Nella giornata odierna è stata sottoscritta l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al personale non dirigente degli enti pubblici non economici per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007.
Pubblichiamo il testo dell’ipotesi e il comunicato unitario.
Roma, 1 agosto 2007
FP–CGIL CISL–FP UIL–PA
Roma, 14 settembre 2007
Al Ministro del Lavoro e
della Previdenza Sociale
On. Cesare DAMIANO
Al Capo di Gabinetto del
Ministero del Lavoro e della P.S.
Prof. Francesco Tomasone
Al Direttore Generale delle
Risorse Umane e AA.GG.
del Ministero del Lavoro e della P.S.
Dr. Massimo Pianese
A TUTTI I LAVORATORI
del Ministero del Lavoro e della P.S.
Nonostante i significativi risultati raggiunti dalle scriventi OO.SS., sono troppe le questioni di importanza strategica per la valorizzazione delle professionalità dei lavoratori di questo ministero e per il ruolo istituzionale dello stesso, che non hanno ancora trovato una soluzione. Ciò, malgrado il nostro impegno a rappresentarle con forza e continuità, sia in sede politica che amministrativa. Ci riferiamo, in particolare a queste questioni aperte:
– la riorganizzazione del Ministero del Lavoro con particolare riferimento agli uffici periferici;
– La finalizzazione delle risorse per bandire il percorso riqualificazione C1 (collaboratore amministrativo) come da protocollo d’intesa siglato in data 15 febbraio 2007;
– gli aspetti giuridici ed economici dell’attività ispettiva
– Il profilo professionale degli accertatori del lavoro che continuano, in molte realtà territoriali, a non svolgere attività ispettiva
– le mancate risposte relative alla cooperazione.
Le nostre rivendicazioni sui citati temi non hanno trovato un riscontro.
A tutt’oggi le risposte si fanno attendere facendoci pensare che l’Amministrazione non voglia trovare una soluzione adeguata alle aspettative dei lavoratori.
A tutto ciò si aggiungono:
– il ruolo dei lavoratori dell’area informatica ancora in fase di definizione;
– la continua piaga delle esternalizzazioni
– la mobilità;
Di fondo, ci troviamo dunque, a registrare la poca volontà da parte dell’amministrazione a risolvere queste problematiche.
La situazione sta diventando intollerabile per i lavoratori.
Per i suddetti motivi queste OO.SS. proclamano lo stato di agitazione su tutto il territorio nazionale e invitano i lavoratori ad attivarsi in tutte le sedi con una forte mobilitazione.
Siamo certi che ci sarà una risposta adeguata da parte di tutti i lavoratori, perché sono loro a credere ancora nel valore del proprio lavoro, a volerlo svolgere con dignità e a rendersi conto della gravità della situazione.
FP–CGIL CISL–FP UIL–PA
Giuseppe Palumbo Antonella La Rosa Palmina D’Onofrio
Si è svolto questa mattina, presso il parlamentino del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla presenza del Direttore Generale del personale Dott. Cappiello, l’incontro previsto per la costituzione del Fondo Unico del Personale dell’ex Registro Italiano Dighe.
Nel ribadire la posizione della FP CGIL, già espressa nell’incontro con il Ministro Matteoli, di una necessaria riflessione sull’opportunità di proseguire nell’accorpamento delle funzioni svolte dal personale dell’ex RID nel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha, di fatto, prodotto un rallentamento dell’attività di vigilanza delle grandi dighe e contestualmente provocato rallentamenti nelle applicazioni contrattuali per tutto il personale, abbiamo accolto, congiuntamente alle altre sigle sindacali presenti, la proposta del Dott. Cappiello di mantenere separati, per il 2008, i tavoli di trattativa sui Fondi Unici del RID e del Ministero.
Durante la riunione ci è stata consegnata una nota della Direzione Generale per le Dighe, nella quale il Direttore Rinaldi individua nella cifra di euro 685.000 l’intero ammontare del Fondo del Personale appartenente all’ex RID.
Dalla lettura della nota del Dott. Rinaldi abbiamo evidenziato l’assenza della quota necessaria per la riqualificazione del personale, così come stabilito dall’accordo sottoscritto nel 2007 e non ancora applicato, elemento necessario per la costituzione del Fondo, nonché, la necessità di avere una tabella più dettagliata per poter individuare le singole voci che compongono il Fondo stesso.
Il Direttore Cappiello ha accolto le nostre richieste riconvocando un prossimo incontro per giovedì 2 ottobre, impegnandosi ad inviare a tutte le OO.SS. entro venerdì prossimo i documenti comprensivi delle nostre osservazioni.
Roma, 23 settembre 2008
Per FP CGIL
Funzioni Centrali
Francesca De Rugeriis
Ritengo opportuno ed altrettanto interessante inviare questo comunicato stampa della FP CGIL di Bari, di mercoledì 4 agosto 2010, che riguarda la “Manovra finanziaria: Vigilanza del lavoro a rischio paralisi”
Roma, 5 agosto 2010
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Nella serata di ieri, è stata sottoscritta dall’Amministrazione e dalle OO.SS. l’ipotesi di CCIE 2010 per il personale delle Aree Professionali e per quello delle qualifiche ad esaurimento…
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
RECUPERO DEI 7 MILIONI DI EURO
Inserito nel maxi emendamento governativo presentato al Senato e su cui sarà posta la fiducia, il comma che prevede il ripristino dei 7 milioni di euro destinati alla Pubblica Istruzione.
Questo significa che, a Finanziaria approvata, dal 2007 tale somma torna ad essere disponibile, in maniera fissa e ricorrente, per il personale del Ministero.
Si tratta ora di trovare da parte dell’Amministrazione le modalità di recuperare la somma anche per l’anno in corso.
Su tale questione, infatti, come FP CGIL non abbiamo mai richiesto somme aggiuntive, ma, solo il mantenimento di risorse economiche già assegnate al personale, presenti nel Bilancio dell’Amministrazione e su cui è stato anche sottoscritto un accordo con le Organizzazioni Sindacali.
Consideriamo, comunque, questo primo risultato un evidente segnale positivo di netta inversione di comportamento, rispetto al passato, da parte del vertice politico amministrativo nelle relazioni sindacali e di buon auspicio per l’avvio di un confronto su tutte le altre questioni aperte.
Sappiamo bene, infatti, avendolo verificato e denunciato quasi quotidianamente nella precedente legislatura, che ci sono gravi problemi nel settore che vanno affrontati e risolti con urgenza, se veramente si vuole rivalutare il ruolo pubblico di questa Amministrazione:
– organizzazione del lavoro devastata da una situazione di “riforma permanente”,
– persistente blocco del turn over che fa di questo Ministero uno di quelli con l’età media del personale più elevata;
– decennale incertezza sul ruolo e sui compiti degli uffici periferici (provveditorati prima, CSA poi, USP oggi) che cambiano nome e progressivamente si svuotano a seguito dei numerosi pensionamenti, senza mai capire quale sia l’indirizzo concreto che si vuole assumere rispetto al decentramento (enti locali, scuola).
A tale proposito vi inviamo le osservazioni fatte con CISL e UIL alla bozza di regolamento del Ministero.
Torneremo quanto prima anche su questo argomento, intanto come FP CGIL esprimiamo soddisfazione per il risultato ottenuto e, nel ringraziare le lavoratrici ed i lavoratori del centro e della periferia per l’impegno e le numerose iniziative attuate, continueremo a seguire “minuto per minuto” la situazione.
Roma, 14 dicembre 2006
Il coordinatore nazionale
FP CGIL – MIUR
Angelo Boccuni
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
7 MILIONI di EURO
L’emendamento alla legge finanziaria 2007 per il recupero dei 7 milioni di euro destinati al personale della Pubblica Istruzione, non è stato inserito nel maxi emendamento del Governo, presentato alla Camera e su cui verrà posta la fiducia nei prossimi giorni.
Come FP CGIL riteniamo estremamente grave il comportamento del vertice politico di questo Ministero che, sollecitato sin dal suo insediamento dalle Organizzazioni Sindacali sulla necessità di recuperare le risorse destinate al personale da apposita legge del 2005 e non più disponibili nel Bilancio 2006, si era formalmente impegnato a ripristinare tali risorse economiche nella finanziaria.
Sono a questo punto confermate tutte le perplessità che da tempo avevamo espresso sulla reale volontà del Ministro di voler porre attenzione ai problemi del personale.
Nonostante le aperture e le assicurazioni fornite dalla parte politica il risultato non è stato raggiunto.
In un momento delicatissimo in cui riparte una nuova fase di ristrutturazione e riorganizzazione della Pubblica Istruzione vengono, infatti, sottratte alle lavoratrici ed ai lavoratori del Ministero risorse economiche ottenute e già percepite nel 2005 a seguito di una lunga vertenza nazionale col precedente Ministro.
Insieme alle altre Organizzazioni Sindacali abbiamo proclamato lo stato di agitazione del personale.
Di seguito il comunicato unitario sulla questione e vi aggiorneremo tempestivamente sulle prossime iniziative.
Roma, 17 novembre 2006
Il coordinatore nazionale
FP CGIL – MIUR
Angelo Boccuni
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CGIL FP CISL FPS UIL PA CONFSAL UNSA
SETTORE PUBBLICA ISTRUZIONE
COMUNICATO UNITARIO
Apprendiamo oggi che nel maxi emendamento alla Legge Finanziaria 2007, presentato dal Governo alla Camera dei Deputati e su cui sarà votata la fiducia entro il 19 novembre 2006,
NON C’E’ ALCUN RIFERIMENTO AI 7 MILIONI DI EURO
attribuiti al personale della Pubblica Istruzione fin dal 2005 con apposita norma.
La somma, reperita all’interno del Bilancio della nostra Amministrazione, è stata “scippata” al personale anche per una totale mancanza di attenzione del vertice politico di questa Amministrazione.
A seguito delle pressanti sollecitazioni di queste Organizzazioni Sindacali effettuate nei confronti del Ministro, del Sottosegretario di Stato e del Capo Dipartimento, fin dal mese di maggio 2006, il Ministro Fioroni aveva assunto impegno formale a recuperare, attraverso l’inserimento in Finanziaria di apposita norma, i 7 milioni di Euro.
Alla luce dei fatti verifichiamo l’inattendibilità degli impegni assunti dal Ministro Fioroni e del Sottosegretario di Stato De Torre.
CGIL FP, CISL FPS, UIL PA e CONFSAL UNSA Settore Pubblica Istruzione, considerando estremamente grave quanto accaduto, proclamano LO STATO DI AGITAZIONE DEL PERSONALE DELL’AMMINISTRAZIONE CENTRALE E PERIFERICA.
Invitiamo le strutture sindacali periferiche, le lavoratrici e i lavoratori degli USR e degli USP a indire, urgentemente, assemblee in tutti i posti di lavoro e a trasmettere, direttamente al Ministro, gli ordini del giorno che scaturiranno.
Come prima iniziativa verrà indetta nei prossimi giorni un’assemblea del personale dell’Amministrazione Centrale.
Vi comunicheremo, quanto prima, il calendario delle ulteriori iniziative che verranno assunte a livello nazionale.
Roma, 17 novembre 2006
Interrogazione al Ministro della Giustizia riguardante il Centro di prima accoglienza di Trento presentata dalla senatrice veneta Tiziana Valpiana insieme ai colleghi del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista della Commissione Giustizia Maria Luisa Boccia, Di Lello Finuoli e Vano.
Gli interroganti denunciano l’inaccettabile situazione determinatasi per i giovani sottoposti a misura cautelare nel centro di prima accoglienza di Treviso e chiedono al Ministro quali misure intenda adottare per risolverla e ripristinare il rispetto dei loro diritti. Infatti, ormai da molti mesi, il CPA di Trento, struttura in cui sono ospitati minori sottoposti a misure cautelari, è stato temporaneamente chiuso a causa di staordinari lavori di manutenzione ed i ragazzi trasferiti al CPA di Treviso, struttura, peraltro, ritenuta inidonea all’accoglienza. Con il protrarsi dei lavori e la permanenza da alcuni mesi nella provincia Veneta, si è inoltre venuta a creare una situazione di difficoltà, sia per i familiari dei ragazzi che intendono visitarli mantenendo vivo il rapporto affettivo, sia per gli incontri tra i giovani e i loro difensori, a cui si somma il sovraffollamento del CPA di Treviso con conseguente aggravio sul personale tecnico-amministrativo e sanitario.
E’ evidente come si stia determinando un problema delicatissimo in termini di diritto all’assistenza e al sostegno ai minori e ai loro familiari.
Grazie per la cortese attenzione
Per la Segreteria della Sen. Valpiana
Emilia Butturini
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Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-01145
Pubblicato il 23 gennaio 2007
Seduta n. 92
Valpiana, Boccia, Di Lello Finuoli e Vano
Al Ministro della Giustizia
Premesso che:
– nel mese di agosto 2006 il Dipartimento per la giustizia minorile ha disposto la temporanea disattivazione del Centro di prima accoglienza (CPA) di Trento, a causa di lavori di straordinaria manutenzione nello stabile in cui il servizio è ubicato;
– al fine di garantire la continuità funzionale del servizio, il Dipartimento ha individuato nel CPA di Treviso la struttura territorialmente più vicina e di conseguenza maggiormente idonea ad accogliere i giovani sottoposti a misure precautelari nel distretto di competenza del Centro per la giustizia minorile di Trento;
– a distanza di oltre quattro mesi da tale provvedimento, il CPA di Trento non ha ripreso a funzionare e, di conseguenza, si continua a far ricorso al CPA di Treviso;
– tale ultimo centro si caratterizza notoriamente per le condizioni di strutturale inidoneità ad accogliere i minori arrestati, in ragione della sua ubicazione all’interno dell’Istituto penale per minorenni di Treviso e della scarsità dei locali in grado di svolgere le funzioni di accoglienza secondo le direttive ministeriali,
si chiede di sapere:
– quali siano i motivi per i quali il CPA di Trento risulta ancora inagibile dopo quattro mesi dalla sua temporanea disattivazione;
– per quali ragioni ci si continui ad avvalere di una struttura inadeguata qual è il CPA di Treviso, anziché verificare, anche con la competente magistratura minorile, l’utilizzo temporaneo di una comunità pubblica o autorizzata, come prevede l’art. 18, comma 2, decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448 (“Approvazione delle disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”), secondo cui «quando riceve notizia dell’arresto o del fermo, il pubblico ministero dispone che il minorenne sia senza ritardo condotto presso un centro di prima accoglienza o presso una comunità pubblica o autorizzata che provvede ad indicare»; a tal proposito è noto agli interroganti che tale modalità è abitualmente in uso per i minori arrestati nella regione Friuli Venezia Giulia, dove non esiste un CPA ma una comunità autorizzata;
– quali motivi abbiano indotto il Dipartimento della giustizia minorile a non considerare tale possibilità, tenuto conto anche dell’istituzione di un Centro per la giustizia minorile a Trento, la cui autonomia tecnico-finanziaria avrebbe dovuto esplicarsi verificando le possibili alternative atte ad individuare una soluzione in quel territorio, senza gravare funzionalmente ed economicamente su un servizio, qual è il CPA di Treviso, riconducibile invece alla giurisdizione del Centro per la giustizia minorile di Venezia;
– se la distanza intercorrente tra il CPA di Treviso ed il distretto di Trento e Bolzano non rischi di rappresentare un ostacolo all’eventuale accesso dei familiari dei minorenni arrestati in Trentino e ristretti presso la struttura trevigiana, per effettuare visite e colloqui con i giovani indagati e per incontrare gli operatori, compromettendo le garanzie in termini di assistenza e sostegno ai minori ed ai loro familiari, tenuto conto che il tempo di permanenza degli arrestati in un CPA è al massimo di 96 ore;
– se tale fattore sia di ostacolo anche al contatto tra i minori arrestati ed i loro difensori, non consentendo il pieno esercizio del diritto al colloquio immediato tra il minore ed il difensore fin dall’inizio dello stato di privazione della libertà personale, così determinando il rischio di una violazione (o quantomeno di una illegittima compressione) del diritto alla difesa, sancito come inviolabile dall’art. 24 della Costituzione;
– se tale condizione non gravi oltre misura sul personale tecnico-amministrativo e sanitario incardinato presso il CPA di Treviso, notoriamente esiguo;
– se tale condizione non determini un sovraffollamento del CPA di Treviso i cui esigui locali non sono neppure in grado di soddisfare le esigenze dei minori arrestati nel Veneto;
– se tale condizione non stia gravando eccessivamente sui capitoli di spesa del Centro per la giustizia minorile di Venezia, competente, in termini di riparto giurisdizionale, sul CPA di Treviso, in relazione al mantenimento degli arrestati (vitto, spese mediche, eccetera);
– se le spese relative alla retribuzione del personale della Polizia penitenziaria assegnato al Centro per la giustizia minorile di Trento, ed incaricato delle attività di traduzione (indennità supplementari, eventuali ore di lavoro straordinario, eccetera) tra le regioni Veneto e Trentino, siano compatibili con i limiti finanziari previsti dal Dipartimento per la giustizia minorile;
– inoltre, considerato che le norme di cui all’art. 9, commi 1 e 2, del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 272 (“Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 488, recante disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”), stabiliscono che “i centri di prima accoglienza ospitano, fino alla udienza di convalida, i minorenni arrestati o fermati” e che “I centri di prima accoglienza devono assicurare la permanenza dei minorenni senza caratterizzarsi come strutture di tipo carcerario e sono costituiti, ove possibile, presso gli uffici giudiziari minorili. In nessun caso possono essere situati all’interno di istituti penitenziari”,
si chiede di sapere:
– quali iniziative abbia attualmente intrapreso il Dipartimento della giustizia minorile per consentire al CPA di Treviso di svolgere le proprie funzioni conformemente alle direttive e ai requisiti previsti dalla suddetta norma, soprattutto in ragione della sua distanza dal Palazzo per la giustizia minorile di Venezia-Mestre e della sua collocazione, da ben quindici anni, all’interno dell’Istituto penale per i minorenni di Treviso;
– quali provvedimenti di competenza il Ministro in indirizzo ritenga opportuno adottare, al fine di eliminare questa situazione di palese violazione della normativa vigente, e correlativamente dei diritti soggettivi che tale normativa intende tutelare.
A TUTTE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI ACI
Le OO.SS. sono state impegnate questa mattina in una riunione con l’Amministrazione per prorogare il quadrimestre: cerchiamo di evitare che oltre al danno della minacciata eliminazione del PRA ci sia la beffa della certa eliminazione dell’incentivo in busta paga!
In merito all’organizzazione dei presidi per i prossimi giorni Vi confermiamo che stiamo predisponendo il calendario suddividendolo per singole direzioni.
Stiamo organizzando il calendario delle iniziative in modo di garantire la massima efficacia delle stesse facendo svolgere il presidio in contemporanea con i lavori.
Per la mattinata di domani è prevista la partecipazione al presidio da parte del personale del PRA di Roma.
Per il pomeriggio, inizio previsto dei lavori in Aula, il presidio dovrà essere garantito dalla presenza di tutte le lavoratrici e i lavoratori della Sede Centrale.
Per la mattina del 6 giugno p.v. è convocata una assemblea esterna del personale delle direzioni di via Marsala – che garantirà il presidio, al quale si unirà nel pomeriggio tutto il personale della Sede Centrale e del PRA di Roma.
Per la mattina del 7 giugno p.v. è invece convocata una assemblea esterna del personale delle direzioni di via Solferino, via Magenta e Torrino – per garantire il presidio. Le votazioni dovrebbero svolgersi entro le ore 14.
Poiché ulteriori variazioni nei lavori alla Camera potrebbero intervenire successivamente, questo calendario potrebbe subire variazioni che vi comunicheremo tempestivamente.
Come già detto nel precedente comunicato, le RSU/RSA degli Uffici Provinciali sono invitate a programmare iniziative locali contemporaneamente a quelle previste a Roma.
Roma, 4 giugno 2007
FP CGIL ACI
FP CISL ACI
UIL PA ACI
ACP FIALP-CISAL
ACI RDB PI ACI
(Denia Priami)
(Marco Semprini)
(Sandra Pagani)
(Sandra Pagani)
(Rosa Sirano)
Non vogliamo nascondere alcuni aspetti di burocratizzazione, che certamente ci sono anche nelle OOSS, non vogliamo assolutamente contrastare il diritto di critica , che è sprone per migliorare l’attività che svolge il sindacato, ma, certamente, l’aria che tira non promette niente di buono.
Deve preoccupare, tutti quelli che amano la democrazia, la gogna mediatica che sta scatenando una larga parte della stampa che, insieme alla Confindustria, attacca il sindacato e mette in discussione le conquiste che si sono ottenute con le lotte ed i sacrifici dei lavoratori.
Forse ci si dimentica che nei Paesi dove non esiste il sindacato, i lavoratori vengono pagati 70 centesimi l’ora; forse in Italia c’è chi sogna la Thatcher, forse non ci si rende conto che è in atto un tentativo di sconfiggere la democrazia.
Non c’è dubbio che il costo della politica deve essere razionalizzato, non c’è dubbio che le Istituzioni debbono essere più vicine ai cittadini, non c’è dubbio che ci vuole trasparenza nell’agire nell’interesse comune, ma bisogna anche contrastare derive qualunquistiche e reazionarie che mettono tutto in un mucchio indistinto .
E’ evidente che qualcuno coltiva l’idea di una società semplificata, dentro la quale i poteri forti si contrappongono agli individui, senza più corpi di mezzo, senza più partiti o sindacati a mediare, fornendo all’affermazione del più forte sul più debole un modello tecnocratico, secondo un’ideologia liberista che riduce il mondo al mercato, spazzando via regole e rappresentanze, considerate un impiccio, un intralcio.
Ci si rende conto che, se si annullano le regole, le prima cosa che salta è proprio la pluralità di rappresentanza, nonchè i sindacati ed il loro importante ruolo di difesa dei diritti dei lavoratori?
Ci siamo forse dimenticati il ruolo della Cgil nella difesa dell’ articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (tanto per citare un attacco eclatante all’attività sindacale che ciclicamente avviene se si abbassa il livello di attenzione)?
Come ha scritto ieri su un quotidiano il sociologo Luciano Gallino, il sindacato non è “fatto da 30-50 signori che stanno seduti in Corso Italia o da altre parti e che da lì sragionano sulle sorti dei lavoratori” I sindacati sono costituiti non solo dai vertici, ma anche dagli iscritti e dai simpatizzanti. Queste centinaia e centinaia di migliaia di persone sono costantemente in contatto con le forze produttive del Paese, e sono impegnate a risolvere giorno per giorno le crisi aziendali ed i problemi dei lavoratori. .
Per contrastare i poteri forti ci vuole un sindacato forte.
Un sindacato forte ed unito è una garanzia per tutti i lavoratori.
Chi attacca i sindacati attacca i lavoratori, i loro diritti le loro conquiste e invito tutti a riflettere con attenzione su questi temi.
Il Coordinatore Nazionale Cgil
Corte dei conti
Michele Pietrafesa
Roma 7-agosto-2007
E’ pienamente riuscito il nuovo sciopero generale in Grecia indetto ieri, 13 febbraio 2008, dalle due confederazioni greche (GCSEE per i lavoratori privati ed ADEDY per i lavoratori pubblici, che rappresentano 2,5 milioni di iscritti) contro la riforma pensionistica presentata dal governo di centro destra di Costas Karamanlis. L’ultimo sciopero si era tenuto il 13 dicembre 2007.
Si sono fermati gli aeroporti, i porti (che il governo vuole privatizzare), il trasporto urbano, la sanità, le scuole, la stampa e la televisione.
Il governo è anche in grave difficoltà per gli scandali che lo stanno colpendo. A parte lo scandalo sessuale che coinvolge il ministro della cultura la magistratura sta indagando sulle tangenti pagate, a politici socialisti e conservatori, dalla Siemens per le olimpiadi di Atene 2004. Si aspettano, inoltre, i risultati di una indagine della magistratura sullo scandalo dei fondi pensione gestiti dai funzionari nominati dal governo.
La riforma delle pensioni che sarà presentata il 15 febbraio 2008 prevede la fusione degli attuali 170 fondi di pensione statali in 5-6 grandi fondi, l’aumento dell’età pensionistica e gli incentivi per rimanere più a lungo al lavoro (attualmente l’età per la pensione è di 65 anni per gli uomini e 60 anni per le donne).
I sindacati attaccano duramente il governo, che aveva vinto le elezioni proclamando che non avrebbe toccato le pensioni, affermando che le difficoltà finanziarie dei fondi derivano dall’abuso che ne è stato fatto dalla politica che ha speculato e usato questi fondi per i propri interessi.
Con l’obiettivo del contenimento della spesa disposto dalla L. 133/08, l’Amministrazione ha proposto una riorganizzazione che non tiene in debito conto le attività specifiche dell’Ente ed è lontana da qualunque azione di programmazione strategica sia di breve che di lungo periodo.
Un’operazione realizzata sulla dotazione organica dirigenziale teorica che sviluppa un modello organizzativo non orientato alle esigenze del territorio e dell’utenza.
La regionalizzazione ha il merito di rendere coerente l’organizzazione dell’Istituto con le caratteristiche strutturali degli Enti locali, ma non è chiara la ragione per cui alle sedi regionali non vengano riconosciute posizioni dirigenziali di prima fascia che, con questa modifica, vengono invece spostate in Direzione Generale.
Nei Compartimenti, l’accorpamento degli uffici è disposto senza alcuna indicazione dei criteri di assegnazione del personale, delle modalità di attribuzione delle competenze, della riqualificazione dei lavoratori.
Anche le modifiche apportate alla Direzione Generale, non sembrano coincidere con la volontà dichiarata di ottimizzare le funzioni e gli incarichi nelle Direzioni Centrali.
Sarebbe interessante capire il motivo per cui sono stati accentrati gli Investimenti e perché sono stati uniti al Credito; o , anche, il presupposto per cui il nucleo di valutazione e il nucleo strategico abbiano, di fatto, posizioni dirigenziali invertite rispetto alle competenze attribuite, con un evidente conflitto di interessi tra controllato e controllore.
La cgil non è contraria in modo aprioristico ad azioni di riorganizzazione dell’Istituto, ma ritiene sia importante, al contrario di quanto si sta facendo, finalizzare ogni cambiamento ad un più razionale decentramento delle attività sul territorio ed a procedere concretamente e con una maggiore attenzione alla qualità e alla soddisfazione dell’utenza.
Ma prima di ogni cosa la cgil è convinta che l’organizzazione non possa prescindere, mai, dai lavoratori e dalle loro legittime aspettative.
E’ dal 2005 che l’Inpdap cerca una formula organizzativa soddisfacente ed è da allora che questi esperimenti gravano sul lavoro quotidiano dei dipendenti a tutto svantaggio proprio dell’efficienza e della razionalità che con essi si pensa di ottenere.
E’, pertanto, necessaria una riconsiderazione delle modifiche organizzative alla luce di un’accurata analisi costi/benefici degli effetti che la nuova organizzazione potrebbe avere, in termini di rapporto tra lavoratori e carico lavorativo, di responsabilità di processo, di realizzazione delle attese personali di sviluppo e in termini di professionalità.
La Cgil, chiede, quindi, un confronto urgente con l’Amministrazione al fine di valutare le ricadute dell’ennesimo provvedimento organizzativo sul personale, prima che anche questo si traduca in un ulteriore aggravio per le condizioni di lavoro, oltretutto alle soglie di un 2009 che si preannuncia già molto difficile.
Roma, 15/12/2008
p. IL COORDINAMENTO NAZIONALE FP CGIL INPDAP
Marinella Perrini