L'ottimismo di Brunetta ed i dati reali: comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Per l’ennesima volta siamo costretti a rispondere al Ministro Brunetta sugli aumenti stipendiali. In una agenzia lanciata stamane, il Ministro sostiene che “da gennaio i 3 milioni e 650mila dipendenti pubblici potranno avere gli aumenti in busta paga”.

Riteniamo ingiustificato l’ottimismo del Ministro sui tempi in cui i dipendenti riceveranno gli aumenti, ammesso che la “Social Card” concessa ai dipendenti pubblici si possa considerare un aumento contrattuale.

Gli aumenti saranno effettivi solo da marzo (l’Aran potrà trasmettere la documentazione solo ad approvazione della finanziaria avvenuta, e da quel momento decorreranno i 55 giorni in cui il contratto dovrà essere stipulato), e riguarderanno in tutto circa 1 milione e 300 mila dipendenti. I restanti 2 milioni e 200 mila lavoratori non hanno ancora aperto il negoziato (sanità, enti locali, enti pubblici non economici, università, ricerca). In particolare gli enti locali hanno visto respinta la direttiva con motivazioni tecniche che mettono in discussione la loro stessa autonomia.

Mentre, a proposito di tempi, è certo l’ulteriore rinvio di 6 mesi della Class Action che, secondo noi, ed anche secondo il Ministro, avrebbe conferito ai cittadini importanti poteri di controllo nei confronti della Pubblica Amministrazione, ed avrebbe rappresentato uno strumento innovativo di trasparenza nel sistema pubblico.

Un così rilavante provvedimento, già previsto dal Governo Prodi, poi rinviato dal Governo Berlusconi da Luglio a Dicembre, viene ulteriormente rimandato per ragioni non comprensibili, se escludiamo la difesa di interessi di soggetti forti contrapposta alla tutela dei diritti dei cittadini. Al rinvio segue un silenzio inspiegabile, soprattutto se a tacere è un Ministro che ha fatto della celerità la sua bandiera.

Roma, 19 Dicembre 2008

Brunetta pensi ai precari: comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Nel giorno in cui il Papa lancia un appello in difesa dei lavoratori precari, la categoria che più di tutte sta pagando le scelte sbagliate di questo Governo, il Ministro Brunetta non riesce a non cogliere l’occasione per polemizzare con l’Arcivescovo Tettamanzi, colpevole forse di aver difeso in passato la categoria dei pubblici dipendenti, criticando la sua lodevole iniziativa del Fondo Famiglia-Lavoro.

La questione del precariato è centrale ed a non essersene accorto sembra essere rimasto solo Brunetta. Noi continueremo a batterci per difendere il lavoro di quei 60.000 precari della pubblica amministrazione, uomini e donne che ogni giorno garantiscono la tutela dei diritti più elementari, che nel luglio 2009 verranno licenziati da un Ministro che sostiene di richiamarsi ai valori francescani.

Soprattutto in difesa dei diritti dei precari, e dei servizi di cui i cittadini godono attraverso il loro lavoro, la Fp-Cgil sciopererà il 13 Febbraio dando vita alla più grande manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici.

Roma, 28 Dicembre 2008

Sit-in in difesa dei precari e per la continuità del posto di lavoro: il Governo torni indietro

Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario generale FP CGIL
 
Esprimiamo profonda soddisfazione per la buona riuscita del sit-in contro lo stop alla stabilizzazione dei precari e per la continuità del posto di lavoro nel pubblico impiego, ancora in corso tra Piazza Montecitorio e l’ingresso della Galleria Alberto Sordi (Piazza Colonna), svolto con dimensioni e modalità concordate con la Questura di Roma, che tuttavia è riuscito ad esprimere la protesta con vivacità e chiarezza.

Il sit in si è svolto pacificamente, e possiamo ritenerlo l’inizio del percorso di mobilitazione che la Funzione Pubblica Cgil intraprenderà insieme ai precari della pubblica amministrazione, in difesa del loro lavoro e dei servizi ai cittadini.

Chiediamo che il Governo stralci la norma che blocca le stabilizzazioni e permetta la proroga dei contratti a tempo determinato. Ci sembra una richiesta ragionevole, che tiene conto della drammatica congiuntura economica e della difficile situazione delle casse dello Stato.

Riteniamo gravissimo che sia proprio lo Stato italiano a licenziare i suoi lavoratori in una fase tanto critica per l’economia del paese. Un caso unico in Europa. Se non venisse scongiurata questa ipotesi, dal luglio 2009 sarebbero quasi 60.000 i lavoratori a restare senza lavoro, 200.000 in tutto nell’arco di tre anni (la platea dei lavoratori coinvolti, oltre a quelli della pubblica amministrazione, è in realtà più vasta, ben oltre le 400.000 unità, e comprende i lavoratori di scuola, università e ricerca). Un’emergenza di fronte alla quale non possiamo tacere.

Roma 6 Marzo 2009

Dal Dpef nessuna copertura sui contratti dei pubblici. Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Da quanto apprendiamo in queste ore, nel Dpef che il Governo sta presentando alle parti sociali non è previsto alcun incremento di spesa rispetto a quanto definito lo scorso anno dal Ministro Tremonti con il decreto 112. Possiamo dedurre che, oltre alla vacanza contrattuale, per i dipendenti pubblici non c’è nient’altro, a parte i fantomatici dividendi di cui qualche esponente del Governo di certo parlerà nelle fantasiose divagazioni a cui ci ha ormai abituato. Stando così le cose, la nostra contrarietà, espressa l’anno scorso, permane ed è semmai rafforzata.

La domanda da porre al Governo, a questo punto, è la seguente: quando e quanto verrà stanziato per i contratti dei dipendenti pubblici? Con quale copertura?

Roma, 14 Luglio 2009

Sui contratti del pubblico impiego il Governo non mette un soldo serve una risposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

Emerge ormai con evidenza il fatto che il Governo, travolgendo le regole che esso stesso si è dato nonostante la contrarietà della Cgil, ha deciso di non stanziare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Si determina così una situazione per la quale, come del resto avevamo valutato non sottoscrivendo l’accordo del 22 Gennaio, il rinnovo del contratto è divenuta un’eventualità che il Governo si riserva di concedere a seconda della contingenza ed in base alle sue scelte.

Ritengo che questa decisione del Governo, che rende carta straccia il diritto e le legittime attese di milioni di lavoratori di veder rinnovato il loro contratto, richieda un atto di rinnovata responsabilità da parte di Cgil, Cisl e Uil. Faccio quindi appello ai Segretari Generali di Cisl e Uil affinché, già dalle prossime ore, si possa trovare un’adeguata risposta unitaria che garantisca il diritto dei lavoratori.

Roma, 17 Settembre 2009

 
 

A piazza della Repubblica con i precari della scuola per difendere lo stato di diritto: Comunicato stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

“Difendere il lavoro dei precari della scuola vuol dire difendere un bene comune, l’istruzione pubblica, e difendere la dignità di queste donne e di questi uomini, giovani a cui viene negata una prospettiva di vita” queste le parole del Segretario Generale della Funzione Pubblica della Cgil, Carlo Podda, da Piazza della Repubblica, che si è unito al corteo promosso dal Comitato Precari della Scuola, che confluirà nella manifestazione in difesa della libertà d’informazione promossa dall’Fnsi. Due iniziativa che toccano temi centrali per la vita democratica del paese, secondo Podda. “La dignità del lavoro è una sola, che quel lavoro sia pubblico o che sia privato. Ma nei settori pubblici, negli enti locali, nella sanità, nella scuola, quei lavoratori forniscono servizi che sostanziano diritti. Come abbiamo difeso i precari del pubblico impiego, adesso solidarizziamo con quelli della scuola” conclude Podda.

Roma, 3 Ottobre 2009

Sul fisco il Governo legalizza l'evasione e penalizza il lavoro – Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale

La politica dei due tempi del Governo è davvero sfacciata: le risorse provenienti dallo scudo fiscale, ancorché vergognose, sono ancora indeterminate, ma si decide di spenderle subito per coprire la riduzione degli acconti IRES e IRAP, prevedendo, in un eventuale quanto indeterminato e incerto futuro, di utilizzare i maggiori proventi derivanti dai saldi per politiche di rilancio dell’economia, cui lo scudo era destinato.

Ancora una volta i redditi da lavoro e da pensione rimangono al palo, sorpassati da sostegni indiscriminati alle imprese, per giunta privi al momento di copertura finanziaria.

Non finisce qui: le imprese chiedono con forza la moratoria della revisione degli studi di settore o una sospensione dei controlli degli stessi, richiesta sulla quale non si può che essere contrari. Dopo la reintroduzione della politica dei condoni, attraverso lo scudo fiscale, il Governo uscirebbe definitivamente allo scoperto istituzionalizzando l’evasione fiscale come unica politica di sostegno alle imprese. In un colpo solo, cioè, legalizza l’illegalità, riduce le entrate così necessarie in periodi di crisi, e penalizza i pagatori onesti, i lavoratori e i pensionati.

Roma, 12 Novembre 2009

La convocazione da parte di Brunetta frutto di un ravvedimento operoso: Comunicato Stampa di Carlo Podda Segretario Generale FP CGIL Nazionale. (all'interno articoli sull'argomento pubblicati da: Il Messaggero, il Sole 24Ore, Il Riformista, L'Avvenire).

 
La convocazione della Cgil da parte del Ministro Brunetta è prevista dalla legge che lui stesso ha scritto, che prevede la convocazione delle organizzazioni sindacali più rappresentative e, tra queste, naturalmente, la Cgil. Sembra più un atto dovuto frutto di quello che in pubblica amministrazione viene chiamato ravvedimento operoso.

Da parte nostra se e quando verremo convocati ascolteremo le proposte del Ministro e trarremo le nostre conclusioni.

Roma, 3 Dicembre 2009

Rassegna stampa: Articoli pubblicati sui giornali

Lavoro: «Se il governo taglia ci mobiliteremo» – Intervista di Rossana Dettori, Segretaria generale FP CGIL, a Il Manifesto

Rossana Dettori, neoeletta segretaria della Fp, la categoria del pubblico impiego della Cgil, non nasconde la sua preoccupazione dopo
avere letto dell’«apprezzamento» di Berlusconi nei confronti delle misure annunciate ieri dal premier spagnolo Zapatero.

Prima la Grecia, ora la Spagna: i primi a cui viene presentato il conto della crisi sono i dipendenti pubblici…

La mia impressione è che ci sia una concertazione europea, perchè guarda caso – dalla Grecia alla Spagna, poi ora seguirà il Portogallo e
l’Italia – ad essere presi di mira sono gli stipendi dei dipendenti pubblici, e oltre a quelli c’è il taglio agli enti locali, cosa che sta facendo anche Zapatero e che significa taglio dei servizi. Quindi se mettiamo tutto insieme – la riduzione degli stipendi e i tagli alle autonomie locali che sono quelle che garantiscono i servizi, dall’assistenza agli anziani alla sanità e all’infanzia – il quadro è drammatico: gli stipendi saranno bloccati e la spesa crescerà. Non è chiaro ora se Berlusconi intenda muoversi sulla stessa linea di Zapatero ma tra la manovra finanziaria già approvata e le voci che circolano sulla manovra bis, non c’è davvero di che stare tranquilli: non ci sarà nessuna risorsa aggiuntiva per i contratti rispetto a quanto già stanziato in finanziaria, che ha permesso di dare ai dipendenti pubblici un aumento di 7 euro mensili come indennità di vacanza contrattuale e che dopo avere tagliato il salario dei ministeriali si appresta a farlo anche per enti locali e sanità. In più c’è il blocco totale del turn over, che significa bloccare la stabilizzazione dei precari programmata con il memorandum firmato nel 2007 con il governo Prodi.

Epifani al congresso ha proposto di scambiare l’assunzione di 400 mila precari con un contenimento dei rinnovi contrattuali per i dipendenti, non è così?

Epifani ha parlato di armonizzazione del costo del lavoro, un operazione che nel pubblico abbiamo già fatto. Nei rinnovi contrattuali c’è una
parte di salario che va sul tabellare e il resto destinato a indennità e produttività. L’ipotesi avanzata è quella di avere una copertura rispetto all’inflazione e destinare alle nuove assunzioni il resto. Il memorandum firmato con Prodi prevedeva la stabilizzazione dei precari in tre anni, e quando si parla di precari nel pubblico impiego si parla soprattutto di insegnanti, infermieri, maestre d’asilo, vigili del fuoco, vigili urbani. Il primo effetto del blocco del memorandum si è visto in Puglia, dove il governo ha impugnato la stabilizzazione degli infermieri in sanità.

Non c’è il rischio che, considerato il clima del paese e la campagna di Brunetta, eventuali misure contro i dipendenti pubblici si rivelino
persino popolari?


La campagna di Brunetta contro i dipendenti pubblici a un certo punto si è smontata, smentita dal lavoro quotidiano delle persone, ma penso ci sia stata anche una nostra incapacità di rispondere nel merito alla campagna del ministro della funzione pubblica: dobbiamo essere in grado di legare la contrattazione integrativa alla qualità dei servizi non c’è dubbio. Ma se ora il governo conferma questa strada dobbiamo aprire con Cisl e Uil una stagione di mobilitazione dei dipendenti pubblici, spiegando ai cittadini che bloccare le dotazioni organiche significa bloccare i servizi. Dunque privatizzazioni, perchè è chiaro che se non c’è più il pubblico sei costretto a ricorrere al privato, e con esse aumento della spesa per i cittadini stessi.

Se non ci saranno le condizioni per l’unità sindacale vi muoverete da soli?
 
Ci proverò fino alla fine, ma se Cisl e Uil non ci saranno ci mobiliteremo comunque, anche da soli.

Sara Farolfi
 
ROMA,13/05/2010
 

Lacrime e sangue: ancora una volta pagano i dipendenti pubblici e i pensionati" comunicato di Rossana Dettori Segretaria Generale FP CGIL

La manovra finanziaria predisposta dal Ministro Tremonti, se confermate le indiscrezioni apparse oggi sulla stampa, si prefigurerebbe come una mannaia per i dipendenti pubblici e per i pensionati: congelamento degli stipendi e del salario di produttività, congelamento delle liquidazioni, blocco totale del turn-over”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretario Generale dell’Fp-Cgil, commenta le notizie apparse sui quotidiani in riferimento alla manovra finanziaria.
 
“I dipendenti pubblici, quindi, non vedrebbero rinnovato il loro contratto, aggiornate le loro retribuzioni, e non riceverebbero il salario accessorio, persino per i contratti già sottoscritti. I pensionati vedrebbero rinviata la corresponsione delle loro liquidazioni con l’ulteriore beffa della chiusura di una o due “finestre” d’uscita. Tutto ciò – continua Dettori – senza un minimo di equità sociale, senza una soluzione che riequilibri il prelievo fiscale che strozza il lavoro,senza mettere mani all’insopportabile disparità di trattamento che vede i dipendenti pagare persino per gli speculatori. Nemmeno un intervento di solidarietà sui redditi alti, che sarebbe necessario e auspicabile, se si esclude la populistica e francamente risibile riduzione del 5% degli stipendi dei Ministri: patetico”.”Dopo aver impunemente negato la crisi economico-finanziaria per due lunghi anni, incapace di intervenire efficacemente per evitare le ricadute sociali della recessione, il Governo adesso farebbe pagare la sua inadeguatezza al lavoro pubblico e ai pensionati. Se – aggiunge il Segretario Generale dell’Fp-Cgil – come appare oggi, si prevedessero altri condoni, l’operazione risulterebbe l’ennesima umiliazione del lavoro e della dignità di chi con il proprio sudore garantisce la tenuta sociale del sistema e adesso, con il taglio al proprio stipendio, quella economica.
 
“La Fp-Cgil – conclude Dettori – valuterà nei giorni a seguire le forme e i modi con cui contrastare questa manovra ingiusta per i lavoratori e controproducente per il paese, ricercando con le altre organizzazioni sindacali le necessarie sinergie.
 
È certo che di fronte a una tale spaventosa ingiustizia non potremo restare a guardare”.
 
Roma, 15 Maggio 2010

Manovra Finanziaria: Nota di Rossana Dettori Segretaria generale FP CGIL

La giornata di ieri si è caratterizzata, come era d’altronde prevedibile, per un convulso e, per certi versi prevedibile, affastellarsi di notizie, smentite, precisazioni e dichiarazioni stampa sulla manovra finanziaria che il Governo stava apprestandosi a varare nel Consiglio dei Ministri.

Sono ancora molti i punti sui quali è difficile esprimere un giudizio considerando, appunto, la mancata presentazione di un testo ufficiale, ancora stamane, da parte del Governo.

Altrettanti, però, i punti ormai chiari, come ad esempio: blocco dei contratti pubblici fino al 2013; blocco del turn over fino al 2015; licenziamento del 50% del personale a tempo determinato; rinvio dei pensionamenti di oltre sei mesi.

Si approfitta della manovra per portare un ulteriore attacco alle Pubbliche Amministrazioni, anche attraverso un attacco alle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici.

Le Amministrazioni pubbliche sono colpite, ferocemente, proprio nella loro capacità/possibilità di erogazione di servizi alla persona, ai cittadini, in special modo quelli socialmente più esposti. Il personale letteralmente derubato, negli stipendi che non potranno tutelarli dalla ripresa dell’inflazione, nella speranza di miglioramento delle proprie condizioni di lavoro, spogliati finanche della possibilità di vedersi rinnovato un contratto di lavoro “precario”.

Tutto questo si affianca all’attacco generale dei diritti del lavoro, che il Governo sta attuando, alla crisi che ha già tagliato un milione di posti di lavoro e di fronte alla quale il Governo non è intervenuto.

Tutto questo di fonte alle scelte dell’Esecutivo che continua a penalizzare i redditi da lavoro e da pensione, senza intervenire sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni.

Sono già tante le situazioni nelle quali RSU, comitati degli iscritti, lavoratori non organizzati hanno assunto iniziative di mobilitazione e di protesta contro questo vero e proprio “sacco” nei confronti dell’amministrazione pubblica e dei lavoratori dipendenti. Sappiamo che a quelle di ieri se ne aggiungeranno altre: lavoratrici e lavoratori, soprattutto delle funzioni centrali, stanno manifestando e manifesteranno ancora la loro rabbia e lo faranno attraverso visibili forme di protesta.

Dobbiamo preparare, adeguatamente, il terreno per una grande iniziativa di mobilitazione e protesta delle Categorie del Pubblico Impiego della Cgil. Un primo appuntamento di mobilitazione si realizzerà il 12 Giugno, confermando, quindi, il percorso sul quale abbiamo discusso e convenuto nell’ultimo direttivo nazionale della Categoria.

Appare evidente, a questo punto, quanto sia determinante la nostra capacità di agevolare, indirizzare e coordinare, in queste ore, la reazione dei lavoratori e dei cittadini colpiti da questa manovra ingiusta, iniqua, sbagliata.
 
Roma, 26 maggio 2010

 

Manovra-disabili: giuste le motivazioni della protesta. Il 7 luglio 2010 anche la Fp Cgil in piazza con le associazioni. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Generale Fp Cgil

Sosteniamo interamente le ragioni che portano le associazioni dei disabili italiani a protestare, per la seconda volta in un mese, contro le scelte contenute nella manovra correttiva, attualmente in discussione in Parlamento.

Quella licenziata dall’Esecutivo è una manovra che scarica sulle disabilità la sua parte peggiore, quella più odiosa; una cattiveria che gli emendamenti presentati dalla maggioranza parlamentare si son fatti carico addirittura di intensificare, di rendere più esplicita.

Le modifiche presentate, infatti, non solo non affrontano le insostenibilità e le ingiustizie indicate chiaramente dalle associazioni dei disabili, ma, addirittura, ne rendono ancora più stringente il significato di emarginazione, di abbandono, di esclusione dal circuito di protezione sociale.

L’emendamento che fa ritornare la soglia per l’assegno mensile di invalidità al 74%, ma solo per patologie uniche, e quello che limita la possibilità di attribuzione dell’indennità di accompagnamento solo a chi “non è in grado di compiere il complesso degli atti elementari della vita” altro non sono che la riconferma, sotto mentite ed ipocrite spoglie, dell’atto iniziale contenuto nel decreto del Governo: limitare, nel senso più odiosamente restrittivo del termine, la possibilità di aiuto per i disabili.

Tutto ciò, oltretutto, all’interno di un quadro più generale che vede colpiti gli enti territoriali, i Comuni, le Aziende Sanitarie, proprio nella loro capacità di erogazione dei servizi alle persone, a cominciare, ovviamente, da quelle più bisognevoli.

Le previsioni specifiche sulle invalidità e il taglio delle risorse ai comuni, alle Regioni, alle ASL significano, in concreto, colpire doppiamente i disabili: meno protezione economica, meno protezione sociale.

Per questo domani saremo in piazza sostenendo le ragioni della protesta.

Dignità, equità, giustizia, solidarietà sono parole ormai espunte dal lessico del Governo.

Sulla questione delle disabilità resta solo la cattiveria di chi vuol far pagare i costi di una crisi a chi già paga drammaticamente i costi di una vita difficile.

Semplicemente vergognoso.

Roma, 6 Luglio 2010

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