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Una brutta Brunetta per i medici, anche senza rottamazione e 30% al risultato

 
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

 
Il Ddl Brunetta definitivamente approvato oggi dal Parlamento con il solo voto della maggioranza, rappresenta per i medici ed i veterinari pubblici un ritorno al passato. La legge nei fatti esautora il valore della contrattazione, con una negativa riconsegna della pubblica amministrazione al primato dei partiti. Si colpiscono i servizi pubblici, chi vi opera e i cittadini.
I dirigenti medici dovranno rispondere a leggi e leggine, proposte dal Ministro della Funzione Pubblica di turno, senza avere alcuna voce in capitolo attraverso le loro legittime rappresentanze sindacali. E’ la rivincita dell’asse lobby&politica. Basti pensare all’anticipo che abbiamo avuto con la norma ad personam con la quale il Ministro Brunetta voleva escludere dalla rottamazione unicamente i primari ospedalieri.
Solo grazie alla nostra battaglia e alla nostra denuncia siamo riusciti a garantire a tutti i dirigenti medici e veterinari di non essere più rottamati, avendo introdotto la legge la clausola dei 40 anni di servizio effettivo. Così come abbiamo sconfitto Brunetta con l’esclusione dalla legge del vincolo per la dirigenza del servizio sanitario nazionale di destinare il 30% della retribuzione al risultato.
Queste due vittorie nulla tolgono al nostro giudizio negativo di questa vera e propria controriforma, che contrasteremo, insieme a tutta la FPCGIL e la CGIL, in tutte le sedi.

Di seguito si pubblica il testo definitivo della Legge delega di Brunetta che si trova sulla colonna di destra (Disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati).

Incontro del 25 febbraio con Giorgietti

 
Si è svolto ieri pomeriggio un incontro tra la parte “politica” del Mef e le OO.SS. nazionali.

La riunione, convocata d’urgenza dall’Amministrazione, era presieduta dall’On. Giorgetti, Sottosegretario di Stato, e recava all’odg.: “informativa riorganizzazione Ministero”.

L’On. Giorgetti, in apertura ha voluto subito riferirsi, partendo da una recente sentenza del Tar Lazio (n.1402/09), al tema della riorganizzazione ministeriale, affermando che,a parte un prevedibile ricorso al Consiglio di Stato (ricorso che andrà effettuato entro 60 gg. dalla notifica sentenza Tar), da parte dell’Amministrazione sussiste la decisa intenzione di procedere al cosiddetto riassetto degli uffici periferici.
Entro un paio di settimane, verrà quindi prodotta un’ipotesi relativa al riassetto periferico; al riguardo è stato sollecitata dal Sottosegretario la disponibilità ad un confronto, purché “propositivo”.

Tutte le OO.SS. hanno ribadito la necessità di mantenere vivo il confronto con la parte politica, e, con accenti diversi, fino anche alla contrarietà, hanno espresso la necessità di porre grande attenzione alla “riorganizzazione”.

Per parte nostra abbiamo sottolineato alcune essenziali questioni:
– quale che sia lo strumento di “traduzione normativa” della riorganizzazione stessa interessa soprattutto la reale disponibilità ad un fattivo confronto tra le parti;
– l’estrema delicatezza e la necessità di condivisione nella costruzione del modello organizzativo che genererà il riassetto. Per la FP CGIL non è infatti accettabile o un qualsiasi modello organizzativo o, ancor più, un modello che si traduca in realtà esclusivamente in un taglio indiscriminato di personale e (conseguentemente) di servizi all’utenza;
– solo con queste indispensabili premesse potremo approcciare la gestione concreta del riassetto periferico laddove, ulteriormente, la nostra azione punterà a salvaguardare sia l’elemento della volontarietà, sia il rispetto della territorialità (di quanti dovessero affrontare processi di mobilità);
– ancora, non sarà ininfluente, rispetto ad una (il più possibile) serena gestione, l’individuazione delle amministrazioni che riceveranno lavoratrici e lavoratori che vengono già da un taglio generalizzato sulle retribuzioni, e sono in presenza di un rinnovo contrattuale da molti non condiviso.
– abbiamo infine voluto sottolineare la necessità di non correre alla chiusura, purché sia, degli uffici, nella logica di un risparmio “cieco”, poiché oggi si pone anzi si impone, oltre che alla salvaguardia del servizio pubblico, una più delicata questione: ogni ufficio statale che si chiude nelle diverse province si configura un’ ulteriore assenza dello Stato sul territorio; e questo può talvolta generare o aumentare fenomeni non propriamente contigui alla legalità e serenità sociale.

La replica finale ed alcuni degli accenti espressi nell’introduzione dall’On. Giorgetti hanno adombrato un possibile terreno di confronto, ma non hanno ovviamente spazzato via le perplessità specifiche e generali che l’attuale situazione politica presenta.
Non è sfuggita l’oggettiva accelerazione che (non necessariamente in conseguenza) a seguito della sentenza Tar (di cui sopra) si è impressa ad un riassetto peraltro già in iter. E’ stato assicurato un rinnovato impegno ad una maggiore “presenza politica” al tavolo negoziale, purché, è stato affermato, si scelgano prioritarie tematiche di lavoro, da risolvere in un tempo adeguato, e che non è così scontato che ci sia già una disponibilità (di chi?) a riconoscere le specificità del Mef.
Un discorso che ha presentato il pregio della chiarezza, ma che non è stato affatto rassicurante.
Noi faremo la nostra parte, se ci sarà un vero terreno propizio ad un confronto reale.
Certo non possiamo dimenticare quel che oggi è già sul piatto: una fortissima decurtazione retributiva sul salario accessorio, una aperta linea di tendenza manifestata dal Governo a decisioni che per il nostro Sindacato si presentano come unilaterali nel merito, insidiose nel metodo, chiaramente teso a spaccare il fronte sindacale, oltraggiose rispetto al mondo dei lavoratori pubblici che nelle ultime 24 ore hanno visto approvare il disegno di legge Brunetta, ieri comunemente diffuso, grazie all’incessante lavoro del Ministro contro i dipendenti pubblici, come decreto antifannulloni.

Roma, 26 febbraio 2009

Il Coord. Funzioni Centrali
Vincenzo Di Biasi
 
FP CGIL Il Coord. FP CGIL Mef
Daniele Nola

 

Nota al Ministro Matteoli sul DM di riorganizzazione

Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
On. Altero Matteoli
Al Direttore Generale del Personale
Dr. Alberto Migliorini
A tutte le lavoratrici e i lavoratori del Ministero

Egr. Ministro Matteoli,

Le scriviamo per rappresentarLe la nostra completa insoddisfazione e preoccupazione in merito al DM di riorganizzazione che non recepisce alcuna delle osservazioni mosse sia dalla FP CGIL sia dalle altre OO.SS. e che nonostante la promessa di un confronto successivo all’incontro del 5 marzo u.s. ci viene inviato nel testo definitivo.

Insoddisfazione per il contenuto del DM e per le osservazioni che non vengono prese assolutamente in considerazione e preoccupazione per la ricaduta dello stesso sia sul personale del Ministero sia sull’utenza che a nostro parere non troverà alcun miglioramento nei servizi resi.

Un corretto confronto e un contraddittorio leale sulle problematiche proprie di questo Ministero non possono che portare benefici.

Ci si è persi, nei vari accorpamenti, un ministero quello della ex Marina Mercantile. Si cerca in tutti i modi e contro qualsiasi logica di trasferire compiti e funzioni ,che peraltro comportano costi più elevati della spesa pubblica, al Comando Generale del Corpo delle Capitanerie. Si dimentica, forse volutamente, che vi è personale di questo Ministero, assegnato agli Uffici Marittimi pur esistenti sul territorio nazionale, che sono scomparsi dai Regolamenti di questo Ministero ; così come il tavolo tecnico istituito sull’argomento è naufragato non si sa dove.

Una volta per tutte bisognerà chiarire quali competenze ha il Comando Generale negli uffici marittimi dell’ex Ministero della Marina Mercantile e quali mansioni sono affidate al personale di questo ministero che svolge giornalmente il proprio servizio in tali uffici. Troppo spesso, il Comando Generale, si arroga il diritto della gestione e controllo di tale personale in spregio di quanto invece dovrebbe fare la Direzione Generale del Personale; in altri casi capita invece che soluzioni di competenza del Dirigente dell’Ufficio vengano tralasciate rimettendone la competenza al Capo del Personale, solo per non provvedere in tal senso.

Nessuna informativa sindacale è stata fornita in merito a controlli che sembrano siano stati programmati per verificare le strutture degli istituti scolastici d’intesa con il Ministero dell’Istruzione, Province e Comuni ai quali è chiamato a partecipare il personale tecnico di questo Ministero.

A prescindere dalla mole di lavoro che dovrà essere svolta dal personale tecnico di questo Ministero, nulla è stato chiarito in merito ai mezzi , al grado di responsabilità ed alle tutele per lo stesso che dovrà operare in un lasso di tempo che ci è dato sapere molto ristretto e che, a parere della scrivente, non potrà produrre, quasi certamente, una seria ricognizione dello stato in cui versano tali istituti.

Utile risulterebbe istituire un tavolo tecnico sulla materia.

Riteniamo che a nulla può servire accorpare uffici se il problema serio resta la carenza di personale e non si riesce a consentire una seria programmazione del lavoro. E’ quanto accade negli uffici provinciali delle Motorizzazioni, dove non si riesce a far fronte alle reali esigenze dei cittadini. Le direzioni generali che accorpano in alcuni casi anche 5 regioni, risultano un coordinamento inefficiente, sia per l’organizzazione degli uffici sia per i servizi capillari da dare al cittadino sul territorio. Lo stesso dicasi per le sedi territoriali dei Provveditorati che non trovano nessuna garanzia per continuare a svolgere le proprie funzioni.

Nessuna spiegazione è stata fornita, inoltre, sull’eliminazione del Titolo V del DM e, a tal proposito, ribadiamo la richiesta del rispetto delle norme contrattuali e di legge vigenti che prevedono il confronto con le organizzazioni sindacali per eventuali forme di mobilità e, comunque, che sia fornita la debita informativa al momento dell’assegnazione del personale agli uffici di livello non dirigenziale.

E’ quanto mai urgente risolvere il problema relativo al finanziamento della Cassa di Previdenza ed Assistenza, ormai al collasso, e che non potrà, stante l’attuale situazione, fornire alcuna assistenza al personale del ministero.

Come può vedere, con questa nota, abbiamo evidenziato solo alcune delle questioni che, a nostro avviso, richiedono un confronto negoziale.

Da parte nostra siamo a chiederLe un incontro che non sia solo “espediente” per poter scrivere su un DM “sentite le Organizzazioni Sindacali”, ma che serva a risolvere problemi che ci vengono indicati dai lavoratori di questo ministero che non vedono accolta alcuna delle indicazioni atte a migliorare sia la vita lavorativa degli stessi sia a fornire un servizio che sia di qualità all’utenza ed ai cittadini che a noi si rivolgono giornalmente.

Per FP CGIL
Funzioni Centrali
Francesca De Rugeriis

Roma 6 aprile 2009

Comunicato

 

A TUTTI I LAVORATORI DELL’AGENZIA ENTRATE UFFICIO NA 3
 
 

Ancora una volta nello stabile presso cui è ubicato l’ufficio dell’Agenzia Entrate NA 3 si è verificato un preoccupante ed increscioso episodio che speriamo essere un unico ed isolato caso, ma che ha evidenziato la necessità di effettuare una maggiore messa in sicurezza degli accessi nei locali dello stesso e di conseguenza la piena sicurezza dei lavoratori e dell’utenza.

La CGIL FP Campania, informata dell’accaduto, si è prontamente attivata chiedendo al Direttore Regionale un intervento urgente per garantire una maggiore sicurezza dell’Ufficio di Na 3 a tutela dei lavoratori che in esso operano e dell’utenza che si reca presso il predetto Ufficio.

Il Direttore Regionale, Dott. Sangermano, informato dei fatti accaduti, è intervenuto tempestivamente e già nel tardo pomeriggio di ieri ci comunicava che verificata l’insufficienza delle tre Guardie Giurate, presenti nel predetto ufficio, su suggerimento anche della Polizia Scientifica, che prontamente è intervenuta, ritiene di dotare lo stabile soprattutto nei punti più insidiosi con strumenti di video sorveglianza per meglio monitorare il flusso dell’utenza ed assicurare, in tal modo, ai lavoratori e ai cittadini una maggiore sorveglianza e sicurezza.

La CGIL FP ritiene che dopo tale circostanza non si possa abbassare la guardia poiché il clima economico/sociale e la campagna denigratoria nei confronti dei lavoratori pubblici hanno generato una disaffezione da parte dei cittadini verso la P.A. e i primi a pagarne le conseguenze sono proprio i lavoratori che, di contro, con responsabilità e professionalità svolgono il proprio lavoro caricandosi anche dell’aggravio della mancanza del turn-over, nonostante i continui provvedimenti legislativi vessatori nei loro confronti, non da ultimo i Decreti Delega del Ministro della Funzione Pubblica.

Vorremmo chiedere al Ministro Brunetta chi di questi lavoratori non merita il salario accessorio?

Invitiamo il Ministro a trascorrere una giornata lavorativa presso gli uffici di Napoli 3, forse a fine giornata potrà concretamente verificare il merito di questi lavoratori.
La CGIL FP confida nella tempestività della Direzione Regionale per l’attivazione degli strumenti di sicurezza così come preannunciatoci per riportare serenità e tranquillità fra i lavoratori.

Napoli, 14 maggio 2009

p. La Segreteria FP CGIL Campania
Rosa Anna Ferreri

 
 
 

 
 

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8 marzo, le donne medico…e le impari opportunità

 
In occasione dell’8 marzo 2010 si pubblica il comunicato stampa delle dottoresse dell’esecutivo nazionale della FPCGIL Medici, su iniziativa di Anna Baldi, segretaria regionale della FPCGIL Medici della Toscana.
 

I dati in sanità mostrano per le donne una difficoltà diffusa, con molte dottoresse in corsia e poche nei ruoli apicali, e con tante precarie. Nel Servizio Sanitario Nazionale infatti le donne costituiscono, in base ai dati del 2008, il 35 per cento dei medici (erano il 30 per cento nel 2005) che lavorano nel SSN.
A fronte di un medico donna ogni tre, soltanto una donna su dieci occupa un posto di dirigente medico di struttura complessa, cioè l’ex primario: nel 2008 infatti su un totale di 9703 “primari” le donne sono 1239, circa una su dieci. Ancor più significativo, in termini negativi, è il dato ufficiale del 2008 della Ragioneria dello Stato sulle donne medico con rapporto di lavoro flessibile, cioè precarie: 3.725 su 6.544, il 57%.
Le dottoresse si laureano in medicina prima dei colleghi, in media a 26 anni, e con punteggi superiori: su cento laureati con lode ben 78 sono donne; come accade in tutti gli ambiti lavorativi, però, alla preparazione professionale e ai massimi punteggi raggiunti dalle donne, non corrisponde il riconoscimento negli avanzamenti di carriera.
Le specializzazioni si concentrano nelle branche in cui è più agevole conciliare lavoro e famiglia e le percentuali più basse si trovano nelle specialità chirurgiche.
I dati sembrano confermare come in un contesto sociale in cui si danno per acquisiti elementi fondamentali quali le pari opportunità, sia ancora in atto un processo di differenziazione e gerarchizzazione in grado di attribuire alle differenze biologiche una capacità di strutturazione sociale, soprattutto in campo medico.
A fronte di un processo che ormai sembra irreversibile di “femminilizzazione del SSN” e di futura inversione delle proporzioni – è in arrivo in medicina una mare rosa con il 55% degli immatricolati nell’anno accademico 2007/2008 – la FPCGIL Medici è impegnata per una sempre maggiore realizzazione delle pari opportunità nella sanità.
L’impegno del sindacato è vigilare affinché siano attivati e resi funzionanti i Comitati per le Pari Opportunità nelle Aziende Sanitarie, istituire in ogni Regione un Comitato per le Pari Opportunità per la Dirigenza Medica e Veterinaria, intervenire sull’organizzazione del lavoro per favorire la conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita, eliminare sul lavoro ogni forma di discriminazione fra uomini e donne.

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Il Regolamento elettorale dell'Onaosi è lesivo del diritto di rappresentanza degli iscritti

 
Si pubblica l’articolo del settimanale Panorama della Sanità che riprende la posizione della maggioranza delle OO.SS della dirigenza medico veterinaria in merito al Regolamento elettorale della Fondazione Onaosi, in fase di approvazione presso i Ministeri vigilanti.
 

 
 

Comunicato a tutti i lavoratori CRI

 
 

Mobilitazione contro la Privatizzazione

Si avvicina la scadenza per una eventuale privatizzazione della CRI data ormai per certa anche dalla stampa. Come FP CGIL abbiamo iniziato la mobilitazione in tutta Italia. Per il momento in attesa delle carte ufficiali vi sottoponiamo alcune riflessioni. Questa riforma dell’Ente viene fatta passare insieme ad una manovra di risparmio sui conti pubblici, elemento questo su cui la sensibilità di tutti è estrema. Vediamoli questi risparmi. Il corpo militare dovrebbe passare alla difesa quindi verrebbe pagato da questo ministero. I dipendenti di ruolo passerebbero ad altre amministrazioni e quindi verrebbero comunque pagati dalle amministrazioni pubbliche dove transiteranno. Sui precari non ci sarebbe risparmio perché sono già pagati dalle regioni. I diversi Commissari o Presidenti di turno ci hanno sempre detto che il 95% del contributo dello Stato viene impegnato per il pagamento degli stipendi. Ma allora se si spostano soltanto i dipendenti su altre amministrazioni dov’è il risparmio? In verità con questa manovra si ottiene soltanto di penalizzare i lavoratori precari che, se non vengono licenziati si troveranno con un contratto privato anzichè quello pubblico.

L’unica cosa che non si sa è la sorte del patrimonio dell’Ente? Questa non è una riforma e neanche un riordino, questo è mettersi a giocare col pallottoliere sulla pelle del servizio che ogni giorno viene reso ai cittadini e su quella delle lavoratrici e dei lavoratori precari e di ruolo. La mobilitazione che metteremo in campo dovrà impedire queste manovre.

Roma, 28 giugno 2011

Il coordinatore nazionale
Pietro Cocco


 
 

Rispetto della normativa su orario e riposo, sanzioni e denunce

 
La mancata firma del contratto nazionale non incide sulla piena vigenza del Dlgs 66/03 per tutto il 2008, grazie all’emendamento approvato nel decreto milleproroghe, e non vi possono essere deroghe contrattate a livello locale, fino alla loro definizione contrattuale a livello nazionale.

In caso di mancato rispetto della normativa sull’orario di lavoro e sul riposo sono previste sanzioni amministrative a carico del datore di lavoro, ai sensi del Dlgs 19 luglio 2004, n.213 che ha integrato il Dlgs 66/03.

Al fine di garantire in questa fase una maggiore tutela dei diritti dei dirigenti medici e veterinari si riassumono i due punti principali della vigente normativa oggetto della trattiva nazionale, con le rispettive sanzioni:

* la durata massima dell’orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le 48 ore, con riferimento ad un periodo non superiore a quattro mesi (sanzione da 130 euro a 780 euro, per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui si riferisca la violazione stessa);

* Il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutivo ogni 24 ore (sanzioni da 105 a 630 euro)

La denuncia va effettuata alla Direzione provinciale del lavoro – Settore ispezioni del lavoro competenti per territorio.

Mezzogiorno: Extraterritorialità dello Stato – Comunicato Stampa

di  Lorenzo Mazzoli – Segretario Nazionale FP CGIL
Luigi Savio – Segretario Generale FP CGIL Campania
Antonio Santomassimo – Segretario Generale FP CGIL Napoli

Extraterritorialità dello Stato

La camorra crea la paura, la camorra difende dalla paura.

“Il clan protegge” ha scritto quel bambino di Napoli; ma da chi? Da altri clan naturalmente.
Ed il “cane” (la società) si morde la coda fino ad impazzire fino a perdere il senso delle cose fino a perdere se stesso e noi con lui.

Dal 14 aprile si stanno analizzando i dati, i flussi elettorali, soprattutto per l’esplosione della Lega (che non è più un fenomeno) ed il Nord diventa “questione” sociale da analizzare anche per quella divaricazione tra rappresentanza sociale e politica. Giusto.

Attenzione però: il tema nord-est è dell’oggi (ed anche di ieri) e pone con forza la complessità del binomio ricchezza-sicurezza. In buona sostanza la paura di perdere il benessere raggiunto. Tutto ciò è rilevante socialmente e conseguentemente ha ricadute sul piano politico ed elettorale.

Ma bisogna urgentemente prendere atto che in intere aree del Mezzogiorno siamo all’allarme rosso costante ed i bambini di Napoli vedono quella “mappaglia di persone che spacciano nel mio quartiere, ma a noi ci proteggono”. Lo Stato altrove, la strada è extraterritoriale.

Bisogna fare presto, non rispondendo all’emergenza, ma facendosi carico del futuro affrontando la criminalità con tutta la forza necessaria ed allo stesso tempo parlando alla società, leggendo i temi dei ragazzi di Scampia, progettando luoghi di partecipazione “presidiati” democraticamente e facendo vedere che lo Stato è più forte.

Governo, Regioni, Autonomie Locali, hanno la responsabilità di offrire alternative alla rassegnazione portando lavoro innanzitutto; mettendo in galera chi delinque, rendendo certa la pena, proteggendo il bene dal male da parte dei magistrati e forze dell’ordine.

Anche il sindacato deve fare la propria parte, rimanendo in campo, mobilitando le tante forze, individuali e collettive che ci sono. E per quello che ci riguarda, operando con coerenza facendo della qualità della contrattazione, nazionale ed integrativa, il nostro intransigente impegno comune, perché i servizi siano adeguati alla domanda dei cittadini, siano garanzia di legalità.

Roma, 22 aprile 2008

 

VVF: dalla Finanziaria l'ennesimo schiaffo – Dichiarazioni di F. Peroni segretaria nazionale FPCGIL e A. Forgione, coordinatore nazionale FPCGIL VVF

I disastri che sta provocando il decreto Tremonti-Brunetta sono sotto gli occhi di tutti, malgrado la pesante demagogia con cui il Governo cerca di gloriarne i benefici effetti dei quali, in realtà, non si vede alcuna traccia.

Siamo certi che la grande mobilitazione del Pubblico Impiego preannunciata per il mese di settembre riporterà con i piedi per terra l’Esecutivo e la Maggioranza che lo sostiene.

Una mobilitazione alla quale non mancheranno certo i Vigili del Fuoco, ancora più convinti di esserci, vista la loro recente storia.

Il Corpo e’ stato da poco inserito nei comparti contrattuali del diritto pubblico – un sistema notoriamente rigido, nel quale tutelare i lavoratori e’ molto più complicato – con la scusa (secondo il precedente Governo Berlusconi, e di qualche “illuminato” dell’allora centrosinistra e di altri Sindacati) che era l’unica strada per valorizzare economicamente e professionalmente il personale; risultato: un contratto, il primo, assolutamente inadeguato per risorse e contenuti, che rischia di essere anche l’ultimo per effetto dell’attacco complessivo al lavoro pubblico; un bilancio i cui ulteriori indiscriminati tagli pregiudicheranno definitivamente anche le capacità operative del Corpo; le dotazioni organiche inferiori agli standard europei di circa il 30 per cento, saranno ulteriormente ridotte; non sarà possibile rinnovare mezzi ed attrezzature spesso vecchi o inadeguati…

Altro che fughe corporative!!!

Solo con l’unione e la compattezza dei dipendenti pubblici – che siamo certi non mancheranno – si possono affermare le ragioni di tutti e obbligare il Governo, da un lato a rivedere e correggere i recenti provvedimenti adottati contro lavoratrici e lavoratori, dall’altro a concretizzare adeguate politiche di rilancio e potenziamento nei confronti di un Corpo il cui servizio ha grande rilevanza sociale e le cui difficoltà, oltre che sugli operatori, non a caso ricadono direttamente sui cittadini e sul Paese.

Roma, 7 agosto 2008
 

Al vaglio riforma libera professione medici Ssn

 
Milano, 28 ott. (Adnkronos Salute) – Sì all’attività professionale privata dei medici del Servizio sanitario nazionale, a patto che il numero di prestazioni a pagamento sia uguale e non superiore a quelle convenzionate con il Ssn. Un sistema sul quale vigilerà un ente terzo: l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Sono questi i principi cardine su cui dovrebbe poggiare la riforma della libera professione dei camici bianchi in forza negli ospedali, al vaglio del ministero del Welfare proprio in questi giorni. A tratteggiare le novità è il sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio, intervenuto oggi a Milano all’inaugurazione dell’anno accademico 2008-2009 dell’università Vita-Salute San Raffaele del capoluogo lombardo. “Stiamo trasformando l’Agenas in ente terzo per la valutazione delle prestazioni ospedaliere (ricoveri, prestazioni ambulatoriali e diagnostiche) e dei medici – spiega Fazio a margine dell’evento – Saremo così in grado, in tempi brevi, di fare il calcolo del numero delle prestazioni dei medici e della qualità della loro attività. Questo ci consente di disegnare il nuovo sistema della libera professione”. L’idea, precisa, “non è ancora formalizzata. La metteremo giù nei prossimi giorni e siamo aperti a suggerimenti del mondo politico e professionale”. “Noi pensiamo a un unico rapporto di lavoro esclusivo – continua Fazio – dove il medico può, alla fine dell’orario di lavoro, fare attività professionali dentro o anche fuori dall’ospedale a sua scelta. Ovviamente sono cose che vanno regolamentate”. Il punto cruciale è che “il medico – annuncia il sottosegretario – non dovrà, nell’ambito della sua attività professionale, fare più prestazioni private di quelle che fa all’interno dell’ospedale”. Lo spirito della riforma, secondo Fazio, è quello di “ridare la professionalità al medico ed eliminare quella figura di medico ‘pedina’ della politica della struttura ospedaliera. Dall’altro lato vogliamo garantire che il medico lavori per i cittadini”, senza abusare perciò della libera professione. “Se il medico vorrà fare molta attività libero professionale – conclude il sottosegretario – dovrà fare ancora di più attività pubblica”.

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Domani al via la trattativa per la medicina generale, da rinnovare subito

 
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Nicola Preiti, coord. naz.le FP CGIL Medici Medicina Generale

 
Le trattative per il rinnovo dell’ACN della medicina generale per il biennio economico 2008 -2009 prenderanno il via domani mattina alla Sisac .
E’ questa una buona notizia, ma chiediamo la reale volontà di un rinnovo celere.
Il comitato di settore è in scadenza, visto che elezioni regionali sono alle porte e le problematiche poste nell’Atto di Indirizzo, a partire dal nuovo assetto organizzativo della medicina generale, richiederebbero una lunga e complessa trattativa a livello nazionale ed una ulteriore definizione attraverso accordi regionali.
Si pensi che l’ultimo rinnovo ha richiesto due anni per scrivere solo sei articoli e che le relative trattative regionali sono quasi tutte ancora da iniziare.
Una vera riorganizzazione del settore la chiediamo da anni, e finalmente sembra che tutti (anche l’Atto di indirizzo) la ritengono indispensabile. Ma se realmente si vuole chiudere rapidamente si rischia di introdurre modifiche che cambiano l’assetto della medicina generale ma in modo scoordinato e senza una logica complessiva.
Per non parlare delle risorse dimezzate: invece del 3,2% più lo 0,8% come avviene nella dirigenza, l’incremento è in sostanza del 2%. Infatti dello 0,8 % non c’è traccia, ed al 3,2% è sottratto l’1,2% che è rinviato agli accordi regionali. Cioè, visto il ritmo, alle future generazioni.
E come se questo non bastasse, l’informatizzazione con tutte le attività di comunicazione ed i flussi informativi, con gli oneri e le attività connesse sono poste tout cour sulle spalle dei medici, con la mannaia delle inique sanzioni di Brunetta. E l’Atto specifica “senza ricorso a risorse aggiuntive” .
Insomma si confonde l’organizzazione, si aggiungono compiti, funzioni, obblighi e si tolgono soldi.
Tutto questo non stà in piedi. Chiediamo alle Regioni di prendere una direzione chiara senza infingimenti: se vogliono rinnovare le convenzioni prima delle elezioni devono soltanto riconoscere a livello nazionale gli arretrati del 2008 e 2009, nella stessa misura riconosciuta alla dirigenza (3,2% + 0,8%).

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