Roma, 27 aprile 2010
Dott. Gianni Letta
Sottosegretario
Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Cons. Manlio Strano
Segretario Generale
Presidenza del consiglio dei Ministri
Dr. Guido Bertolaso
Capo Dipartimento
Protezione Civile
e p.c. Cons. Alberto Stancanelli
Ufficio del Capo Dipartimento
LORO SEDI
Come è noto il dl 195/09 ha consentito l’assunzione per “chiamata diretta” di 147 unità di personale presso il Dipartimento della Protezione Civile.
Al riguardo le scriventi Organizzazioni Sindacali pur concordando sulla necessità di assumere personale nella Pubblica Amministrazione, considerata la situazione critica dell’occupazione in cui versa il Paese, esprimono forti perplessità sul criterio adottato a tale fine, e non ne condividono il metodo.
Pertanto RdB P.I. e FP CGIL chiedono che sia bandito un concorso pubblico per esami, così come previsto dalla normativa vigente, anche in deroga al blocco del turn over , per un equivalente numero di posti.
Infine, nel merito, queste OO.SS. chiedono l’apertura di un tavolo di confronto e il ripristino di corrette relazioni sindacali.
RdB P.I. FP CGIL
Bruno Stramaccioni Gianni Massimiani
Chissà perché nessuno parla del vero problema sul tappeto: la mancanza , l’assoluta mancanza di una cultura della prevenzione in qualsiasi campo e, parlando di protezione civile, per qualsiasi rischio. Chissà perché nessuna ne parla mai!
Chissà perché nessuna parla mai della totale assenza dei piani nazionali di protezione civile e chissà perché nessuno lo ha mai notato e lo nota tutt’ora. La protezione civile, va detto, per lunghi dieci anni ha subito un viraggio nella sua organizzazione/missione costruendo e affermando un modello che, come ha detto la segretaria nazionale della CGIL Camusso in riferimento alla fase della “ricostruzione” a L’Aquila, ha favorito gli affari.
Chissà perché dopo aver mortificato, e si continua a farlo con Brunetta, il servizio pubblico favorendo in tutti i campi la gestione privata e le logiche di profitto ad esso intimamente connesso, ora tutti si meravigliano se il privato, ad esempio in caso di neve, non permette la chiusura dei “suoi” caselli o, nel caso dei treni, non provvede ad accogliere il disagio dei viaggiatori lasciando senza assistenza migliaia di utenti nelle “sue” stazioni e dentro i “suoi” treni sui “nostri” binari.
Chissà perché, cambiato il capo dipartimento della protezione civile della presidenza del consiglio da soli pochi giorni, come tutti sanno, autorevoli rappresentati della società civile e della politica ne chiedono le dimissioni per colpe non sue. Come nel caso di specie e ha fatto bene il Capo Dipartimento a richiamare regolamenti e leggi che stabiliscono chi deve fare e che cosa.
Ma allora, si chiedono i cittadini e i lavoratori, cosa manca? La cultura di PREVENZIONE ecco cosa manca. Ecco cosa non c’è. Con il caos neve il dipartimento governativo non ha alcuna responsabilità. Anzi! Mancando la CULTURA della PREVENZIONE si è tutti responsabili di quello che accade: dal caos neve alla tragedia immane. Detto ciò anche noi siamo insospettiti da queste continue richieste di dimissioni di chi dirige, da pochissimo, il dipartimento governativo di protezione civile dimenticando, facilmente, cosa è successo negli ultimi dieci anni con la metastasi dei “grandi eventi” e della precedente dissennata gestione i cui guasti ricadranno ancora su chi ha avuto il coraggio di prenderseli sulle spalle. I cittadini, poi, davanti al disagio con chi protestano? Con il politico più vicino a loro: il Sindaco, come dimostra un sondaggio di Sky tg 24 che attribuisce la cattiva gestione dell’emergenza neve alle amministrazioni locali e solo in maniera residuale alle società di gestione e al governo.
La Fp CGIL, per quanto attiene alla protezione civile, reclama un cambio di passo in tema di prevenzione, la redazione dei Piani Nazionali e un cambio di guardia nella famosa “squadra” con l’immissione di nuovi dirigenti. Nuova era, nuove facce così nessuno può incorrere in errori di sovrapposizione o di accostamenti con il brutto passato e l’appuntamento del 23 pv tra le OO.SS e PCM sulla nuova organizzazione del dipartimento governativo sarà per noi dirimente per capire se si vuole cambiare passo oppure no sul cambio dirigenza e su altre criticità per tutelare meglio i cittadini, migliorare il sistema della PC e la condizione dei lavoratori addetti.
Roma 21.12.2010
Dopo anni di spese “allegre” e di dubbia efficacia, la mannaia del Governo si abbatte sulla Protezione Civile. Le misure riguardanti il Dipartimento (DPC) previste nel decreto “mille-proroghe” prevedono che la spesa in “emergenza” sia posta sotto il controllo del Tesoro.
Questa determinazione, ovviamente, se da una parte rappresenterà un freno moralizzante all’attività specifica del Dipartimento in caso di emergenza, dall’altra non deve e non può prescindere dal controllo di legittimità sulle ordinanze, poiché non deve più accadere che si chiedano mani libere per operare in emergenza, per poi abusarne, stravolgendo e calpestando regole e norme perfino costituzionali.
La Fp-Cgil, che da anni denuncia l’uso disinvolto delle ordinanze, non tutte a fini di protezione civile, e che concorda, in parte, con autorevoli commenti che paragonano il DPC al “Titanic” che sta affondando, pone da tempo alcune questioni alle quali ancora non è stata fornita risposta e che proprio “le mani libere” sulle ordinanze hanno determinato, come per esempio la sequela di nomine ad personam di dirigenti e consulenti profumatamente pagati.
La prima “questione” è diretta al Governo: il Parlamento deve intervenire per eliminare dai compiti della Protezione Civile i”grandi eventi”, che costituiscono una vera e propria funzione circense assegnata al Presidente del Consiglio, caso unico al mondo che ha i suoi precedenti nei famosi giochi che si tenevano al Circo Massimo organizzati direttamente dall’entourage dell’Imperatore. Altri si debbono occupare delle attività ludiche e celebrative! La CGIL chiede che sia restituita alla Protezione Civile la tutela della vita in tutte le sue declinazioni e che si avvii, finalmente, la massima attenzione all’urgenza indifferibile di avviare programmi di prevenzione su tutto il territorio nazionale. Anche se comprendiamo che la parola prevenzione risulta tutt’ora sconosciuta al vocabolario dei governi.
La seconda la poniamo al Capo Dipartimento della PC: quale è la “ratio” che ostinatamente conduce i vertici del DPC – come si apprende dalla stampa e come risulta a questa organizzazione sindacale – alla eventuale decisione di rinnovare contratti a dirigenti che non hanno superato, e quindi inidonei, una pubblica selezione, tra l’altro a percorso privilegiato con quesiti su compiti che svolgevano quotidianamente; a nominarne di nuovi “ad personam” mentre pubblicamente si fa sapere che saranno rispettate le leggi e banditi concorsi pubblici.
Non vorremmo che si ripetesse, infine, la nomina ad personam, con l’espediente dell’interpello personalizzato, di un nuovo direttore generale di cui non si avverte alcuna necessità, visto che sia al DPC sia alla Presidenza del Consiglio sono presenti professionalità già abilitate a ricoprire gli incarichi dirigenziali senza ulteriori aggravi di spesa sulla finanza pubblica.
Mentre il Titanic affonda, tutti ne sono consapevoli ma nessuno fa nulla per arginare la falla delle toto nomine. Si continua, anzi, sfrontatamente sul sentiero tracciato della precedente gestione, senza dare il benché minimo segno di discontinuità con il passato, come più volte richiesto dalla Fp-Cgil. Non abbiamo, al momento, ragione di pensare, come invece fanno i maligni, che l’alzata di scudi contro la norma voluta dal Governo nel milleproroghe sia funzionale al mantenimento di certi privilegi per continuare a nominare e premiare i fedelissimi e i fidelizzati e magari seguitare con la “Trasversopoli” che si è consumata dentro al DPC, da far impallidire la “Parentopoli” di Alemanno, con costi superiori agli 8 milioni di euro, fino ad ora.
La Fp-Cgil, infine, ritiene che basterebbero risposte chiare e definitive a queste due semplici domande per avere la certezza che davvero si vuole voltare pagina e cominciare a ricostruire quel progetto di Protezione Civile partecipata, che per quasi dieci anni è stata oscurata da personalismi, affarismo e cricche.
Roma, 22 Febbraio 2011
PCM: indennità di Alta Valenza Operativa (A.V.O.).
DISABILI E… PROTEZIONE CIVILE !
Dopo l’inverosimile vicenda, relativa al licenziamento in tronco di 9 disabili ( abili a proteggere),da parte del Dipartimento della Protezione Civile, la Presidenza del Consiglio dei Ministri sta cercando di correre ai ripari, per porre rimedio a questa incresciosa situazione, verificatasi, forse per menefreghismo o per troppa leggerezza e negligenza o per l’incuria di qualche zelante dirigente!
Si capisce solo che c’è un colpevole rimpallo di responsabilità !!!
E tutto questo è ancor più grave se riferito a lavoratori disabili che prestavano il loro lavoro da più di sette anni presso la Protezione Civile. Sicuramente non ha facilitato una soluzione positiva il cambio al vertice della PC stessa, tra il dott. Bertolaso e il Pref. Gabrielli.
Ma tant’è, e la cosa va risolta positivamente e al più presto!
Per onestà intellettuale bisogna dire che, appena avuta la nostra richiesta d’incontro, nella giornata di ieri il Capo del Personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, d.ssa G. Perozzi, ha ricevuto e dato ampie garanzie alla FP–CGIL, che si sta facendo tutto il possibile per risolvere la delicata vicenda in modo positivo, della quale si sta interessando personalmente il Segretario Generale della PCM dott. M. Strano.
Inoltre oggi, questa O.S., è stata ricevuta alla Camera, insieme al rappresentante della cooperativa Europe Consulting ( titolare del contratto) e alle associazioni dei disabili che chiedevano il ripristino delle garanzie della legge 68/99, dalla Commissione Bilancio e dalla Commissione Affari Sociali…ai quali abbiamo rappresentato anche questa situazione surreale verificatasi in PC e domani, sul tema della disabilità in generale e della PC in particolare, si terrà, presso la stessa Camera dei Deputati, una conferenza stampa!
La Segreteria Generale della FP–CGIL, nell’apprezzare la disponibilità e l’impegno dei vertici della PCM, e la considerazione dimostrata da parlamentari di maggioranza ed opposizione, terrà alto il livello di attenzione, fino a quando i lavoratori disabili non saranno reintegrati, presso la PC (dove è risaputo, anche per vicende recenti, che non mancano né modi né mezzi ), con un contratto a tempo indeterminato, anche utilizzando la clausola sociale, e non smetterà d’incalzare la PCM e i vertici della Protezione Civile, e d’informare i media su quello che si presenta come uno dei tanti scandali italiani, ancor più grave perchè perpetrato ai danni dei più deboli.
Roma, 7 giugno 2011
FP–CGIL/ PCM
Gianni Massimiani
Le agenzie di stampa riportano un allarme lanciato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile circa la pericolosità dei nostri vulcani e in particolare quello d’Ischia. Il dott. Bertolaso non lascia margini di equivoco, dice che il monte Epomeo (Ischia) ha “il colpo in canna” e che è in procinto di esplodere. Subito dopo lo stesso Bertolaso dice che tale scenario “è lontano nel tempo e non vi sono ragioni per temere che si risvegli ma ciò può sempre avvenire”.
Se il Capo Dipartimento intendeva, giustamente e come la CGIL dice da tempo, rimettere mano ai compiti e alle attività di protezione civile tralasciati da un decennio per occuparsi dei grandi eventi, non possiamo che essere contenti. Finalmente la nostra Protezione Civile si occupa dei rischi del nostro territorio e di salvaguardare le vite umane e l’ambiente. Dieci anni e immense risorse dei contribuenti buttate al vento. Prendiamo atto che si vuole invertire la rotta. Non è mai troppo tardi.
Troviamo singolare però lo stile e le parole utilizzate per rientrare in campo, anche in quello mediatico. Prima si utilizza un’immagine, quella del “colpo in canna”, e subito dopo ci si accorge che alla metaforica pistola manca del tutto il caricatore. Una dichiarazione “forte” che ha suscitato una querelle nel mondo scientifico e nel mondo del turismo.
Inoltre mentre l’esponente del Governo parla di un altro insidioso pericolo che si annida nel Tirreno, formando una linea continua dall’Etna alle Eolie e poi verso il Vesuvio, non si capisce perché non dica niente del Ponte sullo Stretto e sull’appetito dei costruttori che subito ne hanno approfittato per disegnare scenari urbanistici evidentemente vantaggiosi… per loro.
Roma, 28 Aprile 2010
In relazione alla riunione odierna, avente per oggetto il riordino del Dipartimento di PC, la Fp-CGIL chiede di mettere a verbale il contenuto della seguente nota:
la Fp CGIL prende atto che la PCM ha respinto la richiesta di rinviare la riunione odierna, come sollecitato anche da altre OO.SS. Prende atto, nel contempo, della volontà del Capo Dipartimento della PC di promuovere e affermare una vera discontinuità con il passato anche recente e accoglie con molto interesse e curiosità le sue enunciazioni di principio testé affermate. Una volontà politica e un intento operativo che non può passare inosservato, specie da chi, coma la CGIL, auspicava e richiedeva da tempo che ciò accadesse. La Fp CGIL saluta con piacere il ridimensionamento dei cosiddetti grandi eventi che hanno snaturato, nel corso degli anni e durante la loro declinazione, la mission stessa della PC e attende, quindi, che anche la semplice locuzione “grandi eventi” sia definitivamente rimossa dalle attività di protezione civile anche attraverso iniziative parlamentari.
La Fp CGIL auspica che le energie profuse in quel settore siano adesso dedicate alla definizione dei Piani nazionali, alla previsione,alla prevenzione e preparazione e alla ricostruzione di relazioni costanti e corrette con il territorio e con l’ intero Sistema di PC.
A tal proposito auspica che su questi temi, vengano recepiti già nel costituendo nuovo organigramma attraverso un Ufficio con incarico dirigenziale che vada a sostituire l’anacronistico ed evocativo ufficio cosiddetto “gestione delle emergenze”; il quale, dovrebbe ritornare, con forza, ad occuparsi di linee guida e coordinamento e non di gestione delle emergenze che spetta, per legge, ad altre istituzioni come ad esempio la Sanità per non parlare dei VVF.
Accoglie e registra la grande sensibilità di considerare la formazione il punto cardine, se non il servomeccanismo, per rilanciare nel Paese la vera protezione civile e la cultura ad essa riconducibile: nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle amministrazioni pubbliche e private cercando, con interesse ed entusiasmo, in un rapporto di leale collaborazione, una sinergia operativa con tutte le strutture del Sistema di PC.
Considerato il tavolo e la brevità di tempo a disposizione anche in riferimento al non condivisibile atteggiamento della PCM, come già detto, la Fp CGIL si aspetta di essere convocata al più presto, unitamente alle altre sigle sindacali, per rappresentare più dettagliatamente le proposte che intende condividere e proporre al fine di contribuire alla attuazione di quanto è stato affermato.
Ciò detto la Fp CGIL, chiede alla PCM e al Capo Dipartimento di occuparsi, da subito, della risoluzione definitiva delle condizioni lavorative a cui sono stati costretti e relegati molti dipendenti del DPC: se molte stanze sono state chiuse e le chiavi sono state buttate via è ora che quelle chiavi siano ritrovate e utilizzate.
Così come non è più possibile rimandare ancora la soluzione di pochissimi dipendenti qualificati che per ragioni di cattiva gestione del personale non hanno potuto in alcun modo partecipare alle recenti riqualificazione che hanno interessato quasi tutto il personale DPC, tranne queste poche storiche e qualificatissime professionalità. Così come non è più possibile differire oltre la stabilizzazione dei “comandati” la cui presenza e prestazione professionale era preesistente alla recente e consistente immissione in ruolo nel DPC di altro personale estraneo alla PA.
In ultimo la Fp CGIL trova singolare, se non lesiva dell’attuale impianto normativo, che la motivazione alla base della riorganizzazione del DPC addottata dalla PCM sia riconducibile, si cita testualmente, alla “necessità di procedere ad un adeguamento e riconfigurazione della struttura […] anche alla luce dell’inquadramento del nuovo personale, attuato ai sensi dell’art.14 del decreto legge 30 dicembre 2009 […] nonché delle maturate esperienze anche nel recente terremoto d’Abruzzo”.
La Fp CGIL fa, altresì, notare che l’art.14 del decreto legge 30 dicembre 2009, presenta una vertenza aperta circa i passaggi da tabella B a tabella A e quindi, in attesa dell’esito vertenziale, appare azzardata ogni qualsivoglia forma di “riorganizzazione” anche in assenza, come ha giustamente affermato il Capo Dipartimento, dei profili professionali.
Infine si chiede, magari nella prossima auspicata riunione proposta, di chiarire meglio cosa si intenda per “maturate esperienze” che incidono sulla organizzazione del DPC. Perché, a parer nostro, così come è scritto, si metacomunica cha ad ogni evento di tipo C si verificherà, per una sorta di riflesso condizionato, un ri-allineamento e una ri-configurazione del DPC.
CONSEGUENTEMENTE
La Fp CGIL – non avendo avuto la possibilità di esaminare gli allegati tecnici che giustificano una tale riorganizzazione e non avendo alcuna contezza di quali e quanti siano le ricadute sui lavoratori, sul CCNL che pure avversa specie per quello che riguarda l’orario di lavoro e la parte disciplinare (tanto per fare un esempio), sulla resa del servizio e sull’intero Sistema nazionale di PC, tuttavia in presenza di una grande novità politica e di fronte ad una ripresa delle relazioni sindacali, – si riserva di far conoscere le proprie proposte in merito, nella prossima riunione che si auspica sia convocata prima della pausa natalizia.
Nel ri-augurare un buon lavoro al Capo Dipartimento, resta in attesa di veder concretizzati questi segnali di discontinuità gestionale anche in riferimento all’attuale assetto dirigenziale del DPC e offre il suo contributo di idee e di entusiasmo per rifocalizzare le attività e le funzioni del Sistema Nazionale di PC disattese da anni.
Roma, 2 dicembre 2010
FP CGIL NAZIONALE PCM
Gianni Massimiani
PCM: applicazione D.LGS 81/08, DPI dipartimentali e riscontro note pregresse
La scrivente OS chiede il riscontro delle note pregresse e allegate inerenti i seguenti argomenti:
1. scadenza proroga applicazione D.Lgs. 81/08 inviata l’8.9.10 ribadita con nota pari oggetto del 4.10.10;
2. procedura di nuova assegnazione degli incarichi di funzione dirigenziale nota del 24.12.10;
3. indennità di Alta Valenza Operativa come da nota del 6.2.09 ribadita con nota del 29.12.10;
4. osservazioni sulle declaratorie inviate con nota del 29.12.10 contenente, tra l’altro, considerazioni circa l’Ufficio Controllo, la Comunicazione Istituzionale, il disposto dell’art. 5, comma 1, legge 9.11.01, n. 401 inerente il Comitato paritetico Stato-regioni-enti locali e il disposto dell’art.12 DPR 8.2.01 n.194;
5. scadenza proroghe D.Lgs. 81/2008 e DPI dipartimentali inviata con nota del 10.1.11;
6. richiesta incontro per istituzione asilo nido presso il DPC inviata con nota del 26.1.11.
Accordo ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra i Ministri della salute, dell’istruzione, dell’università e della ricerca scientifica e le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, recante i criteri e le modalità per il riconoscimento dell’equivalenza ai diplomi universitari dell’area sanitaria dei titoli del pregresso ordinamento, in attuazione dell’articolo 4, comma 2, della Legge 26 febbraio 1999, n. 42
Accordo tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sulla Istituzione della Funzione di coordinamento per le professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.
VISTO l’art. 2, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che affida alla Conferenza il compito di promuovere e sancire accordi secondo quanto disposto dall’art. 4 del medesimo decreto, in attuazione del principio di leale collaborazione, al fine di coordinare l’esercizio di rispettive competenze per svolgere attività di interesse comune;
VISTO l’art. 6, comma 3, della legge 1 febbraio 2006, n. 43, recante “Disposizioni in materia di professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico – sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l’istituzione dei relativi ordini professionali”, il quale dispone che i criteri e le modalità per l’attivazione della funzione di coordinamento in tutte le organizzazioni sanitarie e socio – sanitarie pubbliche e private sono definiti con apposito accordo, ai sensi del predetto art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Ministero della Salute e le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano;
CONSIDERATO che l’art. 5 del C.C.N.L. integrativo del comparto sanità stipulato il 7 aprile 1999 e l’art. 10 del C.C.N.L. per il comparto Sanità, II biennio economico 2000-2001, entrambi approvati il 20 settembre 2001, disciplinano, rispettivamente, le modalità di conferimento dell’incarico di coordinamento e la concessione di un’indennità ai soggetti destinatari dell’incarico;
TENUTO CONTO che l’art. 6, comma 4 della citata legge dell’1 febbraio 2006, n. 43 individua tra i requisiti i master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento;
CONSIDERATO che, in sede tecnica, il …………….è stato concordato il testo del presente accordo tra i rappresentanti regionali e del Ministero della Salute;
ACQUISITO l’assenso del Governo e dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, espresso ai sensi dell’art. 4, comma 2, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nel corso della seduta del…………..;
SENTITE le Organizzazioni sindacali di categoria;
Sancisce tra il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano il seguente accordo
Art. 1
1. Ai fini dell’accesso alla funzione di coordinamento, fatto salvo quanto previsto dal successivo art. 2, è necessario essere in possesso dei requisiti stabiliti dall’art. 6, commi 4 e 5, della legge 1 febbraio 2006, n. 43.
2. La durata minima del master di cui al citato articolo 6, comma 4, della legge 1 febbraio 2006, n. 43, è annuale. La formazione deve essere effettuata nelle Università e deve prevedere l’espletamento di un tirocinio formativo obbligatorio di almeno 500 ore, da espletarsi presso aziende sanitarie, aziende ospedaliere, aziende ospedaliero-universitarie, enti classificati e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Art. 2
1. Al fine di istituire la funzione di coordinamento appare opportuno armonizzare la normativa contrattuale con le disposizioni contenute nell’art. 6 della legge dell’1 febbraio 2006 n. 43. A tali fini Il Ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano con il presente accordo danno mandato al Comitato di Settore per l’inserimento, nell’ambito dell’atto di indirizzo per l’apertura delle trattative, dei principi previsti dal presente accordo e finalizzati alla modifica delle norme contrattuali che attualmente regolano il conferimento dell’incarico di coordinamento, con la previsione anche di una disciplina transitoria volta a salvaguardare i diritti quesiti.
2. In sede contrattuale saranno definite le modalità per il conferimento dell’incarico di coordinamento.
3. L’attuazione dei commi 1 e 2 non deve comportare effetti di maggiore onere sul livello di finanziamento del contratto collettivo nazionale di comparto quantificato secondo i criteri ed i parametri previsti per tutto il pubblico impiego.
Art. 3
1. Oltre che ai profili professionali infermieristici, è consentito l’accesso ai corsi di master di primo livello in management o per le funzioni di coordinamento anche al personale appartenente ai profili professionali di ostetrica, riabilitativi, tecnico-sanitari e della prevenzione.
2. A livello regionale saranno individuate idonee modalità per favorire la partecipazione ai master, di cui all’art. 6, comma 4, del personale già incaricato delle funzioni di coordinamento alla data del presente Accordo, ai sensi della vigente normativa contrattuale.
3. L’accesso e la partecipazione ai corsi di master di cui ai commi 1 e 2 devono comunque avvenire nel rispetto della normativa legislativa e contrattuale vigente in materia.
Art. 4
1. Sino all’entrata in vigore del C.C.N.L. di disciplina dei contenuti di cui al presente accordo, gli incarichi di coordinamento continuano ad essere conferiti secondo la vigente normativa contrattuale. In caso di parità di punteggio e/o di valutazione, nell’ambito della contrattazione aziendale sarà riconosciuto carattere preferenziale al possesso del master e del certificato di abilitazione alle funzioni direttive, di cui all’art. 6, commi 4 e 5 della citata legge n. 43/2006.
Art. 5
1. Ai sensi dell’art. 6, comma 2, della suddetta legge n. 43/2006 l’istituzione della funzione di coordinamento non deve comportare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Contestualmente è fatto obbligo, per tutte le organizzazioni sanitarie e socio – sanitarie pubbliche e private, di sopprimere nelle piante organiche, relative ai profili professionali infermieristici, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitario e della prevenzione, un numero di posizioni effettivamente occupate ed equivalenti sul piano finanziario.
Testo unico della Previdenza Complementare – Schema di Decreto Legislativo
Si è svolta ieri una riunione con l’Amministrazione, tavolo presieduto dalla d.ssa Perozzi con la d.ssa Contento e il Cons. Ragusa, che aveva all’ordine del giorno tre punti importanti:
– Razionalizzazione di attività connesse ai sistemi informativi del Dip. delle risorse strumentali;
– DPCM sulla rideterminazione dell’organico del personale non dirigenziale;
– DPCM relativo all’applicazione della Brunetta ( art. 74 comma 3 ).
Il Cons. Ragusa, ha illustrato la situazione e le difficoltà del Dipartimento che vive un momento di totale confusione, dovendo gestire circa 60 contratti, affidati all’esterno, con 49 adetti, da qui la volontà di ridurre ad un solo contratto queste attività.
La FP–CGIL, ha fatto notare come sia evidente la mancanza di una vera politica di valorizzazione del personale interno, e il continuo ricorso alle esternalizzazioni non fa che abbassare la qualità e il livello del lavoro pubblico, e abbiamo chiesto, con forza, la reinternalizzazione di codesti servizi, per porre rimedio ad un malcostume che, purtroppo, si è perpetuato negli anni nelle pubbliche amministrazioni.
Inoltre sarebbe da capire anche che fine faranno i 49 lavoratori se il tutto sarà appaltato ad un’unica ditta, la loro riconferma non deve, assolutamente, essere messa in discussione!
Per quanto riguarda il secondo punto, l’Amministrazione ce l’ha presentato come un DPCM puramente ricognitivo, che fotografa l’esistente, ma quello che si nota con chiarezza, è che di questo DPCM non fa parte il ruolo speciale della PC, mentre sono stati “aggiunti” il Cipe, Turismo e Sport, una situazione per queste lavoratrici e lavoratori, che continua ad essere avvilente!
Sarebbe opportuno, non essendoci in PCM una vera politica di reclutamento del personale, almeno avviare un ragionamento, un tentativo per stabilizzare il personale storico in prestito.
La bozza del DPCM sull’applicazione della Brunetta, art.74 comma 3, vista l’importanza dell’argomento, avrebbe necessitato di più tempo, più attenzione e una riunione specifica,( pare se ne farà un’altra in data da stabilire).
Le OO.SS. hanno notato con sconcerto che si recepisce la norma in “modo peggiorativo”, con l’obiettivo di un’esclusione totale del sindacato.
Si riscontra un’invasione di campo della norma rispetto all’autonomia del CCNL, insomma, sembra un’incamminarsi verso una contrattazione messa sotto tutela!
Perché la PCM, che potrebbe andare in deroga al d.lgs 150/09, ma non lo fa?
Pare che quello che più interessa l’Amministrazione è mantenere l’autonomia dai quattro comparti contrattuali, curandosi poco dei fabbisogni del personale.
Pertanto, questo è un DPCM da rispedire al mittente, va modificato radicalmente perché peggiorativo delle condizioni dei dipendenti della PCM, e la FP–CGIL chiede l’apertura immediata di un tavolo politico, per trattare con l’attenzione che merita, un argomento di importanza vitale per il futuro della PCM e del CCNL.
Roma, 30 aprile 2010
p. FP–CGIL/PCM
Gianni Massimiani