IN UN ANNO, DI PAROLE NE SONO STATE SPESE MOLTE.
MA UN RINNOVO DI CONTRATTO VIVE SOPRATTUTTO DI PARTE ECONOMICA E, PIÙ NELLO SPECIFICO, IL 20
FEBBRAIO HANNO PARLATO I LAVORATORI.
ORA È TEMPO CHE FEDERCASA PONGA IN ESSERE PROPOSTE CONCRETE.

Si è svolto ieri, l’incontro con Federcasa, relativo al prosieguo della trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/2024.
Dopo lo sciopero del 20 febbraio, sciopero fortemente partecipato dai lavoratori, speravamo (davvero speravamo!), che parte datoriale esplicitasse una proposta, ovviamente diversa da quella
già avanzata, che provasse ad avere almeno il pregio di rimettere in moto la trattativa.
E, invece, sul tavolo è precipitata una nota che Federcasa ha inviato, alla vigilia dell’incontro, al Presidente della Conferenza Stato Regioni, On. Fedriga e, per conoscenza al Sindaco Decaro, in
qualità di Presidente dell’Anci., in cui, sostanzialmente, si pone l’accento sulla necessità di un riassetto complessivo del sistema, onde consentire alle Aziende di poter esperire il proprio
mandato istituzionale: quello di garantire il diritto all’abitare. E, in cui, si afferma, testualmente, “la difficoltà ad andare oltre il 6% di incremento tabellare che non è stato in grado, a quanto pare, di incontrare le aspettative sindacali”.
Sorvolando sull’ “a quanto pare”, Fp CGIL, Cisl FP e Uil FPL hanno rivendicato:
– la piena riuscita dello sciopero del 20 febbraio, sciopero che, è bene ribadirlo, ha dimostrato, soprattutto, la volontà di lavoratrici e lavoratori di rispedire al mittente la proposta presentata di incremento tabellare del 6%;
– la necessità che quindi parte datoriale aggiorni, conseguentemente, la proposta di aumento tabellare;
– la necessità che, oltre l’incremento tabellare adeguato, vi siano ulteriori risorse economiche per il riconoscimento degli arretrati, per i contratti aziendali, per la formazione e per la definizione compiuta di un sistema di classificazione più rispondente alla necessità di valorizzare la professionalità dei lavoratori.
L’incontro si è concluso con l’aggiornamento del tavolo a metà maggio e con Federcasa che si è impegnata a presentare una proposta di acconto sull’incremento tabellare, su cui come OO.SS.
faremo le dovute valutazioni quando sarà formulata.

Roma, 5 aprile 2024.

“Ieri mattina nel carcere di Prato nel Reparto detentivo di ‘media sicurezza’ ci sono state tre aggressioni ad altrettanti Polizotti Penitenziari da parte di alcuni detenuti extracomunitari e 2 risse tra detenuti. I tre Poliziotti feriti, due dei quali finiti in ospedale, torneranno al lavoro dopo i sette giorni di prognosi ricevuti.

Lo comunicano Donato Nolè e Giulio Riccio, rispettivamente Coordinatore e Vice Coordinatore Regionale FP CGIL Polizia Penitenziaria regione Toscana: “Il carcere di Prato ospita circa 280 stranieri che sono quasi la metà della popolazione detenuta. Il numero dei ristretti presenti è poco sotto la soglia della capienza ufficiale, ma è il personale di Polizia Penitenziaria che è sotto del 25% rispetto a quello previsto, con meno della metà degli Ispettori in servizio e con un Commissario presente sui cinque della pianta organica. Un carcere quindi senza quei ruoli di indirizzo e coordinamento che fanno del carcere di Prato uno dei più critici della Toscana”.

Mirko Manna, Coordinatore nazionale della Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Anche i migliori propositi sanciti dalla nostra Costituzione, non servono a nulla senza un adeguato numero di personale di Polizia Penitenziaria con adeguata preparazione e con indirizzi di intervento chiari e certi. Con queste lacune, è impossibile sia garantire una condizione detentiva utile e dignitosa, ma soprattutto è diventato impossibile anche lavorare con l’altissima probabilità di venire coinvolti in ferimenti o aggressioni vari da parte di una popolazione detenuta sempre più esasperata e senza controllo. Nessun altro dipendente pubblico, nemmeno gli appartenenti alle altre Forze di Polizia, subisce lo stress di questo continuo stato emotivo come quello di ogni donna e ogni uomo della Polizia Penitenziaria che si reca al lavoro ogni giorno. Serve un piano di assunzioni nella Polizia Penitenziaria reale e concreto, non come quello in atto che non è sufficiente nemmeno a sostituire il personale che va in pensione ogni anno”.

Prato, 5 aprile 2024

Pubblichiamo la nota del Coordinamento Provinciale Fp Cgil VVF riguardo il sollecito dei lavori presso la sede di Corato

Le Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Conapo chiedono nella nota unitaria che pubblichiamo, la definizione di idoneo locale per lo svolgimento dell’attività fisica del personale

Pubblichiamo la nota unitaria delle Strutture territoriali Fp Cgil VVF, Fns e Uil Pa VVF riguardo la mancata assegnazioni economiche spettanti al personale formatore

Con la solita procedura della “prevista informativa” che precede di poche ore l’emanazione di un provvedimento, l’Ufficio Relazioni Sindacali ha inoltrato alle OO.SS. lo schema di decreto ministeriale recante “Istituzione di uno speciale Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera ai sensi dell’art. 3, comma 1, lett. i) della legge n. 21 febbraio 2024, n. 14” da collocare in Albania, nello specifico nel porto di Shengjin .

Non neghiamo che in un primo momento abbiamo pensato ad un pesce d’aprile ritardato, visto anche il titolo di DM ALBANIA o USMAF ALBANIA.

In poche parole il Ministero della Salute sbarca oltremare, armi e bagagli, sulla quarta sponda adriatica per svolgere le funzioni previste dal Protocollo italoalbanese del 6 novembre 2023.

Praticamente l’USMAF ALBANIA svolgerà le attività di profilassi internazionale e sanità trasfrontaliera all’estero, in un Paese fuori dall’Unione Europea .

A quando la istituzione dell’USMAF EGITTO o dell’USMAF TUNISIA ?

Il nuovo avamposto italico in terra albanese sarà composto dal dirigente medico, da 4 dirigenti sanitari medici e da 6 funzionari sanitari ed amministrativi .

Totale 11 unità di personale a cui spetteranno, chiaramente, anche le indennità previste per le missioni all’estero .

Simpaticissimo è l’art. 5 che prevede “dall’applicazione del presente decreto non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica ……”.

Se la situazione degli USMAF in ITALIA non fosse tragica, sarebbe anche divertente dissertare dello sventolar del tricolore nelle province di oltremare, sul pennone del nuovo inedito USMAF ALBANIA.

Purtroppo da anni che denunciamo la cronica carenza di lavoratori ed in particolare dei dirigenti medici in servizio presso gli USMAF ITALIANI ; l’amministrazione se ne è sempre fregata tanto da avere anche delle lamentele serie da parte di chi utilizza i servizi degli Uffici ormai completamente sguarniti .

Un dato su tutti : all’USMAF di Genova, uno dei porti più importanti d’Italia, è in servizio un solo medico .

In ALBANIA ne avremo 5 .

Per assumere i lavoratori per l’ALBANIA i fondi si sono trovati; per mettere a regime l’attività degli USMAF ITALIANI non si vede un euro .

Rinnoviamo la denuncia della carenza perenne di personale presso gli USMAF in ITALIA e rinnoviamo la richiesta mai ascoltata di istituire un tavolo tecnico che affronti i problemi degli Uffici territoriali del Ministero della Salute, sia dal punto di vista strutturale e della sicurezza del lavoro, che della disponibilità di adeguate apparecchiature informatiche, che dei mezzi da utilizzare per servizio .

Invitiamo il Ministro Schillaci a mettere in campo tutte le iniziative per dare vita ad una vera riforma degli Uffici territoriali del Ministero della Salute, non facendosi trascinare nella logica propagandistica e inutilmente costosa del Governo.

VI TERREMO INFORMATI

Nella giornata odierna si è tenuto l’incontro fra la Direzione dell’Amministrazione Generale del Ministero e le rappresentanze OO.SS. circa il prossimo D.M. di individuazione degli uffici territoriali del Ministero dell’economia e delle finanze. Si tratta del testo che riorganizza l’organizzazione delle Ragionerie Territoriali dello Stato e delle Corti di Giustizia Tributarie, quest’ultime in vista della recente riorganizzazione in Dipartimento autonomo.

La riunione aveva natura di informativa semplice, in base alle disposizioni del Contratto Collettivo sulla competenza della materia trattata, pertanto le OO.SS. non sono state messe in condizione di formulare altro che mere osservazioni. Al tempo stesso, il DM in discussione non fa che tradurre internamente quanto già disposto dal Legislatore, con la Legge 130/2022 ed il D.L. del 22 aprile 2023 n. 44 (“Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche”), con particolare riferimento alla Tabella allegata a quest’ultimo che aveva già individuato la nuova organizzazione delle Corti di Giustizia Tributaria sul territorio.

Pertanto, lo stesso DAG non ha fatto altro che recepire quanto disposto dall’attuale Governo in ricognizione di una norma di Legge.

Lato Ragioneria, questo nuovo DM non incide particolarmente nella sua organizzazione, che resta pressoché immutata ad eccezione dell’eliminazione delle Commissioni Mediche di Verifica e dello scorporo della Giustizia Tributaria.

Viceversa, lato Giustizia Tributaria l’impatto è ben più significativo, dal momento che ne riorganizza territorialmente le Corti di primo e secondo grado e ne muta l’assetto dirigenziale:

  • Scompaiono infatti le figure di Direttori di Sede (di livello non dirigenziale), che oggi mutano denominazione in “Responsabili di Sede”, con medesimo inquadramento contrattuale; tali funzioni saranno assunte per nomina del Dipartimento della giustizia tributaria, che provvederà ad emettere una Determina che ne disciplini l’individuazione;

  • Saranno istituite 35 posizioni Dirigenziali, ciascuna a capo di più uffici di segreteria (in totale 124 sull’intero territorio nazionale), da individuarsi con interpello;

  • Talune corti territoriali, come individuate dalla norma di Legge dal Governo, saranno accorpate ad altre riducendone quindi il numero.

L’attenzione della FPCGIL resterà alta sulla materia. La riorganizzazione delle CGT comporta la chiusura – almeno, dal punto di vista amministrativo e di organigramma – di talune sedi di lavoro, e per molti lavoratori interessati questo potrebbe sfociare in evidenti problematiche. Abbiamo sottolineato al DAG la necessità di prendersi carico di questi lavoratori ed ascoltarne le preferenze o comunque di scongiurarne il trasferimento presso altra sede lavorativa, e abbiamo chiesto ai rappresentanti del nuovo Dipartimento di prestare attenzione verso i propri dipendenti. Le opzioni a disposizione sono varie, in quanto si potrebbe non solo facilitarne la mobilità, interna ed esterna, presso altro ufficio nel medesimo comune ma anche ipotizzare la permanenza della sede di lavoro amministrativamente soppressa seppur ricompreso in altra Corte Tributaria come sezione distaccata, ove le condizioni lo consentono.

Allo stesso modo, la FPCGIL vigilerà a salvaguardia della professionalità di quei Direttori di Sede cessati che non dovessero essere individuati come nuovi Responsabili di Sede.

La FPCGIL invita i lavoratori a prendere contatto attraverso la propria RSU qualora interessati dalla attuale riorganizzazione, in modo da ottenere tutto il supporto necessario.

La convocazione è stata anche occasione per domandare e ricevere ulteriori chiarimenti generali che brevemente si riportano:

  • A seguito della Delibera del 12 febbraio 2024, le 6 CGT rimaste escluse dall’accordo CUT 2022 sono state incluse nel novero delle virtuose; nei prossimi giorni il DAG disporrà un nuovo accordo con le conseguenti riparametrazioni che sarà nuovamente sottoposto alla firma delle OO.SS.;

  • A breve sarà avviato l’Organismo Paritetico per l’Innovazione, un ulteriore spazio di confronto costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori aggiuntivo rispetto all’ordinario confronto con le OO.SS.;

  • Il DAG ha preso l’impegno a calendarizzare nuovi incontri fra Amministrazione e OO.SS. per discutere dei vari istituti del Contratto integrativo ancora non avviati.

Il Coordinatore Nazionale

Andrea Mosca

A seguito delle molte richieste della Fp Cgil VVF partite dalla nota di gennaio 2023, pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per la Formazione con la quale convoca a visita medica il personale idoneo alla procedura di selezione accesso XXI° corso basico specialista elicottero

Si è svolto oggi pomeriggio l’incontro tra l’ Amministrazione e organizzazioni sindacali. Molti i temi all’ordine del giorno: quadro indennitario, contrattazione integrativa 2024, nuove linee guida del lavoro a distanza.

Sistema indennitario CCNI 2024

Come FP CGIL abbiamo espresso le nostre perplessità rispetto alla possibilità di modificare al buio le attuali condizioni: se è vero, infatti, che con l’integrativo del 2023 le parti si erano impegnate a ridiscutere i riconoscimenti economici legati a posizioni organizzative e specifiche funzioni, è altresì vero che rispetto ad allora l’Amministrazione ha più volte ribadito la volontà di rivedere il modello organizzativo, ripensando il reassessment in una nuova e articolata riorganizzazione. 

Dei piani di revisione del modello vigente, però, non si ha contezza, a dispetto delle richieste di chiarimento trasmesse dalla nostra sigla, tanto a livello centrale quanto a livello territoriale nelle sedi potenzialmente interessate dalla sperimentazione. Discutere di modifiche al quadro indennitario quando potrebbero essere spostate, in corso d’anno, attribuzioni e responsabilità sembra un’operazione non utile, di certo non lungimirante.

Analogamente abbiamo identificato ciò che a nostro avviso dovrebbe essere discusso prima del nuovo quadro indennitario, anche per avere un percorso lineare in funzione del CCNI. In particolare:

  1. stabilito il quadro delle famiglie professionali, va chiarito in quali profili si articola l’attività del personale, anche per comprendere le esigenze strategiche che l’Amministrazione individua e correlare le indennità per specifiche funzioni a chi davvero pone in essere determinate attività;

  2. posta la costruzione della quarta area derivata dal CCNL, va individuato come essa debba essere riempita di significato, ovverosia quanti posti potranno essere resi disponibili, entro quando, e quali profili andranno a svolgere le attribuzioni correlate a tale famiglia professionale, anche in un’ottica di programmazione interna.

Sono, questi, due elementi centrali che riteniamo indispensabile chiarire prima di qualsivoglia ricognizione. 

Rispetto alla documentazione fornita alla vigila dell’incontro, abbiamo chiesto formalmente un’integrazione dei dati: per comprendere le ricadute organizzative di ogni eventuale modifica a nostro avviso serve sapere quali posizioni organizzative hanno competenze interne e quali esterne, quante unità vengono gestite in media da ciascuna PO e – soprattutto, ribadiamo – la quantificazione delle risorse del fondo. Numeri alla mano, sarà più semplice capire gli sforzi di ogni territorio.

Nell’attesa di un riscontro, in special modo sulla quarta area, abbiamo esortato l’Amministrazione a non costituire altre PO la cui denominazione è uguale alla nuova area di classificazione delle Elevate professionalità: o si ha una visione d’insieme e di processo, o si rischia solamente di alimentare confusione e deludere le aspettative di colleghe e colleghi che invece chiedono chiarezza nei processi di crescita professionale.

CCNI 2024: il cantiere aperto delle progressioni

Proprio in tema di percorsi di crescita professionale, come FP CGIL abbiamo già fissato un punto, in continuità con quanto espresso al tavolo un anno fa: è assolutamente necessario porre mano ai criteri che definiscono l’accesso ai differenziali stipendiali per garantire, nel biennio di riferimento, un passaggio a tutte le colleghe e i colleghi ancora non destinatari di progressione.

Questa posizione era espressa in una dichiarazione congiunta che abbiamo allegato al testo del CCNI. Già un anno fa, soli al tavolo, avevamo posto con forza il tema: tra 2019 e 2023 sono entrati, in INPS, più di 8.000 colleghi che hanno – per tornata – anzianità di servizio identica e titoli simili. O si rivedono i criteri e si usano le leve per differenziare il valore dei titoli, aumentandone il peso, o il rischio che INPS corre è quello di realizzare strozzature insopportabili e discriminatorie, come già avvenuto in passato quando è stata la sola età anagrafica il criterio cui l’Amministrazione si è aggrappata. Questo richiederà un’analisi rigorosa e seria, anche attraverso simulazioni, per aprire il meccanismo delle progressioni in una logica che non escluda nessuno.

In tal senso abbiamo più volte espresso la nostra netta posizione sul tetto al fondo imposto dal d.l. 75/2017. Perfino ARAN sembra essersi accorta del gigantesco limite che tale provvedimento rappresenta. L’Amministrazione ha ammesso che interlocuzioni politiche sul punto sono state già attivate e che si aspetta l’insediamento del nuovo Consiglio d’Amministrazione. Una posizione che accogliamo con prudente apprezzamento: meglio tardi che mai!

Lavoro a distanza

Si è concluso, parallelamente, il confronto sulle nuove linee guida del lavoro a distanza. Se in passato siamo stati duramente critici con l’Amministrazione, diamo atto degli accorgimenti presi nel corso del confronto, modifiche che hanno portato a un miglioramento del testo presentato al tavolo.

INPS ha finalmente riconosciuto un accesso facilitato al lavoro agile per le lavoratrici nei tre anni successivi alla conclusione del periodo di congedo di maternità. Abbiamo segnalato, in tal senso, quella che ci appare essere una svista: la genitorialità è di entrambi i genitori. Il congedo deve chiaramente essere esteso anche all’altra parte della coppia, onde evitare interpretazioni già inaccettabili nel secolo scorso. Parimenti è stato riconosciuto un accesso preferenziale ai dipendenti con minori in 104 art. 3 c. 3. 

Posta la base volontaria dell’adesione al lavoro agile e al lavoro da remoto, è stato finalmente sancito un principio: la revoca degli accordi deve essere eventualmente espressa con provvedimento motivato. Una posizione, questa, su cui ci eravamo espressi con fermezza già dal primo incontro.

Restano, però, alcuni elementi su cui chiediamo un ulteriore sforzo migliorativo dell’impianto, a tutela della flessibilità collegata alla prestazione agile. Ci riferiamo nello specifico a:

  • il riconoscimento dello Smart working integrale ai lavoratori fragili;

  • la rimozione del passaggio per cui il lavoro a distanza è riconosciuto tenendo “conto delle prestazione rese e del comportamento tenuto negli anni precedenti”;

  • il ripristino della programmazione plurimensile;

  • l’obbligo di motivazione anche in caso di diniego nell’accesso al lavoro agile;

  • una definizione meno stringente delle fasce di contattabilità;

  • la reintroduzione del ristoro economico che l’Amministrazione si era impegnata a riconoscere sulla scorta dei risparmi conseguiti e/o il riconoscimento del buono pasto in regime di lavoro agile.

Restiamo convinti che un impianto condiviso sia possibile, malgrado l’Amministrazione – su quest’ultimo punto in particolare – abbia chiarito che non intende attivare il tavolo di regolamentazione del riconoscimento del buono pasto in regime di lavoro agile. Un’istanza che abbiamo subito rappresentato dopo il CFL 228 emanato da ARAN e che l’Amministrazione non riconosce perpetrando un’insopportabile discriminazione nel riconoscimento economico di chi presta attività in regime di smart working.

Progressioni verticali in deroga e contratti AULA

L’Amministrazione ha precisato che una volta pubblicate le graduatorie definitive delle progressioni orizzontali, sarà pubblicato il nuovo bando per le progressioni verticali in deroga. Pur non essendo stata ancora indicata la tempistica, sono attualmente in corso d’analisi i numerosi ricorsi trasmessi da colleghe e colleghi. I due bandi per le progressioni verticali in deroga saranno quindi pubblicati uno prima dell’estate, uno dopo la stagione estiva.

Al tavolo sindacale abbiamo inoltre segnalato un’anomala situazione che abbiamo registrato in qualche territorio. Nelle more della definizione delle nuove linee guida sul lavoro a distanza, qualche Direzione ha deciso d’interpretare in maniera creativa il documento oggi discusso, stabilendo nuove regole per i contratti in via di adozione. In tal senso, oltre a evidenziare una disparità rispetto ai precedenti accordi già sottoscritti, sono stati introdotti in procedura elementi che non hanno ragion d’esistere: pensiamo a obiettivi specifici per codici prodotto riportati nelle note dei contratti o a richieste di rendicontazione (quando è noto che l’Amministrazione ha già tutti gli elementi per monitorare il contributo offerto dalle lavoratrici e dai lavoratori, contributo certificato dall’incremento dei dati di produzione proprio in corrispettiva dello smart working). Su questo abbiamo sollecitato l’Amministrazione a una presa di posizione per evitare pericolose fughe in avanti.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

“Questo pomeriggio nel carcere di Avellino alcuni detenuti della Sezione Transito hanno aggredito il cappellano. In difesa del religioso è intervenuta una Ispettrice della Polizia Penitenziaria che a sua volta è stata aggredita ed ora è al pronto soccorso dell’ospedale per accertamenti”.

A darne notizia è Orlando Scocca, Coordinatore Regionale per la Campania Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Siamo in attesa di conoscere le condizioni della collega a cui auguriamo una pronta guarigione. La tensione nel carcere di Avellino però è arrivata a livelli insostenibili così come il carico di lavoro per la Polizia Penitenziaria che deve gestire un affollamento del 121%. Notevoli criticità le abbiamo riscontrate e segnalate anche per quanto riguarda la gestione dei detenuti in ‘alta sicurezza’, ma sembra che i vertici non riescano a coglie appieno la gravità della situazione”.

Mirko Manna, Coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria: “Queste aggressioni odierne nel carcere di Avellino, gettano luce su una realtà preoccupante per le modalità e per i soggetti coinvolti. Denunciamo ancora una volta l’urgenza di interventi mirati e una strategia complessiva per affrontare le problematiche del sistema penitenziario che sono le continue aggressioni, la carenza di personale di Polizia Penitenziaria e il sovraffollamento delle carceri.

Avellino, 3 aprile 2024

Care colleghe, cari colleghi,

dopo 8 anni, qualche giorno fa è stato disposto lo scorrimento integrale della graduatoria degli ufficiali giudiziari che finalmente hanno la possibilità di passare in area terza, oggi area Funzionari.

Un passo avanti ma non sufficiente: bisogna portare a termine in ogni sua parte l’accordo siglato tra le parti il 26 aprile 2017. Attendono il passaggio in ex terza area l’altro personale interessato dal provvedimento, i Contabili, gli Informatici, i Bibliotecari e gli Esperti Linguistici.

Bisogna che l’Amministrazione ci convochi al più presto per concordare i passaggi per tutte queste figure. Per poter dare risposte alla maggioranza delle lavoratrici e lavoratori di questo Ministero è assolutamente necessario portare a termine tutte le procedure in atto, a partire dall’accordo, e fino al Contratto Integrativo e ai nuovi passaggi economici con i differenziali stipendiali.

Pertanto, chiediamo all’Amministrazione di fissare nel più breve tempo possibile un calendario serrato di incontri, per definire al più presto le famiglie professionali e continuare con l’accordo per i passaggi di area, di cui all’art.18 CCNL 2019/21.

Art. 18

Norme di prima applicazione

1. Al fine di consentire alle amministrazioni di procedere agli adempimenti necessari all’attuazione delle norme di cui al presente Titolo, lo stesso entra in vigore il giorno 1 del mese successivo ad un periodo dilatorio pari a cinque mesi dalla sottoscrizione definitiva del presente CCNL.

2. Dall’entrata in vigore del presente CCNL ed entro il termine di cui al comma 1, l’amministrazione, in sede di contrattazione integrativa di cui all’art. 7 (Contrattazione collettiva integrativa: soggetti, livelli e materie), comma 6, lett. z), definisce le famiglie professionali del nuovo ordinamento professionale all’interno delle quali confluiscono, nel rispetto della tabella 2 di trasposizione automatica nel sistema di classificazione, i profili professionali definiti sulla base del precedente sistema ordinamentale.

3. Il personale in servizio alla data di entrata in vigore del presente Titolo è inquadrato nel nuovo sistema di classificazione con effetto automatico dalla stessa data secondo la tabella 2 di trasposizione automatica nel sistema di classificazione.

4. Le procedure per l’attribuzione di progressioni economiche definite dai contratti integrativi già sottoscritti alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale sono portate a termine e concluse sulla base della previgente disciplina.

Analogamente si procede nel caso in cui alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale sia stata firmata solo l’Ipotesi di contratto integrativo.

5. Fermo restando il potere di autotutela dell’amministrazione, le procedure concorsuali di accesso alle aree o posizioni di inquadramento giuridico del precedente ordinamento professionale, ivi incluse quelle riservate al personale già in servizio presso l’amministrazione, già bandite prima dell’entrata in vigore del nuovo ordinamento, sono portate a termine e concluse sulla base del precedente ordinamento professionale. Il personale vincitore delle stesse viene inquadrato nel nuovo sistema di classificazione applicando la disciplina di cui al presente Titolo.

6. In applicazione dell’art. 52, comma 1-bis, penultimo periodo, del d.lgs. n. 165/2001, al fine di tener conto dell’esperienza e professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dall’amministrazione di appartenenza, in fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale e comunque entro il termine del 31 dicembre 2024, la progressione tra le aree ha luogo con procedure valutative cui sono ammessi i dipendenti in servizio in possesso dei requisiti indicati nella allegata tabella 3 di corrispondenza.

7. Le amministrazioni definiscono, in relazione alle caratteristiche proprie della famiglia professionale di destinazione e previo confronto di cui all’art. 5 (Confronto), i criteri per l’effettuazione delle procedure di cui al comma 6, sulla base dei seguenti elementi di valutazione a ciascuno dei quali deve essere attribuito un peso percentuale non inferiore al 25%:

a) esperienza maturata nell’area di provenienza;

b) titolo di studio;

c) competenze professionali quali, a titolo esemplificativo, le competenze acquisite attraverso percorsi formativi, le competenze certificate (es. competenze informatiche o linguistiche), le competenze acquisite nei contesti lavorativi, le abilitazioni professionali.

8. Le progressioni di cui al comma 6 sono finanziate anche mediante l’utilizzo delle risorse determinate ai sensi dell’art.1 comma 612 della legge n. 234 del 30 dicembre 2021 (Legge di bilancio 2022) in misura non superiore allo 0,55% del monte salari dell’anno 2018 relativo al personale destinatario del presente CCNL”.

Il CCNL delle Funzioni Centrali ha previsto i finanziamenti per i passaggi di area che, per il Ministero della Giustizia, ammontano complessivamente a 9.505,000 euro e per il Dog a quasi 8 milioni. Ma se non dovessero essere spesi andranno restituiti al MEF.

Aggiunte al residuo dell’accordo del 2017, le risorse a disposizione per effettuare i passaggi di area in DEROGA NON SONO POCHE.

La FP CGIL è impegnata a non far perdere l’ennesimo contratto e l’occasione, per tante lavoratrici e lavoratori di questo Ministero, del passaggio di area, ovvero del legittimo riconoscimento di carriera.

Le progressioni rappresentano anche un ulteriore miglioramento economico in sede di rinnovo contrattuale, perché, come ben sapete, la media dell’importo da corrispondere ai dipendenti si calcola nell’area più densamente popolata. Nel Ministero Giustizia l’area con più personale è l’ex area seconda, oggi area Assistenti, ecco perché l’aumento contrattuale dei dipendenti dei Ministeri e in particolare nel nostro, è purtroppo inferiore a quello, ad esempio, dell’INPS o di altri enti che hanno in terza area almeno il 70% del personale e pertanto la media lì si calcola su retribuzioni più alte.

Per cambiare e avvicinarsi agli altri Ministeri ed enti del comparto, dobbiamo necessariamente invertire la situazione, ovvero dobbiamo far passare il più alto numero possibile di lavoratrici e lavoratori nell’area Funzionari.

Inoltre, il Ministero deve prevedere ulteriori risorse nel Fondo Risorse Decentrate, per attivare le Posizioni Organizzative e un sistema indennitario da assegnare alle lavoratrici e lavoratori a cui sono attribuiti incarichi e responsabilità nell’area Assistenti e Funzionari.

Per quanto riguarda la quarta Area “EP”, si accede alla stessa per concorso, quindi l’amministrazione deve decidere il contingente e indire la selezione pubblica, previa autorizzazione all’assunzione e le relative risorse. Per FP CGIL il 50% dei posti a concorso vanno riservati al personale dell’area Funzionari. Inoltre, va riservato al personale dei Funzionari anche il 50% dei posti del concorso di prossima pubblicazione per Dirigenti.

Il Contratto e i progetti PNRR rappresentano per il Ministero l’occasione giusta per cambiare, per modernizzarsi, informatizzarsi e adottare un nuovo modello organizzativo. L’Ufficio per il Processo rappresenta la chiave di svolta: solo attraverso una nuova efficace organizzazione si può e si deve valorizzare tutto il personale oggi presente NEGLI UFFICI GIUDIZIARI.

Bisogna stabilizzare, dal 1° luglio 2026, tutto il personale precario, pertanto va pianificata sin da ora la rimodulazione del fabbisogno d’organico e l’assetto organizzativo.

È un programma impegnativo ma assolutamente necessario per fare quel salto di qualità che i dipendenti, i magistrati e i cittadini attendono da anni. Per diminuire i tempi del processo occorre il personale amministrativo e di magistratura, occorrono più informatica e innovazione per celebrare più processi anche da remoto. Solo così si potrà dare una risposta efficiente ed efficace alle cittadine e ai cittadini che si rivolgono allo Stato per avere giustizia.

Non è sufficiente abbattere l’arretrato, l’obiettivo deve essere non crearne altro, per cui occorre stabilizzare le lavoratrici e i lavoratori oggi impegnati nei progetti PNRR e strutturare il cosiddetto Ufficio per il Processo come un nuovo e più efficace modello organizzativo, che deve coinvolgere tutto il personale presente.

Più volte abbiamo denunciato l’endemica carenza di personale, in particolare al Nord e nelle sedi delle città capoluogo di regione. Visto il costo della vita in generale e delle case in particolare, abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia di attivarsi per risolvere il problema.

Nonostante lo scorrimento di tante graduatorie degli idonei, vedi per ultima quella del concorso RIPAM, pochissimi candidati hanno scelto il Ministero della Giustizia, ormai poco attrattivo per:

1) Poche prospettive di carriera

2) Assenza di salario accessorio

3) Niente PO

L’incremento del Fondo Risorse Decentrate non è più rinviabile, dobbiamo allinearci agli altri Ministeri ed Enti del comparto Funzioni Centrali per garantire un salario accessorio dignitoso al personale.

Infatti, nonostante gli interventi del decreto legge che limita, o meglio nega, qualsiasi forma di mobilità, i dipendenti attraverso i concorsi stanno scegliendo di transitare in altri enti che garantiscono condizioni lavorative migliori, ad esempio con il ricorso al lavoro agile e un salario accessorio degno di questo nome.

Per quanto sopra esposto, vi chiediamo di sostenerci e garantirci, attraverso la rappresentanza, la forza necessaria per tradurre in fatti concreti quanto previsto dal CCNL, in particolare con il nuovo Ordinamento Professionale.

RINGRAZIAMO IL CAPO DIPARTIMENTO E LA DIRETTRICE GENERALE CHE HANNO MOSTRATO, SIN DAL LORO INSEDIAMENTO, UNA PARTICOLARE ATTENZIONE VERSO LE PROBLEMATICHE DEGLI UFFICI NEP E DI TUTTI COLORO CHE VI OPERANO. CI ATTENDIAMO ORA PARI IMPEGNO PER ARRIVARE ALLA DEFINIZIONE DELL’ACCORDO SULLE FAMIGLIE PROFESSIONALI E IL CONTRATTO INTEGRATIVO, PER DARE FINALMENTE A TUTTO IL PERSONALE DELLA GIUSTIZIA IL GIUSTO RICONOSCIMENTO E VALORIZZAZIONE DEL PROPRIO LAVORO.

FP CGIL

Felicia Russo

Prima tappa oggi ore 15 ospedale Le Molinette, con segretario nazionale Vannini

Parte dal Piemonte la campagna nazionale “Sanitari, curiamoci di noi. Un viaggio attraverso la sanità che siamo per costruire la sanità che vogliamo” promossa da Funzione pubblica Cgil.

Una campagna di ascolto del territorio e un percorso, che si articolerà nei prossimi mesi su tutto il territorio nazionale, a difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori della sanità e per sollecitare investimenti su professionalità e prospettive di un comparto fondamentale per i cittadini e il Paese.

Alla presenza del segretario nazionale Fp Cgil Michele Vannini, di Massimo Esposto, segretario regionale e territoriale Fp Cgil e Gabriele Gilotto segretario generale Fp Cgil Torino, la prima tappa sarà domani, 3 aprile, alle ore 15 presso l’Ospedale Le Molinette di Torino, per poi proseguire alle 16.30 all’ospedale Martini e alle 18 all’Ospedale di Rivoli.

Il 4 aprile l’appuntamento è alle 9 presso Poliambulatorio di Lungo Dora Savona, alle 10.30 presso Poliambulatorio di via Pacchiotti, alle 11.45 presso Ospedale di Venaria e, infine, alle 15 all’ospedale di Susa.

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