Assunzioni negli Enti Locali, le nostre battaglie

18 Novembre 2021

Il grave impoverimento occupazionale in cui versano gli enti locali, dalle Regioni ai Comuni, sembra essere dopo anni (finalmente) una verità condivisa. I numeri del Conto annuale dello Stato, stilati dalla Ragioneria generale, inchiodano le responsabilità alle scelte politiche che per anni hanno perorato la causa del blocco del turn over, a sostegno del taglio della spesa inficiando per questa via i servizi ai cittadini. Il comparto delle Funzioni Localiè quello che ha fornito il maggior contributo alla riduzione dell’occupazione pubblica”, come recita l’ultimo Conto Annuale, che sul decennio è calata del 14,5%, passando così da circa 590 mila lavoratrici e lavoratori nel 2010 ai 500 mila di adesso.

Per questo da marzo del 2019 dietro le parole #AssunzioniSubito c’è la nostra proposta per un Piano straordinario di nuova occupazione nelle pubbliche amministrazioni, a partire dal faro che avevamo acceso sul Reddito di Cittadinanza, e le necessarie assunzioni nei Centri per l’Impiego e nei servizi sociali comunali.

Ad agosto del 2019 un nostro report denunciava come ci fossero un milione di bambine e di bambini esclusi dagli asili nido, anche in ragione di una scarsa offerta pubblica.

A dicembre dello stesso anno, a sostegno della mobilitazione ‘Rinnoviamo La Pa’, davamo il via allo stato di agitazione nel pubblico impiego, rivendicando un piano occupazionale per gestire il cambio generazionale.

A gennaio del 2020, a commento dell’accordo siglato tra il Viminale e l’Anci sul coinvolgimento delle polizie locali nei servizi di polizia stradale e sulla viabilità urbana, sostenevamo che da una parte si incrementavano i compiti e le Funzioni in capo alla Polizia Locale, ma dall’altra ci si dimenticava di investire sul personale, in termini di risorse e assunzioni. Mentre a febbraio dello stesso anno presentavamo la nostra piattaforma per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali, con Serena Sorrentino che rivendicava, oggi come allora, l’esigenza di rinnovare la Pa per contrastare la desertificazione.

Con l’irrompere del Covid le nostre rivendicazioni, parallele a quelle cruciali sul fronte salute e sicurezza, si sono concentrate sul tema assunzioni di personale, così come nel protocollo di intesa tra Regioni e Sindacati di aprile 2020. A maggio dello stesso anno sostenevamo la richiesta di un protocollo nazionale sulla sicurezza nei servizi educativi scolastici 0-6, rilanciando per questa via il tema una maggiore occupazione nel settore, stabile e di qualità. Poco dopo, a giugno, rivendicavamo un nuovo sistema 0-6 che mettesse al centro: sicurezza, occupazione e formazione. Siamo tornati sulla questione pochi giorni dopo. Sempre a giugno contrastavamo nei servizi sociali assistenti sociali la grande sacca di precariato, in particolare tra gli assistenti sociali e l’esigenza di immediate assunzioni e stabilizzazioni.

A luglio del 2020, molto prima del dibattito attuale sulla carenza di figure tecniche nei comuni, necessarie per l’attuazione del Pnrr, denunciavamo in un nostro report il crollo del numero delle figure tecniche (geometri, architetti, ingegneri, istruttori tecnici e figure tecnico dirigenziali) nei comuni.

Sempre a luglio, in ragione anche di uno sforzo notevole da parte della Polizia Locale nei giorni più duri del Covid, in audizione all Camera chiedevamo un piano di assunzioni straordinario.

Ad ottobre del 2020 rispondevamo all’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, che lamentava ritardi negli uffici tecnici dei comuni, rilanciando l’urgenza (ora condivisa) di nuove assunzioni. A sostegno di una richiesta più generale sul sistema delle autonomie, e a garanzia dei servizi essenziali, chiedevamo interventi urgenti, a partire dall’assunzione di personale, commentando il rapporto Ca’ Foscari sui Comuni.

Nel percorso della legge di Bilancio dello scorso anno, ci siamo posti a sostegno della stabilizzazione dei precari dei servizi sociali: chiedevamo di stabilizzare almeno duemila tra assistenti sociali, psicologi ed educatori precari del Programma operativo nazionale inclusione (Pon) che garantivano e garantiscono ancora oggi i servizi per la lotta alla povertà. Sempre nell’iter di approvazione della manovra, ci siamo posti a sostegno della proposta dell’Anci di fare assunzioni in deroga della polizia locale per il periodo di emergenza Covid, allargando la richiesta però anche ai servizi educativi e sociali. Così come il nostro grido di allarme si allargava a Province e Città metropolitane.

In occasione dello sciopero del 9 dicembre 2020, dietro le parole ‘Rinnoviamo La Pa’, tra le rivendicazioni era offerta quella di un piano di assunzioni. A febbraio del 2021 abbiamo promosso un grande attivo nazionale delle Autonomie Locali: un focus con oltre 650 delegate e delegati delle funzioni locali della Fp Cgil per discutere il ruolo fondamentale degli enti territoriali nella Pubblica Amministrazione. Tema centrale il piano straordinario per l’occupazione.

Inoltre, sempre all’inizio del 2021, la proposta di assumere subito gli  idonei dei concorsi pubblici già espletati. Sostenevamo l’Anci sul fronte assunzioni e semplificazione dei concorsi, dicendo nel contempo: basta col precariato.

A marzo le nostre proposte su come affrontare la nuova sfida della Pa, a partire dalle 2.800 assunzioni per il Sud.

Il 23 aprile, in occasione della Giornata mondiale del Libro, abbiamo poi acceso un faro sulle oltre 6 mila biblioteche degli Enti Locali e sull’esigenza di nuove assunzioni.

Il 16 giugno abbiamo promosso un’iniziativa per sottolinare come i servizi educativi e scolastici siano ‘Beni in Comune’ e per chiedere uno stop alle esternalizzazioni. In relazione allo straordinario successo nella raccolta di firme sul referendum Cannabis legale, e alla conseguente difficoltà registratasi nei comuni rispetto alla certificazione dell’iscrizione alle liste elettorali dei sottoscrittori, rivendicavamo assunzioni e un corretto inquadramento, nello specifico negli organici demografici.

Così come abbiamo contrastato la posizione dell’Anci, dettata da una oggettiva carenza di personale, di chiedere di escludere il personale degli enti locali dalla nuova e più favorevole disciplina della mobilità nelle pubbliche amministrazioni prevista dal decreto reclutamento.

A settembre abbiamo rilanciato la nostra campagna per un piano straordinario di assunzioni e accompagnato il percorso della trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali con l’Attivo nazionale ‘Ci Siamo e partecipiamo. Contratto. Assunzioni. Sicurezza’ del 15 ottobre.

Abbiamo poi rilanciato la nostra petizione per contrastare le esternalizzazione dei servizi educativi attraverso una giornata straordinaria di raccolta firme, e con una denuncia circostanziata. Così come il tema occupazione rientra tra le rivendicazioni principali della mobilitazione in campo per cambiare la legge di Bilancio di quest’anno, dietro le parole ‘Vogliamo risposte per il futuro del lavoro e dei servizi pubblici’.

Un elenco non esaustivo di alcune delle principali iniziative messe in campo in questi ultimi anni per denunciare il disastro assunzionale in atto, che va assolutamente fermato e invertito. Bisogna con urgenza rivedere le norme sulle capacità assunzionali degli enti locali, abbandonando i meccanismi introdotti dal Dl 34/2019, il cosiddetto decreto crescita, all’articolo 33 che, legando le assunzioni alle entrate correnti degli enti, soffoca la capacità degli stessi di assumere e privilegia l’esternalizzazione dei servizi.

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