pubblichiamo la circolare di aggiornamento emanata dal Ministero della Salute in merito l’ingresso in Italia
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito l’autorizzazione della spilla Ambasciatori UNICEF
Pubblichiamo l’informativa dell’ Ufficio Coordinamento delle Attività Sanitarie e Medicina Legale, riguardo le linee guida per il rilascio della certificazione digitale di esonero alla vaccinazione
AUGURI A CHI VIENE E A CHI VA
La FP CGIL Inps saluta il nuovo Direttore Generale, Dott. Vincenzo Caridi, con i migliori auguri di buon lavoro.
Auspichiamo che tra le priorità del nuovo DG ci sia il benessere del personale dell’Istituto, che dopo aver dato il meglio di sé nell’affrontare l’emergenza economica determinatasi dalla pandemia, ha più che mai bisogno di essere ascoltato, rispettato e valorizzato.
Le sedi sono allo stremo per il continuo aumento del carico di lavoro con un personale drammaticamente esiguo. Con la consistenza di organico attuale, che non supera le 24.000 unità, le lavoratrici e i lavoratori continuano a garantire alla cittadinanza servizi e prestazioni sociali al meglio delle loro forze ed energie, con senso di responsabilità ed abnegazione encomiabile. Occorre che questa amministrazione ricominci a dare spazio e valore alla voce delle lavoratrici e dei lavoratori riportando l’Inps ai tempi di qualche decennio fa quando c’era empatia tra l’istituto ed il personale ma anche tra l’istituto e la cittadinanza. Recuperare quel solco che si è creato è fondamentale e il nostro auspicio è che si inizi presto a costruire le condizioni per questo obiettivo. Perché da qui passa la vera svolta di cui ha bisogno il nostro istituto.
Salutiamo anche la Dr.ssa Gabriella Di Michele che ha terminato il suo mandato ed ha determinato un segnale importante quale prima donna al vertice della tecnostruttura dell’Inps, una delle più importanti amministrazioni pubbliche del Paese.
Roma, 17 febbraio 2022
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
FP CGIL – CISL FP e UIL PA INCALZANO E IMPEGNANO IL SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA MULE’: AZIONI CONCRETE O SARA’ MOBILITAZIONE!
Si è svolto stamani l’incontro tra le parti più volte richiesto dalle scriventi, e finalmente convocato dal Sottosegretario alla difesa Mulè in video conferenza, nell’ambito del quale CGIL – CISL e UIL, dopo aver ascoltato la sua breve relazione introduttiva, hanno avuto modo di evidenziare e stigmatizzare la totale assenza di attenzione e di corrette relazioni sindacali che ormai da circa due anni a questa parte sta caratterizzando l’operato dell’autorità politica del ministero della difesa e del gabinetto del ministro nei confronti delle rappresentanze sindacali del personale civile della difesa. Alle quali è stato fino ad oggi impedito di discutere delle soluzioni ritenute necessarie a fronteggiare le annose criticità che stanno strangolando il settore produttivo e amministrativo della difesa, in costanza di una drammatica riduzione della forza lavoro a cui il dicastero non ha ancora saputo porre rimedio, che tende anche a svalorizzare il lavoro del personale attualmente occupato. In ragione di questa premessa, abbiamo informato il Sottosegretario della disastrosa condizione in cui versa attualmente il settore civile della difesa, in tutte le sue aree e articolazioni centrali e periferiche, chiedendogli anzitutto di sciogliere il nodo politico che si nasconde dietro l’idea di privatizzare ed esternalizzare le commesse e i servizi pubblici attualmente garantiti dalle lavoratrici e lavoratori pubblici della difesa, e comunicando inoltre che: – tutti gli stabilimenti produttivi e i luoghi di lavoro sono ormai giunti al collasso, a causa della fortissima carenza di personale civile registrata sull’intero territorio nazionale, e che il piano triennale redatto dall’A.D. – che prevede l’assunzione di 3.481 unità nel triennio 2021/2023, peraltro tuttora in attesa del DPCM autorizzatorio – non è adeguato a fronteggiare la gravissima situazione generata, perché fondato sull’errata previsione che a fine anno 2024 i dipendenti civili qualificati, esclusi gli ex militari transitati, siano 18.537, mentre in realtà già oggi il numero degli addetti dichiarati dall’amministrazione consta in sole 16.472 unità, di seguito al pensionamento, stando solo al 2021, di ulteriori 1.800 colleghi, rendendo pertanto indispensabile programmare per l’immediato futuro non meno di 9.000 assunzioni da ottenere, se del caso, mediante l’attuazione di un piano straordinario, e anche mediante l’attuazione del progetto assunzionale rivolto ai giovani presentato da FP CGIL, CISL FP e UIL PA almeno 4 anni fa; – i concorsi già approvati e finanziati, da ultimo anche con la legge di bilancio 2021 (le 431 unità ottenute per il triennio 2021/23, e le 350 di Taranto) sono ormai fermi da troppo tempo, e nessuno ne conosce il motivo, il che rende assolutamente necessaria una iniziativa straordinaria e mirata dell’autorità politica del dicastero della difesa per velocizzarne l’iter e l’attuazione;
– sussiste l’assoluta e urgente esigenza di promuovere un’azione incisiva sul decreto mille proroghe da parte dell’attuale responsabilità politica del ministero, per salvaguardare l’erogazione di quei 21 milioni di euro che ogni autorità politica del dicastero della difesa ha saputo tutelare dal 2018 al 2021, e attribuire ai lavoratori con la performance organizzativa, nonché di stabilizzarne da ora e per sempre l’assegnazione nel Fondo risorse decentrate della difesa; – l’erogazione dell’aumento dell’indennità di amministrazione per i lavoratori della Difesa, conquistato come noto da Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Pa grazie ai 30 milioni di euro ottenuti attraverso la legge di bilancio 2021, non è reale e commisurata ai dipendenti oggi effettivamente in servizio, bensì al numero dei dipendenti fissato al 31.12.2018, risultando così un avanzo di 6 milioni di euro che devono obbligatoriamente rientrare nella concreta disponibilità dei lavoratori attraverso il conferimento di quei soldi nel FRD; – che le risorse economiche destinate alla tutela della salute e della sicurezza sono insufficienti, e non consentono di osservare le norme vigenti e adottare le misure di prevenzione dal contagio mediante l’utilizzo dei mezzi e strumenti idonei; – in materia di gestione degli organici da parte degli Stati Maggiori delle FF.AA., abbiamo con determinazione sollevato e contestato il problema delle modifiche unilaterali apportate alle tabelle organiche di tutti gli enti delle Forze armate che gli SS.MM. continuano a produrre, in spregio alla disposizioni contenute nella legge 244 del 2012, facendo sparire molti posti di lavoro riservati al personale civile della difesa a totale beneficio della componente militare; – la grave e tuttora irrisolta problematica concernente il disconoscimento dei benefici pensionistici maturati dalle lavoratrici e dai lavoratori addetti ai polverifici e lavori insalubri; – la mancata attribuzione dei buoni pasto elettronici, a cui consegue un pregiudizio economico in danno delle lavoratrici e dei lavoratori civili della difesa non può più essere tollerata; – la fortissima discriminazione operata in danno delle lavoratrici e dei lavoratori con la stipula della polizza sanitaria riservata al solo personale militare, che è per noi intollerabile, sulla quale chiediamo l’apertura di un urgente tavolo di confronto. Nelle conclusioni finali il sottosegretario ha inteso rispondere nel merito di alcune questioni da noi sollevate, riservandosi di affrontarne altre più compiutamente in seguito, e in particolare ha sostenuto che: a) sui 21 milioni di euro, ha presentato un sub emendamento al c. 3431 di conversione in legge del dl 30.12.2021, n. 228 – cosiddetto maxi emendamento – sostenuto trasversalmente da diversi gruppi parlamentari che auspica di vedere approvato; b) non c’è alcuna volontà di privatizzare e esternalizzare i servizi della difesa, anzi vogliamo prendere commesse e assumere il personale necessario alla difesa (progetti già avviati per Baiano, Gaeta ecc.);
c) siamo in attesa dell’emissione del DPCM nel quale sono contenute anche le 350 assunzioni per l’arsenale di Taranto, già previste dal decreto interministeriale, oltre alle altre previste dalla legge di bilancio 2021, e sono stati avviati i bandi di concorso per 40 funzionari; d) sui buoni pasto elettronici il ritardo è dovuto agli effetti provocati dalla pandemia, ma nel II° semestre di quest’anno verranno sicuramente attribuiti; e) sulla questione relativa ai benefici pensionistici maturati dalle lavoratrici e dai lavoratori addetti ai polverifici e lavori insalubri non ci sono margini di intervento per la sussistenza di norme di legge e sentenze che ne vietano l’attuazione (affermazione questa che non ci ha affatto convinto, e che ci spingerà a valutare tutte le opzioni che riterremo utili a conseguire il rispetto delle norme tuttora vigenti); f) sul possibile superamento della legge 244/2012 sarà fatta una verifica su cosa è stato fatto e cosa non è ancora stato fatto. Concludendo, ha affermato che al netto di eventuali questioni e criticità urgenti di cui, laddove ritenuto necessario, il gabinetto potrà farsi carico e riferire, sussiste piena e completa disponibilità a riprendere un dialogo costruttivo tra le parti, e per favorire questo ci ha comunicato che la prossima convocazione del tavolo sarà programmata per nel mese di aprile. Verificheremo nei prossimi giorni se alle affermazioni del Sottosegretario Mulè corrisponderanno poi i risultati da noi auspicati, in particolare sui 21 milioni di euro, pronti se del caso ad avviare subito la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Quinti- De Cesaris Ferri – Volpi Cilento
L’incontro svolto giovedì scorso 17 febbraio ha visto Aran presentare sommariamente una nuova versione dell’impianto degli incarichi che saranno parte importante del nuovo sistema di classificazione.
Come specificato nella nota unitaria il testo contiene un’affermazione importante: si stabilisce infatti che tutto il personale dell’area dei professionisti e dei funzionari dovrà vedersi assegnato un incarico. Si tratta di un passaggio fondamentale, frutto del nostro impegno, necessario per poter cominciare ad impiantare davvero un sistema di classificazione che progressivamente avvicini il contratto del comparto a quello della dirigenza. Resta nell’ipotesi di impianto, ovviamente, la previsione di poter assegnare incarichi sia all’area degli assistenti che a quella degli operatori. Per il resto il testo, pur contenendo conferma di alcuni passaggi importanti, continua a segnare alcune lacune, che sempre nella nota unitaria sono evidenziati.
Fra queste, segnaliamo la necessità di istituire un fondo ad hoc proprio sugli incarichi onde evitare che le aziende drenino risorse impedendo nei fatti l’avvio del sistema. Aran ha aggiornato il tavolo a martedì, preannunciando un primo testo che metta insieme tutto quanto discusso fino a questo momento, anche al fine di produrre la necessaria accelerazione nella discussione che, come Fp Cgil, chiediamo da tempo.
Roma, 17 febbraio 2022
Agenzia delle entrate
Direttore Centrale Risorse Umane
Laura Caggegi
dc.risorseumane@agenziaentrate.it
e, p.c.
Agenzia delle entrate
Direzione centrale del Personale
Ufficio Relazioni Sindacali
dc.ru.relazionisindacali@agenziaentrate.it
Oggetto: Rispetto degli accordi per la sicurezza nei posti di lavoro – Relazioni sindacali
In questi giorni, negli Uffici, si moltiplicano indicazioni dirigenziali in apparente contrasto
agli accordi nazionali per la sicurezza, in particolare nella tutela dei soggetti fragili “diretti” e
“conviventi”.
Come già segnalato da questa Organizzazione ai singoli Direttori provinciali e regionali
evidenziamo anche a codesta Direzione centrale che riteniamo tali indicazioni inopportune e che,
nel contesto attuale, possono assumere il significato di avversione ad un percorso finalizzato alla
sicurezza dei lavoratori costruito attraverso il confronto con le organizzazioni sindacali.
Gli accordi nazionali contengono elementi di maggior tutela fino al termine dello stato
emergenziale, a garanzia della sicurezza dei lavoratori e dei contribuenti nei posti lavoro, e nessuna
norma li ha abrogati o derogati.
Più che limitarci alla semplice richiesta di convocazione, che non determinerebbe effetti
risolutivi immediati, riteniamo necessario che l’Agenzia richiami le proprie articolazioni al rispetto
dei vigenti accordi per la sicurezza atteso come non sia minimamente ipotizzabile una gestione
unilaterale, estemporanea o comunque imposta arbitrariamente della futura fase di ritorno alla
normalità.
Cordialità.
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini
REVISIONE DEI COEFFICIENTI DI OMOGENEIZZAZIONE:
SERVE UN REALE CONFRONTO!
A seguito delle pressanti richieste delle scriventi organizzazioni sindacali in merito al Messaggio Hermes n.258 del 19 gennaio 2022, l’Amministrazione ha convocato martedì scorso una riunione del Tavolo nazionale di confronto avente all’ordine del giorno la “Misurazione della produzione: revisione dei coefficienti di omogeneizzazione”.
La riunione è stata preceduta dalla trasmissione, nell’arco della stessa giornata, con una tempistica che non ha dato la possibilità alle organizzazioni sindacali di effettuare un adeguato approfondimento, di un documento riassuntivo che, al di là della ricostruzione storica dei coefficienti di omogeneizzazione e delle modalità di attribuzione degli stessi, esplicita gli interventi effettuati con il Messaggio Hermes “incriminato” sia sul versante delle pensioni delle gestioni private sia su quello dell’aggiornamento dei conti individuali.
Dalla lettura del citato documento emerge che la revisione dei coefficienti di omogeneizzazione, operata dall’Amministrazione, produce un saldo negativo di 211.267 punti omogeneizzati senza considerare che l’effetto positivo generato dalla revisione dei coefficienti relativi al conto assicurativo produce un incremento temporaneo dei valori positivo andando così a deprimere ulteriormente il dato negativo emergente dalla tabella di sintesi riportata nella nota dell’Amministrazione!
Il dato conferma quanto nei giorni scorsi ci era stato anticipato dai colleghi del territorio i quali avevano sottolineato come l’intervento messo in campo con il messaggio Hermes n.258 si traduceva in una riduzione del “peso” di alcuni prodotti non adeguatamente compensata dall’aumento dei valori di quelle prestazioni indicate con il segno “+” dalla Tecnostruttura: il risultato è stato quello di costringere le sedi a dover riprogrammare le attività in funzione dei nuovi valori, costringendo direttori, i controller ed i responsabili delle unità organizzative a nuove ed estenuanti riunioni per far quadrare i numeri come del resto conferma, indirettamente, l’Amministrazione quando scrive che “l’indice di produttività programmato per il 2022 prima dell’emanazione del messaggio in questione si attestava a 131,01 (Piano Budget V0_2022) mentre, in fase di riprogrammazione, applicando i nuovi coefficienti di omogeneizzazione, è risultato pari a 127,96 (Piano Budget V01_2022) con una diminuzione a livello nazionale di circa il 3%”.
Assodato per ammissione della stessa Tecnostruttura che l’intervento operato non reca alcun vantaggio, ma al contrario rischia di mettere in discussione il raggiungimento del famigerato parametro 124 in alcune regioni/ambiti di coordinamento metropolitano, abbiamo chiesto che sia avviato un approfondimento tecnico sull’intervento programmato (per es. non abbiamo conoscenza di stravolgimenti organizzativi o di innovazioni sul piano della tecnologia informatica tali da poter giustificare, in alcuni casi,
abbattimenti dei coefficienti di omogeneizzazione che arrivano addirittura alla misura del 40% così come non conosciamo in generale la metodologia applicata dall’Amministrazione nel censimento dei prodotti) per verificare la linearità delle riduzioni rispetto alla realtà della tempistica dei prodotti censiti e, soprattutto, abbiamo ribadito quanto già rappresentato in passato alla Delegazione di parte datoriale circa la necessità di ripristinare una modalità di interlocuzione e di confronto sul tema della misurazione della produzione e sulla relativa reportistica che un tempo, fino al 2016, costituivano oggetto di specifici osservatori paritetici. Infatti, il CCNL Funzioni Centrali 2016/2018 offre la possibilità, ribadita anche nell’Ipotesi di CCNL Funzioni Centrali 2019/2021, di attivare organismi paritetici di partecipazione monotematici su argomenti che le parti ritengono di dover approfondire in sedi specifiche e formalizzate: l’Amministrazione applichi il CCNL e attivi quelle forme di partecipazione sindacale che il contratto prevede!
Roma, 17 febbraio 2022
FP CGIL
Matteo Ariano – Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
UIL PA
Sergio Cervo
Pubblichiamo la nota del Dipartimento in merito il regolamento di disciplina del personale del corpo nazionale dei vvf ai sensi dell’articolo 239 del dl 13 ottobre 2005 n. 217
Pubblichiamo l’informativa del Dipartimento riguardo la conversione in legge con modificazioni del dl 24 dicembre 2021 n . 221 recante proroga dello stato di emergenza nazionale e ulteriori misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia covid 19
Sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl e dell’Anpal il 4 marzo, con manifestazione nazionale per protestare contro l’esclusione del personale di questi due enti dall’armonizzazione delle indennità di amministrazione. A farlo sapere sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi, che spiegano: “A seguito della gravissima e inaudita esclusione del personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro e di Anpal dall’armonizzazione delle indennità di amministrazione, per effetto della quale un dipendente delle due agenzie strumentali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali non riceverà gli aumenti previsti dalla bozza di Dpcm (che vanno da 1.500 a 2.500 euro lordi annui), riteniamo di dover attuare una serie di azioni di lotta, con il preciso obiettivo di riparare allo scempio commesso e reintegrare immediatamente il personale dell’Inl e di Anpal nell’armonizzazione”.
I sindacati, inoltre, protestano anche perché gli obiettivi della lotta al lavoro sommerso del Pnrr “risultano al momento privi di finanziamento” nel decreto del Mef del 6 agosto 2021. “Le lavoratrici e i lavoratori dell’Inl e di Anpal – scrivono – sono stufi della logica del costo zero e non si accontenteranno di promesse o impegni ma, ritenendo di essere stati ingiustamente esclusi, pretendono di ricevere importi a partire da quanto previsto per i colleghi del Ministero di riferimento e chiedono massima attenzione sui temi del lavoro”. Da qui il calendario delle iniziative di lotta che prevede assemblee quotidiane in programma la prossima settimana, con presidi e coinvolgimento della cittadinanza, per arrivare a “venerdì 4 marzo proclamiamo sciopero per l’intera giornata, con una manifestazione nazionale di tutto il personale, che dovrà portare alla chiusura di tutte le sedi dell’Ispettorato e dell’Anpal. Non ci fermeremo fino ad ottenimento del risultato, sia chiaro a tutti”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Flp, Confintesa Fp, Confsal Unsa e Usb Pi.