato strutture una volta di grande pregio in opere degradate in completo stato di abbandono, facendo venir meno gli originali obiettivi di tutela sociale stabiliti per i dipendenti civili. Circostanza, quest’ultima, che richiederà una riflessione approfondita ma sulla quale siamo in grado di avanzare proposte di soluzione.
Nelle sue conclusioni il CSME ha espresso una generale condivisione delle analisi e delle proposte avanzate dalle scriventi OO.SS., evidenziando l’opportunità di trasmetterle per iscritto al Ministro ed impegnandosi ad intervenire tempestivamente sulle criticità più immediate rappresentate nel corso della riunione in tema di corrette relazioni sindacali e sul cedolino unico.
L’incontro si è tenuto in un clima cordiale, di disponibilità al dialogo e al confronto, nella consapevolezza di una comunione di intenti che confidiamo possa tradursi in risultati concreti per le lavoratrici ed i lavoratori della Difesa.

 

 

       Fp Cgil                          Cisl Fp                                        Uil Pa                     Confsal Unsa
Francesco Quinti       Massimo Ferri/ Franco Volpi   Sandro Colombi    Gianfranco Braconi

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